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Autore: YouCould    08/12/2014    5 recensioni
Dal testo: . Da quando Sherlock ha scoperto l'esistenza di Supernatural - una serie TV altamente improbabile che comprende demoni, mostri vari e, da quel che ha capito John, un angelo in trenchcoat - non c'è verso di farlo ragionare nei 40 minuti successivi alle 6:30[…]. Ma John potrebbe anche passarci sopra.[…] Potrebbe farsi andare giù di tutto, ma non il fatto che tutti i barattoli di marmellata siano stati spostati per far spazio al sale.
[…]
"Mi spieghi che cavolo ci siamo venuti a fare in Inghilterra? Tutti con questo accento perfettino, mi sembra di parlare continuamente con Crowley!"
[…]
"Perché Jason, quel cacciatore amico di papà ci ha chiesto di venire a dargli una mano perché l'attività demoniaca è improvvisamente incrementata, e sta cercando di capire il perché."
"E perché noi? Non ci sono cacciatori in Inghilterra?!"
"No, Dean. Fino a una settimana fa i demoni praticamente non esistevano in quel paese. Ci saranno tre cacciatori in tutto lo stato."
Ovvero: Sherlock shippa Destiel, una nuova cacciatrice decide di fare la consulente di coppia e Moriarty ha ampiamente barato.
[Destiel] [Johnlock] [Accenni Sabriel, forse] [In pratica, slash per tutti]
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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VII
Quello che succede dopo è un vortice. Con un movimento veloce, la donna fa andare Sherlock a sbattere contro una vetrina, Dean sente  i vetri infrangersi. Non capisce dove sia John, ma un suono di vetri rotti gli fa dedurre che abbia fatto la stessa fine di Sherlock. Dean cerca di afferrare il coltello di Ruby, ma lo sente sfuggirgli di mano. Poi si ritrova davanti gli occhi neri del demone, e sente un dolore lancinante allo stomaco. All’inizio non capisce, ma poi la vede estrarre la lama. Non è la prima volta che viene pugnalato, anzi, ma lo ha colpito in un punto doloroso, o forse un organo vitale, Dean non lo sa e cerca di non pensarci. Ha la vista appannata, lampi rossi ricoprono il suo campo visivo, e sente le proprie ginocchia urtare violentemente il terreno, e il pavimento freddo lo accoglie. Il punto in cui è stato colpito brucia, sente il sangue scorrere copiosamente, e non può fare nulla, non sa dove siano Sherlock e John e pensa a Sammy, lui è lì fuori con Kay o il demone ha ucciso anche loro? Sta davvero per morire così? I suoni gli arrivano ovattati, non capisce nulla, e fa male, fa così male, perché non può finire e basta, in qualunque modo? Ormai non vede quasi più niente.
E’ un lampo.
Un tocco di luce, e di speranza.
Sono gli occhi di Castiel, che si allacciano con i suoi. Per l’ultima volta?
Li sta immaginando, vero?
Ma è mentre guarda quegli occhi, che il dolore svanisce.
Prima che tutto diventi nero.
***
“Sherlock, sta’ fermo.”
Intima Kailey, che sta cercando, brandendo una pinzetta, di togliere qualcosa come un centinaio di frammenti di vetro dalla schiena di Sherlock. John è a posto: la giacca pesante che indossava lo ha protetto da buona parte delle schegge, invece Sherlock, che si era tolto il cappotto una volta entrato, è stato molto meno fortunato.
“Non si è ancora svegliato?”
Chiede John, senza rivolgersi a nessuno in particolare. Sam scuote la testa.
“No. E comunque Castiel si rifiuta di uscire, starà lì dentro fino a che Kay non avrà finito o Dean si sarà svegliato.”
Kailey annuisce.
“Meglio che mi sbrighi, allora.”
Sbuffa, guardando le pinzette con espressione corrucciata.
