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Autore: IceCamille    01/02/2005    4 recensioni
Diversa, sola, umiliata e derisa. La storia di una ragazza fuori dal comune che lotta per quello che vuole ottenere
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Prima di tutto mi scuso 1000 volte per averci messo così tanto tempo per aggiornare…l’ultimo capitolo era da rifare totalmente e con gli impegni scolastici ci ho messo più del previsto.

Vi lascio alla lettura.

 

 

Eric Miles si tolse gli occhiali e posò il plico di fogli azzurrini che teneva in mano dentro alla cartellina color giallo sporco.

Con una mano si massaggiò la tempia e solo dopo qualche attimo riportò la sua attenzione sulla donna che gli sedeva davanti.

“La porti domani signora” disse brevemente alla sua interlocutrice con un sospiro stanco. Erano le sei e mezzo e avrebbe dovuto essere a casa già da mezz’ora tuttavia la donna aveva insistito per dirgli due parole che si erano rivelate una vera e propria omelia.

“Ci sono novità?” chiese lei

Era stanco, aveva voglia di togliersi quelle scarpe troppo strette e di sedersi sulla sua poltrona preferita mentre sua moglie preparava la cena e le sue due figlie giocavano sul tappeto.

“Si signora, ma non sono buone novità. Mi spiace. La porti domani, arrivederci” con un gesto con ammetteva repliche si alzò e le porse cortesemente la mano.

 

“Come stai, cara?” chiese vivacemente la donna alla figlia.

Hazel chiuse gli occhi colpita dalla forte luce artificiale che illuminava la stanza.

“Che è successo mamma?” mormorò con voce impastata dal sonno e dai farmaci

“Sei svenuta a scuola tesoro. Hanno mandato un’ambulanza a prenderti. Non è nulla di grave, sei solo debole. Il dottor Miles dice che puoi fermarti fino a domani per la terapia….pensava di fare qualche analisi e magari procedere con una piccola operazione”

“Va bene”

“Non stai mangiando molto ultimamente vero?” chiese con una nota apprensiva nella voce.

“Non ho molto appetito, lo sai, no?”

“Dicono che se tu mangiassi di più straresti meglio”

“Piantala!Ti ho detto che non ho fame!” sbottò esasperata.

I macchinari collegati al suo corpo cominciarono a lampeggiare e suonare come impazziti.

Un paio di infermiere si avvicinarono e presero i valori che in caratteri verdi lampeggiavano sui monitori ronzanti.

Una si avvicinò con una siringa di qualcosa, un calmante probabilmente.

Una puntura, poi il buio si impadronì della sua mente.

 

Tagliò un piccolo pezzo di carne e lo portò alla bocca masticando lentamente: non aveva fame, tanto per cambiare. Il cibo dell’ospedale d’altra parte non era particolarmente appetitoso.

“Hazel?” sua madre la guardava tra l’affranto e l’ansioso

“Si?”

“C’è Flynn qui fuori”

“Non farlo entrare, non voglio che mi veda così….digli che dormo”

“Come preferisci. Hazel, lui lo sa?”

“No…”
“Dovresti dirglielo”

“Già…”

 

Mangiucchiava svogliatamente dei salatini davanti a quegli odiosi compiti di matematica che sembravano decisamente intenzionati a non farsi risolvere.

“NON ci capisco niente” dichiarò infine chiudendo violentemente il libro di testo.

Sua madre poco distante fece un salto per lo spavento, Flynn al suo fianco scoppiò a ridere e le porse i propri appunti.

“Sei stata in ospedale proprio quando li ha spigati, leggi i miei appunti e se non capisci chiedi a me!”

Hazel alzò scettica un sopracciglio “tu non sapresti spiegarmi nemmeno come accendere un forno, genio”

“Potrei offendermi”la canzonò tirandole una ciocca di capelli

“Ahi! Di chi sono questi appunti? Tu non sei così ordinato…”

“Me li ha dati Venice per te!”

Hazel si stiracchiò annoiata “Non ho voglia di studiare, sono stanca, voglio dormire!”annunciò alzandosi

“Non dire stronzate, domani c’è il test, non puoi lasciare perdere! Studieremo fino a tardi, dormirai domani!” disse seccamente trattenendola per un braccio.

