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Autore: StormLight94    11/12/2014    6 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap3

CAPITOLO III.

Run away.

"Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore.
Il silenzio è bianco."

● Alessandro D'Avenia ●

 

Amy sospirò a lungo davanti alla porta dell'appartamento 4A. Ancora non credeva di aver accettato le sue ridicole condizioni solo per un aiuto in matematica. Si ridestò dai suoi pensieri solo quando vide la porta aprirsi e uno Sheldon con una maglietta bianca e un paio di pantaloni della tuta firmati le si presentò davanti.
« Allora, sei pronta per passare un pomeriggio intero a studiare una delle materie più belle del mondo? » disse sarcastico. La ragazza sbuffò, già annoiata ancora prima di aprire un libro.      
« Dai, prima cominciamo e prima finiamo. »
La fece entrare e lei appoggiò giacca e tracolla su uno degli sgabelli della cucina. Notò il tavolino di fronte al divano colmo di libri, quaderni, penne, matite e calcolatrici scientifiche.     
« Siediti dove ti pare, ma non lì. » indicò il posto a destra del divano dove era seduto un paio di sere prima. « Quello è il mio posto. »
Amy sbatté un paio di volte le palpebre. « Il tuo posto? Cosa sei, un bambino di cinque anni? »
« No, semplicemente mi piace sedermi lì, tutto qua. È questione di abitudine. » rispose con ovvietà come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Decise di non approfondire ulteriormente la questione e si sedette sulla poltrona in parte.
Passarono le successive due ore tra equazioni differenziali e trigonometria. Sebbene fossero argomenti piuttosto complessi Sheldon cercò di spiegarglieli nel modo più semplice possibile e poco alla volta i suoi dubbi vennero risolti.
« Quindi nella trigonometria
, il teorema della corda esprime la lunghezza della corda tracciata lungo una circonferenza e l'angolo sotteso dalla corda stessa...»
Amy si passò una mano sugli occhi esausta. « Ancora con la teoria? Quand'è che iniziamo con gli esercizi? »
Sheldon le tirò un colpetto con i fogli sulla testa. « Senza la teoria non si va da nessuna parte, Pidge. »
« La teoria senza esercizi non serve a un tubo. Come faccio a passare l'esame se non so neanche da dove si inizia? »
« Tranquilla agli esercizi ci arriviamo. Allora, ripetiamo...»
Amy roteò gli occhi, stufa di sentire tutte quelle regole. « Sì, sì ho capito. » disse agitando una mano per fargli capire di andare avanti.
« Non mi stavi ascoltando, Pigeon. »

