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Autore: Lady Atena    16/12/2014    1 recensioni
Ispirata a “Mente divisa” di PurpleStarDream.
Captain America è stato un indiscusso eroe americano, capace di affrontare ogni nemico e sventare ogni minaccia. Steven Rogers soffre di stress post-traumatico, di visioni tanto sconvolgenti e tanto frequenti da far presagire una schizofrenia imminente; che le cure di Bucky e Natasha non riescono a fermare.
E poi c'è Tony, occhiali da sole e sogghigno beffardo, che nel suo essere irreale è l'unico appiglio che Steve riesce a stringere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Scudi troppo spessi.'
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Credits: Ispirata alla fict “Mente divisa” di PurpleStarDream, pubblicata dopo il suo consenso scritto di farlo.

Bucky strinse gli occhi, digrignò i denti strofinandoli contro l'oggetto di cuoio che aveva in bocca; gettò indietro la testa e gridò. I lacci gli stringevano il corpo segnando il polso e le caviglie; il braccio metallico cigolava lievemente. Urlò fino a raschiare la gola sentendola bruciare, percependo il sapore del sangue in bocca. Il suo corpo era scosso da una serie di tremiti e le tempie gli pulsavano; le scariche elettriche lo percorrevano facendolo sbattere ripetutamente contro il sedile sotto di lui. Il braccio di metallo gli venne ancorato saldamente alla pelle. 
“Le prestazioni sono migliorate?”. 
“I grafici come vanno?”. 
“Portate i potenziamenti!”.
Vari voci si accavallarono tra loro. 
“Ancora niente?” domandò una voce maschile.
“Riflessi e velocità aumentate del 55% rispetto all'ultima analisi” rispose una voce femminile.
“Il soggetto oppone una resistenza del 23% inferiore agli ultimi due mesi” aggiunse una voce anziana.
“Ricordategli che lo fa per il bene di Steve, per sostenerlo e aiutarlo nella sua malattia” disse la prima voce maschile.
“È cosciente, può sentirla” comunicò la voce femminile.
Bucky si sentì toccare la spalla, l'uomo si chinò su di lui e socchiuse gli occhi accennando un mezzo ghigno.
“Ti stai comportando molto bene. La tua nazione e il tuo Capitano sono fieri di te. Più sarai forte, più persone potrai aiutare” disse.
Le urla di Bucky si fecero meno forti. L'uomo gli strinse la spalla metallica, passò le dita sulle placche e annuì.
“Sei stato fornito dei migliori materiali, costruito dalla mente più geniale del nostro secolo e forse di tutto il millennio” gli ricordò.
Diede un paio di pacche, si rizzò.
“So, come tutti, che non deluderai il tuo Capitano”.
Una lacrima rigò il viso di Bucky. L'uomo si chinò, socchiuse gli occhi e gli premette la mano sulla spalla metallica.
“John Garret. Vieni da me, se vuoi essere ancora più forte” sussurrò roco.
Si staccò, guardò gli scienziati e annuì. Uscì dalla stanza camminando nel corridoio metallico; le luci si riflettevano sul pavimento nero. Proseguì fino ad una porta automatica, entrò e un uomo si voltò verso di lui.
“Come procede?” chiese.
John alzò le spalle, sogghignò.
“Vuole proteggere il suo pulcino. Resisterà e lo farà in silenzio” rispose, con tono acido.
Guardò lo scettro luminescente d'azzurro sul tavolo circondato da apparecchiature meccaniche, gli occhi gli brillarono e toccò l'oggetto. Lo passò da una mano all'altra, l'altro uomo glielo tolse dalle mani e lo strinse a sé. John ghignò, allargò di poco le braccia mostrando i palmi delle mani.
“Andiamo, Barone. Voglio solo dare un'occhiata” disse.
Il Barone sospirò, indietreggiò e John poggiò lo scettro. Il Barone collegò i fili alla pietra azzurra in cima allo scettro dorato. Le apparecchiature emisero una serie di ronzii e scintillii, dalla punta dello scettro si creò una finestrella grande quattro palmi di mano, lo schermo tremava contornato da puntini e linee attraverso si intravedeva uno sfondo grigio polveroso. Delle ombre passarono sullo sfondo, una serie di sibili fecero fischiare le orecchie dei due uomini. La schermata si rimpicciolì salendo fino ad inquadrare un volto in ombra. La creatura alzò il capo, gli occhi azzurri brillarono illuminando il volto rosso rigato; sogghignò scoprendo i denti bianchi.
