Weapon.
Pubblico questo capitolo per le stesse ragioni che ho elencato nel capitolo di "Harry e il Natale col felino".
p.o.v. Draco
Ero convinto che tornare al lavoro mi avrebbe
aiutato a non pensare, a scacciare fastidiosi e taglienti ricordi che,
imperterriti, mi squarciano il petto. E invece, eccomi qui, seduto dietro questa
enorme scrivania con la testa racchiusa sconsolatamente fra le mani e lo sguardo
fisso sulla lucida superficie nera come l’ardesia. Ecco com’è la mia vita in
questo preciso istante, una vuota distesa nera priva dell’anche più piccolo
spiraglio di luce. Le tende che scendono dritte davanti alle finestre sono
completamente chiuse, ostili al timido sole che avanza faticosamente nel cielo
ancora punteggiato di nuvole. Non c’è sole nella mia vita e nemmeno voglio che
mi sfiori se quel sole non puoi essere tu. I miei occhi bramano e al contempo
odiano l’oscurità poiché il tuo volto mi appare vivido davanti, perfino nelle
ombre più profonde nelle quali cerco invano rifugio. Ma neppure la tiepida luce
solare mi è di conforto perché non riesce a scaldare le mie membra indurite e il
mio cuore ghiacciato come solamente tu potresti fare.
Nella mia testa si
rincorrono imperterrite e spietate due voci, l’una opposta all’altra.
- Che
ti frega di Potter, tu puoi avere chiunque, ogni sera, ogni notte. Niente
impegni, promesse da mantenere, niente domande. Sei libero come l’aria, non devi
dare conto a nessuno di quel che fai e del perché lo fai, che altro puoi
desiderare? Sei libero! -
Questa malevola litania si ripete ostinata e mi
spinge a reprimere quel che ormai mi è esploso inesorabilmente nel cuore. Un
piccolo e crudele demone sembra incarnare il suo tono pungente e
persuasivo.
* Harry non è paragonabile agli sconosciuti che abitano le tue
lenzuola per qualche ora quasi senza scaldarle una volta che hai annegato nella
lussuria la tua foga esaurita, lo sai bene. E’ lui che vuoi, è di lui che hai
disperatamente bisogno per dare un senso alla tua vita evitando di sciuparla. E’
il suo volto che vuoi vedere appena sveglio accanto al tuo, è con lui che vuoi
parlare anche quando chiuderesti volentieri tutti fuori dal tuo mondo e dalla
tua testa, è lui che ti fa sentire amato e desiderato anche solo con un sorriso.
E’ lui che ami! *
Questa voce si contrappone nettamente all’altra spronandomi
a lottare per te e per il tuo amore. Ha un suono dolce e sussurrato che culla il
cuore, ma ha altrettanta forza nel suo continuo ripetersi.
Sbatto
ritmicamente la fronte sul legno duro e lucido cercando di azzerare ogni voce
che seguita implacabile a bisbigliarmi nella testa.
- Vai da lui – questa
volta è la mia coscienza che parla scivolando direttamente dal mio cuore ferito.
Di sicuro è ancora dai Weasley, quella strampalata accozzaglia di teste
rosse è la sua famiglia, il suo rifugio, dove altro potrebbe essere?
Devo
andare da lui, devo vederlo, parlargli, supplicarlo se necessario.
Mi concedo
un bel respiro profondo sollevando il capo e raddrizzando le
spalle.
“Coraggio Draco, non hai motivo di aver paura, ormai hai perso tutto,
non può andare peggio di così” mi dico alzandomi e guadagnando la porta.
p.o.v. Harry.
“Here by my side, an angel
Here by
my side, the devil
Never turn your back on me
Never turn your back on me,
again
Here by my side, it's Heaven”*
Sono dentro di me, riesco a sentirli urlare l’uno
contro l’altro.
Un angelo mi bisbiglia gentile nell’orecchio supplicandomi di
perdonarti, di riaccoglierti fra le mie braccia, di cercarti perché è solo te
che vorrei e voglio avere accanto.
Un diavolo gli risponde cattivo, voglioso
di strappargli le ali bianche e la sua inutile aureola, mi ordina di
dimenticarti o perfino di renderti la stessa pena, atroce e impietosa. Mi
ricorda un ad uno tutti i dolori che mi hai inflitto, mi ripete che non
cambierai mai, che nemmeno il mio amore può farlo.
