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Autore: marcella92    12/12/2014    2 recensioni
E se Lori tornasse a Honolulu? E se i Five-0 avessero messo su famiglia e, oltre ai casi, dovessero districarsi anche con i problemi di casa? Cosa succederebbe se Steve si innamorasse davvero?
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno era iniziato particolarmente bene per tutta la squadra dei Five-0: Lori e Steve andavano d'amore e d'accordo, perlomeno quando non litigavano, Danny era felice perchè Grace avrebbe passato un'intera settimana con lui, Kono aveva appena festeggiato l'anniversario di matrimonio e Chin e Malia avevano lasciato i figli dai nonni per qualche giorno. Erano trascorsi più di due mesi dal breve rapimento di Mick, così lui e Doris, capendo che poteva succedere qualunque cosa in qualunque momento, avevano deciso di approfittare e di partire per un viaggio attorno al mondo, che doveva ancora concludersi. Steve, all'inizio un po' scettico, conoscendo la madre e l'amico, aveva poi accettato il tutto quando Lori aveva deciso di trasferirsi da lui finchè Doris non fosse tornata. I Five-0 avevano chiuso il caso del rapimento, affidando due esponenti di spicco della mafia irlandese più due dirigenti della banca di Honolulu alla giustizia, mentre Tommy Millighan, dopo aver provato la sua innocenza e l'estraneità dai fatti, aveva avuto indietro il suo lavoro, ma soprattutto la sua vita, e aveva giurato eterna gratitudine ai Five-0.

La squadra però, non sapeva cosa stava per succedere quel giorno.

“Danny, sbrigati che siamo in ritardo!” disse Steve, spazientito.

“Vorrei ricordarti che questa settimana ho Grace con me, quindi, ti prego, niente inseguimenti a 200 all'ora, niente sparatorie, niente di tutto quello che facciamo di solito.”

“Ci proverò, ma non posso prometterti niente.”

“Allora, dove dobbiamo andare?”

“La polizia ci ha segnalato una casa che potrebbe essere il rifugio del braccio destro di Wo Fat, è sulla costa nord, quindi dobbiamo fare in fretta. Chin, Kono, pronti a seguirci”

Dall'auricolare giunse una risposta positiva.

“Si capo, ci siamo.”

“Ragazzi, fate attenzione, io vi guiderò da qui, ma, per favore, attenti.” disse Lori, con apprensione.

“Contaci. Anzi, sai che ti dico? Stasera, quando avremo arrestato quel bastardo, ti porto fuori a cena, che ne dici?”

“Perchè no? Ma decido io il posto.”

“Ragazzi, avete finito? No, perchè vi sentiamo anche noi.” disse Danny.

Ridendo, McGarrett imboccò l'autostrada con la potente Camaro, seguito a breve dall'auto di Kono e da Chin in moto.

Arrivati alla casa sospetta, si posizionarono tutti attorno, accordandosi con la SWAT, che nel frattempo era arrivata assieme alla polizia locale.

“Chin, Kono, voi sul retro con qualche agente e due SWAT, Danny, tu con me e due SWAT. Gli altri facciano da copertura. I cecchini ci sono?” chiese, via auricolare.

“Si, in posizione.” risposero due voci quasi in contemporanea.

“Perfetto, allora si comincia.”

Le due squadre irruppero nella casa, mentre Lori dava informazioni dall'alto, grazie alle immagini termiche, che mostravano quante persone erano presenti in casa.

“Ok, Steve, ne hai uno nella stanza più avanti. Kono, due nel cespuglio dietro di te, attenta!” si sentì un crepitare di armi, e poi una porta sfondata.

Le squadre girarono tutta la casa, ma non trovarono nessuno, se non i tre appena colpiti.

“Lori, qui non c'è nessuno. Tu vedi qualcosa?” chiese Steve.

“Vedo delle figure, ma sono affievolite, come se fossero sotto il pavimento. C'è qualche botola lì intorno?”

“No, qui è tutta moquette. Aspetta, forse dal terrazzo posteriore.” Steve fece cenno di seguirlo in silenzio. Guardando sul terrazzo, notò delle tavole di diverso colore, appena percettibili rispetto alle altre, e, passandoci sopra le mani, trovò una piccola fessura. Ci infilò le dita e la aprì, scostandosi subito, puntando la pistola. La botola si apriva su una scalinata di legno, che arrivava parecchi metri sotto la casa. La squadra la scese in silenzio, pistole spianate, e giunse in uno scantinato di cemento, che somigliava ad un bunker. Era pieno di casse e scatoloni, dietro cui si nascosero, sentendo delle voci parlare in giapponese. Steve fece segno a Kono e Chin di andare a destra, mentre lui e Danny andavano dalla parte opposta. Quando vide che erano tutti in posizione, si alzò in piedi.

