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Autore: risakoizumi    09/12/2014    3 recensioni
La mia breve vita è stata un susseguirsi di momenti di gioia e infelicità.
La sofferenza è quella che ricordo meglio e che è stata al centro delle mie giornate per lungo tempo.
Una volta ero soltanto l’ex ragazza di Sam dal cuore spezzato e che nessuno sopportava.
Adesso mi sento una persona diversa.
Sono più forte, sento che niente può distruggermi. Sono padrona della mia vita. La triste e collerica ragazza di La Push si è trasformata in una persona nuova.
Osservo il ragazzo che sta in piedi accanto a me. I suoi occhi sembrano sorridermi, come sempre.
"Sei pronta?" mi chiede, prendendomi per mano.
"Sì". Ricambio la sua stretta sicura e familiare.
Il momento è arrivato, ma non ho paura. Santo cielo, sono Leah Clearwater! Dovrebbero essere loro ad avere paura di me!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leah Clearweater, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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<< Come sta la mamma? >> chiedo mentre passeggio per il Golden Gate Park a braccetto con mio fratello.
<< Bene, le manchi >> risponde Seth.
<< Anche a me manca molto >>.
<< E Charlie? >>.
<< Si sta riprendendo, quest’anno mamma e Charlie festeggiano il Natale in casa Cullen, anche se nessuno è in vena di feste dopo quello che è successo >>.
<< Com’è la nuova ragazza di Sam? >>.
Seth mi guarda sottecchi. << Davvero vuoi saperlo? >>.
<< Sì >>. Sento una piccola fitta nel petto, un ricordo di tutta la sofferenza che ho provato a causa di Sam.
<< Non è molto simpatica, è altezzosa >>.
Alzo le sopracciglia. << Povero branco di Sam >> dico, ghignando.
<< Sono in tanti, ormai >>. Esita. << Sam ha chiesto di te parecchie volte >>.
<< Cosa voleva? >> borbotto.
<< Voleva sapere dov’eri e come stavi >>.
<< Gli avete detto dei licantropi? >>.
<< No, Jake ha preferito tenerlo per noi, per il momento >>.
Annuisco, sollevata. << Almeno qualche volta fa funzionare il cervello >>.
<< Se i licantropi sono davvero tanti come dici, prima o poi verrà a saperlo >>.
<< Da queste parti ce ne sono un bel po’, mentre i succhiasangue scarseggiano. O almeno, scarseggiavano >>.
<< Sta succedendo qualcosa di strano con i vampiri? >>.
Scrollo le spalle. << Non lo so, non ho approfondito la cosa con Alex >>.
<< La prima volta che ho visto il licantropo, quando l’hai aiutato, mi sono spaventato tantissimo. Stavo per partire per salvarti >>.
<< Sei troppo apprensivo. Voi avete avuto problemi con i succhiasangue? >>.
<< Niente di preoccupante. Solo qualche nomade, ogni tanto >>.
<< Le cose alla riserva vanno bene? >>.
<< Abbastanza. Non si può dire lo stesso di Forks e dei Cullen. Edward non riesce a farsene una ragione >>.
<< La morte fa parte della vita, dovrebbe capirlo >>.
Seth mi guarda stranito. << Per noi non è così >>.
<< Sì, invece. Noi abbiamo perso nostro padre, ricordi? I mutaforma possono perdere le loro compagne e i succhiasangue possono morire. E’ più difficile ma accade >>.
Seth scuote la testa e mi guarda con disapprovazione. << Sei sempre la solita. Almeno questo non è cambiato >>.
Sorrido. << Credi che sia cambiata? >>.
<< Un po’ >>.
<< In meglio o in peggio? >> chiedo, scherzando. Ci sediamo su una panchina. C’è molta gente e un clima festoso.
<< In meglio >>.
<< Ti piace la mia ciocca di capelli viola? >>. La prendo tra le dita.
<< E’ orribile >>.
<< Lo so >>.
<< Sembri … raggiante. Non ti vedevo così da tanto tempo >>.
<< Sto benissimo. Credo di non essermi mai sentita più in pace con me stessa >>.
<< E io credo di non aver mai sentito uscire questa parole dalla tua bocca >>.
<< Stare a Forks è opprimente >>.
<< Forse vuoi dire stare accanto a Sam >>.
<< Quel verme mi ha persino chiamato! Come si permette? >>.