Sento il cuore diviso a
metà, spaccato inesorabilmente.
Se mai tornassi da te, o se mai tornassi da
me pretenderei che mai più oseresti voltare le spalle al mio amore, mai più
avresti l’ardire di ferirmi così tanto.
In paradiso, ecco dove sarei adesso
se tu fossi qui accanto a me. Solo pensare il tuo nome risveglia quel piacevole
sfarfallio nello stomaco che mi fa sentire leggero come una piuma. In questi
giorni non ho sentito altro che un costante logorio doloroso che affonda i
suoi denti affilati in profondità facendomi sussultare. Sospiro e alzo gli occhi
incontrando quell’inquietante sagoma scura che è rimasta lì dove l’ho lasciata
qualche ora prima. Ricordo a mala pena quel che ci ho buttato dentro mentre
frugavo alla cieca nel tuo armadio ansioso solamente di andarmene per non
piangere lì davanti a te e al tuo bel gruppetto di intrattenitori – da -
letto.
Giace ancora aperto, addossato alla sponda del letto, in attesa di
ingoiare gli ultimi abiti, libri e qualche altro inutile oggetto che mi
trascinerò dietro. In quel baule devo farci entrare tutto quel che rimane della
mia vita.
Un anno lontano da qui, sarà un’eternità per me. Nessuno ha
cercato di persuadermi a restare tranne la signora Weasley che vorrebbe ancora
tenermi sotto la sua ala materna anche se ormai non sono più quel ragazzino
spaurito di undici anni che accolse nella sua vita come un altro dei suoi
figli.
Ginny mi ha detto che un cambiamento non può che farmi bene, mi
aiuterà molto più di quanto possa pensare, Hermione mi ha già procurato ogni
tipo di informazione che può essermi utile per districarmi fra le sconosciute
vie di quella splendida e sconosciuta città, anche se mi ha rivolto un sorriso
malinconico, e Ron si è limitato a darmi una affettuosa pacca sulle spalle e a
lanciarmi uno sguardo di intesa fraterna che mi ha trasmesso tutto il suo
silenzioso appoggio.
Quel “sì” mi è uscito dalle labbra senza che neanche me
ne accorgessi, non mi sono preso il tempo di pensarci perché sapevo benissimo
che avrei rifiutato se ci avessi rimuginato sopra.
La speranza di poterti
vedere anche solo per caso mi tratterrebbe qui contro ogni buon senso.
Devo
andarmene perché il saperti da qualche parte, fuori da queste mura, non mi
darebbe pace.
Ormai ho preso la mia decisione, partirò, il lavoro mi terrà
abbastanza occupato impedendomi di volgere anche solo il più piccolo pensiero a
te, sarò così esausto dopo ogni missione che non avrò nemmeno la forza di
restare sveglio. La tua immagine si spegnerà dietro le palpebre prima ancora che
possa distinguerla.
E’ meglio così per tutti e due. Il tempo guarirà ogni
ferita, ammansirà ogni rancore.
Il silenzio che incombe nella mia camera, che
avvolge la mia solitudine viene d’un tratto lacerato da un tonfo seguito da
alcune grida sorprese che si fanno sempre più concitate e accese per poi
spegnersi nuovamente al piano di sotto.
Non faccio neanche in tempo a toccare
la maniglia che la porta si apre violentemente sfiorandomi il braccio allungato
in avanti.
Dalla gola non mi esce nemmeno un suono per troppi, interminabili
secondi, sufficienti affinché tu possa entrare nella stanza senza che io opponga
la benché minima resistenza.
Finalmente, dopo qualche attimo di angosciante
silenzio, trovo la forza di far uscire la voce, per un momento ho temuto che
tremasse, ma per fortuna è più ferma di quel che pensavo.
“Che cazzo ci fai
qui, vattene!” la mia voce risuona aspra eppure velatamente insicura.
Neanche
ti preoccupi di scuotere via la pioggia dagli abiti, l’acqua gocciola dalla
stoffa inzuppata raccogliendosi in piccole pozze sul pavimento consumato. Entri
nella stanza e mi offri i tuoi occhi lucidi e arrossati, hai forse pianto, hai
pianto per me?
Il mio cuore non è sicuro di volerlo sapere oppure non vuole
nemmeno sperare una cosa simile.
