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Autore: Tommos_girl93    09/12/2014    2 recensioni
Sogni, desideri, storie impossibili. Un incontro che cambierà la vita di più persone.
I One Direction alle prese con il loro tour, le loro vite private.
Non credevo sarebbe mai successo. Era un sogno, un desiderio affidato a una stella di cui non mi ero mai fidato poi tanto. E invece sono arrivato qui, su questo palco, circondato da migliaia di fan che urlano il mio nome, il nome della mia band, che cantano le nostre canzoni a squarcia gola.
Non posso fare altro che sorridere. E le urla diventano ancora più forti.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I SOGNI SON DESIDERI
 

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- Epilogo -
 
 
24 dicembre 2021
 
Silvia si prese la mano sinistra con la destra, sospirando, poi spostò lo sguardo all’esterno dell’auto, dove Londra correva veloce. Abbassò gli occhi sul suo anulare, sulla pietra che brillava alla luce dei lampioni, l’ombra di un sorriso che nasceva sulle sue labbra.

 
Ottobre 2015
Lavorava ancora a Orlando. Era ancora la Belle sconosciuta da tutti, se non dalle bimbe che le prendevano la mano e le sussurravano che non avrebbe dovuto scegliere Gaston e che la bestia era in realtà un bellissimo principe. Un po’ le mancavano quei tempi, i tempi spensierati in cui l’unica cosa importante era tornare all’alloggio e accendere il portatile per vedere il volto di Louis.
L’On The Road Again tour non era più semplice rispetto al primo tour che avevano vissuto assieme, il Take Me Home, anzi, per molti aspetti era più difficile, non ultimo per il fatto che lei non potesse raggiungerlo a piacimento e che, non essendo nuovamente assieme alla luce del sole, Louis non poteva abbandonare la crew improvvisamente, solo per andare da lei. Ma ci stavano riuscendo, avevano una rinnovata conoscenza di loro stessi, del loro rapporti, dei bisogni e le vite l’una dell’altro. E sapevano di doversi fidare l’uno dell’altra, se volevano farlo funzionare. Louis aveva compreso il bisogno di Silvia di stare nell’ombra, sapeva che un suo ritorno sarebbe stato un disastro su molti fronti, così erano ormai insieme di nascosto da mesi, ed erano felici. Felici nonostante le tante ragazze, e Harry, che secondo il resto del mondo avevano una relazione con Louis, felici della bolla che riuscivano a creare attorno a loro quando erano soli.
Per questo il giorno in cui Louis si era nuovamente presentato davanti a lei a sorpresa, subito prima della fine del suo turno di lavoro, Silvia lo aveva guardato stranita.
- Credo che alcune cose debbano cambiare amore
Le aveva spiegato, in risposta all’espressione di Silvia. Aveva continuato parlando del fatto che lui la amava, che il loro legame era abbastanza forte, a quel punto, da zittire qualsiasi vociare, qualsiasi invidia, qualsiasi negatività. E lui voleva urlarlo al mondo, che stava con la donna più favolosa al mondo, che aveva ritrovato la sua principessa, che il suo lieto fine non era lontano come alcuni pensavano. Silvia aveva spalancato gli occhi, poi aveva sorriso all’uomo davanti a lei, a colui che aveva conosciuto quando era poco più di un bambino e aveva visto diventare un uomo a tutti gli effetti.
- Spero tu voglia farlo in grande stile amore mio
Gli aveva suggerito, comprendendo senza bisogno di esplicitazioni quel che Louis intendeva. Louis l’aveva abbracciata, quasi soffocata con il suo entusiasmo, dimostrandole che aveva ancora la capacità di essere felice come un bambino.
Avevano organizzato il tutto perché sembrasse la cosa più naturale del mondo. O forse non avevano organizzato proprio nulla, e un giorno davanti a casa di Louis apparve un furgone dei traslochi, e sotto al braccio del ragazzo, mentre andava agli studi comparve la sua vecchia fiamma, che lo abbracciava e si scaldava assieme a lui, lasciando tutti i presenti a bocca aperta, i presenti che da poco erano riusciti ad accettare, chi più chi meno, la relazione di Harry con Joy. Non avevano indetto una conferenza, non si erano presentati ufficialmente a nessun evento: semplicemente erano assieme. E così era fatta, tutti i membri dei One Direction erano impegnati.
 
