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Autore: BeJames    09/12/2014    1 recensioni
-«Finalmente vi ho trovato!».
Liz e Patty si voltarono verso la persona che aveva appena parlato. Era un ragazzino, minuto, vestito di scuro, con tre strisce bianche al lato sinistro dei capelli.-
Breve raccolta sul Death Team (Kid-Liz-Patty) con forti accenni Kid x Liz.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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He Saved Our Lives

4. Stupido - My life would suck without you.

«Accidenti, Kid, in che diavolo di guaio ci siamo cacciati?!».
Liz si avvicinò al suo maestro d’armi e a sua sorella mentre i muri delle rovine in cui erano rimasti intrappolati tremavano sempre più forte. Patty non rideva più da un bel pezzo e Kid continuava a guardarsi in giro con fare spaesato; nessuna delle due cose era un buon segno.
«Maledizione, dovevo capirlo che era una trappola!», imprecò lui, colpendosi la fronte con il palmo della mano.
«Adesso non è il momento di lasciarsi prendere dalle nevrosi, Kid, dobbiamo uscire da qui prima che crolli tutto!».
Il giovane shinigami si ridestò di colpo, iniziando a colpire con la spalla una parete che aveva dato segni di cedimento; era inutile, non sembrava voler spaccarsi. Come aveva fatto ad essere così stupido?! Era finito nella trappola di Medusa come un pollo e, adesso, anche Liz e Patty sarebbero morte per colpa sua. Sì, perché era inutile sperare di salvarsi: all’esplosione successiva sarebbe crollato tutto e se avesse cercato di aprirsi un varco sparando le mura avrebbero ceduto comunque, seppellendoli in pochi secondi. Fissò la bomba al centro della sala, puntando lo sguardo sul timer che scandiva il tempo rimasto a loro disposizione; mancava meno di un minuto...
«Liz, Patty: trasformatevi in pistole!».
«Ma che dici, Kid?!», lo incalzò Liz. «Se provassimo ad aprirci un varco sparando crollerebbe tutto!».
Kid alzò lo sguardo e le guardò entrambe con gli occhi lucidi e un sorriso rassicurante: «Fidatevi di me».
«Agli ordini, Kid-kun!», esclamò Patty con ritrovata speranza.
«O...Ok», acconsentì Liz, spronata dallo sguardo rassicurante e dall’espressione del suo maestro d’armi; gli aveva teso la mano, proprio come la prima volta che si erano incontrati, e aveva deciso di fidarsi. Tutto sommato, se la cosa fosse andata storta, sarebbero morti insieme...
«10 secondi all’esplosione», annunciò la voce meccanica della bomba.
«Non lascerò che vuoi moriate!», gridò Kid con decisione.
Prima che potessero rendersene conto, lo shinigami le aveva lanciate verso l’apertura che si era aperta in una parete che stava per cedere, rimanendo a guardare finché entrambe non fossero uscite all’esterno.
Poi, tirò un sospiro di sollievo.
«3, 2, 1...0».

BOOM!

L’impatto con il terreno di pietra e il forte rumore che era seguito avevano lasciato Liz e Patty a terra, intontite. Entrambe si ritrasformarono in esseri umani e rimasero per qualche attimo a fissare la desolazione che era rimasta intorno a loro, massaggiandosi la testa confuse.
«Kid, che cosa-», iniziò Liz, per poi rendersi conto che lì c’erano solo lei e sua sorella. Si guardò intorno in modo frenetico, mentre il cuore minacciava di uscirle dal petto.
«KID?!», urlò, alzandosi di scatto e correndo verso i resti fumanti delle rovine dove erano rimasti intrappolati.
Cercarono lo shinigami senza successo, finché Liz non si avvicinò incredula a un oggetto famigliare: la spilla a forma di teschio che portava al collo era in un angolo, annerita e malconcia. Liz cadde in ginocchio e la raccolse, fissandola incredula.
«No...», sussurrò quando realizzò finalmente cos’era successo.
«Kid-kun...», mormorò sua sorella, mentre fissava la spilla con orrore.
«KID-KUN!!!». Patty si accasciò vicino a sua sorella, nascondendo il viso sulla sua spalla ed iniziando a piangere disperata.
Mentre stringeva la spilla tra le mani, anche Liz sentì le lacrime calde e salate iniziare a scendere dai suoi occhi. «Kid...».
Prima che la bomba esplodesse, Kid le aveva lanciate fuori da una feritoia, per far sì che si salvassero; non aveva in mente nessun piano quando gli aveva chiesto di trasformarsi in pistole, voleva solo che avessero salva la vita...Anche a discapito della sua.
Era morto.
Kid era morto.
Quello stupido shinigami pieno di nevrosi era morto.
Il loro maestro d’armi era morto.
Il ragazzo di cui era innamorata era morto. Ed era morta anche lei.
«Stupido...», farfugliò tra i singhiozzi. «STUPIDO KID!», urlò, nel vano tentativo di calmare il dolore.
«L-Liz...», sussurrò il suo nome una voce che sembrava somigliare a quella di Kid; alzò lo sguardo e si trovò di fronte la sua giacca nera, tutta sgualcita.
Ma bene, ora anche le allucinazioni!
Afferrò il Kid creato dalla sua mente ed iniziò a scuoterlo forte, come per cercare di reprimere tutta la rabbia e la frustrazione. «Maledetto, è tutta colpa tua! Come hai osato morire?! Non capisci che la mia vita non ha senso senza di te, brutto stupido idiota pieno di nevrosi?!».
Si fermò un attimo per riprendere fiato e si accorse che le sue mani stavano stringendo davvero i lembi di una giacca. Davanti a lei, malconcio, livido e con un occhio coperto di sangue, c’era Kid. Vivo.
«Cos’è quella faccia?! Ho trovato un passaggio nel pavimento e mi sono salvato».
«Kid-kun!», esclamò felice sua sorella Patty, buttandogli le braccia al collo con tanto trasporto da farlo cadere.
«Ehi, Patty, mi fai male!», si lamentò lui, mentre sua sorella rideva felice.
Liz rimase in ginocchio di fronte a lui a guardarlo incredula: sgridava Patty, si disperava perché il sangue scendeva solo dall’occhio destro, faceva l’idiota. Era vivo.
Senza dire una parola, Liz si avvicinò a lui e lo abbracciò stretto.
«Liz?», mormorò lui incredulo, arrossendo.
«Shh, non dire niente. Sono contenta che tu sia vivo».
Kid sorrise, appoggiando una mano sulla sua nuca e abbracciandola a sua volta. «Lo so. Grazie».
«Non avresti dovuto neanche pensare di morire per salvare noi».
«Mi dispiace averti fatto preoccupare. Ti prometto che non succederà più».
«Ma più!», concordò Liz, appuntandogli la spilla al collo con forse un po’ troppa energia. Poi gli tese la mano e lo aiutò ad alzarsi.
«Torniamo a casa?», chiese Kid dolcemente.
«Torniamo a casa», concesse lei. «Tutti e tre insieme».

   
 
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