Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: ___Darkrose___    18/12/2014    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il mattino dopo ci dirigemmo velocemente verso la grotta del vecchio fabbro, sperando che avesse completato quello che ci serviva.
Adesso che aveva rischiato di perdermi due volte in poco tempo, Inuyasha aveva deciso di trasportarmi in ogni luogo e continuava a tenermi stretta, mentre ero sulla sua schiena.
Ero felice di tutte quelle attenzioni e mi beai della sensazione di stargli così vicina.
Sango e Miroku non dicevano nulla, ma io ero sicura che si fossero detti quello che provavano e non vedevo l’ora di chiederlo a Sango.
Inuyasha notò che ero incuriosita dal loro comportamento e mi guardò perplesso. – Cosa stai fissando? -.
Il mio mezzodemeno sembrava essersi innervosito, forse perché pensava che le mie attenzioni fossero rivolte solo a Miroku. – Oh no, ma cosa stai pensando?! – esclamai. – Stavo solo cercando di capire se Miroku e Sango avessero parlato -.
Il suo sguardo diventò ancora più curioso. – Parlato di cosa? -.
Rimasi di sasso. – Viaggi con loro da più tempo di me e non ti sei mai accorto del fatto che si piacessero? -.
- Secondo te si piacciono? – domandò.
- Ma è possibile che tu non capisca niente?! Mi stupisco che tu abbia capito ciò che provavo nei tuoi confronti! – esclamai.
Inuyasha si fermò e mi mise a terra, dato che ormai eravamo arrivati. – Beh, io l’ho capito solo perché mi hai baciato…se no non lo avrei mai sospettato -.
Rimasi in silenzio a fissarlo. – Vuoi dire che se non lo avessi fatto non ti saresti accorto mai di niente? -.
- No -.
Per poco non mi cedettero le gambe dallo stupore. Lo aveva notato anche Shippo e lui non ci sarebbe mai arrivato? Non sapevo se offendermi o no.
Mi infilai dentro la grotta e trovai Shippo che immergeva quello che mi sembrava un pugnale dentro una tinozza di acqua fredda, mentre il vecchio Totosai si asciugava il sudore dalla fronte.
Inuyasha, nel frattempo, mi inseguiva. – Aspetta, ho detto qualcosa di sbagliato? Volevo solo dire che se non fossi stata così intraprendente non lo avrei capito, perché sarei stato preso a pensare alla Sfera, ma sono felice che tu lo abbia fatto -.
- Inuyasha a cuccia! – gridai.
Shippo si spaventò a causa del mio urlo, facendo cadere a terra il pugnale.
- Piano! Non possiamo rischiare di romperlo! – esclamò il fabbro, prendendo il pugnale ormai fredo.
Inuyasha cercava di rialzarsi per scusarsi, ma io non lo guardavo neanche e mi avvicinai al pugnale per capire a cosa ci sarebbe potuto servire.
Shippo si mise in braccio a me. – E’ qua da due secondi e già ti ha fatto arrabbiare Samantha-chan? – chiese.
Annuii. – Sì, è un bene che sia così sincero, ma ogni tanto potrebbe anche evitare -.
- Guarda che io sono ancora qui – sbuffò il mezzodemone.
Lo guardai ironicamente. – Lo so -.
- Invece che discutere prendete questo pugnale oppure no? – chiese Totosai, cosegnandomelo.
Non appena lo toccai mi sentii quasi scorrere una corrente elettrica tra le dita. Feci scorrere il pugnale tra le dita e mi resi conto che la lama era colma di quel cristallo bianco che mi aveva fatta stare così male.
Sango si avvicinò per vederlo e glielo consegnai, anche perché non riuscivo a tenerlo per troppo tempo tra le mani.
La ragazza lo prese e se lo rigirò tra le mani. – E quindi con questo potremmo distruggere per sempre la Sfera? – chiese.
Totosai annuì. – Si dice che la Sfera sia indistruttibile, ma non potrà certo resistere a questo -.
Sfilai dalla mia spalla i frammenti uniti e li misi a terra, suscitando lo stupore di Totosai. – Quanti frammenti, eppure il tuo aspetto non sembra mutare come succede ad altri esseri umani -.
