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Autore: Alexiel Mihawk    09/12/2014    4 recensioni
Sono trascorsi anni dall'ultima volta che Seiya e Seika si sono incontrati, in questo periodo di tempo il cavaliere di Pegaso è cresciuto e la sua vita si è intrecciata indissolubilmente a quella di altri, ha trovato dei nuovi fratelli, nuovi amici, persone che sono entrate nella sua quotidianità e che non ha intenzione di lasciarsi alle spalle.
Ed è facile per Seiya dire “Rivoglio mia sorella, perché è la mia famiglia”, ma lo è davvero?
[Prompt: Saint Seiya, Seiya&Marin, "Non mi serve avere il tuo sangue per essere tua sorella" | Seiya centric]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eagle Marin, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt di piscina di prompt: Saint Seiya, Seiya&Marin, "Non mi serve avere il tuo sangue per essere tua sorella"
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Note a fondo pagina.

 
When water is thicker than blood
 
Seiya ha cercato sua sorella per tutta la vita. Non ricorda nemmeno più bene il momento esatto della loro separazione e sicuramente non ha memoria più come fosse la sua vita prima. Rammenta nottate trascorse al telefono, viaggi in angoli remoti di città sperdute tra Tokyo e Osaka, fino in Hokkaido, ricorda orfanotrofi e vaghe scuse da parte di direttrici dispiaciute nel dargli l’ennesima delusione.
E poi ricorda di essersela improvvisamente ritrovata davanti, ricorda Marin che spinge verso di lui questa ragazzina dagli occhi profondi, con i capelli scompigliati e le guance rigate di lacrime, ricorda la sua voce che lo chiama e che gli chiede: «Seiya, sei davvero tu?»
Ora, dopo settimane, la felicità di quel momento è stata rimpiazzata da una sensazione amara che il giovane cavaliere di Pegaso non sa riconoscere; vede sua sorella muoversi veloce nella stanza, l’ascolta parlare di una religione che non condivide, sopporta le sue lunghe prediche sulla pace e sull’importanza di porgere l’altra guancia, finge di non essere seccato quando viene rimproverato o quando si sente dare ordini.  Forse è per questo che passa più tempo possibile fuori di casa, a villa Kido o, addirittura, al grande tempio, in Grecia. Sa che il legame con sua sorella non può essere smentito, è un legame sancito dal sangue e dalla carne, è un legame che ha cercato per anni e che non può e non deve respingere ora; ma Seiya sa anche che le donne della sua vita sono altre, sono tre e ognuna di loro gli ha cambiato l’esistenza e ha rappresentato – e rappresenta ancora – una parte di lui che non vuole negare e non vuole cambiare.
Ne ha parlato con Marin una volta.
«Fatico molto» le aveva detto «a trovare un posto nel mio cuore per Seika, l’ho cercata per tutta la vita e solo ora mi rendo conto di non conoscerla affatto, di ricordare una persona diversa. Nel mio cuore ci sono dei volti, volti di donna: c’è Shaina, a cui va il mio amore, c’è Saori, a cui va la mia lealtà, e ci sei tu, che sei stata mia mentore e hai ricoperto il ruolo di sorella molto più di quanto non abbia mai fatto lei. Credo che una parte di me ne fosse convinta, avevo iniziato a credere di essere io tuo fratello, avevo iniziato a credere di essere sangue del tuo sangue, ma alla fine mi sbagliavo. E ora fatico a trovare la forza per accettare questa sorella che non sconosco».
Marin aveva scosso la testa con fare materno e gli aveva appoggiato una mano candida sulla spalla: «Seiya, un giorno riuscirai a capirla, proprio come sei riuscito a capire Shaina, proprio come sei riuscito a capire Saori. Per quanto riguarda me, io sono qua e sappi questo: non mi serve il tuo sangue per essere tua sorella».
Poi gli aveva accarezzato una guancia e lo aveva lasciato lì, seduto sulle scale dell’anfiteatro deserto, a pensare a quelle parole con un sorriso sul viso.
 
 
 
 
 
 
Note: so che il momento della reiunion tra Seiya e Seika non è andato esattamente in questo modo, ma io me lo immagino così. O almeno immagino sarebbe andata così se Seiya non fosse stato trafitto a morte, o a quasi morte o quello che gira a Kurumada quando si alza la mattina (visto che cambia sempre idea).
Inoltre non è specificato da nessuna parte che Seika sia cristiana, ma siccome è cresciuta in Grecia perché ha deciso di gettarsi in un crepaccio, dimostrandoci che è a tutti gli effetti la sorella di Pegasus e perdendo così la memoria, ho pensato che fosse stata trovata da una famiglia del luogo e cresciuta secondo le tradizioni locali, quindi non cristiana cattolica, ma ortodossa, e comunque appartenente ad un culto diverso da quello di Seiya che combatte per Atena e che, quindi, nel mio headcanon è pagano. Quello che vorrei sottolineare qui è che è facile per Seiya dire “Rivoglio mia sorella, perché è la mia famiglia”, ma lo è davvero? Alla fine non la vede da quanto, otto anni? E in questo periodo di tempo è cresciuto e la sua vita si è intrecciata indissolubilmente a quella di altri, ha trovato dei nuovi fratelli, un nuovo nucleo di persone che ha formato la sua nuova famiglia. Ora che ha ritrovato Seika io non credo, e sinceramente non voglio credere, che sia così semplice legare con questa sorella così a lungo perduta, perché anche se hanno lo stesso sangue, lei rimane comunque un’estranea.
Per quanto riguarda il titolo Blood is thicker than water è un proverbio che significa che i legami di sangue sono più intensi e più importanti dei legami con gli amici, coi conoscenti, con persone che non fanno parte del nucleo familiare. Ovviamente è un modo di dire e non una verità universale, ma trovavo che in questo contesto fosse particolarmente calzante e molto più incisivo dell’italiano.
Sono abbastanza stupita io stessa di avere scritto questa flash perché di base non amo troppo i bronze e soprattutto non amo Seiya, ma, insomma, ogni tanto è giusto ricordarsi che esiste.





 
   
 
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