“Five-0, mani in alto!” disse, facendo rimbombare la voce nel bunker. I due si alzarono dal tavolo a cui erano seduti, puntando le pistole e sparando, ma Kono fu più veloce e ne colpì uno, mentre l'altro sparava, senza colpire nessuno. Danny esplose due colpì e lo ferì gravemente. Steve si avvicinò, lo afferrò per la camicia e lo strattonò.

“Dimmi dov'è! Dimmi dov'è Wo Fat, bastardo!”

L'uomo ridacchiò, sputando sangue, e disse qualcosa di incomprensibile in giapponese, guardando verso uno scatolone posto sotto il tavolo. McGarrett lo mollò di colpo, cominciando ad urlare.

“Tutti fuori, di corsa! Uscite, veloci! Via, via, via!” correndo verso le scale, sentirono un trillo, ma fu troppo tardi: l'esplosione li colpì di striscio. I primi a uscire furono Chin e Kono, seguiti da Danny e Steve, che però, fu scaraventato contro una parete di cemento armato, perdendo i sensi.

“Ragazzi, cosa succede? Non vedo più niente! Steve!” Lori era preoccupatissima, aveva perso il contatto visivo a causa dell'esplosione, e anche il contatto tramite auricolare era rimasto danneggiato.

“Lori, ci siamo.” rispose Danny.

“Grazie a Dio. Steve, rispondimi.” non udendo risposta, Danny si alzò a fatica e andò a vedere dov'era l'amico, che trovò disteso a terra, con un filo di sangue che gli usciva dell'orecchio e un bernoccolo enorme in testa.

“Steve, Steve, svegliati!!!” anche Kono e Chin erano arrivati, entrambi malconci, con tagli e scottature ovunque.

“Ragazzi, dobbiamo portarlo subito all'ospedale!”

“Ci penso io, avviso Malia che tra mezz'ora siamo lì, che si tengano pronti.” Chin corse fuori, chiamando la moglie, e facendo cenno ai paramedici di entrare. Il comandante fu sistemato in un'ambulanza, che partì a sirene spiegate verso Honolulu. Kono, nel frattempo, aveva dato istruzioni perchè la casa fosse messa sotto sorveglianza giorno e notte, e aveva chiamato la scientifica, affinché la analizzasse da cima a fondo.

In quel momento squillò il cellulare di Danny.

“Danny, vuoi dirmi che succede?”

“Lori, c'è stata un'esplosione che ci ha colpiti di striscio, ma Steve era l'ultimo della fila, così è stato sbalzato via è si è schiantato contro il muro. Lo stanno portando in ospedale in questo momento.”

Dall'altra parte si sentì un singhiozzo. “Dove?”

“All'ospedale dove lavora Malia. Raggiungici lì.”

Danny e gli altri raggiunsero i propri veicoli e, infrangendo tutti i limiti, arrivarono quasi in contemporanea all'ambulanza: Lori era già lì, vicino a Malia, in lacrime e preoccupatissima. Quando vide Steve in barella, corse verso di lui, ma i paramedici la bloccarono, dicendole che dovevano operarlo d'urgenza.

Il gruppetto si mise ad aspettare insieme, mentre Kono avvertiva Adam che avrebbe fatto tardi quella sera e Danny chiamò Grace, spiegandole cosa era successo, e chiedendole di andare a casa ad aspettarlo. La ragazza, che era molto legata a zio Steve, scoppiò in lacrime, e chiese al padre di poterlo raggiungere in ospedale. Dopo una breve discussione, Grace ebbe finalmente il permesso, dicendo che si sarebbe fatta accompagnare da un'amica. Dopo venti minuti era arrivata, e, salutato il padre, abbracciò di corsa Lori, cercando di confortarla.

Passarono due ore prima che qualcuno si facesse vivo e, quando il dottore uscì dalla sala operatoria, gli si fecero tutti incontro.

“Dottore, allora?”

“Il comandante McGarrett ha preso un violento colpo in testa, che ha creato un ematoma abbastanza esteso. Siamo riusciti a bloccarne la diffusione, ma deve riassorbirsi da solo, e non so quanto tempo ci vorrà.”

“Cosa intende dire?” chiese Lori, con voce spezzata.

“Potrebbe volerci una settimana come un mese, dobbiamo solo aspettare. Però, viste le perfette condizioni di salute di Steve, io sono ottimista. Ora vi prego di scusarmi, mi aspettano in pronto soccorso.”

