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Autore: leli sister    08/12/2014    1 recensioni
CIAO A TUTTI! QUESTA STORIA PARTE DALLA FINE DELLA 5X22 E SEGUE UNA TRAMA COMPLETAMENTE DIVERSA RISPETTO L'INIZIO DELLA 6° STAGIONE.
BUONA LETTURA!
DAL PRIMO CAPITOLO...
Rick: Troveremo una soluzione, farò di tutto per farlo tornare. Mi hai capito Damon? So che sei qui, come lo ero io. Giuro che troverò un modo per riaverti qui.
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Caroline/Stefan, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stefan: Damon... Damon... Finalmente!
Damon: Ho... Ho fame.
Stefan: Vado a prenderti del sangue. – scese. Tornò e lo trovò con gli occhi chiusi. – Ehi? – li aprì. – Tieni, bevi con calma. – bevve e iniziò a tossire così lo sollevò. – Respira. – lo sdraiò. – Come ti senti?
Damon: Stanco.
Stefan: Riposati.
Damon: Il bambino...
Stefan: Wade sta benissimo, ha tre settimane è una lunga storia, non è il momento. Chiamo Elena e la faccio tornare, hai ancora fame. – notò le vene. – Tieni. – lo sollevò. – Mordi.
Damon: Stefan...
Stefan: Mordi. – bevve dal fratello.
Damon: Grazie.
Stefan: Prego, riposati.
Damon: Ti voglio bene. – lo abbracciò.
Stefan: Anche io. – si addormentò e chiamò Elena. – Si è svegliato!
Elena: Cosa? Torniamo subito! Come sta?
Stefan: E’ stanco, ora dorme. Venite a casa.
Elena: Si. – chiamò anche gli altri che si misero in viaggio. Arrivarono a casa e salì. – Ciao!
Stefan: Ciao. Wade?
Elena: Lo portano su, non resistevo ad aspettare neanche per toglierlo dal seggiolino. Ha bevuto?
Stefan: Si e gli ho anche dato il mio. Spero che abbia funzionato. – salirono.
Bonnie: Eccolo.
Caroline: Stai bene? – annuì. – Vi lasciamo soli. – lo baciò e scesero.
Stefan: Chiamalo, io vado a cambiarlo.
Elena: Si... Damon, Damon... Ciao amore mio. – lo baciò.
Damon: Ciao bellezza.
Elena: Damon. – lo abbracciò in lacrime. – Ciao. – si appoggiò al suo petto.
Damon: Mi dispiace. – disse con la voce rotta dall’emozione.
Elena: E’ tutta colpa mia, mi avevi detto di scendere dalla macchina. Se fossi scesa tu saresti passato...
Damon: Bonnie?
Elena: Sta bene, non preoccuparti. – lo baciò. – Come stai?
Damon: Stanco, tanto stanco. – si sollevò. – Resta.
Elena: Ti peso...
Damon: No. – la strinse e gli accarezzò il capo. – Il bambino?
Elena: Wade sta benissimo.
Damon: Wade. – sorrise. – Non ti piaceva perché era un nome fuori dal comune.
Elena: Subito non mi piaceva, poi me ne sono innamorata e poi anche il tuo non è comune. Vuoi vederlo?
Damon: Certo. – si alzò e lui si toccò il torace.
Elena: Ti hanno operato.
Damon: Operato?
Elena: Stefan non ti ha detto niente. – fece un sospiro e gli prese la mano. – Appena sei tornato... Ci hanno detto che sei comparso fuori dal Grill ed eri ferito gravemente, noi l’abbiamo scoperto la settimana dopo. – si asciugò gli occhi. – L’ospedale è circondato dall’antimagia, abbiamo potuto portarti a casa solo l’altra settimana perché finalmente eri fuori pericolo.
Damon: Non sai quanto mi dispiace. – l’attirò a se.
Elena: Non sforzarti. – la tirò.
Damon: Ti amo. – gli accarezzò i capelli. Dopo un po’.
Elena: Chiamo Stefan. – lo baciò.
Damon: Ho fame.
Elena: Ok. – lo chiamò al cellulare. – Puoi portare del sangue e Wade. – salì. – Wade?
