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Autore: BettyLovegood    16/12/2014    4 recensioni
Alice è una semidea.
Il suo migliore amico Lucas è un satiro.
Ha un fratellastro gemello che non ha mai conosciuto.
Suo padre è un dio.
La morte di sua madre non è stata casuale.
Dal capitolo 5:
Alice si era definitivamente stancata. –Mi sapete dire chi diamine è questo Percy?- urlò improvvisamente.
 Ma la ragazza non dovette aspettare una risposta. Qualcuno uscì dalla porta.
 Era un ragazzo alto con i capelli neri scompigliati e gli occhi verde mare. Era la copia esatta di Alice.
La ragazza lo studiò: il modo in cui curvava le spalle, il viso, i lineamenti , tutto era così simile a lei.
Era come vedere se stessa in versione maschile.
Dal capitolo 14:
-Alice, domani posso dire a tutti di essere andato a letto con te?- Mi ha chiesto improvvisamente.
 Ho alzato la testa per guardarlo e lui é scoppiato a ridere.
 -Sto scherzando!- ha detto.
 Ho riso insieme a lui. Se c'é una cosa che Leo sa fare é farmi ridere nei momenti più tristi e io lo adoro per questo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Mostri, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jake Evans era un ragazzo alto, muscoloso e biondo. Aveva gli occhi verde smeraldo e tutto di lui urlava  ' guardatemi, sono fantastico'.
Quando arrivarono alla Capanna 12, ovvero quella dedicata alla dea Ecate, lo trovarono seduto all'aperto intento a leggere un libro.
Alice osservó il ragazzo da lontano.
-Mica male.- sussurró ad Hazel la quale scoppió a ridere scuotendo la testa.
Si avvicinarono alla casa attirando l'attenzione del ragazzo il quale alzó la testa, sorrise e  poi ritornò al suo libro.
-Ciao Jake.- salutó Hazel -Lei é..-
Il ragazzo alzó una mano per zittirla, continuando a leggere. Rimasero cosí, in silenzio, per qualche minuto fino a quando lui chiuse il libro e sospiró.
- Non so dove sia quel laggiú, ma io credo che da qualche parte esista e spero che sia bello.- disse puntando lo sguardo sul mare appena visibile.
-Bel modo di finire un libro no?- Chiese poi guardando Alice.
La ragazza sorrise
 -John Green, Looking for Alaska.-
Jake guardó la ragazza con i suoi occhi verde smeraldo e poi puntó lo sguardo su Hazel.
-Chi é la tua amica Hazel?- chiese.
-Lei é Alice Garden, la nuova arrivata.- Disse Hazel sorridendo.
Jake si avvicinó ad Alice e le giró intorno, come per studiarla. Poi si mise difronte a lei e puntó i suo occhi in quelli della ragazza.
Alice rimase per un pó a fissare i due meravigliosi occhi color smeraldo del ragazzo, fino a quando quest'ultimo distolse lo sguardo da lei e le ordinó di chiudere gli occhi.
Alice obbedí e sentí che il ragazzo le aveva poggiato una mano sulla testa mentre mormorava qualcosa.
La ragazza sentí un brivido lungo la schiena.
Dopo parecchi minuti Jake le disse che poteva riaprire gli occhi.
-C'é magia.- Disse lui guardando Hazel.
-Si, l'ho notato anche io. Ma io non ho ancora capito di che tipo di magia si tratta.- Disse Hazel studiando Alice.
Jake ci pensó un pó su e poi sparí nella sua cabina. Tornó qualche minuto dopo con una fialetta arancione in mano.
-Bevi questa.- Disse ad Alice dandole la fialetta.
La ragazza studió il liquido, non era molto invitante.
-Cos'è?- chiese
Jake sorrise. -É un liquido che mi fará capire che genere di magia ti é stata inflitta.- Disse semplicemente lui. -Non preoccuparti, non ti fará del male. É solo il sapore che fa un pó schifo.- aggiunse guardando la ragazza.
Alice fece una smorfia -Invitante.- Poi stappó la fialetta e bevve il contenuto.
