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Autore: Bad A p p l e    07/12/2014    3 recensioni
«Kuroko…»
Il più piccolo sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi di Kagami. Non disse nulla, poiché sapeva che quello dell’altro era stato un richiamo a vuoto, più rivolto al distoglierlo dal mare di dolore in cui stava annegando che per iniziare una conversazione.
Strinse la mano dell’altro in un muto ringraziamento per non averlo abbandonato in una situazione del genere. Era sicuro che senza la presenza di Taiga, persino la sua maschera di imperturbabilità si sarebbe scheggiata in mille frammenti, lasciando posto solo ad una fragilità pericolosa.

[KagaKuro; MidoTaka. Accenni a: AkaKuro, Past!AoKise] [Morti a palate]
Genere: Angst, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiseki No Sedai, Taiga Kagami, Takao Kazunari
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Two can keep a Secret if one of them is dead.

 

 

 

 

02: Doubts.

 

 

 [Shinjuku, Tokyo, 9 ottobre 2012]

 

 

«Aka-chin, mi annoio».

Akashi gli scoccò un’occhiata di sufficienza, non riuscendo a capacitarsi di quanto l’altro potesse essere pigro. Gli camminava di fianco strascicando ogni passo come se gli costasse un’immensa fatica e gli occhi erano perennemente socchiusi, sembrava quasi che potesse davvero addormentarsi da un momento all’altro proprio lì in mezzo al grosso centro commerciale in cui l’aveva portato per tenerlo lontano dalla palestra; sembrava riacquistare un minimo di vita solo quando passavano davanti a qualche negozio di alimentari, ma quella non era certo una novità.

Avrei dovuto mandare Shintarou al mio posto” pensò distrattamente, per poi dirsi che, no, non sarebbe stata una buona idea. Sapeva di essere un maniaco del controllo, l’unico modo per essere sicuro che Murasakibara non piombasse in palestra, rovinando la sorpresa, era occuparsene lui stesso.

«Aka-chin, ho fame».

Conta fino a dieci, Seijuro, conta fino a dieci”.

«Aka-chin, perché mi hai trascinato qui?»

Si permise un sospiro; uno solo e quasi inudibile, perché gli Akashi non sospirano. «Satsuki doveva prendere alcune cose per la squadra, ma non si è sentita bene» spiegò con calma, cercando di non pensare che in realtà Momoi in quel momento doveva essere a casa sua, nella propria cucina, a preparare la loro morte.

«Ma perché io?» continuò imperterrito l’altro, con la voce cantilenante di una lagna in piena regola.

Seijuro dovette usare ogni grammo di pazienza in suo possesso per non lasciarsi andare ad un secondo sospiro per poi afferrare un qualsiasi oggetto contundente e mettere a tacere Atsushi una volta per tutte.

“E dire che solitamente non si fa tutte queste domande… proprio oggi doveva decidere di ricordarsi di avere un briciolo di acume?”

«Perché tu porti le borse, ovvio».

«Aka-chin è cattivo…»

Trattenne a stento una risatina nell’udire il tono rassegnato di Murasakibara e continuò a trascinarlo per i negozi di articoli sportivi.

 

 

[…]

 

 

 

 

 

[Scuola media Teiko, 9 ottobre 2012]

 

 

«No! No! Assolutamente no! Ve lo potete scordare!»

Lo sguardo di Aomine vagò da un compagno di squadra all’altro. Gli avevano appena comunicato la brillante idea di Tetsuya. Davvero quei decerebrati vivevano nella convinzione che lui avesse così poco amor proprio da lanciarsi in quella che a tutti gli effetti era una missione suicida? Neanche per sogno.

Non gli importava che per qualche assurdo motivo Tetsuya sembrasse persuaso dall’idea che Satsuki, reputandolo il suo migliore amico, non lo avrebbe brutalmente assassinato; lui sapeva che in realtà la ragazza non si sarebbe fatta il minimo scrupolo.

Fissò Kuroko. Aveva lo sguardo determinato, di una determinazione che era solito vedergli solo durante le partite più impegnative.

