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Autore: berryboo    08/12/2014    5 recensioni
« Quello chi è? » chiese, indicando il ragazzo dagli occhi azzurri.
Vide tutti e cinque i componenti del gruppo irrigidirsi lentamente, guardando torvo in quella direzione.
« Quello è Luke Hemmings » rispose Jared, quasi ringhiando il nome del ragazzo.
Charlie si chiese come potesse essere tanto odiato quel ragazzo, considerando il modo in cui tutti lo guardavano.
Abigail sembrò leggerle nella mente, perchè « È uno stronzo di prima categoria », la informò.
« Quanto stronzo? » insistette la ragazza, sempre più interessata all'argomento.
« Quel che basta per dovergli stare lontana » concluse Mary, sorseggiando l'acqua dal suo bicchiere.
Charlie concesse un'ultima occhiata verso Luke, sorprendendolo a pomiciare allegramente con la rossa seduta sulle sue braccia.
Sospirò affranta, maledicendosi per la gelosia provata nei confronti di un ragazzo conosciuto solo da qualche ora.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Adesso ci spieghi perchè cazzo Luke Hemmings ti ha accompagnata fin qui! » sbraitò Ashton, accompagnato dal consenso di tutto il tavolo.
Charlie abbassò lo sguardo, non avendo idea di cosa dire.
Non sapeva nemmeno lei come tutto fosse successo. Non riusciva ancora a crederci che quel ragazzo l'avesse notato in mezzo a tutte le studentesse della Beecher, tutte più slanciate e belle.
« Charlie » la richiamò Johanna, incrociando le braccia al petto.
« Non lo so, va bene?! » sbottò la mora, sentendosi a disagio.
Per una volta che si era sentita bene vicino ad un ragazzo dovevano per forza rovinare tutto?
Il suo sguardo cristallino era costantemente fisso sul vassoio blu posato di fronte a lei, incapace di guardare negli occhi uno dei suoi amici.
« Io dico che dovete lasciarla in pace » intervenne Mary, seccata da quella situazione.
Charlie la guardò per una frazione di secondo, riconoscente.
Gli altri quattro la guardarono sconvolti.
« Non so se hai capito » ripetè Abigail, alla bionda, « ma Charlie è appena entrata in mensa con il braccio di Hemmings sulle sue spalle. »
« Non oso immaginare cos'abbia in mente » aggiunse Jared, bevendo un sorso d'acqua dalla sua bottiglietta.
Il resto del tavolo lo guardò confuso, non capendo a cosa volesse alludere.
« Oh, andiamo, è così ovvio! » insistette, alzando gli occhi al cielo.
« Potresti spiegarci? » chiese Ashton, diretto.
« È ovvio che ha qualche piano per portarsi Charlie a letto o qualcosa di simile, in modo da poter dire di essersi finalmente fatto tutto le ragazze più carine della Beecher  »spiegò Jared, ovvio.
Charlie non seppe se arrossire per essere stata definita "carina" o sentirsi presa in giro.
Quindi era solo per quello che si era mostrato interessato a lei? Per completare una sorta di lista o qualcosa di simile?
Sentì un groppo alla gola e una fitta dentro di se, come se qualcosa si fosse infranto.
Gli occhi azzurri erano lucidi, l'espressione passata da felice a triste in meno di due minuti.
« Mi dispiace, Charlie » la consolò Abbie, poggiandole una mano sulla schiena.
« Fa niente. »
Tornò a concentrarsi sul suo pranzo, trovando quel cibo ancora più immangiabile di quanto già non fosse prima.
Le era già capitato di essere il centro di una scommessa, e non era stato affatto bello. E adesso, sapere che il ragazzo da cui era attratta voleva solo portarsela a letto le ricordava un po' quel periodo di seconda superiore in cui scoprì che Derek aveva scommesso con il suo migliore amico cinquanta dollari per "scoparsela".
Naturalmente non appena Charlie l'aveva scoperto gli aveva tirato un ceffone nel mezzo del corridoio, facendogli perdere cinquanta bigliettoni.
Era stata la prima e l'ultima volta che so era fidata di un ragazzo, era ancora più ingenua in quel periodo.
Ma da qualche tempo, ormai, i ragazzi non erano più stati i suoi problemi principali.
La sua situazione famigliare peggiorava di mese in mese, le condizioni economiche erano a dir poco pessime.
C'era voluto poco affinchè sua madre raccattasse tutte le loro cose e si trasferisse a Sidney con lei e con i gemelli Matt ed Emily, lontano da Boston, dal padre, da una vita che ormai era da dimenticare.
Charlie sentì il bisogno di scrivere più di ogni altra cosa in quel momento, perciò si congedò con una scusa banale e si diresse verso l'uscita della mensa, sotto quello sguardo attento.
Prese il suo piccolo taccuino nero e una penna dall'armadietto, e si diresse in quel piccolo posto che le avevano fatto scoprire Ashton e Mary qualche giorno prima.
Era una vecchia aula abbandonata, con le finestre che davano sul cortile della Beecher, illuminata e spaziosa. Ma soprattutto, inutilizzata.
Si chiuse dentro, sedendosi su uno dei banchi vicino la finestra e cominciò a scrivere, a sfogarsi.



