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Autore: kamony    08/12/2014    11 recensioni
Com’era il giovane ed acerbo Harlock prima di diventare il cupo e ramingo pirata, silenzioso e devastato dal rimorso, che solca lo spazio a bordo dell’Arcadia?
Questa è la storia dei suoi albori, di come sia diventato il Capitano di una delle 4 navi Death Shadows con motori a dark matter. Di come si sia guadagnato questo ruolo, della sua bella amicizia con Tochiro Oyama, come ha conosciuto e conquistato il suo primo grande amore... e molto altro ancora!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Nuovo personaggio, Tochiro
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ACROSS THE UNIVERSE'
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-9-

FORTUITE COINCIDENZE

 

 

“Lei non sarà mai d’accordo!” commentò serio Bakin al compagno attivista Joshua.
L’altro lo guardò deciso ed un lampo di sfida gli attraversò le iridi.
“Ė per questo che per ora non le diremo niente. La metteremo di fronte al fatto compiuto, vedrai che allora non potrà che lodarci e forse darci un encomio, o meglio un incentivo”.
Bakin non era convinto. Ciò che aveva in mente Joshua era decisamente molto pericoloso, soprattutto per Maya che si sarebbe dovuta prendere il rischio più grande. Certo, la missione era anche allettante, una vera e propria dimostrazione di forza che sarebbe servita a far capire alla Gaia Sanction che non avevano a che fare solo con dei fastidiosi contestatori, ma con un nutrito gruppo di persone pronte a qualsiasi cosa per far valere i propri diritti.
“Se posso dire la mia senza che ti arrabbi…” cominciò Bakin “…temo che una cosa del genere potrebbe costare cara a Maya”.
Joshua s’irrigidì e divenne di colpo serio, non voleva perdere troppo tempo a convincere quel sempliciotto, anche se gli serviva per realizzare il suo piano “Credi davvero che la figlia di Ishida, quando le cose si faranno serie, starà dalla nostra parte? Sei così ingenuo ed idealista? Lei è la figlia del nemico, non dimenticarlo mai!”.
“Ma non sta a noi decidere, dovrebbe farlo il nostro capo sezione! Noi siamo solo militanti, non possiamo disporre di un nostro pari”.
“Io voglio solo il bene della causa. Il nostro capo sezione è troppo impegnata. Ė una donna d’affari e sebbene questa sua attività serva a coprire la sua militanza, lei è sempre assente, non possiamo ogni volta aspettare il suo benestare. Le cose vanno troppo a rilento e non stiamo ottenendo nulla di concreto. È giunto il momento di agire, abbiamo un’occasione unica e la sfrutteremo, con o senza il suo permesso!” spiegò spazientito Joshua.
Bakin era ancora incerto.
“Senti deciditi, fallo in fretta, e se non sei d’accordo dileguati e non ti azzardare a farne parola con nessuno, chiaro?” lo minacciò Joshua “Dimentichi forse che tuo padre è stato costretto a lasciare la sua casa e la sua famiglia? Esiliato dalla Terra è stato umiliato e ridotto quasi ad un mezzo schiavo per estrarre minerali in quella colonia su Keepler
*1.? Dimentichi che si è ammalato di nervi e si è impiccato? E tu ancora hai remore per questa gente? Lei è una di loro e per quanto si sforzi, lo sarà sempre, quindi la useremo per quanto ci è utile e poi la scaricheremo. Non possiamo fidarci. Siamo in molti a pensarla così e faresti bene anche tu a farti crescere un po’ di pelo sullo stomaco o non vendicherai mai tuo padre!”.
“Ma è una brava ragazza… ha sempre rischiato un sacco per la causa…” protestò debolmente Bakin. Era un animo buono e semplice, non capiva il livore di Joshua.
“Ė vero è un’ottima persona, ma non è affidabile perché è figlia di un generale, nostro nemico, che non esiterebbe a farci fuori se lo ritenesse necessario. Nessuno meglio di te sa che la famiglia viene prima di tutto. È inevitabile, lei alla fine sceglierà la sua famiglia. Stai tranquillo, non le capiterà nulla di grave, ci penserà sua padre a toglierla dai guai. Questa è la nostra unica grande occasione per fare un servizio alla causa. Si tratta delle famigerate navi Death Shadows! Ti rendi conto? Diventeremo degli eroi! E se dobbiamo immolare Maya per questo risultato lo faremo, pensa a tuo padre e quanto sarebbe orgoglioso di te” rincarò Joshua, toccando sapientemente i giusti tasti.
Bakin sospirò ed abbassò lo sguardo. L’immagine di suo padre vitreo in quella capsula lanciata nello Spazio con una cerimonia frettolosa e fredda, gli dette la spinta finale per acconsentire al folle piano dell’amico.
“Va bene ci sto’…”.
Joshua sorrise soddisfatto e l’abbracciò.
Sarebbe diventato lui il capo sezione al posto di quella donna inconcludente, era solo questione di tempo, avrebbe calato il suo asso dalla manica e avrebbe fatto jackpot.

