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Autore: DwalinTonante    10/12/2014    0 recensioni
Igvärd è un giovane fabbro ambizioso che brama il sogno di divenire una figura tra le più rilevanti nel regno di Vängardia, per dimostrare non solo a sé stesso ma anche al suo popolo il proprio valore.
Deriso in una società obsoleta mossa dal virus di odio e avidità che infetta qualsiasi persona, in uno scenario ricco di guerre, avventure e insidie che metteranno alla prova emotivamente il nostro personaggio.
Sul suo cammino incontrerà gente di qualsiasi genere, giungendo, infine, alla scoperta della minaccia più grande che soccomberà inaspettata.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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                                          PROLOGO : IL VERDETTO


Il calamo scorreva veloce e fluido sulla pergamena, le parole cominciavano a dare forma ai periodi e alla sintassi, mentre Rudolf sentiva dentro di sé aumentare la gioia di quel giorno finalmente giunto. Per gli dèi! Finalmente la nascita di quel figlio tanto atteso. Il primogenito, colui che lo avrebbe seguito per ordine dinastico, e tutti quanti i familiari dovevano essere al corrente dell'avvenimento tanto atteso. L'ottima salute di cui godeva il piccolo era invidiabile a tutti i nati di quel giorno, come se la nascita di quel neonato che ora scalciava e piangeva tra braccia della madre non fosse stata del tutto casuale. 
Rudolf terminò la lettera, invitando i familiari a raggiungerlo al più presto a Nhoringarda al fine di conoscere il nuovo nato della dinastia Winterwolf, in tutta fretta uscì dal suo studio, tremante di gioia, impartendo frettolosamente l'ordine a Rolaf di ricopiarla dieci volte e spedirla ai suoi fratelli, sorelle, cugini e amici di lunga data, il servo annuì senza obiezioni e con un inchino si dimise dall presenza dello Jarl dirigendosi verso la guferia, dal quale avrebbe inviato le lettere dopo averle ricopiate e accuratamente impachettate in una busta da lettera con il sigillo reale. Nel contempo Jarl Rudolf aveva raggiunto sua moglie Khatrin nella camera da letto reale, stendendosi accanto a lei e osservandola teneramente mentre cullava la piccola creatura ormai caduta tra le braccia di Morpheo. 

-Allora, hai già scelto il nome? 

Chiese Rudolf osservando la gracile forma di quella creatura dai cui trapelava amore, gioia e tenerezza. 

-Avevo pensato a "Igvärd", come il guerriero plasmato dagli alti dèi per sconfiggere le tetre creature della notte. 

Rispose Khatrin affannosamente e proiettando i suoi occhi bui come la notte verso Igvärd, orgogliosa e felice nell’aver messo al mondo quella tenera creatura, tanto da farsi scendere una lacrima per la gioia ma che raccolse subito sfiorando la guancia con l'indice.
Dal canto suo lo Jarl annuì sorridendo mentre prendeva in braccio suo figlio, pensando che non ci fosse nome più puro a risaltare ciò che la natura e gli déi avevano offerto in un giorno così nero, laddove lo spiraglio di luce era appena giunto attraverso la venuta al mondo di Igvärd.  



UNA SETTIMANA DOPO. 

L'alleanza tra lo Jarl Rudolf e lo Jarl Ahtvian, era pronta a dissolversi dopo nemmeno una settimana. Un patto il quale vincolo era quello di inviare beni di prima necessità a Castelglaciale che in quei giorni era sotto assedio, ed il nemico era l'imperatore che voleva, per oscuri motivi, quel territorio, ma l'aiuto di Jarl Rudolf non arrivò mai e un gruppo di soldati di Ahtvian era pronto a partire per conquistare la cittadella di Nhoringarda e prenderne il pieno controllo. La notizia era appena giunta attraverso una sentinella, inviata due giorni prima in zona di guerra, e ciò provocò scalpore  a corte.


 

“Jarl Rudolf, traditore del popolo!  Winterwolf al rogo!”


Erano le frasi che manifestavano il malcontento popolare a causa dell’aumento delle tasse, anticipandone l’insurrezione nel giorno stesso. Ansia e paura  sconvolsero gli animi dei presenti a corte, gli invitati giunti la sera prima, per osservare il nuovo membro della casata, erano ora alle strette e accusavano Rudolf di una cattiva gestione del potere concessogli dall’imperatore. Non vi era via di fuga. Decise quindi di parlare alla folla, di trovare una spiegazione a quel che stava accadendo.