Il liquido le scese per tutto il corpo facendola rabbrividire. Aveva un sapore acido. Jake le ordinó nuovamente di chiudere gli occhi e lei obbedí. La mano del ragazzo si posó nuovamente sulla sua testa e come la volta precedente lei sentí un brivido percorrerle la schiena.
Quando riaprì gli occhi Jake stava parlando con Hazel sottovoce.
Alice si avvicinó ai due che smisero di parlare.
-Allora?- chiese a Jake che si stava accomodando sulla sedia dove era seduto prima.
Il ragazzo chiuse gli occhi e si massaggió le tempie.
- Oltre a tua madre avevi qualcun altro vicino a te? Zii, nonni...?-
Alice scosse la testa. L'unica persona che le era stata sempre vicino era sua madre, non aveva mai conosciuto i suoi nonni o i sui zii.
-Solo mia madre. Ma cosa centra?- disse guardando il ragazzo che sospiró pensieroso.
-Buona o cattiva notizia?- chiese lui puntando i suoi occhi su di lei.
Alice osservó il bel volto del ragazzo.
-Buona notizia.- Disse.
Jake sorrise - Su di te c'é un incantesimo: non potevi essere riconosciuta fino ai quindici anni. Inoltre nessun mostro ti poteva attaccare.  La buona notizia é che la magia sta svanendo, entro stasera sarai riconosciuta.-
Alice fece una smorfia. -Fantastico, finalmente conosceró mio padre. -
Jake ed Hazel sorrisero. -E qual é la cattiva notizia?- chiese poi guardando i due ragazzi.
Jake sospiró e guardó Hazel che annuí.
-Alice come é morta tua madre?- chiese  Jake.
La ragazza fu colpita dalla domanda.
-Cancro.- Rispose lei. -Ma cosa centra questo?-
Jake si passó una mano nei capelli e guardó nuovamente Hazel.
-Alice non é stato il cancro a far morire tua madre.- Disse Hazel prendendole la mano.
Alice osservó la mano della ragazza stretta nella sua.
-Hazel é stato il cancro, le sono stata vicino mentre la curavano. - le disse.
Hazel scosse il capo e aprí la bocca per dire qualcosa ma non ci riuscí.
Jake allora sospiró e si alzó dalla sedia e raggiunse la ragazza.
-Alice l'incantesimo che ti é stato inflitto é molto potente e chiunque lo abbia richiesto ha dovuto dare qualcosa in cambio.- Le disse.
Alice scosse il capo e guardó i due ragazzi come se fossero matti.
Cosa centrava tutto questo con sua madre?
-Tua madre ti ha voluto proteggere e ti ha nascosto dal mondo semidivino con questo incantesimo. In cambio ha dato la sua vita.- Le disse  Hazel con le lacrime agli occhi.
Alice lasció la mano della ragazza e scosse nuovamente il capo. Sua madre era morta in ospedale di cancro, lei c'era.
-Vi state sbagliando. Lei é morta con quella stupida malattia, io ho visto mentre la curavano.- Aveva anche lei le lacrime agli occhi.
Jake scosse il capo -Per i mortali l'incantesimo era visibile sottoforma di malattia, per questo i dottori le hanno diagnosticato il tumore.- le disse guardandola con quei suoi occhi color smeraldo. Alice scosse il capo. -Non é vero.- sussurró
Jake prese un profondo respiro -   Alice i medici ti hanno mai detto che c'era una possibilità di cura? Ti hanno mai detto che stava migliorando?-
Alice non riuscí a trattenere le lacrime. Nessun dottore aveva mai detto che sua madre sarebbe guarita, era lei che aveva sempre sperato che la madre un giorno si sarebbe alzata da quel letto e sarebbe tornata a ridere e a scherzare con lei. Improvvisamente le parole che aveva sentito dire da un dottore mentre origliava alla porta le tornarono in mente:- É una rarissima forma di tumore, mai vista una cosa del genere. Non so se si puó curare.-
E Alice capí. Sua madre non era morta per il cancro, le persone malate di quella malattia molte volte guariscono, o almeno danno segni di miglioramento. Ma sua madre sembrava immune alle chemioterapie. I dottori avevano provato altri medicinali, ma nulla funzionava.
