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Autore: chiaretta78    09/12/2014    4 recensioni
1985, Los Angeles. Proprio mentre i Guns cercano di farsi notare dall'ambiente discografico, Duff conosce Lene, una pittrice allergica alle relazioni stabili, e subito non gli sembra vero di aver trovato una donna così bella e disponibile che non vuole altro da lui se non divertirsi e sballarsi insieme. Ma le cose cambieranno presto tra loro, complicando ad entrambi la vita notevolmente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duff McKagan, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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note 5 febbraio '86 LA

Lene si svegliò per colpa della tenda tirata male per l'ennesima volta.
Prese mentalmente nota del fatto che avrebbe dovuto scambiare due paroline con Duff in merito, perché non poteva essere così difficile tirare una tenda, porca miseria!
A quel pensiero si girò alla sua destra e rimase qualche istante a osservare quelle lunghe ciocche bionde che spesso e volentieri le solleticavano il viso di notte.
Da quando Duff le aveva dato l'anello e lei si era arresa al fatto che ormai si era innamorata talmente tanto da non riuscire più a far finta di niente, il ragazzo aveva iniziato a dormire lì da lei sempre più spesso, proprio da vera coppietta.
La cosa subito l'aveva disturbata parecchio, perché lei era piuttosto gelosa della sua indipendenza e della sua privacy, ma considerando che Duff non aveva una vera casa e il massimo che poteva fare, se lei non l'ospitava, era dormire nel magazzino o a casa di qualche amico, alla fine aveva ceduto anche su quello e ormai erano davvero poche le notti che il ragazzo non si fermava da lei.
La cosa, in realtà, si era rivelata meno fastidiosa del previsto.
A parte i primi giorni in cui si erano dovuti un po' adattare alle abitudini dell'altro, o ad essere più sinceri, Duff si era dovuto adattare a quelle di Lene, le cose erano filate piuttosto lisce.
Certo, le liti erano piuttosto frequenti, ma questo non perché si vedessero più spesso, ma semplicemente perché erano loro, erano fatti così e avevano entrambi due caratterini non da poco.
L'ultima lite in ordine di tempo era avvenuta per via delle chiavi di casa. Lene sorrise lievemente ripensandoci.
Nonostante Lene non fosse una che si tirava indietro quando si trattava di divertirsi, Duff faceva sicuramente una vita più sregolata di lei e visto che da quando era lì a LA non aveva mai dovuto rendere conto a nessuno, si era abituato ad andare ad ogni festa possibile e immaginabile e a tornare a casa ad ore improponibili.
Lene invece, pur essendo festaiola, ad un certo punto sentiva proprio la necessità fisica di tornarsene a casa e possibilmente prima dell'alba.
Questa cosa, di per sé assolutamente di minima importanza, aveva generato una lite furibonda quando Duff, alla festa di compleanno di Del, le aveva detto che non aveva ancora voglia di rientrare.
Lene, piuttosto alticcia a dirla tutta, gli aveva risposto che era nei suoi diritti restare coi suoi amici, ma che in quel caso si doveva trovare una sistemazione per la notte perché lei non aveva nessuna intenzione di alzarsi per aprirgli la porta chissà a che ora.
Duff era rimasto un po' disorientato, complice anche la quantità di alcool che aveva ingerito fino a quel momento, perché non riusciva a capire quale fosse il problema. Bastava che lei gli desse le chiavi, no?
E lì era cascato l'asino.
Lene era scoppiata a ridergli in faccia, cosa che l'aveva già di per sé indispettito non poco, e gli aveva detto che se lo poteva anche scordare, che la casa era sua e le chiavi le teneva lei, senza possibilità di negoziazione.
Ne era scaturita una lite pazzesca, resa probabilmente più accesa dalle sostanze in corpo ad entrambi e finita con Lene che se andava da casa di Del sbattendo la porta e Duff con un intero bicchierone di Jack rovesciato sulla testa.
Ovviamente il ragazzo aveva anche dovuto trovarsi un'altra sistemazione per un paio di notti.
La cosa in realtà avrebbe potuto risolversi più velocemente, ma  Duff aveva avuto la brillante idea di presentarsi ancora ubriaco fradicio alla porta della ragazza e suonare il campanello talmente tanto da svegliare praticamente tutto il condominio.
