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Autore: IsaMor    08/12/2014    2 recensioni
...sentì una mano ferma posarsi sulla sua spalla: "Signor Hiddleston, mi perdoni se la importuno. Sono un suo ammiratore.
Thomas l'osservò e vide un uomo alto, della sua stessa età, capelli nero corvino legati in un'elegante coda...Aveva un'aria famigliare, pensò.
"Ci conosciamo?", la domanda gli uscì spontanea.
"Sì, io... Ehm... Come posso dirlo? Io sono lei!", indicando Thomas con un dito delicato e stranamente accusatore...
..."Tom, smettila! Non dire che credi ad una cosa così assurda?"
Thomas alzò lo sguardo in lacrime e tremante verso l'amico in attesa spasmodica di sentirgli dire quella frase: "Tom, tu non hai ucciso nessuno! "
Genere: Generale, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ossessioni inglesi'
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CAPITOLO XII

"Davvero vuoi uccidermi?"
Will sorrise, mentre gli occhi di Thomas saettavano solo odio.
"Will voglio sapere tutto! Sono stanco dei tuoi giochi e delle tue menzogne!", gli sibillo, sbattendolo nuovamente di spalle al muro e provocando un rantolo di dolore.
"Non ti ho mai mentito! Ho sempre detto la verità! E solo, che alcune cose non potevo dirtele, non finchè tu mi guardavi in quel modo... Ti assicuro che non ho mai giocato con te, non so neanche perché tu lo creda!", spiegò.
Thomas era più rosso di prima, sia per la rabbia e sia per la vergogna. Si sentiva preso in giro, ma secondo Will era stato lui a guardarlo in modo particolare, costringendolo a tacere.
"Parla! Cosa sai di quella notte di due anni fa? Tu mi hai visto? Sei stato tu ad uccidere Freeman?", non c'era più pazienza in lui.
Continuava a tenerlo fermo al muro e Will non si ribellava, aveva solo posato le mani sui suoi fianchi all'altezza della vita. Sorrideva, più per non mostrare il dolore che sentiva alla spalla, che no per altro.
"No, non ho ucciso Freeman! E no, non ti ho visto quella sera! Però, ero lì!"
"Perchè eri lì? Come mai non mi hai visto?", lo scosse con forza.
Will lo lasciò fare, poteva scrollarselo di dosso usando un solo braccio, ma in fondo quel contatto gli piaceva.
"Seguivo il GPS del cellulare di Freeman. Sapevo dov'era, ma non sapevo cosa stesse accadendo. Riuscii a rintracciarlo solo quando oramai era a terra, in una pozza di sangue! Se avessi immaginato cosa stesse accadendo in quel vicolo sarei intervenuto! Chiedi a Sif. Lei era con me pochi minuti prima che rintracciassi Freeman e l'ho chiamata non appena ho trovato il corpo. Ti dirà che non ho avuto il tempo per ucciderlo. Lei ha già indagato su di me, anche se quella sera mi mandò via dal luogo del delitto quasi subito, per protergermi. Ero il primo sospettato, ma non l'ho ucciso!", sospirò verso la fine della spiegazione, come se si fosse tolto un peso di dosso.
I suoi occhi supplicavano di crederlo e Thomas sembrò soddisfatto delle risposte di Will, avrebbe chiesto a Sif conferma.
"Devo sapere perché continui a occuparti del caso, se Freeman è morto e tu non puoi più vendicarti?"
Will sorrise, piego la testa per guardare verso il pavimento, poi tornò a puntare i suoi verdi occhi su quelli azzurro chiaro di Thomas.
"Tom, te l'ho già spiegato! Non è per vendetta, semplicemente amo cercare la verità! E poi c'eri tu... Era chiaro che cercassi di ricordare!"
Thomas lo lasciò andare, ma Will non mollo la presa sui suoi fianchi, provocando un brivido lungo la schiena dell'attore.
Strinse di più.
"Mi credi?", voleva sapere se avesse ancora la sua fiducia.
"Questa volta non so se posso fidarmi di te!", rispose imbarazzato per quel tocco.
Will lasciò la presa e Thomas indietreggiò.
Erano entrambi nervosi di stare in quella camera e Will si affrettò a rompere il silenzio: "Se vuoi toglierti quel trucco dalla faccia, il bagno è in fondo al corridoio. Ti cerco dei vestiti più comodi.", suggerì massaggiandosi la spalla.
Thomas indossava ancora il completo con camicia e cravatta di Will. Il cappotto e la sciarpa verde-oro li aveva posati su una sedia della camera. Assecondò il consiglio di Will e si sfilò la giacca e la cavatta. I muscoli sotto la camicia esaltavano ad ogni suo movimento.
Will trattenne il fiato nel vedere quei fianchi tesi dal movimento, sotto la sottile camicia bianca.
