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Autore: Angel_R    08/11/2008    4 recensioni
Gabriella, dopo vari trasferimenti, arriva ad Albuquerque, dove incontra la studiosa Taylor, la pianista Kelsi, e l’amante della danza Martha. Troy è il capitano della squadra di basket e il ragazzo più ammirato della scuola. Sharpay è la Regina di Ghiaccio alla quale non si deve mai dire di ‘no’, mentre Ryan, suo fratello gemello, si rifugia sempre nel suo posto preferito, il teatro… Sembra tutto normale, ma se Troy non fosse carino e gentile? E se Gabriella non lo vedesse di buon occhio? E se Sharpay non amasse il teatro ma i pom-pon? E se Ryan non fosse morbosamente attaccato alla sorella? E se… e se volete saperne di più… leggete!! Questa è la mia primissima long, quindi recensite in tanti!! Anche i commenti negativi sono ben accetti, servono a migliorare, sempre che non siano offensivi… Grazie in anticipo!!^^.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10: Cosa mi vuoi dimostrare?


“Che cosa vuoi?”.
“Io? Tu piuttosto. Ero qui prima di te”.
“Ti avverto: non ho voglia né di parlare, né di discutere”.
“E chi te l’ha chiesto”.
“Vattene”.
“No, non posso. Se me ne andassi e ti succedesse qualcosa e poi si venisse a sapere che io ero
con te ma che ti ho lasciato da sola a quest’ora della notte, passerei grossi guai”.

Troy rimaneva immobile fissando il vuoto davanti a se. Mi voltai dall’altra parte e ricominciai a osservare le stelle.
“A quanto pare, alla fine, Sharpay ha mantenuto fede a ciò che aveva detto.
Devi ritenerti fortunata, quello di stasera non è che un minimo di ciò che potrebbe fare se solo volesse”.

“Quindi dovrei ringraziarla per avermi messa in ridicolo solo davanti a tutta la scuola, invece che a tutta Albuquerque?
Siete proprio fatti l’uno per l’altra”.

“Ti ho già detto che, anche se sto con lei, non significa che Sharpay mi piaccia”.
“Allora vuol dire che la tua vera anima gemella è Beverly Hudson?”.
L’espressione di Troy mutò: da impassibile, divenne sorpresa, poi indifferente, e, infine, spuntò Lui, il Sorriso.
Ryan aveva visto giusto.
“Questo mi fa credere che tu mi abbia osservato per tutta la sera”.
“Io? Tu semmai. Ti ho visto quando mi fissavi mentre ballavo”.
“Solo lì? Allora non sei così brava come credi”.
“Che cosa vuoi dire, Bolton?”, chiesi rabbrividendo a causa del freddo, questa volta.
Si era alzato un leggero venticello che faceva muovere le foglie degli alberi.
All’improvviso sentii dei passi leggeri dietro di me e delle braccia forti
che mi voltavano su me stessa e mi stringevano dietro la schiena.

“Che cosa stai facendo?”.
“Te l’ho già detto: non deve succederti niente, e, poiché non ho la giacca, devo fare così”.
Solo allora notai che indossava una leggera camicia bianca.
“Scommetto che sei molto dispiaciuto”.
“Qualcuno si deve pur sacrificare”.
“Ma sentilo! Sei sempre il solito”.
“Cosa ne sai di come sono di solito?”.
“Sei pieno di te e ottieni sempre tutto quello che vuoi con un solo gesto della mano.
Sei arrogante e se qualcosa non ti sta bene, la cambi a tuo piacimento senza preoccuparti che qualcuno possa starci male”.

“Wow, è questo che pensi di me, allora. Non me l’aveva mai detto nessuno”.
“Sì, invece, solo che tu non hai mai sentito”.
“Ah, sì, forse…”.
“Non t’importa?”.
“No, anche perché quest’immagine me la sono costruita io”.
“E ti sta bene così?”.
“Sì, perché no? Nessuno ostacola la mia strada verso la borsa di studio, e a me basta”.
“Certo, soprattutto se la Evans ti da una mano”.
“Già… Ma non la chiami più ochetta? Mi piaceva”.
“Sei uno stupido. Ti sto dicendo cose che ferirebbero chiunque.
Tu dovresti essere offeso, invece di dirmi che è tutto normale, e chi ti piace pure”.

“Che ci posso fare? Sono fatto così”.
“Sei fatto male”.
“Senti chi parla, miss-battuta-acida. Non ti stanchi mai di rispondere così?”.
“No, anche perché lo faccio solo con te”.
“Bene, allora vuol dire che questa sarà una cosa solo nostra”.
“Non ci provare, io non sono come tutte quelle che conosci tu. Non mi faccio abbindolare
dai muscoli o da un bel sorriso, ho almeno un po’ di orgoglio e rispetto verso me stessa, io”.

“Muscoli e bel sorriso, eh? Non cercare di corteggiarmi, non attacca”.
“Tu ascolti sempre solo quello che vuoi sentire, vero?”.
“Mm… Sì”.
“Ti rendi conto che stiamo litigando abbracciati?”.
“Sì, e mi piace”.
Calò il silenzio.
“Fragola”, disse Troy.
“Eh?”.
“I tuoi capelli. Profumano di fragola, mi piace”.
“Non sapevo ti piacessero tante cose”.
“Già, ed io non sapevo che fossero tutte legate a te”.
Non riuscii a replicare.
Tutto intorno a noi era silenzioso, non si sentiva neanche più la musica provenire dalla mensa. Probabilmente era iniziato un lento.
Avevo la testa contro il petto di Troy, e l’unico suono che udivo era il battito del suo cuore.
Mi sentii strana. Il freddo era come sparito, e la mia mente era vuota. Sgombra da ogni pensiero.
“Devo andare a casa”, dissi dopo un po’.
“Proprio adesso? Cominciavo a sentire più caldo”.
“E’ tardi”, mi limitai a ribattere.
Troy aprì le braccia ed io sgusciai via all’istante.
Troppo in fretta forse. Il freddo mi colse di sorpresa. Tremai.