<< Non avrebbe dovuto farlo >> dice Seth con foga.
<< No. In ogni caso non è solo colpa sua. L’unica cosa positiva di stare a Forks eravate tu e la mamma, nient’altro. Io odio quel posto >>.
Seth mi dà una pacca sulla spalla. << Avrei voluto chiederti di tornare ma non lo farò >>.
<< Anche se me lo chiedessi non tornerei >> sbotto. Mi sento come una figlia ribelle. La verità è che tornare a Forks e lasciare la mia nuova vita, i miei nuovi amici, Alex … sarebbe opprimente; ma Seth è mio fratello, non potrei mai abbandonarlo. << Se tu avessi bisogno di me verrei, lo sai >> ammetto, con un sospiro.
<< Leah, però tu fai parte del nostro branco, della riserva. Davvero questo non ti importa? >>.
<< Ho sempre odiato essere un mutaforma e tu lo sai >>.
<< Questo però è quello che siamo, non puoi cambiarlo >>.
<< Non lo sto cambiando. Quando c’è un succhiasangue da uccidere o un umano da difendere, lo faccio. Però non ti sembra troppo chiedermi di rinunciare a vivere? >>.
<< Puoi vivere anche a Forks >>.
Gli lancio uno sguardo di disapprovazione.
<< Magari avrai un imprinting e sarai felice >> aggiunge, speranzoso.
Lo guardo scettica. << Io non avrò mai un imprinting >>.
<< Non puoi saperlo >>.
<< Invece lo so. Me lo sento. Inoltre, onestamente, non ci tengo ad averlo. Perché dovrei diventare il cane da guardia di uno stupido uomo che non potrò lasciare mai? >>.
<< Hai una visione distorta dell’amore >>.
<< No, voi l’avete e mi dispiace. Probabilmente anche tu avrai un imprinting un giorno e vivrai la tua vita come fanno gli altri, con il branco e venerando la tua amata >> faccio una smorfia. << Guarderai una ragazza e boom! Non esisterà nient’altro per te, senza nemmeno conoscerla. Magari ha un pessimo carattere e non te ne accorgi >>.
Seth finge di tossire. << Sono abituato ai pessimi caratteri >> dice, guardandomi in modo allusivo.
<< Magari si scaccola >> aggiungo, ignorando il suo commento.
<< Bleah! Sei disgustosa! >>.
Scoppio a ridere e mio fratello mi dà una gomitata.
<< Sai, forse inizio a capirti. Prima la vita a Forks ti bastava e adesso non più >> dice mestamente Seth.
Scrollo le spalle. << Qualcosa del genere >>.
<< Allora vai Leah, corri e trova quello che stai cercando >>.
<< Lo farò. Devo confessarti un segreto, però >>.
<< Cosa? >>.
<< L’ultima volta che mi sono trasformata ho sentito di meno la presenza del branco >>.
<< Wow! >>.
<< Sono rimasta sola per un bel po’, la mia testa era tutta per me >>.
<< Questo è incredibile! Puoi liberarti di tutti noi una volta per tutte >>. Il suo sguardo si rabbuia.
<< Anche se ti odio non potrei mai liberarmi di te >> scherzo, dandogli un pugno sul braccio.
<< Non hai un po’ paura? >>.
<< Paura? Di restare sola? No. Ti assicuro che la solitudine  non mi spaventerebbe; anzi, renderebbe più accettabile la mia condizione di rara donna lupo >>. Mi viene in mente il racconto di Thomas e della ragazza mutaforma, così lo condivido con lui e continuiamo a chiacchierare piacevolmente, facendo congetture e scherzando.
<< Come va con la scuola? >> chiedo all’improvviso.
<< Va bene, anche se ho qualche difficoltà con lo spagnolo >>.
<< Potrei chiedere ad Alex di aiutarti, lo conosce molto bene >>.
<< Mi piace quel licantropo >> afferma Seth.
<< Mi fa piacere >>. Sono felice che mio fratello riesca ad apprezzare qualcun altro oltre a quei puzzolenti succhiasangue.
<< Inizialmente ero molto diffidente, poi però ho visto quanto ti fidavi di lui, così ho messo da parte i pregiudizi  >>.
<< Dovresti fidarti della tua adorata sorella maggiore >>.
<< Non montarti. Penso ancora che tu sia stupida >>.
<< E io penso ancora che tu sia caduto dalla culla da piccolo >>.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
<< C’è qualcosa tra di voi? >> chiede, diretto.
