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Autore: Zeon97    12/12/2014    1 recensioni
Questa è la prima storia che posto ed è anche presente nel sito ufficiale. Spero possa essere di vostro gradimento.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Richiamo dal Futuro'
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Mi svegliai e guardai alla mia destra: la porta era aperta. Era probabile che la maghetta fosse uscita, però non mi azzardai ad entrare dato che temevo che, se fosse stata ancora lì, non ne sarei uscito incolume.
Controllai alla mia sinistra dove c’era Chung che stava ancora dormendo. Dovevo svegliarlo.

- Hey Chung.

Non avevo ottenuto ancora nessuna reazione: era il momento di passare alle cattive.
Mi avvicinai con cautela al suo orecchio e gli sussurrai sensualmente.

- Sono Raven, honey.

Sussultò di colpo e si mise a gridare, però si accorse subito dopo che ero io.
I suoi occhi erano talmente rossi che potevano benissimo rispecchiare l’inferno.


Non potevi svegliarmi normalmente razza di…

D’un tratto il suono di una frase tuonò per tutta la casà.

SCENDETE VOI DUE

Era il caso di scendere. Non bisogna mai obiettare ad un ordine di Vanessa se si vuole rimanere vivi, quindi non la facemmo aspettare oltre.
Io e Chung scendemmo di corsa senza pensare alla colazione.
Era davanti ad una porta insieme al resto del gruppo con in viso un espressione che avrebbe meritato un premio per la capacità di mettere timore anche al più valoroso dei guerrieri.

- Adesso che siamo tutti qui mettiamo in chiaro subito una cosa. Ora come ora siete delle scartine, ma possiamo rimediare. Ognuno di voi ha un potere latente da scoprire, e sarà proprio grazie a quella forza che riuscirete a misurarvi ad armi pari con gli avversari più forti. Per prima cosa giudicherò le vostre capacità in modo da potervi indirizzare verso il giusto allenamento. Chi è il primo?

Feci un passo avanti, ma la veterana si girò di scatto verso di me e disse chiaramente.

- Ivan tu no. Ho già in mente l’allenamento da farti fare. Cominciamo dal biondino. Fatti avanti!

Il paladino avanzò verso di lei con fare indeciso; si fermò a due passi di distanza dalla veterana.

Te lo chiedo senza mezzi termini: sei maschio o femmina?
Maschio...
ALLORA DIMOSTRAMELO

Si tolse i gambali e rimase con i pantaloncini, ma era intenzionato a toglierseli. Rena era pronta a coprire gli occhi alla maghetta nel caso in cui se li sarebbe tolti veramente, mentre Raven era felice all’idea. Infatti proprio per questo motivo lasciò perdere e pensò ad un altro modo per dimostrare la sua mascolinità.

Te lo dimostrerò in una lotta. Ti sfido Vanessa.
Accetto volentieri. Seguimi così risolviamo la questione.

I due uscirono dalla casa e si incamminarono verso un prato dove pareva non esserci nessuno. Era il luogo perfetto.
I due sfidanti si misero in posa da battaglia.
Vanessa tirò fuori la sua spada che teneva con entrambe le mani. Era una lama pesante per la sua elevata lunghezza e larghezza; infatti la punta della lama toccava terra, però nonostante questo i suoi occhi rispecchiavano la determinazione che le permetteva di impugnare quell’arma.
Chung teneva il suo bazooka con entrambe le mani nello stesso modo di Vanessa, però pareva essere molto indeciso nella posa: ogni tanto lo teneva alzato e a volte lo appoggiava a terra in verticale.
Considerando le prime impressioni avrei potuto dire che avrebbe vinto Vanessa, ma la sfida era ancora tutta da vedere.

Ti concedo la prima mossa.

Il paladino si fiondo in avanti menando fendenti con il bazooka, ma la veterana li schivò facilmente.

Sei troppo lento.

Chung non demorse. Continuò ad attaccare senza lasciare il tempo per prendere fiato finché ad un certo punto la veterana dovette parare con la spada.

Avanti spara.
Come vuoi.

Accolse la richiesta. Punto il bazooka verso di lei e sparò.
Vanessa intercettò il colpo in modo da deviare la sua traiettoria.

- Non è ancora finita!

Attaccò menando fendenti e sparando con il bazooka, ma l’agilità in questa sfida era indispensabile.
Il paladino ad un certo punto si fermò e mise a terra la sua arma. Era stremato dalla stanchezza mentre Vanessa era in piena forma.

Ti arrendi?