Avrei voluto rispondergli che era perché io non ero umana, ma lasciai perdere. – E’ una lunga storia – risposi solamente.
Se avessimo distrutto almeno quella parte di Sfera, avremmo potuto evitare che Naraku si imposessasse di tutti i frammenti .
Io non avevo il coraggio di distruggerli per prima, così avevamo dato il pugnale al più impulsivo di noi; Inuyasha.
Appoggiammo i frammenti a terra e cosegnammo il pugnale al mezzodemone.
Eravamo tutti in cerchi, che osservavamo i frammenti che sembravano risplendere sempre di più. Cominciavo a sentirmi nervosa, cosa sarebbe potuto succedermi?
Inuyasha mi guardò, come a cercare una motivazione per non compiere quel gesto, ma io cercai di mostrarmi tranquilla, se i frammenti fossero andati distrutti sarei anche potuta non sopravvivere, ma avrei salvato la vita di innumerevoli persone.
Guardai la mano di Inuyasha scendere verso i frammenti mentre impugnava l’arma, fino a quando non arrivò vicinissimo alla Sfera.
Una luce accecò tutti i presenti, catapultandoci contro i muri della caverna.
In quel momento mi mancò l’aria e mi sembrò che tutte le mie energie mi fossero state portate via.
Cercai di prendere fiato, ma mi sembrava impossibile. I frammenti della Sfera continuavano a brillare, come se avessero paura, mentre i miei muscoli sembravano non rispondermi più.
Non appena la luce si fu spenta, Shippo provò a scuotermi per aiutarmi. – Samantha, stai bene? -.
Provai ad annuire, ma più cercavo di muovermi più provavo dolore.
Totosai mi si avvicinò e mi scrutò attentamente. – Tu fai parte della Sfera stessa – disse.
Io lo guardai ad occhi sgranati, come faceva a capirlo.
Inuyasha e gli altri nel frattempo cominciarono a rialzarsi e mi si avvicinarono.
Totosai li allontanò - Lasciatela respirare e tenetele lontano quel pugnale – disse serio. – Dovevate dirmi chi era, vi avrei impedito di commettere una simile sciocchezza -.
Miroku lo guardò perplesso. – Di cosa state parlando? -.
- Del fatto che se distruggete i frammenti, anche lei morirà -.
Non furono le parole di Totosai a farmi del male, ma lo sguardo disperato di Inuyasha, poiché era stato proprio lui ad alzare il pugnale verso i frammenti. Cercavo di alzarmi per rassicurarlo, ma lui lasciò cadere il pugnale e si diresse all’esterno della caverna.
Avrei voluto seguirlo e rassicurarlo, ma il mio corpo me lo stava impedendo con tutte le forze.
Sango mi costrinse a rimanere ferma. – Samantha-chan non puoi muoverti, rimani qui. Tornerà presto, lo conosci -.
Quelle parole non mi consolavano per niente. Se avessi potuta sarei corsa da lui a vedere come stava, perché ero davvero preoccupata per lui, ora aveva perso per sempre la speranza di tirarmi fuori dalla Sfera.
- Come mai il pugnale non ha funzionato? – chiese Shippo perplesso.
Tutti ci voltammo verso Totosai, sperando di trovare una risposta esaudiente a quello che mi aveva detto. – Non ne ho idea -.
Rimanemmo tutti a bocca aperta, senza riuscire a balbettare una parola.
- Allora perché hai detto che avrebbe sicuramente funzionato?! – sbraitammo tutti quanti.
- Perchè ero davvero convinto che ci saremmo riusciti, non ho davvero idea di come esso possa essere distrutto allora – rispose il vecchio fabbro come se niente fosse. – Non ero neanche sicuro che ci fossero ancora cristalli bianchi, quindi è andata bene almeno per metà del lavoro -.
Il bastone di Miroku volò sulla testa del vecchio fabbro, seguito dall’hiraikotsu di Sango e, se ne avessi avuto la possibilità, lo avrei preso a schiaffi anche io.
Shippo mi riportò la parte della Sfera e io la riposizionai sulla mia spalla, così mi sentii subito un po’ meglio e recuperai un po’ di forze.