“Non andrò da nessuna parte Harry! E nemmeno
tu lo farai!” dice il mio tormento fatto uomo puntando un dito accusatore contro
il baule aperto. Mentre sollevo gli occhi sul suo volto mi accorgo che stai
cercando inutilmente di aprire l’occhio sinistro circondato da un grosso livido
bluastro. La palpebra tumefatta deve farti un male cane.
Le mie dita
vorrebbero sfiorare quella pelle ferita e le mie labbra vorrebbero baciarla per
guarirla, lenirne il doloroso pulsare, ma costringo il mio corpo a restare fermo
e il più possibile lontano da te.
Ron ha un gran bel destro e il tuo viso
candido è stata di sicuro una tentazione troppo grande da contrastare. Nemmeno
ti avrà lasciato parlare ne sono certo, ti si sarà buttato addosso come una
furia.
Qualcuno però deve aver frenato la sua rabbia se sei riuscito a salire
le scale sulle tue gambe.
p.o.v. Draco.
I tuoi occhi verdi mi guardano con un risentimento tale
che per un secondo sono tentato di distogliere lo sguardo, ma non lo faccio. Mi
sono mancati così tanto che li guarderei anche se potessero uccidermi o
tramutarmi in pietra. Non posso fare a meno di notare il baule aperto contro il
tuo letto. Stai andando via? Oppure l’hai lasciato lì, incurante di quel che vi
giace dentro da quando hai sbattuto la porta andandotene?
“Che c’è, vuoi
parlare? Sicuro di non voler scopare, è quello che ti riesce meglio, magari
chiamo anche qualche amico come piace a te” mi dici con rabbia, avverto una
fitta vibrante di panico nel petto, avrei dovuto parlarti di più e avrei dovuto
lasciare che mi parlassi di più. Non avrei dovuto fare affidamento solo sul
linguaggio del corpo e sui gemiti che scivolavano dalle tue labbra. C’è ancora
tanta rabbia dentro di te, la sento, mi chiedo se riuscirò mai a placarla o se
invece ti consumerà allontanandoti per sempre da me.
Non rispondo mentre
varco la soglia, mi riapproprio lentamente di ogni lineamento del tuo volto
incorniciato dai neri e disordinati capelli color inchiostro. Ho una disperata
voglia di usare le labbra per assaggiare, divorare le tue invece di cercare di
emettere qualche suono per convincerti a darmi un’altra possibilità,
l’ultima.
“Fammi indovinare te li sei scopati tutti e vuoi ricominciare il
giro?” chiedi bruscamente, anche stavolta non dico nulla.
“Se è per le mie
cose, Ginny passerà a recuperare il resto entro domani” continui studiando la
mia posizione, cercando di decifrare il mio ostinato silenzio. I miei occhi si
posano ancora inquieti sul baule spalancato, una strana sensazione mi comprime
il petto.
“Smettila Harry!” finalmente sento il suono della mia voce
prendere di nuovo vita.
“Di fare cosa, sei tu che sei venuto qui, perché sei
qui, ancora non mi hai risposto!” ribatti secco.
Solo il monotono cadere
della pioggia che ha ripreso a scrosciare violenta rompe l’inquietante e scomodo
silenzio che ci avvolge separandoci ancora di più. Il cielo fuori si è fatto più
scuro, l’acquazzone che sta flagellando la città si trasformerà presto in un
temporale violento, qualche fulmine squarcia già le nuvole plumbee illuminandole
come tante lampade fluorescenti. Il timore che anche fra noi possa scatenarsi
una simile tempesta, la paura di perderti definitivamente mi trafigge come una
lama gelida trapassandomi il petto.
“Stai andando via Harry?” neanche so da
dove mi è uscita questa domanda, ma quella bocca di legno spalancata mi ha messo
i brividi addosso nell’esatto momento in cui vi ho posato gli occhi sopra.
Ti
mordi nervosamente il labbro inferiore, so bene cosa significa quel gesto, lo
fai ogni volta che sei nervoso, ma anche quando cerchi di rendere credibile una
bugia.
“E se anche fosse? Non sarebbero fatti tuoi” rispondi
lapidario.
Accenno due passi in avanti verso di te, ma subito ti vedo
indietreggiare. Mi arrendo sospirando, sollevo lo sguardo verso il tuo volto
indurito e parlo: “Non voglio più abbracciare il tuo cuscino, mi fa impazzire
perché il tuo profumo mi dà la crudele illusione che tu sia accanto a me, ma non
appena apro gli occhi il mio cuore si sente nuovamente avvolto da un gelo
spietato perché tu non ci sei”.
