Buon sabato a tutti! Come va?
Devo dire di essere molto
contenta circa l’esito di questa storia, dopotutto questa sezione non è molto
frequentata e non mi aspettavo così tanti consensi!
Ringrazio di cuore le
quindici persone che hanno inserito la fic tra i preferiti e coloro che hanno
recensito:
Giulls: Tranquilla, cara,
spesso io sono la prima a non avere tempo ^^ Hai perfettamente ragione, ma
conserva la tua ira per Daniele che nei prossimi capitoli ti servirà più spietata
che mai! Muahahah! Hai ragione, fai bene ad essere orgogliosa! xD Spero che anche
questo cap ti sia piaciuto, baciotti!
Vero15Star: Hai proprio ragione, Daniele è stronzo e Niko
vigliacco… O forse il suo comportamento vuole solo evitargli di farlo esporre
troppo in quel mondo, dato che sono tutti sotto gli occhi di tutti in quel
programma. Ma comunque, non riesce proprio a gestire la situazione, vero? Spero
che questo cap sia stato di tuo gradimento!
95_angy_95: Si, come ho già
detto anche secondo me Daniele è antipatico. Mi fa piacere che anche tu adori
lo zio Max, ma soprattutto che finalmente Claudio stia simpatico a qualcuno! ^^
Grazie mille per la recensione, spero di continuare a leggere le tue opinioni!
ladymarie: Carissima, ho
letto la tua recensione subito dopo aver letto il nuovo cap della tua fic e
sono rimasta piacevolmente sorpresa, mi fa davvero piacere che tu stia seguendo
questa mia nuova storia! Spero di conoscere presto il tuo giudizio sugli altri
cap visto che sei una delle mie scrittrici preferite e la tua opinione per me è
davvero importante ^^ Un bacione!
Angel Texas Ranger: Grazie
mille per l’incitamento e per i complimenti ^^ Che coincidenza il fatto che Deb
abbia il tuo stesso nome… O sei tu che hai lo stesso nome di Deb?! xD xD Spero
che anche questo cap ti sia piaciuto, spero continuerai a seguirmi!
Freeze: Si, scusami ma il
fatto è che questa era una fic su X Factor quindi i personaggi si chiamavano
come i protagonisti del programma, la decisione di cambiare i nomi è subentrata
dopo e a volte capita che dimentico di modificare qualche nome ^^ Grazie ancora
per la segnalazione, spero che la storia continui ad essere di tuo gradimento!
_New_Moon: Tranquilla, non c’è
nessun problema, può capitare a tutti di non poter recensire! ^^ Perché mai
dovrei essere arrabbiata?! Non potrei mai, anche perché adoro il tuo nick visto
che in questo period osto leggendo “New Moon” di Stephenie Meyer e lo trovo
davvero bellissimo! E’ da lì che hai preso spunto per il tuo nick? Bacioni!
Prima di lasciarvi al
capitolo, vi do un piccolo avvertimento: se volete capire cosa succederà nei
prossimi cap, vi basta captare i piccoli segnali che sto lanciando nelle righe
di questo cap…
Credo che aggiornerò mercoledì
o direttamente sabato prossimo visto che la prossima settimana settimana, come
questa, sarò molto impegnata.
Besos,
la vostra milly92.
Capitolo 20
Sbagliare E’ Umano, Perseverare E’ Diabolico
“Ti prego, Giovanni! Ti
prego!”
Dopo un mese di permanenza
nel loft stavo chiedendo qualcosa al costo della vita ad un ragazzo della
produzione, mettendomi quasi in ginocchio. L’avrei fatto pur di non sentire più
quell’insistente “No”.
“No, Debora, non posso, non
potete comunicare con le persone lì fuori, sarebbe come darti il cellulare e
permetterti di fare una chiamata!”
“E’ una questione di vita o
di morte! Giuro!” esclamai, buttandogli la lettera davanti agli occhi e
agitandola freneticamente.
“Cos’è una questione di vita
o di morte?”
La voce allegra e spensierata
di Ivan mi fece voltare, mentre la busta era ancora sospesa a mezz’aria.
“Debora vuole spedire una
lettera ad una sua amica, ma le sto dicendo che non può!” rispose Giovanni,
guadagnandosi un’occhiataccia da parte mia e un cenno strano da parte di Ivan.
