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Autore: Valyn92    12/12/2014    0 recensioni
Sono passati 23 anni dalla sconfitta di Lord Voldemort e, sebbene la paura non abbia ancora smesso di indebolire la sua morsa, la vita continua spensierata. I figli di tutti i fratelli Weasley sono ormai ad Hogwarts, accompagnati dalla discendenza dei vecchia amici/nemici dei loro genitori e, come tutti gli adolescenti, attraversano i soliti problemi da "teenager in crisi di identità". La loro vita, però, sta per affrontare un enorme cambiamento: l'oscurità di sta risvegliando e fa più paura che mai, soprattutto quando l'Auror Harry Potter sparisce misteriosamente durante una missione...
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 2-Incontri a Diagon Alley

Dopo aver finito di fare colazione e dopo aver rimesso tutto al loro posto, i ragazzi decisero che, dopo pranzo, sarebbero andati a Diagon Alley con James per comprare gli ultimi libri rimasti. Era tradizione passare i libri di anno in anno ai cugini più piccoli, purtroppo di tanto in tanto i professori decidevano di cambiare edizione o autore e così, nonostante l'enorme libreria dei Weasley, qualcuno lo dovevano comunque compare. I soldi ormai non erano un problema e ai ragazzi era sempre piaciuto fare una capatina a Diagon Alley; Rosie e Lily poi erano ben contente di trascorrere del tempo in libreria.

La preparazione del pranzo era compito degli adulti, così i ragazzi optarono per una partitina a Quidditch Babbano fuori, per ingannare l’attesa. Era una bella giornata, con un sole caldo che, però, presagiva l'arrivo imminente dell'autunno; ultimamente i ragazzi erano rimasti reclusi in casa a giocare a giochi da tavola o a scacchi magici e a leggere libri a causa di un violento temporale che aveva colpito tutta Londra e provincia (fortunatamente senza causare ingenti danni) e con una giornata del genere, non vedevano l'ora di prendere una bella boccata d'aria fresca, consapevoli che quel bel tempo non sarebbero durato a lungo. Quando l'autunno era alle porte, l'instabilità del clima inglese si amplificava in maniera esponenziale.

“Ok, come ci dividiamo?” chiese Lucy “siamo undici! Non possiamo nemmeno fare una squadra completa.” continuò lei.

“Io non gioco, lo sapete che non sono in grado!” rispose Rosie, “così potete dividervi in due squadre da cinque. Se volete posso fare l'arbitro!”

“Oh Rosie, non imparerai mai se non vuoi mai giocare!” le disse esasperata Lily “E' un po' come se fosse lo sport di famiglia! DEVI giocare!”

“Io voto per non farla giocare, vi ricordate cosa ha combinato l'ultima volta?” intervenne Louis.

Eccome se lo ricordavano. Come potevano essersi dimenticati dello scontro frontale che avevano avuto lei e Dominique nel tentativo di bloccare l'avanzata di Fred o della rottura di una delle finestre della Tana o della caduta rovinosa di Rose su Albus che a sua volta era scivolato in una pozza di fango e si era slogato una caviglia... Rose poteva anche avere grazia ed essere elegante e disinvolta ma nello sport dimostrava di essere degna figlia di suo padre – in quanto a goffaggine non in quanto a bravura nel Quidditch, quella era probabilmente regalo di sua madre.

Scoppiarono tutti a ridere tranne Rose che aveva messo su un bel broncio da offesa.

“Ve l'avevo detto di non farmi giocare ma voi avete insistito...”

“Va bene, Rosie, ci hai convinto. Farai l'arbitro. Noi ci divideremo equamente in questo modo: io, Fred, Molly, Albus e Roxanne in una squadra e Lily, Jamie, Hugo, Louis e Lucy nell'altra. Ok?” concluse Dominique.

Dopo averli fatti mettere tutti in posizione, Rose diede il fischio d'inizio e la partita cominciò.

 

 

“Siiiii! Sapevo che avremmo vinto noi, era inevitabile con James e Lily in squadra!” esultò saltellando Hugo.

“Si beh... non tirartela cugino...” borbottò Dominique.

“Brucia la sconfitta non è vero, sorella?” Louis rincarò la dose.

Dominique stava diventando viola. Era una bellissima ragazza, eterea per così dire. Assomigliava molto a sua sorella e a sua madre, con i capelli biondi, lunghi e fini e gli occhi azzurri. Aveva la pelle perfettamente liscia come una pesca ed era alta, molto alta. Tutti dicevano che avrebbe potuto seguire la carriera di modella come la sorella ma lei proprio non ne voleva sapere: sarebbe andata in Romania a studiare i draghi come lo zio, armata di tanta passione e di voglia di libertà. Poteva sembrare schizzinosa al primo sguardo ma in realtà non lo era affatto: era diventata anche battitrice nei Grifondoro. Inoltre, a dirla tutta, non era neanche così serafica come tutti pensavano! Era la più scorbutica di tutti i cugini Weasley, una ribelle nata: le piaceva trasgredire alle regole soltanto per il gusto di farlo, aveva sempre qualche battutina acida da rifilare alle cugine perché, da buona ragazza consapevole di essere bella, non poteva essere altrimenti. Con i ragazzi invece? Oh, anche peggio. Li cambiava ad una velocità tale che ormai né suo fratello nè Molly, la cugina a cui era più legata, si prodigavano a impararne il nome. Li stregava, li ammaliava, li ingannava tanto da far quasi pensare di essere veramente innamorata quella volta, poi li scartava e camminava (metaforicamente, si intende) sui loro cuori spezzati. Più di una volta. Con i tacchi alti. Si poteva quasi sentire lo scricchiolio dei residui dei loro poveri cuoricini che si sfracellavano al suo passaggio.