Ti vedo tremare per un impercettibile attimo
al suono di quelle parole. Forse più di ogni altra parola è quel “tuo” che ti ha
lasciato lievemente basito. Magari anche tu hai provato le stesse cose ogni
notte cercando, in un letto vuoto, un riposo che maligno gioca a nascondino
dietro le tue palpebre sottraendosi, dispettosamente divertito lasciandoti
irrequieto ed esausto.
Le tue labbra riprendono la piega dura di poco prima
mentre rispondi: “Il tuo uccello insegue culi come un cane fiuta le tracce di un
tartufo. Possibile che nessuno voglia restare nel tuo letto a farti un po’ di
compagnia costringendoti a trascinarti fino a qui?”.
Sento il dolore farsi
quasi insopportabile, un singhiozzo minaccia di risalirmi dal profondo della
gola.
Hai ragione Harry, lo so bene non ho pensato ad altro, per troppo tempo
ho creduto che un orgasmo coi fiocchi potesse cancellare ogni dolore, potesse
guarire ogni ferita.
Mi mordo nervoso le labbra, ma cerco di farmi coraggio
per continuare.
“Il mio corpo ha bisogno di giacere accanto al tuo, fra le
tue braccia per godere del riposo del sonno. Ha bisogno di immergersi nel tuo
per abbandonarsi completamente al piacere. Il mio cuore deve poter battere al
ritmo del tuo per non arrancare faticosamente nel petto”, la mia voce trema ma
non me ne importa un accidenti è questo che voglio dirti, quanto mi sento solo e
arido senza di te.
“Che diavolo stai cercando di dirmi?!” urli rivolgendomi
uno sguardo velenoso.
“Che ti amo Harry” confesso stringendo e poi
rilasciando i pugni abbandonati lungo i fianchi. Sento un leggero alone caldo
avvolgermi mentre pronuncio quelle parole, ma quello che mi sconvolge subito
dopo è ben più bruciante.
Mi hai colpito in pieno volto, uno schiaffo
potente, sferrato con rabbia. Il tuo volto si distorce in una maschera di
amarezza e risentimento, ma posso scorgere comunque un barlume di soddisfazione
sui tuoi lineamenti.
Chissà da quanto tempo volevi farlo e non posso
biasimarti per questo.
p.o.v. Harry.
“Spiacente non ti credo” butto fuori brusco. Merlino
benedetto mi sembra di aver volato per ore, ho il cuore che cerca di saltare
fuori dal petto assordandomi col suo potente pulsare.
Ritraggo veloce la mano
che ha colpito la tua pelle candida deturpandola con delle tracce rossastre, il
mio cuore è afflitto per quel tono scortese e l’espressione che vedo sul tuo
volto è di pura inquietudine, ma non di sorpresa, possibile che ti aspettassi
davvero che ti colpissi?
Dovrei sbatterti a calci fuori da questa stanza e
dalla mia vita, invece dentro di me desidero disperatamente che le tue labbra
pronuncino ancora quelle dolci bugie. Voglio che tu non fugga da me, qualsiasi
veleno io possa sputarti contro finché non mi avrai convinto che quello che hai
appena detto è vero.
Dentro di me so bene di non poter fare a meno di quel
tuo volto angelico, di quei due frammenti argentei che sanno scavare fin dentro
la mia anima solo sfiorandomi, di quelle labbra di morbido velluto che conoscono
a memoria ogni parte del mio corpo, che hanno torturato ogni lembo della mia
pelle fino a farmi perdere il senno.
Ho bisogno di te, inutile negarlo, ma
più di tutto ho bisogno del tuo amore. Eppure il mio cuore sanguina ancora, e
ancora non sa se può perdonarti.
“Harry no...io” sento la tua voce perdere di
intensità ad ogni parola.
Non posso permetterti di parlare e così lo faccio
io cercando di scovare l’insidiosa trappola tesa dalla tua ammissione.
“Draco
il tuo – ti amo – durerà quanto…un giorno, due…una settimana. Poi ti sentirai
soffocare e cercherai qualcosa…qualcuno che ti liberi dalla mia invadente
presenza” esclamo incredulo, ma una parte di me sta ancora saltando euforica per
quel che le tue labbra hanno pronunciato.