« Sono stanca, Sheldon. »
Il moro appoggiò i fogli sul tavolo e la guardò comprensivo.
« D'accordo facciamo una pausa. » Aprì uno degli sportelli della cucina e cominciò ad armeggiare all'interno, tirando fuori varie bottiglie che appoggiò tutte sulla penisola.
« Ho qui un sacco di roba. Scegli quello che preferisci. »
Tutte le bottiglie che aveva tirato fuori avevano una piccola cosa in comune: erano leggermente alcoliche. C'era rum, Jack Daniels e almeno cinque diversi tipi di vodka.
Amy lo guardò scettica.
« Hai qualcosa che non sia alcolico? Sai, vorrei riuscire a ricordarmi quello che ho studiato. »
Sheldon rifletté per qualche secondo guardandosi attorno.
« Ho...mmh...del tè da qualche parte. Credo. » scavò più a fondo nella dispensa e lo trovò. Le mostrò la scatola ancora incellofanata e Amy annuì.
Preparò la tazza con dentro una bustina e gliela mise davanti.
« Raccontami qualcosa di te. » disse Amy prendendo la tazza tra le mani e annusando il profumo di limone.
Sheldon la guardò sorpreso. « Vuoi davvero sapere di più di me? »
Amy scrollò le spalle. « Pur di non sentir parlare ancora di quella roba sono disposta ad ascoltare la storia della tua vita. »
« Cosa vuoi sapere? » chiese mentre mescolava. Stranamente aveva optato anche lui per del semplice quanto banale tè.
« Non lo so. » si portò la tazza alle labbra e ci pensò su per qualche secondo. « Come vi siete conosciuti tu e Leonard? »
« Io e Leonard ci conosciamo fin da quando eravamo piccoli. » iniziò. « Diciamo che ho passato più tempo a casa sua, con i suoi genitori che con i miei. All'inizio non andavamo molto d'accordo. Mi ricordo che era un gran frignone e bastava sfiorarlo per farlo piangere, così io ovviamente mi divertivo a rompergli le balle e a farlo scoppiare in lacrime. » rise mentre Amy lo guardava di sottecchi perplessa. « Non lo sopportavo e la cosa era reciproca. Dato che mia madre e sua madre  erano amiche spesso ci toccava stare insieme e in quei momenti ci facevamo letteralmente la guerra. Una volta ha persino rotto di proposito il mio giocattolo preferito. Avrei voluto picchiarlo a sangue, giuro. » continuò assaggiando un sorso e facendo una smorfia per la temperatura troppo elevata del tè.
Ad Amy scappò una piccola risata. Non credeva che loro due un tempo si odiassero così tanto. Dato l'affiatamento che c'era tra i due era convinta che fossero sempre andati d'accordo. Chissà a cosa fu dovuto quel cambiamento così drastico.
E infatti non ci pensò due volte a chiederglielo.
« Allora come avete fatto a diventare migliori amici? »
Sheldon appoggiò la tazza ancora piena sul tavolino e abbozzò un mezzo sorriso. « È una storia lunga. Diciamo solo che, in un particolare momento della mia vita, lui è l'unico che mi sia stato davvero vicino. Mi ha aiutato e mi ha sostenuto, cosa che non sarei mai riuscito a fare da solo. »
Amy rimase sorpresa. Chissà a cosa si riferiva. Notò che aveva l'aria assente, come se avesse la mente altrove e stesse pensando a qualcosa.
O che stesse ricordando qualcosa.
« Poi? Com'è finita? » lo incalzò lei a concludere. Sheldon si ridestò immediatamente dai suoi pensieri.
« Niente, quando ho finito le superiori ho deciso di allontanarmi da casa così mi sono trasferito qui e Leonard mi ha seguito. Poi abbiamo conosciuto Howard e Raj dopo che ho chiesto a quest'ultimo un passaggio fino a casa quando siamo stati ad una festa e non mi ricordavo più dove avessi parcheggiato la macchina. Ecco, finito. »
Una storia piuttosto simile alla sua. Tranne la cosa della macchina, ovviamente. Anche lei si era trasferita da lontano perché cominciava a sentire la presenza di sua madre piuttosto soffocante e quando le si era presentata l'occasione per frequentare quell'università a centinaia di chilometri di distanza aveva accettato al volo. Inoltre anche lei aveva la sua migliore amica, Penny, che aveva deciso di seguirla.
Ma c'era qualcos'altro sotto, qualcosa che lo turbava e lei era riuscita a coglierlo dal suo sguardo, dal modo in cui parlava e dai gesti, diventati improvvisamente più tesi; nonostante tutti i suoi sforzi per nasconderlo.
« Come mai hai deciso di andare via? » Voleva sapere se anche in quest'aspetto erano simili. Magari aveva anche lui dei genitori talmente apprensivi da non lasciarlo libero un secondo e conoscendo il suo carattere non era riuscito a sopportalo a lungo.
Sheldon però si irrigidì. « Volevo solo essere indipendente e farmi una vita. Se fossi rimasto là non ci sarei riuscito. » disse con freddezza.
« In che senso se fossi rimasto là non ci saresti riuscito? C'entrano i tuoi genitori? »
Amy vide lo sguardo di Sheldon farsi cupo e capì di aver toccato un tasto dolente.
« Non mi va di parlarne, Amy. » rispose in tono glaciale e si alzò per mettere la tazza nel lavandino. Solo quando allentò la presa si accorse di averla stretta così tanto da farsi male.
Amy rimase turbata, ma non sapeva se era per quel tono freddo che non aveva mai sentito o per il fatto che l'avesse chiamata per nome per la prima volta.
« Scusa, non volevo essere invadente. » mormorò imbarazzata.
« No, non fa niente. » disse tornando a sedersi di fronte a lei e abbandonando quell'aria cupa.
Passarono qualche minuto in silenzio, poi fu Amy a romperlo.
« Sai, anche io me ne sono andata di casa. Avevo bisogno di cambiare aria. »
Sheldon sorrise. « L'avevo capito. Si vedeva che non eri da queste parti e Penny mi ha accennato qualcosa riguardo al trasferimento. »