Il tempo pareva essersi fermato davanti a quella richiesta.
Ne vale la pena? Sarebbe meglio arrendersi?
Queste erano le domande che si pose in quel momento a bassa voce.

Potrai essere agile quanto vuoi…

Di colpo il suo animo si infiammò. Riprese il bazooka e lo usò come propulsore sparando sul terreno per fiondarsi in avanti.
Il suo viso si trovava a pochi centimetri da quello di Vanessa; nell’espressione del paladino si poteva leggere la sua volontà di vincere.

...ma se non riesci a stare al mio passo...

Puntò il bazooka dritto al ventre della veterana. Dall’interno dell’arma era possibile vedere una luce intensa.

… NON RIUSCIRAI AD ABBATTERMI.

«Attacco a sorpresa»

Il colpo era esploso e Vanessa si ferì.
Era veramente arrabbiata.
Vanessa: … ora si fa sul serio.

«SWORD BREAKING»

La veterana tornò alla posizione di battaglia presa in partenza e concentrò le sue energie sull’arma. Il potere concentrato sull’arma era visibile come una luce di riflesso che percorse tutta la lama fino alla punta. Sollevò la spada e si mise a correre intorno al paladino, però quest’ultimo rimase fermo.

«ASSALTO»

Subito dopo aver percepito il suono di questa parola, una miriade di fendenti colpirono il paladino senza sosta. Quest’ultimo cadde a terra, ma si rialzò subito usando sempre il bazooka come propulsore per fare uno scatto all’indietro.
La veterana si buttò in avanti con una velocità impressionante, ma il paladino intercettò il colpo e lo bloccò. Ora era un confronto di forza dato che entrambi gli sfidanti erano intenzionati a spingere indietro l’altro.
Vanessa colpì il ginocchio del paladino con un calcio e li puntò la spada al collo. Il paladino posò a terra il bazooka ormai rassegnato dalla sconfitta. Lei sorrise.

- Dopotutto le apparenze ingannano. Non sei male ragazzo.

Il paladino rimase fermo inginocchiato a terra, con lo sguardo fisso nel vuoto e vulnerabile, come per chiedere il colpo di grazia. In quel momento per lui era veramente difficile digerire quella sconfitta e tutto dipendeva da come la veterana avrebbe risposto a quel comportamento.
Lei anche aspettava una risposta, però il paladino si era bloccato in quella posa. Quei secondi di silenzio sembravano non finire mai, finché non fu Vanessa a cedere.

Bene.

Rinfoderò la spada che stava puntando al suo collo e si girò di scatto puntando gli occhi verso di noi.
Vanessa: Il prossimo è pregato di farsi avanti.
Nel gruppo c’era tensione. Fra colpi di gomito e sussurri, alla fine qualcuno si decise a farsi avanti.

- Non puoi fare questo al mio honey. Preparati a subire una dolorosa lez.. - disse Raven prima di essere attaccato con un rapido fendente di Vanessa che parò prontamente con la sua lama.

In quel momento c’era un confronto di forza, ma poco dopo si allontanarono l’uno dall’altro per poi scontrarsi di nuovo.
La lotta proseguì con vari scambi di colpi, ma era evidente che Raven cercava di trattenersi nonostante stia facendo del suo meglio con la sua spada.

Ok basta così.

La veterana colpì lo stomaco dello spadaccino in modo fulmineo e lo atterrò.

Devi allenarti meglio con...
Raven si rialzò lanciando delle parole di sfida.
Raven: Due giorni e tornerò per la rivincita.

Nessuna risposta, ma solo uno scambio di sguardi. Lo spadaccino si allontanò dal gruppo.

- Aisha.
- Si?
Vieni con me. Ivan, Rena e Chung potete venire se volete.

Chung era rimasto in quello stato pietoso, però dato che non volevo lasciarlo abbandonato a se stesso, ero deciso di convincerlo a seguirci ad ogni costo, ma qualcuno mi precedette.

Hey Chung. Raven potrebbe sbucare in qualsiasi momento da ovunque.

Gli occhi del paladino tornarono a muoversi. Si alzò aiutandosi con il bazooka e ci raggiunse.
Cominciammo così a camminare nel luogo dove Vanessa aveva intenzione di portare la maghetta, ma non aveva accennato alle sue intenzioni.
Sarà per il suo allenamento? Era la cosa più fattibile dopotutto.

Non ci impiegammo molto.
Arrivammo davanti ad un tempio. C’erano quattro colonne e al centro un simbolo demoniaco.