Effettivamente qua ci giochiamo le nostre vite” pensò Aomine, che per un solo brevissimo istante prese in considerazione l’ipotesi che il piano dell’amico potesse non essere così malvagio. “No! Non c’è modo che io possa accettare!” si riscosse.

Si disse che non era possibile, lui si era assentato solo un’oretta a sonnecchiare sul tetto della scuola e una volta tornato in palestra scopriva che gli altri lo avevano candidato come volontario per farsi uccidere da Satsuki. Era decisamente troppo, non avrebbe dato loro quella soddisfazione, avrebbero dovuto trovare un altro modo per liberarsi di lui.

Eppure, qualcosa negli sguardi di Kuroko, Midorima e perfino Kise, gli fecero intuire che quella volta, no, non l’avrebbe proprio spuntata.

«Aomine-kun, fallo per il bene della squadra» propose Kuroko, con voce così densa di persuasione che per un istante si credette sul punto di cedere.

No, se proprio devo morire, venderò cara la pelle!”

«Perché non lo fai tu, Tetsu? Satsuki ha una cotta per te, no?»

«Una cotta, appunto. Niente di paragonabile con anni di amicizia».

Sbuffò, scocciato come poche volte in vita sua, non riuscendo a capacitarsi di come un ragazzo tanto silenzioso come Kuroko avesse, in quei momenti, sempre la risposta pronta.

«Ti prego Aominecchi, sei l’unico che può salvarci» piagnucolò Kise, stringendosi al suo braccio sinistro. Lo sguardo di Aomine si posò su di lui e si ammorbidì in modo quasi impercettibile.

Forse, se fosse riuscito a farlo sembrare davvero un incidente inevitabile e se fosse stato in grado di sembrare rammaricato oltre ogni misura, gli si sarebbe prospettata almeno una possibilità di sfuggire al suo triste destino.

«Sei un ruffiano, ecco cosa» borbottò Daiki, guardando truce Kise; dopotutto era colpa sua se, infine, aveva ceduto senza tutta la resistenza che aveva programmato. «Allora, devo farlo sembrare un incidente. Come?»

Le labbra di Tetsuya si piegarono appena verso l’alto, «niente di complicato: uno striscione cadrà a terra e tu potresti inciampare, rovesciando a terra la torta. Sempre che a te vada bene, Aomine-kun».

«Murasakibaracchi potrebbe anche decidere di mangiare noi sei non ci sarà una torta…»

«Midorima-kun, oggi nell’oroscopo in che posizione è il Toro?»

«Terz’ultima, perché?»

«Perché potremmo prendere noi un’altra torta; se sei d’accordo, potresti dire che l’hai presa tu perché oggi è una giornata sfavorevole per il segno del Toro e quindi pensavi che la mala sorte avrebbe potuto far accadere qualcosa a Momoi-san e alla sua torta».

Per qualche istante calò il silenzio.

«Tetsu, tu passi troppo tempo con Akashi…»

 

[…]

 

[Cimitero di Yanaka, 12 Febbraio 2015]

 

 

Il silenzio freddo che circondava ciò che rimaneva della Generazione dei Miracoli si fece tanto denso da far mancare il respiro a tutti loro.

Nessuno parlò, ognuno troppo preso ad elaborare ciò che Akashi aveva appena proferito; la consapevolezza si fece largo nelle loro menti, strisciando subdola e lasciando solo rade esplosioni di bianco e accecante panico.

Avevano mantenuto quel segreto per anni, chiudendolo in profondità nelle loro memorie fino a quasi dimenticarsene, col tempo non era diventato nulla più che uno spillo fastidioso che ogni tanto punzecchiava le loro coscienze, ricordando loro che era ancora lì e che mai se ne sarebbe andato.

Ed ora era tutto finito, qualcuno li aveva scoperti. Ma era davvero così?

E’ impossibile” pensò Midorima, così perso nella sensazione di soffocare che pure le bende diligentemente strette attorno alle dita in quel momento gli parvero troppo strette.

