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Autore: ___Darkrose___    08/12/2014    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
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Il giorno dopo mi svegliai prima degli altri e preparai la colazione per tutti. Il loro sostegno per me era stato molto importante e volevo ripagarli in qualche modo.
Sapevo che la vicina aveva parlato a Miroku di andare a vedere gli animali della savana e lui e Shippo erano molto interessati, quindi prima di partire avevo deciso di portarli a fare un safari tutti insieme. Sarebbe stata l’ultima occasione per fare qualcosa di normale, poi sarei dovuta andare nell’epoca Sengoku, se mai fossi riuscita a trovare il passaggio, e avrei dovuto dire addio alla vita che avevo conosciuto, anche se agli altri non avevo ancora detto che poi sarei rimasta per sempre nella loro epoca.  Dopotutto, cosa mi rimaneva qui?
Miroku e Shippo furono i primi a svegliarsi e corsero ad abbuffarsi, facendo fuori in men che non si dica la metà dei muffin che avevo portato.
- Lasciate qualcosa anche per gli altri – li rimproverai, portando via i piatti.
Miroku abbassò il capo. – Scusate Samantha-chan, stavo morendo di fame -.
Sorrisi e gli porsi una tazza di thè appena fatto e a Shippo una tazza di latte e cioccolato.
Shippo sorrise contento. – Grazie Samantha-chan, sei molto dolce -.
Gli scompigliai i capelli con una mano e gli sorrisi a mia volta. – Non c’è di che, è il minimo -.
Avevo legato molto di più con Sango e Inuyasha che con Miroku e stare con lui mi metteva a disagio, non sapevo cosa dirgli e anche lui era molto silenzioso.
- Allora…oggi vi porto a vedere gli animali della savana, siete contenti? – dissi, mentre preparavo altro thè per Inuyasha e Sango.
Gli occhi di Shippo si fecero grandi per la gioia. – Evviva! -.
Anche Miroku sembrava contento. – Grazie Samantha-chan, per tutto quello che state facendo – disse.
- Figurati, sono io che dovrei ringraziare voi -.
Lui mi guardò perplesso. – Ma da quando siamo arrivati abbiamo creato solo scompiglio -.
Tenni lo sguardo puntato sul pavimento e continuai a parlare. – Sì, forse è vero, ma se non foste arrivati, forse avrei vissuto tutta la vita senza sapere chi realmente sono e voi mi avete dato la possibilità di scoprirlo e vi devo molto -.
Miroku mi si avvicinò sorridendo. – Beh, allora sono felice di esservi stato utile Samantha-chan  -.
Gli sorrisi a mia volta e mi voltai per versare il thè, ma sentii la sua mano toccarmi il sedere e mi girai per tirargli un sonoro ceffone sul viso. – L’unico modo in cui vi ringrazierò sarà con la mia gentilezza e disponibilità, non sono previsti pagamenti in natura! -.
Sango e Inuyasha si erano svegliati e sospirarono rassegnati. – Non cambierà mai -.

In poco tempo avevo recuperato dei vestiti adatti per portarli a fare quella scampagnata e come al solito era stato faticoso convincere Inuyasha a non fare storie per venire con noi e rimandare di un po’ la sua estenuante ricerca di un modo per tornare nel suo tempo.
Un minimo di relax dopo tutto quello che era successo avrebbe fatto bene a tutti e alla fine lo trascinammo fino alla zona safari tra lamenti e un’infinità di “a cuccia”.
Miroku si guardava intorno sognante, dato il caldo tutte le ragazze avevano i pantaloncini e molte di loro li portavano fin troppo corti.
- Lo sapevo di essere nato nell’epoca sbagliata, dovevo vivere qui! – continuava a mugugnare il giovane monaco.
Sango lo prese per un orecchio, trascinandolo verso la nostra guida. – Piantala o giuro che ti do in pasto ad un leone -.
- Non dirai sul serio – mormorò.