Mi sale una vampata di calore in viso. Deglutisco. << Noi chi? >>.
<< Tu e il licantropo. Immagino di sì dal momento che sei rossa come un pomodoro. Perché non me l’hai detto prima? >>. Addio segretezza. Considero la possibilità di negare. Fanculo, perché dovrei? Questo è mio fratello!
<< Perché è una cosa molto recente >>. In realtà devo ancora metabolizzare quello che è successo. Davvero non è stato un sogno?
<< Recente quanto? >>.
<< Neanche dodici ore, forse >>.
<< Dodici ore da cosa? >>.
<< Da quando la nostra relazione è cambiata >>.
Seth fa una smorfia di disgusto. << Ok, sto immaginando cose strane, quindi smetterò di indagare >>.
<< Meglio per te se non vuoi sapere tutti i dettagli >>. Cerco di non pensare alla notte appena trascorsa.
<< Che ne pensi di andare a pranzare? Alex ci aspetta >> propongo.
Passeggiare tra le strade di San Francisco la mattina di Natale è un’esperienza molto piacevole. Fortunatamente Seth smette di indagare su me e Alex. Appena entriamo nella hall dell’hotel – opportunamente e sfarzosamente addobbata - però Alex ci viene incontro. Mi rivolge uno sguardo raggiante e le mie labbra si piegano automaticamente in su. << Ti sei visto allo specchio? I tuoi capelli sembrano una balla di fieno >> gli dico.
<< Mi danno un’aria affascinante >> si vanta, scherzando.
<< Semmai ti danno un’aria da scemo >>.
Con la coda dell’occhio mi accorgo che mio fratello ghigna come un deficiente.
<< Vuoi smetterla di fare quella faccia? >> gli bisbiglio.
<< Quale faccia? >> chiede innocentemente quel ficcanaso.
Alex ci osserva. << Che succede? >>.
Alzo gli occhi al cielo. << Lo sa >> sbotto.
<< Cosa? >>.
<< Secondo te? >>.
Alex mi fissa come un babbeo.
<< Certo che sei un po’ tardo >>.
<< Oh! >>. Alex sfoggia un sorriso. << Sai che abbiamo trascorso una piacevole notte insieme? >>.
<< Alex! >> lo rimprovero. Sento di nuovo il sangue salirmi in viso. Seth fa finta di avere un conato di vomito.
<< Leah, sei adorabile quando arrossisci! >> esclama Alex prendendomi in giro. Si sta divertendo un mondo a mettermi in imbarazzo. La risata di Seth si unisce alla sua.
<< Non siete per niente divertenti >>.
<< Sei buffa >> dice Alex, con tono affettuoso.
<< Allora state insieme o no? >>.
Alex smette di ridere e mi guarda. Adesso sembra leggermente imbarazzato anche lui. << Più o meno>> dice.
<< Cosa? Alex, quando avevi intenzione di dirmelo? >>. Una biondina piomba in mezzo a noi.<< Leah davvero stai con il nostro Alex? >>. E’ Beatrix.
<< Ehm >>. Non so cosa dire.
<< Non ti avevo lasciato nella sala da pranzo dell’ultimo piano? >> chiede Alex scocciato.
Sento gli occhi curiosi di Beatrix puntati sul mio viso. Trovo un improvviso interesse per le mie unghie.
<< Allora? >> insiste.
<< Allora cosa? >> sbotta Alex.
<< State insieme? >> chiede, con impazienza. Quante volte ci verrà fatta questa domanda oggi?
Alex le lancia un’occhiataccia. << Non puoi farti gli affari tuoi? >> chiede, imbronciato.
<< Lo prenderò come un sì! >>.
Nessuno di noi protesta, così Beatrix decide di travolgerci con le sue rumorose manifestazioni di gioia.
Non si può mantenere un segreto neanche per dodici ore? Presento Beatrix a mio fratello e poi andiamo al piano di sopra. Ovviamente la licantropa ci mette un nanosecondo a rivelare la notizia agli altri. Arrivano le congratulazioni di tutti e William mi fa l’occhiolino.
<< Benvenuta in famiglia, Leah >> dice Thomas, compiaciuto e per niente sorpreso.
<< Alex, ma ieri sera non avevi portato con te quella maestra? >> chiede nel frattempo Beatrix.
<< Certo, ma oggi è un altro giorno >>.