Quando lei, Sam e Castiel hanno fatto irruzione nella stanza, la situazione stava andando parecchio a rotoli. Il demone aveva già pugnalato Dean e si stava avviando verso Sherlock. Mentre un Castiel in preda al panico si precipitava dal cacciatore a terra, Kailey aveva lanciato il suo coltello e ucciso il demone.
Kay, per la cronaca, è preoccupata per Castiel. Era già piuttosto sconvolto quando ha trovato lei e Sam fuori dal museo, ma dover soccorrere un Dean in quelle condizioni sembra averlo prosciugato di ogni energia. L’ha guarito subito, però, e ora Dean sta dormendo nella camera di John a Baker Street, perciò non è certissima del perché è così scioccato. Sicuramente non è la prima volta che vede Dean ferito, no? Quindi, cosa è successo mentre era via? La ragazza sbuffa, cercando di afferrare un minuscolo pezzo di vetro: Castiel non ha potuto curare subito Sherlock, perché non poteva far ricrescere la pelle sui frammenti, così si trova in quella situazione ridicola. Sherlock, poi, non è d’aiuto. John gli ha detto che è nel suo palazzo mentale, qualsiasi cosa essa sia, è continua ad agitarsi sotto le pinzette. Kay valuta seriamente l’ipotesi di dargli una botta in testa.
“Avete trovato niente di utile, comunque?”
John annuisce.
“Moriarty ha lasciato un papiro su un burattino a forma di diavolo, dove gli dice di andarlo a trovare, in pratica.”
“Un papiro?”
Sbuffa Sam. John ridacchia.
“Dean ha detto la stessa cosa. Comunque, Sherlock pensa che sia un indizio.”
“Dobbiamo cercare qualcosa che unisce l’antico Egitto e l’Inferno, quindi?”
Chiede Kailey, aggrottando le sopracciglia. John non risponde.
“Può darsi. Sherlock lo capirà, comunque.”
“Forse vuole tenersi sui musei? – chiede Sam – magari vuole continuare sulla stessa linea.”
“I British? – suggerisce Kailey –la sezione egizia è, tipo, la più grande d’Europa. E i British Museum sono enormi, ci sarò anche qualcosa che ha a che fare con la fede, no? – afferra l’ultima scheggia con la pinzetta - Non mi ricordo niente, ci sono stata quando avevo tredici anni.”
Cade il silenzio per un attimo, ed è Kay a romperlo.
“Comunque, qui ho finito. Vado a chiamare Castiel?”
***
Castiel è seduto su una poltroncina davanti al letto. E’ leggermente sporto in avanti, e guarda intensamente Dean che sta dormendo beatamente sulle lenzuola. Kailey si ferma sulla porta.
“Cass, che cosa è successo mentre eri via?”
L’angelo scuote la testa.
“Niente… niente in particolare”
“Non saresti così sconvolto, Cass. Riguarda Dean?”
L’angelo alza lo sguardo su di lei, e per un attimo sembra un bambino spaventato.
“E’ meglio se andiamo dagli altri.”
Kay annuisce, e segue Castiel fuori dalla stanza. Raggiunti gli altri in salotto, vede Sherlock spalancare leggermente gli occhi: probabilmente sta uscendo dal suo palazzo mentale, sempre assumendo di sapere cosa sia un palazzo mentale, cosa che Kailey non sa.
“Allora – esordisce Sam – hai scoperto cosa sono i demoni dagli occhi grigi?”
L’angelo annuisce.
“Si chiamano demoni Agramon. Hanno una storia… piuttosto funesta. Ed avevamo ragione, sono presenti solo qui, in Inghilterra.”
Kailey aggrotta le sopracciglia.
“Perché solo qui? Che c’è, sono snob o…”
“Il primo demone Agramon venne creato da un druido, che riuscì a trasformare l’anima di un uomo in un’anima demoniaca. Ma non si tratta solo di questo: i demoni Agramon di solito non ti uccidono semplicemente. Ti mostrano la cosa che più temi al mondo, e la paura è tale da prosciugarti da ogni energia… solo allora, ti uccidono. Ne ho incontrato uno, ieri notte. Sono sopravvissuto per miracolo.”