Ci volle la pazienza di Sango per riuscire a tenermi buona a riposo, perché io volevo correre dal mio Inuyasha.
Durante la notte Sango, Miroku e Shippo lo andarono a cercare, mentre io fui costretta a rimanere ancora ferma. Quel dannato colpo mi aveva davvero messa ko.
Mi misi seduta, mentre il vecchio Totosai animava il fuoco nella caverna.
Ero frustrata, avrei voluto avere più risposte e soprattutto avrei voluto trovare qualcuno che potesse insegnarmi come usare meglio i miei poteri, anche perché sapevo che ero che Naraku conosceva la mia vera identità, sarebbe stato necessario imparare a sfruttare al meglio le mie doti.
Mi voltai verso Totosai e gli feci la fatidica domanda. – Totosai, conoscete qualcuno che possa insegnarmi a controllare i quattro elementi? – domandai.
Il vecchio fabbro mi guardò esterrefatto. – Ragazzina, nessuno ha un tale potere da poter controllare i quattro elementi, è una cosa impossibile -.
- Non per me – risposi secca. – Credo che abbia già capito chi sono, quindi non facciamo tanti giri di parole, c’è qualcuno che può aiutarmi? -.
Totosai si grattò la fronte pensieroso. – Beh, c’è una vecchia strega che potrebbe insegnarti come usare i poteri al meglio, non conosce esattamente come esercitare il controllo sui quattro elementi, ma può insegnarti ad accrescere i tuoi poteri – rispose.
Mi avvicinai a lui con le poche forze che avevo. – Come si chiama e dove si trova? -.
- Si chiama Izuko, vive oltre le montagne a nord da qui – rispose.
Cominciai a pensare che dovevo per forza dirigermi da quella Izuko per farmi insegnare ad usare i miei poteri, dovevo imparare a proteggermi al meglio, dato che l’opzione di distruggere la Sfera si era dissolta. Ora l’unica speranza che avevamo era distruggere Naraku e recuperare i frammenti rimanenti, in modo tale che potessi custodirli io per sempre.
Totosai mi guardò stranito, mentre mi alzavo. – Cosa hai intenzione di fare? – chiese.
Lo guardai seria. – Devo partire al più presto e trovare la strega Izuko -.
- Fai attenzione, la strada è lunga e pericolosa, sulle montagne potresti incontrare altri demoni ragno – mi disse.
Alzai le spalle. – Li ho già distrutti una volta, posso farcela ancora -.
Salutai il fabbro dopo che mi ebbe consegnato una delle tanto katane che aveva nella grotta. Era leggera e facile da maneggiare, sicuramente adatta alla mia corporatura.
Quando uscii era già notte e gli altri stavano tornando dalla ricerca di Inuyasha senza grande successo, dato che lui non era con loro.
Mi avvicinai ai miei amici con un sorriso spento, dato che sapevo che la notizia che gli stavo per dare non gli sarebbe mai piaciuta.
-  Samantha-chan, non siamo riusciti a trovare Inuyasha, ma sicuramente entro domani mattina sarà di ritorno – disse Sango, squadrandomi. – Ma dove pensate di andare? -.
Abbassai lo sguardo. – Parto per andare dalla strega Izuko – risposi.
Tutti mi guardarono perplessi. – Va bene, volete partire adesso? Scoviamo Inuyasha e partiamo subito – disse Miroku.
Mi piangeva il cuore a dirgli quelle parole, ma dovevo. – Partirò da sola questa volta -.
Sango mi prese per le spalle costringendomi a guardarla. – Ma sei completamente impazzita?! Non puoi andare da sola -.
- Anche perché se Inuyasha sapesse che ti abbiamo fatto partire senza protezione ci ucciderà tutti – mormorò Shippo disperato.
Io sapevo che quel viaggio avrei dovuto affrontarlo da sola, dovevo imparare ad usare i miei poteri e la preoccupazione di Inuyasha e degli altri mi avrebbe solo distratta, dovevo andare da sola per imparare al meglio e tornare più forte di quanto Naraku potesse aspettarsi.
Lo spiegai a tutti gli altri e alla fine acconsentirono a  lasciarmi partire, promettendomi che non avrebbero detto ad Inuyasha il luogo in cui ero.