Thomas tirò fuori dalla tasca dei pantaloni i documenti dell'agente e glieli passo, le loro dita si sfiorarono.
Will ripetè il gesto per porgere i suoi di documenti e un nuovo sfiorarsi fece rabbrividire Will. Stava perdendo il controllo e restare soli in camera da letto non aiutava.
Thomas lasciò la stanza diretto in bagno.
L'agente cercò di respirare normalmente, però non ci riusciva, un pò per il dolore alla spalla, un pò per altro.
Eve entrò nella stanza: "Hai combinato un bel casino! Tu e il dannato codice d'onore di papà. Quando smetterai di voler essere l'agente perfetto che risolve tutti i casi?", era una delle sue solite ramanzine.
Will la guardò, era l'unica della famiglia a comprenderlo, anche se a volte sapeva essere insopportabile.
"Non l'ho fatto per papà e le sue regole. L'ho fatto per Tom! Merita la verità, come la meritavate tu e Jenny quattro anni fa!", spiegò tranquillamente.
Eve fece un sorriso: "Lui ti piace!", e andò via.
Non lasciò il tempo al fratello di rispondere con un onesto: "Si"



Era passato un bel po da quando Sif aveva lasciato la casa.
Jenny era in camera sua a studiare, dopo che era andata a comprare del colore nero per capelli, all'angolo della strada, da passare sulla testa dello zio.
Eve teneva lo sguardo fuori dalla finestra, mentre preparava uno spuntino.
Thomas era in camera di Will ad asciugarsi i capelli, visto che aveva messo interamente la testa sotto l'acqua, per lavare via il sudore causato dalla parrucca.
Will gli aveva trovato dei jeans e una maglia da indossare, mentre lui cercava di farsi una doccia fredda, per togliersi i residui di trucco, qualche macchia di tinta per capelli e soprattutto rinfrescare la spalla dolorante e il terribile desiderio che provava nei confronti di Thomas.
Si diresse in camera sua mezzo vestito. Aveva poggiato la felpa con cerniera sulla spalla oramai rossa tendente al viola, per non farsi vedere dalla nipote, che si era già preoccupata del continuo contorcersi di dolore dello zio, durante la colorazione dei capelli. Lei gli aveva procurato una pomata per le contusioni che era rimasta sul comodino in camera.
Will sperò, che facesse effetto subito, il dolore era peggiorato dopo l'interrogatorio di Thomas. Però ci sapeva fare il ragazzo, pensò.
Entrando nella sua camera, trovò Thomas occupato a raccogliere i fogli sparsi.
S'irrigidirono entrambi, quei fogli contenevano troppi fatti personali sull'attore.
"L'hai letti?", chiese posando la felpa sul letto.
"Sì", era infastidito, ma nulla che non potesse sopportare.
"Vuoi sapere qualcosa?"
Thomas butto gli occhi sul foglio più imbarazzante. Si limitò ad accennare un no con la testa, in quel momento provava maggiore disagio per il petto nudo dell'altro.
Will chiuse la porta e si sedette sul letto. Prese la pomata sul comodino e cercò di passarla sulla spalla, mentre Thomas finiva di sistemare le carte nella cartella e poi nella borsa.
Notò la fatica di Will nel coprire il retro della spalla con la crema. Per quanto lo detestasse -e lo mettesse a disagio- in quel momento non sopportava di vederlo in quello stato.
"Aspetta. Ti aiuto!"
Il cuore di Will salto un battito a quella proposta inattesa.
S'avvicinò a lui, posando un ginocchio sul letto, di fianco a Will e finì di passare la pomata sulla parte posteriore della spalla.
Will sembrava rabbrividire al suo tocco, anche se era freddo come il ghiaccio per via della doccia.
Thomas s'allungò davanti a lui per prendere altra pomata sul comodino e si sentì afferrare il braccio da Will.
Scattò in piedi seguito da Will che non lasciava la presa, indietreggiando fino ad urtare l'armadio.
Will fece salire la mano verso il viso, mentre il braccio dolorante cingeva la vita che tanto adorava osservare.
"No!", sibilò incerto Thomas.
Si fissarono senza battere neanche una volta le palpebre. Gli occhi dell'attore erano lucidi, come se stesse per piangere di paura. Will gli fece intuire che non c'era nulla di cui aver paura, quando sfiorò le sue labbra con le proprie per un breve istante, per poi allontanarsi dal suo viso.
Non voleva costringerlo a fare qualcosa che non voleva.
Ripetè il gesto, Thomas pronunciò un altro no più deciso.
Will lo lasciò andare, capendo che non era pronto per ricevere un bacio da un uomo. Si voltò e cercò d'infilarsi la felpa, ma il dolore era ancora lancinante.