- A me sembra molto seria – commentò Shippo, arrampicandosi sulla spalla del monaco.
Presi Sango sottobraccio e la riportai verso la nostra guida, che ci indicava una gabbia, dove dentro c’erano dei cuccioli di leone.
Nonostante fossero cuccioli erano grandi quasi quanto Shippo e il piccolo demone volpe si arrampicò sulla spalla di Inuyasha preoccupato.
- Tzè, sei davvero un fifone – commentò il mezzodemone, anche se dalla sua faccia neanche lui gradiva molto la vicinanza degli animali.
In fondo cani e gatti non erano mai andati molto d’accordo.
Sango, Miroku ed io coccolammo i cuccioli, fino a quando i lamenti di Shippo ed Inuyasha non diventarono insopportabili e andammo verso la gabbia dove c’erano gli struzzi.
Adesso ero io ad essere irrequieta. Quei tacchini giganti non mi piacevano per niente.
Shippo, invece, si sporse per dare loro da mangiare, peccato che fu preso per la coda e tirato dentro il recinto.
- Oh no Shippo! – gridammo io e Sango.
Inuyasha, da bravo incosciente quale era, si buttò a sua volta nel recinto e l’unica cosa che riuscì ad ottenere fu di essere rincorso da quegli animali per tutto il recinto con in braccio Shippo.
La nostra guida fu costretta a chiamare il propietario della zona zoo per farli uscire.
I due erano sfiniti e si misero seduti a terra non appena furono finalmente fuori.
- Quei dannati polli giganti! Se potessi li avrei già messi su uno spiedo – si lamentò Inuyasha, mentre ci allontanavamo dal recinto.
Miroku gli diede una pacca sulla spalla. – A quanto pare anche loro avevano la stessa idea -.
- Tzè, non sono certo quei cosi che possono mettermi ko! – cominciò a sbraitare.
Shippo lo guardò torvo. – Eppure eravamo in due a scappare se non mi sbaglio -.
- Piccolo insolente.. -, lo acchiapai per la maglia prima che potesse cominciare a prenderlo a schiaffi.
Miroku, nel frattempo, aveva rivolto le sue attenzioni ad un gruppo di turiste svedesi dalle gambe lunghe e magre e Sango cominciò a farsi rossa dalla rabbia.
La punizione divina non tardò ad arrivare, una scimmia, che era nella gabbia vicino a dove era appostato Miroku, lo afferrò per il codino cominciando a strattonarlo, mentre emetteva delle urla divertite.
- Aaaaaah! – gridò il monaco. – Sango, potresti aiutarmi per favore? -.
La ragazza si voltò dall’altra parte. – Sbrigatela da solo, così impari a correre dietro tutte le donne che ti passano vicino -.
Il povero Miroku rimase a farsi strapazzare da quella scimmia per dieci minuti buoni, anche perché Sango ci impedì di andarlo ad aiutare, fulminandoci con uno dei suoi soliti sguardi di fuoco.
Capii che era il momento di farli salire sulla jeep per il giro nella savana, almeno in macchina non avrebbero potuto combinare guai…o almeno così speravo.
Mi misi seduta davanti, mentre gli altri tre si sistemarono dietro e Sango tenne il piccolo Shippo in braccio.
La nostra guida si chiamava Sean e ci mostrava ed elencava tutti gli animali che incontravamo nel nostro giro turistico.
- Le iene fanno parte della famiglia dei canidi – commentò Sean, mentre passavamo davanti ad un gruppo di quegli animali.
Miroku diede una gomitata ad Inuyasha. – Noto una certa somiglianza – commentò, causando una risata da parte del gruppo.
- Ti sembro simile a quei cosi?! – sbraitò.
Arrivammo fino alla zona dei leoni albini, che erano grandi quanto la jeep e vederli passare vicino a noi ci mise i brividi.
- Gatti troppo cresciuti, ecco cosa sono – mormorò Inuyasha, spostandosi verso il centro della macchina e schiacciando Sango e Miroku.