Sango mi abbracciò forte, facendomi promettere di fare attenzione e mi consegnò un unguento che avrebbe nascosto il mio odore, almeno Inuyasha non sarebbe riuscito a seguirmi. Mi disse anche che Kirara mi avrebbe accompagnata fin dove avessi ritenuto opportuno.
Miroku mi diede una pacca sulla spalla, mentre cercava di abbozzare un sorriso. Shippo era quello più triste, così lo strinsi forte tra le braccia. – Stai tranquillo, tornerò presto. E se Inuyasha ti da fastidio, digli che non appena torno me lo verrai a dire così potrò dargli una lezione – disse scherzando e cercando di frenare i lacrimoni del piccolo.
Misi a terra il piccolo demone e li guardai, mentre salivo in groppa a Kirara. – Dite ad Inuyasha che… - mi bloccai. – Che starò bene, e che tornerò presto da lui -.
Avrei anche voluto dirgli di riferirgli che lo amavo, ma dire di nuovo quelle parole avrebbe potuto fermarmi. Era anche per quello che non avevo voluto aspettare il ritorno di Inuyasha per partire, non mi avrebbe mai permesso di andare via.
Kirara partì e io potei finalmente lasciar scorrere le lacrime sulle mie guance.
Avrei voluto che lui fosse con me a darmi forza, ma sapevo che non sarei mai riuscita a concentrarmi vedendo il suo sguardo distrutto.
Oggi, quando aveva rischiato di essere proprio lui ad uccidermi, avevo visto il suo volto diventare una maschera di dolore e avrei visto quello sguardo ogni giorno. Avrei voluto poterlo consolare, ma non avevamo tempo. Naraku non avrebbe aspettato molto per venirmi a prendere e completare la Sfera.
Mi mancava già immensamente, ma ora non potevo più tornare indietro. Toccai il segno dietro al mio collo e cercai di calmarmi.
Inuyasha avrebbe capito, certo sarebbe stato una furia, ma avrebbe capito che lo facevo per il bene di tutti quanti.
Volevo tornare per poter sconfiggere quel mostro e poter passare il resto della mia vita come sua donna.
Mi sentivo male, perché non ero riuscita a dirgli che lo facevo per tutti noi, per garantirci un futuro migliore, dove magari sarei potuta esserci anche io. Non volevo che si sentisse responsabile per quello che stava succedendo, perché lui non aveva colpa di nulla, ero io che dovevo scoprire quale era la mia strada e il modo giusto per sconfiggere quel mostro, perché tutto era cominciato per causa mia.
Quando fu l’alba mi feci lasciare da Kirara oltre le montagne e ripresi il mio cammino a piedi, inoltrandomi nella foresta.
Totosai aveva detto che l’avrei trovata nei pressi del lago e che sarebbe stato impossibile non riconoscerla. Non capivo cosa intendesse con quella frase, ma sperai che il mio istinto mi guidasse nella direzione giusta.
Il sole era sorto da ormai molto tempo e sapevo che a quest’ora Inuyasha stava sicuramente impazzendo nel tentativo di trovare il mio odore senza successo.
Al tramonto trovai finalmente il lago e mi misi a cercare nella boscaglia circostante un indizio che potesse condurmi dalla strega, ma non trovai nulla. Il lago rifletteva gli ultimi raggi del sole illuminando tutta la radura, ma della donna nemmeno una traccia.
- Izuko! – cominciai a gridare il suo nome in riva al lago, sperando che succedesse qualcosa, ma non vidi nessuno.
Cominciai a prendere a calci i sassi vicino al lago, ero davvero furiosa. Non avevo trovato nulla, quel Totosai mi aveva mentito.
Stavo per tornare indietro delusa e afflitta, ma sentii una voce chiamarmi.
- Sono Izuko, la strega del lago, chi mi sta cercando? – domandò una voce femminile alle sue spalle.
Mi voltai e capii perché Totosai aveva detto che l’avrei riconosciuta subito.
La donna era una figura evanescente e bellissima, diversa dalla streghe delle fiabe, ma il suo sguardo era glaciale quasi quanto quello di Sesshomaru.
