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Autore: sawyx    17/12/2014    1 recensioni
“si, ho paura. Ho paura di non essere abbastanza, di nuovo. Ho paura di non essere abbastanza per te. Perché andiamo, chi tra tutte quelle bellissime ragazze che ti sbavano dietro sceglierebbe me?”
Una ragazza piena di insicurezza, alla quale basta guardare i suoi occhi nocciola per sentirsi meglio.
Un ragazzo all'apparenza chiuso in se' stesso, al quale basta un suo sorriso per rinascere.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ZAYN’S POV
 
Avevo deciso di fare due passi da solo nel parco. Ogni tanto mi piaceva starmene per conto mio e camminare, lo facevo anche a Bradford.
Osservai le foglie rosse e gialle che cadevano dagli alberi e si appoggiavano delicatamente sul terreno.
Da piccolo mia madre mi portava sempre nel piccolo parco vicino a casa nostra. Passavamo ore a raccogliere le foglie ed io le ammiravo entusiasta. Mia madre.
Sentii una fitta al cuore ma una mano si appoggiò sulla mia spalla e ritornai alla realtà.
“Zayn?” mi chiamò una voce familiare.
Mi voltai e vidi Liam e Beth guardarmi sorridendo.
“ehi!” salutai.
“come mai qui da solo?” chiese Beth.
“prendevo una boccata d’aria” dissi alzando le spalle.
Il cellulare di Liam squillò e lui si allontanò per rispondere. Lo vidi alzare un braccio al cielo e fare una smorfia confusa e scoppiai a ridere con Beth. Quando tornò ci sforzammo di restare seri.
“Beth, non permettere mai che tuo cugino prenda in mano un accendino”
“cos’ha combinato?” chiese Beth portandosi una mano alla fronte.
“sta per mandare a fuoco casa di Harry” spiegò Liam.
“oddio. Ma perché ho un cugino cosi idiota?” chiese ridendo.
Risi strofinandole il braccio come per consolarla.
“vado a salvare il mondo!” disse ridendo e allontanandosi.
“salutami il piromane!” gridai ridendo.
Liam fece un cenno affermativo con la mano e scomparve. Mi voltai verso Beth.
“facciamo due passi?” chiese infilandosi le mani nelle tasche della giacca.
“certo”
Girammo un po’ per il parco senza una meta precisa. Solo in quel momento realizzai di non sapere quasi nulla del suo passato.
“Beth?” la chiamai.
“si?”
“vivi da sola con Niall?” – domandai – “ voglio dire, non hai fratelli o sorelle?”
“no, ho solo Niall” mormorò fissando il terreno.
Dalla sua reazione ebbi paura di aver sbagliato ma lei mi precedette, come leggendomi nel pensiero.
“tranquillo. I miei genitori non mi volevano, non volevano avere un figlio. Sono stata una sorpresa non gradita ma mia madre non ha avuto il coraggio di abortire. Sono cresciuta grazie a Niall e i miei zii” spiegò calma.
“mi dispiace” dissi guardandola.
Ci fermammo, alzò il viso e i suoi occhi incontrarono i miei. Erano grigi, bellissimi. Sorrise piano.
“e tu? Sei qui da solo ma a Bradford avrai lasciato qualcuno” disse continuando a guardarmi.
Ecco. Dovevo immaginarlo. Era inutile continuare a nascondere il mio passato con i miei amici, avrei solo sofferto di più. Ne avevo già parlato con Liam ed era stato molto comprensivo. Lo avrei detto anche a lei, mi fidavo ormai. Speravo solo che dopo averglielo rivelato non mi avessero trattato sempre e solo come un cucciolo ferito a morte. Volevo farmi una nuova vita. Ne avevo bisogno.
Chiusi gli occhi per qualche istante poi parlai.
“sono figlio unico e mia madre è morta quando avevo 13 anni. Mio padre è sempre stato una persona irascibile e violenta ma mia madre lo amava lo stesso. Lei era malata e prima di morire mi disse di stare attento, che mio padre avrebbe iniziato a bere pesantemente. Lo conosceva troppo bene, perché successe esattamente quello. Mio padre tornava sempre a casa ubriaco e la sua violenza crebbe con gli anni. Non sopportavo più quella situazione e decisi che a 18 anni me ne sarei andato. Ed eccomi qui” dissi tutto d’un fiato, perché i ricordi erano ancora vivi nella mia mente e facevano male. Sentivo gli occhi pizzicare e riempirsi di lacrime ma non volevo piangere davanti a lei.
“Zayn, mi dispiace tantissimo” disse abbracciandomi.
Un abbraccio. Tutto quello di cui avevo bisogno lei me lo aveva dato. E le ero grato. Ricambiai stringendola. Si sciolse dall’abbraccio e sfiorò la mia guancia. Mi sentivo strano.
“hai un sorriso bellissimo” mi incitò.
Alzai gli angoli della bocca e la sentii sussurrare: “ora va meglio”
 
 
   
 
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