Sua madre era morta per quello stupido incantesimo. Sua madre era morta per proteggerla.
-Alice tua madre ha voluto proteggerti perché in te c'é qualcosa di speciale. - le disse Jake avvicinandosi e poggiandole una mano sulla spalla.
Alice tolse la mano del ragazzo dalla sua spalla. -NO!- urló. -Lei...lei é morta per quella stupida malattia.- Disse scuotendo il capo.
Ma sapeva che non era vero, sapeva di star mentendo. Sua madre era morta per colpa sua, per proteggerla.
-Alice- la chiamó Hazel con voce dolce.
La ragazza non rispose, si voltó e se ne andó.
Sentí Hazel che la chiamava e inizió a correre. Non sapeva dove stava andando, voleva solo allontanarsi da tutto e da tutti. Entró nel bosco senza smettere di correre. I rami degli alberi le graffiavano le braccia, ma a lei non importava.
Continuava a piangere, non riusciva a smettere. Non poteva credere che per colpa sua sua madre era morta.
Improvvisamente andó a sbattere contro qualcosa, anzi qualcuno e cadde a terra.
-Ehi cosa cavolo... ?- disse una voce familiare.
Alice non si mosse, rimase a terra con il volto tra le mani.
-Alice cosa ci fai quí?- chiese Leo avvicinandosi alla ragazza che non rispose.
Leo si sedette al suo fianco e le spostó le mani dal viso.
-Mai piangere quando c'é Leo Valdez in giro- disse sorridendo mentre le asciugava le lacrime.
Alice incroció i suoi occhi castani.
-Allora cosa é successo?- le chiese il ragazzo   guardandola.
Alice non rispose, nuove lacrime le rigarono il viso. Non voleva raccontare a nessuno che per colpa sua sua madre era morta. Si sentiva un'assassina, aveva ucciso sua madre.
Leo si avvicinò ancora di piú alla ragazza e l'abbracció.
Alice si strinse tra le braccia del ragazzo, continuando a piangere. C'era tutta la sua rabbia in quel pianto, tutta la colpa di aver ucciso sua madre.
Rimasero cosí per qualche minuto, o forse ore. Alice perse la cognizione del tempo. Si staccó dal ragazzo asciugandosi il volto.
-Scusami- disse con voce roca.
Leo sfoderó uno dei suoi sorrisi.
-Scusami? E quando mi capita piú di abbracciare una bella ragazza come te?- disse lui guardandola.
Alice sorrise alzando gli occhi su di lui.
-Sai mi piaci di piú quando sorridi, hai uno splendido sorriso. - Le disse facendola arrossire. -E anche quando arrossisci non sei male, ti dona il rosso.- aggiunse lui con una risata.
Alice spostó lo sguardo su un albero, cercando di far andare via quel colorito dal suo viso.
-Allora, posso sapere cosa ti é successo?- Chiese tornando serio.
Alice continuó a fissare l'albero.
Dopo qualche minuto parló.
-Ho scoperto che mia madre é morta per colpa mia. Mi ha protetto con un incantesimo che le é costato la vita.- disse con voce bassa. Le lacrime minacciarono nuovamente di scendere ma lei le ricacciò indietro.
Leo le prese una mano e la strinse forte.
- Alice...- disse lui guardandola.
-No.- L'interruppe lei senza guardarlo. -So cosa dirai ora. La colpa non é tua, tu non lo sapevi, é colpa di tua madre. Non voglio sentirmi dire queste cose.- Disse ricominciando a piangere.
Leo sospiró. -Alice ascoltami.-
Lei scosse la testa mentre si asciugava le lacrime. Non voleva sentire quelle parole, sua madre era morta e la colpa era solo sua. Era morta per proteggerla.
Si alzó da terra e cercó di andarsene ma Leo le bloccó la strada mettendosi difronte a lei.
-Leo voglio andare via.- Disse senza guardarlo.