Con gli occhi che baluginavano ancora di quel candido terrore, fissò l’ex capitano, imponendosi di parlare con voce ferma.

«Hai prove?» solo due parole, perché era il massimo che era sicuro di riuscire a proferire senza che le sillabe iniziassero a tremolargli tra e labbra, staccandosi a forza dal palato.

«Queste, sono informazioni che nessuno di noi dovrebbe avere» esordì Akashi con voce fin troppo calibrata che per un solo brevissimo istante fece provare a Shintarou un moto di pietà nei confronti dell’altro, così in obbligo dal dover essere sempre perfetto che pure in una situazione del genere che ogni suo nervo doveva essere teso fino all’inverosimile per fargli ottenere quella parvenza di tranquillità, falsa almeno quanto tutti loro.

«Due colpi di pistola, uno in mezzo agli occhi ed uno – post mortem – dritto al cuore; dopo il decesso gli è stata incisa la parola “Assassino” sotto all’ombelico».

«I tre Hara…» sussurrò Kuroko, alzando lo sguardo verso di lui.

I lineamenti di Midorima si indurirono di colpo, leggendo fin troppa accusa nello sguardo del più piccolo. Lui aveva da sempre praticato il Reiki e in tale pratica i centri dell’energia vitale – Hara  erano proprio quelli nominati poco prima da Akashi. Avvertì la forza del sospetto di Tetsuya ingigantirsi di più ad ogni secondo che passava, ma il ragazzo non proferì altro, forse troppo educato per accusarlo di omicidio davanti a tutti o forse troppo furbo per esporsi così tanto.

Il silenzio si propagò di nuovo tra loro, diventando più sgradevole ad ogni che passava, fino a diventare insostenibile. Quando l’aria ne fu satura, un ringhio basso e roco li strappò ad esso.

«Chi è stato?»

Aomine dovette ripeterlo due volte prima che gli altri potessero comprenderlo, la prima volta dalle sue labbra era uscito solo un verso gutturale, più animale che umano. «Qualcuno di voi o ha parlato o è l’assassino di Kise. Chi è stato?»

«Dai-chan! Non essere ridic–»

«Taci!»

Satsuki si ammutolì di colpo, ferita dalla voce dell’amico più di quanto lo sarebbe stata se lui le avesse tirato uno schiaffo.

«Daiki, calmati. È improbabile che qualcuno tra noi abbia rivelato il nostro segreto a qualcuno ed è ancora più improbabile che qualcuno di noi abbia ucciso Ryouta».

«Ti sbagli».

«Io non sbaglio mai».

Aomine sbuffò, «Sta zitto, Akashi. Ormai non attacca più».

Seijuro fece per ribattere qualcosa, ma Kuroko si intromise prima che l’altro riuscisse a spiccicare parola. «Se qualcuno ha davvero ucciso Kise-kun, non pensate che potrebbe prendere di mira anche noi?»

Quella era la domanda che si era insinuata nella mente di tutti, amara come il fiele e terribile, ma solo Kuroko aveva avuto il coraggio di porla.

Daiki lo fulminò con lo sguardo, «Chiunque abbia fatto questo dovrà preoccuparsi per sé stesso, perché lo ucciderò con le mie mani» ringhiò, per poi guardarli tutti, nessuno escluso.

Era una minaccia ed era una minaccia diretta ad ognuno di loro. Per Daiki non c’era nulla di più semplice, ormai era evidente: ad aver ucciso Kise doveva essere stato qualcuno di loro.

«Aomine-kun, spero che tu non stia insinuando che–»

«Che potrebbe essere stato chiunque tra voi?» lo interruppe, pronunciando il “voi” come se fosse stato il più disgustoso tra gli insulti. «È esattamente quello che penso».

«Non è stato nessuno di noi» ripeté Akashi, sforzandosi di tenere calmo il tono della voce, nonostante la situazione lo stesse innervosendo non poco.