La cosa buffa era che gli studenti di Hogwarts conoscevano bene la sua reputazione da mangiatrice di uomini, ma ci provavano lo stesso; si, perché ognuno di loro era convinto di poter essere quello che l'avrebbe fatta innamorare sul serio! C'era addirittura qualcuno convinto di poter essere lui a spezzare il cuore a lei. Per favore. Era cresciuta con Victorie, una delle più belle e magnetiche ragazze che Hogwarts avesse mai visto; aveva imparato tutto da lei, infatti erano talmente simili che non si sopportavano granché. Dominique era anche molto permalosa, non sopportava perdere e non sopportava che qualcuno le dicesse che aveva torto, su qualunque fronte. Tuttavia, nonostante i suoi numerosi difetti, era sempre pronta ad ascoltare gli amici, a maggior ragione se si trattava della famiglia. Certo, magari se ne usciva con qualche frase acida, ma tutto sommato era una brava ragazza. Era anche simpatica, se si dimenticava la sua propensione a far soffrire inesorabilmente gli uomini...

Oh, ovviamente Louis adorava punzecchiarla.

“Piantala.” rispose Dominique lanciando al fratello uno sguardo infuocato.

“E se non lo fac-” Louis venne interrotto da una mano che gli tappava la bocca saldamente. Fred si era letteralmente lanciato su di lui per evitare il disastro. Dominique sapeva essere davvero spaventosa quando si arrabbiava, era meglio non giocare con il fuoco.

“Va bene, va bene! Gioco finito! Tutti a mangiare, adesso. Oggi pomeriggio si va a Diagon Alley!” intervenne Rose per smorzare la tensione.

Dominique sbuffò: si era calmata. Gli altri trattennero una risata e poi tutto tornò tranquillo come prima.

 

 

C'era qualcosa di tremendamente freddo nella sua stanza; non si scaldava mai, nemmeno d'estate. Malfoy Manor era una gran bella casa in cui vivere: tante stanze, luoghi nascosti, passaggi segreti, ampi giardini e corridoi; ma non si poteva certo dire che fosse accogliente. Scorpius viveva lì da quando era nato. Suo padre, suo nonno e altri prima di lui, avevano tutti vissuto lì e si erano tramandati il maniero di generazione in generazione. Era una casa, ma non era casa. Sua madre aveva tentato di abbellirla e renderla un tantino più confortevole ma se si è circondati da pietre e pietre, non c'è poi così tanto da fare. Così ci aveva fatto l'abitudine. Vedeva il lato positivo della situazione: anche quando fuori faceva davvero molto caldo non si sudava mai.

Mancava una settimana all'inizio del suo ultimo anno ad Hogwarts e, sinceramente, non ne aveva poi così tanta voglia. Se considerava il fatto che avrebbe dovuto studiare seriamente per i M.A.G.O., condurre la squadra di Quidditch dei Serpeverde alla vittoria della Coppa come capitano, svolgere i compiti da Caposcuola e affrontare la famiglia Weasley al completo dopo la recente rottura con Rose... Scorpius sospirò, non si prospettava un anno particolarmente facile per lui.

Perché poi si erano lasciati non lo sapeva nemmeno lui. Era stato una specie di comune accordo, un pomeriggio si erano visti e avevano deciso di chiuderla. Forse nessuno dei due era veramente innamorato dell'altro, forse erano semplicemente stati due amici che ci avevano provato. Non aveva funzionato ma poco importava. Almeno, per lui era così. Non sapeva cosa avesse detto lei ai suoi amici e familiari, poteva solo sperare di non doverne affrontare l'ira. Era già stato un problema farlo conoscere ai suoi genitori: Ronald Weasley l'aveva guardato con così tanto disgusto che, per un momento, aveva quasi pensato di tirargli una frecciatina in stile Draco Malfoy. Oh, suo padre sarebbe stato molto orgoglioso. La sua ragazza no, però. Così aveva lasciato perdere e si era comportato come un perfetto fidanzato. Hermione Granger l'aveva preso abbastanza in simpatia (dopotutto era amico di sua figlia già da parecchi anni) e, attraverso lei, piano piano anche il marito aveva imparato ad accettarlo. Purtroppo Rose non si era accontentata di presentarle i suoi genitori e suo fratello che in parte conosceva già, no, lei doveva fargli conoscere l'intera famiglia. Portando anche i suoi genitori. Ad una cena. Alla Tana.