Cade un silenzio pesante, mentre una domanda non pronunciata aleggia nella stanza “tu cosa hai visto?”
“Questo non spiega perché ci siano così tanti demoni.”
Interviene Sherlock.
“Invece si. Il primo demone Agramon ha un potere immenso, tanto che è confinato. E’ in grado di venire sulla Terra una volta ogni millennio.”
“E ovviamente tocca proprio adesso – sbuffa Kailey – mi sembra giusto.”
“Credo che Moriarty abbia stretto un patto con lui. In questo modo, ha spezzato un Sigillo.”
“Aspetta, stiamo parlando dei demoni Agramon o di Lucifero?”
Interviene Sam.
“E’ lo stesso, in realtà. Per segnare l’ascesa dei demoni Agramon, così come per quella di Lucifero, si spezzano dei sigilli. Ma per i demoni Agramon ne bastano due.”
“Quali?”
Domanda John, sporgendosi leggermente in avanti.
“Il primo, è che qualcuno stringa un patto con il Primo Agramon. Il secondo, è la paura. Spingere qualcuno ad avere così paura da non essere più certi di chi si è.”
“Come ha fatto Moriarty.”
Interviene Sherlock. John si volta lentamente verso di lui.
“Di cosa parli?”
Il detective deglutisce, e mentre parla, tiene lo sguardo fisso negli occhi di John.
“Moriarty ha distrutto ogni cosa intorno a me. La mia intera vita,ogni caso che avevo risolto… all’improvviso, il mondo credeva che fosse tutto falso. Persino John ha… per un attimo… un solo istante, anche io ho dubitato.”
Continua a guardare John, come in cerca di rassicurazione.
“Non è vero, Sherlock. Non ho mai creduto che tu avessi mentito. Beh, escludendo quando mi hai detto che avevi buttato le sigarette nel Tamigi…”
“Moriarty ha spezzato definitivamente il Sigillo quando è tornato dall’Inferno – interviene Castiel – è per questo che i demoni sono apparsi solo allora.”
“Geniale. Come li uccidiamo?”
Domanda Sam, inarcando le sopracciglia.
“Non lo so.”
“Io ne ho ucciso uno, con il mio pugnale… - commenta Kay – ma non possiamo ucciderli tutti così. Ci sterminerebbero prima, anche perché se fanno questa cosa della paura… voglio dire, quello che ho ucciso non l’aveva fatto, perché non voleva perdere tempo. In un’altra circostanza non so se ce l’avrei fatta.”
Kailey sbuffa: odia ammettere quella debolezza, ma è meglio essere franchi.
“Quindi, adesso abbiamo un nome. Possiamo fare qualche altra ricerca.”
Commenta Sam.
“Okay – Kailey annuisce – ma basta biblioteche.”
Sam ridacchia.
“Io e Sherlock cercheremo di capire dov’è Moriarty, allora.”
Tutti si voltano verso Castiel.
“Torno da Dean.”
Annuncia l’angelo, e Sherlock alza gli occhi al cielo.
 
***
Sono tornati al camper, ma non hanno ancora trovato niente, né tra gli appunti di Kailey né sul vecchio diario di John Winchester.
“Okay, senti –mormora Kay dopo un po’ – l’idea non mi piace affatto, ma potrei andare a cercare qualcosa sul Bestiario di Jason. Ho ancora… ho ancora le chiavi di casa sua.”
Sam non risponde subito: Kailey ha cercato per tutto quel tempo di parlare poco del suo rapporto con Jason, quindi è strano che ora l’abbia esibito in quel modo. Forse è davvero disperata.
“Voi eravate… eravate molto legati, vero?”
La ragazza lo guarda tristemente.
“E’ stato come un padre, per me.”
“Come Bobby.”
Kay inclina la testa da un lato – verso sinistra, a differenza di Cass.
