- Killian
- Killian, amore
Sento qualcuno che mi chiama, ma ho davvero troppo sonno, credo di essermi addormentato pochi minuti fa, ma la voce continua a chiamare
- KILLIAN
Ok, quella che mi chiamava era la voce della mia adorabile moglie che quando si impegna fa concorrenza ad uno scaricatore di porto
- Emma, amore che c’è ? È tardi, ti senti male ?
Mi giro di scatto preoccupato, ma dalla tua faccia credo di sapere cosa stai per chiedermi
- No no sto benissimo, solo, mi è venuta una strana voglia di lamponi, sì proprio di lamponi
La guardo come se fosse un alieno, lei odia i lamponi
- Lamponi ? Davvero ? Tu odi i lamponi Emma
- Evidentemente io li odio, ma tuo figlio li adora
Dice questo e sorride sorniona marcando il “tuo figlio”, sa benissimo che mi sciolgo diventando creta nelle sue mani ogni volta che lo pronuncia, sono fregato.
- Va bene, d’accordo, vado a cercare i lamponi. Ti va bene anche se trovo la marmellata ? Ti prego dimmi di sì o dovrò andare a risvegliare Regina per farmeli apparire e ti assicuro che, per quanto Robin la renda felice, se la svegli alle 4 del mattino mostra tutto il suo animo da cattiva.
Ti vedo ridere come una bambina mentre annuisci prendendomi in giro
Succede ogni volta, ogni maledetta volta che torno a storybrooke non posso fare a meno di entrare dentro questa stanza, una volta nostra, e rievocare il ricordo dell’ultima notte in cui ho potuto dire di essere completamente felice o meglio di essere completo. Come hai potuto Swan, come hai potuto lasciarmi, lasciarci così ? Come ? Sono passati quattro anni, quattro dannati anni e io ancora soffro come se ti avessi persa ieri. Non dormo più, chiudo semplicemente gli occhi aspettando che l’agonia della notte finisca, sperando che col sole la rabbia, il dolore, l’angoscia spariscano. Ma come può ancora il sole permettersi di sorgere senza di te su questa terra ? Il mio sole eri tu Emma, eri tu tutta la mia vita. Mi hai fatto promettere che non lasciarti, di non morire, ma io sono morto nell’istante in cui ho visto spegnersi i tuoi occhi. L’ennesima battaglia, l’ennesimo cattivo, sta volta troppo forte persino per te, che hai salvato tutti sempre, ma mai te stessa. Quattro anni senza di te, un ‘intera vita senza di te. Ti ho cercata per secoli, ti ho trovata, ho combattuto per te e ti ho persa nel modo più atroce in cui potevo perderti. Mi hai salvato un’ennesima volta, l’ultima, ti sei frapposta tra me e la maledizione, mi ha salvato ma a quale prezzo ? Cosa sono io senza di te ? Sono solo un meccanismo vecchio, inceppato, rotto, inutile. Mi affaccio dal nostro balcone, sì Swan, perché anche se ormai Storybrooke non è più casa mia, questa casa è impregnata di te, di noi, di felicità, non posso viverci ma devo tornarci ogni anno. Guardo il paesaggio, si vede il mare, l’hai voluta proprio per questo, dicevi che se non vedevo il mare per più di un giorno diventavo scontroso. Non è vero amore mio, a me sarebbe bastato vedere te ogni giorno al mio fianco e sarei stato felice per sempre. Sento le lacrime premere per uscire copiose e per una volta non le freno, le sento bruciarmi la pelle dal dolore di cui sono intrise, non riesco a respirare, mi poggio alla balaustra boccheggiante e vedo l’ultima cosa che avrei dovuto vedere in questo momento, la fede che beffarda brilla sul mio anulare, a quella vista non riesco più a reggermi in piedi, la voce mi muore in gola, il respiro mi si spezza, il cuore mi batte nel petto come una belva in gabbia, la vista mi si appanna e tutto ciò che posso fare e lasciarmi andare ad un dolore che mi infilza l’anima come se fossi avvolto in una cortina di spine.
- Papà ? Papà dove sei ?
In lontananza sento una vocina che mi chiama, credo che sia frutto della mia immaginazione ma ad un tratto vedo apparire dei boccoli biondi e due limpidi occhi azzurri che mi cercano. Sono in uno stato terribile, cerco di ricompormi il più in fretta possibile ma in realtà peggioro solo la situazione. Mi sento così stupido, sto piangendo come un bambino davanti a mia figlia, all’unica ragione per cui non sono impazzito o non mi sono tolto la vita.
- Papà eccoti, non ti trovavo più, perché piangi ? Eri triste perché non mi trovavi neanche tu ?
Al suono della voce di quel piccolo angelo biondo, mi ridesto e quasi mi scappa un sorriso per la semplicità con cui lei aveva già dato una spiegazione a tutto, ma forse è il momento della mia spiegazione
- Mia piccola Christine, vieni qui.
Lei non se lo fa ripetere due volte e si accoccola tra le mie braccia
- Sto piangendo perché mi manca la tua mamma, questa era la nostra casa sai ? Tu sei nata qui, durante i tuoi primi mesi la tua culla era accanto al nostro lettone, così se di notte piangevi potevamo prenderti e cullarti subito. Sai la mamma ti cantava sempre tantissime ninne nanne, io sono stonato non posso ripetertele ma ti assicuro che erano bellissime. A volte speravo ti svegliassi solo per sentire la dolce voce della tua mamma cantare. Ti amava tanto, più di tutto, eri la luce dei suoi occhi.
- Era bella la mamma ?
- Era bellissima, tu le somigli davvero tanto, ma la mamma non era bella solo fuori ma lo era dentro, aveva una luce che irradiava e illuminava tutto. Mi ha rischiarato la vita. La mamma era il mio sole.
- Papà, non piangere più, la mamma ora è qui
Con la manina mi indica il petto
- Al sole non piace quando piove, se piangi la rendi triste.
Come un pizzicotto che ti desta da un sogno, quelle parole mi svegliano, nel profondo. Devo andare avanti, devo vivere per lei non piangere per lei. Devo vivere per questo scricciolo biondo che a soli quattro anni mi ha dato già una lezione di vita. Tale madre tale figlia.
- Andiamo su o nonna Snow ci rimprovera. Sai mi ha promesso la cioccolata con la cannella per merenda. È la mia bevanda preferita lo sai ?
La guardo e le sorrido teneramente accarezzandole una guancia
- Non avevo dubbi amore mio
La prendo in braccio e mi dirigo fuori, consapevole che il mio sole non mi abbandonerà mai.
Ciao, manca pochissimo alla diretta e ascoltando canzoni depresse xD mi è venuta in mente questa shot. Spero vi piaccia e non vi faccia deprimere troppo. In tal caso chiedo venia. Un bacione e fatemi sapere.
Alexandra