Hazel emise un gridolino di dolore e fece un balzo indietro tentando in qualche modo di sistemare la manica del maglione che era salita rivelando una fasciatura lunga fino al gomito.

In cuor suo sperò che lui non se ne fosse accorto ma una breve occhiata al suo volto curioso fece crollare il suo bel castello in aria.

Una scusa, doveva trovare velocemente una scusa. La domanda arrivò diretta e chiara, senza preamboli.

“Che hai fatto al braccio?”

“Ni-niente…”

“Dai, fammi vedere….sei caduta?”

“Ho detto niente!” nella sua voce il nervosismo era palpabile

“Non fare la stupida Hazel…dai che hai fatto?”

La sua reazione fu più esagerata di quanto potesse prevedere, era rossa in faccia e il suo respiro notevolmente accelerato quando si mise a tremare per la rabbia e lo colpì in viso.

Chiuse gli occhi tentando di riacquistare il controllo e di dimenticare l’espressione mista tra sorpresa e indignazione apparsa sul volto di lui.

“Devi scusarla Flynn…in questo periodo è molto tesa….io…io e suo padre abbiamo dei problemi e purtroppo lei ne è molto toccata”

Le parole di sua madre la colpirono come un fulmine al ciel sereno, aveva mentito per lei, un’altra volta.

Silenziosa come era venuta la donna tornò ai fornelli, spense il fuoco sotto alcuni tegami e si tolse il grembiule.

“Ho un appuntamento con il dottor Miles, cara. Tornerò tra un paio d’ore”

Hazel annuì e si sedette imbarazzata sul divano verde del salone sperando di affondarci dentro, lui era lì, seduto vicino a lei.

“Un bel destro Vise, veramente un bel destro. Nessuna ragazza mi aveva mai colpito così…detieni un primato in moltissime cose, oserei dire!”

“Scusa….io ero…nervosa. Non chiedermi del braccio però…”

“altrimenti mi colpisci di nuovo”

Hazel sorrise alzando finalmente gli occhi dagli arabeschi del tappeto sotto i suoi piedi “oh si, e ti farò ancora più male!” ironizzò passando le braccia intorno al collo di lui.

“Allora colpisci, Vise” le sorrise contro le labbra per poi lasciarsi andare in un lungo bacio.

 

Si alzò su un  braccio tentando di individuare i suoi vestiti sparsi sul pavimento, quella sotto il tavolino probabilmente era la sua maglietta.

Con un gesto agile e veloce la recuperò e questa anche parte della sua biancheria intima, girò la testa e si trovò davanti Flynn che la fissava, sembrava quasi un angelo con tutti i capelli scuri spettinati sulla faccia dai lineamenti perfetti.

“Che c’è da fissare?” chiese spazientita da quello sguardo che sembrava bruciarla

Lui scosse la testa a l’attirò nuovamente a se poggiando il mento nell’incavo del suo collo mentre con la mano percorreva il profilo della sua gamba.

“Mi schiacci, stupito” osservò lei cercando di divincolarsi inducendolo invece a serrare le sue braccia forti intorno al suo corpo come una morsa.

Hazel sospirò cercando di rilassarsi un po’: quando lo aveva così vicino le riusciva difficile essere tranquilla.

Si girò poggiando la sua fronte contro quella di lui per fissare per pochi attimi nell’immensità suoi occhi verde bosco che la guardavano seriamente

“Ti amo” sussurrò baciandola cogliendola completamente di sorpresa.

Hazel sentì il suo cuore fermarsi per poi riprendere a battere furiosamente, arrossì fino alle orecchie mentre lui tratteneva a stento una risatina.

“Lo prenderò come un: anch’io” la canzonò giocherellando con una ciocca dei suoi capelli pallidi

Un giramento di testa la fece ridestare dalle sue fantasticherie romantiche facendola ripiombare duramente nella realtà…no, non adesso, pregò mentalmente.

“Hazel…tutto ok?” chiese lui

“si tutto ok…perché?”rispese precipitosamente sfoggiando un sorriso tirato

“non so sei pallida, e sei dimagrita tantissimo, sicura di stare bene? non hai proprio bisogno di una dieta”

Quell’osservazione le fece venire i brividi, che avesse capito qualcosa? si affrettò a negare accovacciandosi  fra le sue braccia ma ora, in un certo senso, lo sentiva lontano.