Io sorrisi divertita.
La guida continuava a parlare ininterrottamente e ci portò sempre più al centro della savana, uscendo anche dal sentiero segnato.
- Scusi, dove stiamo andando? -  chiesi, ma lui continuò a parlare, senza darmi retta.
Gli toccai la spalla e ripetei la domanda, ma ancora una volta non mi ascoltò e continuò a blaterare a proposito della zona e dei vari tipi di animali che ci vivevano.
Inuyasha, che si era ormai spazientito del suo parlare, cominciò a scrollarlo, ma quando lo fece il corpo cadde sul volante, scoprendo che quello non era altro che un fantoccio.
Sgranai gli occhi e cominciai a tremare, mentre il piede del manichino continuava a premere sul pedale dell’accelleratore.
- Samantha, dannazione ferma questo coso! – cominciò a gridare il mezzodemone, mentre dietro venivano sballottati avanti e indietro.
Io mi sganciai la cintura, cercando di prendere il volante. – Ti sembra una cosa facile? – sbraitai.
- Odio questo coso! – urlò Shippo tenendosi alle braccia di Sango.
- Samantha-chan attenta! – gridarono in coro Sango e Miroku.
Davanti a noi c’era un albero, provai a svoltare, ma tutto ciò che riuscii ad ottenere fu che la macchina sbandò, capottandosi e rotolando fino a quando non colpì l’albero davanti a noi.
I vetri andarono in frantumi e mi tagliai e colpii violentemente la testa. Gli altri erano allacciati alle cinture di sicurezza, ma io fui sbalzata su e giù fino a ritrovarmi piantata sul volante con la testa.
Avevo la vista annebbiata e facevo fatica a sentire. Mi sembrava che ogni cosa fosse diventata ovattata e faticavo a tirarmi in piedi.
Gli altri erano riusciti ad uscire dalla macchina e Inuyasha e Miroku mi aiutarono ad uscire.
Fortunatamente avevamo solo qualche graffio e lentamente io stavo cominciando a riprendermi dalla botta che avevo preso; ora capivo cosa provasse Inuyasha ad essere spedito a terra.
- A quanto pare quella non era esattamente una guida turistica – commentò Sango, pulendosi i vestiti dalla terra.
Shippo si era avvicinato all’uomo-manichino e lo toccò con un bastone che aveva trovato lì vicino. – Sembra uno dei fantocci usati da Naraku – commentò.
Anche Miroku si avvicinò. – A quanto pare Naraku non deve essere lontano se ci ha fatti portare fin qui -.
Mi sentii mancare. – Potrebbe davvero essere qui? – chiesi, ero costretta ad appoggiarmi a Sango per tenermi in piedi.
La ragazza mi aiutò, mentre cercavamo di dirigerci verso il bagagliaio della macchina dove tenevamo la nostra roba. – Sì, speriamo solo che ti riprenda abbastanza in fretta da affrontarlo -.
Inuyasha strappo di netto lo sportello del bagagliaio e recuperò le armi che avevamo nascosto nelle borse. Si rimisero i vestiti della loro epoca, tanto sarebbe stato molto difficile essere visti da qualcuno nel bel mezzo della savana.
Io ero l’unica a non avere un’arma per difendermi, anche se a quanto pare fino a quel momento non  ne avevo avuto affatto bisogno.
Seguimmo le tracce lasciate dalla jeep, il piccolo Shippo si era messo sulla mia spalla e si guardava intorno con circospezione.
Mentre camminavamo sotto il sole sentii un rumore che mi gelò il sangue nelle vene. Un branco di leonesse ci aveva puntati, ma sembravano molto più grandi di quelli che avevamo visto e non volle molto per capire che alcuni di loro erano sotto il controllo di Naraku.
Toccai la spalla di Inuyasha, che nel frattempo aveva continuato a camminare insieme agli altri. – Inu…Inuyasha – mormorai.
