CAPITOLO
III.
Run away.
"Ogni cosa è un colore. Ogni
emozione è un colore.
Il silenzio è bianco."
● Alessandro D'Avenia ●
Amy sospirò a lungo davanti alla porta
dell'appartamento 4A. Ancora non credeva di aver accettato le sue ridicole
condizioni solo per un aiuto in matematica. Si ridestò dai suoi pensieri solo
quando vide la porta aprirsi e uno Sheldon con una maglietta bianca e un paio
di pantaloni della tuta firmati le si presentò davanti.
« Allora, sei pronta per passare un
pomeriggio intero a studiare una delle materie più belle del mondo? » disse
sarcastico. La ragazza sbuffò, già annoiata ancora prima di aprire un
libro.
« Dai, prima cominciamo e prima
finiamo. »
La fece entrare e lei appoggiò giacca
e tracolla su uno degli sgabelli della cucina. Notò il tavolino di fronte al
divano colmo di libri, quaderni, penne, matite e calcolatrici scientifiche.
« Siediti dove ti pare, ma non lì. »
indicò il posto a destra del divano dove era seduto un paio di sere prima. «
Quello è il mio posto. »
Amy sbatté un paio di volte le
palpebre. « Il tuo posto? Cosa sei, un bambino di cinque anni? »
« No, semplicemente mi piace sedermi
lì, tutto qua. È questione di abitudine. » rispose con ovvietà come se fosse la
cosa più semplice del mondo.
Decise di non approfondire
ulteriormente la questione e si sedette sulla poltrona in parte.
Passarono le successive due ore tra
equazioni differenziali e trigonometria. Sebbene fossero argomenti piuttosto
complessi Sheldon cercò di spiegarglieli nel modo più semplice possibile e poco
alla volta i suoi dubbi vennero risolti.
« Quindi nella trigonometria, il teorema della corda esprime
la lunghezza della corda tracciata lungo una circonferenza e l'angolo sotteso dalla corda stessa...»
Amy si passò una
mano sugli occhi esausta. « Ancora con la teoria? Quand'è che iniziamo con gli
esercizi? »
Sheldon le tirò un
colpetto con i fogli sulla testa. « Senza la teoria non si va da nessuna parte,
Pidge. »
« La teoria senza
esercizi non serve a un tubo. Come faccio a passare l'esame se non so neanche
da dove si inizia? »
« Tranquilla agli
esercizi ci arriviamo. Allora, ripetiamo...»
Amy roteò gli occhi,
stufa di sentire tutte quelle regole. « Sì, sì ho capito. » disse agitando una
mano per fargli capire di andare avanti.
« Non mi stavi
ascoltando, Pigeon. »
« Sono stanca, Sheldon. »
Il moro appoggiò i fogli sul tavolo e
la guardò comprensivo.
« D'accordo facciamo una pausa. » Aprì
uno degli sportelli della cucina e cominciò ad armeggiare all'interno, tirando
fuori varie bottiglie che appoggiò tutte sulla penisola.
« Ho qui un sacco di roba. Scegli
quello che preferisci. »
Tutte le bottiglie che aveva tirato
fuori avevano una piccola cosa in comune: erano leggermente alcoliche. C'era rum, Jack Daniels e almeno cinque
diversi tipi di vodka.
Amy lo guardò scettica.
« Hai qualcosa che non sia alcolico?
Sai, vorrei riuscire a ricordarmi quello che ho studiato. »
Sheldon rifletté per qualche secondo
guardandosi attorno.
« Ho...mmh...del tè da qualche parte.
Credo. » scavò più a fondo nella dispensa e lo trovò. Le mostrò la scatola
ancora incellofanata e Amy annuì.
Preparò la tazza con dentro una bustina
e gliela mise davanti.
« Raccontami qualcosa di te. » disse
Amy prendendo la tazza tra le mani e annusando il profumo di limone.
Sheldon la guardò sorpreso. « Vuoi
davvero sapere di più di me? »
Amy scrollò le spalle. « Pur di non
sentir parlare ancora di quella roba sono disposta ad ascoltare la storia della
tua vita. »
« Cosa vuoi sapere? » chiese mentre
mescolava. Stranamente aveva optato anche lui per del semplice quanto banale
tè.
