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Autore: ValeDowney    09/12/2014    3 recensioni
"Storybrooke sembra una cittadina come tutte le altre, se non fosse per il fatto che non è sulle carte, nessuno sa della sua esistenza e i cittadini sembrano nascondere qualcosa. Rose, una bambina dolce ma curiosa e sempre in cerca di guai, scoprirà, insieme al suo amico Henry, che qualcosa di magico si aggira per quella città"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Rose of true Love


 
 
Capitolo III: La Dama del Lago - Seconda Parte


 
Foresta Incantata
 
Tremotino, insieme al cucciolo di volpe, si trasportò nella Foresta Incantata e, camminando, disse: “Ascoltami bene, piccolo sacco di pulci. Vedi di non intralciare il mio lavoro, o potrei farti annegare in qualche lago qua vicino. Sei già abbastanza fortunato che tu sia ancora in vita, quindi rimani al tuo posto.” Il cucciolo di volpe, mentre zampettava di fianco a lui, lo guardò per poi distogliere lo sguardo.
Continuavano a camminare per la Foresta Incantata, quando Tremotino si fermò, dicendo: “Sento che è qua vicino. Ormai non dovrebbe più mancare tanto.” La volpe drizzò le orecchie, come se le fosse parso di sentire qualche tipo di rumore. Poi alzò il muso, annusando qualcosa, quindi corse in direzione della traccia.
“Dove te ne vai? Ti avevo detto di rimanermi sempre accanto. Ora ti trasformo veramente in una pelliccia da indossare” disse Tremotino e la inseguì, finché non la raggiunse al bordo di un enorme lago.
 