Lene quel punto aveva semplicemente aperto la finestra e gli aveva gettato un catino pieno d'acqua fredda in testa, tra gli applausi degli altri condomini,  facendogli quasi prendere un colpo.
Una volta ripresosi dalla doccia forzata, Duff si era messo a urlarle di tutto e Lene gli aveva risposto di andarsene... beh, diciamo di andarsene a fare un bel giro e non farsi vedere mai più.
Duff l'aveva apostrofata di nuovo in modo poco galante e se n'era andato con un diavolo fradicio per capello.
Neanche a dirlo, i ragazzi erano scoppiati a ridere non appena il bassista aveva varcato la soglia del magazzino e lui si era attaccato alla prima bottiglia che aveva trovato tenendo il muso per almeno un paio d'ore, se non di più.
Il giorno dopo, ormai lucido, il muso si era tramutato in disperazione vera e propria e forse proprio per non dover più sentire l'ennesimo lamento del biondo che aveva paura di averla persa per sempre, Izzy si era fatto ambasciatore ed era andato a parlare con Lene per tastare il terreno e provare a convincerla a riprenderselo.
Per fortuna di Duff e di tutti gli altri della band, che già dopo un giorno non ne potevano più, Lene era parecchio cotta e così aveva ceduto ben presto alle insistenze di Izzy, ponendo come condizione unica che Duff non si facesse vedere per almeno un altro giorno, perché lei doveva sbollire la rabbia.
Lene sorrise ripensando alla faccia del ragazzo quando si era presentato alla sua porta, il giorno seguente, una torta al cioccolato in una mano e un vinile nell'altra, il tutto condito da una faccia da schiaffi da far paura.
La pace era stata consumata non appena entrambi avevano varcato la soglia di casa, lì in salotto, e poi in cucina qualche ora più tardi e con un ultimo amplesso in camera da letto prima di addormentarsi, le cose erano tornate al loro posto e da qualche giorno tutto filava liscio come l'olio.
Lene lanciò un'occhiata alla sveglia e decise che era ora di alzarsi e preparare qualcosa da mangiare, visto che erano le 12.15 e Duff avrebbe avuto una fame assurda al suo risveglio.
Scosse il capo, pensando che ormai stava quasi diventando una mogliettina se aveva di questi pensieri appena alzata e poi si alzò dal letto cercando di non svegliarlo e scese in cucina.

Duff  si girò nel letto ancora mezzo addormentato e allungò un braccio per stringere a sé il corpo di Lene, una mezza idea su come iniziare al meglio il giorno del suo ventiduesimo compleanno.
Va da sé la delusione che provò nel constatare che un corpo da abbracciare in quel letto non c'era. Duff sbuffò un po' stizzito e si rivolse al suo amichetto più in basso.
"Mi spiace amico, a quanto pare bisogna aspettare per festeggiare."
Si alzò da letto con fatica e ancora seduto si passò una mano tra i capelli cercando di avere un aspetto umano, una volta tanto.
I suoi sensi, ancora un pochino assopiti, si risvegliarono del tutto e Duff improvvisamente si rese conto che c'era un gran buon profumino che aleggiava nell'aria.
Il suo stomaco borbottò abbondantemente e lui decise di assecondarlo alzandosi finalmente da lì e avviandosi al piano di sotto, speranzoso.
Sicuramente Lene gli aveva preparato qualcosa di speciale per il suo compleanno e lui non vedeva l'ora di addentarlo!
Duff mise piede in sala e cercò con lo sguardo la ragazza. Rimase a dir poco di sale, quando la vide seduta sul divano a mangiare un misero sandwich.
Un sandwich?!? Non era possibile!! Possibile che si fosse dimenticata??
"Ciao piccola..."
Lene alzò lo sguardo su di lui per qualche istante e poi tornò a guardare la televisione.
"Buongiorno."
Duff rimase ancora più di sale.
Nessun buon compleanno o tanti auguri, nessun pranzetto delizioso, niente di niente. Se n'era dimenticata!
Ok, doveva mostrarsi maturo e lasciar perdere... in fondo non era mica obbligatorio che lei si ricordasse del suo compleanno... chissà quante volte lui si era dimenticato del compleanno di una ragazza che frequentava??
