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Autore: ValeDowney    06/12/2014    5 recensioni
"Storybrooke sembra una cittadina come tutte le altre, se non fosse per il fatto che non è sulle carte, nessuno sa della sua esistenza e i cittadini sembrano nascondere qualcosa. Rose, una bambina dolce ma curiosa e sempre in cerca di guai, scoprirà, insieme al suo amico Henry, che qualcosa di magico si aggira per quella città"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Rose of true Love

 
 
Capitolo III: La Dama del Lago - Prima Parte


 
C’era gran fermento nella cittadina di Storybrooke, causata dal Sindaco che dal giorno prima non riusciva a trovare il figlio Henry.
Rose stava facendo colazione in cucina e, mentre mangiava i cereali nel latte, guardava i cartoni animati alla televisione. D'un tratto, questi vennero interrotti da un’edizione straordinaria del telegiornale locale: “Interrompiamo le programmazioni per darvi una notizia sconvolgente. Il giovane Henry Mills, figlio del Sindaco, è scomparso da ieri e tutte le forze locali, mobilitate dallo stesso Sindaco, sono alla sua ricerca. Siamo andati a casa di Regina per intervistarla” spiegò il presentatore del telegiornale. Mentre mostravano Regina davanti alla sua villa, in cucina entrò Gold.
“Papà, lo sapevi che Henry è scappato di casa?” domandò Rose, guardando il padre.
“Lo so adesso da te, mia cara” rispose Gold guardandola. Poi entrambi guardarono la televisione, che ritraeva l’inviato mentre intervistava Regina, che disse: “ Sono davvero disperata. Mio figlio non si è mai allontanato così tanto da casa prima d’ora.”
“Secondo lei potrebbe essere scappato di sua spontanea volontà?” chiese l’inviato.
“Che domanda sciocca! Ovvio che no. Mio figlio è un bambino diligente ed ubbidiente e non scapperebbe mai da me” rispose Regina.
“Questo lo dice lei” disse Gold. Rose guardò di sfuggita suo padre, poi riguardò la televisione. “Dove potrebbe essere andato?” domandò l'inviato.
“Se lo sapessi, non starei qua a perdere tempo con voi! E ora sparite!” replicò Regina e, rientrando in casa, batté la porta in faccia a quelli del telegiornale.
Gold sintonizzò il televisore sui cartoni animati. Rose stava per aprire bocca, ma Gold, guardandola, disse: “So cosa stai per dire e la risposta è no.”
“Non è vero che sai cosa sto per dire. Magari è una cosa alla quale avresti detto sì” disse Rose.
“Rose, tu vuoi andare a cercare Henry, vero?” chiese Gold. Rose guardò a destra e poi a sinistra. Poi riguardò il padre rispondendogli: “Nooooooooo… ma cosa vai a pensare?”
“Sono sicuro che Henry salterà fuori da solo” disse Gold.
“Sì, quando Regina se ne andrà da questa città” disse sarcasticamente Rose.
Gold alzò un sopracciglio, poi disse: “Finisci la colazione, che devi andare a scuola.”
Rose rimase in silenzio, poi titubante disse: “Sai papà, non credo che oggi potrò andare a scuola. Mi è venuto un forte mal di pancia.”
