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Autore: ___Page    16/12/2014    6 recensioni
Al numero 19 di corso Acacia, nel quartiere di Dressrosa, a Raftel, c'è un piccolo negozio di giocattoli dove gli adulti possono tornare bambini e i bambini sentirsi adulti.
Koala e la sua cuginetta Sugar si preparano al Natale, accogliendo i clienti più singolari e unici, tra zii, fratelli maggiori e colpi di fulmine.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Koala, Roronoa Zoro, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi osservo con aria critica per controllare che vada tutto bene.
Sono soddisfatta, mi piace il mio vestito da elfo e, scioccamente lo so, mi rendo conto di essere quasi più eccitata dei bambini che da qualche minuto hanno cominciato ad arrivare al negozio per incontrare Babbo Natale.
La verità è che non sto nella pelle!
Non sono riuscita a credere alle mie orecchie quando zio Dofla ha accettato di travestirsi per questa mia impulsiva e improvvisata decisione, presa di punto in bianco quando ho conosciuto Zoro qualche tempo fa, anche se sospetto sia tutto merito della zia che lo avrà probabilmente obbligato ma poco importa.
Guardo il vestito rosso bianco che giace sulla sedia con cura, in attesa di essere indossato e poi lancio un’occhiata all’orologio.
Manca poco e dovrebbero arrivare.
Attenta a non farmi vedere, sbircio dalla fessura della porta del retro e noto con piacere che il negozio si sta riempiendo sempre più.
Riconosco un paio di dettagli famigliari, come la zazzera rossa di Kidd e quella verde di Zoro.
È in compagnia di una ragazza dai capelli arancioni e grandi occhi scuri, dai quali deduco si tratti della sorella di Chopper e quindi fidanzata di Zoro.
Sono davvero carini insieme.
Mi sposto dall’uscio, saltellando quasi sul posto in attesa.
Ma che fine hanno fatto?!
-Ma come sei carina! Shurororororo!-
Sobbalzo spaventata a morte nonostante riconosca immediatamente la sua singolare risata.
La sua abitudine di arrivare alle spalle di soppiatto, silenzioso come se fosse fatto di una sostanza gassosa, mi ha sempre inquietato.
Eppure non posso fare a meno di trovarlo stupidamente simpatico.
Non in senso cattivo.
La sua è una stupidità che mette di buon umore, costruita e amplificata dal fatto di essere un tipo piuttosto impulsivo e teatrale.
In realtà non è affatto scemo, e la sua laurea in chimica a pieni voti lo dimostra ma, come tutte le persone assurdamente intelligenti, è un tipo singolare e piuttosto eccentrico.
Anche la zia, per quanto si lamenti del suo atteggiamento eccessivamente espansivo, alla fine dei conti lo rispetta e ammira.
Non fosse per la sua malsana ossessione per lo zio…
-Ceasar! Mi hai spaventata!- esclamo portando una mano al petto, come a voler calmare il cuore che batte veloce per lo spavento appena preso -Come stai?! Mocha?!- chiedo notizie della sua nipotina, che è anche amica di Sugar e sua compagna di classe.
-È già di là, non sta nella pelle di vedere Babbo Natale- mi dice con quel suo tono un po’ cantilenante e acuto, facendomi sorridere.
Mi acciglio però quando lo vedo avvicinarsi a me con fare indagatore, guardandosi intorno guardingo.
-Tuo zio è da qualche parte che si sta cambiando?!- domanda con una preoccupante luce negli occhi.
Ecco! Ecco è quando fa così che sembra un serial killer!
-Beh a dire il vero non è ancora arrivato!- gli dico, un po’ imbarazzata per le ovvie implicazioni della sua domanda, grattandomi la nuca e sistemando meglio il cappellino in testa.
Assume un’espressione delusa e rassegnata, mentre io sorrido nella speranza di cambiare rapidamente argomento.
