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Autore: Lullaby1992    11/12/2014    2 recensioni
Bene... nel Nothing#2 i nostri personaggi si sono sistemati e tutto era finito per il meglio... ma è proprio così? è davvero tutto finito? tutti i guai?
Ovviamente no, perchè è proprio nel momento in cui ci si sente più al sicuro che succedono le cose peggiori...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing#2'
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Hina rimase stordita alcuni secondi.

Poi ritornò bruscamente in sé.

Era successo tutto troppo in fretta.

Il nemico si lanciava su di lei, mentre in un lampo d'argento Raimaru si buttava di fronte a lei. Poi con un forte rumore la casa era collassata su sé stessa, e gli era crollata addosso in una pioggia di macerie.

Hina non vedeva nulla e la polvere le riempiva le narici. Sapeva solo di essere ancora viva... per il momento. Ma Raimaru?

All'improvviso realizzò di avere un peso morbido e caldo addosso.

Raimaru!”

Sentì un debole sbuffo, colpirle il collo, mentre in modo assai più inquietante, sentiva qualcosa di liquido e caldo scivolarle su collo e petto.

Riuscì a muovere, con un titanico sforzo, il braccio destro, e afferrò, insinuando la mano tra lei e quello che capì essere il corpo di Raimaru, nel taschino destro, un piccolo oggetto stretto e lungo, che quando piegò tra le mani iniziò ad emettere una debole luce gialla.

Era uno 'star light'. Veniva usato dai ninja per fare luce dove era meglio non usare delle fiamme, e anche dai pescatori per le battute di pesca notturne.

Lo adagiò vicino la testa, esaminando il luogo.

Pareva che dietro di sé ci fosse un piccolo spazio libero lasciato dalle macerie, dove due blocchi di cemento più grandi si erano puntellati l'uno con l'altro, lasciando un vuoto sotto di sé.

Deglutendo, abbassò lo sguardo su Raimaru.

Si rese conto che quella cosa calda che le stava colando addosso... era il sangue del suo amico! Si sarebbe messa a gridare di terrore, se non fosse che vide il ragazzo muovere debolmente il collo, e i loro sguardi si incrociarono.

Ra-Raimaru...” mormorò appena Hina.

Gli occhi bianchi del ragazzo erano resi torpidi dal dolore.

Hina vide che un rivolo di sangue stava colando da tra i capelli più rossi che bianchi del ragazzino, mentre quello che le bagnava il petto arrivava da una scheggia di legno che era penetrata sotto la clavicola del bambino.

Hi...” si fermò per tossire, e l'accesso di tosse lo squassò gettando altro sangue su Hina, lasciando poi le labbra pallide del ragazzo macchiate di rosso.

S-scusa” sussurrò debolmente l'altro, finito l'accesso.

Hina si mise a ridere, una risata più isterica che divertita. Una risata fatta più che altro per non mettersi a piangere o gridare di terrore.

La ragazza era spaventata a morte, ma capiva che in quel momento era lui ad avere bisogno di lei, e non poteva perdere il senno di paura in quel momento.

Però si sentiva persa. Che doveva fare? Era meglio muoversi o quello avrebbe messo in ulteriore pericolo il suo amico?

Dal corso di pronto soccorso che aveva fatto sapeva che a volte era meglio tenere fermi dei feriti sino all'arrivo degli specialisti medici.

Fu però Raimaru a dire... “Riesci a spostarti un... coff coff... più in la? Non... non riesco a respirare...”

Hina fece come ordinato, e provò a scivolare verso il vuoto che aveva dietro la testa.

Ahhh!” il grido di dolore del bambino la fece fermare, tremante e spaventata.

Questo, se possibile era impallidito ancor di più.

Forse sarebbe meglio...” iniziò a dire la bionda.

No, ce la posso fare” rispose brusco l'altro.

Hina per cui si sforzò. Rimase ferma in un istante e scivolò via da sotto il ragazzo il più velocemente possibile.

Prendendolo per le spalle, tentò di trascinarlo quanto più delicatamente possibile appena un po' più avanti, per dargli spazio dove respirare.