Convincere suo padre era stata un'impresa: era vero che l'odio che scorreva un tempo tra i Malfoy, i Potter e i Weasley si era un po' appianato, ma certe abitudini sono dure a morire. Ad ogni modo, suo padre, Harry Potter e Ron Weasley avevano adottato il metodo dell'ignorarsi palesemente. D'altro canto, tutti quanti speravano che lui e Rose si lasciassero presto; un conto è essere amici, un conto è essere fidanzati. Erano stati bene insieme per quasi un anno. Forse, però, non c'era mai stato niente di più se non semplice affetto. Niente farfalle nello stomaco, niente istinti omicidi, niente sfuriate di gelosia, niente occhi a cuoricino, niente tensione sessuale... Niente. Qualche bacio e nulla più. Si erano iniziati a frequentare perché Albus aveva fatto notare ad entrambi quanto sarebbe stato strano se si fossero messi insieme. Loro avevano risposto con un “già” poco convinto e poi... Poi a novembre ci avevano provato. Si erano lasciati a fine giugno e da allora non si erano più rivisti. Non aveva la più pallida idea di come sarebbe stato rivedere lei, Albus etc... Non era un tipo malinconico e, soprattutto, non esprimeva mai le sue emozioni. Doveva però essere sincero, gli sarebbe mancata la loro amicizia se tutto non fosse tornato come prima. Per di più, da quando si erano lasciati non faceva altro che pensare al perché non fosse riuscito a provare qualcosa di più; insomma Rose era fantastica, era intelligente e bellissima, stava bene con lei... però c'era qualcosa che non andava, in qualche modo era come se fosse apatico.

“Signorino Malfoy, vostro padre vi sta cercando. Ha detto di prepararsi per andare a Diagon Alley a comprare le ultime cose.” la cameriera di casa Malfoy interruppe i suoi pensieri.

“Grazie, Dorota. Scendo subito.”

 

 

“Ragazzi, siete pronti? Possiamo andare per l'amor del cielo?” esclamò James dall'ingresso della Tana.

“Oh Jem, non romperci le uova di Ungaro Spinato, eh? Non ci abbiamo messo poi così tanto...” rispose Lily scendendo le scale.

“No, figurati. Abbiamo finito di pranzare giusto pochi minuti fa...” disse James palesemente irritato, odiava essere in ritardo, soprattutto se aveva un buon motivo per arrivare puntuale. Avrebbe dovuto essere a Diagon Alley già da tre quarti d'ora almeno.

Sua sorella sbuffò. “Come ti pare...”

“Siamo pronti J., non ti preoccupare. Perché hai così tanta fretta?” chiese Hugo.

Ah. Beccato. “Io.. Io non ho fretta. Solo che non mi va di fare a pugni con gli altri maghi per entrare nei negozi. Lo sapete tutti che nelle ultime settimane c'è il pienone...” purtroppo James aveva esitato un secondo di troppo. Ed era anche leggermente arrossito. Lui non arrossiva mai.

Lily lo stava guardando con un sorriso malizioso “Aspetta, aspetta... Perché sei diventato tutto rosso, fratellone? Ci stai nascondendo qualcosa non è vero? Andiamo... lo so che c'è qualcosa sotto...”

“Smettila, Lily. Non sto nascondendo niente, te l'ho detto vorrei soltanto non beccarmi qualche gomitata sul mio bel visino...”

“Beccato!” esclamò Albus fissandolo contento.

“Eh?” chiese James stupito e confuso.

“Fratello... Pensi sul serio che, dopo tutti questi anni passati a raccontare bugie a mamma e papà quando combinavamo disastri, io e Lily non abbiamo ben presente la tua faccia da menzogna?”

Lily annuì decisa.

“La mia cosa?” domandò lui.

“James, non fare il finto tonto. L'abbiamo notato anche io e Rose! Fai sempre la stessa smorfia quando non dici la verità.” rispose Hugo.

“Si,” disse Rose “i tuoi occhi si spalancano e poi ti viene anche quel piccolo tic al lato della bocca...”

“Ma non è vero!” urlò James sollevando le sopracciglia.

“L'hai fatto di nuovo!” lo accusò ridendo Louis che era appena arrivato nell'ingresso.

“Ma, fatemi capire, siete tutti contro di me?!” James si rassegnò abbozzando un sorrisetto.

“Si”

“Ah-ah”

“Decisamente”

“Puoi contarci”.

“Sei il cugino maggiore presente in casa al momento, cosa ti aspettavi?”

James sospirò alzando le mani in alto, in segno di resa. Quei ragazzi erano davvero incontentabili. “Va bene... Ve lo dirò, contenti?”

Gli occhi dei cugini più curiosi della famiglia si stavano illuminando di gioia e aspettativa.

“Devo incontrare una persona...”

