Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    08/12/2014    1 recensioni
Un prezioso carico, formato da una coppia di anfore rispettivamente d'oro e d'argento, è pronto alla partenza e Lupin ha tutte le intenzioni di compiere l'ennesima furto in grande stile. Ma su quel treno ci saranno non poche sorprese per il ladro gentiluomo, e non sto parlando del "solito" ispettore Zenigata. In una delle carrozze si trovano anche i fratelli Elric, che loro malgrado saranno coinvolti in questa strana vicenda. Per la cronaca, ho preso spunto per questa fan-fic da un videogioco di Lupin uscito per PS2.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13 - Messaggio alquanto misterioso


Sfruttando il buio della notte, Lupin e tutti gli altri riuscirono a fuggire dal giardino e una volta raggiunta la strada, proseguirono per alcuni metri, finché non si nascosero in una delle tante botteghe abbandonate. Sarebbero rimasti lì solo per qualche minuto, giusto il tempo di riprendere fiato per poi riprendere la fuga.
Il locale in cui si erano rifugiati era veramente vecchio, stava cadendo a pezzi ed era un miracolo se le pareti erano ancora al loro posto; anche il tetto era ridotto male, quasi tutte le travi di sostegno erano marcite o ridotte all'osso per colpa dei tarli. L'ambiente era pieno di polvere e di ragnatele, distribuite un po' ovunque in un luogo che sembrava abbandonato in fretta e furia dai suoi proprietari: guardandosi attorno, si poteva notare sedie di legno, qualche attrezzo da lavoro ormai arrugginito e un bancone in fondo alla stanza, dove il titolare faceva i suoi affari. Curiosando nel retrobottega, Edward trovò solamente una cassaforte a muro ormai vuota e un quadro caduto per terra, che in passato doveva servire per nascondere i profitti della bottega.
Evitando di accendere una luce visibile all'esterno, Lupin appoggiò i vasi sul bancone e prese il suo accendino per illuminare un po' l'ambiente. Subito dopo chiese ai suoi compagni di collocarsi dietro la porta d'entrata, che in precedenza i due aveva aperto con una spallata. Dopo aver controllato, Goemon confermò a Lupin che in quel momento in strada non si vedeva anima viva.
Girovagando nel buio quasi completo, Lupin raggiunse Christian e i fratelli Elric nel retrobottega, dove stavano cercando una possibile via d'uscita.
«State tutti bene?» domandò il ladro dalla giacca rossa.
«Sì» rispose Christian, un po' preoccupato.
«Allora, cosa diceva il messaggio allo specchio?» chiese Fujiko con curiosità, spuntando alle spalle di Lupin.
«Il messaggio era un po' strano...» commentò dubbioso Christian.
«In che senso "strano"?» domandò Edward.
«Il messaggio diceva: "Scendete e cercate ancora una volta il Sole e la Luna"» rispose Christian.
«Eh? Che cosa significa fratellone?» intervenne Alphonse.
«Non lo so, Al! Deve essere un messaggio in codice...» commentò Edward, riflettendo sulle parole dette da Christian.
«Già, lo penso anch'io!» affermò Lupin, anche lui riflettendo sul nuovo enigma.
«Sei sicuro di aver letto giusto?» replicò Fujiko, mettendo in dubbio la traduzione del caporale. «Mi sembra un messaggio senza senso!»
«Ho tradotto e controllato due volte! Sono sicuro che il messaggio dei due vasi dica questo!» confermò Christian.
«Che si riferisca ai sotterranei della villa?» ipotizzò Alphonse, rivolgendosi a suo fratello.
«No, troppo banale come soluzione» ribatté Edward.
«Sono d'accordo! Non ci sono sotterranei nella villa di Stewart, ne sono sicuro!» commentò Lupin.
«Ma allora, a cosa si riferisce il messaggio dei due vasi?» domandò Fujiko.