« Non lo so. » si portò la tazza alle
labbra e ci pensò su per qualche secondo. « Come vi siete conosciuti tu e
Leonard? »
« Io e Leonard ci conosciamo fin da
quando eravamo piccoli. » iniziò. « Diciamo che ho passato più tempo a casa
sua, con i suoi genitori che con i miei. All'inizio non andavamo molto
d'accordo. Mi ricordo che era un gran frignone e bastava sfiorarlo per farlo
piangere, così io ovviamente mi divertivo a rompergli le balle e a farlo
scoppiare in lacrime. » rise mentre Amy lo guardava di sottecchi perplessa. «
Non lo sopportavo e la cosa era reciproca. Dato che mia madre e sua madre erano amiche spesso ci toccava stare insieme
e in quei momenti ci facevamo letteralmente la guerra. Una volta ha persino
rotto di proposito il mio giocattolo preferito. Avrei voluto picchiarlo a
sangue, giuro. » continuò assaggiando un sorso e facendo una smorfia per la
temperatura troppo elevata del tè.
Ad Amy scappò una piccola risata. Non
credeva che loro due un tempo si odiassero così tanto. Dato l'affiatamento che
c'era tra i due era convinta che fossero sempre andati d'accordo. Chissà a cosa
fu dovuto quel cambiamento così drastico.
E infatti non ci pensò due volte a
chiederglielo.
« Allora come avete fatto a diventare
migliori amici? »
Sheldon appoggiò la tazza ancora
piena sul tavolino e abbozzò un mezzo sorriso. « È una storia lunga. Diciamo
solo che, in un particolare momento della mia vita, lui è l'unico che mi sia
stato davvero vicino. Mi ha aiutato e mi ha sostenuto, cosa che non sarei mai
riuscito a fare da solo. »
Amy rimase sorpresa. Chissà a cosa si
riferiva. Notò che aveva l'aria assente, come se avesse la mente altrove e
stesse pensando a qualcosa.
O che stesse ricordando qualcosa.
« Poi? Com'è finita? » lo incalzò lei
a concludere. Sheldon si ridestò immediatamente dai suoi pensieri.
« Niente, quando ho finito le
superiori ho deciso di allontanarmi da casa così mi sono trasferito qui e
Leonard mi ha seguito. Poi abbiamo conosciuto Howard e Raj dopo che ho chiesto
a quest'ultimo un passaggio fino a casa quando siamo stati ad una festa e non
mi ricordavo più dove avessi parcheggiato la macchina. Ecco, finito. »
Una storia piuttosto simile alla sua.
Tranne la cosa della macchina, ovviamente. Anche lei si era trasferita da
lontano perché cominciava a sentire la presenza di sua madre piuttosto
soffocante e quando le si era presentata l'occasione per frequentare
quell'università a centinaia di chilometri di distanza aveva accettato al volo.
Inoltre anche lei aveva la sua migliore amica, Penny, che aveva deciso di
seguirla.
Ma c'era qualcos'altro sotto,
qualcosa che lo turbava e lei era riuscita a coglierlo dal suo sguardo, dal
modo in cui parlava e dai gesti, diventati improvvisamente più tesi; nonostante
tutti i suoi sforzi per nasconderlo.
« Come mai hai deciso di andare via?
» Voleva sapere se anche in quest'aspetto erano simili. Magari aveva anche lui
dei genitori talmente apprensivi da non lasciarlo libero un secondo e
conoscendo il suo carattere non era riuscito a sopportalo a lungo.
Sheldon però si irrigidì. « Volevo
solo essere indipendente e farmi una vita. Se fossi rimasto là non ci sarei
riuscito. » disse con freddezza.
« In che senso se fossi rimasto là
non ci saresti riuscito? C'entrano i tuoi genitori? »
Amy vide lo sguardo di Sheldon farsi
cupo e capì di aver toccato un tasto dolente.
« Non mi va di parlarne, Amy. »
rispose in tono glaciale e si alzò per mettere la tazza nel lavandino. Solo
quando allentò la presa si accorse di averla stretta così tanto da farsi male.
Amy rimase turbata, ma non sapeva se
era per quel tono freddo che non aveva mai sentito o per il fatto che l'avesse
chiamata per nome per la prima volta.
« Scusa, non volevo essere invadente.
» mormorò imbarazzata.
« No, non fa niente. » disse tornando
a sedersi di fronte a lei e abbandonando quell'aria cupa.
Passarono qualche minuto in silenzio,
poi fu Amy a romperlo.
« Sai, anche io me ne sono andata di
casa. Avevo bisogno di cambiare aria. »
Sheldon sorrise. « L'avevo capito. Si
vedeva che non eri da queste parti e Penny mi ha accennato qualcosa riguardo al
trasferimento. »
Amy sgranò gli occhi. « T-ti ha
raccontato di me? »
« No. Mi ha detto le tue stesse
identiche parole. Non ha approfondito la questione. »
« Cosa fai per mantenerti? » chiese
Amy cercando di cambiare discorso.
« Per ora lavoro in un bar, ma il mio
sogno è quello di diventare un attore famoso un giorno. »
Amy lo guardò perplessa. « Studi
fisica, ma il tuo sogno è fare l'attore? Non è un po' strano? »
Sheldon ridacchiò. « Sì in effetti è
un po' strano, ma ho pensato che se non dovessi riuscire a diventare un attore
ho comunque qualcosa su cui ripiegare. »
« Non ti facevo così previdente. »
disse bevendo un sorso di tè.
