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Autore: supersara    07/12/2014    7 recensioni
Storia partecipante al contest "La nicchia", indetto da Meryl Watase, DoubleSkin, Manga e Blueorchid31 sul forum di Efp.
Questa OS racconta di un piccolo episodio della gioventù di Minato e Kushina e della battaglia che li ha legati l'uno all'altra.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jiraya, Kushina Uzumaki, Minato Namikaze, Sakumo Hatake | Coppie: Minato/Kushina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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IL LAMPO, LA ROSSA E LA VOLPE.
 
 
 
Era una fredda serata d’autunno nel bosco ai confini di Konoha.
Kushina si strinse ancora di più nella felpa che portava, persino una tipa attiva come lei aveva esaurito le energie, anche per lamentarsi. L’unico che non aveva fatto una piega per tutto il viaggio era Minato, sempre con quel perenne sorriso che non accennava a spegnersi anche nelle situazioni più critiche.
Finalmente Sakumo si fermò e dopo essersi lanciato un’occhiata d’intesa con Jiraiya disse: “ci accamperemo qui stanotte.”
Kushina lanciò un grido di gioia e cominciò a saltellare, come se in un istante la stanchezza per il lungo viaggio fosse sparita.
“Vedo che sei in forma, Kushina” fece l’Hatake “allora farai tu il primo turno di guardia!”
La ragazza sentì un brivido attraversarle la schiena.
“Cosa!?! Sensei, perché io? Sono esausta non voglio fare il primo turno!” Piagnucolò.
Sakumo sorrise dicendo: “ricorda che questa è una missione d’addestramento, ci siete solo tu, i tuoi compagni e il team cinque, devi agire come se io e Jiraiya non fossimo qui e dato che sei quella che ha maggiore resistenza di tutti, direi che tocca a te.”
La rossa guardò i suoi due compagni di squadra speranzosa.
“Vi prego! Io sono una povera fanciulla indifesa, ho bisogno di riposare!”
I due fratelli Hyuga alzarono un sopracciglio.
“Sakumo-sensei ha detto che tocca a te.” Fece semplicemente uno dei due cominciando a prepararsi il giaciglio.
Kushina prese le mani dell’altro e le strinse dicendo: “ti prego, ti prego, ti prego!”
“Guarda che sono stanco anche io, se il maestro l’ha detto a te allora devi farlo tu!”
La ragazza guardò il compagno indignata e disse: “siamo amici da tanti anni, Hiashi! Per un favore che ti chiedo fai tutte queste storie!”
“… Tanto per cominciare io sono Hizashi… e il primo turno tocca a te!” E anche lui si mise a preparare il posto per dormire.
La kunoichi strinse un pugno e cominciò a gonfiarsi d’aura maligna per il nervoso. Dov’era finita la cavalleria?
“Kushina-chan, farò io il turno di guardia con te.” Si propose Minato tutto contento.
Lei lo guardò poco entusiasta, voleva qualcuno che la sostituisse, non della compagnia, ma d’altra parte era comunque meglio di niente.
“Andiamo allora!” Fece lei saltando sul ramo di un albero.
Per prima cosa dovevano perlustrare il perimetro.
Sakumo e Jiraiya accesero un fuoco e si gustarono una buona tazza di tè, mentre i ragazzi, ancora poco abituati alle nottate in bianco o alle lunghe sfacchinate, erano letteralmente crollati.
“Il tuo gruppo si sta comportando bene.” Si complimentò l’Hatake.
“Sì, non c’è male: Goro e Sejuani hanno fatto il loro dovere al meglio, e Minato come sempre eccelle in tutto. Anche i tuoi ragazzi se la stanno cavando.”
Sakumo annuì dicendo: “i fratelli Hyuga sono due giovani promesse, persino io fatico a superare le loro difese in allenamento: sanno combinare l’antica tecnica della sessantaquattro chiusure, praticamente nel loro caso diventano centoventotto… eppure la vera rivelazione del mio gruppo è Kushina: ha una resistenza senza eguali, e una riserva di chakra quasi inesauribile.”
Jiraiya si lasciò scappare un sorriso pensando a quella piccola furia rossa che aveva rapito il cuore del suo allievo più dotato.
Intanto i due ragazzi stavano perlustrando la zona. Non avrebbero dovuto incontrare pericoli nel corso della nottata, ma era comunque necessario per la simulazione della missione.
Minato si teneva dietro Kushina, osservando con ammirazione tutti i suoi movimenti: l’aveva sempre trovata bella, fin dal giorno in cui l’aveva vista per la prima volta: i capelli lunghi erano del rosso più bello che si potesse immaginare, gli occhi blu cielo, il fisico esile e il faccino tondo. La prendevano tutti in giro perché era nuova e per il colore dei capelli. Minato provava tenerezza nel vederla vittima di quell’accanimento, ma prima ancora che potesse formulare il pensiero di difenderla, era saltata addosso a un ragazzino più grosso di lei e lo aveva riempito di botte, tanto da farle prendere una bella punizione.