“Chi è Bobby?”
“Era… un amico di nostro padre. Però è stato praticamente un genitore, soprattutto dopo che papà è morto.”
“Cosa gli è successo?”
“E’ stato ucciso dai Leviatani.”
Cade un silenzio imbarazzante. Entrambi hanno chiaramente subito molte perdite, e hanno paura di farla sembrare quasi una gara a chi è stato più sfortunato.
“Mi dispiace.”
Commenta Kailey alla fine. E’ un commento che nella maggior parte dei casi sembrerebbe quasi falso, ma lei può capire.
“A me dispiace per Jason.”
“Si, beh… suppongo di dover andare avanti, no? Perché se non lo faccio, sarà morto invano, e questo non posso accettarlo.”
“Immagino di si.”
“Io ci vado, Sam. Se possiamo trovare qualcosa di utile…”
“Vuoi che venga con te?”
La ragazza scuote la testa.
“No, devo… devo farlo da sola.”
Conclude risoluta. Infila un cappotto ed esce dalla roulotte, lasciando Sam da solo con un portatile. Lo guarda molto male: non gli ha ancora dato niente di utile. Si rimette a cercare, e Kailey se n’è andata da una bella decina di minuti quando lo sente.
Un battito d’ali.
“Cass?”
Domanda, più per abitudine che per altro.
“No, Sammy! Sono io!”
E’ Gabriel. Okay, questa la può decisamente catalogare tra le stranezze della giornata.
“Che ci fai qui?”
“Anch’io sono felice di vederti, Sam.”
Sbuffa l’arcangelo, alzando gli occhi al cielo.
“Sono venuto a dare una mano, ovviamente.”
Sam aggrotta le sopracciglia.
“Così, senza motivo?”
L’arcangelo lo guarda male.
“Cosa credi che abbia fatto, Sam, mentre me ne stavo qui? Non sono solo andato in giro per locali… beh, si anche. – commenta Gabriel – ma chi credi che sia stato ad uccidere quei demoni che Kailey ha trovato, Sam? Sono stato io. Ho cercato… ho cercato di aiutare.”
“Di solito non ti fai coinvolgere.”
“Sam, i miei fratelli hanno smesso di farsi la guerra tra loro. Presto anche io dovrò tornare in Paradiso. Tanto vale che finché sono qui mi dia da fare, no? E guarda caso, mi ritrovo i miei due cacciatori insopportabili e preferiti che si trovano per l’ennesima volta in una situazione impossibile. Sai che novità. Ma voi Winchester ve li cercate, i guai?”
Sam non risponde, e continua a guardare Gabriel.
“Non sapete come uccidere i demoni Agramon, Sammy! – esclama l’arcangelo, agitandogli una mano davanti alla faccia – e questo perché, semplicemente… non potete.”
Sam aggrotta le sopracciglia.
“Quindi sei venuto qui per farmi compagnia?”
“Anche. Ma in realtà, c’è qualcosa che potete fare. Castiel vi ha fatto una testa così sul Primo Agramon… non c’è bisogno che fai quella faccia, è mio fratello, lo tengo d’occhio – aggiunge, all’espressione accigliata di Sam – beh, lui è la chiave. Uccidi lui, e tutti gli altri Agramon muoiono.”
“Quindi c’è un modo per liberarsene?”
“Non è facile, Sam. Hai idea di che forza di volontà ci voglia per rompere l’illusione del Primo Agramon? E’ come far vincere l’Oscar a Di Caprio.”
Sam alza le sopracciglia ancora di più, ma non dice niente – d’altra parte Gabriel ha passato parecchio tempo sulla Terra, è probabile che sia preparato anche sulla cerimonia degli Oscar.
“Però potreste farcela, tutti voi. Tu non hai mai accettato che Dean morisse… Sammy, lascia perdere, le espressioni arrabbiate non ti vengono;  Dean è insopportabilmente testardo, Kailey è tosta, John sa come superare un trauma e andare avanti, ha l’orgoglio del soldato… e Sherlock ha il suo palazzo mentale… tra parentesi, salutali da parte mia. Me ne andrò prima che tornino, probabilmente.”