15 dicembre 2015
Non passarono che poche settimane da quella rivelazione, mancavano pochi giorni a Natale, e Louis sorprese nuovamente Silvia, una mattina, a letto, mentre lei ancora dormiva pacifica. Louis era sveglio da alcuni minuti, giocava con i capelli della ragazza, che finalmente aveva ricominciato a lasciarli naturali invece di ostinarsi a fare i boccoli perfetti ogni mattina. Alzò il piumino in modo che coprisse la spalla nuda di Silvia, poi si allungò verso il comodino per trovare una scatolina di velluto nero nel cassetto. La fissò diversi minuti, poi prese a spostare lo sguardo tra l’oggetto nelle sue mani e la donna al suo fianco, che pur addormentata aveva una mano sul cuscino di Louis, mano che, se Louis non fosse stato sveglio, sarebbe stata sopra alla sua.
Attese che dalle tende entrasse un filo di luce, poi avvicinò le labbra a quelle di Silvia, sfiorandole lentamente il viso con la mano. La reazione della ragazza fu quasi istantanea: aprì appena un occhio e abbracciò il torso di Louis, ricambiando il bacio con la tipica sua lentezza mattutina.
- Buongiorno meraviglia mia
Le disse, prima che Silvia si strofinasse gli occhi con due mani, come una bambina, poi allungasse le braccia per stiracchiarsi.
- Cosa ti fa pensare che sia legale svegliarmi a quest’ora nel mio giorno libero Tomlinson? Sei perdonato solo perché ti amo alla follia
- Oggi è un giorno speciale amore, e ho bisogno che tu sia sveglia e attenta
Ribatté, abbracciando con gli occhi il volto della ragazza, che subito si colorò di curiosità, prima che cominciasse a spostare lo sguardo intorno alla stanza.
- Non troverai indizi amore. E ora guarda me per favore
Le ordinò, poi mosse delicatamente il suo viso verso di lui.
- Volevo fare qualcosa di un po’ più organizzato, ma poi ho pensato che tu odi le sorprese, quindi evito le candele e l’atmosfera, ed evito di inginocchiarmi perché è troppo faticoso di mattina presto, e io sono un uomo anziano ormai
- Vai al punto amore
Lo aveva incitato Silvia, la mente ancora annebbiata dal sonno. Louis aveva preso la scatoletta nera da sotto al cuscino, l’aveva aperta, poi mostrata a Silvia, alzando le spalle, accennando un sorriso implorante.
 - Che ne dici di cominciare a pensare al per sempre?
Ci era voluto un istante di troppo perché la realizzazione colpisse Silvia, perché la ragazza comprendesse che il solitario da un carato che brillava sul velluto fosse un anello di fidanzamento, tanto che sul volto di Louis si erano formate delle piccole rughe di espressione, a dimostrare la preoccupazione con cui attendeva la risposta della sua compagna.
- Sil
L’aveva scossa, notando che Silvia fissava il gioiello da diversi secondi.
- Tu... Vuoi sposarmi.
Aveva risposto lei, lentamente, come se parlando a velocità normale tutto sarebbe cambiato.
- Sì beh, se lo vuoi anche tu ovviamente e poi non serve che...
Stava blaterando Louis, improvvisamente insicuro di quello che stava facendo, influenzato dalla reazione di lei. Silvia però aveva richiuso la scatolina, l’aveva riposta sotto al cuscino, poi con una velocità incredibile aveva trovato le labbra di Louis, ancora impegnate nel discorso, impedendogli di andare oltre.
- Certo che lo voglio Tommo
Gli aveva risposto, senza ombra di dubbio, non appena si furono separati.

 
 
Era così che Louis le aveva chiesto di sposarla quella mattina di sei anni prima. Guardava Londra scorrere sotto i suoi occhi, Silvia, fino a quando l’auto non si fermò, mentre l’autista arrivava per aprirle la portiera.
- Vai pure tu, io arrivo subito
Aveva sentito, prima che un bacio le sfiorasse la guancia. Si avviò così verso la casa a più piani nei dintorni di Londra, cercando quasi tremante le chiavi. Ricordava bene la prima volta che erano entrati lì, seppure entrambi fossero brilli. Era la notte del loro matrimonio, e Silvia non aveva ancora mai visto nulla di quella casa.

