Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: Despicable Meggs    08/12/2014    2 recensioni
Erano tutti al lavoro, felici di aver quasi finito la giornata e la settimana. Potevano rilassarsi, divertirsi e non pensare al lavoro. Finché qualcosa non sconvolgerà i loro piani. Qualcuno entrerà in ufficio in cerca di Ziva. Cosa vorrà da lei? Sarà venuto per portare buone o cattive notizie? Come reagirà lei a tutto questo? Una cosa è certa, tutti i suoi colleghi saranno lì per lei. Specialmente Tony, che l'aiuterà ogni giorno ad affrontare tutti i cambiamenti della sua vita. E chissà magari anche lui sarà uno dei cambiamenti. FF TIVA, perché per me sono come una droga, meno angst di quella del mercoledì ma non leggera come quella del venerdì! XD Spero vi piaccia! Buona lettura :3
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 22

Il giorno dopo aver preso Silas portarono Anja all'asilo e andarono al lavoro felici.
Era il giorno dell'interrogatorio, quello in cui Ziva avrebbe dato il meglio di sé.

"Ninja, lo so che lo vuoi massacrare ma ricordati che non siamo nel Mossad. Le torture non sono concesse qui" le disse lui mentre guidavano verso il lavoro.
"Lo voglio solo interrogare" rispose.
"Io lo conosco il tuo modo di interrogare, David" commentò Tony.
"Voglio che dica tutto quanto e voglio farlo soffrire" disse lei.

Tony sospirò, sconsolato.

"Era questo che dicevo. Non puoi infliggergli sofferenze fisiche, non é legale" rispose.
"Chi ha detto che saranno fisiche le sofferenze, Tony?" disse con un sorriso sicuro.

Abbandonò la conversazione, sapeva che Ziva non si sarebbe fatta convincere a non fare una cosa che voleva.

Quando arrivarono in ufficio Gibbs non era presente, c'era solo McGee intento a buttare sulla sua tastiere.

"McGee, mattiniero eh?" disse Tony.
"Sono stato qui tutta la notte a sistemare le carte e scrivere il rapporto dell'arresto. Ziva anche tu dovrai scrivere un rapporto su quello che è successo" rispose lui.
"Certo, dopo averlo interrogato" disse.
"In realtà non lo si può interrogare finché Vance non da il consenso, sta contattando le autorità russe per avere il via libera. Vuole evitare un incidente internazionale" spiegò McGee.

Ziva lanciò a terra lo zaino arrabbiata.

"Andiamo! I russi saranno grati che lo abbiamo arrestato, non ci sarà nessun incidente internazionale" disse.
"E io voglio spremerlo per bene" aggiunse.
"Lo farai David. Ma a suo tempo, ora seduta e scrivi il rapporto" comandò Gibbs entrando.

Stava per ribattere ma Tony le fece cenno di tacere, Gibbs sembrava troppo serio rischiavano di farlo alterare più del necessario.
Ziva si mise seduta e in silenzio a scrivere il suo rapporto. Almeno con quello si sarebbe tenuta impegnata nell'attesa di interrogare Silas.

Passarono tutta la mattina così e Ziva iniziò ad innervosirsi. Tony notò la cosa e decise di intervenire.

"Andiamo a prendere un caffè, Zee?" le chiese.
"Sai bene che non bevo caffè" rispose.
"Ti offro un tè" disse.

Lei lo guardò storto.

"Una cioccolata? Acqua? Un mojito" propose ancora.

E Ziva capì che lo stava facendo per distrarla un po' e tenerla impegnata.
Una volta arrivati ai distributori automatici Ziva si sedette mentre Tony prendeva un caffè per lui e un tè per lei.

"Signorina David, vuole anche qualche biscotto per accompagnare il tè?" chiese.
"No grazie, sono a posto così" rispose.

"Cosa pensi di fare quando lo interrogherai?" le domandò serio.
"Non ho pensato a nulla. Non mi preparò mai gli interrogatori, vado e tutto viene da sé. Ma voglio chiedergli il perché. Perché ha ucciso la mia amica, perché ha tolto la madre ad una bambina di quattro anni..." rispose.
"Io sarò dietro il vetro, se avrai bisogno mi basta un cenno ed arriverò" disse Tony.

Ziva annuì, sapendo che Tony le sarebbe sempre stato accanto. Sapeva bene che avrebbe avuto bisogno di lui, quella storia l'aveva toccata molto da vicino ed ora che erano alla fine tutto lo stress stava uscendo fuori.

