Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Sherlokette    13/12/2014    2 recensioni
Londra 2015. Il professor Sebastian Michaelis si vede portar via il fratello Vincent e la moglie di lui, Rachel, in una tragica rapina in casa finita nel sangue. Il tribunale gli affiderà il nipote, Ciel, unico sopravvissuto di quella notte terribile. Fra segreti, amici e nemici, un amore inaspettato e qualcuno che continua a dare la caccia a Ciel, Sebastian vedrà la sua vita capovolgersi in un attimo...
Genere: Dark, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: Prima di tutto, voglio rassicurare i miei lettori/le mie lettrici; no, non mi sono presa una pausa da “Unconditionally”, sto solo aspettando il momento giusto per ricominciare la sua pubblicazione. Proprio per questo, per non far languire nessuno ho deciso di pubblicare la raccolta di “random missing moments”, ma dato che probabilmente non basta e di sicuro avete altri interessi, come tutti, ecco che nasce questa fanfiction su Kuroshitsuji/Black Butler. Da parte mia l'ho scritta perchè adoro Yana Toboso e perchè ho notato che ci sono tante (troppe) SebaCiel in giro, non critico i gusti di nessuno ma personalmente non mi prende come pairing, mentre di SebaGrell ce ne sono davvero poche in giro (e io li amo insieme <3). Eventuali discorsi che nell'introduzione alla storia vi risulteranno poco chiari o quasi erronei si spiegheranno nei capitoli successivi, niente paura, conosco Black Butler abbastanza bene da non fare gaffe che mi farebbero odiare da voi XD

Per cui, buona lettura e a presto ;)

 

Sherlokette

 

 

P.S.: Nei capitoli successivi ci sarà un piccolo cameo, occhi aperti gente :3

 

 

 

Il professor Sebastian Michaelis esitava ad aprire la porta della stanza di fronte a lui. Sospirò pesantemente con aria rassegnata: il preside Tanaka gli aveva chiesto di badare agli studenti in punizione quel pomeriggio, e sapeva perfettamente, povero lui, che sarebbe stato peggio che badare a dei bambini dell'asilo. Non gli importava quali soggetti gli fossero capitati davanti nel corso del tempo, la storia era sempre la stessa: delinquenti indisciplinati.

Alla fine ingoiò il rospo e protese una mano, girò il pomello della porta e aprì lentamente, aspettandosi cartacce che volavano, insulti, palline di carta masticata e quant'altro.

Invece, con suo stupore e sollievo, nella stanza non volava una mosca, e se non fosse stato per i due personaggi al suo interno l'avrebbe detta vuota.

Il primo lo identificò facilmente: vestito da capo a piedi in uno sgargiante completo rosso da uomo, con i lunghi capelli rossi legati in una coda morbida da un nastro bordeaux, ecco il suo collega, Grell Sutcliffe, insegnante di poesia e letteratura. Questi lo squadrò da dietro le lenti degli occhiali (dalla montatura sempre rossa) con due grandi e civettuoli occhi giallo-verdi (un colore che lo aveva sempre incuriosito per la sua particolarità), e sbattendo un po' le lunghe ciglia lo salutò: - Ben arrivato, Sebastian caro! -

-Sutcliffe, per favore, non chiamarmi per nome. Non è d'esempio agli studenti. -

La sua risposta fredda non scoraggiò l'altro: - Come sei all'antica! A me piace il suono del tuo nome! -

L'altro sospirò, passandosi una mano sul viso e scostando una ciocca dei capelli neri: erano due anni che andava avanti quella storia. Sutcliffe si era evidentemente posto come obiettivo nella vita di fargli saltare i nervi trattandolo con estrema confidenza e vezzosità. Non solo: spesso Michaelis aveva l'impressione che il rosso lo spiasse di nascosto, ma non ne era assolutamente certo.

-Comunque, cosa ci fai qui? - gli domandò mantenendo il distacco.

-Oh, giusto. Ho accompagnato personalmente questo studente perchè ritengo che non meriti una punizione. -

Sebastian guardò il ragazzo seduto al banco di fianco al collega: teneva le mani unite sopra il piano, guardava in basso con aria imbronciata e non dimostrava più di 16 anni. Aveva il viso da bambino, arruffati capelli biondi tenuti su da alcune forcine e grandi occhi verdi, uno di essi segnati da un brutto livido violaceo.

Il tono di Grell si addolcì: - Coraggio, caro, presentati. -

L'altro guardò timidamente in su: - Fi... Finnian, signore. -

Sebastian gli sorrise: - Cosa è successo, Finnian? -

-Stavo giocando con i miei compagni... Un ragazzo dell'ultimo anno, uno che non conosco, ha cominciato a prendermi in giro... -

-Gli hai detto qualcosa? -

-Solo di smetterla. Ma ha continuato. -

-E vi siete picchiati? -

-Mi ha colpito lui per primo. Io mi sono solo difeso come potevo. -

-Cosa hai fatto? -

Finnian arrossì: - Gli ho dato un calcio... lì. -

-Lì? -

-Nei gioiellini... - suggerì l'altro professore, facendo arrossire ancora di più il ragazzo.

-Capisco... - Il professor Michaelis si fece serio: - E' stato un gesto istintivo, vero? -

-Sì... Mi aveva buttato a terra, ero nel panico... -

-Sei dispiaciuto per quello che è successo? -

-Sì, professore. -

-D'accordo. - Prendendo Grell da parte, il moro gli sussurrò: - Lasciamolo andare, sono d'accordo sul non punirlo. -

-Capito. - Sutcliffe mandò un sorriso al ragazzino: - Vai pure, caro, è tutto a posto! Lascia fare a noi professori! -

Finnian si stupì, poi sorrise e li ringraziò con calore prima di afferrare la cartella e uscire dalla stanza.