 

*


“Oh allora?!” disse Devasto, dando una vigorosa pedata al fianco del letto dove Harlock era mollemente sdraiato.
“Non mi va” rispose laconico il Falco.
Joe roteò gli occhi e il Freddo guardò l’orologio impaziente.
“E dai vieni con noi! Te ne stai sempre rinchiuso in camera. Non esci più ma che ti prende?” gli chiese preoccupato Tochiro, anche se cominciava a sospettare quale potesse essere il motivo di quella strana apatia del suo amico.
“Andiamo, sei il nostro catalizzatore di patata non ci puoi mollare così!” brontolò piagnucolando Devasto.
“Mi sa che è proprio la patata il suo problema” sentenziò drastico il Freddo iniziando a spazientirsi.
“Siete proprio dei cafoni!” saltò su Harlock molto contrariato.
“Ommamma!” fece Devasto agitando le mani “Non mi dirai che ti stai innamorando eh? Magari di una che neppure te la dà?”.
Harlock lo fulminò con un’occhiataccia “Crescerai un giorno?” gli chiese torvo.
“Andiamo Franklin, fatti una risata. Vieni a bere una birra con noi. È la festa di mezza estate e tutta la base fa baldoria. Che ci fai qui, a letto, da solo?” gli chiese Tochiro scrutandolo. Era così strano ultimamente, sempre immusonito e perso in chissà quali pensieri, troppo sfuggente e solitario. C’era qualcosa che lo turbava, era innegabile.
Harlock sbuffò forte “Va bene vengo, che palle che siete tra tutti!” sbottò, lasciandosi
andare ad un insolito turpiloquio per niente da lui. Si abbottonò la divisa e si riavviò i capelli, quindi di mala voglia seguì gli altri.
Vipera intanto li aspettava al pub più in voga di Oceania Tredici: l’Endless Odyssey
*2.
Il locale era stracolmo di gente chiassosa e ridanciana che dette subito sui nervi al Falco; si chiese perché si fosse fatto trascinare in quella bolgia infernale piena di oche starnazzanti e di soldati già troppo alticci. Era molto contrariato, non avrebbe dovuto seguirli, ma ormai era fatta e così decise che avrebbe bevuto anche lui.
Si sedette al tavolo presso il quale li aspettava Vipera e ordinò una pinta di birra scura con uno shottino di Irish whiskey. Non appena gli portarono la sua consumazione, infilò per intero il bicchierino direttamente dentro il boccale e cominciò subito a bere. Forse l’alcool l’avrebbe rilassato un po’.
Dato che era difficile, se non addirittura impossibile, parlare vista la confusione che c’era, cominciò a vagare distrattamente con lo sguardo per il locale.
Tochiro intanto lo osservava, voleva cercare di capire che gli passasse per la testa.
Devasto invece puntava ogni essere di sesso femminile che il suo sguardo riusciva ad intercettare, facendo delle radiografie minuziose e lasciandosi andare a commenti decisamente coloriti.
“Insomma mi sembra che siamo a buon punto, no? Tra un po’ si parte con i test seri, quelli sulle navi vere!” commentò il Freddo bevendo direttamente dalla bottiglia la sua Guinnes.
“Sì. Siamo al giro di boa” aggiunse soddisfatto Vipera che osservava Harlock, perché anche lui lo trovava troppo strano ultimamente.
Nessuno di loro sapeva delle lezioni di volo a Maya.
Il Falco era immerso nei suoi pensieri. Era come sempre preso tra due fuochi. La sua missione e lei. Era sempre più attratto da quella ragazza che allo stesso tempo, gli stava mettendo in testa un sacco di dubbi sulla Gaia Sanction. Non ci capiva più nulla, era confuso e questo non gli piaceva affatto.
Beveva annoiato la sua birra ascoltando distrattamente gli altri, quando ad un certo punto la vide.
Gli prese un colpo.
Era bellissima. Indossava un vestino leggero, chiaro e fiorito. Gli parve ancora più femminile del solito. Gli piaceva da morire come si muoveva perché era spontanea, aveva una finezza innata che la faceva sembrare regale, ma allo stesso tempo era molto dolce e giocosa, mai sguaiata o eccessivamente provocante. Non faceva la femme fatale né si atteggiava a donna del mistero. Era bella, ma sembrava quasi non saperlo e ciò creava un contrasto affascinante, tra semplicità ed innata sensualità, che era fulminante o almeno lo era per lui. I capelli morbidi e lucidi le danzavano leggeri sulla pelle nuda, l’abito era senza maniche sorretto da due finissime spalline, non molto scollato, attillato in vita, ma con la gonna, morbida e frusciante, lunga appena fin sotto il ginocchio. L’aveva vista sorridere amabilmente ad alcune persone che si erano fermate a salutarla, poi si era seduta al bacone del bar. Era radiosa. Emanava luce. Bellissima. Gli venne una sorta di stretta allo stomaco che neanche l’alcool riuscì a sedare.