La sorella non l'aveva lasciato nemmeno finire di parlare. “Una ragazza!!!! Si!!!! Perché non ce l'hai detto subito?” sbraitò Lily.

“Io credo che le piaccia sul serio se non ci ha detto niente” disse Rose “normalmente non vede l'ora di raccontarci delle sue innumerevoli avventure...”

“Oh, quindi è una cosa seria stavolta?” chiese Albus.

James guardò malamente il fratello facendo l'offeso “Stai forse dicendo che non sono una persona seria?!”

“Ma non puoi, James! Tu sei il mio modello da seguire! Se tu metti la testa a posto, come faccio a conquistare qualche bella pollastrella quest'anno? Mi serve qualcuno che mi dica i trucchetti del mestiere...” disse Louis.

“Taci, Lou.” lo interruppe Rose. “Credo che si senta un po' in imbarazzo a parlarne con noi, per cui propongo di lasciar stare. Quando si sentirà pronto ce lo dirà. Vero Jamie?”

James annuì contento. Finalmente qualcuno che lo capiva.

“D'accordo” borbottò Louis “Però devi promettermi che mi insegnerai i trucchi del mestiere, così prenderò io il tuo posto di rubacuori in famiglia!”

James scoppiò in una fragorosa risata. “Certo, Lou. Ma non penso che ti servirà a molto. Mi hanno riferito che hai già il tuo personale fan-club ad Hogwarts...”

Lou abbozzò un inchino. “Si, è vero. Grazie, grazie. Ma comunque le ragazze non sono mai troppe!”

“Ma sei un maiale!” esclamò Lily tirandogli un pugno sul braccio.

 

 

Finalmente la famiglia Weasley era arrivata a Diagon Alley. Dopo la notizia bomba di James, Lily era salita di corsa al piano di sopra e aveva detto che sarebbero partiti subito e che, chi non era pronto, sarebbe rimasto a casa. Dominique stranamente si era già preparata, così aveva raggiunto gli altri alla Metropolvere.

Diagon Alley era sempre affollata negli ultimi giorni di vacanza: famiglie che correvano da una parte all'altra della strada, bambini che avrebbero frequentato il primo anno che si fermavano di fronte ad ogni vetrina per scegliere il loro animaletto e anziane signore che cercavano di accaparrarsi gli ultimi ingredienti a loro necessari prima che la ressa di studenti ne facesse incetta. I Weasley adoravano passare il tempo a Diagon Alley: era così caotica e piena di vita! Ogni negozio aveva delle insegne antiche e bellissime, le vetrine erano sempre piene di oggetti all'avanguardia e si incontravano sempre vecchie conoscenze con cui fare due chiacchiere e aggiornarsi sulle ultime vicende. Il problema era che tutti, ma proprio tutti, andavano a fare compere lì; amici e... non.

Rose era contenta di essere lì però non era completamente rilassata. Era passato già qualche mese da quando lei e Scorpius si erano lasciati ma lei soffriva ancora. Lui era una persona un tantino fredda da sempre e, all'inizio della loro relazione, continuava a sentirlo distante. Gli aveva lasciato tempo per adattarsi a quella nuova situazione e non aveva mai spinto per accelerare le cose. Poi però, con l'avanzare dei mesi, si era resa conto che lui non provava niente di più che semplice amicizia e che forse continuava a stare con lei per non ferirla. Così aveva deciso di parlargliene ed era uscito fuori che era proprio come pensava. La decisione più sensata era stata quella di lasciarsi in maniera pacifica e di comune accordo anche se Rose tanto d'accordo non era; era innamorata di lui, però non gliel'aveva detto. Non voleva che lui sapesse quanto ci avrebbe sofferto dopo essersi lasciati; gli aveva fatto credere che anche per lei non c'era niente di profondo e che avrebbero fatto meglio a restare amici come prima. Nessuno sapeva la verità sui sentimenti della ragazza, a parte Lily che, con il suo spirito di osservazione particolarmente marcato, aveva intuito che c'era qualcosa che non andava. Anche in quel momento aveva notato che la cugina si era rintanata nei suoi pensieri.

“Ehi...” disse Lily “Tutto ok?”

Rose sorrise “Com'è che capisci sempre quando ho bisogno di te?”

Lily ricambiò il sorriso “Perché sono una specie di erede della Cooman!”

Rose scoppiò a ridere. La cugina sapeva sempre come tirarla su di morale. Era una delle cose che le piaceva di più di lei.

“Hai paura di incontrarlo, vero?”

Rose annuì. “Già... Cosa dovrei fare se ci vedessimo? Dovrei salutarlo? Ignorarlo? Comportarmi come se niente fosse oppure dirgli qualcosa a riguardo? E se...”

“Rose” disse Lily fermandosi davanti a lei e mettendole le mani sulle spalle “Respira. Non devi farti tutte queste paranoie, magari non lo incontriamo nemmeno!”. Vedendo che la cugina non rispondeva e aveva lo sguardo perso nel vuoto, continuò “Facciamo così, nella remotissima possibilità di incontrarlo io cercherò di...”