Dopo un attimo di silenzio, Sebastian si rivolse al collega: - Voglio il nome di questo bullo entro domani. Per fargli un discorsetto, capisci? -

-Agli ordini, Sebastian! - cinguettò l'altro mimando un saluto militare e facendogli l'occhiolino.

-Ti pregherei di smetterla. Tieni le tue pose per il corso pomeridiano di teatro. -

-A proposito di teatro! - Grell andò a sedersi sinuosamente sulla cattedra: - Ho due biglietti per una rappresentazione del “Sogno di una notte di mezza estate”, e sapendo quanto ti piaccia Shakespeare ho pensato che potevamo andarci insieme; è questo week-end! -

-No, grazie, è bastata l'ultima volta... - Ebbe un brivido dalla punta dei capelli fino in fondo alla spina dorsale nel rammentare l'esperienza: l'unica volta che aveva ceduto ad un invito di Sutcliffe ad andare assieme a teatro fu per un Amleto recitato malissimo e con dei costumi osceni. Addirittura il protagonista si dimenticava le battute!! Risultato: serata rovinata a tutti e due.

-Stavolta andrà diversamente, mi sono informato!! E' una compagnia di attori bravissimi, fidati! - Il rosso sorrise in quel suo modo un po' inquietante da Cheshire Cat e iniziò ad implorarlo: - Ti pregooo... Lo sai che altrimenti sono tutto solo! -

-Anche se mi interessa non posso, mi dispiace. Ho altro per la testa. -

L'altro cambiò repentinamente espressione: - Oh. Non dirmelo. Il tuo nipotino? -

-E' così ovvio? - ribatté Michaelis sarcastico.

-Vuoi parlarne? -

Come se non avessero fatto altro per quei tre mesi. All'inizio di quella orribile vicenda Sebastian era titubante a parlare con Grell, lo considerava un pettegolo e non voleva che si impicciasse troppo della sua vita privata. Però aveva ben presto scoperto che per le cose serie l'altro era la discrezione fatta persona, doveva dargliene atto.

Sebastian andò a sedersi dietro la cattedra, seguito attentamente dal collega, e dopo un momento espirò pesantemente: - Mi hanno chiamato dal tribunale minorile. A quanto pare Angelina non può prenderlo con sé. -

-Come mai? -

-I suoi impegni di dottoressa non le permettono molto tempo libero. Nonostante adori Ciel con tutto il cuore, ha rifiutato la custodia. Hanno deciso dunque di affidarlo a me. -

Grell ebbe un sussulto di sorpresa: - Sul... Sul serio? -

-Se le circostanze non fossero queste, ne sarei più che felice. - Si passò una mano fra i capelli corvini ed espirò nuovamente: - Non so se sarò capace di prendermi cura di mio nipote, ma ci proverò per il bene di entrambi. Lui ha perso il padre, io mio fratello. -

-Sebastian... - Grell voleva poggiargli una mano sulla spalla, in gesto di conforto, e perchè no, tentare un abbraccio, ma sapeva che l'altro non avrebbe gradito, per cui si astenne del tutto da un contatto; ritrasse la mano e riprese: - Quando arriverà? -

-La prossima settimana. -

-Vuoi una mano con i preparativi per accoglierlo? -

-Come? -

-Dovrai dargli una stanza, immagino. Ma deve essere arredata secondo i suoi gusti, no? -

-Vorresti offrirti, Sutcliffe? -

Questo scese dalla cattedra di scatto, piantò le mani sul piano e fronteggiò l'altro, senza tuttavia alzare la voce: - Sì, e più che sincera, Sebastian. -

Michaelis sollevò un sopracciglio con fare interrogativo.

Il rosso ricominciò: - Senti, sei abituato a fare le cose da solo, e lo capisco, ma voglio davvero aiutarti! -

-Dì la verità: vuoi vedere casa mia. -

Beccato. Sutcliffe si imbronciò: - In due anni che ci conosciamo non ci sono mai stato. Io ti considero un amico, e mi urta da morire. Ma stai per affrontare un cambiamento improvviso, non sarei un amico a non aiutarti! -

Un amico. Sebastian voleva mettersi a ridere, ma per timore di offendere il collega, alla fine alzò le spalle, convinto: - Perchè no? Ma niente di stravagante, ha solo 12 anni. -

 

 

-E se la imbiancassimo? -

-Cosa intendi? -

Grell non aveva perso troppo tempo: non appena erano arrivati all'abitazione di Sebastian, una bella casa in stile vittoriano nel centro di Londra, si era perso in molti complimenti, ma poi si era dedicato alla stanza per Ciel, una di tre camere per gli ospiti.

-Sì, un bell'azzurro pastello non troppo chiaro illuminerebbe la stanza e darebbe un senso di tranquillità, cosa della quale tuo nipote ha estremo bisogno adesso. -

Proseguì con consigli sulla mobilia da spostare e sostituire, e Sebastian dovette ammettere a se stesso che Grell ci sapeva fare: poteva già figurarsi la nuova stanza.

Sutcliffe alzò il pollice con un sorriso: - Fidati, sarà un lavoro talmente perfetto che presto non riconoscerai più questo posto! Posso mettermi all'opera subito con le misurazioni! -

-Fai pure. Io devo correggere i compiti di latino. Ti lascio lavorare in pace. -

 

 

 

 

  
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