Amy sgranò gli occhi. « T-ti ha raccontato di me? »
« No. Mi ha detto le tue stesse identiche parole. Non ha approfondito la questione. »
« Cosa fai per mantenerti? » chiese Amy cercando di cambiare discorso.
« Per ora lavoro in un bar, ma il mio sogno è quello di diventare un attore famoso un giorno. »
Amy lo guardò perplessa. « Studi fisica, ma il tuo sogno è fare l'attore? Non è un po' strano? »
Sheldon ridacchiò. « Sì in effetti è un po' strano, ma ho pensato che se non dovessi riuscire a diventare un attore ho comunque qualcosa su cui ripiegare. »
« Non ti facevo così previdente. » disse bevendo un sorso di tè.
« Cosa credi? Non sono mica uno sprovveduto! » esclamò. « Inoltre non ancora preso una sola lezione di recitazione. Purtroppo non ho il tempo di fare anche quello. »
O più probabilmente non aveva voglia di impegnarsi in un'altra attività.
« Ti ci vedo però ad insegnare ad un gruppo di studenti con la tua solita aria di superiorità, spiegando quanto la Fisica sia difficile e che solo pochissimi di loro hanno i requisiti per diventare degli scienziati un giorno, mentre gli altri il massimo a cui possono ambire sarà il professore di scienze alle medie intento a far vedere ai ragazzi come costruire vulcani usando il bicarbonato per simulare la lava. Sarai così pignolo ed esigente che verrai odiato da tutti. » concluse descrivendo il suo ipotetico scenario di Sheldon-professore.
« Se faranno quello che dirò non c'è nessun motivo per cui debbano odiarmi. » affermò. « Ma la mia pazienza è scarsa e finirei col tirare un libro di cinquecento pagine in testa a qualcuno. » 
Amy rise. « Sì, verrai proprio odiato da tutti. »
Ritornarono a studiare matematica fino all'ora di cena quando arrivò Leonard portando la pizza per tutti.
« Finalmente, non ne potevo più! » esclamò Amy alzandosi e prendendo un cartone con la pizza che aveva ordinato. « Abbiamo studiato tutto il pomeriggio e sono sempre più convinta che la matematica sia una materia orribile. » borbottò sedendosi sulla poltrona.
« Sheldon ti ha fatto disperare? In genere non è un tipo molto paziente, sopratutto quando deve insegnare qualcosa. »
« No, ma è fin troppo puntiglioso ed esigente. » osservò Amy addentando una fetta di pizza.
« Fosse solo questo il problema. » Leonard rise e Sheldon gli lanciò un'occhiataccia.
« Eccomi scusate il ritardo! » Penny entrò di corsa seguita da Zack. Presero entrambi una sedia e si sistemarono vicini.
« Io sono Zack piacere! » disse sorridendo amichevolmente.
« Finalmente conosciamo il famoso Zack. » Leonard sorrise debolmente e Sheldon lo scrutò attentamente per qualche secondo con lo sguardo corrucciato, ma non disse nulla.
Amy si guardò attorno. « Dove sono Rajesh e Howard? » domandò.
« Raj nei week-end finisce sempre tardi mentre Howard portava Bernadette fuori a cena. » rispose Sheldon poco interessato.
« Chi è Bernadette? » chiese Penny mentre lottava con la mozzarella filante.
« Bernadette è la fidanzata di Howard. Stanno insieme fin dal liceo. Sono la coppia storica del gruppo. » aggiunse Leonard tenendo lo sguardo basso.
« Scommetto che non è affascinante quanto Penny. » disse Zack avvicinandosi a Penny e dandole un bacio.
La bionda ridacchiò e gli diede un colpetto sul braccio. « Smettila! »
Leonard li guardò infastidito. « Tra un mese la nostra confraternita organizza una festa. Venite? »
Amy arricciò il naso. « Non mi piacciono molto le feste. » ammise. « E poi non saprei con chi andare. » mormorò abbassando gli occhi sul piatto.
« Puoi venire con me. » disse Sheldon con tranquillità.
« Piuttosto che venire con te preferisco andare con un manico di scopa travestito. » un sorriso tradì però il suo interesse.
« Da quando ti interessa andare ad una festa per matricole? » chiese Leonard perplesso.     
« Infatti non mi interessa andarci, ma se Pidge ha bisogno di qualcuno che la accompagni posso fare questo sacrificio. »
« Ci sarà una festa?! Tesoro, ci andiamo vero? » domandò Penny eccitata rivolta a Zack.
« No aspetta, io non ho bisogno di nessuno. » obiettò Amy guardandolo storto.
« Ah no? E come pensi di andarci allora? » ribatté Sheldon mentre si puliva con il tovagliolo.
« Infatti non ci vado. » sbottò seccata Amy. Se avrebbe dovuto passare un intera sera in una qualche festa che avrebbe sicuramente odiato, tanto valeva andarci con qualcuno che non gliel'avrebbe fatta odiare ancora di più. 
« Certo che ci andiamo, bambola. » disse Zack sorridendo alla bionda.
Amy incrociò le braccia. « Perché non porti la tizia dell'altra volta? »
« Quale tizia? Intendi Amber? O forse Jessica. Aspetta, con chi avresti potuto avermi visto...? » Sheldon si portò due dita sotto il mento per riflettere.
« Dai Amy vieni ti prego, ti divertirai! » cercò di convincerla l'amica, ma lei scosse la testa.
« No, non ho nessuna intenzione di venirci. »
Sheldon ghignò. « Bene, allora dovrai dire addio alle lezioni di matematica gratuite. »
« Mi stai forse ricattando? »
« Mmh...credo di sì. » disse prendendo l'ultima fetta di pizza.
Amy alzò gli occhi al cielo. Certe volte sembrava così infantile.
« Dai vieni! Non vorrai mica lasciarmi sola, vero? » la implorò Penny facendo gli occhioni grandi.
« E va bene verrò. A quanto pare non ho scelta. » sospirò e un largo sorriso si dipinse sul volto di Sheldon.
« Sono sicuro che ti divertirai un sacco, Pidge. »
Amy sospirò. « Non ne dubito. »