“Ehi” una voce dietro alle spalle di Lily parlò, una voce suadente, misteriosa, calda e gelida allo stesso tempo che Rose conosceva fin troppo bene.

Scorpius Malfoy era proprio di fronte a loro. Rose non lo ricordava così bello, forse durante l'estate si era allenato di più perché adesso il suo fisico era più asciutto che mai. Aveva un mantello nero che gli arrivava alle ginocchia che gli stava leggermente stretto sulle spalle e i capelli, biondissimi (forse schiariti ulteriormente dal sole estivo), erano scompigliati dal vento che si era provvidenzialmente alzato in quel momento. Ma la cosa che aveva notato di più erano i suoi occhi argentei. Oh, come le erano mancati quegli occhi...

Oddio. Doveva rispondere al saluto. No, no, no, non ce l'avrebbe fatta: sarebbe scoppiata in lacrime davanti a lui e tutta la fatica che aveva fatto per fargli credere che non le importava se non stavano più insieme, sarebbe stata vana...

Mentre Rose fissava Scorpius senza dire niente, Lily, resasi conto della situazione, intervenne parlando a macchinetta delle prime cose che le venivano in mente.

“Ehi! Ciao Malfoy. Allora, come sono andate le vacanze? Ti sei allenato, non è vero? Questo vuol dire che quando torneremo a scuola sottoporrai me e la squadra a sfiancanti allenamenti finché non raggiungeremo i tuoi standard. Dico bene?”

Scorpius rise debolmente “Potter, carissima compagna di squadra e di casa, non mi mancavano proprio le tue continue chiacchiere, sai? E comunque si, hai ragione, mi sono allenato duramente. Questo sarà il mio ultimo anno ad Hogwarts e voglio che la nostra casa vinca la Coppa di Quidditch. Quindi preparati, sarà un anno d'inferno. Azzarderei anche a dire che per te lo sarà in particolar modo, mi sembra che tu abbia preso qualche chilo di troppo o sbaglio?” chiese lui lanciandole uno sguardo inquisitorio.

Lily gli rifilò un finto sorrisetto “Ah-ah-ah. Davvero divertente. Per tua informazione, si chiamano curve. Oppure questo termine ti è sconosciuto?”

Scorpius rise di gusto “Bene, vedremo chi avrà ragione tra giusto una settimana, ai primi allenamenti. Sarà un piacere vederti ansimare per il troppo sforzo...”

“Io credo” continuò Lily “che mi chiederai umilmente scusa quando io porterò la vittoria a casa prendendo il boccino in pochi minuti. Oh! E ricordati, quando dovrai pulire il manico della mia scopa ogni giorno come punizione per aver dubitato di me, che adoro quando riflette il mio volto da tanto è stata lucidata.”

“Si, e tu ricordati che ho molti, pesantissimi mobili da spostare nella mia camera da Caposcuola come tua punizione.” ribattè lui.

“Bene, vedremo chi l'avrà vinta...”

Scorpius le sorrise sardonico. “Beh, è un vero peccato ma ora devo andare. E' stato un piacere conversare con voi. A presto Potter.” “Ciao Rose.” aggiunse.

Lily salutò svogliatamente con la mano.

“...ao...” biascicò lei fissandogli la schiena mentre si allontanava sempre di più da lei.

 

 

Scorpius si stava allontanando rapidamente dalle due rosse cugine, non poteva rischiare di imbattersi anche nel resto della famiglia che, sicuramente, era presente al gran completo poco più avanti. Era stato un incontro strano, non si aspettava di incontrarle; d'accordo che Diagon Alley era un posto affollato ma appunto per questo motivo, quante probabilità c'erano di incontrare proprio loro dopo nemmeno cinque minuti che era lì?! 

Vedere Rose gli aveva fatto uno strano effetto: era contento di averla vista ma aveva immaginato di trovarla felice e spensierata come prima; invece era triste, pallida e non aveva spiccicato una parola.

Ma che le era preso? Aveva creduto che sarebbero stati a posto ma gli era sembrata piuttosto sconvolta nel vederlo. Eppure lei era proprio l'unica persona con cui era sicuro che si sarebbe mantenuto lo stesso rapporto di prima: avevano o non avevano deciso di comune accordo di lasciarsi? Non era sicuramente triste per lui, era impossibile. Probabilmente quell'estate aveva incontrato qualcuno che non l'aveva più richiamata o, che ne sapeva lui, altre cose per cui le ragazze se la prendono sempre. Si, doveva esserci sicuramente una spiegazione del genere. Era ulteriormente rimasto sconcertato dal trattamento che gli aveva riservato la Potter, del tutto identico a prima - come se non fosse successo nulla. Aveva anche azzardato qualche battutina! E dire che era praticamente la sua migliore amica. Le migliori amiche non si schieravano sempre dalla stessa parte? Famiglia strana, la loro.