La fortuna è dalla mia e lo vedo riscuotersi subito, tornando a sorridere un po’ così, da psicopatico.
-Beh se quando arriva vuoi farmi un cenno- mormora con sguardo complice e io mi limito ad allargare il sorriso non prima di avere deglutito pesantemente.
Okay, mi sta simpatico, ma preferirei non essere resa partecipe delle sue perversioni.
-Contaci!- mormoro mentre le guance mi si imporporano e lo osservo allontanarsi, dopo avermi mostrato il pollice alzato.
Sospiro sollevata quando lo vedo scomparire oltre la porta e proprio in quel momento il mio cellulare comincia a vibrare, sobbalzando appena sullo scaffale su cui è appoggiato.
Con un gesto fluido lo afferro e rispondo senza nemmeno guardare chi è.
-Pronto?!-
-Koala tesoro! Sono io!-
È la zia e io sorrido ancor più sollevata.
-Ascolta io e Sugar stiamo arrivando ma… Lo zio purtroppo è a letto con la febbre! Non riesce nemmeno a stare in piedi!- mi dice, mortificata.
Il sangue mi si gela nelle vene.
Non è possibile!
No!
Ho una ventina di bambini di là che aspettano solo questo!
-Koala! Ci sei?!-
Mi riscuoto sbattendo le palpebre un paio di volte.
-Sì, scusa io… ci sono-
-Tesoro mi dispiace tanto! Gli è scoppiata venti minuti fa nemmeno, una cosa fulminante!- mi spiega al colmo del dispiacere
-No io… non preoccuparti zia, non è colpa di nessuno! Troverò una soluzione!- affermo poi, più sicura di quello che sono realmente.
-Okay! Allora ci vediamo tra poco! Mi spiace davvero!-
-Tranquilla! A tra poco!- la saluto gioiosa, prima di chiudere con un colpo secco la telefonata.
Porto una mano alla fronte e l’altra al fianco fissando il vuoto.
Poi il panico rompe gli argini e io vado in crisi.
Merda!
Oh merda!
È tutto rovinato!
Okay, no!
Manteniamo la calma!
Ho circa venti minuti e non di più per trovare un sostituto di Babbo Natale a cui possa stare un costume noleggiato per un tizio che supera abbondantemente i due metri.
No, non è la più rosea delle situazioni, decisamente!
Santissima merda!
Mi guardo attorno febbrile, pregando in un’illuminazione divina finché i miei occhi non si posano sul cellulare che tengo ancora stretto in mano.
Senza pensare, apro la rubrica e in attimo schizzo alla lettera S.
Inoltro la chiamata e porto il cellulare all’orecchio, chiudendo gli  occhi.
Rispondi, rispondi, ti prego, rispondi!
-Pronto?!-
-Sabo!!!- esclamo rispalancando gli occhi -Grazie al cielo!-
Non so perché ho chiamato lui.
Non so davvero cosa mi aspetto che possa fare ma mi è venuto così naturale!
-Koala! Che succede?!- domanda perplesso e lievemente teso.
-Non c’è Babbo Natale!!!-
-C-come?!-
-Mio zio, lui doveva fare Babbo Natale ma ha la febbre e ora non ho più un Babbo Natale e io non posso uscire dal retro perché sono già vestita da elfo e non so cosa fare perché non conosco nessuno che superi i due metri e non posso nemmeno farlo io…- sto parlando a raffica e gesticolando come una pazza quando improvvisamente qualcuno alle mie spalle mi sfila il cellulare dalla mano, facendomi girare di scatto.
-Ora calmati!- mi intima, sorridendomi.
Sgrano gli occhi e un secondo dopo gli butto le braccia al collo.
-Cosa fai qui?!-
-Sono venuto con Ace!- mi dice abbracciandomi appena per la vita e staccandosi da me -Non ho capito cosa sta succedendo!- mormora poi, facendomi imbarazzare appena per la cascata di parole con cui l’ho annaffiato pochi secondi fa.