 

Penny aprì con uno scatto la porta del suo appartamento e, prima di richiuderla, sentì Sheldon chiamarla.
« Penny posso parlarti di una cosa? »
La bionda rimase sorpresa. « Certo. »
Lui si avvicinò di qualche passo e il suo sguardo vagò per un po' prima di posarsi sul suo.
« Non dovresti uscire con Zack. » soffiò fuori quelle parole in modo aspro.
Penny aprì e richiuse la bocca un paio di volte, incerta su come reagire. « Che cosa intendi dire? »
« Io lo conosco, so che persona è. Si sta solo approfittando di te e quando non le servi più o si stancherà, passerà ad un' altra. »
Penny rimase un po' spiazzata da quella parole. « Perché mi stai dicendo queste cose? »
« Perché sono tuo amico e non voglio che tu soffra. »
Penny assottigliò lo sguardo e incrociò le braccia al petto, decisa a non credere a una sola parola di quello che diceva.
« Non è quello che fai anche tu Sheldon? Ora vieni a fare il moralista con me? Non è un po' ipocrita da parte tua? »
Sheldon alzò lo sguardo dietro di lei e sospirò. « Pidge mi aveva detto che sei testarda. »
« Quello che dici non è affatto vero. Zack non è come dici tu. Noi due ci amiamo molto e lui ci tiene molto a me. » sibilò furiosa.
« Penny— »
« No, non voglio ascoltarti! Ma chi ti credi di essere per giudicare gli altri? » gridò e gli sbatté la porta in faccia.
Sheldon sbatté le palpebre un paio di volte. « Cavolo, quella ragazza fa quasi paura. »
Entrò in casa e si lasciò andare pesantemente sul divano dopo aver fatto un cenno a Leonard e quest'ultimo scosse la testa rassegnato.

 

~°~

 