Mentre camminava per raggiungere suo padre da Madama McClan il ragazzo era immerso nei suoi pensieri. Oltre alla stranezza del comportamento di Rose aveva notato un'altra cosa: Lily Potter era davvero molto cambiata dal loro ultimo incontro. Era innegabile che fosse sempre stata una bella ragazzina, molto magrolina e bassina. Carina sì, ma niente di che in fin dei conti. Adesso invece... WOW! Aveva acquistato parecchia altezza, tanto che adesso era più bassa di lui di poco più di dieci centimetri;  aveva preso qualche chilo nei punti giusti e sviluppato finalmente le morbide forme di una giovane donna; la sua pelle pallida, prima solcata da qualche brufolo, era liscia e luminosa con piccole e fitte lentiggini sul naso e sulle guance; i capelli cresciuti erano lisci e brillanti come seta con quella particolare caratteristica che l' aveva sempre distinta dagli altri suoi cugini, il colore rosso scuro, ramato. La sua capigliatura sembrava quasi mandare lampi ogni volta che il sole la sfiorava con i suoi raggi. E poi.. poi c’erano i suoi occhi. Gli erano sempre piaciuti, diversi da qualunque altro colore avesse mai visto nella loro gigante famiglia: non erano azzurro cielo, non erano verde smeraldo e non erano marrone castagna. Erano verdi, sì, ma di un verde così chiaro da sembrare quasi azzurro e grigio insieme, come quando il sole di mezzogiorno si riflette nell'acqua di un limpido lago.

Momento, momento, momento, cosa andava farneticando?!

Scorpius scrollò la testa vigorosamente e si passò nervosamente la mano tra i capelli scompigliati. Il freddo di casa gli aveva decisamente dato alla testa.

 

 

“Rose” sospirò Lily “avresti potuto dirgli almeno qualcosa. Lo so che sei rimasta un pochino bloccata dalla sorpresa di averlo visto ma... Rose. Rose! Ti vuoi fermare un secondo?!”

La cugina sembrava aver ingranato la quinta, si stava dirigendo a grandi passi verso una meta imprecisata e non dava segni di volersi voltare ad ascoltare Lily, né tanto meno di fermarsi.

“Rose, che diavolo! Credi di risolvere qualcosa in questo modo? Non mi pare che ti abbia insultata o picchiata o- beh, non è importante. Il punto è che sembrava stesse facendo il possibile per non metterti in imbarazzo e tu l'hai tutt'altro che aiutato.” continuò la Potter.

Rose si voltò di scatto verso la cugina, con i capelli tutti aggrovigliati per il vento davanti alla faccia. Lily aveva visto bene, aveva il viso rigato di lacrime.

“Appunto. Non ha detto niente riguardo a quello che è successo. Poteva almeno chiedermi come stavo oppure... Oh senti non lo so cosa mi aspettavo, va bene?! Non so... niente. Non so nemmeno perché io abbia reagito così! Hai ragione, non mi ha insultata, presa in giro, picchiata... è stato gentile. Forse anche troppo.” sbraitò lei mentre rincominciava la sua corsa verso l'ignoto facendosi largo tra l'ammasso di gente.

Lily prese un gran bel respiro “Rosie” disse afferrandola per un braccio gentilmente e facendola ruotare verso di lei “lo so come ti senti. So che speravi che lui tornasse sui suoi passi e che ti facesse una qualche dichiarazione d'amore eterna, ma sappiamo entrambe che non è il tipo. Non provava e non prova quello che senti tu nei suoi confronti e te l'ha sempre fatto capire. Di certo non puoi dire che ti abbia ingannata, si è comportato in maniera esemplare nonostante sia uno sporco Malfoy Serpeverde. Pessima accoppiata.” Lily fece una smorfia talmente buffa che Rose non riuscì a trattenere una risatina, “Lasciarvi” continuò la Potter “è stata la scelta più giusta. So che fa male ma devi cercare di andare avanti. Ci saranno altri ragazzi a cui potrai donare il tuo cuore e che ti sapranno ricambiare più di quanto tu possa immaginare. Non puoi passare il tuo ultimo, importante anno ad Hogwarts a tormentarti così. Non ne vale la pena, tu ti meriti tutt'altro.” si fermò in attesa di una risposta della cugina che però non arrivò. Rose fissava un punto indefinito del marciapiede a fianco a loro e i suoi occhi si stavano riempiendo nuovamente di lacrime.

“Oh, vieni qui.” concluse Lily stringendola in un forte abbraccio.

 

 

James si era defilato mormorando un “ci vediamo dopo” non appena erano arrivati davanti alla Gringott. Albus aveva alzato le spalle svogliato e aveva continuato a parlare con Hugo dei risultati delle ultime partite del campionato di Quidditch. Lily e Rose erano rimaste un po' indietro ma sicuramente stavano affrontando qualche importante discorso da donne che a lui non interessava conoscere. La cugina Dominique invece si era fermata al Paiolo Magico con alcune sue amiche che la stavano aspettando - meglio così, meno liti per lui.