Ferma ti prego...” disse l'altro, le lacrime agli occhi, il viso che era una maschera di dolore.

Quando sollevò l'oggetto di gomma che emetteva luce, vedendo le condizioni in cui era ridotto l'amico a Hina iniziò a tremare il labbro inferiore oltre che le mani.

Morirò eh?” la considerazione di Raimaru era pacifica. Di qualcuno che sa già come andrà a finire. Una domanda retorica.

N-n-no ma che dici?” disse l'altra.

Sei una pessima bugiarda...” si fermò per cercare di placare un colpo di tosse.

Già ora capisco. Mi sento soffocare perché ho del sangue nei polmoni, non perché ero schiacciato” disse il ragazzino, con pacatezza.

No, non puoi morire... non così...” Hina aveva le lacrime che le rigavano il volto, creando dei solchi sulla patina di polvere che lo ricopriva.

Eppure anche Hina aveva capito che il caso era grave. Oltre alla scheggia sulla spalla, vedeva anche un'altra scheggia di legno, più sottile, spuntare dalla schiena del ragazzo.

Il danno non è troppo grave, altrimenti non riuscirei già più a parlare. Deve avermi preso solo di striscio. È strano... non sento neanche più poi così tanto male...” e la cosa non era un buon segno. Hina doveva fare qualcosa, qualcosa di più di piangere e stringere il viso del bambino, dato che aveva adagiato il capo sulle sue ginocchia. Sentiva che sarebbe impazzita altrimenti.

Kage Bushin nò Jutsu” non era mai riuscita a farla prima, ma in quel momento poco gli importava, e riuscì a creare due copie di sé, che andarono a iniziare a scavare verso quello che era abbastanza certa fosse l'altro angolo della cantina.

L'hai imparata alla fine...” disse lui con un filo di voce.

Cercherò aiuto.. troverò il modo... non mi lasciare non mi lasciare...” disse lei, che premeva la mano per cercare di fermare il sangue che colava dalla spalla di Raimaru.

Questo riuscì a tirare appena le labbra, nell'ombra che poteva essere appena un sorriso. Un sorriso cupo e insanguinato, dato che un rivolo di liquido cremisi era colato pure dagli angoli della sua bocca, macchiata dal precedente accesso di tosse.

Il tempo sembrava dilatarsi, mentre Hina riusciva solo a percepire la propria disperazione e si sentiva impotente. Così impotente... per quanto cercasse di fermare il sangue, questo sembrava irriderla, colando fuori da ogni ferita, filtrandole tra le dita che cercava disperatamente di tenere sulle ferite aperte del suo amico, che stava diventando sempre più pallido, e i suoi occhi, si stavano facendo lentamente più vitrei, e si perdevano nel vuoto.

I suoi bushin nel frattempo erano riusciti a trovare quella che doveva essere una finestra.

Si erano poi lanciate aprendosi un varco a forza viva, fuori dalla finestra, in cerca di aiuto.

Raimaru... stai con me. Guardami... guardami!” Si era tolta la maglia, con cui aveva fatto delle pezze che aveva premuto sulle ferite.

Ma queste si erano lentamente inzuppate.

Lui aprì piano le palpebre fissando i suoi occhi bianchi in quelli verdi della ragazza.

Le lacrime di lei caddero sul viso di lui.

Non morire... ti prego. Combatti ancora un po'. Resisti ancora un po'. Ti prego. Ti prego. Ti prego..” ripeteva come una litania senza fine.


I suoi bushin nel frattempo erano riusciti a tornare verso l'arena e incrociarono Lòng.

Lòng! Ti prego aiuto! Aiuto!” dissero entrambi disperati.

Hina che succede?” disse lei stranita di trovare la beffarda e ironica figlia di Minato così sconvolta.

Pure i suoi bushin avevano le lacrime che scorrevano libere sul volto e le accecavano lo sguardo.

Raimaru... c'è sangue ovunque! Io non so che fare! Sta morendo!” disse disperata “Aiutami ti prego!” disse in un singhiozzo il secondo Bushin.

Portami subito là” disse Lòng, impallidendo.