Caro Diario,
Le cose stanno migliorando, se devo essere sincera.
Mamma ha trovato un ottimo lavoro come segretaria, e il suo compagno Mark è davvero un uomo dolce e disponibile, la figura paterna di cui io, Matt e Emily avevamo bisogno.
Ho degli amici, qui alla Beecher. Abigail, Ashton, Mary, Johanna e Jared.
Sono tutti e cinque fantastici a modo loro, sai?
Mi hanno accolta nel loro gruppo senza problemi, facendomi sentire subito una di loro.
Mi trovo quasi bene qui a Sidney, lontana da quella vita che ho sempre temuto e odiato allo stesso tempo.
L'insegnante di letteratura è davvero bravo, si vede che è davvero appassionato alla materia.
E a me sembra così stupido parlare dei miei insegnanti quando ciò di cui vorrei parlare mi sta attagliando lo stomaco. Mi viene quasi da vomitare da quanto vorrei sfogarmi.
C'entra un ragazzo, ovviamente. È proprio bello, sai? Una di quelle bellezze che resteresti a guardare per giorni e giorni.
È biondo e ha due pozze cristalline al posto degli occhi.
Fino a pochi minuti fa ho davvero pensato che fosse un po' interessato a me; avevamo avuto un "particolare" incontro in corridoio, prima di pranzo.
Mi ha pure accompagnata in mensa, pensa un po'.
Sembrava quasi dolce, stavo seriamente per chiedermi come mai tutti sostenevano che fosse uno stronzo patentato.
La risposta l'ho trovata, eccome se l'ho trovata.
La storia si ripete, caro diario, sono ancora la verginella da portare a letto. Miranda Bennet aveva ragione: le sfigate come me rimarranno tali. 
Riuscirò mai a piacere veramente a qualcuno? Ci sarà un ragazzo che terrà seriamente a me, come ragazza e non come una da portare a letto?
Mi sento così stupida ad essermi fidata di un ragazzo che conosco a malapena da due settimane, e con cui ho scambiato la prima parola solo oggi.
Abbiamo pure le prossime due lezioni insieme, e so già che non potrò resistere al suo sguardo di ghiaccio.
Sono un'idiota, lo so.
Ma ad essere sincera, le persone normali mi spaventato più di quelle stupide come me.
Tua,
Charlie