All'incirca due ore dopo Vance raggiunse gli agenti in ufficio e comunicò a Gibbs che le autorità russe avevano dato il via libera a procedere, si affidavano all'NCIS per tutto purché Silas fosse rispedito in patria e condannato lì.

"Lasciami interrogarlo" disse subito Ziva preoccupato che la tagliasse fuori.
"Seguimi, Ziver" le rispose mentre si avviavano alla sala interrogatori.

Tony aspettò un attimo e poi prese anche lui quella strada insieme a McGee, ma loro andarono a posizionarsi nell'osservatorio.

"Ti lascerò interrogarlo, ma ad una condizione. Non lo dovrai toccare, se vedo che anche solo lo sfiori con un dito ti faccio uscire" disse serio Gibbs.
"Capo..." iniziò lei.
"Niente compromessi. Sai bene che non è accettabile la tortura fisica qui, per quanto io l'approverei. Limitati ad intimidirlo" concluse lui.

Ziva annuì cercando di controllarsi fin da quel momento, non voleva causare problemi a nessuno. Voleva solo chiudere quella storia per sempre e dedicarsi ad Anja e alla sua storia con Tony. Le cose belle della sua vita.
Entrò e si sedette di fronte a lui, mantenendo una certa distanza.

"Non mentire, lo capirei. Non inventarti storie o cercare di convincermi delle tue assurde regioni, mi faresti arrabbiare. Dimmi solo la verità, poi potrai andare a marcire in galera" iniziò Ziva.
"E tu saresti? Qualcuno di cui mi importa o un'altra alle prime armi che prova a fare la dura?" la sfidò Silas.
"Qualcuna che se continui così ti massacra" rispose.

Poteva sentire gli occhi di tutti su di lei, dopo quell'affermazione. Immaginava che Gibbs fosse già pronto ad interrompere tutto e portarla fuori da li, così ritrovò la calma e continuò.

"Perché hai ucciso Monique?" domandò.
"Io non ho ucciso nessuno" rispose.
"Abbiamo le prove che sei stato tu. E hai provato anche ad uccidere me. Te lo richiedo, perché hai ucciso Monique" disse Ziva.
"Continuo a dire che non sono stato io, non so nemmeno chi sia Monique" ribatté.

"Ok, vediamo se riesco a rinfrescarti la memoria... Monique, la madre di quella bella bambina che stavi cercando di prendere. Viveva in Colombia e non ti aveva fatto niente, se non avere una figlia che tu vuoi" disse Ziva.
"Ancora nulla? Le hai sparato in casa sua e hai lasciato orfana la figlia di tuo fratello. Ma quando l'hai uccisa non ti eri reso conto che Anja era in casa vero? Perché tu hai fatto tutto per avere lei" aggiunse.

Silas continuava a tacere, non voleva cadere nel tranello di Ziva.

"Hai ucciso Monique ma ancora non eri riuscito a prendere la bambina, poi sono intervenuti i servizi sociali e l'hanno portata da me e tu sei ripartito alla carica. Volevo uccidere me, ma ti è andata male. E ora non hai ciò che vuoi. Questo non ti fa alterare?" lo provocò.

Silas iniziava ad alterarsi, avrebbe voluto alzarsi e picchiarla.
Voleva Anja e stava pensando ad un modo per prenderla nonostante non fosse in una bella situazione.

"Hai fallito, vero? Ma non è fallimento solo per te, c'è qualcun altro che soffrirà per questo" gli disse Ziva.

Lo stava facendo apposta, anche se sfruttare il figlio malato come modo per farlo crollare non le piaceva per nulla.

"Volevo la bambina, mi serve per mio figlio!" esclamò.

Era crollato come Ziva voleva e ora avrebbe detto tutto senza nemmeno bisogno di chiedere.

"Mio fratello non mi ha nemmeno permesso di avvicinarmi così mi sono arrangiato. Non mi interessa chi deve soffrire, mi interessa solo di mio figlio" aggiunse.
"Hai ucciso la mamma di una bambina piccola! Come starebbe tuo figlio se uccidessero te?" gridò Ziva.
"Non è affar mio se la bambina non ha la madre. Lo uccisa e non me ne pento era un modo per arrivare a lei" disse noncurante.

A quelle parole Ziva non ci vide più dalla rabbia, mantenne solo quel minimo di autocontrollo per non farla cacciare dalla sala interrogatori.