« Ehi, Pidge. » Sheldon appoggiò il vassoio di fronte ad Amy e si sedette, seguito da Leonard che si mise in parte a lui. Avevano già preso l'abitudine di mangiare insieme anche a pranzo e questo ad Amy tutto sommato non dispiaceva. Peccato solo che mancavano Howard e Rajesh. Sopratutto quest'ultimo dato che con lui si trovava meglio che con chiunque altro, se non si teneva conto di Penny ovviamente. Era gentile e cercava sempre di metterla a suo agio. Il suo sorriso le metteva una certa calma e tranquillità.
Penny tenne lo sguardo sul piatto e non lo salutò nemmeno, ancora arrabbiata per ciò che aveva detto il giorno prima.
« Penny, mi dispiace per quello che ho detto ieri. » cercò di mostrarsi dispiaciuto anche se era piuttosto difficile dato che non si sentiva per niente in colpa. Sapeva di aver ragione, ma con Penny era quasi impossibile ragionare, testarda com'era.
La bionda appoggiò una guancia sul palmo della mano e giocherellò con la pasta prima di lasciarsi andare in un lungo sospiro e alzare gli occhi verdi sul moro.
« D'accordo ho capito...»
« Dai Penny fate pace. Non vorrei che non venissi più per colpa sua, altrimenti non potrei mai perdonarlo. » esclamò Leonard e Penny si lasciò andare in una risatina. No, non avrebbe mai potuto smettere di frequentare quei due ragazzi.
« Va bene. » disse infine ed entrambi i ragazzi di fronte a lei sorrisero.
« Hai bisogno di un passaggio per dopo, Pidge? »
« No, non credo che— »
« Sheldon! »
Amy riconobbe subito la ragazza mora che aveva appena pronunciato il suo nome in un modo assolutamente odioso e irritante con quella vocina stridula. Era la stessa ragazza che aveva visto all'ingresso il primo giorno di Università e che era andata via con Sheldon.
« Ramona...» mormorò il ragazzo seccato.
Ramona, ecco come si chiamava.
Si avvicinò sculettando in modo esagerato e la lunga chioma oscillava, attirando gli sguardi di una buona parte dei ragazzi della mensa.
Amy alzò gli occhi al cielo e Penny la guardò con aria di sufficienza.
Ramona, dopo averle accuratamente ignorate, mise un braccio intorno al collo di Sheldon e si sedette sulle sue gambe.
« È un po' che non ci vediamo, tesoro. » ammiccò lei segnandoli il profilo del viso con un dito.
« Sì, già, sono stato impegnato ultimamente. » disse con tono piuttosto annoiato.
« Perché stasera non andiamo a bere qualcosa? Magari a casa mia. » scandì bene le ultime parole e si avvicinò un po' di più, fissandogli prima le labbra e poi gli occhi.
« No, stasera ho un impegno. » tagliò corto.
La ragazza rimase sorpresa. « Oh, o-okay...e domani? »
« Anche domani ho da fare. » disse lasciando gli occhi chiari di Ramona per guardare Amy.
Lei li fissò senza muovere un muscolo.
Ramona si accorse di non essere più al centro della sua attenzione e si voltò, seguendo il suo sguardo.
« Chi è questa? » disse squadrandola da cima a fondo con una smorfia infastidita.
« Nessuno che ti interessa. » rispose tranquillamente.
« Ma— »
« Senti Ramona, perché non porti questo bel culo fuori e mi lasci in pace? » le diede una pacca sul fondoschiena facendola alzare. Guardò furiosa prima Amy e poi lui.
« Sei uno stronzo. » sibilò e si allontanò a passo svelto.
« Finalmente. Forse ora l'ha capita che non mi interessa aver alcun tipo di relazione con lei. » borbottò iniziando a prendere il cibo dal piatto.
« Da quanto ti veniva dietro? » domandò Leonard.
« Da abbastanza tempo da darmi fastidio. »
« È incredibile come le ragazze siano convinte di avere qualche possibilità solo perché hanno passato una nottata con te. Sopratutto conoscendo la tua fama. » affermò l'amico. Sheldon scrollò le spalle.
« Cosa ci posso fare se ho un fascino così irresistibile? » disse passandosi una mano nei capelli con un gesto teatrale.
Sia Penny che Leonard risero tranne Amy che rimase seria.
« A quanto pare non tutte sono attratte da te. » disse Leonard con un cenno rivolto alla mora.
Amy fece spallucce. « Forse perché semplicemente non è il mio tipo. »
Sheldon rise. « Ah davvero? Non mi dire che il tuo ragazzo perfetto è un nerd asociale, magari con qualche comportamento ossessivo - compulsivo. »
« Almeno sono sicura che non ci prova con mezzo mondo. » rispose fissandolo negli occhi.
Sheldon si appoggiò allo schienale e incrociò le braccia al petto.
« Ti da fastidio che io ci provi con le altre ragazze? » indagò assottigliando lo sguardo.
« Figurati. Per me puoi fare quello che ti pare. » si sistemò gli occhiali e sperò che il discorso finisse lì.
Aveva fatto una pessima figura. Si era comportata come se fosse gelosa per il fatto che si vedesse con altre ragazze, ma a lei tutto ciò non importava assolutamente nulla. O almeno dovrebbe. Quando vide quella ragazza avvicinarsi si era sentita pervadere da una strana sensazione mista a rabbia e amarezza, ma quando Sheldon aveva spostato l'attenzione da Ramona per guardarla si era sentita improvvisamente bene. L'idea che aveva preferito lei a Ramona l'aveva fatta sentire bene.
« Sei proprio strana, Pidge. » ghignò « Comunque, stavo dicendo, vuoi un passaggio dopo? »
« No grazie, non— »
« Ti aspetto fuori dopo le lezioni. »
Roteò gli occhi esasperata sapendo che si aspettava un sì a prescindere. « Va bene. » disse con un sospiro e Sheldon sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori.
Vederlo così contento le fece battere il cuore più veloce. Perché adesso si emozionava in questo modo? Ma cosa stava succedendo oggi?
Quando si fu allontanato Penny le diede una gomitata.
« Prima ti invita alla festa e adesso ti viene a prendere in macchina. Sai cosa significa tutto questo? » Penny si avvicinò al suo orecchio. « Significa che gli piaci. » sussurrò. « E ho come la sensazione che la cosa sia reciproca. »
Amy ebbe un sussulto. « Non è vero. Siamo solo amici. »
Penny si allontanò un po' e sorrise. « Il mio istinto non sbaglia mai, Amy. »