Lui si voltò seccato. – E adesso cosa… -, rimase allibito nel vedere quell’enorme branco proprio dietro di noi.
Sango e Miroku si misero subito in posizione di attacco e insieme ad Inuyasha si lanciarono contro il branco.
Shippo ed io fummo costretti a rimanere in disparte, fino a quando due leoni non ci trovarono.
- Sam…Samantha-chan, riesci ad evocare la barriera? – balbettò il demone tremante.
Io scossi la testa. – No…ma ho un altro piano -.
- Quale? -.
- Corri! – gridai.
Scappammo fino a raggiungere un albero e alla velocità della luce riuscimmo ad arrampicarci. I leoni cercavano di arrampicarsi a loro volta, ma con scarsi risultati, anche se non ci avrebbero messo molto a trovare un modo per raggiungerci.
Non sentivo nessuna forza fluire dentro di me, provavo una paura cieca, ma non era nulla pragonata a quella che provavo contro Naraku e non riuscivo ad evocare i miei poteri spirituali.
Non potevamo neanche chiamare gli altri, perché erano troppo impegnati a difendere loro stessi, così cominciai a tirare i rami che riuscivo a staccare sulla testa degli enormi felini, con l’unico risultato di farli arrabbiare ancora di più.
- Ho un’idea! – esclamò il piccolo demone volpe. – Fuoco fatuo! –.
L’attacco del demone riuscì a spaventare i leoni, che fuggirono velocemente, dandoci il tempo di riprendere fiato.
I leoni sembravano continuare ad aumentare e per la prima volta vidi il famoso Vortice del Vento di Miroku.
Dalla sua mano sembrava formarsi un buco nero che risucchiava tutti i leoni al suo interno.
In quel momento vidi avvicinarsi una nube nera e rumorosa e mi resi conto che erano enormi insetti che si stavano lanciando di proposito nel vortice della mano del monaco.
- Miroku attento! – gridò Shippo.
- Che cosa sono? – chiesi.
Il piccolo demone si voltò verso di me. – Sono insetti velenosi, evocati da Naraku per impedire a Miroku di usare il Vortice del Vento -.
Il giovane monaco fu infatti costretto a richiudere il sigillo e si inginocchiò a terra per lo sforzo.
Sango si mise davanti a lui per proteggerlo scagliando il suo Hiraikotsu contro i leoni e Inuyasha continuava a battersi valorosamente e io mi sentivo impotente e inutile in quella battaglia. Quando il mezzodemone cadde a terra e perse Tessaiga non riuscii più a trettenermi.
Mi lasciai alle spalle le urla preoccupate di Shippo e corsi ad aiutare i miei amici, ma solo quando fui a terra mi resi conto di quanto inutile e stupido fosse stato il mio gesto. Inuyasha si era già rialzato e aveva ripreso Tessaiga e io ero di nuovo circondata da quelle bestiacce.
- Samantha-chan attenta – gridò Shippo.
Quando i leoni si lanciarono su di me, la barriera si era di nuovo eretta e gli animali furono sbalzati lontano da me in men che non si dica.
Mi alzai stordita, ma felice. – Ora sì che si ragiona – dissi fiera.
- Dannata scema scappa, ne arrivano altri! – gridò Inuyasha, mentre continuava a colpirli uno dopo l’altro.
Ora sì che ero nei guai, ero troppo lontana dall’albero per risalire e non riuscivo ancora a ricreare la barriera, avevo speso troppe energie e ancora non sapevo controllare i miei poteri.
L’unica soluzione fu mettersi a correre più veloce che potevo, mentre quelle bestiacce mi rincorrevano affamate.
- Ma perché? Cosa mi è saltato in mente?! – continuavo a gridare, mentre correvo.
Ero veramente nei guai, non potevo fare praticamente nulla per difendermi e se Inuyasha o Sango si fossero distratti per aiutarmi, rischiavano di essere feriti, dovevo inventarmi qualcosa alla svelta.