« Cosa credi? Non sono mica uno
sprovveduto! » esclamò. « Inoltre non ancora preso una sola lezione di
recitazione. Purtroppo non ho il tempo di fare anche quello. »
O più probabilmente non aveva voglia
di impegnarsi in un'altra attività.
« Ti ci vedo però ad insegnare ad un
gruppo di studenti con la tua solita aria di superiorità, spiegando quanto la
Fisica sia difficile e che solo pochissimi di loro hanno i requisiti per
diventare degli scienziati un giorno, mentre gli altri il massimo a cui possono
ambire sarà il professore di scienze alle medie intento a far vedere ai ragazzi
come costruire vulcani usando il bicarbonato per simulare la lava. Sarai così
pignolo ed esigente che verrai odiato da tutti. » concluse descrivendo il suo
ipotetico scenario di Sheldon-professore.
« Se faranno quello che dirò non c'è nessun
motivo per cui debbano odiarmi. » affermò. « Ma la mia pazienza è scarsa e finirei
col tirare un libro di cinquecento pagine in testa a qualcuno. »
Amy rise. « Sì, verrai proprio odiato
da tutti. »
Ritornarono a studiare matematica
fino all'ora di cena quando arrivò Leonard portando la pizza per tutti.
« Finalmente, non ne potevo più! »
esclamò Amy alzandosi e prendendo un cartone con la pizza che aveva ordinato. «
Abbiamo studiato tutto il pomeriggio e sono sempre più convinta che la
matematica sia una materia orribile. » borbottò sedendosi sulla poltrona.
« Sheldon ti ha fatto disperare? In
genere non è un tipo molto paziente, sopratutto quando deve insegnare qualcosa.
»
« No, ma è fin troppo puntiglioso ed
esigente. » osservò Amy addentando una fetta di pizza.
« Fosse solo questo il problema. »
Leonard rise e Sheldon gli lanciò un'occhiataccia.
« Eccomi scusate il ritardo! » Penny
entrò di corsa seguita da Zack. Presero entrambi una sedia e si sistemarono
vicini.
« Io sono Zack piacere! » disse
sorridendo amichevolmente.
« Finalmente conosciamo il famoso
Zack. » Leonard sorrise debolmente e Sheldon lo scrutò attentamente per qualche
secondo con lo sguardo corrucciato, ma non disse nulla.
Amy si guardò attorno. « Dove sono
Rajesh e Howard? » domandò.
« Raj nei week-end finisce sempre
tardi mentre Howard portava Bernadette fuori a cena. » rispose Sheldon poco
interessato.
« Chi è Bernadette? » chiese Penny
mentre lottava con la mozzarella filante.
« Bernadette è la fidanzata di
Howard. Stanno insieme fin dal liceo. Sono la coppia storica del gruppo. »
aggiunse Leonard tenendo lo sguardo basso.
« Scommetto che non è affascinante
quanto Penny. » disse Zack avvicinandosi a Penny e dandole un bacio.
La bionda ridacchiò e gli diede un
colpetto sul braccio. « Smettila! »
Leonard li guardò infastidito. « Tra
un mese la nostra confraternita organizza una festa. Venite? »
Amy arricciò il naso. « Non mi
piacciono molto le feste. » ammise. « E poi non saprei con chi andare. »
mormorò abbassando gli occhi sul piatto.
« Puoi venire con me. » disse Sheldon
con tranquillità.
« Piuttosto che venire con te
preferisco andare con un manico di scopa travestito. » un sorriso tradì però il
suo interesse.
« Da quando ti interessa andare ad
una festa per matricole? » chiese Leonard perplesso.
« Infatti non mi interessa andarci,
ma se Pidge ha bisogno di qualcuno che la accompagni posso fare questo
sacrificio. »
« Ci sarà una festa?! Tesoro, ci
andiamo vero? » domandò Penny eccitata rivolta a Zack.
« No aspetta, io non ho bisogno di
nessuno. » obiettò Amy guardandolo storto.
« Ah no? E come pensi di andarci
allora? » ribatté Sheldon mentre si puliva con il tovagliolo.
« Infatti non ci vado. » sbottò
seccata Amy. Se avrebbe dovuto passare un intera sera in una qualche festa che
avrebbe sicuramente odiato, tanto valeva andarci con qualcuno che non
gliel'avrebbe fatta odiare ancora di più.
« Certo che ci andiamo, bambola. »
disse Zack sorridendo alla bionda.