Conclude con un’alzata di spalle. Sam annuisce. Questa non se l’aspettava: addirittura un incoraggiamento? E’ venuto, davvero, solo per aiutare e addirittura dirgli che ce la possono fare?
“Un’ultima cosa, Sam. – aggiunge l’arcangelo, un po’ titubante – so che Dean è rimasto ferito. Come sta mio fratello?”
La domanda colpisce Sam così tanto che quasi spalanca gli occhi. Poi sorride leggermente, perché c’è una sorta di tenerezza in quell’interrogativo.
“E’ un po’ sconvolto. E’… si tratta di Dean, vero?”
Anche l’arcangelo si è fatto più malinconico, adesso, e fa un passo verso di lui.
“Anche Castiel è caduto nella trappola dell’umanità. Che vuoi farci, è colpa vostra.”
Sam decide di non approfondire quell’ “anche”.
“Quindi adesso… te ne vai? Di nuovo?”
Gabriel aggrotta le sopracciglia, e fa un sorriso furbo.
“Nah, non ci si libera di me così facilmente. Ci vediamo presto, Sammy!”
 
 ***
 
 
Quando Dean si sveglia, trova Castiel seduto accanto al letto.
“Ciao, Dean.”
“Cass.”
Mormora, ed è tutto. Si tira su, appoggiando la schiena alla testata del letto, cercando di ricordare cos’è successo la sera prima. Stava morendo, vero? Poi ha visto gli occhi di Castiel, e ha pensato che fosse solo un’allucinazione. Ma Cass è lì davanti a sé, quindi non è così: l’ha guarito.
“Come stanno gli altri?”
Domanda. Non sa in che condizioni fossero Sherlock e John quando ha perso i sensi. Spera vivamente che stiano bene.
“Sono a posto. John ha preso un leggero colpo alla testa, e Sherlock aveva qualche scheggia di vetro nella schiena: ha sfondato una vetrina. Comunque me ne sono occupato.”
Dean annuisce, e tira fuori le gambe dal letto, mettendosi  a sedere. Indossa gli stessi pantaloni della sera prima, ma la sua giacca è stata buttata in un angolo e ha addosso una maglietta pulita, che immagina essere di Sam.
“Mi hai guarito tu, vero?”
Castiel annuisce. Dean riesce a vedere che è stranamente teso, il che crea una sorta di strana tensione anche tra loro due, non che sia la prima volta, tra lui e Cass c’è sempre tensione, ma in quel momento è forte, palpabile.
“Si. E’ stato…- mormora, sedendosi accanto a lui sul letto - sono arrivato giusto in tempo. Se fossi arrivato qualche secondo più tardi, o se non avesse funzionato, io…”
“Ehi, Cass.”
Sussurra Dean, fermando il suo sproloquio e prendendogli il polso. Non sa perché lo fa, ma c’è qualcosa di rassicurante in quel contatto, per entrambe le parti. Gira leggermente la mano, e ora sta stringendo quella di Castiel, e non riesce a trattenere un sorriso. Che diavolo sta succedendo? Lui e Castiel non sono una coppia, no? Ma allora… no. Fanculo Sherlock. Questo è il momento in cui capisce, capisce che non ha importanza cosa dice l’investigatore, perché sono solo lui e Cass che contano in quel momento.
“Dean, io non riesco a sopportarlo. L’idea di perderti…”
“No, Cass. Non dirlo.”
Dean sbuffa, e Castiel riesce a sentire il suo respiro sulle proprie labbra. Se lui respirasse, in questo momento, respirerebbe la stessa aria di Dean.
“Sei arrivato. Mi hai salvato. Come fai sempre.”