****

Finalmente quella sensazione di controllo lo aveva invaso nuovamente, non appena aveva toccato Charlotte.
Gli era piaciuto tornare nuovamente ad avere tutto sotto controllo dopo tanto tempo.
Quella ragazza era così ingenua, così adorabile.
Luke si era chiesto cosa avesse spinto una sedicenne così carina a chiudersi in se stessa, ad essere così timorosa degli altri. Perchè lui se n'era accorto dello sguardo sconcertato e imbarazzato che aveva assunto quando aveva poggiato la sua mano su quella piccola e delicata di lei, stabilendo il loro primo contatto fisico.
Charlotte aveva perfino paura di mostrare agli altri le sue emozioni, come con McCarter, un'ora prima in cortile: sembrava essere timorosa di fargli capire che la stava infastidendo, come se nel momento in cui Jake se ne fosse accorto sarebbe scoppiato il putiferio.
Così piccola, in confronto alle bestie selvagge che giravano per la Beecher.
Così indifesa in mezzo a tutta quella gente.
Così pura, pura come nessuno lo era in quella scuola.
E Luke l'aveva capito che con lei si sarebbe dovuto comportare in modo diverso, trattarla come meritava.
Niente di troppo impulsivo, niente battutine sconce ( più o meno ), niente di tutto questo.
Doveva prima conoscerla veramente, conquistare la sua fiducia.
Non sapeva nemmeno perchè dava tanta importanza ad una ragazzina conosciuta quello stesso giorno. Charlie era diversa, certo, ma quella diversità stava completamente condizionando Luke. E a lui questa cosa cominciava a spaventare.
L'aveva sentito il tremolio che la percosse non appena il suo braccio si era poggiato sulle spalle esili di lei, così fragili.
Si era sentito potente a stringere quella figura minuta a se, come se fosse lui a dominare tutto.
Sorrise tra se ripensando alle gote tinte di rosso della ragazza quando si trovava in imbarazzo o a disagio, quando la guardava o la toccava solamente.
« A che pensi? »
Fu Calum a distoglierlo dai suoi pensieri su Charlotte, guardandolo con i suoi occhi color nocciola.
Dirglielo o no? In fondo era Calum, l'avrebbe capito da solo in un secondo lo stesso.
« Alla Raynold » rispose quindi Luke, tranquillamente.
Un sorrisetto beffardo comparve sul volto ambrato del moro, mettendo in risalto due piccole fossette.
« Ti lascio ai tuoi pensieri piacevoli, se la metti così. »
Il biondo ridacchiò, tirando un pugno scherzoso sulla spalla di Calum, il quale sorrise vittorioso.
« Ti piace? » chiese poi, addentando la sua mela.
Gli piaceva Charlotte? Piuttosto era una curiosità, una voglia insensata di conoscerla.
« Diciamo che mi attrae » rispose perciò il biondo, torturandosi il labbro.
Il moro sbuffò per nulla convinto, ma lasciò perdere il discorso, conoscendo Luke fin troppo bene per sapere che non avrebbe ceduto facilmente.



« Fermi, fermi! » sbottò Calum, stufo di quel pomeriggio di prove rivelatosi ormai inutile.
« Così non va » disse Michael, posando la chitarra sul divano, seguito poi da Luke, il quale annuì d'accordo.
«  Facciamo proprio schifo » commentò quest'ultimo, a malincuore.
Era dalle due che provavano ininterrottamente le stesse canzoni, ottenendo risultati pessimi alla fine.
Mancava qualcosa in quella band, qualcosa che tutti e tre conoscevano alla perfezione.
E infatti, fu Michael a dare voce a ciò che tutti stavano pensando: « Abbiamo bisogno di Ashton. »
Luke e Calum volevano protestare, ma sapevano benissimo entrambi che il loro amico aveva ragione.
« Sai che ci odia, ormai » disse il moro, sedendosi sul divano di pelle nero.
« Odiare è dire poco » aggiunse Luke, accomodandosi accanto all'amico.
Non si parlavano da quasi un anno ormai, e tutto per colpa di Luke.
Il biondo non voleva nemmeno provare a ricordare ciò che aveva fatto, si vergognava troppo.
Ashton aveva fatto bene a prenderlo a botte quel giorno, e Luke si era a malapena ribellato, sapendo che era dalla parte del torto.
Si era comportato da vero e proprio stronzo, rovinando un'amicizia fantastica per i suoi stupidi ormoni maschili.
Al riccio piaceva da impazzire Cloe, e Luke quella sera se l'era portata a letto senza nessun senso di colpa, senza pudore.
E solo dopo che il danno era compiuto si era pentito delle sue azioni, ma ormai era troppo tardi: tutta la scuola sapeva già del "tradimento" nei confronti dell'amico.
"Mi dispiace" aveva detto, e a quel punto Ashton lo aveva riempito di pugni.
Calum e Michael avevano provato a fermarlo, a farlo ragionare, ma per Ashton quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
« Devi smetterla di essere così stronzo! - gli aveva urlato, alludendo a tutti i cuori che il biondo aveva infranto, a tutte le cazzate che aveva fatto.
Forse per paura, forse per non avere problemi, ma Luke non l'aveva ascoltato.
Rimaneva lo stesso ragazzo di sempre: menefreghista e sicuro di se.
A quel punto Ashton se n'era andato definitivamente, allontanandosi pure da Calum e da Michael.
Aveva lasciato addirittura la band, il motivo che li aveva uniti, il punto di riferimento della loro amicizia.
Ma adesso avevano bisogno davvero di lui, il batterista migliore che avessero mai conosciuto. E inoltre, gli mancava davvero tanto.
« Ci dobbiamo parlare » constatò il ragazzo dai capelli rosso fuoco, appoggiandosi alla finestra.
« Ci deve parlare » precisò Calum, alludendo a Luke.
Il biondo lo guardò sconvolto: « Te lo scordi, Cal. »
Michael sembrò pensarci su, perchè « Calum ha ragione, Hemmo. »
Luke sbuffò sonoramente, incrociando le braccia al petto e poggiandosi allo schienale del divano.
« Non so se vi ricordate, ma l'ultima volta che gli ho parlato mi ha spaccato il setto nasale »  rammentò, guardando i suoi amici con aria ovvia.
« Devi farlo, Luke » gli disse Calum, e il biondo sapeva che il suo amico aveva ragione.