Già, però a lui di quelle non gliene fregava più di tanto, per quello non si ricordava certe cose! Quindi questo significava che a Lene non importava molto di lui?!
Ovviamente Duff non si accorse che mentre pensava tutte queste cose fermo impalato nel mezzo della sala, il suo viso esprimeva perfettamente tutte le sue emozioni in merito, tanto bene da non permettere a Lene di rimanere seria e dura come si era prefissata.
Voleva fargli uno scherzo, fargli credere che non si era ricordata del suo compleanno, ma vedere tutte quelle facce buffe che lui stava facendo la fece scoppiare a ridere come una matta.
Duff la guardò un po' sbigottito e iniziò ad innervosirsi un pochino. Cazzo aveva da ridere in quel modo??
Lene posò il sandwich sul tavolino, si alzò e andò verso di lui, fermandosi a un millimetro dal suo corpo.
Gli afferrò il viso con entrambe le mani e gli stampò un bacione con lo schiocco sulle labbra.
"Tenero lui, tutto imbronciato perché è il suo compleanno e quella cattivona della sua ragazza non se l'è ricordato!"
Lene si spostò verso la cucina, ancora ridacchiando.
"Ti va bene che sei buffo quando tieni il broncio, la mia idea era di tirarla avanti almeno almeno fino a stasera!"
Duff ci mise qualche istante prima di processare quelle informazioni.
Allora non si era dimenticata!!
"Brutta carognetta... ti pare il caso di farmi rimanere così male proprio il giorno del mio compleanno??"
Duff le si avvicinò mentre lei tirava su il coperchio di una padella e le diede una patta sul sedere, abbracciandola subito dopo da dietro e appoggiando il mento alla sua spalla.
"Cavoli, sembra davvero appetitoso... cosa mi hai preparato di buono?"
Lene sorrise compiaciuta nel sentire quelle parole.
Si girò, ancora racchiusa nello spazio lasciatole dalle braccia di Duff, gli mise le braccia al collo e gli diede un bacio a fior di labbra.
"Per te oggi niente po' po' di meno che Paella, canelons e crema catalana. Tutte ricette di famiglia."
"Ehi... che uomo fortunato che sono..."
Duff le diede un bacio che nelle sue intenzioni doveva essere rapido, ma quando sentì le labbra di Lene contro le sue non riuscì a staccarsene come aveva pianificato e incominciò ad assaporare la bocca della ragazza con baci lenti e appassionati, che alzarono immediatamente la temperatura della stanza.
Fu Lene a forzare quella separazione, sebbene a malincuore. Diamine, aveva cucinato per un'ora buona per fargli trovare tutto pronto, non esisteva che si mettessero a fare sesso proprio in quel momento, facendo venire tutto freddo!
"No no, mio caro, adesso si mangia e poi festeggiamo a modo tuo..."
Duff fece una smorfia contrariata.
"Ehi, ma essendo il festeggiato non dovrei essere io a decidere oggi??"
Lene si girò nuovamente verso i fornelli, brandendo le presine necessarie a spostare la padella e portarla a tavola.
"Scordatelo. Qui dentro comando io, compleanno o non compleanno. Ora spostati se non vuoi bruciarti."
Duff si arrese immediatamente, anche perché lo stomaco continuava a brontolargli e il profumino che veniva da quella padella era davvero troppo invitante.
Si rivolse di nuovo al suo amico là sotto.
"Pazienta, prima riempiamo lo stomaco e poi facciamo contento anche te, ok?"
Lene, già in sala, lo sentì borbottare qualcosa.
"Cos'hai detto? Parlavi con me?"
"Niente, niente... non ho detto niente. Arrivo."
E ridacchiando fra sé e sé, il ragazzo uscì dalla cucina e si mise a tavola, pronto a divorare tutto quanto in un sol boccone.

Il pranzo fu veramente delizioso e dopo aver spazzolato ogni cosa, Duff si sedette sul divano, in panciolle.
"Mamma mia, era un secolo che non mangiavo così tanto! Potrei sentirmi male!"
Lene finì di spostare un paio di cose in cucina e gli lanciò un'occhiataccia. Ok che era il suo compleanno, ma avrebbe potuto anche darle una mano, no?? Mica era la sua schiava!