L’altro gli rivolse un sorriso feroce. «Ti farebbe comodo se credessimo una cosa del genere, vero? Se tutta questa storia venisse alla luce, sarebbe un bel guaio per la famiglia Akashi; hai deciso di chiudere la bocca a tutti per pararti il culo?»

Lo sguardo di Akashi dardeggiò d’ira, tuttavia la voce rimase quieta, «Sei sconvolto. Ed è l’unico motivo per cui ti perdonerò questa offesa».

Momoi si guardò attorno, sconvolta da quel darsi addosso proprio durante il funerale di Kise, proprio nel momento in cui avrebbero dovuto essere uniti. Lo sguardo viaggiò su ognuno dei presenti, leggendo nei loro sguardi solo il vicendevole sospetto; ne fu nauseata, quindi fece vagare gli occhi altrove.

Non al cielo ancora troppo luminoso, beffardo, ma poco distante dalla lapide dell’amico, cercando sostegno nel suo ricordo ed incontrando, invece, solo il vero terrore.

Venne folgorata dalla consapevolezza, finendone in modo inevitabile bruciata viva; istintivamente si avvicinò di più a Tetsuya, solo per venir strattonata a sé da Aomine.

«Satsuki, stagli lontana. Anche lui potrebbe essere l’assassino di Kise».

L’indignazione e la rabbia di Kuroko baluginarono sul suo viso per meno di un istante, lasciando solo una lieve increspatura al livello delle sopracciglia come traccia, «Chiedo scusa: temo di non aver capito».

«Dopo la Winter Cup, in terza media, sei sparito ed era evidente quanto fossi infuriato con tutti noi. Magari tutto il teatrino di quest’anno su amicizia, gioco di squadra e cazzate simili erano solo una recita per allontanare da te i sospetti una volta arrivati a questo punto».

«E’ assurdo. Tetsuya non sarebbe fisicamente in grado di uccidere qualcuno».

«Magari si è fatto aiutare da quel gorilla di Kagami».

Midorima si aggiustò gli occhiali sul naso, «Senza contare che per sparare a qualcuno non occorre forza fisica».

Istintivamente, Kuroko fece un piccolo passo indietro, non riuscendo a credere che si stesse sospettando davvero di lui, poi il suo sguardo si incollò a Shintarou «No, non occorre forza fisica. Tuttavia suppongo che per ledere proprio il centro esatto della fronte ci voglia una mira perfetta come quella di Midorima-kun» disse, con voce svuotata da qualsiasi emozione, «Per non parlare del fatto che, tra noi, Midorima-kun è l’unico a praticare il Reiki. In mezzo agli occhi, cuore e ventre sono i tre Hara o sbaglio?»

«E sarei stato così stupido da mettere una firma tanto evidente su un omicidio?» protestò il ragazzo, per poi venir interrotto da Aomine.

«Per quanto mi riguarda, andate tutti a farvi fottere» ringhiò, allontanandosi da lì ad ampie falcate, venendo inseguito da Momoi.

All’improvviso, tutti smisero di sentirsi in dovere di accusare e difendersi, ricordandosi che potevano anche scegliere di andare via come aveva appena fatto Daiki.

Solo Kuroko rimase fermo, come se qualcosa lo bloccasse per le caviglie, impedendogli di andare; forse il senso di colpa per la scenata a cui aveva appena preso parte, un grossissimo torto alla memoria di Ryouta. Dopo secondi interminabili, finalmente vacillò qualche passo, riavvicinandosi alla lapide.

La sfiorò.

«Mi dispiace, Kise-kun».

 

 

Death Note: ed eccoci al secondo capitolo<3 Tutti che si accusano a vicenda e l’Aomine Furioso in piena sindrome premestruale <3

Non mi sembra assurdo che qualcuno come Midorimacchi pratichi il Reiki - http://it.wikipedia.org/wiki/Reiki -, ma questo è un mio personale headcanon, condivisibile o meno ^^

Cos’avrà visto Momoi? ~

Qualcuno vuole provare ad indovinare chi è l’assassino? ~

   
 
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