I bushin furono presi sotto braccio da Lòng, e Hina gli indicava con le dita la strada da seguire.

Qua sotto!” disse mostrando la finestrella minuscola della cantina.

Lòng imprecò tra sé e sé. Se avesse dato un colpo per distruggere le rocce avrebbe rischiato di seppellire per sempre anche suo figlio e Hina.

Poi un'illuminazione la colse.

Usò la tecnica della trasformazione. Prese le sembianze di Ryuko. La sua figlia di appena quattro anni era abbastanza piccola da passare in quell'angusto buco.

La situazione che le si parò davanti era terribile.

La vera Hina stava piangendo, e singhiozzando disperata, cercando di fermare le emorragie del suo figlio maggiore... che era già pallido come un cencio, mentre una pozza di sangue si stava dilatando sotto di lui.

Maledizione... non lo possiamo spostare subito... devo operarlo sul posto...” bofonchiò la donna, riprendendo le sue sembianze.

Lòng-sama... la prego faccia qualcosa...” disse la ragazzina evidentemente sconvolta, tanto forse da non ricordarsi che lei era la madre di quel bambino, ed era ovvio che avrebbe fatto tutto il possibile.

La donna con movimenti esperti tirò fuori dalle tasche tutte le attrezzature mediche.

Posò una mano sul capo del bambino, che subito prese a illuminarsi di una luce azzurro tenue, risanando la ferita che aveva tra i capelli, mentre con l'altra mano, preparava alcune garze e con lo sguardo studiava attentamente la situazione.

Ce la farà vero? Lei riuscirà a guarirlo?” chiese Hina, tremante e scossa dai singhiozzi, continuando a reggere con una mano il capo di Raimaru, e con l'altra pigiata la ferita sulla spalla.

Quella sulla schiena non emetteva sangue, dato che la scheggia era ben conficcata nelle carni del ragazzo.

Non lo so” fu la brusca e sincera risposta della donna.

Ma.. ma lei è la migliore e...”

Ma cosa credi Hina? Lui è mio figlio, ovvio che voglio salvarlo e farò tutto il possibile, ma il suo sistema respiratorio è compromesso e il cuore sta per collassare. Ha perso troppo sangue” disse brusca.

La ragazzina tirò su con il naso. Si sentiva frustrata e impotente. Raimaru... era più importante per lei di quanto non riuscisse a dire a parole.

Po... posso fare qualcosa per aiutarti?” domandò mentre la donna con rapida efficacia tolse la scheggia di legno dalla spalla e iniziava a suturare la ferita con un Jutsu, avendo cura di togliere le schegge più piccole che altrimenti avrebbero fatto infezione in un secondo tempo.

Il jutsu non chiuse del tutto la ferita, ma se non altro ora non perdeva più sangue come un rubinetto rotto.

Ben poco. Controlla che respiri ancora” disse Lòng.

Mentre la ninja medico continuava imperterrita le sue operazioni, Hina fece quello che gli veniva ordinato con solerzia, controllando che il respiro, sebbene fosse ormai poco più che un leggero sbuffo, continuasse ad uscire dalle labbra dell'albino.

Lòng.. sta succedendo qualcosa... sta diventando più pallido e la sua pelle è diventata tutta sudata d'un tratto..” disse Hina, preoccupata.

Il corpo del bambino fu scosso anche da un leggero brivido.

Merda! Sta andando in shock ipovolemico. Dannazione non ho sangue per le trasfusioni dietro...”

Usa il mio sono 0 positivo” le rispose d'impulso la bambina.

Lòng non aveva né il tempo né il desiderio di protestare alla richiesta della bambina. Senza contare che era una fortuna insperata: anche Raimaru era 0 positivo.

Senza troppi complimenti prese due aghi che collegò con un tubo con una speciale valvola in mezzo pensata apposta per quelle occasioni, che serviva per evitare che il sangue prendesse a scorrere al 'contrario'. Ossia consentiva il passaggio solo per un certo senso.

Non abbiamo molto tempo. Farà un po' male” avvertì giusto l'istante prima di forare il braccio di Hina e conficcare l'altro ago, più lungo, sotto la clavicola dell'albino.