"Non è affar tuo? Hai pensato a quello che causavi uccidendo Monique? Perché oltre il tuo interesse succedeva altro. Anja ha perso la madre, io ho perso la mia amica. Ma tuo foglio ha perso il padre, hai pensato a questo?" gridò.
"E ora che cosa è cambiato? Tuo figlio sta sempre male ma in cambio hai tolto la madre ad una bambina e un'amica ad altre persone. Dov'è il guadagno?" aggiunse.
"Nel fatto che io uscirò da qui, prenderò Anja e la userò per salvare mio figlio e quello che ho fatto non sarà stato inutile" la sfidò.

"No. Non uscirai mai più dalla galera e tuo figlio sarà senza un padre nel momento peggiore della sua vita" commentò lei.
"E tutti stanno soffrendo per nulla" aggiunse riprendendo le sue cose ed uscendo.

Tony la stava aspettando già nel corridoio, era lì per lei e dopo quello scambio di parole con Silas sapeva che un po' di compagnia le avrebbe fatto bene.

La prese per mano senza dire nulla e la portò nel bagno, il loro luogo preferito per queste occasioni.

"Stai soffrendo anche tu, Zee?" le chiese conoscendo già la risposta.
"Un po'..." disse.
"Tanto" si corresse immediatamente.

L'abbraccio dolcemente stringendola e accarezzandole la schiena.

"Se l'avesse presa l'avrebbe uccisa a lavoro finito. La mia bambina, le avrebbe fatto male" disse Ziva.
"Ma ora non lo farà perché tu lo hai fermato" la rassicurò Tony.
"Perché voler così male ad una bambina? Non gli bastava averle tolto la mamma?" chiese.

In realtà non voleva risposte, voleva solo essere rassicurata.

"È uno squilibrato, Ziva. E noi lo abbiamo fermato. Ora puoi rilassarti e pensare solo a come far crescere Anja in maniera serena" le disse.
"Però mi dispiace sai, per il figlio di Silas. Lui sta male" rispose.
"È terribile, ma non pensare anche a questo. Non puoi farti carico di tutti i mali del mondo, amore" disse dandole un bacio.

Quando uscirono dal bagno Gibbs e Vance stavano facendo uscire Silas dalla sala interrogatori in manette.
Lanciò uno sguardo di sfida a Ziva la quale continuò a fissarlo con disprezzo. Tony le mise una mano sulla schiena e la guidò di nuovo alla zona scrivanie.

"Tony, McGee, Ziva. Abbiamo chiuso il caso, per oggi potete andare a casa" gli disse Gibbs.
"Sicuro capo?" chiese Tony.
"Si" rispose.
"Tieni d'occhio Ziva, non sta proprio bene" aggiunse avvicinandosi a lui.
"Certo capo, sempre" rispose.

Siccome Gibbs gli aveva dato del tempo libero decisero di andare a prendere Anja da scuola un po' prima e di passare del tempo assieme. Di sicuro avrebbe aiutato Ziva a rilassarsi un po'.
Anja fu felicissima di vederli arrivare entrambi in anticipo, anche se questo aveva tolto un po' di tempo al riposino pomeridiano.

La portarono al parco per un'ora, ad Anja piaceva e quel giorno avevano tempo.
Stavo correndo felice da un gioco all'altro quando si accorse che aveva una scarpa slacciata.
Andò verso Ziva e le si fermò davanti.

"Scarpina slacciata" disse indicandosi il piede.

Ziva si stava per chinare e allacciargliela, ma Anja la fermò.

"No! Provo io?" aggiunse insicura.
"Ma certo, amore. Ricorda: gira, rigira e tira" rispose Ziva.

Si sedette per terra e prese i lacci tra le mani e provò una prima volta.

"Ho sbagliato" disse quando non saltò fuori nulla.
"Prova di nuovo" la incoraggiò Ziva.

Ma anche il secondo tentavo fallì.

"Ancora una volta pancake, la terza è la volta buona" le disse Tony.
"Ok" rispose riprovando.

Si concentrò molto e seguì quello che Ziva le aveva detto.
Un enorme sorriso le si aprì sulla faccia quando, dopo aver fatto il fiocco, tirò i lacci e notò che ci era riuscita.
Scattò in piedi.

"Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!" esclamò felice saltellando.
"Ci sei riuscita, amore" disse Ziva.
"La scarpina è allacciata e ho fatto tutto da sola" commentò sorridendo.
"Il mio pancake. Sei stata bravissima" disse Tony prendendola in braccio all'improvviso e mettendosela sulle spalle.