****
« Tesoro, posso entrare? »
Charlie distolse lo sguardo dal suo libro di algebra, posandolo sulla donna appoggiata al muro della sua camera.
« Certo »
Mallory Raynold sorrise alla figlia, entrando nella cameretta dalle pareti bianche piene di foto e fogli e sedendosi sul letto ad una piazza e mezza situato al centro della camera.
« Come stai, Charlie? » le chiese, e la ragazza sapeva che "bene, grazie" non poteva essere una risposta sufficiente. Perciò:« Sto», rispose semplicemente sorridendo stanca.
Sua madre si alzò, raggiungendo con pochi passi la figlia seduta sulla sedia della scrivania in legno.
L'abbracciò forte, stringendola tra le sue braccia e inebriandola del profumo di rose che era solita mettere.
« Sei forte Charlie, ricordatelo » le sussurrò dolcemente, baciandole il capo.
La giovane sorrise, gustandosi quell'affetto materno di cui non poteva fare a meno « Mai quanto te. »
Stettero in silenzio per mezzo minuto, abbracciate l'una all'altra, bisognose di quell'amore che solo una madre può dare alla figlia e viceversa.
« Ti lascio studiare » disse dopo un po' la donna, allontanandosi.
Charlie sorrise nuovamente, osservando la madre uscire dalla stanza e tornando subito dopo ai compiti di matematica.
Sbuffò esasperata, davanti all'ennesima espressione non riuscita, arrendendosi.
D'un tratto il suo telefono prese a vibrare rumorosamente, facendola sobbalzare.
Sbloccò lo schermo, andando a controllare la casella dei messaggi.

Da: Abbie
Domani ti portiamo ad una festa, niente scuse.

Charlie rilesse il messaggio sorpresa e per niente desiderosa di partecipare a eventi di quel tipo. Le conosceva le feste del liceo, e non erano esattamente il suo tipo ideale di sabato sera.

A: Abbie
No, grazie.

Da: Abbie
Io e Ashton passiamo a prenderti alle 21.00 e mettiti qualcosa di un po' più "sexy". 

A: Abbie
Non ho altra scelta, vero?

Da: Abbie
Esatto, babe Xx



***
Io boh, non so come ringraziarvi..
Lo scorso capitolo è arrivato a SEI recensioni, vi rendete conto?
forse per moltre autrici sei recensioni non saranno niente, ma per me significano davvero tanto!
Spero vivamente che il capitolo vi piaccia, io scappo perchè ho un pranzo in famiglia e sono già altamente in ritardo!
Aggiorno a 2/3 recensioni!
baci baci :3 <3

Charlie:
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