 
3 settembre 2016
Si erano sposati a settembre dell’anno successivo al fidanzamento, matrimonio abbastanza popolato, ma nulla di troppo sfarzoso. Avevano scelto l’Italia, la terra della sposa, come cornice, il Mediterraneo dell’isola d’Elba a fare da sfondo alla celebrazione. Louis era impeccabile, il vestito a tre pezzi blu, su richiesta della sposa, la camicia bianca ad esaltare la carnagione estiva; Silvia aveva un semplice abito bianco senza spalline, il diadema della madre, un bouquet di rose e gelsomino a terminare il look. Faticavano a distogliere gli sguardi l’uno dall’altra, stentavano a credere di essere i primi a dire sì nel gruppo, ma erano arrivati lì, davvero stavano per scambiarsi le fedi e finalmente avere il permesso di baciarsi.
Il processo era stato più difficile del previsto, le mani di entrambi tremanti, ma alla fine ce l’avevano fatta, e Louis senza troppi indugi aveva preso tra le mani il volto di Silvia e l’aveva baciata, impaziente come il suo solito, senza attendere il permesso del celebrante, che aveva sdrammatizzato il momento con una battuta.
Quella sera stessa avevano ripreso l’aereo per Londra, Louis aveva tenuto a bada il bisogno di addormentarsi di Silvia baciandola di tanto in tanto, mantenendo i nervi di sua moglie sull’attenti.
Non capiva, Silvia, perché suo marito si comportasse in quel modo, e non lo capì finché, arrivati in un luogo che non conosceva, Louis non la prese in braccio prima di scendere. Silvia aveva ridacchiato, circondando il collo di Louis con le braccia, poi era rimasta a bocca aperta.
- Ben arrivata a casa, signora Tomlinson
Non c’era quasi nulla nella casa, se non il letto a due piazze che Louis dall’attico aveva già fatto spostare nella nuova residenza e alcune cose essenziali. Avevano passato la loro prima notte di matrimonio, o quel che ne rimaneva, nella loro casa, la stessa in cui Silvia stava entrando in quel momento.

 
 
Era molto più arredata, a quel punto. Molto più disordinata, pur contando il servizio della donna delle pulizie, ma era anche molto più loro. La prima cosa che saltava agli occhi non appena si entrasse, era il collage di fotografie che Louis tempo prima aveva tenuto in camera, ma non fu quello che catturò l’attenzione di Silvia, piuttosto due voci femminili che all’unisono la chiamavano, accompagnate da dei passi pesanti. Trascorsero meno di dieci secondi, poi la gamba destra di Silvia fu imprigionata da due braccia, mentre ci volle qualche tempo di più perché una testolina castana arrivasse e pretendesse di essere presa in braccio.
- Ci sei mancata mamma!
Aveva cantilenato Rebecca, ancora abbracciata alla sua gamba, mentre la mano di Silvia le accarezzava dolcemente la testa. Silvia sospirò, baciando la guancia di sua figlia minore, che come al solito stava giocando con i suoi capelli.
- Anche voi piccole mie
- Sono io mama?
Chiese la più piccola, indicando le foto di Rebecca appena nata, facendo sorridere Silvia.
- No Rose, quella è tua sorella, tu sei nell’altra foto piccina mia
Le rispose, voltando il viso verso il muro opposto. Nuovi ricordi la sopraffecero.