Fisicamente era quello che assomigliava di più a Potter Senior: scuri capelli sempre arruffati, brillanti occhi verdi, fisico asciutto e proporzionato... Insomma, nessuno avrebbe potuto avanzare dubbi sulla paternità a Ginny. A parte l’ovvia differenza d’età tra padre e figlio il suo tratto distintivo era l’assenza della famosa cicatrice. Al non portava nemmeno gli occhiali, non perché non li dovesse portare (era stato l'unico ad ereditare la miopia dal padre) ma perché aveva scoperto questa meraviglia chiamata ‘lente a contatto’. Aveva iniziato a portare le lenti durante le partite di Quidditch (giocava come portiere nella squadra dei Serpeverde dal suo secondo anno) e poi non era più tornato ad indossare i suoi soliti occhialetti. Rose l'aveva anche aiutato a trovare un incantesimo che permettesse di tenerle ininterrottamente senza danni oculari.

A proposito di Rose.. gli sembrava di aver notato qualcosa di strano nel suo comportamento poco prima. Probabilmente la ragione della sua tristezza era Scorpius ma non voleva dirle niente finché lei non fosse stata pronta a parlare con lui di sua spontanea volontà. Erano molto legati e sapevano di poter contare sempre l'uno sull'altra. Il problema era che Scorpius era il suo migliore amico. Aveva cercato di essere imparziale da quando si erano messi insieme a quando si erano lasciati ma comunque preferiva non essere troppo coinvolto in questioni che, in fondo, non lo riguardavano in prima persona. Rose aveva capito perfettamente e non glielo faceva pesare, aveva Lily con cui parlare; Scorpius, d'altro canto, non aveva mai manifestato la voglia di tornare sullo spinoso argomento. Albus sapeva che non si confidava con nessuno e anche con lui faceva fatica. Si volevano un gran bene, però. Quando la Preside McGrannit aveva scoperto che il 2017 sarebbe stato l'anno che avrebbe visto l'entrata ad Hogwarts degli eredi Potter-Malfoy, aveva temuto il peggio; invece erano capitati nella stessa casa ed erano diventati grandi amici, al contrario di quanto tutti avrebbero pensato. Nonostante l’amicizia che li legava, non ci teneva affatto a finire incenerito dall'amico per averlo tartassato di domande sulla cugina. Scorpius non era esattamente quella che si dice ‘una persona tollerante’.

“Al, hai capito?” Hugo interruppe i suoi pensieri.

“Uhm?” fece lui.

Hugo alzò gli occhi al cielo “Non mi stavi ascoltando vero?”

Albus gli sorrise beffardo “Veramente no. Scusa, mi sono distratto.”

“Stavo dicendo che, prima di andare al Ghirigoro, volevo fare un salto da zio George al negozio. Ti va?”

“Certo. Roxy mi ha chiesto di ricordare allo zio di prendere la Puffola Pigmea.”

“Ovviamente.” rispose lui “Comunque non ci metteremo molto, ho giusto due o tre cosette da comprare per l’imminente ritorno ad Hogwarts...”

Albus impallidì. “Oh no. Non ci pensare nemmeno, l'anno scorso per colpa tua e di Fred la nostra sala comune ha puzzato di pesce marcio per due settimane!”

Hugo scoppiò in una fragorosa risata. “Cugino, quello era stato un banalissimo errore di valutazione...”

Albus sbuffò “Effettivamente non siete proprio dei geni in Pozioni...”

“Se tu ci avessi aiutato come ti avevamo chiesto, non sarebbe successo!” ribattè Hugo.

Albus sospirò rassegnato. “Dopo l'ultima volta non avevo proprio voglia di ricevere una Strillettera da mamma. Ultimamente, quando è particolarmente infuriata, assomiglia a nonna Molly.” disse rabbrividendo.

Hugo annuì mostrandogli conforto e poi, come avesse avuto un'intuizione geniale, gli lanciò una sguardo malizioso. “Aspetta, aspetta... l'anno scorso non facevi il filo a quella ragazza del mio anno? Come si chiamava... Lucy...Lara... Laura...Lacy...Lexy! Si, Lexy Fields!”

Albus arrossì violentemente. “Cosa? N-no-no! Cosa vai a pensare?” chiese gesticolando.

Hugo sorrise sornione. “Oh si, invece. Ecco perché non volevi darci una mano! Perché non volevi che ti sminuissimo di fronte ai suoi dolci occhietti, non è vero?”

Albus era ammutolito.

“Potevi dirmelo” continuò il rosso “avremmo potuto escogitare qualcosa più nel suo standard. Per farla capitolare...”

Albus gli rifilò un pugno sul braccio ed entrambi scoppiarono a ridere.