Se non fosse stato per Kono che la sorreggeva, anche Lori sarebbe finita stesa sul pavimento: la tensione, la commozione e la stanchezza avevano prevalso, e la donna era svenuta. Malia intervenne subito, chiamando un'infermiera e facendosi aiutare a portarla su un lettino.

“Tranquilli, è lo stress. Le faremo una flebo e le analisi, e si rimetterà. Voi andate a casa, avete l'aria davvero stravolta.”

“No, aspetteremo che Lori si svegli. Anche perchè dovremo avvertire Doris.” disse Danny.

“Hai ragione, ma sappiamo dov'è?” chiese Chin.

“No, ma ho il suo numero personale, e a quello risponde sempre.” disse Danny, allontanandosi con il telefono in mano.

“Doris.”

“Salve, sono Danny.”

“Lo so Danno, mi appare il tuo nome e il tuo bel faccino quando mi telefoni. Come va?”

“Ehm...ha una domanda di riserva?”

“E' successo qualcosa a Steve, vero?

“E' in coma. Ha sbattuto la testa, ma hanno bloccato l'ematoma, però non sanno quando si risveglierà.”

“Arrivo subito. Avviso Mick e partiamo. Tra qualche ora siamo lì.”

Kono corse fuori a chiamarlo, avvisandolo che Lori si era ripresa.

“Vi prego, ditemi che è stato un brutto sogno.” ma guardando le facce tristi e stanche che la circondavano, si rese conto di tutto. Il suo Steve, l'uomo che amava sopra ogni altra cosa al mondo, era di là, in coma, e lei non poteva fare nulla per aiutarlo.

Grace, nel frattempo, aveva avvisato anche la madre, che aveva chiamato Danny; erano tutti molto affezionati a Steve, e anche Rachel chiese di essere avvisata subito di ogni cambiamento. Malia era tornata a controllare Lori, dicendole che poteva rivestirsi, quando entrò un'infermiera, portando le analisi che le avevano fatto un'ora prima, per prassi. La dottoressa diede una rapida occhiata, e chiese a tutti di uscire.

“Malia, che succede? Sto male anche io?”

“Decisamente no, tutt'altro. Lori, sei incinta!”

“Che cosa?” chiese la donna, ricadendo sul letto.

“I livelli di Beta hcg sono alti, indice di una gravidanza. Però farei altre analisi e un'ecografia, prima di esserne sicura.”

“Oh mio dio...e proprio adesso...cosa devo fare?”

“Stai qui tranquilla, torno subito.”

“Grazie. Malia, puoi non dire niente agli altri?”

“Certo, figurati. Sarai tu a dirglielo, quando ti sentirai pronta.”

La dottoressa uscì e prese appuntamento per i vari esami, e poi tornò a prenderla.

“Lori, dove stai andando?” le chiese Grace, con gli occhi rossi.

“Devo fare ancora qualche esame piccola, ma non preoccuparti. Perchè non segui l'esempio del tuo papà e ti riposi un po'?” le disse la donna, alludendo a Danny, che era praticamente collassato su una sedia.

“Non ci riesco, e poi devo studiare. Almeno non penso a zio Steve.” Lori la ringraziò, ammirando il coraggio e la tenacia di quella quindicenne.

 

“Sì Lori, sei decisamente incinta, e di circa...” disse il dottore, controllando una tabella “ di circa tre settimane.” la mente della donna tornò alla notte in cui lei e Steve erano andati a cena con la squadra, ma poi, tornati a casa un po' brilli, avevano pensato di fare un bagno nudi nelle calde acque hawaiane: sicuramente quella piccola vita era stata concepita allora.

“Grazie dottore.”

“Allora, tra un mese torni qui da me, per un'altra ecografia. Mi raccomando, niente strapazzi. So quello che è successo, ma stai tranquilla, pensa a te e soprattutto al bambino, e vedrai che anche il comandante si rimetterà presto.”

“Va bene, arrivederci.”

Lori tornò dai colleghi, che la aspettavano ancora in corridoio.

“Allora, è tutto a posto?” chiese Kono.

“Si, sto bene. Era solo un valore un po' sballato per lo stress. Senti Kono, vai a casa. Adam e Leilani ti aspettano, è quasi mezzanotte, qui me la cavo.”

“Va bene, ma se c'è qualche novità, avvisami subito.”

“Ok. Grazie di tutto.” disse la donna, abbracciandola.

“Chin...”

“Non dire nulla, io sto qui.”

“No, ti prego, mi sentirei in colpa.”