 

 

Amy si stiracchiò e un libro le scivolò dalle gambe, cadendo con un tonfo. Anche quel pomeriggio l'aveva passato a casa di Sheldon studiando per tutto il tempo. Dopo quel giorno Sheldon la portava a casa sua in macchina e poi la riaccompagnava sempre al campus dopo cena. Ormai si trovavano insieme praticamente ogni pomeriggio e doveva ammettere che con lui era molto più facile e piacevole studiare. Lui aveva una memoria straordinaria e gli bastava pochissimo tempo per imparare tutte le nozioni interessate, così passava il resto del tempo ad aiutare Amy. Anche se la Biologia non aveva quasi nulla a che fare con la Fisica a Sheldon bastava leggere un paio di volte il testo per capire immediatamente tutto quanto gli servisse e Amy lo invidiava tremendamente per questo.
Spesso si distraevano, ritrovandosi a ridere a lungo per cose futili oppure semplicemente si limitavano a parlare d'altro, dimenticandosi che presto avrebbero avuto i primi esami.
« È già ora di cena, Pidge. » disse annoiato Sheldon chiudendo il quaderno e lanciandolo sul tavolino.
« Aspettiamo Leonard con le pizze? »
« No, stasera siamo solo noi due. » disse aprendo il frigo per cercare qualcosa da bere.
« Ah, capisco. » si ricordò di Penny che usciva con Zack e probabilmente anche Howard e Rajesh erano impegnati. « Tu invece? » aggiunse seguendolo con lo sguardo mentre si sedeva sul divano.
Sheldon scrollò le spalle e bevve un sorso di birra. « Non lo so, pensavo di uscire con degli amici. »
« Oh. » rispose delusa.

« Vuoi stare con me per caso stasera? » ghignò malizioso.
Amy sentì il sangue affluire alle guance e si chiese perché stesse arrossendo. « M-ma cosa dici? Non è affatto vero! È solo che— » si bloccò. Non voleva dirgli che il motivo era che con lui si trovava bene e che non voleva restare sola.
Sheldon sembrò capirla e ammorbidì l'espressione del viso.
« Dai vieni con me. » la prese per un braccio , facendola alzare.
« Dove andiamo? » chiese curiosa.
« È assurdo che tu non abbia ancora assaggiato la cucina di Raj. »
Si mise il giubbino nero di pelle e prese le chiavi della macchina. « Per fortuna è un ristorante con poche pretese, altrimenti conciata così ti avrebbero guardata tutti. »
Amy abbassò gli occhi sul suo cardigan scuro e sui jeans sformati e scoloriti.
« Grazie per i complimenti. » borbottò offesa.
« Sto scherzando Pigeon. Sei splendida. »
Un sorriso appena accennato comparve sulle labbra di Amy e si prese una ciocca di capelli tra le dita, imbarazzata. Il suo apprezzamento era sincero, glielo aveva letto dallo sguardo e la cosa ovviamente le fece un piacere immenso.
« Forza, alza quel culo acido e incazzoso e muoviti. Se arriviamo tardi poi non c'è più posto. »

 