Un leone mi balzò addosso e mi buttai a terra appena in tempo per schivare il suo attacco.
I leoni mi accerchiarono e ruggirono affamati. Erano molto più grandi di me e cominciavo a provare una fifa nera e cominciai a pregare che la barriera si ricreasse a mia insaputa, ma sapevo che non sarebbe successo.
Chiusi gli occhi e cominciai a sudare freddo, ma quando non sentii arrivare il colpo fui costretta a riaprire gli occhi. Dei rami pieni di spine si erano avvinghiati attorno agli animali e li trattennero fino a soffocarli.
Ok, adesso sì che comincio ad avere paura di me stessa pensai.
I leoni rimasti si ritirarono e anche i rami tornarono sotto terra, lasciando le carcasse degli animali morti vicino a me.
- Samantha-chan, ma come hai fatto? – mormorò Sango.
- Che io sappia, questo non fa parte dei poteri spirituali di una sacerdotessa – mormorò Miroku, che ancora non riusciva a tenersi in piedi a causa degli insetti velenosi.
Shippo scese dall’albero e mi corse incontro, anche se appena mi arrivò vicino non osò sfiorarmi, forse preoccupato che potessi ancora evocare quei rami.
Inuyasha aveva rimesso Tessaiga nel fodero e si era avvicinato a me e sembrava l’unico a non avere paura di sfiorarmi, così mi aiutò a tirarmi in piedi, dato che le mie gambe tremanti mi impedivano di reggermi.
Solo quando alzai lo sguardo dietro le spalle dei miei amici, mi resi conto che le cose potevano solo peggiorare.
- Oh, a quanto pare i tuoi poteri crescono, Samantha -, la voce lugubre di Naraku raggiunse i miei compagni, che si voltarono a guardarlo esterrefatti, era riuscito a trovarci anche qui.
Inuyasha mi prese e mi nascose dietro alla sua schiena. – Dannato, cosa ci fai qui? – gridò.
- Mi sembra ovvio, sono venuto a prendere i frammenti della Sfera e voi me li consegnerete – ghignò.
Io strinsi i frammenti che avevo legato ad una collana e fissai quel dannato con odio, sentendo montare la rabbia dentro di me.
- Samantha, a cosa devo quell’espressione? Dopotutto un tempo ero l’uomo che amavi -.
Stavo per buttarmi contro di lui, ma Inuyasha mi strinse ancora di più impedendomi di commettere qualche altra sciocchezza. Anche se avevo scoperto nuovi poteri, non sapevo ancora come usarli.
- Naraku, preparati a morire, questa volta non hai scampo! – esclamò Sango, che cercava di nascondere il monaco dietro di lei.
Il demone sorrise divertito, questa volta non era un fantoccio, perché mi resi conto di poter vedere i frammenti proprio posizionati vicino al suo cuore.
Volevo correre a strapparli dal suo maledetto corpo, ma i mezzi a mia disposizione erano relativamente pochi e dovevo prima studiare un piano.
- Sciocca, se non fosse stato per la vostra nuova amica l’altra volta sareste stati sconfitti anche da un mio fantoccio, cosa vi fa pensare di avere qualche speranza contro di me? – esclamò, i suoi occhi si stavano riempiendo di rabbia mista ad un sadico divertimento.
Questa volta non mi lasciai spaventare, non sarei rimasta in disparte a guardare, volevo fare qualcosa.
La linea dei miei pensieri fu interrotta, perché il mostro aveva appena evocato molti dei suoi demoni, che si scagliarono contro di noi, pronti a distruggerci.
Inuyasha lanciò la cicatrice del vento, ma riuscì a spazzarne via solo una piccola parte; più ne distruggeva più sembravano arrivarne.
Naraku era distratto, intento a controllare i suoi demoni e decisi che era il mio momento per attaccare.
Strisciai fino a poco distanza da lui e prima che si potesse accorgere della mia presenza mi scagliai contro di lui, ma non mi resi conto di un dettaglio molto, molto importante.