Seth alza un sopracciglio e io scrollo le spalle.
 
***
La sera mio fratello va a dormire quasi immediatamente, è stremato. Abbiamo trascorso il pomeriggio con gli amici di Alex in giro per la città. Sono sdraiata sul divano, cullata dal russare di mio fratello e sto guardando la tv. Sento dei passi avvicinarsi. Due minuti dopo Alex apre la porta, la richiude dietro di sé e si avvicina, sedendosi accanto a me. Mi metto seduta, improvvisamente consapevole del calore del suo corpo. Prende una ciocca dei miei capelli e li mette dietro il mio orecchio, poi prende la mia mano tra le sue e la accarezza.
<< E' strano >> dico, guardando le nostre mani.
<< E' la cosa più naturale del mondo, invece >>.
<< E se rovinassimo la nostra amicizia? >>.
<< Ti sei già pentita? >>.
<< No, però … >>.
<< Non vale la pena di correre il rischio? >> mi interrompe Alex.
<< Non voglio perderti >> confesso, addolorata, in un sussurro, abbassando lo sguardo.
<< Leah Clearwater, persino tu, dopotutto, hai un cuore >> scherza il licantropo.
<< Forse per te non è lo stesso. Pochi mesi non sono niente per te >>.
Alex stringe la mia mano con forza. << Leah >>. Lo guardo negli occhi.
<< Non mi perderai mai. Te lo prometto >> dice fissandomi con quei suoi occhi blu, capaci di spezzare il cuore di una ragazza.
<< Spero che tu mantenga le tue promesse >>.
<< Sai che le mantengo sempre >>.
<< Sarà meglio per te, Alexander, altrimenti ti strapperò il cuore dal petto >> lo minaccio, per alleggerire l’atmosfera.
<< Mi piace il modo in cui pronunci il mio nome. Lo fai sembrare sexy >>.
<< Ti ho appena minacciato e tu pensi alla pronuncia del tuo nome? >>.
<< Una volta, cinque anni fa, una ragazza mi ha inseguito con un coltello perché mi ha trovato a letto con quella che, a quanto pare, era sua sorella… quindi ci sono abituato >>. Sorride nostalgicamente al ricordo.
<< Non posso biasimare quella povera ragazza >>.
<< E a me non ci pensi? Voleva tagliarmi ! >>.
<< Lo meritavi >>.
<< Col senno di poi … forse un po’. Non pensi alla grave perdita che quella pazza avrebbe causato all’universo femminile? >>.
<< Sei uno stupido. Come mi sono potuta lasciare incastrare da un tipo come te? >>. Scuoto la testa ma sorrido.
<< Basta guardarmi per capire il perché >>.
Gli tiro un orecchio e lui sghignazza, cercando di allontanarmi.
<< Tratti così il tuo ragazzo? >>.
<< Già, lo sai che sono un tantino violenta >>. Si libera dalla mia presa e si massaggia l’orecchio.
<< Facevi così anche con Sam? >> chiede con una smorfia.
Senza volerlo, mi rabbuio.
<< Scusa, non volevo rattristarti >>.
<< No, va tutto bene. Con lui era diverso, non avevo ancora sviluppato questo lato del mio carattere >>.
<< Non sa cosa si è perso >> dice, avvicinandosi per sfiorarmi le labbra. << Tuo fratello dorme profondamente? >>.
<< Come un sasso >>.
Alex mi prende in braccio all'improvviso.
<< Mettimi giù! >>.
<< Perché? L'ho già fatto altre volte, quando ti addormentavi sul divano. Nonostante pesi parecchio >>.
<< Forse sei tu che sei un po’ deboluccio >>.
Esce dalla mia suite e entra nella sua. Mi fa scendere lentamente e mi tiene stretta sé.
<< Adesso ti dimostrerò quanto sono deboluccio >> mormora. Avvicino la mia bocca alla sua e lo bacio. Quasi mi sciolgo tra le sue braccia.
***
Il 31 dicembre l’hotel è in fermento. Quasi peggio di Natale. Non riesco a fare tre metri senza scontrarmi con qualche persona che corre freneticamente qua e là. Decido di trascorrere l’intera giornata con mio fratello. Presto partirà, devo sfruttare il prezioso tempo che ci resta. Thomas chiede al figlio di aiutarlo così Alex resta in hotel.