Amy incrociò le braccia. « Perché non
porti la tizia dell'altra volta? »
« Quale tizia? Intendi Amber? O forse
Jessica. Aspetta, con chi avresti potuto avermi visto...? » Sheldon si portò
due dita sotto il mento per riflettere.
« Dai Amy vieni ti prego, ti divertirai!
» cercò di convincerla l'amica, ma lei scosse la testa.
« No, non ho nessuna intenzione di
venirci. »
Sheldon ghignò. « Bene, allora dovrai
dire addio alle lezioni di matematica gratuite. »
« Mi stai forse ricattando? »
« Mmh...credo di sì. » disse
prendendo l'ultima fetta di pizza.
Amy alzò gli occhi al cielo. Certe
volte sembrava così infantile.
« Dai vieni! Non vorrai mica
lasciarmi sola, vero? » la implorò Penny facendo gli occhioni grandi.
« E va bene verrò. A quanto pare non
ho scelta. » sospirò e un largo sorriso si dipinse sul volto di Sheldon.
« Sono sicuro che ti divertirai un
sacco, Pidge. »
Amy sospirò. « Non ne dubito. »
Penny aprì con uno scatto la porta
del suo appartamento e, prima di richiuderla, sentì Sheldon chiamarla.
« Penny posso parlarti di una cosa? »
La bionda rimase sorpresa. « Certo. »
Lui si avvicinò di qualche passo e il
suo sguardo vagò per un po' prima di posarsi sul suo.
« Non dovresti uscire con Zack. »
soffiò fuori quelle parole in modo aspro.
Penny aprì e richiuse la bocca un
paio di volte, incerta su come reagire. « Che cosa intendi dire? »
« Io lo conosco, so che persona è. Si
sta solo approfittando di te e quando non le servi più o si stancherà, passerà
ad un' altra. »
Penny rimase un po' spiazzata da
quella parole. « Perché mi stai dicendo queste cose? »
« Perché sono tuo amico e non voglio
che tu soffra. »
Penny assottigliò lo sguardo e
incrociò le braccia al petto, decisa a non credere a una sola parola di quello
che diceva.
« Non è quello che fai anche tu
Sheldon? Ora vieni a fare il moralista con me? Non è un po' ipocrita da parte
tua? »
Sheldon alzò lo sguardo dietro di lei
e sospirò. « Pidge mi aveva detto che sei testarda. »
« Quello che dici non è affatto vero.
Zack non è come dici tu. Noi due ci amiamo molto e lui ci tiene molto a me. »
sibilò furiosa.
« Penny— »
« No, non voglio ascoltarti! Ma chi
ti credi di essere per giudicare gli altri? » gridò e gli sbatté la porta in
faccia.
Sheldon sbatté le palpebre un paio di
volte. « Cavolo, quella ragazza fa quasi paura. »
Entrò in casa e si lasciò andare
pesantemente sul divano dopo aver fatto un cenno a Leonard e quest'ultimo
scosse la testa rassegnato.
~°~
« Ehi, Pidge. » Sheldon appoggiò il
vassoio di fronte ad Amy e si sedette, seguito da Leonard che si mise in parte
a lui. Avevano già preso l'abitudine di mangiare insieme anche a pranzo e
questo ad Amy tutto sommato non dispiaceva. Peccato solo che mancavano Howard e
Rajesh. Sopratutto quest'ultimo dato che con lui si trovava meglio che con
chiunque altro, se non si teneva conto di Penny ovviamente. Era gentile e
cercava sempre di metterla a suo agio. Il suo sorriso le metteva una certa
calma e tranquillità.
Penny tenne lo sguardo sul piatto e
non lo salutò nemmeno, ancora arrabbiata per ciò che aveva detto il giorno
prima.
« Penny, mi dispiace per quello che
ho detto ieri. » cercò di mostrarsi dispiaciuto anche se era piuttosto
difficile dato che non si sentiva per niente in colpa. Sapeva di aver ragione,
ma con Penny era quasi impossibile ragionare, testarda com'era.
La bionda appoggiò una guancia sul
palmo della mano e giocherellò con la pasta prima di lasciarsi andare in un
lungo sospiro e alzare gli occhi verdi sul moro.
« D'accordo ho capito...»
« Dai Penny fate pace. Non vorrei che
non venissi più per colpa sua, altrimenti non potrei mai perdonarlo. » esclamò
Leonard e Penny si lasciò andare in una risatina. No, non avrebbe mai potuto
smettere di frequentare quei due ragazzi.
« Va bene. » disse infine ed entrambi
i ragazzi di fronte a lei sorrisero.
« Hai bisogno di un passaggio per
dopo, Pidge? »
« No, non credo che— »
« Sheldon! »
Amy riconobbe subito la ragazza mora
che aveva appena pronunciato il suo nome in un modo assolutamente odioso e
irritante con quella vocina stridula. Era la stessa ragazza che aveva visto
all'ingresso il primo giorno di Università e che era andata via con Sheldon.
