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Autore: Harlequeen    09/12/2014    1 recensioni
In un mondo ormai abitato quasi solamente da creature un tempo morte, una ragazza e il suo fedele animale cercano di sopravvivere.
L'incontro con un cacciatore e poi con un gruppo di persone farà capire loro che c'è ancora speranza, c'è ancora qualcuno che prova dei veri sentimenti e che non tutte le persone sono morte fisicamente o psicologicamente.
Violet, Lucky, Daryl, Rick, Glenn, Maggie, Michionne, Carol, Carl, Sasha, Abraham e altri sono ancora vivi. E lottano per far sì che non accada il contrario. Ad Alexandria.
Genere: Avventura, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Rick Grimes
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Violet e Daryl passarono tutta la notte abbracciati stretti l’uno all’altra. Da quando si erano ritrovati non si erano mollati nemmeno per un secondo, non che fosse difficile comunque poiché erano rinchiusi in un container.
Seduti per terra, mentre lui le accarezzava i capelli, si raccontarono tutto quello che era successo loro mentre erano lontani e quando la ragazza spiegò la sua ricerca quasi disperata del cacciatore, lui si sentì molto sconsolato per non averla ritrovata prima ed essere riuscito a proteggerla come le aveva promesso tempo addietro. Lei per tutta risposta lo baciò e gli disse, accarezzandogli il viso:
-Ora siamo qui. E siamo insieme.
Poi le venne in mente di Lucky ed i suoi occhi divennero lucidi.
-Lo ritroveremo, non preoccuparti. Vedrai che non gli hanno fatto niente di male.
Poi fu il turno del cacciatore e così si mise a raccontare la sua sopravvivenza con Beth, la baita a cui avevano dato fuoco, la scomparsa della ragazzina su un’auto nera con una croce bianca dipinta sul vetro e poi la breve vita insieme al gruppo di cacciatori che aveva incontrato pure Rick. Violet nel frattempo non smetteva di accarezzargli il braccio con cui lui la cingeva, mentre Daryl la guardava con occhi pieni di tenerezza. Una scena molto insolita, gli altri non erano abituati a vederlo così, ma sapevano che Violet era la cosa più importante al mondo per lui.
Ognuno di loro ne aveva una: i propri figli, il fratello, il marito, l’innamorata. Tutti andavano avanti grazie ad un legame d’amore altrimenti sarebbe stato impossibile riuscire a sopravvivere.
Il mattino dopo Rick svegliò tutti di buon’ora, aveva un piano e voleva metterlo in atto.
Insieme ad ognuno cercò uno strumento che poteva essere trasformato in un’arma e così si misero a fabbricarle. C’era chi affilava la fibbia di una cintura, chi aguzzava pezzi di metallo e chi creava paletti appuntiti con il legno che rivestiva parte delle pareti del container. In questo modo riuscivano anche a tenere la testa occupata dall’orrenda sorte che probabilmente sarebbe toccata a tutti loro di lì a poco.
Nel frattempo si informavano a vicenda su cosa era capitato ad ognuno e Sasha chiese se lungo la strada qualcuno avesse incontrato Tyreese. Ricevendo risposta negativa da tutti la donna si sentì sollevata perché questo significava che suo fratello non stava girovagando nella zona di Terminus, che ormai tutti consideravano molto pericolosa.
Poi, ad un certo punto sentirono del movimento e delle voci che si avvicinavano. Daryl andò a spiare dalla fessura della porta e disse:
-Bene, stanno venendo qui quattro bastardi.
E Rick rispose:
-Sapete cosa fare. Puntate prima agli occhi e poi alla gola.
Si misero in posizione. Daryl andrò a coprire con il suo corpo quello di Violet e lei gli strinse la mano per qualche secondo. Era un gesto per dargli forza e fargli sapere che loro erano lì, insieme.
Poi una voce urlò:
-Mettetevi con la schiena contro la parete del vagone!
Si aprì uno sportello dal soffitto, la luce del sole li illuminò tutti per un attimo e poi videro che verso di loro stava cadendo una bomba fumogena.
Tutti si gettarono di lato, ma il fumo aveva già riempito loro i polmoni e bruciato gli occhi.
Poi la porta si spalancò e mentre loro tossivano, quattro uomini con le maschere antigas entrarono e presero ciascuno un prigioniero. Violet era riuscita a rimanere vicino a Daryl, ma mentre erano stesi a terra sentì che le loro mani, prima unite, si staccarono perdendo il contatto.
Glielo avevano nuovamente portato via.
 
Quando il fumo si diradò ed i loro occhi smisero di bruciare, rimasero tutti in silenzio a fissarsi stupiti tra di loro.