Naraku non era da solo, c’era qualcuno con lui, che si scagliò contro di me e mi buttò a terra, strappandomi dal collo i frammenti dei miei genitori.
La figura era incappucciata e non riuscii a vederla in volto.
Consegnò i frammenti a Naraku, che sorrise compiaciuto e le disse qualcosa all’orecchio, ma non riuscii a capire di cosa si trattasse.
- Dannato! Ridammi i frammenti dei miei genitori! – gridai, scagliandomi all’attacco, ma prima di poterlo raggiungere fui costretta ad evitare un nuovo attacco della figura incappucciata. Indietreggiai fino a raggiungere gli altri.
- Naraku ha preso i miei frammenti! – esclamai.
Inuyasha fece a pezzi un altro dei demoni e fu in quel momento che la scena sembrò rallentare.
La figura incappucciata si stava scagliando contro Inuyasha ed era pronta a colpirlo con la sua spada.
Sango non riuscì a fermarmi, io mi ero già lanciata davanti ad Inuyasha per proteggerlo. Sentivo che la barriera si era creata, ma questa volta fu oltrepassata e distrutta dalla spada.
Il tempo sembrò fermarsi. Mi sembrò di non avvertire neanche la spada che trapassava la mia spalla. L’urlo di Inuyasha sembrava ovattato e quando la spada uscì dal mio corpo, caddi in ginocchio.
Non riuscii neanche ad urlare dal dolore, non mi sarei dimostrata debole davanti a loro.
- Sango, prendi Samantha e portala via! – gridò Inuyasha.
La ragazza stava correndo verso di me, ma io non avevo alcuna intenzione di scappare, non questa volta.
- Come ha fatto ad oltrepassare la barriera – mormorai tra i dolori.
Sango mi teneva in piedi, ma non c’era verso di portarmi via dallo scontro.
Non lo so Samantha-chan, non ne ho idea -, Miroku si era materializzato vicino a noi, era debole, ma anche lui si stava riprendendo.
- I miei sospetti allora erano fondati – mormorò Naraku, appoggiando una mano sulla spalla del suo nuovo alleato. – Ti faccio i miei complimenti, le tue informazioni erano corrette -.
- Chi è? Una nuova emenazione del tuo corpo, dannato bastardo? – gridò Inuyasha.
Naraku lo guardò con sufficienza. – Non ho tempo per discutere con te -.
I frammenti della sfera dei miei genitori si unirono ai suoi.
Avvertii una forte energia confluire nel corpo del demone, tanto che un portale si materializzò davanti ai nostri occhi.
Mi ricordai di quello che aveva detto, gli mancavano pochi frammenti per riuscire a ricreare il portale che ci avrebbe riportati nell’epoca Sengoku.
Neanche Naraku, però, poteva immaginare quale energia avrebbe potuto sprigionare la creazione di quel portale, poichè tutti fummo catapultati all’interno di esso a causa della forza sprigionata.
Una luce abbagliante mi colpì, fino a quando non mi ritrovai in acqua, trascinata dalla corrente di un fiume.
Non vedevo i miei compagni, ero sballottata dalla corrente e sentivo l’acqua che cominciava a riempirmi i polmoni.
Provai a tenere gli occhi aperti, ma l’unica cosa che trovai davanti a me, furono due serpenti, uguali a quelli che avevo visto nella piscina a casa di mio padre.
Provai a nuotare fino alla superfice per fuggire, ma la spalla mi faceva un male terribile e il fiato mi mancava sempre di più.
Chiusi gli occhi, convinta che ormai quel fiume sarebbe diventato la mia tomba.

Quando aprii gli occhi era notte fonda e ad illuminare la radura dove mi trovavo c’era solo un fuoco.
Miroku dormiva, mentre Sango e Inuyasha erano svegli.
Quando videro che mi ero ripresa mi si avvicinarono, sorridenti e felici. – Oh Samantha-chan, finalmente vi siete ripresa! – esclamò Sango.