Stefan: Lascialo mangiare.
Elena: Hai ragione. – bevve mezza sacca. – Vado.
Stefan: Vuoi alzarti un po’?
Damon: Proviamo. – lo aiutò. – Grazie. – si toccò la ferita.
Stefan: Male?
Damon: Tira.
Stefan: Fammi guardare. – gli tolse i punti e gli diede altro sangue.
Damon: Grazie...
Elena: Andiamo da papà. – entrarono e si avvicinò al letto. – Ciao papà.
Damon: E’ piccolissimo.
Stefan: Era più piccolo. Vi lascio...
Damon: Resta, ti prego. – annuì e si sedette. Lei tentò di darglielo. – Non ancora.
Elena: Ok. – si sedette al suo fianco.
Stefan: Ti assomiglia da matti.
Damon: E’ bellissimo. Ciao Wade. – dopo un po’.
Stefan: Sonno profondo.
Elena: Sta notte non ha dormito.
Damon: Perché?
Elena: E’ piccolo, i primi giorni non chiudeva gli occhi se era con me, con lui era un amore. Te la senti?
Damon: Ci provo.
Elena: Buongiorno papà. – glielo mise in braccio. – Ok.
Damon: E’ pesantissimo. – Stefan mise un cuscino sotto il bambino in modo da facilitarlo. – Grazie. Ciao piccolo... Oh! – aprì gli occhietti.
Elena: Si. – si appoggiò a lui. – Perché Wade?
Damon: Lunga storia. – gli prese un dito tra le manine.
Elena: Perché? – non rispose perché era incantato dal figlio.
Stefan: Wade era il nome del figlio della dama di compagnia di nostra madre, avevano la stessa età e si promisero che al primo figlio maschio che avrebbero avuto li avrebbero chiamati con i loro nomi.
Elena: Che tenero. Ha avuto il suo Damon?
Stefan: Non so.
Damon: Si, l’ha avuto. È fortissimo.
Elena: Si, come il padre. – lo baciò. Dopo un po’.
Stefan: Sei stanco?
Damon: Si e ho anche fame.
Elena: Finisci questa che Rick ed Enzo sono andati a prenderne.
Stefan: Vuoi sdraiarti?
Damon: Vorrei, ma vorrei tenerlo.
Elena: Riposati un po’, lui non scappa.
Damon: Hai ragione. – lo prese e Stefan lo aiutò a sdraiarsi. – Grazie. – si addormentò. Si svegliò alla sera mentre mangiava e si girò sul fianco.
Elena: Ciao. – gli sorrise.
Damon: Siete la cosa più bella che ho visto.
Elena: E siamo tuoi.
Damon: E siete miei. Sono l’uomo più felice del mondo, vi amo.
Elena: Anche noi. – gli prese la mano. – Come ti senti?
Damon: Forse meglio. Avrei voluto vederlo nascere...
Elena: Ti avrei voluto al mio fianco più di ogni altra cosa, avrei voluto imparare a gestirlo con te, ma non è stato possibile. Ora sei qui con noi amore mio, è la cosa più importante. – annuì. – Hai fame?
Damon: No. – bussarono ed entrò Bonnie. – Ehi!
Bonnie: Sei sveglio! – si avvicinò e l’abbracciò. – Come stai?
Damon: Più o meno, tu?
Bonnie: Bene, sto molto bene.
Jeremy: Benissimo! Ciao Damon!
Damon: Gilbert. – provò a sollevarsi.
Jeremy: Sta fermo. – lo abbracciò. – Mi sei mancato.
Damon: Anche tu. – si staccò.
Jeremy: Vuoi una mano o possiamo uscire?
Elena: Uscite e non preoccuparti.
Jeremy: Ok, dallo a me. – lo prese e gli fece fare il ruttino.
Elena: Resta qualcuno?
Bonnie: Rick e Enzo stanno tornando.
Stefan: Ha già mangiato?
Jeremy: Si e a te tocca il pannolino. Tieni.
Stefan: Buona sera ragazzo. – andò a cambiarlo.
Jeremy: Noi allora andiamo.
Elena: Si ciao. – uscirono.