-Alice prima mi ascolti e poi vai via. Non posso lasciarti andare cosí.-
La ragazza scosse il capo tentando di andarsene ma Leo si avvicinó sempre di piú e portó il suo viso difronte a quello della ragazza.
Ma Alice non voleva Leo, non voleva nessuno in quel momento. Doveva stare sola, era quello che si meritava per aver ucciso sua madre. Lei non era capace di avere amici, faceva soffrire tutti quelli che le stavano accanto. Andrea era morto per colpa sua, Lucas era in pericolo di vita e sua madre aveva dovuto sacrificarsi per lei.
Lei non si meritava Leo, né Percy, né Annabeth ne nessun altro. Lei doveva stare da sola perché faceva stare male tutti quelli che le stavano vicino.
Fissó gli occhi castani del ragazzo.
-Leo io non posso stare qui, devo andare via.- Disse con voce bassa.
Leo fece un mezzo sorriso. -Alice ma che diamine dici? Tu devi stare qui, é il posto piú sicuro per quelli come noi.-
Alice diede le spalle al ragazzo, non poteva guardare quel sorriso cosí rassicurante.
-Leo tu non capisci, io sono un disastro. Tutti quelli che mi sono vicino soffrono, mia madre é morta per me. Io distruggo tutto quello che c'é di bello intorno a me.- Disse tentando di non piangere di nuovo.
Leo si avvicinó a lei e le posó una mano sulla spalla.
- Mia madre é morta in un incendio nella sua officina. Per un periodo di tempo mi hanno lasciato credere che la colpa fosse mia, sai so invocare i fuoco.- Disse il ragazzo a voce bassa. -Poi ho scoperto che era tutto un piano di Gea, ma per me non é cambiato molto. Continuo a pensare che la colpa sia solo mia.-
Alice rimase immobile per qualche minuto. Sentiva la mano calda del ragazzo sulla sua spalla. Poi improvvisamente si voltó e lo abbracció. Infondo lui poteva capirla, come lei si sentiva responsabile della morte della madre.
Leo sorrise e si staccó dalla ragazza.
-E poi ricordati che io sono il grande costruttore Leo Valdez. Tu distruggi e io aggiusto. Formiamo una bella coppia sai?- Disse guardandola.
Alice gli diede un leggero pugno sul braccio. -Non ci sperare Valdez.- Disse sorridendogli.
Leo sbuffó ma poi sorrise. -Ehi, io ci ho provato.- disse ridendo.
Una tromba risuonò nell'aria.
-Ah, il pranzo.- Disse Leo voltandosi verso il bosco.
Alice sospiró. -Non ho voglia di andare a pranzo.- Disse guardando il ragazzo. Non aveva per niente voglia di sentire gli occhi di tutti su di lei, di ricevere gli sguardi tristi dei compagni. Voleva solo qualcuno che la faceva stare bene e Leo ci riusciva benissimo.
Leo guardó la ragazza e poi rovistó nella sua cintura degli attrezzi che aveva in vita. Prese un pupazzetto di metallo alto qualche centimetro e un pezzo di carta. Scrisse qualcosa sulla carta e dopo averla piegata la mise nelle mani del pupazzetto. Infiló una specie di vite nella schiena dell'omino e gli sussurró qualcosa all'orecchio.
-Percy Jackson, figlio di Poseidone.-
L'omino scese dalla mano del ragazzo e si incamminò verso il Campo.
Alice guardó il ragazzo che ammirava sorridendo l'omino che si allontanava.
-Lui é Bob, il mio piccolo messaggero. É in grado di trovare i semidei in base al loro genitore divino. Riesco ad usarlo solo con Percy e Jason perché loro non hanno né fratelli né sorelle qui al Campo. Una volta ho provato ad inviare un messaggio ad una ragazza figlia di Afrodite ed é impazzito. Ci ho messo piú di un mese ad aggiustarlo.- disse sorridendo. -Ho appena avvertito gli altri che stai con me perché sei follemente innamorata di me e non riesci a starmi lontana.-
Aggiunse facendo l'occhiolino alla ragazza.