“Ti sei incantato?” gli chiese Devasto riportandolo alla realtà “Ahhhh punti la bionda?” gli chiese sornione, seguendo la direzione del suo sguardo “Davvero una bella gnocca!”.
Harlock si girò e lo guardò male “Un aggettivo diverso da gnocca, topa o sgnacchera lo conosci?” ringhiò.
Tochiro scosse la testa e si portò una mano alla fronte, tra tutte le donne presenti nella base, Harlock sembrava molto, troppo, interessato proprio a quella! Che scherzo del destino, pensò.
“Lo sai chi è?” gli chiese interessato Vipera.
Harlock lo guardò scrutandolo e non rispose.
“Dovresti aver capito che in fatto di donne è ermetico. Ma questa volta vorrei capire anche io, se conosci la figlia di Ishida” disse serio il Freddo, rivolgendosi prima a Vipera e poi ad Harlock.
“Sì, la conosco. Problemi?” gli rispose secco. Non intendeva dir loro altro.
“Non ci andrai mica a letto eh?” chiese preoccupato Devasto.
Vipera rise sotto i baffi.
“Dubito” rispose per lui il Freddo.
Tochiro stava zitto e cercava di capire dallo sguardo del suo amico di che natura potesse essere quella conoscenza, anche se adesso cominciava a capire molte cose.
Harlock era molto infastidito dai discorsi di quei tre e continuava a fissarla, quando all’improvviso scorse quel tenente che l’aveva chiamata troietta avvicinarsi a lei e sederle accanto.
Sentì d’improvviso una sorta di rivoltone nello stomaco, una specie di morso che gli accese come una fiammata e gli bruciò maligna nel petto. Gli salì serpeggiando  una rabbia sorda che fece fatica a controllare. Questa sensazione di malessere crebbe nel vedere come quello animatamente le parlasse, chiaramente facendo lo splendido, mentre lei di rimando, lo ascoltava e gli sorrideva. Sembrava così presa…
Finì la birra in velocità e si alzò, mentre gli altri quattro lo guardarono interdetti.
Lo videro allontanarsi a passo deciso, quasi marziale, mentre si dirigeva verso il bancone dove erano seduti a bere quei due.
“Salve!” disse sfoderando un sorriso da perfetta faccia da schiaffi, infastidendo subito l’altro, e facendo al contempo sussultare interdetta la ragazza, che se lo ritrovò davanti senza neppure capire da dove fosse sbucato.
“Eccomi Maya, sono arrivato. Andiamo” disse prendendola risolutamente per un braccio.
“Co… come arrivato?” fece quello che non capiva. Era sicuro di avercela finalmente fatta. Erano mesi che faceva disperatamente il filo alla figlia di Ishida e ora arrivava quel frescone, con cui aveva fatto anche a botte, e se la portava via? Eh no! 
“Veramente la signorina era con me!” disse alzandosi fronteggiandolo, sebbene fosse assai più basso del Falco, che lo guardò come se fosse stato una piccola cimice da schiacciare.
“Niente mi farebbe più piacere che spaccarti nuovamente la faccia. Siediti e stai buono” gli disse serio e molto cupo Harlock, già pronto a concedergli un bis di cazzotti.
Maya, era rimasta seduta, li guardava confusa. E questa sceneggiata ora di che cosa sapeva? Era una situazione assurda.
“Smetti” disse accigliata ad Occhio di Falco, dandogli un buffetto sul braccio, lui si girò e
la fissò molto intensamente, voleva avvisarla del pericolo che stava correndo ad intrattenersi con quello lì, oltre ad essere geloso fradicio, ma quello era un aspetto che evitava accuratamente di prendere in considerazione. Era lì solo per aiutarla, si raccontava per autoconvincersi.
La ragazza, che era molto sveglia, intuì qualcosa dal suo sguardo, ma era confusa, quegli occhi cupi e severi avevano il potere di metterla sotto sopra.
“Ben, scusami…” disse rivolta al ragazzo con cui si era fermata a bere “Avevo dimenticato di avere fissato con il tenente Harlock per sbrigare una questione”.
Disse facendo intendere che fosse un appuntamento non di natura romantica.
Il Falco alzò un sopracciglio e la guardò con disappunto, che era quel tono formale? Subito dopo, guardò l’altro con aria soddisfatta, quindi prese nuovamente Maya per un braccio e se la portò via in fretta.