 
« Ehi ragazzi cosa ci fate qui? » Raj gli andò incontro con un grande sorriso.
« Non ha ancora assaggiato i tuoi piatti e così ho deciso di rimediare. »
« Hai fatto bene. Venite. » li portò a un tavolo che si trovava in fondo alla sala. Il ristorante era piccolo, ma ben arredato e le luci appena soffuse creavano la giusta atmosfera.
« La signora ha scelto cosa ordinare? » domandò Raj con tono galante dopo aver portato ad entrambi il menù.
Sheldon lo guardò scettico mentre Amy trattenne una risata e decise di stare al gioco.
« Cosa mi consiglia lo chef? »
Raj sorrise e si avvicinò a lei, posando un dito su una riga del menù. Sheldon alzò gli occhi al cielo e si girò dall'altra parte.
« Posso consigliarle l'anatra in agrodolce? È una vera delizia, sopratutto perché è una mia ricetta. » disse portandosi le punte dei polpastrelli sulla bocca e schioccò le labbra.
« D'accordo. Prendo questo allora. » rispose la ragazza sempre sorridendo.
« Come vuole. Posso dire che è veramente affascinante questa sera? »
Amy rimase senza parole e abbassò gli occhi. Aveva ricevuto ben due complimenti quella sera nonostante fosse quasi impresentabile e la cosa le fece uno strano effetto.
Raj rimase a fissarla qualche secondo di troppo, facendo arrossire Amy e facendo sbuffare Sheldon.
« Dacci un taglio Raj. Non voglio far notte. » sbottò secco e l'amico, dopo essersi ridestato dall'incanto e ricordandosi di avere dei clienti, si allontanò.
« Quando è qui al ristorante si monta sempre la testa, credendosi il miglior cuoco del mondo. Andrebbe avanti ore a vantarsi, sopratutto se c'è una ragazza. » spiegò mentre si versava del vino.
Amy bevve un sorso d'acqua. Aveva come la sensazione che a infastidirlo fossero state le sue lusinghe. Probabilmente si sbagliava. Anzi doveva essere sicuramente così.
Parlarono a lungo, passando da argomenti seri a futili come se niente fosse e più di una volta risero così forte da far voltare alcune persone verso di loro.
Era da tempo che non rideva così tanto e non si ricordava nemmeno l'ultima volta che era stata così bene con un ragazzo.
« Sai, sembra di essere ad un appuntamento. » disse Amy piegando con cura il tovagliolo dopo essersi pulita la bocca.
Sheldon appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolo. « Io non sono un tipo da appuntamento. Diciamo che preferisco le cose più dirette, senza tanti preamboli, ecco. »
Amy lo osservò per qualche secondo poi decise di fargli una domanda che gli ronzava in testa da diversi giorni.
« Perché non vuoi impegnarti in una relazione seria? » Vide il suo viso farsi improvvisamente serio, ma lei proseguì lo stesso. « Sei un bel ragazzo, simpatico e intelligente. Potresti trovare facilmente la persona giusta. »
« Semplicemente non ho voglia di impegnarmi. » scrollò le spalle con aria di sufficienza.
« Per esempio Ramona. Pensavo stavate insieme. » disse ricordandosi come l'aveva mandata via in malo modo nella mensa.
« Persone come quella sono divertenti solo la prima volta che ci stai insieme poi diventano irritanti e noiose. Lei è stupida, oltre che superficiale e non ho alcun interesse a condividere qualcosa con persone del genere, che non sia semplicemente una notte per spassarsela. » disse con tono piuttosto duro.
Amy fissò il piatto ormai vuoto e si immerse nei suoi pensieri. Doveva esserci sotto qualcos'altro oltre il mero menefreghismo. Lo vedeva dai suoi occhi e di come erano diventati freddi. Cosa stava nascondendo che a lei sfuggiva?
« Anche tu Pidge non vuoi relazionarti con nessuno, o sbaglio? » chiese osservandola con più attenzione.
Amy serrò le labbra. « Io non voglio avere distrazioni. » tagliò corto allontanando lo sguardo dal suo.
« Io non credo sia solo per questo. Penso che il motivo sia un altro. » disse aggrottando la fronte.
Amy si torturò le mani come faceva sempre quando era nervosa e sotto pressione. « Credo sia per paura. » ammise in un mormorio appena udibile. « Forse ho paura che la persona a cui mi sono affezionata possa ferirmi. Sembra stupido lo so...» alzò le spalle e bevve un sorso d'acqua. Senza pensarci due volte gli aveva rivelato una parte di sé che nessuno, nemmeno Penny conosceva. Era già stata scottata una volta da un ragazzo che credeva di amare, ma che in realtà si era dimostrato un gran bastardo approfittatore. Da quel momento si era ripromessa che non avrebbe mai più sofferto per colpa di qualcuno. E qual'era il modo migliore per farlo se non decidendo di chiudere il proprio cuore?
« No, non è stupido. La paura di venire rifiutati, di credere di essere importanti per qualcuno quando in realtà non rappresenti nulla, se non un impiccio, un peso. Paura di sapere che la persona che dovrebbe amarti in realtà cerca solo un pretesto per odiarti. » disse Sheldon con un velo di tristezza negli occhi. « L'amore fa soffrire, Pidge. »