La guardai a bocca spalancata, poi riuscii a parlare. – Sono Samantha, sono  qui per imparare ad accrescere i miei poteri, il fabbro Totosai ha detto che tu potevi aiutarmi -.
La donna prese consistenza e si avvicinò a me osservandomi. – Non sei un demone e non sei umana, cosa sei? – mi chiese, prendomi il viso con una mano e squadrandomi attentamente.
Mi allontanai. – Mi serve solo sapere se mi aiuterai -.
Lo sguardo di Izuko diventò glaciale. – Non ho interesse per il potere e la vita terrena, quello che voglio è vivere in pace, come lo vuoi tu, Shikon no Tama -.
Sbiancai, lei sapeva chi ero. – Come…come fai a saperlo? -.
La donna sorrise. – La tua energia è identica a quella della Sfera e l’unica spiegazione è che tu sia parte di essa -.
Non sapevo più se fosse stata una buona idea andare da quella donna che mi metteva così paura, così cominciai ad indietreggiare.
- Non avere paura, non provo alcun interesse nel farti del male, ma devi dirmi cosa intendi fare con i poteri che ti insegnerò a controllare – disse.
La guardai fissa negli occhi. – Voglio sconfiggere Naraku – risposi.
A quelle parole gli occhi della donna persero freddezza. – Naraku? Quel bastardo… - mormorò, mentre stringeva i pugni fino a far diventare le nocche bianche. – E’ colpa sua se sono costretta a vivere ancora sulla terra e se il mio spirito non riesce a raggiungere il regno dei morti -.
La guardai incuriosita. – Perché è successo tutto questo? -.
- Mi sono rifiutata di indicargli come utilizzare al meglio la Sfera e infine l’ho distrutta, perché ho sentito il pianto del tuo spirito da dentro di essa -.
Rimasi scioccata, ero sicura che la freccia fosse stata distrutta da una sacerdotessa, ma la forza spirituale che avevo avvertito doveva essere sua, era per quello che ero riuscita a liberarmi.
- Così Naraku mi ha uccisa e maledetta, in modo che il mio spirito non possa lasciare questa terra, fino a quando non morirà. Ero una sacerdotessa e adesso, a causa del mio aspetto, devo vivere sotto il nome di strega -.
Improvvisamente mi ricordai del suo viso e mi ricordai di tutto quello che aveva detto. Naraku aveva già un tempo ritrovato la Sfera, ma era stato grazie ad Izuko che essa era andata distrutta e io ero stata liberata
Vedevo la rabbia della donna crescere nei suoi occhi, e anche questa volta sentii i sensi di colpa invadermi. Un’altra vita che era andata distrutta per causa mia.
- Mi dispiace – mormorai.
La donna mi guardò seria. – Non sei tu che ti devi scusare, la colpa è solo di Naraku -, mi appoggiò una mano sulla spalla. – Ti aiuterò Shikon no Tama, come ho già fatto in passato. Ma voglio un pagamento -.
- Io non soldi – mormorai.
La donna sorrise. – Io non voglio soldi, voglio la morte di Naraku, così potrò essere libera. Questo è l’unico pagamento che accetterò -.
La guardai fissa negli occhi. – Va bene, non mi arrenderò fino a quando non lo avrò ucciso e tu sarai libera -, glielo dovevo, dopotutto era grazie a lei che ero stata liberata.
- Durante questo allenamento non ti sarà permesso di uscire dalla barriera che nasconde la tua presenza per non correre pericoli, non potrai vedere nessuno fino alla fine e l’allenamento potrebbe durare parecchio tempo, sei disposta ad accettarlo? -.
Pensai ad Inuyasha, al pensiero di lasciarlo solo per un tempo così lungo. Pensai all’angoscia che avrei potuto provocargli, ma sapevo che quella era l’unica soluzione per sconfiggere Naraku e per vivere con lui per sempre. Così presi la decisione.
- Sì, lo accetto -.





Ciao, ciao!
Eh già, Sam ha abbandonato il gruppo.
Ma come la prenderà Inuyasha? E Sam riuscirà ad imparare a controllare i suoi poteri?
A presto :*

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: ___Darkrose___