“Mamma mia, ecco perché era incupito. La bambolina lo cornifica con quello lì! Che è pure un nanerottolo. Brutto e fatto male. Praticamente è un cofano incidentato!” commentò aulico Devasto alla vista di quella scena.
“Non mi piace per niente questa cosa!” disse serio il Freddo.
Non piace neanche a me. Pensò Tochiro ma la sua preoccupazione era per tutt’altra ragione, niente a che vedere con quella del Freddo, che ovviamente si preoccupava per l’addestramento.
Vipera sorrise compiaciuto. Se Harlock se la faceva davvero con la figlia di Ishida, bastava farlo sapere in qualche modo al generale e il posto di Comandante sarebbe stato suo di diritto.

Intanto, fuori dall’Endless Odissey, era in corso un’animata discussione.

“Mi spieghi come ti permetti di piombare come un falco mentre sono con un amico, per portarmi via? In quel modo… come… come se tu avessi qualche diritto di cui non sono a conoscenza!” stava dicendo Maya piuttosto alterata, muovendo le mani con enfasi.
Era buffo che avesse usato senza saperlo, il suo nome di battaglia. Harlock la stava guardando: era rossa in viso, molto agitata e decisamente bellissima. La sue pelle chiara sembrava quasi risplendere sotto i raggi della luna. Le sue labbra appena più rosate grazie ad un velo di rossetto, erano invitanti e tentatrici come un frutto proibito. Non aveva alcuna voglia di discutere, piuttosto avrebbe desiderato baciarla fino a slogarsi la mascella, ma si dette un contegno raddrizzandosi.
“Lo sai che quello ti dà la caccia? Oltretutto non si farebbe neppure troppi problemi a spararti, l’ho fatto per te! Perché non ti scoprisse”.
Lei alzò gli occhi al cielo “Che genio!” gli disse guardandolo male “Credi che non lo sapessi? Me lo stavo lavorando!”.
Harlock rimase interdetto.
“Lavo… cosa?” disse guardandola malissimo, molto crucciato.
Era cosi accigliato e cupo che pareva minaccioso, Maya spalancò gli occhi e aprì la bocca e poi la richiuse, rimanendo senza parole.
L’espressione che aveva dipinta in volto e la sua veemente reazione potevano voler dire una cosa sola e fu sconvolta da questa inaspettata rivelazione.
“Tu… tu sei geloso…” commentò in un soffio, guardandolo come se lo vedesse per la prima volta. Ebbe un brivido. Quella scoperta le stava facendo uno stranissimo effetto, che neanche lei seppe spiegarsi. Però era anche una sensazione piacevolissima, si sentì leggera come una piuma e allo stesso tempo quasi ebbra.
“Chi? Io? Ma non diciamo sciocchezze!” rispose Harlock, subito ritirandosi come una tartaruga dentro il suo guscio, facendo un passo indietro.
Si sentì improvvisamente stupido, scoperto e insolitamente impacciato.
Non sapeva mai come comportarsi con Maya. Era una cosa strana, che gli faceva anche un po’ paura. Moriva dalla voglia di avere un contatto fisico con lei ma era come bloccato e non si capacitava del motivo di questa sciocca reazione che lo tratteneva e lo tormentava. Non aveva mai avuto problemi con le donne, non si era mai trovato in difficoltà, questa volta invece era tutto maledettamente diverso e complicato; come se avesse il freno a mano tirato e neanche lui sapeva darsi una spiegazione logica del perché.
In realtà aveva una paura fottuta di non piacerle ed era una cosa dura da ammettere, quindi faceva lo gnorri, addirittura con se stesso.
“Geloso di te? E perché mai dovrei esserlo?” le rispose subito sulla difensiva. Ci mancava soltanto che adesso scoprisse anche che avrebbe volentieri strozzato quello stoccafisso che la guardava come un gatto guarda un topo!
Lei rimase male dalla sua reazione molto fredda, controllata, e temette di essersi sbagliata, di avere frainteso, di essersi stupidamente illusa. Del resto lui le metteva una tale confusione in testa a volte...
