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Autore: Ozzy 99    16/12/2014    3 recensioni
Helena è una ragazza brillante, intelligente e astuta, un'erudita nata, nessuno sospetta niente, perfino Jeanine è sicura della sua scelta, tanto da riverlargli cose che non dovrebbe sapere...
Ma nonostante questo sceglie di essere un'intrepida.
Sa che lì c'è un fratello che la attende, ma non sa che non è più quello che conosceva perché anche il suo cuore, come i loro occhi, è diventato di ghiaccio.
Lo dico da subito: è la mia prima fanfiction perciò siate clementi con me!
è un po' diversa dalle solite storie quindi vi prego di leggerla e dopo potrete dirmi tutto quello che volete!!! Per piacere scrivetemi recensioni, belle o brutte che siano! Vorrei sapere che ne pensate e se vi piace questa idea un po' strana che mi è venuta in mente :-)
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sorella del ghiaccio

 


Presi un respiro profondo ed aprii l’immensa porta che mi trovavo di fronte: subito un chiasso assordante si impadronì delle mie orecchie mentre ammiravo quella sala gremita di intrepidi che parlavano e si divertivano in un momento della giornata semplice ed innocuo come la cena; erano proprio questi piccoli momenti felici della vita quotidiana in cui mi rendevo conto che avevo fatto la scelta giusta
Ginevra mi prese per mano e scrutò i tavoli con lo sguardo fino a che le si illuminò il volto, così mi ritrovai seduta, senza sapere come aver fatto ad arrivare fino a lì, di fronte ad un ex-candido dalla corporatura massiccia e gli occhi grigi, ma guardandolo bene scorsi un’espressione calorosa sotto il suo sguardo gelido, poteva fingere con qualcun’altro di essere “il ragazzo duro e menefreghista”, ma con me quella corazza non funzionava, perché la possedevo anch’io …
Come ad aver inteso i miei pensieri il ragazzo alzò gli occhi e mi rivolse un sorriso abbagliante ma allo stesso tempo accogliente: Ginevra sceglieva proprio bene i suoi amici.
_ Santiago lei è Helena! Helena Santiago! Bene abbiamo finito le presentazioni, menomale non mi sono mai piaciute, fanno perdere un sacco di tempo! Domande dubbi perplessità?
Stava per riattaccare a parlare come una mitragliatrice, tipico dei candidi, quando la interruppi bruscamente perché non volevo esasperarmi già il mio primo giorno.
_ Calma, prendi fiato e spiegami tutto come farebbe un normale essere umano, okay?
Mi guardò male ma, troppo presa dall’eccitazione per aver ritrovato Santiago alla fine ripartì all’attacco col suo discorso, a pensarci bene poteva essere una strategia durante un combattimento o per distrarre l’avversario, o per fargli venire un attacco nervoso, entrambi sarebbero stati utili.
_ Lui è stato il mio migliore amico per questi sedici anni, ero convinta che volesse rimanere nei candidi, ma ora che lo vedo qui sono felicissima, e vorrei che voi due diventaste amici, perché siete le due persone che mi stanno più a cuore.
Quasi mi commossi, ma non lo diedi a vedere e risposi con un semplice per me va benissimo, con l’effetto di una faccia pietrificata di Ginevra che attendeva inutilmente scuse : chiariamo una cosa, eravamo pure amiche ma se voleva una frase sdolcinata pronunciata da me, persona considerata senza emozioni, se lo poteva assolutamente scordare.