“Un lago?! Be', mia cara, non pensavo volessi annegare così presto. Ma se proprio vuoi mettere fine alla tua misera vita, fai pure. Di certo non sarò io a fermarti” disse Tremotino. Ma il cucciolo di volpe, guardandolo, emise dei versetti e accennò al lago con il muso.
“Non capisco quello che vuoi, ma se non hai sentito quello che ti ho appena detto, sei libera di buttarti in quel lago così che non sarai più un mio problema” disse Tremotino. Ma in mezzo al lago comparve una fortissima luce bianca, che lasciò spazio a una bellissima donna dai lunghi capelli biondi e tutta vestita di bianco.
Tremotino sorrise, poi disse: “Ma guarda chi si fa rivedere dopo secoli: la Dama Bianca. Credevo di averti rinchiusa in quel carillon per sempre.”
“La magia bianca è sempre più potente della tua, Signore Oscuro” disse la Dama Bianca.
Tremotino fece finta di sbadigliare, come annoiato, poi disse: “Sì sì, come no. Comunque, scommetto che hai qualcosa che mi appartiene.”
“Un oggetto simile non sarà mai nelle tue mani” disse la Dama Bianca.
“Ho un accordo da rispettare. Dimmi dove si trova e vedrò di non rinchiuderti da qualche altra parte. Se taci, la prigionia sarà veramente per sempre” disse Tremotino.
“Non si trova qua” mentì la Dama Bianca.
“È qua: questo cucciolo di volpe è corso fino al tuo lago” disse Tremotino. La Dama Bianca guardò il cucciolo di volpe a fianco del Signore Oscuro, poi spiegò: “Alcune volpi possiedono doti magiche e, a quanto pare sei fortunato, perché anche quel cucciolo di volpe ne ha. Il suo naso è cosparso di polvere dorata: è tramite quella che riesce a percepire gli oggetti magici e chiunque abbia magia dentro di sé.”
“Ed io che volevo cacciarla dal mio castello” disse Tremotino.
La Dama Bianca guardò il cucciolo di volpe, dicendole: “Scappa finché sei ancora in tempo, spirito della foresta. Vivi libero e lontano da questo mostro.” Ma il cucciolo di volpe andò verso il lago e saltò su alcune rocce avvicinandosi sempre di più alla Dama Bianca. Quando le fu abbastanza vicino, accanto a lei comparve un’altra forte luce bianca e, dalle profondità del lago, risalì una spada.
“E dicevi che non si trovava qua. No, no, no mia cara: non si dicono le bugie. Non vorrei che ti crescesse il naso come era accaduto a un burattino. I nasi lunghi non stanno bene alle Dame dei laghi” disse Tremotino facendo una piccola risata.
“La spada Excalibur non sarà mai tua! Una volta apparteneva a Re Artù” replicò la Dama Bianca.
“Un Re alquanto stolto, visto che si è fatto portare via la sua preziosa spada da sotto il naso. E anche il suo fedele mago dagli strabilianti poteri, come si dice dalle parti di Camelot, non si è fatto tanto valere” disse Tremotino.
“È stato un cavaliere della Tavola Rotonda a portagliela via. Ha bevuto una potente pozione, trasformandosi nel Re e rubandogli la spada. Voleva portarla a una regina cattiva che voleva ottenere il regno di Camelot. Fortunatamente un prode cavaliere riuscì a prenderla e riconsegnarla al Re, ma la spada, ormai contaminata dalla magia oscura, fu persa. E fu così che la trovai, nascondendola nelle profondità di questo lago dove io ne sono la custode” spiegò la Dama Bianca.
“Ti ho per caso chiesto la storia? Non che me ne importasse, ma grazie lo stesso per avermela raccontata. Almeno questa volta non mi hai fatto annoiare. Ma come ti ho detto ho un accordo da rispettare e quella spada spetta a me” disse Tremotino.
“Non l’avrai mai!” replicò la Dama Bianca, e gli scagliò contro un potente sortilegio, ma Tremotino svanì in una nuvola viola per poi ricomparire seduto su una roccia sull’altra sponda del lago. “Sai, ho sempre creduto che quella spada fosse conficcata in questa roccia, ma ci sono versioni diverse” disse.
La Dama Bianca stava per scagliarli un altro sortilegio, quando il cucciolo di volpe prese l'elsa della spada con la bocca, saltò sulle altre rocce e ritornò sulla sponda. Tremotino sorrise e, dopo essere sceso dalla roccia, camminò verso il cucciolo di volpe, dicendo: “Come vedi, mia cara,  c’è ancora qualcuno che vuole stare al mio fianco. Qualcuno che disprezza la tua insulsa magia e che crede che oggetti come quella spada debbano appartenere a me.”
“Porterai quel cucciolo di volpe su una strada dalla quale sarà molto difficile tornare indietro” disse la Dama Bianca guardandoli.
“Ma io non ho fatto proprio nulla. Questo caro cucciolo ha scelto da solo, quindi non vedo perché continuare a stare qua a chiacchierare quando possiamo fare benissimo altro. Dopotutto, il tempo è prezioso” disse Tremotino.
Il cucciolo di volpe si avvicinò a lui, tenendo ancora l’elsa della spada in bocca. Non era nella natura della Dama Bianca fare del male agli animali della foresta, visto che era anche grazie a loro se la foresta era così rigogliosa, ma quel cucciolo stava consegnando un prezioso oggetto a un potente mago oscuro che chissà per quali loschi scopi lo avrebbe utilizzato. Quindi scagliò un incantesimo verso la piccola volpe. Tremotino se ne accorse e si mise davanti all’animale, mettendo una mano davanti a sé, creando una nube viola che bloccò l’incantesimo della Dama Bianca e glielo ritorse contro, trasformandola in un cigno bianco.
Tremotino sorrise soddisfatto e, dopo aver abbassato la mano, disse: “Non ti preoccupare, mia cara: qualcuno sarà così clemente e, passando di qua, ti lancerà dei pezzetti di pane per sfamarti. Anche se proverai a cercare soccorso, nessuno potrà prestarti aiuto perché solo la mia magia, o qualcuno che la condivide, potrà farti ritornare quella che eri. Ora rallegrati a svolazzartene qua intorno e a farti un nido” e rise. Poi si abbassò e prese in braccio il cucciolo di volpe, dicendole: “Mia nuova fedele compagna, sarai un’ottima amica e ti prometto che vivrai per sempre nel mio castello e avrai tutto ciò che vorrai. Mi aiuterai a trovare qualsiasi oggetto che mi servirà e mi aiuterai anche con gli accordi. Visto che questa portentosa spada è stato il primo oggetto che hai trovato, ti chiamerò Excalibur” e il cucciolo di volpe scodinzolò felice.