Stefan: Va meglio?
Damon: Si. – iniziò a guardarlo.
Elena: Ehi... Damon? – gli accarezzò il capo. – Che c’è?
Damon: Lo guardavo.
Stefan: Tienilo. – Elena lo aiutò a sistemarsi. – Ecco papà.
Damon: Grazie.
Caroline: Non ti trovavo... Ciao!
Damon: Barbie!
Caroline: O Damon! – lo abbracciò come poté. – Stai bene?
Damon: Ora si.
Caroline: Ciao Wade. – gli accarezzò il capo. – Lo teniamo noi?
Damon: Noi? – guardò il fratello. – Noi?
Elena: Andiamo. – la portò fuori, ma restarono vicino alla porta.
Stefan: Se non ci fosse stata lei sarei tornato lo squartatore, mi ha salvato la vita e poi ci siamo messi insieme.
Damon: Ne sono felice.
Caroline: Grazie cognato!
Enzo: E urla, sempre che urla.
Caroline: Questo è peggio di te. Idiota!
Enzo: Biondina!
Rick: Finitela!
Enzo: Ciao. – si avvicinò e lo abbracciò. – Come sei?
Damon: Sono qui.
Enzo: Ne siamo tutti felici. Perché quella faccina? – gli accarezzò la schiena. – E’ da cambiare?
Elena: Credo di si.
Enzo: Ci penso io. – lo prese e uscirono. Rick si avvicinò.
Rick: Amico. – lo strinse.
Damon: Non sai quanto mi sei mancato. – ricambiò la stretta.
Rick: Tanto quanto mi sei mancato tu. – gli altri uscirono. – Come stai? – si sedette al suo fianco.
Damon: Sono stanco, ho fame e poi... – sospirò.
Rick: Wade.
Damon: Si. Capisco tutto ma è mio, cioè vorrei tenerlo.
Rick: Lo so e hai ragione, vado a prendertelo. – uscì e tornò. – Bravo bimbo bello. – gli grattò il pancino. – Ecco il tuo papà! – glielo mise sul petto. – Questo bambino a volte è peggio del sangue e del bourbon, è una droga. Caroline e Bonnie puoi immaginare come sono, sono donne. Stefan e Jeremy sono gli zii, puoi immaginare anche quello. All’inizio si calmava sono con Stefan. Enzo con lui sembra un bambino. Matt e Tyler l’hanno visto via webcam perchè viaggiano da dopo che Caroline l’ha mollato definitivamente.
Damon: Tu?
Rick: E’ tuo figlio, lo adoro. L’unica cosa è che non posso bere con lui. Domani se ti va ci facciamo un bicchiere.
Damon: Con piacere. Ehi! – iniziò a muoversi.
Rick: Massaggiagli la schiena, avrà sonno.
Damon: Così?
Rick: Perfetto. – si addormentò.
Elena: Posso?
Rick: Vieni, vi lascio soli. Riposati. – lo abbracciò. – Ciao.
Damon: Ciao. – uscì. – Ciao amore mio.
Elena: Ciao amore. – lo baciò. – Vuoi qualcosa?
Damon: Un bacio. – sorrise. – Un po’ di sangue.
Elena: Ecco qui.
Damon: Grazie. Stano tutti qui?
Elena: Tranne Enzo che va e viene. Non chiedermi i dettagli perché non ce li ha detti. Cosa ne pensi di lui?
Damon: Lo amo, lo amo tantissimo. – chiacchierarono un po’. – Inizio ad essere stanco.
Elena: Lo metto a letto e arrivo. – si sdraiò.
Damon: Che fatica.
Elena: Vieni. – lo aiutò a girarsi e lo fece appoggiare a lei.
Damon: Mi sei manca così tanto. – la strinse.
Elena: Non dirlo a me amore mio. – lo baciò sul capo. – Ora rilassati.
Damon: Ti amo.
Elena: Ti amo. – si addormentò. Dopo un  po’.
Stefan: Tutto bene?
Elena: Sembra di si. – lui lo coprì.
Stefan: Se serve qualcosa chiamami, ogni tanto vengo a vedere.