“Rose, non mi incanti. Finisci tutto quanto, che io ti aspetto in salotto” disse Gold ed uscì dalla cucina. Rose sbuffò, ma finì la colazione.
Qualche ora dopo, Rose si trovava in classe a seguire una delle noiose lezioni della Signorina Tremaine, quando proprio quest’ultima la richiamò: “Signorina Gold, vada subito dalla preside.”
“Perché? Non ho fatto nulla” disse stupita Rose guardandola.
“Ho detto, vada subito dalla preside!” replicò la Signorina Tremaine. Senza dire nulla, Rose si alzò dal suo banco. Al suo passaggio, i suoi compagni bisbigliarono fra di loro.
Uscita dalla classe, la bambina camminò per il lungo corridoio alle cui pareti erano appesi quadri raffiguranti varie parti di Storybrooke. Uno in particolare attirò la sua attenzione. Si fermò di fronte a esso: rappresentava la torre con l’orologio fermo sulle otto e quindici e, sotto di essa, la biblioteca, chiusa da un po’ di anni.
Rose si ricordava che, quando era un po’ più piccola, andava sempre in quella biblioteca, dove ad accoglierla c'era una gentile vecchietta. Rose adorava i libri. Le erano sempre piaciuti e, a volte, cercava di immaginare di trovarsi in quel mondo popolato da principesse, prodi cavalieri e draghi sputafuoco. Ma anche di luoghi incantati dove i sogni di un bambino si avveravano sempre e dove tutte le cose cattive trovavano il loro lieto fine.
A casa avevano anche un’enorme libreria. Gold le aveva raccontato che l’aveva fatta costruire apposta per lei e per sua madre, visto che anche a quest’ultima piacevano molto i libri.
Volse lo sguardo da un’altra parte, riprendendo a camminare, e arrivò a una porta in fondo del corridoio. Si fermò e bussò. Sentì un “Avanti” gelido. Aprì la porta, entrando.
“Voleva vedermi, Signora Tremaine?” domandò Rose.
“Venga pure a sedersi, Signorina Gold” rispose la Signora Tremaine. Rose chiuse la porta dietro di sé per andarsi a sedere in una delle due sedie poste davanti alla cattedra. Si guardò intorno molto nervosamente, ma sbiancò non appena il suo sguardo si fermò su una lunga asta in metallo. Che fosse la tanto temuta asta della quale aveva sentito parlare e con la quale la Signora Tremaine picchiava i bambini che non facevano i bravi?
Riguardò l’anziana signora, la quale disse: “Sicuramente ti starai chiedendo del perché tu sia qua.”
“In effetti sì, Signora Tremaine” disse con paura Rose.
“Ti ho convocata perché non tollero affatto questo tipo di comportamento nella mia scuola. Voglio che qui sia tutto perfetto, come perfetti devono essere anche gli allievi” spiegò Lady Tremaine.
“Mi scusi Signora Tremaine, ma non riesco a capire a cosa alluda” disse Rose.
“A quello che è successo alla Signorina Hunter nella foresta” disse Lady Tremaine e mostrò alla bambina il giornale The Mirror dove, sulla prima pagina, scritto in grande, c’era: “LUCY HUNTER GRAVEMENTE FERITA” e mostrava un’immagine della bambina citata in ospedale. Sotto alla foto, in piccolo, c’era scritto:
 