Mi stacco completamente da lui, con un po’ di riluttanza, e mi passo un mano sulla fronte prendendo un respiro profondo.
-Mio zio doveva vestirsi da Babbo Natale per i bambini ma è a casa con la febbre e io devo trovare qualcuno che lo sostituisca entro venti minuti- mi spiego con più calma e terribilmente sconsolata.
Sabo mi ascolta attentamente.
-Se vuoi lo faccio io!- afferma sicuro, cogliendomi alla sprovvista.
Non mi aspettavo che si offrisse!
Voglio dire, siamo usciti una volta, come amici, mi conosce appena ed è disposto a travestirsi da Babbo Natale?! Sul serio?!
Peccato però che nemmeno questa sia una soluzione.
-Sabo sarebbe magnifico non so come ringraziarti ma purtroppo…-
Mi limito a recuperare la casacca dallo schienale della sedia e mostrargliela.
Anche un cieco vedrebbe che è decisamente troppo grande per lui, anche con l’imbottitura e tutto, nonostante raggiunga il metro e ottantacinque.
-Dimmi come ti posso aiutare!-
Non si arrende e mi sorprende ancora di più.
Rifletto rapida, decisa a trovare una soluzione, sotto il suo sguardo impaziente di fare tutto quello che può per aiutarmi a risolvere questa situazione.
Poi un pensiero mi colpisce.
Io non posso farmi vedere dai bambini ma lui può andarli a chiamare.
È precisamente l’aiuto che mi serve.
-Di là! Ci sono due tizi, uno coi capelli verdi e uno coi capelli rossi piuttosto imponente! Si chiamano Zoro e Kidd! Riesci a portarmeli qui?!- gli domando speranzosa e lui si apre in un sorriso dei suoi.
-Contaci!- afferma, voltandosi subito per portare a termine la propria missione.
Anche io sorrido, sollevata all’idea che non tutto è perduto e sto già tirando un sospiro di sollievo quando Sabo torna a voltarsi verso di me.
-Ehi Koala!- mi richiama e io torno a focalizzarmi su di lui, interrogativa -Stai davvero bene vestita così!- mormora e il cuore mi perde un battito.
Arrossisco violentemente mentre porto una ciocca dietro l’orecchio e punto lo sguardo a terra.
-Grazie- sussurro.
Quando sollevo di nuovo la testa lui non è più lì ma il cuore continua a battermi all’impazzata e non posso fare a meno di sorridere.
 

 
§
 

-Assolutamente no!-
-Kidd ti prego!- insisto ancora una volta.
Siamo tutti e quattro nel retro io, Kidd, Sabo e Zoro.
Quando Sabo li ha accompagnati qui mi è bastata un’occhiata per capire che il costume è troppo grande anche per Zoro ma a Kidd potrebbe stare.
Il problema è che lui non vuole saperne di indossarlo.
Zoro ci osserva di sottecchi, le braccia incrociate al petto, appoggiato di schiena alla vecchia scrivania.
Sabo è accanto a me, addossato con una spalla a una scaffalatura.
Io e Kidd ci fronteggiamo in piedi al centro dello spazio vuoto, lui di spalle alla porta.
-Koala, non lo posso fare! Sono un disastro con i bambini, li spaventerei tutti a morte!-
-Ma se con Lamy sei bravissimo!-
-Lamy è mia nipote ed è abituata! Sono bravo solo con lei! E comunque io la barba posticcia e l’imbottitura non le metto!!!- esplode e io assottiglio lo sguardo, le mani sui fianchi.
-Dì la verità! È per i bambini o per il travestimento?!- domando lievemente minacciosa, piegando appena il busto in avanti e facendogli sgranare appena gli occhi.
Lo osservo aprire la bocca per rispondere.