Thomas si ridestò dal torpore dopo qualche secondo, era completamente di spalle all'armadio. Notò Will fare fatica nell'infilarsi la manica della felpa e per istinto, come se ciò che era appena accaduto non contasse, lo aiuto.
Will rimase sorpreso, si voltò e Thomas gli tirò sù anche la cerniera, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Will lo guardò di nuovo negli occhi, gli accarezzo leggermente il viso e poi andò via.
Thomas rimase stranito, non capiva più nulla di ciò che l'uomo voleva fare e soprattutto non capiva più cosa volesse fare lui. Era tremendamente confuso.
Lo vide avvicinarsi alla porta e invece di aprirla e andare via, la chiuse a chiave.
Tornò da lui, era quasi angosciato, gli stava impedendo ogni via di fuga.
Will si avvicinò, sempre puntando i suoi bei occhi smeraldo in quelli di lui. Lo afferrò con il braccio buono e lo spinse sul letto.
Prima che lui potesse ribellarsi, gli fu sopra. Le ginocchia di Will stringevano i fianchi di Thomas e anche le braccia toccavano le spalle.
Lui dalla posizione inerme, afferrò le spalle sentendolo rabbrividire di dolore. Spostò d'istinto le mani, per non fargli male, e Will ne approfittò per sfiorare di nuovo le sue labbra, come prima.
Quel modo di fare scombussolava completamente Thomas, che si limitava a restare fermo, come una statua.
Will non capiva come mai non si lasciasse andare, continuava a tener ferme le mani contro il suo petto nel tentativo di respingerlo, però c'era poca convinzione in quel gesto.
Lui sfiorò di nuovo le sue labbra e ancora non sentiva quelle dell'uomo schiudersi o solo reagire.
Thomas era sempre più agitato: "Aspetta... Io non sono sicuro... Non mi sembra il momento..."
Non erano delle suppliche, ma solo delle scuse per non ammettere quel desiderio che provava nei confronti dell'agente. Era terrorizzato da tutta la situazione, eppure in lui c'era una punta di eccitazione che veniva stimolata da tutta l'attenzione dell'altro nei suoi confronti.
Will però, si stancò di quel tira e molla, sentiva Thomas tremare di paura o forse per l'eccitazione. Doveva essere lui a prendere l'iniziativa, ma temeva che se ne pentisse subito, se non gli dava l'opportunità di scegliere.
Gli diede un ultimatum: "Ora ti bacio! Deciditi, se non vuoi devi respingermi con decisione!", afferrò la mano destra di Thomas e la posò sulla spalla dolorante.
Lui capì, se avesse fatto pressione su quella spalla, Will si sarebbe fermato dal dolore.
Non voleva fargli male, ma non sapeva cosa provare per lui. Era spaventato o eccitato.
"Will..."
Lui si abbasso di nuovo, il viso sul suo, dandogli un leggero bacio. Mosse lentamente le labbra e dopo un attimo di imbarazzo, Thomas fece lo stesso.
Ci volle un pò, ma entrambi trovarono sintonia nel movimento delle loro bocche.
Will si sollevò e lo fisso divertito: "Non era tanto difficile!"
Thomas era rosso in viso e più tremante di prima. Un nuovo bacio bastò per far scivolare le mani sulla schiena di Will, che tentava di farsi spazio con la lingua tra le sue labbra, ma lui fece ancora resistenza per qualche secondo, per poi accogliere il calore del suo bacio senza alcun timore.
Will era soddisfatto, lentamente gli stava facendo abbandonare ogni tabù e la cosa era estremamente appagante e eccitante.
Fece scivolare una mano sotto la maglia nel tentativo di sfilargliela. La spalla gli fece male, ma Thomas venne in suo soccorso e se la tolse senza provare alcun disagio.
Poi fece lo stesso con la felpa che scivolò via senza dolore.
I loro corpi si strinsero forti l'uno all'altro, potevano sentire i battiti dei loro cuori, senza poterne capire l'appartenenza.
Will fece scivolare la mano sull'addome di Thomas nel tentativo di sbottonare i jeans, ma lui s'irrigidì.
"Non qui! Non ora, ti prego!", aveva gli occhi sbarrati.
"Lascia fare a me! Lo so che è tutto nuovo per te, ma non ti farei mai nulla che ti faccia sentire a disagio!", sussurrò vicino alle sue calde labbra. Thomas insiste: "Non voglio adesso! Questo non è il posto migliore!", spiegò accarezzandogli la schiena.
Will comprese che non era un rifiuto nei suoi confronti e si allontanò, mettendosi a sedere sul letto. Non era il momento migliore per certe cose, gli lanciò uno sguardo comprensivo, mentre l'altro si metteva a sedere ancora un pò agitato.
Un sorriso complice e malizioso apparve sui volti di entrambi, mentre si rivestivano, molto lentamente, visto che ogni attimo era buono per rubarsi un nuovo bacio.
   
 
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