Dopo qualche minuto di spaesamento cominciarono all’unisono a picchiare contro le pareti del container e ad urlare. Volevano disperatamente uscire da lì e andare a salvare i compagni; non ne potevano più di quella situazione di merda.
Il campo, però, rimaneva silenzioso e dopo un po’ anche loro smisero di fare casino.
Ad un certo punto, però, gli sembrò di sentire il rimbombo di qualcosa contro del metallo, non molto distante dal container. Sembravano quasi spari. Stava succedendo qualcosa che non era stato previsto dai loro rapitori, lo capirono dalla tensione che cominciavano a sentire nell’aria.
I cecchini si misero in posizione e la gente del campo ora era in fermento.
Si zittirono e rimasero in ascolto con le orecchie tese e pronte a captare il benché minimo rumore.
Un altro sparo fece eco sul metallo, poi di nuovo il silenzio.
Infine sentirono un terzo colpo e capirono che era andato a segno perché un enorme boato seguito subito dopo da un’esplosione riscosse tutto il campo e pure il container dove loro erano rinchiusi si mise a tremare a causa dell’onda d’urto.
-Che diavolo sta succedendo?
Domando infervorato l’ex sergente.
-Li ha attaccati qualcuno.
Rispose Rosita senza esitazione.
-Magari si sono liberati?
Chiese Sasha speranzosa.
Poi Eugene passò davanti a tutti loro e si mise a trafficare davanti alla porta del container con la granata fumogena che avevano buttato dentro prima i rapitori.
-Voglio provare ad usare questo affare per uscire. Dopo quell’esplosione potrebbe non esserci più nessuno.
-Ehi! – disse Carl, richiamando l’attenzione di tutti – Mio padre tornerà e anche gli altri.
-Certo che lo faranno Carl. Proprio per questo anche noi siamo pronti all’attacco.
Rispose Violet. Aveva gli occhi in fiamme e nella mano teneva un pugnale fatto con un pezzo di metallo che era riuscita a staccare dalla loro prigione. Poi, senza distogliere lo sguardo dalla porta disse:
-Eugene, facci uscire da qui.
-Sì.
Rispose lui, mentre continuava a trafficare con la bomba.
Michionne nel frattempo vide dalla fessura che nel campo erano arrivati gli Erranti, sorrise.
-Ragazzi, credo che il campo sia stato attaccato, abbiamo compagnia.
E tutti capirono.
Per la prima volta si accese nel loro cuore una scintilla di speranza, sapevano che sarebbero riusciti a scappare e sopravvivere anche questa volta, dovevano solo attendere che arrivasse il momento giusto.
Nel frattempo degli spari avevano cominciato a risuonare per tutto il cortile ed ora ne erano davvero sicuri: Terminus era stata attaccata.
 
Chiunque fosse stato a colpire Terminus non avrebbe potuto scegliere un momento più opportuno e perfetto. Grazie allo scoppio di quella bomba i loro carcerieri cominciarono a perdere il controllo, Rick riuscì a liberarsi e ad ucciderli e tutti loro poterono scappare per cercare di raggiungere i compagni, liberarli e finalmente andarsene da quell’orrendo posto. Altro che santuario, era un inferno vero e proprio.
Daryl, però, aveva anche un altro compito da svolgere, ovvero quello di trovare Lucky e riportarlo a Violet. Sempre se lo avesse ritrovato vivo, ma non ne dubitava.
Aveva già un’idea di dove andarlo a cercare perché mentre veniva portato insieme a Rick, Bob e Glenn in quella specie di mattatoio, gli era sembrato di sentire abbaiare. Non ne era sicuro, probabilmente era stata la sua immaginazione, ma nulla gli impediva di tentare. Insieme ai compagni una volta liberi, si procurarono delle armi, coltelli e spranghe e mentre uscivano da quella stanza passarono davanti a delle gabbie dove trovarono corpi umani appesi al soffitto per essere dissanguati. Capirono che la gente di Terminus mangiava carne umana. Sempre più inferno.
Proseguirono oltre e trovarono un buio corridoio che sembrava portasse all’esterno. Rick corse subito ad aprire la porta e la luce del giorno li accecò per un istante. Videro che fuori era pieno di Erranti e si prepararono al meglio per affrontarli.
-Siete pronti?
Chiese Rick, già in attesa di scattare.
-Andate avanti voi, io prima devo recuperare Lucky.
Lo sceriffo gli fece un cenno con la testa, mentre Glenn disse:
-Vengo con te.
-Allora ci ritroviamo tutti al container.
Poi i due gruppi si separarono. Rick e Bob andarono nel cortile, mentre il cacciatore e Glenn scesero nei sotterranei di quell’orrenda costruzione.
Ovviamente sul loro percorso non trovarono nessuno. La gente di Terminus in quel momento era troppo impegnata a combattere contro gli invasori e gli Erranti, nessuno avrebbe mai pensato ad un cane.