-Eustass-ya?!-
Kidd si volta di scatto, liberandomi la visuale e io mi ritrovo a fissare un ragazzo con i capelli corvini e spettinati, la carnagione olivastra e profondi occhi grigi.
Profondi occhi grigi che hanno qualcosa di vagamente familiare.
E in un attimo mi accorgo di trattenere il fiato e sorridere con gli occhi lucidi.
-Law- mormoro, sentendomi una cretina.
Manco avessi ritrovato il mio fratello perduto per sempre!
Sabo si gira di scatto a guardarmi, turbato dall’emozione che traspare dal mio volto, mentre Law solleva un sopracciglio, interrogativo.
-Ci conosciamo?- domanda, scettico e distaccato.
-Cazzo vuoi Trafalgar?!-
Law, le mani in tasca e un’espressione impassibile, riporta lentamente il suo sguardo glaciale su Kidd.
-Lamy ti cercava- lo informa, prima di piegare il capo di lato con un’espressione curiosa e divertita che gli fa sollevare un angolo della bocca in un ghigno sghembo -Ma tu che stai combinando?-
-Assolutamente…-
-Ho bisogno che mi faccia Babbo Natale ma si rifiuta!- intervengo, facendo strabuzzare gli occhi a Kidd che torna a guardarmi, truce e furibondo.
Anche Law mi guarda e per un attimo tra noi passa una muta comunicazione.
Entra nella stanza pacato e in un attimo capisco che è deciso a stare dalla mia parte.
-Eustass-ya io ti ci vedrei benissimo a fare Babbo Natale- afferma imperscrutabile ma è evidente che si diverte un mondo a provocarlo.
-Fottiti- lo apostrofa subito il rosso mentre Zoro si stacca dal tavolo.
-Io dico che saresti perfetto amico- gli dice, mandandolo ancora di più in panico di fronte a questo fuoco incrociato con cui lo stiamo attaccando.
-Ho detto che io Babbo Natale non lo faccio!-
-Eppure il rosso ti dona-
-Senza contare che le dimensioni sono quelle giuste-
-Magari c’è da lavorare un attimo sulla risata…- interviene anche Sabo e io li osservo incredula e sempre più furente.
Stanno chiaramente scherzando, divertendosi un mondo a prendere in giro Kidd, il che è del tutto comprensibile data la situazione ma, Porco Roger, io non ho un minuto da perdere!
-Statemi tutti bene ad ascoltare!- esordisco nera in viso, facendoli ammutolire tutti -Non c’è assolutamente niente da ridere, okay?! Di là, in questo negozio, ci sono circa venti bambini che aspettano di incontrare Babbo Natale ed è meglio che mi aiutiate a trovare una soluzione perché non sarò io la persona che li deluderà, rovinandogli l’infanzia, dovessi farvi mettere uno sulle spalle dell’altro per farvi stare il costume sono stata chiara?!?!?-
Mi osservano sconcertati. 
So di sembrare bipolare quando mi arrabbio, ma non posso farci niente.
Restiamo in silenzio per un po’ ed è Law a spezzarlo, prendendo la parola.
-Perché non lo fa il tuo fidanzato? Ha l’aria di essere pronto anche a buttarsi giù dal Giant Jack per te- considera e io sussulto appena, girandomi verso Sabo e arrossendo sulle guance quando incrocio i suoi occhi.
È ovvio che parla di lui e lo sappiamo entrambi.
-Beh…- esordisco e mi accorgo che sta trattenendo il fiato anche se non lo da a vedere -In realtà lo avrebbe anche fatto ma…- mormoro senza smentire la congettura di Law sul nostro rapporto.
Come poco prima con lui, mi limito ad afferrare la casacca ed aprirla davanti agli occhi di Law.
La studia qualche istante con aria critica e poi, con mia grande sorpresa, piega le labbra in un ghigno storto e mi guarda soddisfatto.
-So io chi può farlo- afferma sicuro di sé -Dammi il tempo di fare una telefonata- 
  
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