“Che novità dal prode Capitano?” domandò, con accento tedesco.
John strinse un pugno e abbassò il capo.
< Anche se è una specie di ologramma, mi sembra sempre troppo vicino > pensò.
Teschio Rosso puntò gli occhi color fiordaliso verso il Barone, nelle sue iridi si rifletteva lo spazio stellare, i bagliori delle stelle scintillavano ruotando su loro stessi. Si sporse dallo scarno metallico facendo risuonare il cigolio sopra il fruscio del vento e delle creature che si muovevano ad altezza delle sue ginocchia.
“Mi contatti per dirmi che va tutto secondo i piani?” domandò.
Il Barone strinse le labbra accentuando le rughe che circondavano la bocca, socchiuse gli occhi cerchiati e piegò il capo in avanti; le lampade bluastre illuminarono i radi capelli.
“Purtroppo l'agente Garret ha riferito che il Capitano ultimamente sembra svolgere le sue missioni senza alcun problema”.
John annuì, sogghignò socchiudendo gli occhi leggermente biancastri e fece due passi indietro.
“Il suo orsacchiotto e lo SHIELD sono per buona parte sotto il nostro controllo, ma dalla morte del Fondatore sembra che il pulcino a stelle e strisce si sia fatto coraggioso” spiegò.
Teschio rosso si sporse in avanti e si massaggiò il mento vermiglio prominente, sentendolo rigido sotto le dita.
“Presto anche il Capitano vedrà la verità che il Tesseract mi ha mostrato e Winter Soldier è già quasi totalmente uno di noi” sussurrò roco.
Il Barone osservò lo scettro di Loki scintillare sul tavolo, incrociò le mani dietro la schiena.
“Il Tesseract rivela infinita conoscenza, e infine tutti ne potranno usufruire” sancì duro.
John roteò gli occhi, lanciò uno sguardo allo scettro e strinse le labbra.
< Se non gli insegnano che gli amici sono una debolezza, non li combatteranno mai. È così che il mio ragazzo ha fallito > pensò.
Osservò un Chitauro passare velocemente alle spalle di Teschio Rosso, vide della polvere coprirne la figura facendo scintillare gli occhi azzurri e strusciò i denti da loro deglutendo.
< Io ho visto la verità di cui è composta la natura stessa attraverso il GH-235. Loro nemmeno sanno realmente cos'è quella gemma che usano come telefono >.
Teschio rosso si ticchettò ripetutamente con l'indice sulla bocca aperta.
“Piuttosto, qualche folle blocca le allucinazioni che mando a Rogers. Trovatelo ed eliminatelo” ordinò.
Il Barone aggrottò la fronte. 
“Non vi sono molte persone dotate di tecnologie così potenti” borbottò. 
John incrociò le braccia, dilatò gli occhi sorridendo.
“Ma molti con poteri abbastanza grandi” sussurrò. 
Il Barone si voltò di scatto, il sopracciglio destro gli tremò. 
“Il nostro signore ha il potere del Tesseract” ringhiò. 
John indicò lo scettro. 
“Di un frammento del Tesseract. Forse chi lo ha tutto ci sta ostacolando” suggerì. 
Il Barone guardò verso l'ologramma di Teschio Rosso. Teschio Rosso negò il capo e sorrise.
“Miscredente, Loki stesso è dalla nostra parte. Io e la mia progenie di Chitauri abbiamo il signore della magia, nessun potere è più grande” sussurrò lascivo.
John strinse le labbra socchiudendo gli occhi.
< E allora perché sei ancora confinato fuori da ogni pianeta, oh onnipotente? > si chiese mentalmente, sarcastico. 
Il Barone annuì, sogghignò e afferrò una serie di fogli. 
“Cercheremo in tutto il pianeta. Nessuno ostacola i piani dell'HYDRA” sancì. 
John roteò gli occhi.
“Heil HYDRA” disse, atono.
  
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