Le sorrisi a mia volta. – Già, se non mi aveste tirata fuori da quel fiume sarei morta affogata -.
In quel momento vidi il volto dei due farsi straniti.
- Non ti ricordi cosa è successo? – chiese Inuyasha.
Lo guardai perplessa. – No…mi ricordo di essere svenuta e…oh santo cielo la mia spalla è guarita! Ma come avete fatto?! -.
Sango mi sorrise. – Sai Samantha-chan, non siamo stati noi a salvarti -.
Rimasi ad ascoltare quello che era successo e alla fine del racconto i miei occhi si erano fatti umidi per le lacrime.
Quei serpenti che avevo visto prima di svenire, in realtà erano le anime dei miei genitori.
Quando stavo ormai per affogare mi avevano riportata in superfice e avevano guarito la mia ferita. Poi erano scomparsi. Gli altri avevano visto tutta la scena.
Guardai la mia spalla e trovai conferma di quello che mi stavano dicendo. Al posto della mia ferita, c’erano due frammenti della Sfera, quelli dei miei genitori.
Mi ricordai della loro frase e non riuscii a non commuovermi.
Saremo sempre parte di Samantha, per sempre.

La mattina dopo gli altri mi condussero al portale per la mia dimensione. Naraku era sparito insieme al misterioso personaggio che aveva oltrepassato la mia barriera e di loro non sembrava più esserci traccia; dovevano essere tornati al castello di quel dannato.
Non gli dissi subito perché volevo che mi ci portassero, ma alla fine dopo pochi passi arrivammo.
Il portale si trovava nel tronco di una grossa e antica quercia.
Mi voltai verso Inuyasha. – Se tu colpissi con Tessaiga l’albero e lo distruggessi, il portale si chiuderebbe? – chiesi.
Il mezzodemone mi guardò perplesso. – Beh,  credo proprio di sì – mormorò.
- Allora distruggilo -.
- Cosa?! – esclamarono i quattro esterrefatti.
Li guardai con un misto di tristezza e serenità. – Non possiamo rischiare che qualcuno del mio mondo lo oltrepassi -.
- Ma se lo distruggiamo non potrai più tornare nella tua epoca – disse Shippo.
- Shippo ha ragione, non sappiamo se sarà possibile ricrearlo – mormorò Miroku, che ormai si era ripreso del tutto.
Abbassai lo sguardo. – Io non ho più niente per cui tornare. La mia famiglia è morta e la mia vita a quanto pare è sempre stata solo una menzogna. Le risposte che cerco sono qui, ho deciso che voglio ricominciare proprio da questo luogo. Nella mia epoca non troverei mai un posto adatto a me...questo è l’unico posto in cui potrei vivere -.
Sango si avvicinò a me e mi sorrise. – Ti aiuteremo a ricostruirti una vita qui, ma è davvero quello che vuoi? -.
La guardai seria, non sapevo se fosse la scelta giusta, ma sicuramente era l’unica possibile. – Sì, è quello che voglio -.
Mi voltai verso Inuyasha, facendogli cenno di distruggere l’albero.
Lo guardai lanciare la cicatrice del vento e con quel colpo dissi addio al mio passato e diedi il benvenuto al mio futuro.




Salve, salvino!
Mi prendo un momento per ringraziare di cuore chi mi sostiene recensendo o anche solo leggendo la mia storia, grazie mille! *.*
Ecco  qua il nuovo capitolo della mia storia, ci ho lavorato due giorni! Continuavo a revisionarlo perché non ero mai soddisfatta del risultato e questo è il meglio che sono riuscita ad ottenere! Spero che vi piaccia, ditemi cosa ne pensate ^^
Finalmente i nostri eroi sono riusciti a tornare nell’epoca Sengoku, dove Samantha troverà finalmente le risposte che cerca…ma saranno buone notizie?
Alla prossima!

   
 
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