“Giusto, si, Debora non si
può!” diede man forte lui. “Comunque, Giovanni, sono venuto a chiamarti, ti
vogliono nella redazione”
Così Giovanni uscì, cercando
di scusarsi con lo sguardo. Io e Ivan rimanemmo impalati, all’entrata del loft.
“Era una scusa, non lo cerca
nessuno” sghignazzò. “Ma tanto troverà qualcosa da fare, c’è così tanto
lavoro!”
“E perché lo hai mandato
via?” chiesi acida per il suo rifiuto e per aver dato ragione a Giovanni.
“Perché ho deciso di
aiutarti!” esclamò, facendomi rimanere spiazzata.
“Davvero?” chiesi.
“Davvero!”
“Oh, grazie Ivan!” dichiarai,
saltellando quasi e abbracciandolo per la gioia.
“Figurati, ma comunque lo
farò ad una sola condizione” sibilò, sorridendo maligno.
“Quale?”
“Solo se mi farai leggere la
lettera, no?”
Fu così che si ritrovò a
leggere la lettera qualche istante dopo, mentre lo guardavo torva.
Cara Cristina, per favore, ritira le minacce e
ragiona! Sono sempre io, Deb! Come puoi credere alle fandonie di Luca? Cioè, mi
spiego, Luca aveva ragione… Ma io l’ho fatto solo perché c’era lui nei paraggi,
per fargli vedere che mi sono ripresa dopo la rottura! Lo so, sono stata una
scema, e questa mia azione mi è costata molto, ma ti giuro che io non sto con
Daniele e non mi ci metterò mai, soprattutto dopo che ho scoperto che mi ha
baciata per una scommessa! Ok? Avrei così tante cose da dirti… Ricorda che sono
sempre la tua compa di cui ti puoi fidare, e please, acqua in bocca! Ti voglio
un casino di bene, Deb.
Dopo aver letto Ivan alzò lo
sguardo, perplesso. “Mi sono perso qualche pezzo” disse. “Daniele ha scommesso
su di te e ti ha baciata? E chi è questo Luca?”
Per spiegargli tutta la
situazione mi ci volle quasi un quarto d’ora, e alla fine lui ebbe anche il
coraggio di commentare con un: “Cosa ti avevo detto?”.
Beh, ma almeno mi avrebbe
spedito la lettera!
Sperai con tutto il cuore che
Cristina avrebbe capito, e se non l’avesse fatto… Al mio ritorno avevo tutto il
tempo per farglielo capire, no?
Eppure ero sempre un po’
sottopressione in quei giorni, la sfida era sempre più ardua e le prove sempre
più estenuanti.
Era divenuta quasi una
tradizione il fatto che io non vedessi le prove finali di Niko, perciò, il
martedì pomeriggio me ne stavo dietro le quinte, mentre la sua voce rimbombava
appena dato che la canzone era molto “soft”. A farmi compagnia c’era Andrea, solo
soletto perché gli altri Gold Boyz erano chissà dove con Luke e Rossella era
già nel camerino con l’estetista.
“Procede tutto bene tra voi?”
chiesi innocentemente.
“Si, cioè, diciamo” fu la sua
risposta secca. “Ma non voglio parlarne, scusa” aggiunse, il che mi fece capire
che insistere mi avrebbe solo fatto fare una figuraccia e che le cose non erano
migliorate così tanto dopo il famoso litigio.
“Ok, scusami. Allora, cosa mi
dici?”
“Che qui in mezzo sembri
l’unica disposta ad ascoltarmi” mormorò.
E meno male che non dovevamo
parlare di Rossella!
“Ma no, e gli altri Gold Boyz?
Loro di sicuro fanno molto più di me…”
“No, loro sono convinti che
sia colpa mia, che non dovevo mettermi con una ragazza in un programma
televisivo” ribattè affranto.
“Ma non è colpa tua se ti sei
innamorato proprio ora!” dissi indignata.
“Innamorato è una parolona,
diciamo attratto” fece. “Parlare di amore tra noi è... troppo. Anzi, mi ero illuso,
non è come sembra, Rossella!”
Rimasi zitta, certa di non
aver udito bene.
“Scusa, ma sono cose che
capirai più in là…”
“No, Andrea, che c’entra!
Sono più piccola,è vero, ma certe cose
le capisco, non sono stupida!” ribattei.
Non sopportavo che tirassero fuori la questione dell’età ogni tre secondi.