-LEO!- lo sgridó lei.
Il ragazzo scoppio a ridere e poi s'incamminò nel bosco.
-Sto scherzando, vieni sto morendo di fame.- Disse facendo un gesto per seguirla.
-Ma dove stiamo andiamo?- disse lei seguendo il ragazzo.
Leo si limitó a sorriderle e a continuare a camminare. Dopo qualche minuto arrivarono difronte ad un muro di mattoni e Leo si fermó.
-Hai per caso paura del fuoco?- chiese.
Alice guardó il ragazzo. -Come si fa ad aver paura del fuoco? É stata la scoperta piú importante per la nostra vita e io dovrei averne paura?- 
A questo punto si aspettava che Leo scoppiasse a ridere, come avevano giá fatto diverse persone dopo che aveva detto quelle parole, ma il ragazzo fissó Alice con un sorriso.
-Ragazza tu mi piaci sempre di piú.- Disse e una sua mano prese fuoco.
Alice guardó affascinata la mano del ragazzo. -Fantastico!- Esclamó.
Leo rise e passó la mano sul muro di mattoni da cui spuntó una porta.
-Jason mi ha detto che ti piacciono i draghi.- Disse il ragazzo prima di aprire la porta.
-Oh si, mi affascinano.-
Leo aprí la porta sorridendo.
Un fascio di luce illuminó l'interno buio. Alice entró dietro il ragazzo e davanti a lei vide un ammasso di metallo argentato.
Leo si avvicinó e toccó un punto.
L'ammasso di metallo si mosse rivelando un drago. Era tutto argentato tranne  gli occhi che erano rossi e scintillavano come due rubini.
-Lui é Festus.- Le disse Leo accarezzando la testa del drago che si mosse con un cigolio.
-É meraviglioso.- Disse lei guardando l'animale. Festus si voltó verso si lei con un cigolio e la fissó con i suoi occhi rossi.
Il drago emise dei suoni e Leo sorrise.
-Lei é Alice.- disse Leo al drago, poi si voltó verso la ragazza -Ti trova carina.-
Alice rise -Tu puoi parlargli?- chiese mentre accarezzava l'animale.
Leo annuí.
 -Anche io ti trovo carino Festus.- disse Alice al drago.
-Certo, trovi carino un drago di metallo e non un bel ragazzo come me.- Si lamentó Leo sorridendo.
Alice si voltó verso il ragazzo e gli accarezzó la testa come aveva fatto con Festus. -Oh, ma anche tu sei carino piccolo Leo.- disse.
Leo fece la linguaccia alla ragazza.
-Allora hai fame?- chiese voltandosi.
La ragazza annuí e lo seguí in un'altra stanza piena di attrezzi e tavoli.
-Benvenuta nel mondo di Leo!- Disse lui allargando le mani per indicare la stanza.
Alice osservó la stanza. -Mi sa che ci vuole un pó di ordine nel tuo mondo Leo.-
Il ragazzo rise e la fece accomodare ad un tavolo. Tolse di mezzo diversi attrezzi e cacciò fuori dalla sua cintura un fornellino e due pacchetti di tacos.
-Tacos vegetariano giusto?- chiese e la ragazza annuí.
Alice passó il pomeriggio a mangiare tacos e patatine, tutto fornito dalla magica cintura di Leo, e ad osservare il ragazzo mentre lavorava su Festus.
Le piaceva osservare Leo lavorare, il suo volto perdeva la sua solita aria da folletto e si trasformava in una maschera di concentrazione.
Dopo qualche ora passata ad osservare il ragazzo Alice prese un foglio e dei colori e inzió a disegnare. Nel tardo pomeriggio Leo si staccó da Festus e disse ad Alice che era ora di andare.
La ragazza mostró il suo disegno a Leo che lo guardó affascinata.
Era solo una semplice scritta colorata che diceva : BENVENUTI NEL FANTASTICO MONDO DI LEO! circondata da fiamme ma Leo le disse che era meraviglioso e lo attaccó vicino ad  un altro che raffiguarava una nave volante.