Mi distrassi perché qualcuno aveva aperto la porta: quel qualcuno era Quattro e si stava dirigendo proprio verso il nostro tavolo, quando lo avevo incontrato per la prima volta non avevo fatto caso al suo aspetto fisico, ancora abituata alla luce della mattinata non ero riuscita a scorgere nient’altro a parte la sua mano che mi prendeva delicatamente, ma ora potevo ammirarlo veramente, un corpo atletico e muscoloso frutto di anni di allenamento ed il tutto portava a scontrarsi con i suoi occhi, ma non erano come i miei o quelli di Eric, freddi e distaccati, erano caldi, caldi come un raggio di sole sulla pelle nel bel mezzo di una bufera d’inverno.
Si sedette di fianco a me, stando ben attento a non sfiorarmi e mi salutò educatamente chiedendomi la cosa più idiota che gli potesse venire in mente: se mi piaceva il cibo. Con amarezza mi resi conto che non avevo ancora iniziato a mangiare ,e lì per lì non seppi cosa dire, così con molta non-chalance misi il gomito davanti al piatto, in modo che non si accorgesse che non avevo toccato cibo e risposi sicura di me:
_ Certo molto meglio di quello degli eruditi comunque, i pasti lì erano troppo salutari per me!
_ Mi fa piacere! Ti ricordi l’invito che ti avevo proposto prima? Se sei ancora d’accordo dopo il discorso di Max e quando hai finito di mangiare ti vorrei mostrare il Pozzo, scommetto che lo adoreresti!
_ Come posso rifiutare una proposta del genere da un ragazzo gentile come te ed anche così bello!
Quella parola mi uscì dalle labbra come burro, sperai che non se ne accorgesse, ma fu vano, lo stupore gli attraversò fugacemente gli occhi,ma fortunatamente per far posto ad un’espressione scherzosa e sincera, ringraziando dio, aveva pensato che fosse una battuta, senza accorgermene feci un sospiro di sollievo, troppo flebile perché potesse sentirlo …
Parlammo del più e del meno per il resto della cena insieme a Ginevra e Santiago, interrotti solo dal discorso di Max che, a detta di Quattro, era sempre lo stesso da almeno cinque anni.

La serata era giunta al termine, quando notai due occhi che mi osservavano da lontano e che, mano a mano che passava il tempo, si avvicinavano sempre di più;
fino a che la persona in questione fu davanti la nostro tavolo e mi guardò con fare accusatorio, ma di cosa, io non ne avevo idea.
_ Ciao Quattro, e così te la spassi con gli iniziati?
Un sorriso sghembo ed arrogante aveva preso possesso del suo volto, quasi fossero vecchi nemici, come per confermare la mia teoria, lui gli rispose acido:
_ Sono meglio della tua compagnia …
Alla battuta della sua provocazione Eric fremette per una attimo di rabbia, ma successivamente, ritornando subito alla sua maschera si mise a ridacchiare, ma anche uno sconosciuto avrebbe capito che la sua era una risata nervosa, figurarsi chi lo conosceva da una vita intera …
Quattro riprese:
_ Lui è Eric, il capofazione più giovane degli intrepidi, supervisionerà i vostri addestramenti.
Non riuscii ad elaborare il resto della frase perché il mio cervello si fermò alla parola capofazione, 1, 2, 3…. riprenditi Helena! Ora si spiegavano molte cose, certo non poteva mettersi ad abbracciare sua sorella davanti a così tante persone, né mostrarsi debole di fronte a tutta la fazione; ma non erano quelli gli eventi che avevano scatenato in me una rabbia incontrollabile verso di lui, ma le espressioni furiose e di ghiaccio che mi aveva sempre rivolto da quando ero saltata da quel maledetto treno, mentre io invece, desideravo solo l’affetto di un fratello, di mio fratello.
Mentre Quattro era girato per parlare con un’ uomo sulla quarantina Eric mi mimò con le labbra: “ti devo parlare aspettami fuori” ed io, con gli occhi fiammeggianti risposi: “dopo”, lui non capì e sembrò stupito, lo sarai ancora per poco … ed un ghigno mi si disegnò in volto.
Finalmente venne il momento che stavo aspettando da tutta la serata, Quattro mi prese con dolcezza la mano, quasi potessi rompermi sotto il suo lieve tocco, come la prima volta che ci eravamo conosciuti e mi sussurrò piano: “Andiamo?”
Eric ebbe un sussulto, come se gli avessi sparato dritta al cuore, per un attimo mi sentii in colpa, ma ripensai a quanto volte oggi avevo sofferto per colpa sua , ed il pentimento scomparve così come era arrivato; annuii debolmente e mi diressi fuori dalla mensa insieme a Quattro con un sorriso appena accennato sul volto, il primo dopo moltissimi anni.




Mi dispiace se il capitolo è corto, mi rifarò col prossimo ma vi prego recensite, e spero vi sia piaciuta!!!

Ah scusatemi anche per il continuo cambio di grafica, è che ho avuto dei problemi con il formato HTML! A presto :-)
   
 
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