«Forse dobbiamo cercare in un altro luogo!» ipotizzò Lupin, guardando di sfuggita i due vasi sul bancone.
«Ehi Lupin!» esclamò Jigen da fuori. Appena il ladro dalla giacca rossa uscì dal retrobottega, il pistolero con un cenno della mano lo invitò a raggiungerlo. «Sono già arrivati...»
Guardando oltre una finestra rotta, Lupin intravide quattro o cinque guardie perlustrare la strada, ad una ventina di metri dalla sua posizione. La situazione era di nuovo critica, ma il ladro dalla giacca rossa aveva già un'idea per fuggire da lì.
Di corsa Lupin tornò nel retrobottega e chiese ad Edward se poteva improvvisare una via d'uscita. Ottenuto il sì dell'alchimista, il ladro domandò a Jigen di accendere una delle vecchie lampadine che pendevano dal soffitto.
Come aveva previsto Lupin, in pochi secondi le guardie in perlustrazione si accorsero della luce accesa e in fretta raggiunsero l'entrata della bottega, aprendo facilmente la porta sfondata in precedenza. Una volta all'interno, si ritrovarono faccia a faccia con Goemon, che come d'abitudine si preparava ad attaccare l'avversario alzando leggermente la sua spada dal fodero. Ma stranamente il samurai non maneggiò la spada per colpire le guardie: prendendo tutti di sorpresa Goemon spiccò un salto in alto e tagliò di netto le ultime travi che ancora sostenevano il tetto della bottega. Appena mise nuovamente i piedi per terra, il samurai scappò di corsa, raggiungendo gli altri che nel frattempo era già usciti, lasciando le guardie di Stewart sotto un cumulo di legno marcio.
Durante la fuga il gruppo si divise, ormai la tregua non era più obbligatoria: da una parte la banda Lupin andò verso il covo in città, mentre i fratelli Elric e Christian si rifugiarono nell'albergo in cui era rimasta Winry.

Verso le due di notte il capo delle guardie fu richiamato a gran voce da Stewart, che con tutto quello che era successo quella notte si era svegliato di colpo. In pochi secondi Steve raggiunse il padrone della villa, che si trovava in piedi accanto al suo letto a baldacchino, ancora in pigiama
«Allora Steve! Avete preso Lupin e la sua banda?» domandò Stewart palesemente infastidito.
«No, signor Stewart. Ci sono scappati mentre li stavamo inseguendo per le strade di Plomb Town» rispose Steve dispiaciuto. La risposta fece innervosire ancora di più il suo capo.
«Sei un cretino!!! Ti sei fatto fregare da Lupin come un deficiente! Almeno sei riuscito a trattenere la signorina Fujiko?»
«Anche lei è scappata, signor...»
Per la rabbia Stewart prese il primo oggetto che aveva sottomano, la sveglia che aveva sul comodino, e la scagliò contro il capo delle guardie, che si spostò per evitare l'oggetto.
«Io ti dovrei buttare fuori a calci per quello che hai combinato! Ora devi assolutamente trovare Lupin, a tutti i costi!»
«E perché? Non lasciamo questo compito all'ispettore Zenigata?»
«Ma allora sei veramente scemo! Non hai capito come stanno realmente le cose?» ribatté Stewart, agitandosi parecchio.
«Perché? Cosa dovrei sapere?»
«Quel dannato ladro ha scoperto il messaggio nascosto nei due vasi! Non so come, ma è riuscito a decifrare il messaggio di White!»
«Come fa ad esserne sicuro di quello che dice, signore?»
«Le guardie mi hanno riferito che c'erano dei pezzi di vetro nella stanza in cui si sono rifugiati i ladri... è evidente che c'era un trucco per leggere il messaggio dei vasi! E pensare che quella volta White aveva nascosto il tesoro sotto il mio naso! Quel bastardo...»
«Non credevo che la situazione fosse così grave!» affermò sorpreso Steve.