Ieri mattina la Signorina Hunter è stata gravemente ferita alla testa da Rose Gold, figlia del Signor Gold, proprietario del Negozio dei Pegni. Nessuno sa la vera ragione che abbia spinto la Signorina Gold ad agire in questo modo, ma quello che ha colpito di più gli abitanti è che il Signor Gold ha agito in modo indifferente. I genitori della vittima, al momento, non esporranno denuncia. Anche il Sindaco ha voluto esprimere parole di conforto per Lucy che, al momento, si trova in ospedale sotto le prestanti cure del Dottor Whale: “Sono rimasta alquanto sconcertata dall’accaduto. Non appena sono stata contattata dalla polizia, sono corsa subito sul posto, vedendo la bambina che veniva messa su una barella e con una ferita sulla fronte. Anche il Signor Gold e la figlia erano presenti, ma sembrava che ad entrambi non importasse nulla delle condizioni della Signorina Hunter. Entrambi, infatti, sono saliti in macchina e se ne sono andati non proferendo alcuna parola. Anche io sono una madre e sono vicina ai genitori della piccola, sperando guarisca presto”  Articolo scritto da Sydney Glass.
 
Rose guardò Lady Tremaine, la quale disse: “Come crede che mi sia sentita dopo aver letto questa notizia? Ora la scuola verrà ridicolizzata da tutti”.
“Credo che l’articolo l’abbia un po’ troppo buttata sul tragico. Leggendo, sembra che Lucy sia quasi morta” disse Rose.
“Non sono cose sulle quali scherzare!” replicò Lady Tremaine e, prendendo l’asta, picchiò le mani di Rose, la quale lasciò cadere il giornale sulla scrivania.
“Io non volevo farle del male: è stato solo un incidente” disse Rose, mentre si toccava le mani l’una con l’altra.
“Poteva anche ucciderla e non ci ha pensato due volte a prendersela con una bimba indifesa come lei!” replicò Lady Tremaine e diede un’altra bacchettata sulle mani di Rose.
“Giuro non volevo farle del male” disse Rose quasi con le lacrime agli occhi.
“Lo sa che la posso anche far espellere da questa scuola?! E non credo che suo padre ne gioirebbe. Ora ritorni in classe e veda di prestare attenzione alla lezione della sua maestra: da quanto ho sentito si annoia” replicò Lady Tremaine.
“Farò la brava come vuole lei, Signora Tremaine” disse Rose abbassando lo sguardo per poi alzarsi ed andare verso la porta. Stava per aprirla, quando Lady Tremaine, che si era messa davanti alla finestra con le mani che stringevano l'asta dietro la schiena, disse: “Ah, e che ciò che è accaduto oggi non esca da questo ufficio, chiaro?”
“Non dirò nulla a nessuno, Signora Tremaine” disse Rose e, dopo aver aperto la porta, uscì dalla stanza. Lady Tremaine guardò verso la porta, sorridendo maliziosamente.
Poco dopo, durante la ricreazione, Rose si trovava da sola sotto il salice piangente, con lo sguardo abbassato, e si massaggiava le mani un po’ rosse a causa delle bacchettate ricevute dalla Signora Tremaine. Senza Henry, stare a scuola era insopportabile.
Alzò lo sguardo quando davanti a lei comparvero le amiche di Lucy: “Ehi Goldie, abbiamo sentito quello che hai fatto a Lucy.”
“Sarete dispiaciute, suppongo” disse Rose.
“Scherzi?! Siamo contente” disse la bambina che aveva parlato prima. Rose la guardò in modo stupito, quasi non credendo alle sue parole.
“Diciamo sul serio e, per dimostrartelo, vogliamo farti entrare nel gruppo al posto di Lucy” disse la bambina, facendo alzare Rose.
“Però devi superare una prova” disse l’altra bambina.
“Quale prova?” chiese Rose.
“Più che una prova, direi che si tratta di un’iniziazione. Per prima cosa devi chiudere gli occhi” rispose la prima bambina che aveva parlato. Rose la guardò stranamente, ma alla fine chiuse gli occhi. Le due bambine la fecero camminare avanti. Rose, che non ne era molto sicura, aprì gli occhi per vedere che si trovava al bordo di una pozzanghera di fango. In uno scatto veloce si spostò, prima che una delle due bambine potesse spingerla. Invece, finirono per spingere la bambina che aveva fatto la proposta dell’iniziazione a Rose.
“Scusaci, Mary” disse una delle due.
“La pagherai molto cara, Goldie!” replicò Mary e, dopo essere uscita dalla pozzanghera di fango, lei e le sue amiche inseguirono Rose, la quale incominciò a correre il più velocemente possibile. Quindi andò a sbattere contro Mary Margaret.
“Tu devi essere Rose, la figlia del Signor Gold” disse Mary Margaret.