Elena: Grazie. – uscì. Dopo un paio d’ore il figlio si svegliò, lo spostò e lo prese. – Non svegliamo papà. – lo cambiò e lo allattò, si sdraiò e ammirò il compagno. Al mattino.
Damon: Elena... Elena!
Elena: Ehi! Damon svegliati! – aprì gli occhi. – Amore.
Damon: Sei qui! – l’attirò a se.
Elena: Ehi! – lo baciò. – Che c’è?
Damon: Ho avuto paura di perderti.
Elena: Non succederà più. Calmati, vieni. – si appoggiò a lei e si rilassò. Dopo un po’.
Damon: Wade?
Elena: Sta dormendo, starà buono ancora un’oretta.
Damon: E’ bravissimo.
Elena: Non sempre, è molto nervoso a volte.
Damon: Sembra un angioletto.
Elena: Lo è quasi sempre. Odia il bagnetto, odia essere cambiato quando dorme e poi se io gli do il biberon, come se capisse...
Damon: Capirà di sicuro! E’ mio figlio, mica è scemo!
Elena: Dai! – lo baciò.
Damon: E’ vero! Invece cosa gli piace?
Elena: Stare in braccio. Ama stare in braccio anche perché i primi giorni, a parte che lo tenevo molto in braccio, ma quando lo posavo Stefan o Rick lo prendevano.
Damon: E’ stato difficile?
Elena: Cosa?
Damon: Farlo nascere... I primi giorni...
Elena: Si. Era davvero grosso, non vedevo l’ora che nascesse per vederti, invece... – lo strinse. – Non sapevo cosa fare e come fare. Nessuno sapeva come gestire un bambino tranne Enzo. Con il passare dei giorni ho capito come gestirlo e poi finalmente Bonnie ha chiamato e ho potuto abbracciarti di nuovo. Volevo portarlo, ma non  me lo hanno permesso.
Damon: Sono qui ora.
Elena: Si. Appena ti sarai ripreso che ne dici di andarcene per un po’?
Damon: Con voi due andrei ovunque. – la baciò. – Che ora è?
Elena: Le 8. Hai fame?
Damon: Si, ma non voglio lasciarti alzare.
Elena: Tieni. – gli avvicinò il polso.
Damon: No.
Elena: Si coraggio. – ne bevve un po’.
Damon: Grazie.
Elena: Non dirlo neanche. – più tardi si alzò e lui si sistemò.
Stefan: Posso?
Damon: Ciao. – si sedette.
Stefan: Come stai?
Damon: Benino. Avete fatto baldoria?
Stefan: Caroline non c’è.
Damon: Fratellino, fratellino.
Elena: E’ vero, è andata a casa. Tieni. – gli diede il figlio.
Damon: Ma ciao bellezza.
Elena: Devo andare a comprare i pannolini se non hai da fare.
Stefan: Vai tranquilla.
Elena: Grazie. Ci vediamo dopo. – lo baciò.
Damon: Non andare in città. – la bloccò.
Elena: Non vado in città. – lo baciò. – Tranquillo.
Damon: Ok. Fai attenzione.
Elena: Si. A dopo. – uscì. Poi il piccolo iniziò a piangere mentre Stefan era di sotto a preparare il biberon.
Damon: Ehi... Stefan vieni! – salì. – Fa qualcosa, non gli ho fatto niente, ma si è messo a piangere.
Stefan: Ha fame. Vuoi dargli il latte?
Damon: Non sono capace.
Stefan: Neanche io lo ero.
Damon: Fai tu. – lo prese, diede il sangue al fratello e il latte al nipote.
Stefan: Finisci tu.
Damon: Non sono capace.
Stefan: Impari. – gli diede il figlio. – Alzagli un po’ la testa.
Damon: Così?
Stefan: Perfetto. – si sedette. – Non è difficile.
Damon: Hai ragione. – finì. – Ora?
Stefan: Faccio io. – lo prese, iniziò a passeggiare e gli fece fare il ruttino. – Bravo, tieni. – glielo diede e iniziò a massaggiargli la schiena per farlo addormentare.
Damon: Grazie fratellino.
Stefan: Ti voglio bene.
Damon: Anche io.
 
  
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