 
Ottobre 2016
Era terrorizzata, quel pomeriggio; stava male da circa una settimana, era in ritardo di alcuni giorni, ma solo in quel momento aveva messo insieme tutti i pezzi. Non ci voleva un genio, anzi, si era data dell’idiota per non averlo capito prima. Aveva preso il telefono, chiamato sua madre, domandato se i sintomi risultavano compatibili, domanda inutile dato che già sapeva la risposta. Poi aveva composto il numero di Louis, senza tuttavia premere il tasto verde: Louis non era neanche nel suo stesso continente.
Era sola, Silvia, anche se non esattamente. A tenerle compagnia era la nuova vita che si stava formando nel suo grembo, il frutto dell’amore tra lei e Louis. Il test che aveva utilizzato qualche ora dopo le aveva dato la conferma. Era incinta.
Mai la felicità e la paura avevano avuto una battaglia tanto feroce per la prevalenza in lei. Certo, da quando si erano sposati avevano detto addio alle precauzioni anticoncezionali, ma non si poteva dire che ci avessero volontariamente provato, né che ne avessero davvero parlato. Silvia si era chiesta come dirlo a Louis, come fargli sapere che sarebbe stato papà a venticinque anni e con la carriera che ancora andava a gonfie vele. Poi aveva semplicemente acceso il computer, notando il contatto di Louis online su Skype, e l’aveva chiamato, senza nessun tentennamento.
- Amore non mi aspettavo la tua chiamata, ho appena finito di parlare con la mamma, Ernie e Doris la fanno impazzire
Aveva esordito Louis, grattandosi la testa e sorridendo a Silvia che però non ricambiava la sua espressione. Louis si era fatto più serio, mantenendo però l’espressione il più dolce possibile.
- Mi ha anche detto che vi siete sentite ieri e che non stavi tanto bene, passato il mal di stomaco?
Aveva continuato, spostando lo sguardo dal telefono che aveva in mano al viso di Silvia, che si era lasciata sfuggire un sorriso poi aveva risposto tranquilla. Chiacchieravano da un po’ quando la pazienza in Silvia era arrivata a un limite.
- Sono in dolce attesa
Gli aveva confessato, sentendo Louis cominciare a chiedere cosa stesse aspettando poi fermarsi, nell’intuizione di cosa Silvia intendesse. Era stata una pausa piuttosto lunga, quella di Louis, pausa in cui Silvia aveva guardato sorpresa, angoscia, paura, felicità colorare il volto di suo marito, poi finalmente Louis aveva sorriso, un sorriso grande e sincero.
- Da quanto lo sai? E perché me lo dici solo ora? Chi lo sa oltre a te? Ma di quanto ormai? Era questo che la mamma voleva dirmi prima?
L’aveva riempita di domande, a cui Silvia aveva risposto con un sorriso sulle labbra, poi aveva urlato ai suoi compagni di avvicinarsi e salutare la mamma del suo primo figlio. Era così che avevano cominciato il loro percorso di genitori, in attesa del giugno successivo, quando nacque Rebecca, secondo bebè della squadra dei 1D, dopo il figlio di Niall e Vanessa, che Silvia non aveva mai visto.
 
20 novembre 2018
La nascita di Roxanne, Rose, era stata più difficile per Silvia. Becca aveva un anno e mezzo, Silvia era nuovamente incinta di poco più di otto mesi e mezzo; quell’anno novembre era stato poco generoso: aveva cominciato a nevicare qualche giorno prima, facendo sì che i Tomlinson si chiudessero in casa, ma quella sera le sembrava che il freddo oltrepassasse anche le finestre. Rebecca dormiva pacifica nel suo lettino, mentre Silvia e Louis la guardavano, le mani di Louis sul ventre di Silvia, quelle di Silvia sopra a quelle di Louis.
Un dolore fin troppo forte però, aveva scosso Silvia, che si era voltata terrorizzata verso suo marito, respirando a mala pena, gli occhi spalancati. Non poteva essere una contrazione, era troppo presto. Louis, pur non comprendendo a pieno la situazione, aveva preso il cellulare, cercando il numero di Harry, chiamandolo e chiedendo se potesse venire a tenere Rebecca, mentre loro andavano in ospedale.
 
Aveva passato la notte in ospedale, Silvia, nel reparto maternità. I medici le avevano detto che non era nulla di preoccupante, ma era meglio rimanere, perché era probabile che il parto avvenisse prima del previsto.
Il mattino successivo, mentre il medico controllava che tutto fosse nella norma, Harry aveva raggiunto Louis e Silvia, dicendo che Rebecca era nelle mani sicure di Joy e chiedendo come andasse.
- Stabile, dicono che potrebbe nascere a momenti, che sarà prematuro di soltanto alcuni giorni e che quindi non dobbiamo preoccuparci
Gli aveva detto Louis, senza spostare gli occhi da Silvia che stava risistemando la camicia da notte dopo l’ecografia.
- Niente informazioni su maschio o femmina Tommo?
- Silvia continua a non volerlo sapere – aveva risposto Louis con un’alzata di spalle – ma è un maschietto questa volta, me lo sento. Già tutta questa impazienza di nascere è un buon indizio, è come suo padre, vedrai
Aveva quasi le stelle negli occhi, Louis. Era così convinto, così emozionato, che subito dopo il parto Silvia quasi si era rattristata, al pensiero che rimanesse deluso che fosse nata la piccola Rose e non Nicholas. E aveva sbagliato tutto, l’aveva compreso quando, mentre Harry tratteneva una risata provocata dalle grandi capacità divinatorie di Louis, il padre della bambina l’aveva presa in braccio per la prima volta, sfiorandole la guancia con l’indice, guardandola come fosse la fonte della sua felicità.
- Ciao stella di papà – le aveva sussurrato – la mamma mi ha detto che hai pianto pochissimo, sei la mia guerriera forte tu, l’ho capito sai? Già ti vedo a giocare a calcio e battere tutti, sarai l’orgoglio di papà
Al sentire il piccolo monologo che Louis stava facendo, gli occhi di Silvia si erano fatti lucidi, aveva preso la mano che Harry le aveva poggiato sulla spalla, poi l’aveva stretta, guardando il suo uomo innamorarsi perdutamente del piccolo fagottino tra le sue braccia.