Uscì dalla sala del trono seguito, dalle ormai lontane, voci dei familiari che continuavano a sottolineare quanto fosse cattiva la gestione del feudo. Percorse qualche passo prima di ritrovarsi sul corridoio dove si trovava l’enorme finestra,  che dava sul piazzale principale cintato da tre enormi mura, dal quale riconobbe  Igvärd come successore del feudo di Nhoringarda, ma in quel caso la popolazione gioiva mentre ora era abbastanza irata da voler infilare su di una picca la testa dello Jarl.
Scosse il capo prima di aprire l’enorme finestra, sistemandosi la folta massa di capelli e la giacca in pelle di lupo albino e, solo dopo questo millesimato spazio di tempo ritagliatosi attraverso banalità estetiche, ma al fine di ragionare un discorso a cui non trovava un onorevole inizio, decise che era il momento di spalancare le vetrate e proiettare i suoi grandi occhi blu sulla massa di manifestanti incolleriti.
Due guardie appostate su i due muri laterali della piazza puntavano contro la folla le balestre dove incoccate vi erano due dardi fiammeggianti. Al minimo cenno di violenza verso Rudolf, avrebbero dato fuoco alla popolazione.
L’approccio migliore in situazioni del genere, secondo Rudolf è mostrarsi leale e pacifico, difatti sollevò le mani al cielo in segno di resa e cominciò il discorso.

- Miei cari sudditi del feudo di Nhoringard. Innanzitutto voglio avvisarvi che la tassazione prevista verrà annullata, al fine di venire incontro alle vostre esigenze.
Inoltre vorrei scusarmi per la cattiva gestione del feudo, promettendovi di cominciare i lavori riguardanti la bonifica delle paludi ad est. Non temete, quindi, arriverà presto per tutti una migliore condizione di vita!


Sembrava aver gestito in maniera eccellente l’insurrezione, ma non abbastanza. Il popolo era ormai stanco di false promesse e ripromesse fatte e non mantenute. La politica populistica era diventata obsoleta, la popolazione voleva vedere le promesse concretizzarsi. L’elezione di un nuovo Jarl era l’unica opzione valida.

 - A morte lo Jarl!

Un urlò improvviso ravvivo la voglia di rivoluzione e tutti i cittadini sollevarono al cielo le loro  falci, coltelli, e qualsiasi altro oggetto di uso quotidiano che potesse far sanguinare le mure della fortezza.
Rudolf allarmato abbassò le mani, e fu il segnale dal quale vennero scoccate le due frecce fiammeggianti che crearono il caos più totale.
Rientrò all’interno della fortezza, richiudendo cautamente le finestre e non prima di aver dato un’ultima occhiata alla situazione degenerata, intravedendo con la coda dell’occhio un uomo che aveva preso fuoco e fuggiva via dalla piazza, mentre il resto era nella più totale anarchia.
Diede le spalle alla porta e dinanzi a sé vi erano tutti i familiari compreso sua moglie che amareggiata teneva tra le braccia il figlio, ma la cosa che attirò Rudolf fu il vestiario della donna somigliante a quello civile di un qualsiasi abitante, inoltre indossava un cappuccio di lana, come se fosse pronta a…

- Fuggire! Ecco cosa farò! Non voglio restare altro tempo in questo schifo! E porterò con me Igvärd, che ti piaccia o no!

Rudolf aveva appena perso le persone più care a lui, in quel preciso istante, e si sentì pervaso da un grande senso di rabbia e disperazione. Avvicinandosi lentamente a Roghar, suo cugino, senza proferir parola e con sguardo fisso verso suo figlio, sfilò la lama dalla fodera del cugino e gliela piantò in pieno petto facendo schizzare via sangue e ferendo il cuore in senso fisico. Roghar sputò sangue, che finì sul volto di Rudolf, prima cadere a terra freddo e privo di vita.
Questo fece allarmare tutti, i fratelli Walter e Frorhnir sguainarono le loro spade e si avventarono contro di lui, lo sguardo deviò verso il conflitto contro i suoi due fratelli. Khatrin e Igvärd erano spariti nel contempo, assieme alle sorelle di Rudolf, garanti di protezione per lei e il bambino.



 

DUE ORE DOPO.

Il gruppo di soldati inviati da Ahtvian erano finalmente giunti a Nhoringard, capendo fin da subito che spargere altro sangue non sarebbe servito.  Rudolf era morto per mano di Frorhnir, lo Jarl giaceva al suolo in un bagno di sangue quando arrivarono i soldati. Walter era fuggito via subito dopo la morte del fratello, mentre Frorhnir era stato rinvenuto nudo e con il cranio spappolato al centro piazza.
Presumibilmente afferrato dalla popolazione e umiliato per poi essere ucciso, i tagli al linguine, sul torace e diverse testimonianze di coloro che avevano assistito alla tortura confermavano l'ipotesi del comandante Igor, che esaminava attentamente il luogo dell'accaduto. Donne e bambini erano sull'uscio delle abitazioni, attendendo i propri mariti che assaltavano la fortezza e la saccheggiavano, ma ben presto a metter fine a questo sciacalaggio fu proprio l'intervento del manipolo di uomini di Igor.
Quanto alla carrozza che trasportava Khatrin e Igvärd, era appena giunta alla città di Lavenport la cui distanza era appena un’ora di viaggio.
Cominciava una nuova vita per entrambi, e il verdetto di Khatrin fu quello di nascondere per sempre l’accaduto al proprio figlio.



FINE PROLOGO. 








Angolo autore : 
Spero di avervi chiarito le idee sul passato del nostro buon 
Igvärd e di avervi intrattenuto e stuzzicato con questo "breve" prologo. 
Grazie per aver letto e aspetto le vostre recensioni :D

 

   
 
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