“E’ vero, hai ragione, se
fossi piccola non staresti qui a subirti le mie paranoie” rispose, mettendo una
mano sulla mia spalla. “Ma posso chiamarti lo stesso piccolina?”
“Te lo concedo, Grande Andrea!”
risposi sorridendo, più che altro per tirarlo su, anche se sapevo che la cosa
non lo avrebbe aiutato più di tanto.
“Ok, d’ora in poi saremo
Piccola Debora e Grande Andrea! Grazie, piccolina” mi sussurrò nell’orecchio,
stringendomi a sé.
Arrossi come una scema: è
vero che lo consideravo il “secondo bello”, ma non doveva assolutamente farmi
quest’effetto!!!
“Figurati” borbottai. “Se
vuoi sfogarti la Piccola Debora està siempre aquì!”
“Bueno, senorita! Muchas
gracias!”
Mi ero dimenticata che anche
lui studiava lingue all’università di Roma!
Trascorremmo il resto delle
prove a parlare, ma il bello venne quando Daniele iniziò a passeggiare
continuamente davanti a noi, lanciandoci occhiate allusive.
“Come vorrei che certi
stronzi se ne andassero fuori dalle scatole ogni tanto!” scoppiai quando ci
passò vicino per la settima volta.
“Dipende da cosa intendi per
stronzo…” si difese.
“Grazie, Daniele, con questa
risposta ti sei autolesionato: hai capito che l’affermazione era rivolta a te!”
esclamai trionfante, alzandomi. “Andrea, vado a vedere dov’è l’estetista”.
“Va bene, piccolina” fu la
sua risposta, mentre si guardava intorno.
Mentre mi avviavo nel mio
camerino incrociai Rossella, che sembrava un po’ giù mentre parlottava
concitata con lo zio Max. Scossi il capo, decisa: li sembrava di stare per
davvero al GF!
Eppure non riuscivo a
rilassarmi, nemmeno quando la parrucchiera mi stava massaggiando delicatamente
la cute. C’era un certo nervosismo, dentro di me, e la cosa brutta era che non
ne sapevo spiegare il motivo.
Che diamine, sarei dovuta
essere felice, quella mattina mi ero pesata ed avevo scoperto di aver perso due
kg!
Indossai il mio mini abito
azzurro con le mani tremanti, quasi come se mi fossi dovuta esibire di nuovo in
“Umbrella” come due settimane prima. Per la prima volta arricciai i capelli in
occasione della prime time, in modo che venissero perfettamente ricci e lucidi.
Uscii dal camerino molto
lentamente, salutando l’estetista.
“We Deb! Domani si decidono
le nuove scommesse, eh!” mi accolse Luigi, che non vedevo da quella mattina a
causa delle prove che non coincidevano con quelle del “Mio” talent.
“Oh, Luigi! Eh si, va bene”
risposi.
“Stasera vuoi fare furore,
eh!”
“Si, certo, come tutti i
martedì” feci, sorridendo.
“Se tu fossi mia figlia mi
dispererei, giuro!” esclamò lui, ridendo.
“Non potrei mai esserlo,
abbiamo solo nove anni di differenza” gli ricordai, ma il nostro discorso interessante fu interrotto da Francesco
dei Gold Boyz.
“Mi sto perdendo questa
riunione improvvisata del club?” chiese
solare.
“Ma no, solo un discorso
padre figlia” risposi facendo l’occhiolino a Luigi.
“E chi è il padre, scusa?”
chiese con finta aria tonta.
“Sono io, piacere!”
Era Massimo, che aveva
ascoltato e che ci stava raggiungendo, con indosso la sua solita chitarra, dei
jeans scuri ed una camicia nera.
“Oi, ma tu non eri mio zio?”
gli chiesi.
“Zio, padre, stiamo là…”
ironizzò. “Ragazzi, buonasera!”
“Buonasera”
“Stasera sembro tranquillo,
vero?” ci chiese, posando la chitarra.
“Si, fin troppo” rispose Francesco.
“Ed invece ti senti nervoso,
giusto?” conclusi.
Max annuì, mentre Luigi gli
diceva qualcosa di consolatorio.
“Vale lo stesso per me, mi
sento troppo agitata, ho le mani che tremano!” diedi man forte.
“Sarà perché il tuo abito è
troppo scollato e perciò hai freddo” disse una voce maligna alle mie spalle.
Mi voltai. Daniele, con tanto
di giacca elegante, sogghignava alle mie spalle.