“Volevi che ti stessi lontano, mi
hai respinto con tutte le tue forze e adesso mi dici che mi ami sperando che
ritorni nel tuo letto? Beh, fottiti Draco…o meglio va a fotterti qualcun altro!”
continuo cercando di mantenere la stessa durezza nella mia voce, ma sento che
non durerà ancora a lungo.
C’è ostilità nella mia voce e l’hai colta
pienamente, posso vederlo nei tuoi occhi.
Riesco a guardarli ora, per la
prima volta, senza distogliere in fretta lo sguardo, sono lucidi e arrossati,
sembrano voler cedere alle lacrime da un momento all’altro, mai li avevo visti
così e ne rimango sconvolto, la voce mi muore in gola in un sommesso
gemito.
Tutto crolla attorno a me, ogni solida difesa che avevo costruito con
cura attorno al mio martoriato cuore viene spazzata via dall’intensità del tuo
sguardo.
”Here by my side, you are
destruction
Here by my side, a new colour to paint the world
Never turn
your back on it
Never turn your back on it, again
Here by my side, it's
Heaven”
“Ti voglio nel mio letto, voglio il tuo disordine nel
mio armadio, voglio che il tuo odore invada l’aria che respiro, voglio le tue
labbra e le tue mani su di me soltanto e…” riprendi, il tuo viso è arrossato,
forse solo per la foga con la quale urli queste parole.
“Che mi dici delle
tue?” ti interrompo scoccandoti un’occhiata colma di rimprovero.
Questa volta
ti avvicini a me di qualche passo e non riesco ad allontanarmi, resto inchiodato
al pavimento.
“Voglio e vorrò solo te, non avrò bisogno di nessun altro e a
dirla tutta…in questo preciso momento ti vorrei dentro di me” sussurri
mestamente ma con una tale forza nei tuoi occhi che sento le gambe vacillare
sostenendomi a fatica.
Cerco di parlare, ma non ci riesco, nemmeno un fiato
mi esce dalle labbra. Come puoi dirmi questo? Deve essere vero, perché non puoi
davvero mentirmi così spudoratamente. Non puoi essere così crudele.
p.o.v. Draco
Finalmente le tue labbra restano socchiuse in una muta
sorpresa e i tuoi occhi si liberano di quella oscura patina rancorosa che li
velava ogni volta che posavi lo sguardo su di me.
“Che vorresti fare adesso?”
mi chiedi esitante guardandomi avanzare verso di te. Non mi credi, non ancora,
lo so.
Osservo il tuo corpo irrigidirsi quando le mie mani ti sfiorano
appena, so che vorresti abbandonarti fra le mie braccia, ma cerchi di resistere,
hai paura, posso leggertelo negli occhi, ma ne ho anche io Harry, ho paura che
tu possa respingermi come io ho fatto col tuo amore.
Continuo ad accarezzare
piano le tue braccia, dai polsi alle spalle insinuando infine le mani cautamente
sui tuoi fianchi, fra le tue braccia tese e abbandonate ai lati del corpo.
Sussulti appena quando il tessuto bagnato della mia camicia ti sfiora la pelle
ma non ti ritrai e questo mi dà speranza.
Quando sollevo lo sguardo sul tuo
volto mi accorgo che hai chiuso gli occhi, sento il tuo respiro restare calmo a
fatica mentre le mie dita premono più intensamente sul tessuto lanoso che ricade
morbidamente sui tuoi fianchi. Voglio stringerti a me, non ce la faccio più, ma
sei tu che lo fai disperatamente senza badare a quanto forte potresti stringermi
a te, non ti importa affatto di mozzarmi il respiro, e in verità neanche a me
importa. Sei qui tra le mie braccia ora, potrei trattenere il fiato per tutto il
tempo.
“Stringimi forte Draco”, la tua voce non oltrepassa il bisbiglio, ma
io la sento comunque scivolare calda sulla mia pelle. Un sospiro soddisfatto mi
sfugge dalle labbra. E’ così bello premere il mio corpo contro il tuo, sentire
ogni curva modellarsi sulle mie per non lasciare che il ben che minimo spazio ci
divida.
La tua pelle ha un profumo a dir poco sublime e non posso fare altro
che affondare il volto nella morbida curva del tuo collo per respirarlo a pieni
polmoni con frenetica bramosia, cibandomene.
“Non lasciarmi Draco, non
lasciarmi più” bisbigli appena, eppure mi sembra così forte e decisa la tua voce
mentre parla.