“Buongiorno, Signorina Blanchnard. Mi scusi, ma vado molto di fretta” disse Rose e le passò accanto, ma Mary Margaret le disse: “Mi dispiace per Henry. Voi siete molto amici, vero?”
Rose si fermò. La guardò dicendole: “ E’ l’unico che ho.”
“Spero venga ritrovato e che non si trovi in pericolo. Anche se non ho ancora capito del perché sia scappato” disse Mary Margaret.
“Io una certa idea ce l’ho e forse non ha avuto tutti i torti a scappare. Forse non sarà nemmeno l’unico ad aver agito così: potrebbe esserci qualcun altro che prenderà in considerazione questa idea” disse Rose e voltandosi riprese a scappare. Mary Margaret la stava guardando stranamente quando accanto a lei passarono tre bambine, una delle quali sporca di fango.
Rose correva più forte che poteva. Si fermò per un attimo e guardò dall’altra parte della strada, dove c’era il Negozio dei Pegni di suo padre. Voleva nascondersi lì dentro, ma poi suo padre si sarebbe arrabbiato ed avrebbe fatto un sacco di domande del perché non fosse a scuola. Guardò Granny’s lì accanto, ma pensò che, anche lì, nonna e nipote le avrebbero fatto un sacco di domande. Qualsiasi posto di Storybrooke sarebbe stato un rischio, perché qualunque abitante avrebbe avvertito suo padre. Optò quindi per una delle poche soluzioni possibili e, riprendendo a correre, uscì dalla città, dirigendosi nella foresta. Forse il nascondiglio che l’aveva salvata la prima volta l’avrebbe salvata anche ora.
Raggiunse la tana di Excalibur e, con un po’ di fatica, vi entrò dentro. Le tre la raggiunsero proprio in quel momento. Vi passarono accanto, fermandosi. Una delle tre domandò: “Dove sarà andata?”
“Qua non c’è. Andiamocene. È solo una codarda” rispose Mary e le tre se ne andarono.
Rose uscì dal suo nascondiglio e si guardò intorno. “Se c’è una cosa che può ritrovare Henry, quella è Excalibur” disse e, riabbassandosi, guardò all’interno della tana, ma la volpe non uscì. La chiamò nuovamente, ma l’animale non usciva.
“Che strano, di solito esce. Forse è qua in giro, ma per sicurezza è meglio aspettarla ” disse Rose e si sedette accanto alla tana, con la schiena contro la roccia.
Intanto, la Signorina Tremaine era andata di corsa nell’ufficio della Preside… “Scappata?! Ne sei assolutamente sicura?!” replicò Lady Tremaine.
“Sicurissima: dopo la ricreazione non è rientrata in classe e Mary afferma che sia uscita dal cortile della scuola” spiegò la Signorina Tremaine.
“Molto bene. Da adesso in poi ci penserò io. Intanto tu ritorna in classe e prosegui con la lezione” disse Lady Tremaine, mentre prendeva la cornetta del telefono e la figlia usciva dall’ufficio, ritornando in classe.
L’anziana signora compose un numero, po si mise la cornetta all’orecchio ed aspettò in linea.
Al Negozio Banco dei Pegni suonò il telefono. Gold, che si trovava nel retro, andò verso il bancone e alzò la cornetta. Dall’altra parte parlarono.
“Signor Gold, sono Lady Tremaine, Preside della Scuola Elementare. Mi dispiace disturbarla: sicuramente starà lavorando” disse Lady Tremaine.
“Non si preoccupi: al momento non ho clienti. Stavo solo facendo i fatti miei. È successo qualcosa?” domandò Gold.
“In effetti sì, e riguarda sua figlia” rispose Lady Tremaine.
“Le è successo qualcosa di grave?” chiese Gold anche se non voleva far sentire nella voce la sua preoccupazione.
“E’ scappata da scuola. Non so perché abbia agito in questo modo, ma non vorrei che le accadesse qualcosa. E poi Storybrooke è una piccola cittadina e le notizie viaggiano molto velocemente. Non vorrei che qualcuno pensasse male di lei, Signor Gold. Che la giudicassero un cattivo genitore, mi capisce, vero? Veda di ritrovarla il prima possibile e forse non la boccerò” spiegò Lady Tremaine e mise giù la cornetta.
Gold guardò la cornetta mentre dall’altra parte non arrivava più alcun suono. La mise giù, poi andò verso la porta e cambiò l’insegna da APERTO a CHIUSO. Andò verso la credenza, aprendola, e mentre cercava qualcosa puntò l’occhio sulla tazzina sbeccata. Quindi disse: “Perché nostra figlia deve essere così disubbidiente? Forse, se ci fossi stata anche tu, Rose sarebbe cresciuta meglio e si comporterebbe bene anche a scuola. Non so più che fare con lei e spero solo che non mi si ribelli contro” e, dopo aver preso una boccetta ed aver delicatamente accarezzato la tazzina sbeccata, richiuse la credenza. Andò verso il bancone, guardandosi intorno, e vide qualcosa che fece al caso suo. Lo prese: si trattava di un uccellino impagliato che apparteneva a Rose quando era più piccola. Aprì la boccetta, versandone il contenuto sopra di esso, e l'uccellino si librò in aria come se fosse vivo. Guardò Gold, che gli disse: “Conducimi da mia figlia.” L’uccellino volò verso la porta. Gold lo seguì, aprendola, poi la chiuse a chiave dietro di sé. Quindi aprì la portiera della macchina, avviò il motore e seguì l’uccellino.