“Certo, ma non dire che non
lo apprezzi!” risposi sfacciatamente. Mi aveva decisamente rotto le scatole,
era passata una sola settimana dal suo arrivo ma ero già al limite.
“Senti, piantala Daniele,
ok?” s’intromise Massimo, facendosi avanti.
“Facendo così non ottieni
nulla, siamo tutti una squadra e tu sei l’ultimo arrivato, è ovvio che stiamo
tutti dalla parte di Deb, anche perché ti sei comportato come un…” iniziò Luigi,
ma Francesco lo interruppe.
“Un verme viscido” concluse.
Daniele fece per ribattere,
ma si zittì e fece finta di attaccare bottone con Claudio, che mi stava
salutando speranzoso. Presa dalla rabbia, ovviamente non lo notai nemmeno.
“Grazie, ragazzi, ma so
vedermela anche da sola” li ringraziai.
“Cosa è successo?”
Andrea, Rossella e Niko erano
arrivati. L’ultimo mi osservava, e subito disse: “Daniele ha fatto qualche
commento?”
“Diciamo…” risposi,
scrollando le spalle.
“Cosa?” aggiunse Andrea. “E
cosa ha detto?”
Gli raccontai quella sorta di
battuta cretina che aveva fatto, lasciandoli tutti indignati.
“La deve finire,
quell’idiota, altrimenti gliene dico quattro…!”
“Già fatto, ma non serve a
niente” disse Niko. “Ormai discutiamo giorno e notte, cerco di fargli capire che
facendo così dimostra solo il deficiente che è, che deve lasciarla in pace, ma
è inutile”
Lo guardai con uno sguardo di
pura tenerezza, ma la voce di Rossella mi ridestò. Si staccò da Andrea che la
stava abbracciando, dicendo: “Amore, ora facciamo finta di niente, è arrivato
il camera man” e avvicinandosi a
Massimo, tentando di attaccare bottone.
Andrea socchiuse gli occhi,
quasi per invocare la pazienza, prima di annuire.
“Certo, anzi, se è qualcosa
io stasera sto con Deb” dichiarò ironico, avvicinandosi a me e passandomi un
braccio attorno la vita. “Vero, tesoro?”
“Ma certo, amorino” risposi
ridendo,per non far vedere che quel minimo gesto mi aveva imbarazzata. Cosa
diamine mi stava succedendo?
Qualche istante dopo la
redazione ci chiamò, annunciandoci che la puntata sarebbe iniziata tra cinque
minuti e diciassette secondi. Perché proprio diciassette? Mi chiesi. Portava
sfiga. Ed infatti…
“Salve, Deborina!”
Stavo parlando con Angela del
gruppo “Dj” quando la voce mielosa della Sfortuna mi fece sussultare. Mi
voltai, trovandomela davanti: indossava un lungo abito nero fin troppo scollato.
“Ciao Silvia” la salutai,
falsamente entusiasta.
“Stasera stai benissimo,
questo vestito ti snellisce!” esclamò, avvicinandosi ancora di più. “E devo
dire che i capelli ricci ti stanno meglio!”
“Non è il vestito, sono io
che sono dimagrita!” la informai.
“Ah si? Vedi che i miei
consigli sono sempre giusti?” si alterò, ridendo.
“In realtà l’ho fatto per me
stessa, sai, non vorrei arrivare a quarant’anni ed avere la pelle flaccida ed i
fianchi larghi come certe persone!” ribattei, con un sorriso mieloso.
Lei annuì impercettibilmente,
dicendo: “Oh, ma certo cara, ora scusami che vado dalla mia squadra. E comunque non ho ancora quarant’anni”
ed andandosene.
Forse l’avevo offesa, ma
dopotutto, lei come si era comportata con me? L’avevo ripagata con la stessa
moneta, anzi, ero stata fin troppo buona.
Dopo le solite trepidazioni
la puntata iniziò, e con essa tutte le esibizioni.
Erano davvero tutte
bellissime a dire la verità, emozionanti, in particolare Massimo che cantò
“Your song” di Elton John, i Gold Boyz con “Wild Boys” dei Duran Duran e,
ovviamente, Niko. Era stato davvero super… e forse fu per questo che andò in
ballottaggio. Si, avete letto bene.