Contò mentalmente fino a dieci per cercare di calmarsi e non dare voce ai suoi pensieri. Si era ripromessa di rendere quel 5 febbraio una giornata perfetta per Duff e mettersi  a litigare non era decisamente parte di quel piano.
Quando rientrò in sala Duff stava facendo zapping alla ricerca di qualcosa di decente da guardare.
Lene si diresse verso un mobiletto e ne aprì un'anta, tirandone fuori un regalo.
Sulla carta spiccavano renne, pupazzi di neve e babbi natale, segno evidente che il regalo era stato comprato e pensato per un altro momento e poi riposto nel mobiletto in attesa del momento giusto per darlo, o forse per nasconderlo lì dentro per sempre.
Lanciò un'altra occhiata a Duff, forse ancora incerta su se darglielo o meno, e poi prese un bel respiro e chiuse l'anta, avvicinandosi al divano.
Duff notò con la coda dell'occhio che Lene aveva qualcosa in mano, qualcosa di rosso e grande.
Girò la testa verso di lei, ormai seduta sul divano, e abbassò lo sguardo sulle sue mani.
Sbalordito, cercò immediatamente gli occhi della ragazza per leggervi la conferma che quello fosse davvero un regalo per lui.
Sinceramente, non se l'era proprio aspettato. Sperava che Lene gli avrebbe riservato qualche attenzione in più quel giorno, giusto qualcosa di buono da mangiare e magari qualche concessione sotto le lenzuola, ma nemmeno per un istante aveva immaginato che lei potesse prendergli un regalo.
Insomma... un regalo era proprio una cosa da... fidanzatina... e lui non riusciva ancora a vedere Lene in quei panni.
Non perché non lo desiderasse, sia chiaro, ma perché sotto sotto Duff ancora viveva con la paura che da un momento all'altro Lene cambiasse idea e lo sbattesse fuori di casa per sempre.
Invece quel regalo... quel regalo significava più di qualunque altra cosa successa a partire da quel 19 gennaio.
"Beh? Non lo apri?"
Il lieve tremolio nella voce di Lene aumentò ancora di più la strana sensazione che Duff sentiva alla bocca dello stomaco.
Aveva paura... Lene aveva paura che lui non volesse quel regalo o comunque di essersi scoperta troppo con quel piccolo grande gesto.
Duff non disse nulla. Prese il pacchetto dalle mani della ragazza e lo aprì, curioso di sapere di che album si trattasse.
Quando vide la copertina del disco rimase senza parole. Avevano visto quel disco insieme mesi prima, nella vetrina di quel negozietto all'angolo tra Hollywood Boulevard e North McCadden Place, e lui non riusciva a credere che lei se ne fosse ricordata!
Si girò nuovamente verso di lei e le afferrò il viso baciandola con un'urgenza che lasciò stupita perfino Lene. Quante cose c'erano dentro a quel bacio?!
Duff lasciò il viso della ragazza con una mano solo il tempo di spostare il preziosissimo disco sul tavolino, senza mai staccarsi però dalle sue morbide labbra.
Il bacio si fece sempre più intenso e le mani di Duff iniziarono ben presto a percorrere il corpo della ragazza, scivolando lievi sotto i suoi vestiti.
La stanza si riempì nel giro di poco di gemiti, sospiri e pensieri non detti e solo a un passo dal culmine del piacere un sussurro uscì dalle labbra di Duff, un sussurro che risuonò però forte e chiaro alle orecchie di Lene, lasciandola senza fiato:  ti amo da morire Magdalene.

Eccoli qui i due piccioncini innamorati! ;) Allora, siete contente?? Vi piacciono così? Dite la verità, pensavate che Lene avrebbe fatto qualche casino fin da subito... vero?? XD
Bene, vi dico già che il prossimo capitolo non arriverà prima di domenica, sorry =(
A presto!

PS I canelons
sono un piatto tipico di Barcellona (simili ai nostri cannelloni, ma con tre tipi di carne diversa), così come la crema catalana. La Paella, come ben saprete, invece non è di quelle parti, ma ovvio che si mangi comunque un po' ovunque.





  
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