Le mie braccia ti stringono più forte sebbene quasi non le
senta più, le tue dita scavano nel tessuto umido della camicia aggrappandosi
alle mie spalle, come potrei lasciarti andare?
“Non prenderti gioco di me, ti
prego, non potrei sopportarlo io…” la tua voce è così dolce e spaventata, la
sento filtrare dentro di me arrivandomi dritta al cuore facendolo battere
furiosamente.
Racchiudo il tuo volto fra le mani come la cosa più preziosa e
fragile che possa esserci al mondo, lascio che le mie dita assaporino di nuovo
la morbidezza della tua pelle, le mie labbra si curvano spontaneamente in un
sorriso quando guardo le tue guance tingersi di rosso.
“Prendimi Harry, sono
tuo” lo dico piano, in un sussurro sfregando la pelle sottile del tuo orecchio
con le labbra perché solo tu possa sentirlo.
Vedo una miriade di emozioni in
conflitto attraversare il tuo viso turbato ed estasiato allo stesso tempo. Le
tue mani tremano mentre sfiorano le mie labbra che prontamente si schiudono al
tuo tocco lasciandosi accarezzare e poi…poi le sento bruciare non appena le tue
ne prendono possesso dapprima con dolcezza, in una timorosa carezza, per
poi violarle con la calda e umida forza della tua lingua.
Il palpitare
leggero delle tue ciglia sulla mia pelle quando pieghi il volto per poter
ricambiare e reclamare appieno il bacio è così soffice e delicato.
Quando
apro gli occhi il cuore mi batte talmente forte che respirare mi sembra una
dolorosa e faticosa tortura, mi manca il fiato eppure voglio soffocare
ancora il mio respiro nella tua bocca. Il tremolio delle fiamme del piccolo
camino gioca sul tuo viso accendendo ancor di più il rossore che avvampa le tue
guance.
Prendo delicatamente le tue mani fra le mie e le poso sul mio petto
trattenendole sopra il mio cuore impazzito. Ti guardo sorridere timidamente
mentre assorto ascolti i frenetici colpi che martellano nel mio petto.
“Non
batte forte quanto il mio” bisbigli con aria di sfida sollevandomi una mano per
poi adagiarla su di te.
“Bugiardo” rispondo pentendomi un attimo dopo di quel
che le mie labbra si sono lasciate sfuggire senza il permesso della mia mente.
Come posso darti del bugiardo anche solo per scherzo io, che negli ultimi mesi
non ho fatto altro che mentire, a me stesso e a te!
Vedo un’ombra cupa
scendere sui tuoi occhi per un attimo e sento di aver rovinato tutto di nuovo.
“E tu lo sei stato, lo sarai ancora con me?” chiedi sollevando il verde
acceso dei tuoi occhi verso i miei.
“Non ti ho mentito Harry e, no non lo
farò ancora, nemmeno a me stesso, non più” confesso senza alcuna remora, non ho
più paura di mostrami completamente davanti ai tuoi occhi, voglio che tu possa
conoscere ogni cosa di me, anche le più sciocche debolezze e i più irritanti
difetti ma forse, senza che io me ne rendessi conto, mi conosci già più di
quanto io conosca me stesso. Le tue mani sciolgono la stretta sulle mie
allontanandosi e non posso fare a meno che tremare temendo un tuo imminente
distacco.
Poi le tue dita giocano col tessuto leggero della camicia intrisa
di pioggia fin quando, afferrandolo con decisione, lo sollevano verso l’alto
accompagnato dalle mie braccia che d’istinto ti rendono facile il compito e
allora posso liberare il mio respiro sospeso.
Sento il mio petto sgonfiarsi
in un profondo e grato sospiro di sollievo e mi abbandono alla delicata danza
che le tue dita intraprendono sulla mia pelle tracciando con cura dei percorsi
sempre più audaci che fanno tendere il mio corpo come un arco spingendolo verso
il tuo.
p.o.v. Harry.
Già riuscivo a percepire il sapore delle tue labbra
prima ancora di sfiorarle, lo ricordo come fosse ieri. Eppure nel bacio che ci
siamo appena scambiati riesco a cogliere tante altre impercettibili sfumature
nel loro delizioso sapore.
Tutti i miei sensi sopiti si sono di colpo
svegliati non appena le ho accarezzate e assaggiate, quanto mi sono mancate,
quanto ho desiderato godere di nuovo del loro calore, quanto ho sperato di
rabbrividire ancora mentre ne assecondo i movimenti ed ogni più piccola
pressione sulle mie sino a godere del caldo abbraccio della tua lingua sulla
mia.