 

 

Dopo il pianto liberatorio, Rose si era finalmente ripresa ed ora si stava dirigendo con Lily al Ghirigoro per compare gli ultimi libri. Entrambe adoravano andare in qualunque posto contenesse libri, ci avrebbero trascorso ore intere. Spulciando tra i vari scaffali erano riuscite a trovare tutti i libri di cui avevano bisogno, compreso qualche extra a piacimento. Il Ghirigoro era la più fornita libreria di Diagon Alley: se non si riusciva a trovare quello che si cercava lì, probabilmente non ci si sarebbe riusciti da nessun'altra parte! Era piena zeppa di scaffali che strabordavano di libri, impilati uno sull'altro con i titoli alla rinfusa. Era caotica, sì, ma con un po' di magia ci si riusciva a destreggiare piuttosto bene. La caratteristica migliore? L'odore di libri: nuovi o usati che fossero, ognuno di loro aveva un particolare profumo (o puzza!) che lo distingueva dagli altri; avevano una storia. Senza contare il fatto che, come ogni altro singolo negozio della zona, aveva visto varcare le sue porte da centinaia di maghi, anche i più potenti e famosi. Dopo il piccolo momento di crisi di Rose era rilassante stare in un posto tanto amato dalle due.

“Aaah... Adoro venire qui!” disse Rose prendendo un bel respiro profondo e alzando le braccia al cielo, come se volesse abbracciare tutta la libreria in un solo gesto.

Lily annuì sognante “Già, mi mancava questo posto. Passare gli ultimi giorni di vacanza a Diagon Alley è una delle cose che preferisco dell'intero anno scolastico!” rispose quella ridendo.

Rose sollevò gli occhi al cielo “Ma dai, ormai sappiamo che sei troppo intelligente per far finta di non esserlo. Io mi ammazzo di studio dalla mattina alla sera e a te e tuo fratello bastano dieci minuti di orologio per sapere già alla perfezione due o tre capitoli del libro di turno. Non è assolutamente giusto!”

Lily fece spallucce “Che ci vuoi fare, i geni Potter-Evans hanno fatto il loro dovere. Mio padre mi dice sempre che, quando era piccolo, gli raccontavano che suo padre era un fannullone, sempre a bighellonare con i suoi amici in giro per la scuola o ad escogitare qualche modo per torturare il povero Professor Piton. Eppure aveva buonissimi voti, era stato Caposcuola e Capitano della squadra di Quidditch. Della nonna invece è risaputa la sua eccellente bravura in Pozioni (tant'è che entrò anche lei nel LumaClub) e comunque anche nelle altre materie non scherzava affatto. Dev'essere l'unione dei loro due nomi che mi hanno aiutata! Lily Potter... Non poteva che essere altrimenti!” Lily rise di gusto.

“Si appunto.” rispose Rose scocciata.

“Dai, Rosie.” disse Lily pungolandola con il dito “Tua madre era, ed è tutt'ora, un genio in praticamente qualunque cosa! E Zio Ron, nonostante sia un pochino impacciato, sa il fatto suo. Certo, i primi anni poteva non eccellere particolarmente ma poi è stato grandioso anche lui!”

Rose sospirò “Hai ragione, hai ragione... Come sempre del resto. Detesto concordare con te!”

Lily rise sonoramente “Cara cugina, noi Potter abbiamo sempre ragione!” disse lei con una punta d'orgoglio.

“Ora non esagerare.” rispose lei ridendo sotto i baffi.




NdA Eccoci qui! Ciao a tutti! Prima di iniziare con la mia solita pappardella sul capitolo che in effetti è un tantino lungo, volevo ringraziare tribute_potterhead per la recensione! Spero che tu continui a seguire la mia storia, sono aperta a suggerimenti o critiche! Ringrazio anche Dany_skywalker e prettyvitto per averla messa tra le seguite, Pixsloth per averla inserita tra le ricordate e Lux_potterhead addirittura nelle preferite! O_o Grazie carissimi! <3 Spero che prima o poi mi lascerete anche un piccolo commentino, giusto per farmi sapere se i personaggi che ho immaginato vi piacciono o se sono completamente diversi da quelli presenti nella vostra immaginazione! Non siate timidi ;) Mi fareste un piacere enorme! Comunque mando un abbraccio virtuale a tutti voi e anche a quelli che magari hanno letto qualcosina e poi o hanno desistito o hanno finito il capitolo silenziosamente :p siete importanti lo stesso <3 
Adesso veniamo a noi: come vedete abbiamo scoperto qualcosa di più sulla ex-relazione (?) di Scorpius e Rose. Chiunque li shippi insieme mi perdoni, non volevo certo offendervi! xD Cosa ne pensate di questa rottura? :) Oltre a questi sprazzi di vita quotidiana dei Weasley-Potter non è successo nulla di che ma, come avevo preannunciato nella breve trama, all'inizio sarà così, descrivere le relazioni e i problemi che affliggono gli adolescenti ;) Piano piano arriveremo anche alla svolta thriller, non preoccupatevi! Non so se avete notato che tento di riservare un piccolo spazietto per ogni figliolo, dove descrivo il loro carattere, i loro interessi e il loro aspetto fisico. Spero di non dimenticare nessuno! xD 
Bene, a presto carissimi! Un bacio volante a tutti quanti! :*
Vale
Fatto il misfatto.

  
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