Anja scoppiò a ridere felice mentre Tony la portava di corsa all'altalena.
Ziva li guardava divertirsi e non poteva fare a meno di pensare che Maxim non avrebbe più provato quella sensazione.

La sera, dopo cena, misero a letto Anja e si sedettero sul divano a guardare qualcosa in televisione.
Tony avrebbe cercato di far parlare Ziva, la vedeva sull'orlo della crisi e con prima si sfogava con meglio sarebbe stata.

"Occhioni belli, cosa c'è che non va?" le chiese.
"La cattiveria del genere umano?" commentò lei sarcastica.
"Questo era appurato da un pezzo. Ma io voglio sapere cosa ti turba. Lo abbiamo preso, non farà più male ad Anja" rispose Tony.

"È per il figlio di Silas, vero? Ci stai ancora pensando" aggiunse.
"Maxim è malato e io mi sento come se lo stessi condannando a morte" rispose.
"Con il dettaglio che non è colpa tua se è malato e tu non puoi fare nulla" la corresse.
"Non lo so Tony, se Anja fosse malata anche io farei di tutto per salvarla" disse Ziva.

Era molto combattuta.
Sapeva cosa avesse Maxim e sapeva di cosa aveva bisogno per guarire. Sapeva anche che non avrebbe lasciato che usassero Anja per salvarlo.

"Ma tu non uccideresti delle persone, Zee. Un conto è aiutare un conto è diventare assassini" le rispose cercando di farla ragionare.
"Anja lo può salvare, ma non lascerò che la tocchino. Non possono sfruttarla così, prenderle un rene magari" rispose.
"È per questo che abbiamo fermato Silas, per evitare che a morire fosse anche Anja" disse lui.

Entrambi sapevano che forse Maxim non avrebbe avuto bisogno del rene, ma del sangue o del midollo di Anja. Ma questo avrebbe comportato altro stress e dolore per la bambina cosa che volevano evitare.
Stavano proprio parlando della malattia di Maxim quando Anja sbucò fuori all'improvviso.

"Mamma, papà. Chi è malato?" chiese mezza assonnata.
"Pancake perché sei sveglia?" domandò Tony andando a prenderla in braccio.
"Ho tanta sete" rispose.

Ziva si alzò e le prese dell'acqua mentre Tony la coccolava un po'. Non appena bevuto ritornò a chiedere di Maxim.

"Vi ho sentito che avete parlato di un bambino malato. Chi è?" chiese ancora.
"Anja da quanto eri sveglia?" rispose Ziva.
"Un po'..." disse Anja.
"Cosa hai sentito?" domandò ancora Ziva.
"Un bambino sta tanto male e io forse lo posso far stare bene" rispose.

Aveva sentito più di quello che doveva e ora non potevano ignorare la cosa.

"È vero, patatina. Un bambino sta molto male e tu potresti farlo guarire, ma non è sicuro" disse Tony.
"E perché non provate?" chiese innocentemente.
"Perché per aiutare lui tu potresti sentire male e dover andare all'ospedale. E noi non vogliamo questo per te" le spiegò Ziva facendole una carezza.
"Oh. A me gli ospedali non piacciono per nulla" rispose Anja.
"Hai ragione, non sono bei posti" confermò Tony.

Anja si accoccolò su di lui, con il suo ciuccio in bocca e con Ziva che le accarezzava i capelli.

"Però la mamma mi ha detto che bisogno aiutare le altre persone. Soprattutto quando stanno male" disse la bambina.

Tony e Ziva rimasero in silenzio, volevano capire cosa volesse dire Anja.

"Se io aiuto questo bambino, mi farà molto male?" chiese.
"Non sappiamo cosa dovrai fare, Anja. Dovremmo chiederlo al dottore" spiegò Ziva.
"Mamma io lo voglio aiutare, ma non voglio sentire male" disse Anja.

Ziva guardò Tony, molto poco convinta.
Non voleva che dovesse andare in ospedale e che dovesse sentire male.

"Cosa ne dici se ne parliamo domani mattina? Adesso è l'ora della nanna" disse Tony alzandosi per riportare a letto Anja.

Ci mise pochissimo a farla riaddormentare e quando tornò in salotto trovo Ziva sul divano, che piangeva.