“Lui c'era, quando avevo bisogno io. È il minimo che possa fare.”

“D'accordo, grazie. Con Danny non parlo nemmeno, mi mangerebbe viva se solo gli chiedessi di andarsene. Vado un po' da Grace.”

La donna si avvicinò alla ragazzina, che stava studiando, così le dette una mano, riuscendo, almeno per un paio d'ore, a non pensare altro che alla biologia.

Erano circa le tre quando Doris McGarrett arrivò a passo di marcia, chiedendo del figlio, seguita dal compagno Mick.

“Danny, dov'è Steve?”

“Doris, ciao. Mick, è un piacere. Steve è di là, ma non fanno entrare ancora nessuno, dicono che per il momento dobbiamo aspettare qui.”

“Spiegami perchè allora la mia futura nuora è lì che dorme con la testa poggiata sul letto.”

Danny si alzò per controllare, e vide Lori che dormiva, tenendo tra le sue la mano di Steve.

Doris entrò, e, quando vide il figlio a letto, intubato e con la testa fasciata, lacrime silenziose cominciarono a solcarle le guance. Senza far rumore, si avvicinò e gli carezzò dolcemente una guancia.

“Mio piccolo guerriero, cosa ti hanno fatto...”

Lori si svegliò di soprassalto, scattando in piedi.

“Doris, scusami, non ti avevo sentita.”

“Non preoccuparti. Come stai?”

“Male. Davvero molto male. Non ho mai avuto tanta paura, forse solo quella volta della barca.”

Doris le andò vicino e l'abbracciò.

“Lo so, cara, lo so. Cosa dicono i medici?”

“Che dobbiamo aspettare. Una settimana come un mese, deciderà lui quando svegliarsi.”

“Vai a casa Lori, devi riposarti. Rimango io con lui.”

“Non riuscirei a stare a casa sapendo che lui non tornerà. Io non mi muovo da qui.” disse risoluta la donna. Doris la guardò, ammirandola, e capendo perchè Steve l'amava così tanto; erano così simili quei due, lo stesso carattere, la stessa tenacia, la stessa testardaggine. Poi però la donna notò qualcosa negli occhi di Lori, una luce strana, preoccupata ma allo stesso tempo serena.

“Cara, ti posso parlare un secondo? Cose da donne, Danno.” disse, vedendo Danny avvicinarsi.

“Certo, dimmi.”

“Sei incinta vero?”

“Che cosa? Cioè, come fai a saperlo? L'ho appena scoperto anche io”

“I tuoi occhi. Avevo lo stesso sguardo quando aspettavo Steve e Mary.”

“Già...e non so cosa fare, mi sento persa. Vorrei poterlo dire subito a Steve, ma...”

“Allora fallo, secondo me ti sente.”

“Grazie Doris, davvero.”

“Figurati. Noi siamo qui fuori.”

Lori si risedette accanto al letto e cominciò a parlare con Steve, raccontandogli della scoperta appena fatta, dicendogli quanto lo amava, pregandolo di svegliarsi.

“Amore mio, torna da me. Ti aspettano tutti qui, c'è anche Grace, non se ne è andata un minuto. Chin e Danny hanno fatto chilometri su e giù per il corridoio, è arrivata anche tua madre.”

Alle cinque, quando cambiò il turno, il dottore fece allontanare tutti, mandandoli a casa, notando le loro facce stravolte. Danny prese Grace, che dormiva, e la caricò in macchina, Chin e Malia si diressero al parcheggio, e Lori, Doris e Mick andarono alle loro auto.

“Doris, Mick, vi aspetto a casa di Steve. Ah, Mick, potresti recuperare l'auto di Steve...è ancora al Five-0.”

“Certo, ci vado subito. A dopo.”

Entrando in casa, Lori sentì un peso enorme gravarle sulle spalle, così corse di sopra e si buttò a letto, cercando di percepire l'odore di Steve tra le lenzuola, per trarre un po' di conforto e forza. Doris la trovò profondamente addormentata, con una mano a   coprire la pancia, così le stese sopra una coperta e andò via, lasciandola dormire.

 

Eccomi qui, con un nuovo capitolo. Due parole sul precedente: ho notato poche visualizzazioni e nessuna recensione, ma, sinceramente, me lo aspettavo, perchè non convinceva molto neanche me...spero quindi che questo piaccia di più! Ringrazio comunque chi ha letto, e accolgo con piacere lolly17, che mi ha messo tra i preferiti, e Worldwide_Girl, che mi ha messo tra le seguite. Grazie, e alla prossima!

  
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