« Ramona...» mormorò il ragazzo
seccato.
Ramona, ecco come si chiamava.
Si avvicinò sculettando in modo
esagerato e la lunga chioma oscillava, attirando gli sguardi di una buona parte
dei ragazzi della mensa.
Amy alzò gli occhi al cielo e Penny
la guardò con aria di sufficienza.
Ramona, dopo averle accuratamente
ignorate, mise un braccio intorno al collo di Sheldon e si sedette sulle sue
gambe.
« È un po' che non ci vediamo, tesoro.
» ammiccò lei segnandoli il profilo del viso con un dito.
« Sì, già, sono stato impegnato
ultimamente. » disse con tono piuttosto annoiato.
« Perché stasera non andiamo a bere
qualcosa? Magari a casa mia. » scandì bene le ultime parole e si avvicinò un
po' di più, fissandogli prima le labbra e poi gli occhi.
« No, stasera ho un impegno. » tagliò
corto.
La ragazza rimase sorpresa. « Oh,
o-okay...e domani? »
« Anche domani ho da fare. » disse
lasciando gli occhi chiari di Ramona per guardare Amy.
Lei li fissò senza muovere un
muscolo.
Ramona si accorse di non essere più
al centro della sua attenzione e si voltò, seguendo il suo sguardo.
« Chi è questa? » disse squadrandola
da cima a fondo con una smorfia infastidita.
« Nessuno che ti interessa. » rispose
tranquillamente.
« Ma— »
« Senti Ramona, perché non porti
questo bel culo fuori e mi lasci in pace? » le diede una pacca sul fondoschiena
facendola alzare. Guardò furiosa prima Amy e poi lui.
« Sei uno stronzo. » sibilò e si
allontanò a passo svelto.
« Finalmente. Forse ora l'ha capita
che non mi interessa aver alcun tipo di relazione con lei. » borbottò iniziando
a prendere il cibo dal piatto.
« Da quanto ti veniva dietro? »
domandò Leonard.
« Da abbastanza tempo da darmi
fastidio. »
« È incredibile come le ragazze siano
convinte di avere qualche possibilità solo perché hanno passato una nottata con
te. Sopratutto conoscendo la tua fama. » affermò l'amico. Sheldon scrollò le
spalle.
« Cosa ci posso fare se ho un fascino
così irresistibile? » disse passandosi una mano nei capelli con un gesto
teatrale.
Sia Penny che Leonard risero tranne
Amy che rimase seria.
« A quanto pare non tutte sono attratte
da te. » disse Leonard con un cenno rivolto alla mora.
Amy fece spallucce. « Forse perché
semplicemente non è il mio tipo. »
Sheldon rise. « Ah davvero? Non mi
dire che il tuo ragazzo perfetto è un nerd asociale, magari con qualche
comportamento ossessivo - compulsivo. »
« Almeno sono sicura che non ci prova
con mezzo mondo. » rispose fissandolo negli occhi.
Sheldon si appoggiò allo schienale e
incrociò le braccia al petto.
« Ti da fastidio che io ci provi con
le altre ragazze? » indagò assottigliando lo sguardo.
« Figurati. Per me puoi fare quello
che ti pare. » si sistemò gli occhiali e sperò che il discorso finisse lì.
Aveva fatto una pessima figura. Si
era comportata come se fosse gelosa per il fatto che si vedesse con altre
ragazze, ma a lei tutto ciò non importava assolutamente nulla. O almeno
dovrebbe. Quando vide quella ragazza avvicinarsi si era sentita pervadere da
una strana sensazione mista a rabbia e amarezza, ma quando Sheldon aveva
spostato l'attenzione da Ramona per guardarla si era sentita improvvisamente
bene. L'idea che aveva preferito lei a
Ramona l'aveva fatta sentire bene.
« Sei proprio strana, Pidge. » ghignò
« Comunque, stavo dicendo, vuoi un passaggio dopo? »
« No grazie, non— »
« Ti aspetto fuori dopo le lezioni. »
Roteò gli occhi esasperata sapendo
che si aspettava un sì a prescindere. « Va bene. » disse con un sospiro e
Sheldon sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori.
Vederlo così contento le fece battere
il cuore più veloce. Perché adesso si emozionava in questo modo? Ma cosa stava
succedendo oggi?
Quando si fu allontanato Penny le
diede una gomitata.
« Prima ti invita alla festa e adesso
ti viene a prendere in macchina. Sai cosa significa tutto questo? » Penny si
avvicinò al suo orecchio. « Significa che gli piaci. » sussurrò. « E ho come la
sensazione che la cosa sia reciproca. »
Amy ebbe un sussulto. « Non è vero.
