Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa
alla fanfiction challenge II:
Prompt:
Fiore
Cap.16
La gobba di Notre Dame
"Là
fuori la città è ancora
quasi del tutto distrutta. E ci stanno cercando, hanno incolpato Frollo
dell'incendio" spiegò Esmeraldo. Gettò dei pezzi
di legno dentro un
braciere di metallo ammaccato.
"Slegami!"
gridò Frollo.
Amaterasu
si appoggiò alla parete di
legno e guardò il gitano utilizzare due legni per accendere
il fuoco.
Frollo
digrignò i denti e si voltò
verso Quasimodo, guardando la giovane fissare Esmeraldo.
"Mi
hai messo contro quella che ho
cresciuto come figlia! L'hai reso un insetto brulicante e orrido come
quegli
zingari di cui fai parte" urlò.
Esmeraldo
espirò e abbassò il capo.
"Quelli
che tu chiami insetti sono i fedeli
che dovresti portare fino al paradiso" ribatté. Amaterasu
guardò fuori
dalla finestra, vide uno sfondo nerastro, sospirò e chiuse
gli occhi.
Il
vento gelido entrava con una serie
di sibili dalle fessure delle assi.
"Sono
tutti maledetti... mio padre
compreso" mugolò Amaterasu. Chiuse gli occhi e
piegò il capo in avanti.
<
Ed io non sono da meno. Questo è diventato
un covo di tentazioni, ha ragione Frollo > pensò.
Esmeraldo si alzò in piedi
e si voltò, facendo ondeggiare le catenelle del suo vestito,
il drappo sui
pantaloni aderiva ad essi.
"Per
cosa? Perché sono nati? E tu con la
tua follia sei diversa?". Si girò verso Frollo e lo
indicò. "O con la
tua bramosia saresti diverso? Dio non vuole di certo questo"
ribatté.
Frollò
sentiva le tempie pulsare ed
espirò dalle narici, intravedendo la schiena scura del
giovane attraverso la
camicia bianca .
"Zitto,
diavolo tentatore. Non osare
parlare. Ti lapiderò di persona" biascicò. Le sue
iridi divennero liquide
e strinse i pugni, fissando i suoi capelli neri
"Dopo
aver avuto il suo corpo
scommetto" ringhiò Quasimodo.
Esmeraldo
avvampò e indietreggiò.
"La
mia capra è meglio di voi"
sussurrò.
"No,
no. Io voglio solo proteggerti, non
voglio altro" implorò Quasimodo.
Esmeraldo
si voltò verso la giovane e
guardò le sue lacrime scendere oltre l'occhio socchiuso. Le
sorrise e si sporse
in avanti.
"Lo
so, mia piccola artista. Tu hai un
cuore delicato come quello di un fiore" mormorò.
La
giovane arrossì e si piegò in
avanti, accentuando la gobba sulle sue spalle e sorrise, mostrando la
bocca
sghemba a cui mancavano alcuni denti.