E fortunatamente lo trovarono quasi subito. Lucky era legato in una cella, con una museruola al muso e catene a tutte e quattro le zampe. Era proprio impossibilitato a muoversi. Appena li vide cominciò ad abbaiare e a scodinzolare allegramente. Li aveva riconosciuti e sapeva che lo avrebbero liberato di lì a poco.
-Allora eri davvero tu quello che avevo sentito, amico.
Disse Daryl mentre gli liberava il muso e lo accarezzava sulla testa. Glenn, invece, nel frattempo gli spaccò le catene che gli tenevano immobilizzate le zampe, fortunatamente erano leggere e non troppo resistenti. Non erano riusciti, però, a togliere i lacci alle zampe, quindi sembrava quasi che il cane lupo andasse in giro con quattro bracciali argentati. Glieli avrebbero tolti in un secondo momento, l’importante era che al momento riuscisse a correre.
Poi filarono fuori, tutti e tre insieme, ripercorrendo la strada al contrario. Riuscirono a raggiungere Rick e Bob davanti al container prima che lo sceriffo lo aprisse per liberare i propri compagni e nel frattempo si diedero tutti da fare per difendersi come meglio potevano.
 
All’improvviso, mentre erano tutti in silenzio con i nervi tesi attendendo che lo scienziato li liberasse, Sasha chiese a Eugene qual era la cura. Lui lo sapeva, era l’ultimo sulla Terra in grado di poterla mettere in atto, ma non poteva spiegarla a tutti loro. Se Eugene fosse morto, la cura sarebbe morta insieme a lui.
Sasha, però, continuava ad insistere e così lo scienziato alla fine spiegò a tutti parte della sua storia: raccontò che faceva parte di un progetto chiamato “Genoma umano”, composto da dieci persone, creato per contrastare le armi chimiche. Era in grado di uccidere qualsiasi persona sul pianeta e secondo lui, invertendo il programma grazie ai terminali situati a Washington, avrebbe potuto far fuori fino all’ultimo Errante sulla Terra.
Era un ottimo piano, o meglio, essendo l’unico lo consideravano ottimo. Perciò ora avevano un incentivo in più per sopravvivere e il loro esclusivo compito sarebbe stato quello di proteggere Eugene e riuscire a farlo arrivare fino a Washington tutto intero. Erano tutti d’accordo.
Poi altri rumori alla porta li allarmarono, si misero nuovamente tutti in posizione d’attacco. Quando questa si aprì, davanti a loro si stagliava Rick.
Dietro lo sceriffo sembrava essere scoppiata una guerra, a Violet per un secondo ricordò l’ultimo giorno nella prigione. Erranti nello spiazzo, bombe, esplosioni, spari e gente allarmata e pronta a combattere. Dietro Rick, nello spiazzo, videro Daryl, Bob, Glenn e Lucky. Erano tutti vivi.
-Andiamo! Verso il recinto!
Gridò loro lo sceriffo, prima di buttarsi nuovamente nella bolgia e cominciare a sparare colpi di fucile a tutti gli Erranti che si mettevano sul suo cammino.
Uscirono tutti velocissimi dal container e cominciarono a tirare fendenti a destra e sinistra per liberare la strada. Carl andò ad abbracciare suo padre mentre Violet si vide correre incontro il suo adorato cane lupo che le fece un sacco di feste e guaì contentissimo. Poi la ragazza andò da Daryl, che la stava aspettando dietro l’animale, e lo baciò velocemente sulla bocca.
-Grazie.
Gli disse con un tono molto dolce. Lui le sorrise, avrebbe fatto di tutto per lei.
Corsero verso un punto della recinzione che era più basso rispetto al resto e decisero di scappare da quella parte. Nel frattempo, tenendo sempre Eugene al centro, lo proteggevano da tutti gli attacchi possibili. Erano un gruppo molto affiatato. Michionne e Rick si occupavano della retrovia, Daryl e Violet del lato destro, Glenn e Maggie del sinistro e tutti gli altri stavano davanti e vicini allo scienziato.
Gli Erranti erano comunque troppi, non sarebbero riusciti a farli fuori tutti, ma a loro non importava, la cosa principale era riuscire a fuggire da quell’inferno. Ad un certo punto, mentre alcuni di loro avevano già iniziato a scavalcare la cancellata, arrivarono sui tetti anche alcuni degli abitanti di Terminus e cominciarono a sparare verso il gruppo di fuggitivi. Ci mancava solo questa. Con la loro buona mira, però, Rick e Glenn riuscirono a colpirli o comunque a coprire la ritirata dei loro compagni.
L’ultimo a scavalcare la recinzione fu Abraham. Erano nuovamente insieme ed in vita.
  
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