Al termine della prima
manche, mentre Ivan annunciava chi si sarebbe salvato e chi no, erano rimasti
solo lui e i Locos Sounds. Ero convintissima che ce l’avrebbe fatta, ma allo
stesso tempo capii da dove veniva la mia agitazione di prima.
“Ce la farà, tranquilla” mi disse
Rossella.
“Sper…”
“E passa il turno… I Locos
Sounds!”
Sentii il sangue fermarsi, o
forse gelarsi nelle vene, ma fatto sta che mi sentii mancare. Niko se ne stava
lì, sul palco, mentre veniva applaudito e Maria commentava.
“Oddio, no!” esclamai, anzi,
quasi urlai. “Era stato… bravissimo, perfetto, no…!”
“Calmati, Deb, ce la farà,
sono sicuro” mi rassicurò Andrea, mentre Massimo si avvicinava.
“Andrà tutto bene, insomma…”
Abbassò la voce, “Quella della seconda manche sono i più… scarsi, tranne Rossella”
“Si, ma ho paura, non può,
insomma…”
Non riuscivo a calmarmi, e mi
veniva voglia di piangere.
“Debora, Niko non può uscire,
altrimenti io come faccio senza di te?” domandò Claudio, quasi disperato quanto
me, cercando di abbracciarmi.
“Eh, grazie, Claudio, ch
gentile che sei” gli dissi, mentre la voglia di piangere aumentava a dismisura.
Vidi Niko raggiungerci da
lontano, e la prima cosa che mi uscì spontaneo fare fu abbracciarlo più forte
che potevo,mentre iniziavo a piangere.
“Debora, calma! Tu devi
sostenermi, no?” mi disse, la voce che tremava appena.
Mi staccai, annuendo. “Si,
scusa, sono una stupida…”borbottai, asciugandomi le lacrime e notando che avevo
tutto il mascara sciolto.
“Ce la farò, no?” mi chiese facendo l’occhiolino.
“Si, certo…” dissi.
La colpa mi stava divorando.
Anzi, dire divorare è a dir poco. Mi stava inghiottendo, impossessandosi di
ogni centimetro di me. Avevo sbagliato,
avevo fatto intromettere Niko nella storia di Daniele, lo avevo distratto dalle
prove… Eppure per me era stato bravissimo… Per me… Il mio giudizio non valeva
niente, no?
“Sbagliare è umano,
perseverare è diabolico” affermò lui, asciugandomi una lacrima. “E quello che
dovrebbe piangere sono io….”
“Si, giusto, scusa, sono
un’ipocrita, scusa…” borbottai, decisa a calmarmi. Anzi, più che altro me lo
imposi: era iniziata la pubblicità e Maria e Sandro si stavano avvicinando.
“Insomma, oggi eri stato
davvero perfetto…!” iniziò Sandro.
“Beh, che vuoi fare, ce la
farai, ne son sicura!” lo incoraggiò Maria.
Niko non sembrava convinto.
“E se vado in ballottaggio con Rossella?” chiese, più a sé stesso che a Maria.
“Beh,deciderò” fu la sua
risposta, anche se vidi un po’ di paura nei suoi occhi. “E tu non piangere, donzella, questo macho ha
bisogno di te!” aggiunse rivolta a me.
Annuii, sorridendo tra le
lacrime anche se ciò mi risultava molto difficile.
Quei momenti non li
dimenticherò mai. Gli attimi duravano secoli, e non sapevo nemmeno perché ci
stavo così male. Insomma, anche se non ce l’avesse fatta… Cosa cambiava? Sarei
tornata a casa…!
“Su, dai piccolina, sorridi
per me!”
Niko mi stava quasi
implorando. Cercava di tirarmi su, ma io non ne volevo proprio sapere. Vicino a
noi, gli ormai immancabili Max e Andrea ci guardavano e sussurravano
incoraggiamenti ogni tanto.
Poi, durante la pubblicità
che precedeva l’annunciazione del secondo in ballottaggio, Maria chiamò in
disparte Niko così me ne restai sola soletta nel mio angolo, su una delle
panche e su cui sembrava ci avessi messo le radici.
Quello era il momento della
verità, mi dissi. Ed infatti…
“Deb, anche se Niko venisse
eliminato… Uno, ti aspetto alle mie nozze, due, sto organizzando qualcosa per
tenerci tutti vicini ogni tanto, ok? Tranquilla, ci rivedremo!” mi disse Max,
facendomi scoppiare nell’ennesimo pianto isterico.