 
Storybrooke

 
Rose stava piangendo in riva a un lago. Aveva corso fin lì, perché voleva stare il più lontano possibile da suo padre. Se solo l’avesse ascoltata - ma non lo faceva mai - sicuramente non gli avrebbe dato del mostro. Mentre le lacrime le rigavano il viso alzò lo sguardo, sentendo un rumore: davanti a lei, sull’acqua, scivolava un bellissimo cigno bianco.
Rose non ne aveva mai visto uno così da vicino, anche perché quegli animali difficilmente si avvicinavano all’uomo. Avevano un carattere timido ma allo stesso tempo anche molto territoriale, soprattutto quando dovevano proteggere le loro uova.
Allungò una mano, dicendo: “Vieni qui. Non voglio farti del male.” Il cigno bianco la guardò, ma spostò lo sguardo quando accanto alla bambina comparve Gold. Questi guardò il cigno e l’animale mosse agitatamente le ali.
Gold abbassò lo sguardo e, a fatica, si sedette accanto alla figlia che continuava a guardare il cigno. C’era silenzio tra i due. Gold estrasse l’uccellino impagliato dalla tasca e, guardandolo, disse: “Avevi tre anni quando Marco costruì quella casetta in legno per gli uccelli su uno degli alberi del nostro giardino. Eri così contenta che, ogni giorno, mettevi del grano nella casetta, affinché gli uccellini potessero sfamarsi, e durante l’inverno volevi farli entrare in casa. Ma un giorno…” Rose lo interruppe continuando: “….gli uccellini non vennero più. Li ho aspettati ma non sono più ritornati. Ero diventata molto triste” e guardò il padre.
“Ho cercato in tutti i modi di tirarti su di morale, ma tu continuavi a guardare quella casetta sul ramo di quell’albero, aspettando il ritorno degli uccellini. Poi ho chiesto a Marco di costruirti qualcosa che ti avesse fatto di nuovo contenta e, così, ha fatto questo uccellino” spiegò Gold.
Rose sorrise e domandò: “Come mai l’hai portato con te?”
“Per farti felice e magari anche per farti ritornare in mente alcuni vecchi ricordi che avevi dimenticato” mentì Gold. Di certo non poteva rivelarle che aveva usato su di esso una pozione per ritrovarla, ma parte di ciò che aveva appena detto era anche vero. Aveva paura che la figlia si fosse veramente dimenticata di quel piccolo ma prezioso oggetto che lui stesso aveva chiesto a Marco per renderla felice.
“Come avrei mai potuto dimenticarmi di questo uccellino? Dopotutto è stato un tuo regalo” disse Rose e Gold sorrise. Entrambi guardarono verso il lago e la bambina aggiunse: “Non volevo darti del mostro. Nessun figlio dovrebbe chiamare così il proprio padre, ma ero arrabbiata e tu non volevi ascoltarmi.”
“Avrei dovuto lasciarti parlare, invece mi sono subito arrabbiato. In verità lo ero già da quando la tua preside mi ha telefonato in negozio” disse Gold.
“Suppongo che ti abbia detto semplicemente che ero scappata e non quell’altra cosa” disse Rose. Gold la guardò e chiese: “Quale altra cosa?”
“Mi aveva convocata nel suo ufficio, mostrandomi il giornale dove sulla prima pagina c’era scritto quello che era accaduto con Lucy nella foresta” rispose Rose guardandolo.
“Non leggo quelle stupidate. Quel giornale preferisco bruciarlo nel caminetto” disse Gold.
“Be', questa volta dovresti leggerlo, perché sei menzionato anche tu. C’è scritto che entrambi siamo rimasti totalmente indifferenti mentre portavano via Lucy con l’ambulanza e che poi siamo saliti in macchina senza dire nulla” spiegò Rose.
“Non ho detto nulla perché ero arrabbiato con te, non perché avevi fatto a pugni con la Signorina Hunter ma perché te ne eri andata nella foresta senza avvertirmi” disse Gold.
“Questa è la tua versione dei fatti, ma la loro è totalmente diversa” disse Rose.
“E chi è che ha scritto quell’articolo?” domandò Gold.
 