Non era molto esperta di uomini. Aveva poco più di vent’anni e negli ultimi anni c’era stata la guerra. Non aveva avuto di certo il tempo di dedicarsi ai filarini e alle cose da adolescenti, c’erano stati ben altri problemi e poi s’era votata alla causa della Gea Free, così era davvero poco pratica di certe cose. Quel tenete però le faceva un certo effetto. Aveva caldo, poi freddo. Quando lo vedeva avvertiva uno strano sfarfallio nella pancia e si sentiva una stupidina, come se avesse bevuto, come se fosse stata brilla. Ogni volta poi che la guardava intensamente, con quegli occhi magnetici e bellissimi, la faceva sentire importante, desiderata e qualche volta aveva anche immaginato come sarebbe stato se lui l’avesse baciata, con quella sua bocca che a volte era imbronciata e che appariva cosi invitante, ma poi aveva subito scacciato quel pensiero perché le sembrava molto sciocco e fuorviante. Aveva per la mente cose ben più serie ed importanti che le pomiciate con il bel tenente di turno.
Però, poco prima, le era sembrato davvero geloso, ne era certa, e la cosa le aveva scaldato il cuore, le era piaciuta, ma al momento lui stava facendo un’altra volta lo strafottente. Era insopportabile.
Non capiva mai di che umore fosse, cosa gli passasse realmente per la testa e questo la faceva davvero impazzire. Era gentile ma chiuso, ironico ma pungente, gioviale ma riservato. Insomma aveva un carattere piuttosto enigmatico.
“Fa niente. Lascia perdere” tagliò corto, come si fosse risvegliata da un sogno, posando nuovamente i piedi per terra. “Comunque la prossima volta non ti immischiare. Sapevo quello che stavo facendo. Ora hai rovinato tutto! Tanto vale che me ne torni a casa. La missione è fallita” sbuffò contrariata.
“Ti accompagno” si offrì lui spontaneamente.
“No grazie” rispose decisa.
“Mi spieghi perché sei arrabbiata? Ti ho fatto un favore, non dovresti fare certe bravate neppure per la tua causa, quello è un tipo pericoloso, fidati”. Era chiaro che fosse infastidita da qualcosa che esulava da quella che aveva definito missione.
“La cosa non ti riguarda”. Era turbata e confusa.
“Oh sì, mi riguarda eccome!” saltò su punto nel vivo.
“E ti chiedo nuovamente: a che titolo, scusa?”.
“Come… come… tuo istruttore di volo, ecco io credo che…”.
Ma lei non lo fece finire “Ti risparmio le scuse, non mi interessano, non voglio sapere niente, torna là dentro e divertiti, ma non ti azzardare mai più ad intrometterti nelle mie cose! Non ne hai alcun diritto”.
Era davvero arrabbiata, i suoi occhi blu brillavano sembravano lanciare strali minacciosi ed erano più limpidi del solito.
“Non mi stavo intromettendo, ti stavo solo aiutando” soffiò costernato “Quello è un tipaccio davvero, non dovresti scherzare con il fuoco” aggiunse davvero sincero. “Senti, io vorrei esserti amico, non prendere tutto ciò che faccio per sbagliato a prescindere. Stavo cercando di proteggerti…” le stava spiegando, quando furono interrotti dall’inopportuno arrivo di Vipera.
“Non dargli retta, è un donnaiolo della peggior specie, lascialo perdere!” disse ridacchiando impunemente, intromettendosi senza sapere di che stessero parlando. Era uscito fuori, fingendo di voler fumare, ma in realtà voleva controllarli e vedere se fossero ancora lì, o se si fossero appartati.
Harlock si girò e gli lanciò un’occhiataccia severa.
“Stavo scherzando” disse il tenente alzando le mani “La verità è che è un galantuomo. Tempo fa ha suonato come un tamburo quel tipo che stava con te, solo per difendere quella teppistella che lo ha spruzzato di vernice. Lo sapevi vero, che è stato imbrattato come un muro di periferia da una dimostrante della Gea Free, sì? E tu pensa che ragazzino a modo che è, nonostante ciò, si è battuto per lei! Un vero paladino delle donzelle in pericolo, non c’è che dire” ridacchiò impunemente.
Harlock voleva strozzarlo, lui e quella sua boccaccia!
“Hai finito? Perché non torni da dove sei venuto?” gli disse davvero torvo, trapassandolo con un’altra delle sue peggiori occhiatacce.
Vipera, che stava ancora sghignazzando, finalmente se ne andò. Voleva fargli un dispetto, in realtà, senza saperlo gli aveva appena fatto un grosso favore.
Una volta rimasti di nuovo soli, il Falco si accorse che Maya lo stava fissando in modo strano, quasi ammirato. Il suo cuore cominciò a galoppare pazzo.
“È vero?” gli chiese.
Ed Harlock notò che i suoi occhi ora brillavano proprio come due piccole stelle luminose. Si sentì come sciogliere e non seppe neppure lui perché.
“Sì” rispose secco. Era nuovamente a disagio ed era stufo di sentirsi così davanti a lei.