Amy rimase immobile sentendo quelle parole. Non avrebbe mai detto che fosse una persona così insicura. Si mostrava forte solo per nascondere una fragilità interna. Per certi versi erano molto più simili di quanto non sembrasse.
« So cosa vuol dire, lo capisco benissimo. Ci sono passata anch'io. » disse Amy abbozzando un mezzo sorriso triste.
« No, non sai un bel niente. » il suo tono divenne improvvisamente duro. « Tu non sai cosa ho passato io quindi non puoi dire che capisci quando in realtà non sai un cazzo di niente. Evita di fare la moralista e l'ipocrita se non sai nemmeno di cosa stai parlando. »
La mora sobbalzò e rimase a bocca aperta. Non le aveva mai risposto così male prima. Tutto a un tratto si era arrabbiato senza quasi un motivo.
« Io...io non...» non sapeva cosa dire e Sheldon si accorse del suo errore, rilassando i muscoli tesi e assumendo uno sguardo dispiaciuto.
« Mi-mi dispiace Pidge, non volevo. » gettò il tovagliolo e si alzò, andandosene.
« Ma dove...» Amy lo seguì con gli occhi confusa. Lo vide avvicinarsi a Rajesh e dirgli poi qualcosa nell'orecchio. La osservarono entrambi e poi Sheldon uscì. Raj sospirò e raggiunse Amy.
« Sheldon aveva...aveva delle cose da fare. » disse infilandosi le mani in tasca e girando la testa dall'altra parte.
Amy annuì facendo finta di credere a quella bugia. Quello che più la infastidiva era il fatto che se ne fosse andato senza dare alcun tipo di spiegazione.
« Se aspetti un po' ti accompagno io al campus. »
« D'accordo. » mormorò. Era arrabbiata e delusa perché con una sola, semplice frase aveva rovinato una piacevolissima serata. Mentre aspettava Raj ci ripensò su e capì che effettivamente lei, di lui, non sapeva assolutamente nulla. Aveva detto di capirlo, ma come poteva essere dato che non conosceva affatto né il suo passato né tanto meno cosa lo avesse spinto a evitare di legarsi con qualcuno? Inoltre l'idea di lui arrabbiato con lei la metteva a disagio. Non voleva perdere la sua amicizia.
Dovette aspettare fino a quando l'intero ristorante si fu svuotato poi finalmente Raj l'accompagnò fuori, verso la sua macchina.
Per un po' rimasero in silenzio mentre l'auto sfrecciava per le vie della città e le luci dei lampioni si riflettevano sul volto indecifrabile di Amy.
« Devi avere pazienza con Sheldon. » disse Raj mentre aspettava lo scattare del verde.
« Non capisco perché se ne sia andato così, senza motivo. » borbottò guardando fuori dal finestrino.
« Il fatto è che lui ha l'aria da duro, di chi non gli importa di niente e di nessuno, ma in realtà è tutta una montatura, una maschera. Cerca solo di nascondere la sua fragilità e quando si cerca di indagare sul suo passato, si comporta così. » accelerò appena comparve il verde e Amy non gli staccò gli occhi di dosso.
« Tu sai cosa nasconde? »
Raj annuì. « Ovvio, ma è meglio se sia lui a dirtelo quando vorrà. »
« Ha a che fare con la sua famiglia vero? » Raj strinse le labbra e Amy capì di averci azzeccato.
Lo fissò curiosa e Raj si lasciò andare in un lungo sospiro, maledicendo già la sua lingua lunga.
« Non conosco bene i dettagli, ma so che ha lasciato casa sua per colpa di suo padre. Non hanno un bel rapporto, perciò ha preferito allontanarsi il più possibile. Questo è tutto quello che so. » Ovviamente non era solo quello, ma Amy non voleva approfondire ulteriormente. Era una sua faccenda personale e lei non aveva nessun diritto di intromettersi.
Viaggiarono in silenzio fino a quando Raj parcheggiò l'auto di fronte al campus e spense il motore.
« Grazie Rajesh. »
« Di niente Amy. » sorrise e lei ricambiò.
Aprì la portiera, ma venne bloccata dall'amico.
« Senti, pensavo che...sì insomma...potevamo andare fuori a bere qualcosa una di queste sere, se ti va. »
Amy accennò un piccolo sorriso. « Sì, mi farebbe molto piacere. »
Raj si illuminò. « D'accordo ti chiamo allora. »
Dopo che se ne fu andato Amy si diresse verso la sua stanza rimuginando su ciò che aveva detto Raj riguardo a Sheldon. Avrebbe dovuto pensare che per la prima volta un ragazzo l'aveva invitata a uscire con lei, ma non riusciva ad essere felice troppo presa da Sheldon e da quel passato che era ostinato a nascondere.




Ed eccoci con il terzo capitolo!
Che ve ne pare? Cosa succederà con Raj adesso? Aspettate e vedrete...xD
Scusate, sono di frettissima, volevo aggiornare ieri ma non ci sono riuscita, pardon!
Spero non sia una schifezza <.<
Fatemi sapere cosa pensate con una recensioncina piccina picciò, non chiedo molto! <.<
Ringrazio infinitamente tutti quelli che stanno leggendo, recensendo, seguendo e preferendo (?) questa mia sclerata.
Vi voglio bene <3

  
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