“Sydney Glass. È lei che ha scritto questo articolo su di me?” chiese Lucy, mentre guardava il giornale, standosene seduta sul letto d’ospedale con le spalle contro lo schienale.
“Il Sindaco mi ha chiamato e io sono accorso subito. Sono rimasto veramente soddisfatto che, anche dopo tutto quello che ti era successo, tu abbia deciso lo stesso di raccontarmi l’accaduto” rispose un uomo di colore di nome Sydney.
“Non potevo permettere che Goldie la passasse di nuovo liscia. A lei devono sempre andare tutte bene mentre a me no” disse Lucy piegando il giornale in due.
“Da quanto ho capito, tra te e la figlia di Gold non scorre buona amicizia” disse Sydney.
“È antipatica e vuole sempre mettersi al centro dell’attenzione solo perché il suo caro paparino è il padrone di tutta la città” replicò Lucy incrociando le braccia.
“Io e il Sindaco ti aiuteremo a farla passare in secondo piano, sempre che però tu lo voglia” disse Sydney.
“Ma certo che lo voglio! Dopotutto io sono la bambina più popolare di tutta la scuola e tale devo rimanere” disse Lucy.
“Allora andremo molto d’accordo, piccina, e vedrai che finirai sempre in prima pagina” disse Sydney, spettinandole i capelli.
“E tutti gli abitanti di Storybrooke ameranno soltanto me e presto si dimenticheranno di quella Rose” disse Lucy sorridendo maliziosamente.
Intanto, nella foresta, Gold e Rose stavano camminando verso la tana di Excalibur sperando che la volpe fosse ritornata lì.
“Di' la verità: sei ritornata qua perché volevi cercare Excalibur in modo che ti aiutasse nel ritrovare Henry, vero?” domandò Gold.
“Excalibur ha un ottimo fiuto. Pensa che l’altro giorno ha ritrovato due centesimi che avevo perso in mezzo alle foglie. Quindi sì, penso che ci possa aiutare nel ritrovare Henry” rispose Rose.
“No, no, no, io non voglio farne parte” disse Gold.
“Ma papà, pensavo che facessimo tutto insieme” disse Rose, guardandolo.
“Ma ciò non comporta che anche io mi cacci nei guai insieme a te. I guai vanno più d’accordo con te che con me” disse Gold.
“Ma papà…” iniziò col dire Rose, ma Gold la bloccò dicendo: “Cara, il “ma papà” questa volta non funziona. Non ti aiuterò nel cacciarti nei guai. Devi incominciare a fare la brava e ubbidiente bambina.”
“Ma io sono una brava ed ubbidiente bambina” disse sorridendo Rose.
“Con la tendenza nel cacciarti nei guai” disse Gold e il sorriso di Rose scomparve. Arrivarono alla tana di Excalibur. Rose si inginocchiò guardando dentro al buco.
“Stiamo perdendo tempo. Potrebbe trovarsi ovunque” disse Gold rimanendo in piedi dietro di lei.
“Eppure deve essere qui. Lei è sempre qui” disse Rose continuando a guardare dentro al buco.
“È una volpe, e come tutti quelli della sua specie se ne va in giro per la foresta a caccia” disse Gold.
Rose lo guardò dicendo: “Basta solo che non cacci topi: lei li odia anche se non ho ancora capito il perché” e si alzò.
“Vedrai che salterà fuori, solo che lei rimarrà qua mentre tu a casa nostra” disse Gold, guardandola.
“Pensavo avessi dimenticato quella punizione” disse Rose.
“Io non dimentico mai nulla” disse Gold mettendole un braccio intorno, mentre riprendevano a camminare per poi uscire dalla foresta e dirigersi verso la Cadillac. Si fermarono e si guardarono: “Papà, credi che anche la mamma si sarebbe arrabbiata perché sono uscita da casa senza avvertire?” chiese Rose.
Gold le mise una mano sotto il mento, rispondendole: “La mamma non avrebbe neanche avuto il coraggio di arrabbiarsi con te. Lei ti avrebbe voluto troppo bene per sgridarti e sicuramente avrebbe anche annullato la mia punizione, facendomi passare così per il genitore cattivo.”
“Ma tu non sei un genitore cattivo. A volte sei severo, ma mai cattivo” disse Rose.
“Se sono severo è solo perché non voglio che ti accada qualcosa. Sei la sola famiglia che ho” disse Gold. Rose sorrise, poi i due entrarono in macchina e partirono.
Ma qualcuno, dentro a un’altra vettura che era stata ferma per tutto quel tempo, li aveva osservati. Quel qualcuno voltò lo sguardo verso la gabbia sul sedile posteriore e disse: “Mi dispiace, ma devo eseguire gli ordini”. Dentro quella gabbia c'era qualcosa e quel qualcosa era Excalibur che lo guardò con sguardo impaurito.





Note dell'autrice: ed eccomi qua con la fine del terzo capitolo dove finalmente si è capito del perchè la volpe si chiama così ma anche del perchè nè Rose e nemmeno Gold riuscivano a trovarla nella foresta. Chissà cosa staranno tramando Lucy, Sydney e Graham ? Centrerà Regina? Ummmmmmm secondo me sì. Nel quarto capitolo (già in lavorazione) Rose finalmente si farà una nuova amica (si spera) e forse (speriamo anche qua) ritornerà Henry. O sarà Rose ad andarlo a cercare? 

Passiamo ai ringraziamenti: volevo ringraziare la mia beta reader Lucia che senza di lei la mia storia non sarebbe così bella e scorrevole da leggere ( dovrò fare un accordo con Rumple per non farmi fare gli erroracci di ortografia) e se ci metto un po' a pubblicare i capitoli è perchè voglio che siano piacevoli da leggervi. La fretta gioca una brutta cosa e lo avete potuto constatare anche voi. Inoltre volevo ringraziare tutti/e voi che continuate a leggere e seguire questa fanfict ( e a dire la verità nn pensavo avesse così tanto successo. Mi fate commuovere). Con questo ci vediamo al prossimo capitolo. Passate una splendida ed una "Gold" nottata mie cari Oncers
 
 
 
 
 
 
 

  
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