«Vai là fuori e trovami Lupin! Il tesoro è mio di diritto e nessuno deve metterci sopra le mani!!!»
«Ci vado subito, signor Stewart!»
Nel momento in cui Steve aprì la porta per uscire dalla camera, si ritrovò davanti l'ispettore Zenigata. Era visibilmente imbarazzato per il mancato arresto di Lupin.
«Mi perdoni signor Stewart, ma non ce l'ho fatta... quel dannato di un ladro è riuscito a fregarmi anche stavolta!!!»
«Se dobbiamo dare la colpa a qualcuno, ispettore Zenigata, quello è il capo delle guardie!» affermò Stewart, che voleva rincarare a Steve la dose di rimproveri e allo stesso tempo stimolarlo per dare il meglio di sé per catturare Lupin. «Sei un incompetente, Steve! Se non c'era l'ispettore a sorvegliare i due vasi, a quest'ora Lupin se ne sarebbe andato indisturbato!!!».
«Le prometto che prenderò Lupin, signore!» annunciò Steve, uscendo dalla camera da letto. Qualche metro più in là, quando fu completamente solo, il capo delle guardie tirò un potente calcio ad un tavolino presente nel corridoio, che per l'urto si ribaltò. Era talmente infuriato col suo capo che aveva la tentazione di tornare indietro e strozzarlo con le sue mani.
Un quarto d'ora più tardi, dopo aver scambiato quattro chiacchiere con il signor Stewart, anche Zenigata uscì dalla camera da letto per riprendere l'inseguimento di Lupin. Quando uscì dalla villa, l'ispettore era molto preoccupato: c'era qualcosa che non gli piace in Stewart e aveva una strana sensazione a riguardo, come se ci fosse qualcosa di insolito in tutta quella faccenda. Però al momento le sue priorità erano altre, così decise di concentrarsi su come ritrovare Lupin, mentre veniva accompagnato nella bottega in cui si trovava il ladro dalla giacca rossa.

Una volta rientrati in albergo, i fratelli Elric e Christian andarono subito nella loro camera. Con grande sorpresa, sul ciglio della porta trovarono Winry: era piuttosto arrabbiata e in mano teneva una chiave inglese. Aveva uno sguardo che fece rabbrividire tutti, in particolare i fratelli Elric.
«No Winry! Ora metti giù quell'arnese e ragioniamo da persone civili...» accennò Edward a voce calma e alzando le mani.
«Datemi una buona ragione per non farmi arrabbiare, sennò questa finisce sulla testa di tutti e tre!» annunciò Winry, alzando la voce e agitando la chiave inglese. «Sono rimasta per tutto il tempo ferma come una cretina!!!»
«Se ti dico che siamo rimasti coinvolti nel furto dei vasi, ti calmi Winry?» chiese Alphonse spaventato.
«Ma cosa stai dicendo?» domandò la ragazza sorpresa.
«Lupin ha rubato i due vasi del Sole e della Luna! Ma dovresti sapere quello che è successo dopo!» commentò Christian, in tono quasi entusiastico.
«Perché? Cos'è successo stanotte dopo?» chiese Winry.
«E' una lunga storia…» rispose Edward. «Se ci fai entrare nella nostra camera, ti spiego tutto...»
Nel frattempo Lupin e soci erano entrati nel loro covo, mettendosi al sicuro dalle guardie che li stavano cercando. Come i fratelli Elric, anche loro stavano ripensando al messaggio cifrato dei due vasi.
La frase "Scendete e cercate ancora una volta il Sole e la Luna" sembrava all'apparenza senza significato, ma Lupin con entusiasmo si concentrò fin da subito per svelare l'arcano. Poco dopo il ladro chiese al suo amico Jigen di passargli la cartina che raffigurava la città di Plomb Town. Non aveva un'idea precisa, ma Lupin era sicuro che se avesse osservato con attenzione la cartina, di sicuro avrebbe trovato lo spunto per capire in che zona era nascosto il tesoro.


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