Mentre il sangue di Hina veniva iniettato nel corpo di Raimaru, Lòng finì di togliere la seconda scheggia, e chiuse anche quella ferita alla meno peggio con un jutsu e fasciò.

Erano arrivati anche Genma e Raido, che chiesero notizie.

Cercate di aprire e un passaggio nelle macerie. Ora non posso spostarmi” ordinò la donna.

Raimaru fu scosso da una sorta di brivido, come una debole convulsione.

Non respira più...” disse Hina, tremando, piena di terrore e con l'intenso desiderio di mettersi a gridare, cedendo al panico.

Lòng diede un colpo leggero delle mani sul costato, dopo averlo ribaltato sulla schiena.

La schiena di Raimaru s'inarcò in uno scatto di muscoli involontario.

Tienigli la testa ferma” ordinò la ninja.

Hina annuì, facendo come ordinato.

Lòng ripeté l'operazione a denti stretti, più volte, con il sudore che colava sul volto, ignorando il rumore di sassi spostati.

Dai dannazione Raimaru! Piantala di fare il cretino e torna di qua!” sbottò la madre, colpendolo di nuovo.

Questa volta quando la schiena s'inarcò il ragazzino spalancò gli occhi, inspirando bruscamente, poi tossendo, senza però sputare più sangue ovunque.

Hina... mamma...” gracchiò Raimaru con voce incerta.

Lòng prese un lungo respiro, e Hina notò solo ora che anche le guance della donna erano striate di lacrime.

Avevano corso il serio pericolo di perderlo.

Ora puoi riposarti...” disse piano Lòng.

Si... ho freddo” rispose confusamente lui con la voce impastata.

Lòng staccò gli aghi della trasfusione improvvisata, dando a Hina un batuffolo di cotone da premere, anche se lei non mollò neanche un secondo Raimaru.

Si tolse il giubbotto e la maglia a maniche lunghe che portava sopra una cantoniera, e avvolse il bambino nella maglia, rinfilandosi poi di nuovo il giubbotto.

Sei stata brava Hina. Senza di te sarebbe...” disse Lòng, scuotendo le spalle.

No, è a causa mia che è... finito in questo stato. È venuto qui per salvare me... alcuni ninja della sabbia mi avevano catturato.. e se lui non si fosse buttato davanti... probabilmente sarei o rimasta uccisa dal ninja o dal crollo...”

Riprese a piangere, stringendo le mani nei capelli di un incosciente Raimaru.

Io... ero terrorizzata. Il sangue usciva ovunque, ne avevo addosso e... e per terra. Cercavo di fermarlo ma continuava a sgorgare... gli dicevo di non lasciarmi e il suo sguardo... ah i suoi occhi.. diventavano sempre più persi nel vuoto, sentivo che si stava allontanando e non sapevo cosa fare per riportarlo indietro... io..” la ragazza tremava scossa da profondi singhiozzi.

Lòng poggiò una mano sulla spalla di Hina, con fare rassicurante.

Ora è qui. Hai fatto bene a venirmi a cercare. E ti sei comportata bene anche durante l'operazione. Ho visto persone svenire per molto meno, e sei stata anche brava a rimanere lucida. Ora dobbiamo scortarlo in ospedale. Vuoi pensarci tu a spiegare ai medici cos'è successo? Poi non sono sicura che il tragitto sia del tutto sicuro. Sono certa che sarebbe meglio se accompagnassi Genma...”

Hina capì fin troppo bene che era ovvio che Genma non aveva bisogno della sua insignificante presenza, ma lei lo faceva perché così potesse continuare a stare con Raimaru.

Hina annuì. “Non lo lascerò andare. Per nessuna ragione” disse lei determinata.


Angolo d'autore.


Ok, questo capitolo mi è uscito così... il piccoletto ha preso dal papà l'amore per l'ospedale, a quanto pare =D

Però, per ragioni ignote, è uno dei capitoli che più mi è piaciuto scrivere....

Spero vi sia piaciuto anche a voi!

Al prossimo capitolo con 31-Lo sguardo

  
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