Da quel momento il biondo cominciò quasi a temerla, anche una sola parola di troppo poteva farla diventare terrificante.
“Hai finito di startene lì dietro? Non sopporto la gente che mi sta alle spalle!” Gli disse lei a un tratto.
Il ragazzo sobbalzò e la raggiunse scusandosi.
“E non chiedere scusa per tutto!” Lo sgridò infastidita dalla sua infinita gentilezza.
“Scusa Kushina-chan!” Rispose istintivamente per poi mordersi la lingua.
La ragazza sbuffò.
Dopo qualche minuto di calma piatta, la rossa si spazientì.
“Torniamo indietro!” Fece.
Minato la guardò senza nascondere un certo nervosismo.
“Kushina-chan, non abbiamo finito il giro.” Provò a dirle.
“Qui non c’è niente! È perfettamente inutile perdere tempo a girare in tondo!” Si alterò la ragazza.
“Ma…” Minato non riuscì a controbattere perché lei lo interruppe prima.
“Senti mi hai stufato, tu e la tua perfezione! Io torno indietro, se vuoi finisci il giro!” E detto questo fece per andarsene.
Il biondo era demoralizzato per averla fatta arrabbiare e allo stesso tempo era confuso: cosa aveva fatto di tanto grave? A testa bassa decise di portare a termine il suo compito, intuendo che forse era proprio quel suo comportamento da allievo esemplare ad averla infastidita.
Intanto Kushina continuava a darsi della stupida da sola: per una volta che era rimasta da sola con Minato, il suo caratteraccio l’aveva portata a litigarci! Lei era timida e sempre sulla difensiva, e l’unico modo che aveva per combattere quel suo carattere chiuso, era essere aggressiva, e purtroppo ci riusciva sempre meglio con le persone che le dimostravano affetto.
La verità era che aveva paura, paura di affezionarsi a qualcuno e di rischiare di fargli del male. Si sfiorò il ventre deglutendo al pensiero di ciò che portava dentro di sé. Il mostro poteva svegliarsi.
Un rumore la distolse dai suoi pensieri. C’era qualcuno nelle vicinanze.
Un grido poco lontano giunse alle sue orecchie.
“Minato!” Fece riconoscendo la voce del ragazzo.
Corse a più non posso nel luogo in cui lo aveva lasciato poco prima, tenendo fra le mani due shuriken che aveva afferrato per risparmiare tempo.
Si arrestò di colpo davanti alla scena che le si presentò: tre ninja vestiti di nero avevano accerchiato il ragazzo e lo avevano trafitto senza pietà.
Le braccia di Kushina crollarono, lasciando cadere le armi. Lo aveva lasciato solo, era colpa sua.
Mentre la sua mente annebbiata elaborava pensieri tetri e sensi di colpa, un lampo giallo la superò ed eliminò in un attimo tutti i ninja avversari. Quello che era stato trafitto era un kagebushin.
“Uff! Non mi sarei mai aspettato di trovarmi contro dei ninja!” Esclamò Minato con il sorriso sulle labbra.
La rossa sembrava essere caduta in uno stato di shock: lo sguardo perso nel vuoto e colmo di terrore e il corpo scosso da un forte tremore.
“Kushina-chan?” Il ragazzo la chiamò preoccupato ma non ottenne risposta.
“Ku…” il suo secondo appello venne interrotto da una vera e propria esplosione di chakra: il corpo della ragazza era avvolto in un rosso scarlatto, i lunghi capelli volteggiavano mossi dallo spostamento del chakra che non arrestava a smettere di fuoriuscire. In tutta la sua vita, Minato non aveva mai percepito una tale potenza.
Cercò di chiamare la ragazza più volte, ma i suoi occhi erano diventati bianchi, infatti anche se si sorreggeva, aveva perso i sensi. Fu allora che due code rosse apparvero all’improvviso dietro di lei e per il biondo fu tutto chiaro: Jiraiya-sensei gli aveva parlato dei cercoteri e delle loro forze portanti, e lo aveva anche messo in guardia su ciò che Kushina portava dentro di sé: il demone più potente, la volpe a nove code.
Non era stata di certo quella consapevolezza a far desistere Minato dalla sua infatuazione per la giovane, anzi per lui fu un incentivo a studiare con impegno le tecniche di sigillo.
Facendo appello a tutta la velocità che possedeva, si avvicinò a lei e posò la mano sul suo ventre, poi per un attimo tutto fu buio.