Levata d’impaccio la camicia zuppa di pioggia permetto alle tue mani di
fare altrettanto con il leggero maglione scarlatto firmato Molly Weasley. Sento
scorrere le tue pallide dita sulla schiena abbracciandomi le spalle non appena
l’indumento vola da qualche parte all’interno della stanza in una confusa
traccia rossa. Gli altri indumenti vengono sfilati abilmente con pochi gesti e
senza dire nemmeno una parola. Nessuno di noi due ne ha più bisogno ora.
I
tuoi occhi come cristalli di ghiaccio, limpidi e puri d’improvviso si sciolgono
toccati dal mio sguardo intenso e questo, più di ogni altra appassionata
dichiarazione d’amore, mi fa capire che pensavi sul serio quel che hai detto,
perché non è solo passione quella che li sta bruciando.
Ti prendo per mano
mentre indietreggio verso il mio letto sfatto senza mai staccare gli occhi dai
tuoi e accolgo con un sospiro compiaciuto il peso del tuo corpo sul mio, pelle
contro pelle finalmente.
Stavolta sei tu a cercare le mie labbra ed io
rispondo pienamente al bacio mentre ti stringo a me. Non mi importa se mi hai
fatto soffrire, hai detto di amarmi e io voglio crederti, devo farlo perché
respingerti mi annienterebbe.
“Harry la bacchetta” sussurri staccandoti
dall’incavo del mio collo dove le tue labbra di fuoco stavano imprimendosi
sempre più intensamente.
Ti guardo stranito cingendoti le spalle con entrambe
le braccia finché non comprendo quel che vuoi dire. Richiamo e afferro la mia
bacchetta e, con due veloci gesti, taglio fuori il mondo da questa stanza.
La
tua bocca prosegue la sua corsa su di me baciando, mordicchiando poi finalmente
liberi la mia virilità tesa e fremente da quel banale e inutile fazzoletto di
stoffa che ancora vestiva il mio corpo. Le tue labbra sono di nuovo sulle mie in
un attimo, sento il calore del tuo corpo esplodere attorno a me, sento il tocco
della tua pelle fresca di pioggia sulla mia che trema scossa da mille
brividi.
Riesco appena a capire che ti stai girando su un fianco che già mi
ritrovo su di te, fra le tue gambe che leste avvolgono le mie tirandomi contro i
tuoi fianchi e contro la tua eccitazione ormai ben sveglia sotto il mio
ventre.
“Dicevo sul serio Harry, ti voglio dentro di me” lo dici con un
sorriso così aperto e semplice che non può essere falso o bugiardo, non puoi
mentirmi su questo, lo sento ed è per questo che non hai bisogno di dirmi o
chiedermi nient’altro. Per una volta sarò io a prendermi cura di te, del tuo
desiderio nutrendolo pian piano finché sarà troppo forte da poter controllare
persino per te, sarò io a infiammare il tuo corpo spingendoti sino al limite e
sarò io a godere dei tuoi gemiti mentre invochi il mio nome come una
litania.
Non posso fare altro che godere e gioire del battito del tuo cuore
che diventa frenetico sotto il mio insistente tocco. Chiudo la mia mano su di te
e ti sento sospirare, ti piace quando il mio palmo caldo ti avvolge e ti
accarezza lentamente percorrendoti interamente.
Mi butti le braccia al collo
per baciarmi ancora anche se il tuo respiro si interrompe di tanto in tanto
quando le mie carezze si fanno più intense.
Ti sfioro il viso con il dorso
della mano mentre lascio sprofondare le mie labbra nelle tue e sento qualcosa di
umido e caldo bagnarti la pelle.
Ho sognato tante volte di poterti avere così
fra le mie braccia, indifeso, completamente abbandonato a me e a quello che
posso donarti, eppure quelle stille salate che rotolano piano sulle tue guance
mi stringono il cuore.
“Va tutto bene, sono solo felice” dici sollevando il
viso per reclamare un bacio che non so negarti, esploro delicatamente la tua
bocca e poi asciugò con le labbra ogni lacrima.
Ancora la tua voce mi
supplica di prenderti , di possederti ed io sento che potrei morire felice anche
in questi preciso istante.