Leo le spiegó che era il suo progetto per l'Argo II, ovvero la nave volante che li aveva condotti in Grecia, disegnato quando era un bambino.

Una volta tornati al Campo Leo accompagnó la ragazza alla sua cabina e tornó qualche ora piú tardi per andare a cenare.
Alice non voleva sedersi a tavola con tutta quella gente, ma Leo le spiegó che per prima cosa non poteva ignorare tutti e seconda cosa quella sera doveva essere riconosciuta dal suo genitore divino e di solito queste cose avvenivano davanti a tutti.
Alice non era molto entusiasta della cosa, infondo suo padre non era mai stato presente nella sua vita e sapere il suo nome non le cambiava niente, ma si accomodó comunque al tavolo insieme a Percy, Annabeth, Hazel, Frank, Jason, Piper, Nico e Leo.
Hazel le rivolse uno sguardo per chiederle come stava e lei sorrise per dirle che stava bene.
Successe tutto mentre stava mangiando. Percy, seduto difronte a lei lasció cadere la sua fetta di pizza nel piatto e la fissó a bocca aperta.
Annabeth e il resto dei ragazzi fecero lo stesso. Leo indicó qualcosa sulla sua testa e lei si specchió nel retro di un vassoio vuoto.
Sulla sua testa era apparso un tridente che ruotava in continuazione.
-Sei figlia di Poseidone, lo sapevo!- esclamó Percy sorridendo.
-Nettuno.- lo corresse Jason. -É per questo che ruota.-
Alice osservó ancora un pó il tridente sulla sua testa che continuava a girare e ad emanare una luce verde. Ormai tutti i semidei la stavano guardando.
-Sei mia sorella, fantastico!- Esclamó Percy entusiasta.
Alice sorrise, almeno aveva un motivo per somigliare a quel ragazzo.
Improvvisamente il tridente di fermó e apparve una civetta che inizió a volare intorno ad esso.
-Non é possibile.- Disse Annabeth.
-Atena?- Disse Piper fissando la testa di Alice.
Annabeth si portó una mano alla testa. -Sei una figlia di Nettuno nata sotto la benedizione di Minerva. La leggenda romana di Minerva! Come ho fatto a non pensarci prima? Era cosí ovvio!- esclamó la ragazza fissando la civetta che ora si era appollaiata sul tridente.
-Ehm Annie ti dispiacerebbe spiegarla anche a noi?- chiese Percy.
Annabeth ignoró il ragazzo, si alzó e andó a parlare con Chirone.
-La odio quando fa cosí.- mormoró Percy fissando la ragazza che parlava con il centauro.




L'ANGOLO DELLA SCRITTRICE :3
Ecco il nuovo capitolo signori e signore :D
Fianalmente, per la gioia di molti, conosciamo il genitore semidivino di Alice ovvero Nettuno (ma va? ;P).
Spero che il capitolo vi piaccia, c'è molta Aleo (Alice + Leo. Grazie a icedisland per aver creato questo splendido nome *-*) YUPPIEEE! ;3
Da notare la citazione di Cercando Alaska, libro che ho appena finito di leggere e che mi ha lasciato un danno al cervello D: xD
E notate anche quanto è figo il caro Jake Evans (Cognome preso OVVIAMENTE da Harry Potter *-*) ;3
Ok, me ne vado a dormire e smetto di scrivere stronzate xD
Allora come al solito ringrazio icedisland, GioM03 , Percabeth7897, oceanichesisfiorano e la dolce Angy per aver recensito. Siete la mia gioia gente, non so cosa farei senza di voi *-* <3
Ringrazio anche chiunque legga la mia storia :D
Ah, volevo ricordare che qualsiasi cosa trovate scritta nella storia che non appartiene ai libri di quel genio di zio Rick è tutta invenzione della mia testa (Esempio: la leggenda romana di Minerva). ;)
Tanti baci a tutti, with love BettyLovegood <3
P.S: avete notato che ho messo i titoli ai capitoli? *-*




 
   
 
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