La sera mi ritrovo di nuovo agghindata in un sontuoso abito color argento. E’ stretto e terribilmente scintillante. Sembra che stia urlando: “Guardatemi, sono qua!”. Abbasso la cerniera per toglierlo e mettere qualcos’altro quando sento Alex dietro la porta. Bussa.
<< Come mai sei così formale? >> chiedo, conscia che mi può sentire.
<< Una volta ogni tanto mi piace comportarmi da gentiluomo >> risponde da dietro la porta.
<< Come se fosse possibile >>. Di solito spalanca la porta della mia stanza senza indugio. Apro. Trovo un elegantissimo Alex con un sorriso furbesco nascosto dietro un enorme mazzo di rose bianche. Resto un attimo senza parole.
<< Vorrei poter dire qualcosa di sarcastico ma in questo momento non mi viene in mente nulla >> esordisce. Mi squadra da capo a piedi.
<< Sono per me? >> chiedo indicando il mazzo.
<< No, per tuo fratello >>. Alza gli occhi al cielo e mi porge le rose. Le prendo, sorridendo lievemente.
<< E’ già sceso giù, era affamato >>.
<< C’è già il buffet >>.
<< Come mai tutti questi regali? >>.
Alex scrolla le spalle.
<< Confessa. Hai dei secondi fini loschi? >>.
Ride. << Probabile >>.
<< Che maniaco >> borbotto.
<< Considerando l’ultima settimana non penso ti dispiaccia questa parte di me. Inoltre tu non sembri da meno, ti fai trovare con il vestito mezzo aperto >>.
<< Stavo per cambiarmi quando sei entrato >> mi difendo, tornando dentro e posando il mazzo sopra un tavolo.
<< Se vuoi ti aiuto >>.
<< Sei molto premuroso ma ce la faccio da sola >>.
<< Non ti piace il vestito? >>.
<< Mi piace ma … non pensi che sia poco adatto a una come me? >>.
<< Se te l’ho regalato vuol dire che non lo penso >>.
<< Mi piaceva di più quello giallo >>.
<< Quello che ti sei strappata di dosso? >>.
<< Sciocchezze! Sei stato tu a ridurlo a brandelli >>.
<< Bugiarda, anche tu hai contribuito >>.
Mi giro verso lo specchio. Alex si avvicina dietro di me: vedo il suo riflesso. Prende la zip del mio vestito e la tira su. Mi giro verso di lui e mi accorgo che è qualche centimetro più basso di me perché indosso dei tacchi altissimi. Gli metto la mano sulla testa. << Sei un nanetto >>.
Alex aggrotta le sopracciglia.
<< Se tagliassi i capelli potresti essere Cucciolo >> lo prendo in giro.
<< Brutta spilungona. Tu chi saresti? Biancaneve? >>. Scoppia a ridere. << Al massimo puoi fare un albero della foresta. Stessa altezza, stesso colore del tronco … >>.
<< Stai forse paragonando il colore della mia carnagione a quella del tronco di un albero? >> esclamo.
<< Non sono un ragazzo romantico? >>.
<< Troppo romantico. Mi sto sciogliendo >>. Provo a dargli un calcio negli stinchi ma lui si scosta e io strappo l’abito.
<< Oh-oh >>.
<< Mmm peccato, avrei preferito strapparlo io alla fine della serata >>.
<< E adesso? >>.
Alex mi osserva. << Sei maldestra >>.
<< Se tu non mi avessi offeso io non ti avrei dato un calcio >>.
<< Vieni qua, piccolo elefante >>. Mi prende per mano e mi trascina nella sua stanza.
Mi lascia sulla soglia e va a frugare in un cassetto.
<< Cosa cerchi? >>.
Finalmente trova quello che cerca: ha in mano un ago e un filo. Si avvicina al mio fianco e si inginocchia alla mia destra, nel punto in cui il vestito si è scucito. Inizio a ridere senza riuscire a smettere.
<< La pianti? >> mi rimprovera.
<< Oddio … tu cuci … è troppo … divertente >>. Ho le lacrime agli occhi.
Alex mi punge con l’ago.
<< Ehi! >> esclamo, anche se non mi ha fatto male. Ho la pelle dura, dopotutto.
<< Stai ferma o non riesco a finire il mio lavoro >> dice, piccato.
Dopo cinque minuti ha rammendato il mio vestito e il punto scucito è sparito. E’ perfetto.