Quando riaprì gli occhi, il ragazzo si ritrovò in un luogo oscuro. Si guardò intorno esterrefatto senza capire dove fosse.
“Guarda guarda!” Una voce bestiale e terrificante attirò la sua attenzione.
Quello fu il primo incontro fra Minato e la volpe. Era enorme e dall’aspetto minaccioso.
“Cosa ci fa un moccioso come te in un posto come questo?” Domandò il Kyuubi divertito.
“Lascia in pace Kushina-chan!” Ordinò il biondo senza esitazione.
Dopo qualche secondo di silenzio la volpe scoppiò in una fragorosa risata. Minato si guardò alle spalle e finalmente vide la compagna. Era in un angolo, con le ginocchia strette al petto e le lacrime agli occhi, sembrava terrorizzata.
“Kushina-chan!” La chiamò avvicinandosi in tutta fretta.
Lei sembrò destarsi da un incubo e fu più che sorpresa di vederlo.
“M… Minato?” Fece.
Lui le sorrise rassicurante, ma si accorse che l’espressione di lei era cambiata di colpo: alle sue spalle stava succedendo qualcosa. Veloce come il vento la afferrò e si smaterializzò, per poi riapparire in un altro angolo della mente della ragazza: la volpe aveva sferrato una zampata nel punto in cui si trovavano pochi istanti prima.
“Scappa Minato! Vai via da qui!” Pianse Kushina.
Lui la mise a terra e sempre mantenendo il sorriso e i nervi saldi disse: “non devi avere paura, non lascerò che ti faccia del male!”
La rossa sgranò gli occhi di fronte a tanto coraggio: la volpe era il suo incubo peggiore, non era mai riuscita a contrastarla e non aveva potuto che soccombere dinnanzi a lei.
In un attimo il ragazzo si smaterializzò di nuovo e sferrò un calcio all’enorme cercoterio, che colto alla sprovvista, barcollò.
“Ascolta bene bestione: chiunque faccia soffrire Kushina-chan, dovrà inevitabilmente vedersela con me!”
La volpe cercò di colpirlo di nuovo, ma lui era troppo veloce: ogni tentativo di attacco andava a vuoto, ma d’altra parte era anche vero che ogni colpo di Minato non serviva a nulla, era troppo debole per mettere in difficoltà il demone. La rossa continuava a osservare esterrefatta: quel ragazzo stava sfidando il Kyuubi per lei.
Dopo l’ennesimo colpo schivato, la coda della volpe colpì il giovane, che andò a finire contro una parete, ma si rialzò in men che non si dica.
“Ti prego basta! Lascia che se la prenda con me!” Gridò lei esasperata.
“Non lo farò mai! Ti proteggerò per sempre, perché io… TI AMO!” Quelle parole vennero pronunciate con un tale impeto che la ragazza, nonostante la paura e la drammaticità del momento, non poté non arrossire.
Doveva fare qualcosa, non poteva lasciarlo al suo destino, anche se questo significava affrontare la sua più grande paura.
Tremante si alzò in piedi e fra le lacrime lanciò un grido: “Minato… ANCHE IO TI AMO!” improvvisamente centinaia di catene di chakra fuoriuscirono dal corpo della ragazza e andarono a scagliarsi contro la volpe, colpendola e immobilizzandola.
“Ma cosa?” La voce demoniaca era sorpresa, in un attimo il Kyuubi si rese conto di non essere più in grado di muoversi.
Minato compose dei sigilli ad una velocità sorprendente e toccò con il palmo della mano il ventre di Kushina. Tutto il luogo in cui si trovavano stava venendo risucchiato il quel sigillo. I due ragazzi si abbracciarono mentre anche i loro corpi venivano risucchiati.
Quando riaprirono gli occhi scoprirono di essere tornati nel bosco: Minato era a terra e Kushina gli stava sopra. Si guardarono negli occhi e si sorrisero amorevolmente. Colti da chissà quale attrazione, fecero per avvicinarsi l’uno al volto dell’altra.
“È così che fate la guardia?” La sarcastica voce di un ragazzo li fece sobbalzare e scattare in piedi. Entrambi erano diventati del colore dei capelli di Kushina.
“Mi sento davvero sicuro se ci siete voi nei dintorni…”
“Ma cosa vuoi insinuare Hizashi!?!” Sbroccò la ragazza ritrovando tutta la forza del suo carattere.
“Sono Hiashi…” Si limitò a dire lo Hyuga mentre girava i tacchi e tornava indietro. Poi riprese: “tocca a me fare la guardia!”
Minato e Kushina si guardarono e arrossirono entrambi senza nascondere una certa soddisfazione.
 
  
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