“Quindi quando sei venuto a casa mia e avevi quel livido, era perché avevi fatto a botte… per me?” gli chiese con il cuore in gola. Era stupidamente emozionata, che cosa ridicola, pensava, mentre a dispetto dei suoi pensieri, anche a lei il cuore batteva decisamente troppo forte, tanto che le pareva quasi di udirne il rumore.
Harlock si passò una mano tra i capelli.
Santi numi del cielo, era imbarazzato. Lui che non si imbarazzava mai! Se ci fosse stato un muro avrebbe preso la rincorsa e ci avrebbe battuto volentieri la testa contro, per scuotersi e riprendersi da quello stato catatonico.
“Tecnicamente sì” disse abbozzando una specie di sorriso.
“Perché?” gli chiese lei, fissandolo sempre intensamente. Si sentiva così strana, non se lo sarebbe mai aspettato. Lo aveva ridicolizzato, raggirato e lui invece non solo l’aveva liberata facendola fuggire ma aveva anche difeso il suo onore…
“È stato molto maleducato e ti ha mancato di rispetto. Non è corretto né onorevole offendere le persone, specialmente una donna” le disse in modo sincero e disarmante.
Lei sorrise e le s’illuminò il viso, al Falco sembrò quasi che sorgesse il sole, sebbene fosse notte.
“Grazie. È una cosa molto bella” gli disse spontanea, poi gli si avvicinò e si alzò sulle punte dei piedi. Harlock per un attimo trattenne il respiro. Erano così vicini. Percepì il calore del suo alito sfiorargli una guancia, il suo profumo lo stordì appena, e si sentì come rimescolare qualcosa dentro che lo lasciò senza fiato, ma restò immobile, vigile, quasi rigido. Era profondamente turbato.
Maya, molto concentrata, aguzzando gli occhi per l’oscurità, controllò il suo zigomo spostandogli appena ciocca di capelli; nel farlo, con la puta delle dita, gli sfiorò inavvertitamente la pelle del viso. Harlock percepì subito un formicolio dietro la nuca, gli dette una piacevole scossa elettrica che gli si propagò per il tutto il cuoio capelluto, imbambolandolo appena.
“Menomale, il livido non c’è più!” gli comunicò sollevata tutto d’un fiato, rompendo di colpo l’incantesimo.
Stargli così vicino aveva avuto un effetto devastante anche su di lei che si era impaurita, certe sensazioni a volte erano davvero troppo intense, così aveva parlato per poter arginare quell’ondata di sensazioni prepotenti.
Harlock invece era sul punto di cedere, sarebbe bastato un soffio e… fece per abbassarsi, ma Maya si scostò veloce da lui precedendolo, mettendo subito una certa distanza tra  loro. Aveva battuto ritirata, facendo una fatica enorme per non buttarsi tra le sue braccia e affondare il viso nell’incavo del suo collo. Si era spostata appena in tempo, spaventata dall’intensità così viva e prepotente del desiderio di avere un contatto fisico con lui.
Harlock ci rimase male.
Per qualche secondo il tempo si era come fermato, ma il Falco non aveva saputo cogliere l’attimo. E lei gli era sfuggita via come sabbia che scivola tra le dita.
“È meglio che io vada a casa” disse Maya seria e precisò fermamente decisa che sarebbe andata da sola. A niente valsero le proteste di lui che voleva accompagnarla, Maya fu irremovibile, quindi si salutarono e se ne andò.
Harlock però non era tranquillo e la seguì discretamente, a distanza, senza farsi vedere. Quando finalmente la vide entrare in casa, si dileguò, camminando pensoso tra le ali scure della notte. Era in mezzo alla campagna e la luce fioca della luna rendeva tutto più misterioso e smorzato. Ad un certo punto sentì il bisogno prepotente di un momento di raccoglimento e d’istinto si sdraiò su un prato che si affacciava poco lontano, al lato della strada. Prese un filo d’erba e se lo mise in bocca, quindi incrociò le mani sotto la nuca e si mise ad osservare le stelle che trapuntavano un cielo limpido e sereno. Davanti a lui si stagliava maestoso un ammaliante gioco di tremuli puntini luminescenti. Quegli scintillii, infinitamente lontani ma così vividi, pulsanti ed imperscrutabili, rapirono la sua mente che vi ci si perse dentro. I suoi pensieri agitati ci trovarono asilo e per un po’ dimenticò tutto ciò che lo turbava, recuperando una sorta di tranquillità ristoratrice.