 
24 dicembre 2021
Silvia baciò nuovamente Rose sulla guancia, lasciò che la bambina le stringesse le braccia attorno al collo, poi si fece tirare da Rebecca verso l’interno della casa, nel salotto, dove non appena mise piede una ventina di persone urlò ‘sorpresa’, spaventandola, poi aiutandola con le bambine. C’erano quasi tutti: Harry con Joy e Nicole, Zayn e Perrie, Liam con Sophia e Andrew, Niall, Lou con Lux, Jay, Dan e i gemelli, la famiglia di Silvia e alcuni amici dall’Italia. Tutti a darle il bentornato a casa. Gli unici che mancavano, come al solito in queste cose, erano Vanessa, con cui non aveva più avuto alcun contatto, e il piccolo Horan.
Si fece abbracciare da tutti, incassò le congratulazioni da ogni dove con un sorriso, poi sentì Zayn schiarirsi la voce.
- Ma non manca qualcuno qui?
Domandò il moro, stringendo Perrie al suo fianco, mentre gli altri ridevano e sorridevano. Un pianto disperato si avvicinava al salotto piuttosto velocemente.
- Certo, mancano gli uomini della famiglia Tomlinson, per meglio dire, i veri festeggiati, ma qualcuno ha deciso di addormentarsi e poi svegliarsi piangendo come un matto e rifiutarsi di smettere, vuoi provare tu a calmarlo Sil?
Esordì Louis, stringendo la culla di Ricky in una mano e la torta nell’altra, guardando implorante Silvia, che subito lasciò scendere Rose per avvicinarsi al neonato di casa Tomlinson e calmarlo in pochi secondi.
- Ce l’avrai anche fatta Tommo, ad avere un maschio, ma mi sa che il piccolino ha un debole per la mamma
Commentò Niall, ridendo come un matto.
- Quello l’ha preso dal papà
Concluse infine Louis, accogliendo Rose tra le braccia e lasciando che Rebecca prendesse le mani di entrambi i genitori per unirle.
Gli occhi verdi di Silvia si alzarono da Ricky che la guardava beato, incontrarono per primo il caldo verde di quelli di Rose, poi l’azzurro cielo di Becca, specchio di quelli del padre, di Louis, su cui Silvia si soffermò, perdendovisi.
Dopo tante peripezie, la famiglia Tomlinson era davvero completa.


Writer's corner:
Oddio, ho davvero messo un punto anche all'epilogo. Piango per sempre. Prometto che sarà un writer's corner veloce, questo.
Voglio ringraziarvi tutte, tuttissime, nuovamente, per aver letto, commentato o fatto qualsiasi cosa con questa storia, non immaginate quanto sia importante per me.
Sono nervosissima all'idea che voi stiate leggendo questo capitolo, l'epilogo, il vissero per sempre felici e contenti di cui non si sapeva molto alla fine dello scorso, una carrellata di episodi nella vita di questa coppia, che è la mia coppia preferita in tutte le coppie che ho creato. Ma io sono di parte, che posso dire. Spero vi siano piaciuti, spero che una certa parte vi abbia commosso, un po' come ha commosso me, perché immaginarla mi ha riempito di felicità. Chissà se qualcuna di voi riuscirà a capire qual è. La mia beta l'ha riconosciuta subito :)
Basta, basta parole. Spero vogliate lasciare scritto qualcosa, dirmi cosa ne pensate di questa storia, di questa coppia, di questa famiglia.
E più di tutto, spero che anche per voi i sogni diventino realtà :)
Un bacio (per l'ultima volta in questa storia),

-S

 
   
 
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