Siamo solo amici. »
Penny si allontanò un po' e sorrise.
« Il mio istinto non sbaglia mai, Amy. »
Amy si stiracchiò e un libro le
scivolò dalle gambe, cadendo con un tonfo. Anche quel pomeriggio l'aveva
passato a casa di Sheldon studiando per tutto il tempo. Dopo quel giorno
Sheldon la portava a casa sua in macchina e poi la riaccompagnava sempre al
campus dopo cena. Ormai si trovavano insieme praticamente ogni pomeriggio e
doveva ammettere che con lui era molto più facile e piacevole studiare. Lui
aveva una memoria straordinaria e gli bastava pochissimo tempo per imparare
tutte le nozioni interessate, così passava il resto del tempo ad aiutare Amy.
Anche se la Biologia non aveva quasi nulla a che fare con la Fisica a Sheldon bastava
leggere un paio di volte il testo per capire immediatamente tutto quanto gli
servisse e Amy lo invidiava tremendamente per questo.
Spesso si distraevano, ritrovandosi a
ridere a lungo per cose futili oppure semplicemente si limitavano a parlare d'altro,
dimenticandosi che presto avrebbero avuto i primi esami.
« È già ora di cena, Pidge. » disse
annoiato Sheldon chiudendo il quaderno e lanciandolo sul tavolino.
« Aspettiamo Leonard con le pizze? »
« No, stasera siamo solo noi due. »
disse aprendo il frigo per cercare qualcosa da bere.
« Ah, capisco. » si ricordò di Penny
che usciva con Zack e probabilmente anche Howard e Rajesh erano impegnati. « Tu
invece? » aggiunse seguendolo con lo sguardo mentre si sedeva sul divano.
Sheldon scrollò le spalle e bevve un
sorso di birra. « Non lo so, pensavo di uscire con degli amici. »
« Oh. » rispose delusa.
« Vuoi stare con me per caso stasera? » ghignò
malizioso.
Amy sentì il sangue affluire alle
guance e si chiese perché stesse arrossendo. « M-ma cosa dici? Non è affatto
vero! È solo che— » si bloccò. Non voleva dirgli che il motivo era che con lui
si trovava bene e che non voleva restare sola.
Sheldon sembrò capirla e ammorbidì
l'espressione del viso.
« Dai vieni con me. » la prese per un
braccio , facendola alzare.
« Dove andiamo? » chiese curiosa.
« È assurdo che tu non abbia ancora
assaggiato la cucina di Raj. »
Si mise il giubbino nero di pelle e
prese le chiavi della macchina. « Per fortuna è un ristorante con poche
pretese, altrimenti conciata così ti avrebbero guardata tutti. »
Amy abbassò gli occhi sul suo
cardigan scuro e sui jeans sformati e scoloriti.
« Grazie per i complimenti. »
borbottò offesa.
« Sto scherzando Pigeon. Sei
splendida. »
Un sorriso appena accennato comparve
sulle labbra di Amy e si prese una ciocca di capelli tra le dita, imbarazzata.
Il suo apprezzamento era sincero, glielo aveva letto dallo sguardo e la cosa
ovviamente le fece un piacere immenso.
« Forza, alza quel culo acido e
incazzoso e muoviti. Se arriviamo tardi poi non c'è più posto. »
« Ehi ragazzi cosa ci fate qui? » Raj
gli andò incontro con un grande sorriso.
« Non ha ancora assaggiato i tuoi
piatti e così ho deciso di rimediare. »
« Hai fatto bene. Venite. » li portò
a un tavolo che si trovava in fondo alla sala. Il ristorante era piccolo, ma
ben arredato e le luci appena soffuse creavano la giusta atmosfera.
« La signora ha scelto cosa ordinare?
» domandò Raj con tono galante dopo aver portato ad entrambi il menù.
Sheldon lo guardò scettico mentre Amy
trattenne una risata e decise di stare al gioco.
« Cosa mi consiglia lo chef? »
Raj sorrise e si avvicinò a lei,
posando un dito su una riga del menù. Sheldon alzò gli occhi al cielo e si girò
dall'altra parte.
« Posso consigliarle l'anatra in
agrodolce? È una vera delizia, sopratutto perché è una mia ricetta. » disse
portandosi le punte dei polpastrelli sulla bocca e schioccò le labbra.
« D'accordo. Prendo questo allora. »
rispose la ragazza sempre sorridendo.
« Come vuole. Posso dire che è veramente
affascinante questa sera? »
Amy rimase senza parole e abbassò gli
occhi. Aveva ricevuto ben due complimenti quella sera nonostante fosse quasi
impresentabile e la cosa le fece uno strano effetto.