 

 

1 KEEPLER: Già usato in Wonderwall  dal capitolo 23 : Per questo pianeta nella fic mi sono ispirata al vero Kepler-62. Un pianeta esistente, extrasolare orbitante attorno alla stella Kepler-62, una nana arancione distante 1200 anni luce dal sistema solare, situata nella costellazione della Lira. La sua scoperta è stata annunciata il 18 aprile 2013 da parte del team della Missione Kepler. Il pianeta, con un raggio 1,6 volte quello terrestre, è probabilmente una super Terra con superficie solida, e si trova nella zona abitabile della stella, ove è possibile la presenza di acqua liquida in superficie. Fonte wikipedia.
2 ENDLESS ODYSSEY: Omaggio citazionistico alla serie in questione. Ho pensato fosse carino usare il nome della serie come nome per il locale :)

 

 

 

 

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BUONA IMMACOLATA a tuti si rientra nei ranghi normali  e questo è l’aggiornamento settimanale consueto ;)

GRAZIE ancora una volta a tutti i lettori di questa ficcia! E un abbraccione strizzoloso a chi recensisce! Grazie anche a chi ha aggiunto la fic alle preferite, ricordate eccetera :*
Questo capitolo è regalato a CHI sa, e perché! Grazie :) !!!
Grazie comunque a chi passa di qua segue e legge, per me è sempre un regalo la vostra attenzione

GRAZIE alla mia amica e beta Azumi

CURIOSITA’ E questi sono (in ordine da sinistra) Devasto, e il Freddo che bevono, Vipera che invece fuma!! (scusate ma non ho resistito :D)


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GRAZIE Capitano perché tuttavia, ci ispiri sempre!


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Per oggi è tutto.
Buona notte, o Buon giorno a voi!
Passo e chiudo.
Che la pace sia sempre con voi! Alla prossima volta! =D

  
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