"Amore mio, che hai?" le chiese mettendosi di fronte a lei.
"Questo è troppo. Troppo stress per Anja, per me" rispose.
"Per te in modo particolare" commentò sedendole a fianco e abbracciandola.
"Io voglio che Anja aiuti Maxim, ma allo stesso tempo non voglio che stia male lei. Capisci il dilemma?" disse Ziva piangendo.
"Certo che lo capisco, lo sto provando anche io" la rassicurò.
"Come facciamo? Mi sento che sbaglierò in ogni caso" commentò.

"Faremo scegliere a lei" disse Tony.
"Ha quattro anni, non può prendere queste decisioni da sola" rispose Ziva.
"Andremo dal medico, le spiegheremo cosa succederà e sarà solo lei a dire si o no. E qualsiasi sia la sua risposta noi l'accetteremo" spiegò Tony.

E così fecero, il mattino seguente invece che andare a scuola la portarono da Ducky, che dopo aver contattato il medico di Maxim provvide a spiegargli cosa sarebbe successo.
Disse che Maxim aveva bisogno di midollo osseo e anche di un rene.

Ziva mise subito un freno alla cosa.
Non avrebbe permesso a nessuno di togliere un rene ad Anja. Alla bambina questo non sarebbe nemmeno stato detto, era escluso.
Tuttavia per il resto, come detto con Tony, avrebbero fatto scegliere ad Anja.

Ducky si prese l'impegno di spiegare alla bambina cosa sarebbe successo.

"E farà tanto male?" chiese spaventata.
"Quando prenderanno il tuo midollo tu farai la nanna e non sentirai nulla. Però quando ti svegliarsi potresti sentire un po' male" disse sinceramente.
"Però il dottore ti darà delle medicine per farti sentire meno male" aggiunse.

Anja ascoltò con attenzione le parole del medico.

"E devo andare all'ospedale vero?" chiese.
"Dovrai starci qualche giorno. Ma Tony e Ziva potranno stare con te" rispose.

Si mise in silenzio a riflettere.
Tony e Ziva la guardavano e cercavano di capire cosa fare.

"Se non te la senti non è un problema, pancake" le disse Tony.
"Non sei obbligata" aggiunse Ziva.

"Voi state sempre con me, giusto?" chiese Anja.
"Certamente" le disse Tony.
"E il dottore mi fa sentire male solo un pochino" aggiunse Anja.
"Si, ti fanno sentire meno male possibile" rispose Ducky.
"Pensi che il dottore mi può mettere un cerottino rosa?" domandò lei.

Ziva sorrise e le sistemò i capelli.

"Se il dottore non può te li compro io i cerotti rosa, amore" le disse.
"Allora va bene, lo faccio" rispose.
"Sei convinta Anja? Lo sai che puoi sempre cambiare idea" la rassicurò Ziva.
"Sono sicura mamma, basta che stai con me" disse Anja.
"Sempre" rispose Ziva.

Ammirò davvero il coraggio di Anja, non era da tutti prendere una decisione del genere.
Probabilmente era anche molto per la sua ingenuità e il fatto che non aveva esattamente capito cosa stava per fare.
Ma glielo avevano spiegato e lei voleva farlo. Tony e Ziva sarebbero sempre stati con lei e nel caso avesse cambiato idea l'avrebbero assecondata.

Uscirono dall'obitorio di Ducky e ritornarono in ufficio. Comunicarono a Gibbs che per un paio di giorni non sarebbero stati presenti al lavoro.
Ducky avrebbe organizzato tutto con l'ospedale in giornata e già il mattino seguente avrebbero portato Anja dal medico.

"Lo sai che stai facendo una cosa molto bella?" disse Gibbs ad Anja.
"La mamma diceva di aiutare le persone che hanno bisogno" rispose.
"Sei tanto coraggiosa. Sono sicuro che Tony e Ziva sono tanto orgogliosi per quello che stai facendo" commentò lui.

Poi guardò Ziva e poté vedere quanto fosse preoccupata e poco convinta per quello che stava per succedere.
Stringeva la mano di Anja e cercava di apparire tranquilla, ma nel profondo non lo era per nulla.





Note dell'autrice:

Awww Anja vuole aiutare Maxim, non è dolce? <3

Ecco che Ziva interroga Silas, avrebbe voluto essere più incisiva ma Gibbs è stato chiaro niente torture ahahahah XD
Ora vedremo cosa succederà ad Anja, se cambierà idea o se andrà decisa per la sua strada.

Spero vi sia piaciuto, ora scappo a fare l'albero di Natale :)

Baci, Meggie.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Despicable Meggs