Raj rimase a fissarla qualche secondo
di troppo, facendo arrossire Amy e facendo sbuffare Sheldon.
« Dacci un taglio Raj. Non voglio far
notte. » sbottò secco e l'amico, dopo essersi ridestato dall'incanto e
ricordandosi di avere dei clienti, si allontanò.
« Quando è qui al ristorante si monta
sempre la testa, credendosi il miglior cuoco del mondo. Andrebbe avanti ore a
vantarsi, sopratutto se c'è una ragazza. » spiegò mentre si versava del vino.
Amy bevve un sorso d'acqua. Aveva
come la sensazione che a infastidirlo fossero state le sue lusinghe.
Probabilmente si sbagliava. Anzi doveva essere sicuramente così.
Parlarono a lungo, passando da
argomenti seri a futili come se niente fosse e più di una volta risero così
forte da far voltare alcune persone verso di loro.
Era da tempo che non rideva così
tanto e non si ricordava nemmeno l'ultima volta che era stata così bene con un
ragazzo.
« Sai, sembra di essere ad un
appuntamento. » disse Amy piegando con cura il tovagliolo dopo essersi pulita
la bocca.
Sheldon appoggiò il bicchiere vuoto
sul tavolo. « Io non sono un tipo da appuntamento. Diciamo che preferisco le
cose più dirette, senza tanti preamboli, ecco. »
Amy lo osservò per qualche secondo
poi decise di fargli una domanda che gli ronzava in testa da diversi giorni.
« Perché non vuoi impegnarti in una
relazione seria? » Vide il suo viso farsi improvvisamente serio, ma lei
proseguì lo stesso. « Sei un bel ragazzo, simpatico e intelligente. Potresti
trovare facilmente la persona giusta. »
« Semplicemente non ho voglia di
impegnarmi. » scrollò le spalle con aria di sufficienza.
« Per esempio Ramona. Pensavo stavate
insieme. » disse ricordandosi come l'aveva mandata via in malo modo nella
mensa.
« Persone come quella sono divertenti
solo la prima volta che ci stai insieme poi diventano irritanti e noiose. Lei è
stupida, oltre che superficiale e non ho alcun interesse a condividere qualcosa
con persone del genere, che non sia semplicemente una notte per spassarsela. »
disse con tono piuttosto duro.
Amy fissò il piatto ormai vuoto e si
immerse nei suoi pensieri. Doveva esserci sotto qualcos'altro oltre il mero
menefreghismo. Lo vedeva dai suoi occhi e di come erano diventati freddi. Cosa
stava nascondendo che a lei sfuggiva?
« Anche tu Pidge non vuoi relazionarti
con nessuno, o sbaglio? » chiese osservandola con più attenzione.
Amy serrò le labbra. « Io non voglio
avere distrazioni. » tagliò corto allontanando lo sguardo dal suo.
« Io non credo sia solo per questo.
Penso che il motivo sia un altro. » disse aggrottando la fronte.
Amy si torturò le mani come faceva
sempre quando era nervosa e sotto pressione. « Credo sia per paura. » ammise in
un mormorio appena udibile. « Forse ho paura che la persona a cui mi sono
affezionata possa ferirmi. Sembra stupido lo so...» alzò le spalle e bevve un
sorso d'acqua. Senza pensarci due volte gli aveva rivelato una parte di sé che
nessuno, nemmeno Penny conosceva. Era già stata scottata una volta da un
ragazzo che credeva di amare, ma che in realtà si era dimostrato un gran
bastardo approfittatore. Da quel momento si era ripromessa che non avrebbe mai
più sofferto per colpa di qualcuno. E qual'era il modo migliore per farlo se
non decidendo di chiudere il proprio cuore?
« No, non è stupido. La paura di
venire rifiutati, di credere di essere importanti per qualcuno quando in realtà
non rappresenti nulla, se non un impiccio, un peso. Paura di sapere che la
persona che dovrebbe amarti in realtà cerca solo un pretesto per odiarti. »
disse Sheldon con un velo di tristezza negli occhi. « L'amore fa soffrire,
Pidge. »
Amy rimase immobile sentendo quelle
parole. Non avrebbe mai detto che fosse una persona così insicura. Si mostrava
forte solo per nascondere una fragilità interna. Per certi versi erano molto
più simili di quanto non sembrasse.
« So cosa vuol dire, lo capisco
benissimo. Ci sono passata anch'io. » disse Amy abbozzando un mezzo sorriso
triste.
« No, non sai un bel niente. » il suo
tono divenne improvvisamente duro. « Tu non sai cosa ho passato io quindi non
puoi dire che capisci quando in realtà non sai un cazzo di niente. Evita di
fare la moralista e l'ipocrita se non sai nemmeno di cosa stai parlando. »
La mora sobbalzò e rimase a bocca
aperta. Non le aveva mai risposto così male prima. Tutto a un tratto si era
arrabbiato senza quasi un motivo.