Mi lecco due dita bagnandole, ma subito tu
me le afferri ficcandotele in bocca per succhiarle piano più e più volte finché
non le ritraggo portandole alla tua apertura fremente.
Il sospiro pieno e
grato che ti lasci sfuggire quando entro dentro di te riesce a strizzarmi lo
stomaco, sento la mia pelle scottare come sotto un sole cocente in piena
estate.
Solo per un attimo una parte di me ha pensato di non riservarti
troppa dolcezza, di prenderti senza troppi complimenti privandoti del mio
abbraccio, ma il solo pensiero di farlo mi ha scagliato un dolore acuto nel
cuore. Non posso privarmi della bellezza del tuo volto, non posso non stringerti
fra le mie braccia mentre pian piano ti abbandoni al piacere di sentirmi dentro
di te.
Mentre muovo le dita nel tuo piccolo antro caldo sento girare la testa
e godo di ogni sussurro di ciascun fremito che riesco a provocare nel tuo
corpo.
“Harry prendimi…adesso” bisbigli afferrandomi il polso mentre la mia
mano si scontra ancora contro le tue natiche.
Affondo le labbra nelle tue per
poi staccarmene bruscamente quando sento il tuo membro eccitato spingere e
sfregare contro lo stomaco.
Ho paura di farti male, so che non sei stato mai
posseduto da nessuno, tu stesso me lo hai confessato.
“Harry che c’è?” mi
chiedi intrappolandomi il mento fra le dita e scrutando a fondo il mio sguardo
esitante finché non riesco più a fingere di fronte a quel grigio acceso e
tempestoso.
“Draco…io non voglio farti male ma…” nemmeno riesco a finire la
frase perché tu riprendi la parola attirandomi verso di te finché sfioro la
punta del tuo naso col mio.
“Passerà in fretta amore, e poi anche io te ne ho
fatto la prima volta ricordi?” annuisco mandando giù un fastidioso nodo che mi
si è bloccato in gola.
Sento le tue gambe aumentare la stretta attorno ai
miei fianchi sollevandosi leggermente, il mio sesso scivola più in basso sino ad
insinuarsi nel solco stretto delle natiche.
“Oh…dio Draco” la tua apertura è
così vicina, posso delinearne il profilo con la punta delle dita dopo averle
sfilate lentamente dal tuo corpo.
“Coraggio Harry, amami”.
La tua voce è
una preghiera seducente e così dolce allo stesso tempo, non avrei mai pensato di
poterla sentire così sincera.
Un’altra spinta dei tuoi fianchi forte e decisa
mi fa capitolare completamente, così afferro il mio membro indurito e, dopo aver
sfregato la punta umida contro la tua apertura, entro dentro di te, piano
attento ad ogni cambiamento sui lineamenti del tuo viso.
So che stai cercando
di trattenerti, ma posso cogliere comunque la lieve smorfia di dolore che ti fa
irrigidire contro di me non appena spingo ancora affondando un po’ di
più.
“Draco…scusa” bisbiglio carezzandoti il volto e baciando le tue labbra
socchiuse nell’ennesimo gemito strozzato sospeso sulla soglia del
piacere.
“Ti voglio Harry” non dici nient’altro, è il tuo corpo che me lo
dimostra accogliendomi completamente sino in fondo e incitandomi con un lieve e
forse inconsapevole dondolio dei fianchi a dare inizio all’amplesso.
I nostri
corpi sono in piena armonia, come se non si fossero mai separati, mi sorprendo
di quanto spontanei siano i miei gesti e i miei movimenti, nessuna incertezza,
nessun timore, non più. Sono capace di darti piacere, di farti gemere il mio
nome, finalmente potrò sentire il tuo corpo abbandonarsi completamente a me
abbattendo ogni difesa.
Sei mio adesso, ti sento mio finalmente.
“Ti amo
Harry” me lo dici piano, solleticandomi le labbra con le tue e in questo momento
non posso fare a meno di crederti e di risponderti nell’unico modo
possibile.
“Anche io ti amo Draco”.
I nostri corpi danzano l’uno
avvinghiato all’altro ancora un po’ per poi fondersi in un unico vortice di
estrema estasi.
Fuori ha smesso di piovere e il sole fa capolino
riflettendosi sui vetri tempestati di gocce. Il cielo è fresco e pulito,
risplende d’azzurro ed io mi sono finalmente impadronito del tuo cuore. Sei
accanto a me, nient’altro conta.
“Here by my side, it's
Heaven”
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