Questi lo condusse nella foresta. “Ci risiamo” disse Gold, fermando la macchina e seguendo l’uccellino. L’animale ritornò alla sua forma di paglia non appena Gold vide davanti a sé Rose, seduta accanto ad un buco nella roccia. Si abbassò, raccogliendo l’uccellino e, dopo esserselo messo in tasca, camminò verso la figlia e le domandò:  “Che cosa ci fai qua?”
Rose voltò lo sguardo verso di lui e gli rispose: “Potrei fare la stessa domanda a te.”
“Rispondi prima a me e, forse, risponderò anche a te” disse Gold, fermandosi di fronte a lei.
“Niente di che” rispose Rose.
“Rose, mentirmi non risolverà le cose né tanto meno ti farà uscire da questa situazione” disse Gold. Rose si alzò in piedi chiedendogli: “Quale situazione?”
“Perché sei scappata da scuola? Cosa è successo?” domandò Gold. Rose abbassò lo sguardo per poi rispondere: “Niente.”
“Guardami, Rose” disse Gold, ma dopo che la figlia continuò a tenere lo sguardo abbassato, replicò: “Ho detto, guardami!” Ma la figlia non lo ascoltò. Quindi le prese il braccio ed arrabbiato disse: “Quando ti dico una cosa devi farla!”
“Lasciami il braccio! Mi stai facendo male!” replicò Rose, guardando in faccia il padre.
“Questa non sei tu! Non sei la figlia che ho tirato su per questi anni! Non sei la bambina ubbidiente e che fa la brava a scuola! Ora ti riporto subito là e ti scuserai con la tua maestra!” replicò Gold e, voltandosi, incominciò a trascinarla, ma Rose faceva resistenza, replicando: “Non ci voglio ritornare a scuola! Voglio rimanere qua!”
Gold, continuando a camminare, replicò: “Tu non verrai mai più qua, né rivedrai quella volpe! Il tuo posto è in città: a casa nostra!”
“Se mi ascoltassi…” iniziò col dire Rose ma Gold, fermandosi e guardandola, replicò: “Cosa ci sarebbe da ascoltare?! Il fatto che continui a disobbedirmi e gli abitanti mi considerino un cattivo padre?!”
“Allora è a questo a cui pensi? Ma sei stato proprio tu a dirmi, più volte, di non ascoltare mai quello che dicono gli altri” disse Rose.
“Perché sei scappata? Perché non vuoi dirmelo? Risolveremo parecchie cose” disse Gold.
“Non c’è nulla da risolvere se non quella di ritrovare Henry” disse Rose.
“Ti ho già detto di lasciare perdere! Ci penserà lo Sceriffo o chiunque altro il Sindaco abbia chiamato per trovarlo. E ora ti riporto a scuola, mentre da oggi pomeriggio incomincerà la tua punizione !” replicò Gold.
“Quale punizione?” chiese Rose.
“Quella che avrai per una settimana e che ti meriti per non essere stata una brava bambina. Te ne rimarrai in casa o nel mio negozio ed uscirai solamente per andare a scuola” rispose Gold.
“Se ti dicessi del perché sono scappata da scuola, ti arrabbieresti ancora di più e, allora, saremmo al punto di partenza” disse Rose.
“Allora perché non me lo dici semplicemente e poi vedrò se arrabbiarmi oppure no” disse Gold.
“Perché… perché non mi crederesti. Gli adulti non credono mai ai bambini” disse Rose.
“Forse per il fatto che i bambini non ascoltano mai i propri genitori” disse Gold.
A Rose divennero gli occhi lucidi. Poi aprì la bocca per dire le uniche cose che Gold non avrebbe mai voluto sentire dalla figlia: “Ti odio! Sei un mostro!” Gold rimase a bocca aperta e lasciò andare il braccio della figlia, la quale se ne corse via, mentre le lacrime scorrevano lungo il suo viso.
“Sì… lo sono sempre stato” disse Gold.





Note dell'autrice: ed eccomi qua con la prima parte di un nuovo capitolo. Mi scuso immensamente per la seconda parte del precedente (sia per il ritardo sia per gli errori). Ora l'ho riguardato più volte prima di pubblicarlo. Dunque in questo capitolo (nella seconda parte) si capirà finalmente del perchè la volpe si chiama Excalibur. Rose ha chiamato suo padre mostro e Gold c'è rimasto molto male anche perchè si ricorda di come suo figlio lo aveva lasciato, non mantenendo l'accordo. Anche la figlia lo lascerà?

Con questo vi lascio e ci vediamo al prossimo aggiornamento. Buona notte, mie cari Oncers

 
 

 
  
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