 

Chiuse lentamente la cerniera della borsa che aveva preparato: un pigiama, una vestaglia, un paio di ciabatte e il necessario per una doccia.

Sua madre entrò nella stanza e l’abbracciò mormorando un qualcosa che sembrava terribilmente: andrà tutto bene.

Represse un brivido e incrociò le dita dietro la schiena mentre si liberava da quell’abbraccio ora opprimente e chiudeva la porta della camera che versava nella semioscurità.

 

Il sole entrava con raggi fiochi e freddi dalla finestra, quel giorno avrebbe piovuto.

Avrebbe voluto aprire gli occhi ma le sarebbe costato troppa fatica, preferiva restare stesa ad occhi chiusi galleggiando nel nulla.

La sua mano era serrata intorno a quella di qualcun altro, probabilmente sua madre.

Quella mattina non faceva male…sorrise, che fosse tutto finito?

Con una fitta le venne in mente che molto più probabilmente avevano semplicemente aumentato la dose di antidolorifici.

Aveva sonno ma il rumore dei macchinari era veramente insopportabile, da qualche istante avevano preso a vibrare e ad emettere fischi tutti insieme…non poteva semplicemente staccarglieli di dosso?

Un brivido freddo le corse lungo la colonna dorsale seguito da un secondo e da un terzo.

I passi veloci delle infermiere le risuonavano nelle orecchie, le avevano iniettato qualcosa del braccio.

Aveva freddo.

Sentì indistintamente la voce di sua madre chiamarla, un colpo, poi il buio.

 

La donna scosse le spalle della giovane con violenza, in un atto inutile ma necessario.

Gentilmente un’infermiera la allontanò dal letto dove il corpo esanime giaceva inerme e le porse un fazzoletto per tamponare le lacrime che scendevano copiose.

Eric Miles scosse desolato il capo, sarebbe dovuto accadere a giorni, era solamente successo un po’ prima del previsto.

Automaticamente si guardò il polso e comunicò al suo sottoposto l’ora del decesso.

 

 

Hei…cosa sono quelle asce?

No…davvero….mi dispiace( Camille salta su un taxi direzione Malpensa dove l’attende un volo con destinazione ignota)

Emm…veramente…non volevo che finisse così( ma se l’ hai scritta tu! NdTutti). Anche questo è vero….ma io…voglio bene ad  Hazel…veramente…nei nostri cuori vivrà sempre…no?

Ok…per il momento le cause del decesso vi sono ignote(magari lo avete già capito)

Darò delucidazioni nel prossimo capitolo, l’epilogo(ebbene si, c’è l’epilogo).

A dire la verità qualcuno aveva già capito come sarebbe finito…ma abilmente vi ho depistato ^_^;; chiedo venia.

 

Camille

 

Asuka Soryu Langley: Beh…inizierei col dire che essere commentata da te è un…onore?

Mi fa piacere che non giudichi la storia un cattivo lavoro.

X quanto riguarda la “non-zuccherosità” di Hazel è una modifica di quest’anno in quanto prima diventava veramente una meringa ^_^;;

 

LEA: scusa,scusa,scusa! Avevi previsto la fine già dalla gita notturna ma ho tentato di depistarti in tutti i modi!Spero che adesso non mi odierai!

 

 

Ichigo Shirogane: grazie mille…spero che questo cap ti sia piaciuto(anche se ho qualche dubbio!!!)

 

_Kristel_: emm…brutto presentimento confermato? Oih oih…mi conviene darmela a gambe!

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto…adesso lascio alcune precisazione:

1)      i fogli azzurrini sono i fogli con gli esiti delle analisi mandati dall’ospedale

2)      l’ultima puntura che fanno ad Hazel è di adrenalina…penso che se avesse reagito avrebbero proceduto con l’elettro shock

3)      Non è anoressica come si potrebbe pensare, la perdita di appetito è una conseguenza dei farmaci che assume.

4)      Mi sono documentata su dizionari medici e su internet x quando riguarda la malattia posso dirvi che è al quarto stadio e che ha eseguito chirurgia per esportare le zone infette e radioterapia palliativa.

 

Ora è veramente tutto!

  
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