- Rimanete tutti fermi. Aisha sali le scale e mettiti al centro del cerchio.
Che cosa vuoi fare?
Mi avevi detto di aver perso i tuoi poteri originale per colpa di un anello maledetto giusto? Ora avrai modo di avere un altro potere molto potente, ma molto pericoloso.
Se è pericoloso perché me lo fai fare senza chiedere il mio parere?
Considerando il tuo carattere sono certa che non avrai alcuna difficoltà.
Aspetta un attimo! E se diventasse malvagia?

Piombò il silenzio.

Impossibile.
Perché?
Ha già raggiunto i massimi livelli di sadicità.

La maghetta carbonizzò il paladino con la magia non appena concluse di parlare.

Lo farò.

Avanzò fino ad arrivare al centro del cerchio.
I disegni sul pavimento intorno a lei cominciarono a illuminarsi di viola e da questa luce un demone le comparve dinanzi. Era infinitamente grande e muscoloso.
Intorno ai due uno scudo di energia si era alzato. Nessuno poteva interferire.
Il demone iniziò a parlare. La sua voce era molto profonda e potente.

- Il mio nome è Angkor. Sei tu la maga che mi ha evocato?
Si.
- Quindi sei intenzionata ad avere i miei poteri.
Proprio così.
- Sono disposto a concederteli, però devi essere disposta a fare un contratto con me.
Facciamolo.

Un foglio e una penna comparvero dal nulla davanti alla maghetta.

- Firma qui.

Prese la penna e firmò. Il foglio si dissolse.
La luce del cerchio magico inondò la maghetta e il corpo di quest’ultima si illuminò.
Una volta che la luce scomparve era possibile vederla. Il suo aspetto era cambiato.

- Ecco fatto. Ora non è più possibile tornare indietro.
Spiegami perché sono mezza nuda. Ridammi i miei vestiti maniaco.
- Fa parte del contratto e, come ho detto prima, non è possibile modificarlo.

I nuovi vestiti della maghetta lasciavano molte parti del corpo scoperte.
A dire la verità non le stavano così male, però era evidente che andare in giro in quel modo sarebbe stato parecchio imbarazzante per lei.

Che razza di scusa sarebbe questa? E io dovrei andare in giro conciata così?
- In verità quell’abito lo avevo pensato per una maga con lineamenti maturi tipo quelli dell’arciera che sta con voi. Non mi sarei mai aspettato che sarebbe stata una maghetta con il petto di una tavola da surf a...

Un masso dalle grosse dimensioni venne lanciato dalla maghetta sul demone e colpì una parte molto sensibile del corpo maschile.
Angkor si piegò in due dal dolore.

Muori.

La maghetta era più arrabbiata che imbarazzata.

- Abbi pietà. Non colpirmi in quel modo.
L’avevo detto io. Nemmeno i demoni possono mettere in difficoltà il male in persona.

Un’altro masso di grosse dimensioni levitò sopra Chung.

Vuoi essere tu il prossimo?
Scherzavo! In realtà penso che tu sia una brava ragazza che non farebbe mai del male a nessuno!
- Lo penso pure io!
Bene. Andiamocene da qui.
- Vi seguo.

Il demone quando si spostò fece crollare una colonna.

- Oltre ad essere orrendo sei pure un peso morto. Ci sei solo di ostacolo, quindi vattene.
- Non posso. Fa parte del contratto.
Non puoi ridurre le tue dimensioni?
- Sono uno dei demoni più potenti. Pensi che non possa farlo?

Istantaneamente prese la forma di un pipistrello di piccole dimensioni e si attaccò alla punta del bastone della maghetta.


- Da qui posso potenziare i tuoi incantesimi e i tuoi attacchi.

Ora rimaneva solo Rena.

Penso di tornare al villaggio per fare rapporto alla Decana.
Per quanto starai via?
Credo non più di un giorno.

La maghetta abbraccio l’arciera, ma il bastone tocco il suo corpo.

- Abbraccia anche me e se vuoi possiamo fare il contratto così mollo questa bestia!

Nessuno aggiunse altro.
Aisha si avvicinò ad un albero e sul tronco grattò la punta del suo bastone dove vi era appoggiato il demone.

La mia bacchetta è molto sporca.
- Ti prego smettila, fa male!
Lo sporco non va via.

Si avvicinò ad una fontana e immerse la bacchetta.

Ora laviamo.
- Blub.. aff..go. A.. iuto.

Il demone perse i sensi.

Ok…. penso di dovermi avviare se mi voglio sbrigare. Aisha.
Si?
Prenditi cura di quei due per conto mio.

La faccia della maghetta si incupì. Rispose a quella richiesta con un largo sorriso e occhi sbarrati.

Sicuramente.

Che qualcuno ci salvi
   
 
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