<< Lavori anche a maglia? >> lo sfotto.
<< Sì, ho fatto qualche sciarpa e non c’è niente da ridere >>. Continuo a sghignazzare.
Mi dà una sonora pacca sul sedere e si mette in piedi. Posa ago e filo e poi si piazza di fronte a me, fulminandomi con gli occhi. Gli do un tenero bacio sulle labbra, abbassandomi leggermente e lui si rilassa un po’.
<< Scusa, non volevo prenderti in giro … no, in realtà volevo. Mi preoccupo solo per la tua virilità >>.
<< La mia virilità sta alla grande come tu sai benissimo >> ribatte.
<< Grazie comunque >> dico, cercando di rimanere seria.
<< Sei una peste >>.
<< Mmm me lo diceva anche mio padre >>.
<< Ripensandoci questo vestito è troppo aderente, credo che sia stato un errore comprarlo >>.
<< Ormai è troppo tardi, andiamo >>.
La festa sembra una replica di quella di Natale. Gente altolocata umana e non, cibo raffinato, musica, giochi. Ballo di nuovo con i miei amici licantropi- ci sono tutti, ma Max è senza la figlia stavolta- e riesco persino a convincere mio fratello a ballare con me. Quando ballo con Thomas, questo non riesce a fare a meno di lanciarmi sguardi radiosi e sorrisi affettuosi: sapeva che sarei diventata importante per Alex. Appena mi libero torno dagli altri.
<< Queste feste da ricconi sono sempre così? >> chiedo.
<< Già >> commenta Alex.
<< Noiose >> aggiunge Beatrix.
<< Non le organizzate anche voi negli alberghi che gestite? >>.
<< Sì, ma quest’anno abbiamo preferito venire qua per festeggiare >>. Tutti si lanciano sguardi di intesa. Immagino che sia per il ritorno del loro amico Alex. Nonostante la barbosa festa per ricconi riusciamo a divertirci, soprattutto bevendo alcol. Mio fratello flirta con diverse ragazzine. E’ così carino che non gli si può dire di no. Sono le 23.57 quando Alex mi trascina letteralmente in ascensore.
<< Presto, togli le scarpe >>. Le tolgo e corriamo. Prendiamo l’ascensore e andiamo all’ultimo piano. Mi porta sulla terrazza della sua stanza appena in tempo. Iniziano i fuochi pirotecnici. Non ne ho mai visti di così svariati e coreografici.
<< Non badate a spese quando si tratta di apparire >> commento.
<< Ormai ci conosci >>.
Alex mi tiene per mano e io gliela stringo. Stiamo così per un po’, fin quando mi fa voltare verso di sé.
<< Leah … volevo dirti che sono felice di essere qui con te adesso. Ho vissuto tante, tantissime volte questo giorno ma posso dirti che non dimenticherò mai questo momento. Felice anno nuovo >>.
<< Lo dici a tutte le ragazze? >>.
<< Sì, adesso scendo giù e lo dico ad altre dieci donne >> ribatte, sarcastico.
Mi addolcisco e gli accarezzo i capelli, sorridendo. << Felice anno nuovo anche a te >>. Sto per baciarlo quando veniamo interrotti dalla voce di Edgar. << Ehi piccioncini, è ora di andare! >>.
<< Andare dove? >> chiedo.
<< A ballare! >>.
<< Non l’abbiamo appena fatto? >>.
Beatrix, Edgar, Max, William, mio fratello ed io prendiamo due macchine di Alex e partiamo.
Ci fermiamo davanti a un chiassoso e enorme edificio. Lo riconosco: è la discoteca in cui ho conosciuto Max. Entriamo, ovviamente senza rispettare la fila. Dentro è persino peggio dell’altra volta. Tutti iniziano a ballare e Alex mi trascina sulla pista, in mezzo alla gente su di giri e sbronza. Alex scompare per qualche minuto e torna con tre bottiglie piene di chissà quale sostanza alcolica. Cerco di oppormi, soprattutto perché c’è mio fratello che però mi ricorda che siamo sovrannaturali: per noi non valgono le regole umane. Così alzo gli occhi al cielo e afferro una bottiglia, cercando di assicurarmi che Seth non beva troppo. Il nostro scatenato ballo di gruppo a ritmo della musica martellante sembra infinito: nessuno di noi si stanca e continuiamo a scontrarci, schiamazzare e divertirci. Dopo un po’ Alex mi bacia la guancia, mi indica il palco su cui si trova il dj e sparisce verso quel punto, lasciandomi con mio fratello e Max che con la sua enorme stazza cerca di tenere i molestatori lontani da me. Come se non sapessi difendermi da sola! Qualche minuto dopo la band dei miei amici inizia a suonare. Chissà se hanno mai pensato di farlo seriamente, hanno tutte le carte in regola per riuscirci. Alex torna spesso da me. Trascorsa qualche ora, andiamo via da quel posto sudato e puzzolente e torniamo in macchina. Questa volta andiamo di nuovo in hotel e ci dirigiamo rumorosamente sul tetto dell’edificio. C’è un panorama straordinario, ma non siamo lassù per quello. C’è un elicottero. William si mette nella postazione di guida, sicuro di sé.