E poi Dean non lo realizza, non esattamente. Non si accorge che sta baciando Castiel, che tanto per la cronaca bacia letteralmente da Dio, non realizza che le loro labbra si sono congiunte in un bacio lento, che sa di lacrime e di malinconia e di parole non dette... ma forse anche un po’ di speranza.
Quindi è questo il punto, vero? Sherlock aveva ragione.
Dean si sente improvvisamente, e finalmente completo. Perché non lo è stato davvero fino a che non ha toccato le labbra di Castiel, fino a che non ne ha avuto la conferma. Quanto tempo era che quei sentimenti stavano lì, gridando, nell’attesa di essere espressi?
E non se ne rende conto, praticamente non realizza di cosa significhi davvero quel gesto, che sembra così naturale, non lo realizza fino a che il terrore di perdere Cass si fa largo nel suo cuore. Quando si allontana dall’angelo, non lo fa perché è stufo, o perché si è pentito, è un semplice bisogno di aria.
Ma non fa in tempo, non fa in tempo a dire o a fare nient’altro, prima che Castiel, che lo guarda con un’espressione quasi disperata, con gli occhi azzurri chiaramente lucidi,  posi due dita sulla sua fronte.
Cancellando i suoi ricordi.
 
Note della psicopatica autrice
*Si nasconde dalle randellate che i lettori le stanno lanciando* si lanciano le randellate?
Me persona cattiva, me persona tanto cattiva. Lo so. Chiedo umilmente il vostro perdono.
Già me lo sento che queste NdA saranno complicate da scrivere, quindi penso che procederò tipo per gradi (?). Il grado uno, è L’annuncio. No, ora me la sto tirando un sacco, in realtà è una gran cavolata.
Dovete sapere che io sono molto, mooolto affezionata a questa ficcy (?), ho cominciato ad abbozzarla un bel po’ di tempo fa mentre andavo a cavallo, ma di questo non ve ne frega niente. Okay, l’annuncio è questo: avrei intenzione di scrivere un sequel. E’ un’idea ridicola, lo so. Però avevo tante altre idee che non si possono comprimere solo in questa, vanno completamente fuori trama… quindi l’idea è quella di un sequel. La cosa strana, è che il sequel sarebbe sempre un crossover, ma questa volta non Superlock. Sarebbe un crossover con Teen Wolf, anche se in realtà non sarebbe un vero e proprio crossover, in quanto sarà scritto in modo tale che anche chi non ha visto Teen Wolf potrà leggerlo senza problemi: in pratica sarà ambientato in un contesto molto vago di TW, e conosceremo i personaggi dal punto di vista dei personaggi di Supernatural, e solo allora comincerò a spaziare di più su Teen Wolf. Ovviamente, come mi è già stato chiesto, Destiel e Sterek.
Ditemi un po’ che ne pensate, anche perché avrei anche un “modello” per un crossover con Sherlock, ma avrebbe una trama parecchio più inconsistente.
Questo è il grande annuncio, invece questa è la nota di servizio: i demoni Agramon sono ampiamente stati fregati a Cassandra Clare, autrice della serie di Shadowhunters. Anche se nella versione della Clare Agramon è un unico demone superiore, invece qui ha anche tanti piccoli bambini, per la ccioia dei nostri protagonisti.
Altra nota di servizio: le scene con Gabe interpretatele un po’ come vi pare, come Sabriel o no, a seconda dei vostri gusti. Stessa cosa vale per le scene con Kay u.u (mi sento molto la BBC, che punto lo stesso personaggio sia su una coppia het che una slash o.o )
Questo è più o meno tutto. Mi scuso ancora per quanto ho fatto soffrire i Destiel praticamente piangevo mentre scrivevo la scena, perché tutta me stessa gridava “falli essere felici!” e io ero tipo “no! Devo seguire la trama!”,  in pratica ero più dissociata di Castiel nella S08. E ci vediamo al prossimo capitolo!
P.S.: può darsi che nello scorso capitolo non abbia risposto a tutte le recensioni. Sorry, sono una sbadata cronica.
  
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