« Io...io non...» non sapeva cosa
dire e Sheldon si accorse del suo errore, rilassando i muscoli tesi e assumendo
uno sguardo dispiaciuto.
« Mi-mi dispiace Pidge, non volevo. »
gettò il tovagliolo e si alzò, andandosene.
« Ma dove...» Amy lo seguì con gli
occhi confusa. Lo vide avvicinarsi a Rajesh e dirgli poi qualcosa
nell'orecchio. La osservarono entrambi e poi Sheldon uscì. Raj sospirò e
raggiunse Amy.
« Sheldon aveva...aveva delle cose da
fare. » disse infilandosi le mani in tasca e girando la testa dall'altra parte.
Amy annuì facendo finta di credere a
quella bugia. Quello che più la infastidiva era il fatto che se ne fosse andato
senza dare alcun tipo di spiegazione.
« Se aspetti un po' ti accompagno io
al campus. »
« D'accordo. » mormorò. Era
arrabbiata e delusa perché con una sola, semplice frase aveva rovinato una
piacevolissima serata. Mentre aspettava Raj ci ripensò su e capì che
effettivamente lei, di lui, non sapeva assolutamente nulla. Aveva detto di
capirlo, ma come poteva essere dato che non conosceva affatto né il suo passato
né tanto meno cosa lo avesse spinto a evitare di legarsi con qualcuno? Inoltre
l'idea di lui arrabbiato con lei la metteva a disagio. Non voleva perdere la
sua amicizia.
Dovette aspettare fino a quando
l'intero ristorante si fu svuotato poi finalmente Raj l'accompagnò fuori, verso
la sua macchina.
Per un po' rimasero in silenzio
mentre l'auto sfrecciava per le vie della città e le luci dei lampioni si
riflettevano sul volto indecifrabile di Amy.
« Devi avere pazienza con Sheldon. »
disse Raj mentre aspettava lo scattare del verde.
« Non capisco perché se ne sia andato
così, senza motivo. » borbottò guardando fuori dal finestrino.
« Il fatto è che lui ha l'aria da
duro, di chi non gli importa di niente e di nessuno, ma in realtà è tutta una
montatura, una maschera. Cerca solo di nascondere la sua fragilità e quando si
cerca di indagare sul suo passato, si comporta così. » accelerò appena comparve
il verde e Amy non gli staccò gli occhi di dosso.
« Tu sai cosa nasconde? »
Raj annuì. « Ovvio, ma è meglio se sia
lui a dirtelo quando vorrà. »
« Ha a che fare con la sua famiglia
vero? » Raj strinse le labbra e Amy capì di averci azzeccato.
Lo fissò curiosa e Raj si lasciò
andare in un lungo sospiro, maledicendo già la sua lingua lunga.
« Non conosco bene i dettagli, ma so
che ha lasciato casa sua per colpa di suo padre. Non hanno un bel rapporto,
perciò ha preferito allontanarsi il più possibile. Questo è tutto quello che
so. » Ovviamente non era solo quello, ma Amy non voleva approfondire
ulteriormente. Era una sua faccenda personale e lei non aveva nessun diritto di
intromettersi.
Viaggiarono in silenzio fino a quando
Raj parcheggiò l'auto di fronte al campus e spense il motore.
« Grazie Rajesh. »
« Di niente Amy. » sorrise e lei
ricambiò.
Aprì la portiera, ma venne bloccata
dall'amico.
« Senti, pensavo che...sì
insomma...potevamo andare fuori a bere qualcosa una di queste sere, se ti va. »
Amy accennò un piccolo sorriso. « Sì, mi farebbe molto piacere. »
Raj si illuminò. « D'accordo ti
chiamo allora. »
Dopo che se ne fu andato Amy si
diresse verso la sua stanza rimuginando su ciò che aveva detto Raj riguardo a
Sheldon. Avrebbe dovuto pensare che per la prima volta un ragazzo l'aveva
invitata a uscire con lei, ma non riusciva ad essere felice troppo presa da
Sheldon e da quel passato che era ostinato a nascondere.
Ed eccoci con il terzo capitolo!
Che ve ne pare? Cosa succederà con Raj adesso? Aspettate e vedrete...xD
Scusate, sono di frettissima, volevo aggiornare ieri ma non ci sono riuscita, pardon!
Spero non sia una schifezza <.<
Fatemi sapere cosa pensate con una recensioncina piccina picciò, non chiedo molto! <.<
Ringrazio infinitamente tutti quelli che stanno leggendo, recensendo, seguendo e preferendo (?) questa mia sclerata.
Vi voglio bene <3