<< Leah, il tuo ragazzo possiede un elicottero? >> chiede Seth, sbalordito.
<< Già. Tra poco userà i soldi invece della carta igienica >> borbotto, facendo ridere Alex.
<< William sa pilotare quell’affare? >> chiedo, preoccupata.
<< E’ un esperto, non allarmarti >> mi rassicura Alex mentre William ridacchia.
Max prende degli strani zaini dall’abitacolo dell’elicottero.
<< Cosa stiamo facendo? >>.
Alex ha un sorriso che va da una guancia all’altra. << Paracadutismo >>.
Lo sguardo di Seth si illumina mentre si fionda in mezzo agli altri.
<< Noi non l’abbiamo mai fatto! >> esclamo.
<< Lo so. Lo faremo in tandem. Seth andrà con Max >>.
<< E Max … >>.
<< L’ha fatto migliaia di volte >> mi anticipa Alex. Max mi fa l’occhiolino, mentre Edgar e Beatrix discutono su chi deve stare sotto e chi sopra durante il lancio.
<< Leah, siamo dei mutaforma, non ci accadrà niente >> dice mio fratello.
<< Ma possiamo farci male, piccolo idiota >> ribatto.
Così ci prepariamo, indossando prima delle strane tute tipiche dei paracadutisti, delle scarpe – a quanto pare ha preparato tutto Alex mentre io ero con Seth – e finiamo il tutto tra zaini, sellette, eccetera eccetera. Saliamo tutti a bordo. L’elicottero si alza; il cielo sta iniziando a schiarirsi. Riesco a vedere l’hotel (con i nostri vestiti e le nostre scarpe sul tetto) che si allontana, poi il mare, i parchi, i ponti mentre saliamo sempre più su. Il momento di lanciarsi arriva in fretta. William ferma l’elicottero in un punto, sopra una distesa di terra con qualche albero sparso qua e là. A due a due gli altri vanno prima di noi. Quando tocca a noi indossiamo gli occhiali e ci mettiamo in posizione.
<< Sei pronta? >> chiede Alex.
Il cuore mi martella nel petto per l’eccitazione.
<< Sì! >> dico, senza traccia di paura.
E ci lanciamo. Il vento mi arriva in viso ad alta velocità. La sensazione di cadere mi fa venire i brividi in tutto il corpo. Sotto di me c’è la terra e sopra Alex.
<< Voliamooooo! >> urlo.
Mi godo quella discesa rapida fin quando Alex apre il paracadute. Infine tocchiamo bruscamente la terra ferma. Ci liberiamo degli occhiali. Ho ancora i battiti accelerati. Gli altri sono caduti a qualche centinaio di metri da noi.
<< Allora? >>.
<< E’ stato bellissimo! >> esclamo.
<< Non lo facevo da molti anni >> ammette, facendosi contagiare dal mio sorriso.
<< Alex, tu sei un pazzo spericolato >> dico, ridendo.
<< E questo ti piace? >>.
<< Sì >> rispondo, conscia della marea di sensazioni che sto provando.
Guardo in cielo, immaginandomi là sopra con Alex.
<< Vorrei che questo momento durasse per sempre >> confesso, intrecciando le mie dita con le sue.
<< Io no perché so che ci saranno tanti altri momenti migliori di questo >> mormora. Il suo viso è vicinissimo al mio.
<< Sembri piuttosto sicuro >>.
<< Lo sono >> dice, serio.
Mi bacia e, in quel momento, anche io mi sento sicura.
 
 



Mi scuso per il super ritardo, mi farò perdonare, spero!
 
 
   
 
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