“Dai, muoviamoci, o ci beccheremo un bel raffreddore qua fuori”, disse lui incamminandosi verso il parcheggio della scuola.
“Cosa? No, hai capito male. Io non vengo in macchina con te, neanche se dovessi farmi a piedi tutto il New Mexico.
Ci tengo alla mia vita, e voglio cercare di arrivare sana e salva almeno ai settant’anni”.

“No, hai capito male tu. Ho detto che non deve succederti niente per questa sera.
Ti prometto che guiderò prudentemente, parola di lupetto”.

“Tu sei stato un boy-scout?”.
“Ci sono ancora tante cose che non sai di me…”.
Lo guardai mentre apriva la portiera di una sportiva nera e ci s’infilava dentro.
“D’accordo”, cominciai appena mi sedetti al posto del passeggero, “vengo con te, ma se
provi a fare anche un solo passo falso…”.

“Okay, okay, tranquilla”.
Durante il tragitto, le uniche parole che ci scambiammo furono le indicazioni stradali per raggiungere casa mia.
Troy guidava davvero bene. Teneva entrambe le mani sul volante e fissava dritto davanti a se la
strada con uno sguardo concentrato.
Probabilmente lo faceva solo per atteggiarsi, ma con me non non attaccava.
“E’ qui”.
Non appena frenò, mi affrettai ad aprire la portiera.
“Perché tutta questa fretta? Hai paura che i tuoi ci vedano insieme?”.
“No. E' tardi, sono stanca, e non voglio passare troppo tempo accanto a te”.
“Eppure prima non sembrava ti desse tanto fastidio”.
Inspiegabilmente, non riuscii a replicare.
“Io posso essere gentile ed affidabile”, disse Troy di punto in bianco.
“Cosa?”, sbottai sarcastica. “Tu gentile e affidabile? Non ci credo”.
“Se te lo dimostrassi?”.
“Provaci”.
“Dammi il tuo cellulare”.
“Perché?”.
“Tu dammelo”, incalzò sventolandomi una mano davanti col palmo aperto.
Aprii la borsetta e glielo passai. Lui estrasse il suo dalla tasca dei pantaloni e, dopo aver
digitato qualcosa su entrambi, me lo restituì.

“Cos’hai fatto e perché”.
“Ho salvato il mio numero nel tuo cellulare e il tuo nel mio. Non so come funzioni dalle tue parti,
ma qui si fa così, quando vuoi contattare qualcuno al telefono”.

“Ma…”
“Ti devo dimostrare qualcosa, no?”.
Rimasi in silenzio. Dopo qualche secondo, scesi dall’auto.
“Comunque, un gentil’uomo mi avrebbe aperto la portiera”.
“Ehi, ho detto che ti avrei provato le mie qualità, ma non quando”. Sfoderò Il Sorriso.
Non risposi. Mi limitai a voltarmi e a entrare in casa.
Mi richiusi la porta d’ingresso alle spalle e, dopo aver sentito l’auto che si allontanava, sospirai rumorosamente.
Per fortuna mia madre stava già dormendo.

Salii le scale in punta di piedi e m’infilai subito sotto le coperte.
Che serata!
Iniziata bene, continuata male e finita… Com’era finita? Non sapevo trovare una risposta.
Forse non esisteva.
Forse ero rimasta tra le braccia di Troy, e avevo provato una piacevole sensazione di calore, che non centrava niente con
l’abbraccio fisico, solo perché mi andava. Senza un perché…




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Fine decimo capitolo.

Grazie mille per le recensioni dello scorso capitolo a:

Angels4ever: una nuova lettrice!! Mi fa piacere^^
Mi è piaciuto scrivere la scena nella quale Ryan risponde a Sharpay,
è bello che abbia t apprezzato :D
Romanticgirl: mmm... avevi visto giusto!! E' proprio Troy la persona che Gabby incontra nel giardino.
a crazycotton: vedo che Ryan ribelle è piaciuto un po' a tutti. Quella scena volevo metterla a tutti i costi.

Grazie ancora e, mi raccomando, recensite in tanti!!!!^^

Non so quando riuscirò ad aggiornare la prossima volta.
Purtroppo, oltre ad avere pochissimo tempo per colpa delle mille verifiche ed interrogazioni varie, ho anche un calo d'ispirazione.
Più o meno ho tutta la storia in testa, ma nn riesco ad andare avanti a scrivere, assolutamente!
Quindi sto andando un po' a rilento, anche se ho già altri capitoli pronti.
Spero di poter pubblicare il prossimo capitolo al più presto.

Arrivederci alla prossima!!^^

Nella prossima puntata:
“Che vuoi?”, gli chiesi di nuovo prendendo una seconda tazza.
“Te l’ho detto, devi aiutarmi”, ripeté indicando alcuni libri che
teneva sottobraccio. “Mercoledì c’è il test di chimica, ed io devo superarlo a tutti i costi. So che tu sei un piccolo genietto, quindi…”.

“Quindi mi stai chiedendo delle ripetizioni”.
“Chiamale come vuoi”.

Ci sedemmo al tavolo e gli porsi la sua tazza.
“Qual è l’imbroglio?”.
“Nessun imbroglio, solo studio”.



Angel_R
  
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