“Sai qual è la cosa più
brutta?” fece Andrea, prendendomi in disparte poco dopo.
“Quale?” chiesi.
“Che… Beh, sai, anche
Rossella è nella seconda manche quindi rischia, ma… Una parte di me se dovesse
succedere un ballottaggio simile, beh, preferisce far salvare Niko per non
farti andare via” rispose serio, facendomi rimanere di stucco.
Forse mentiva, ma che
importanza aveva?
“Su, coraggio, vediamo cosa
succede” dissi alla fine, mentre Ivan riceveva la busta con verdetto.
“Brava, così ti voglio”
acclamò Niko, stringendomi a sé e accarezzandomi i capelli. “Tanto qualsiasi
cosa succederà sarai la mia manager se mi prenderanno ai provini per il film!”
“Aspetta che almeno diventi
maggiorenne” gli ricordai, ricambiando la stretta.
Tutti guardavamo la piccola
tv li vicino come se fosse la nostra unica ancora di salvezza.
Sul palco, vicino ai vari
giudici, c’erano Rossella, i Dj, Luigi…
La musica in sottofondo mi
rendeva davvero nervosa.
“Passa il turno… Rossella!”
Tutti tirammo un sospiro, e
vidi Rossella abbracciare Maria
raggiungerci due secondi dopo.
“Passa il turno… I Dj!”
Restammo tutti scioccati: eh
si, a Niko toccava proprio scontrarsi contro Luigi. E in quel momento capii
quanto volessi bene a Luigi: si, mi
dispiaceva lo stesso.
“Sarà Luke a decidere!” gli
ricordai mentre si allontanava.
“Si… Forse la prossima volta
che ci rivedremo sarà per fare le valigie!” urlò allontanandosi, facendomi
sedere sulla prima panchina che mi capitasse sotto tiro ancora più agitata.
“Non portare sfiga!”
Ma era la sfiga che
perseguitava noi!
“Luke lo salverà,
tranquilla!” mi rassicurò Max, mentre al suo fianco Rossella annuiva.
“Si, non gli piace Luigi”
diede man forte Vincenzo dei Dj.
“E se lo elimina” aggiunse Andrea,
che era del suo gruppo, “Farò lo sciopero per due settimane, non canterò!
Vedremo se non lo richiama!”
Finsi di sorridere, mentre Niko
si esibiva nell’ultimo scontro, cantando “Sere nere”.
Davanti a me, con sottofondo
la canzone che ci aveva uniti appena conosciuti, che rappresentava la prima
piccola “battaglia” vinta insieme, vedevo tutte le immagini di quel mese… Mi
ritrovai a pregare, e notai di avere al braccio qualcosa di nuovo: una collana
con la croce d’argento attorcigliato intorno
al mio polso, che di solito indossava Niko. Doveva avermela messa di nascosto,
mentre mi abbracciava. La strinsi più
forte che potevo.
“Allora, giudici, avete
trenta secondi di tempo per decidere” disse Ivan, quando anche Luigi terminò di
cantare.
Furono i trenta secondi più
lunghi della mia vita. Non sentivo Rossella stringermi la mano, non sentivo Massimo
sospirare forte, Andrea e Francesco dietro di me stringermi il braccio, Giuseppe
dire: “Su, Luke…” .
Alla fine però, i trenta
secondi terminarono.
“Maria, tocca a te” disse Ivan.
“Beh, Luigi sa che lo stimo
molto ma penso che sia un cantante troppo
troppo pop, per cui elimino Luigi”.
“Silvia, tocca a te”.
“Allora, sapete entrambi che
mi piacete un sacco, che vi stimo molto, e spero che Niko non me ne vorrà… Sa
che lo ritengo il divo del programma, gli auguro tanto successo... Per cui
elimino Niko”.
Tutto normale fino a quel
momento, ogni giudice aveva salvato il proprio membro. Ora toccava a Luke.
“Tocca a te, Luke”.
Luke fece una faccia strana,
si passò le mani tra quel poco di pizzetto che aveva, meditabondo. Io, senza
rendermene conto, mi ritrovai inginocchiata davanti la tv, con il braccialetto
di Niko stretto in mano e le lacrime che ricominciavano a scendere.
“Beh, devo dire che è una
scelto difficile, a mio avviso! Nessuno rappresenta il mio genere musicale, ma
non per questo ciò deve influire sulla mia scelta, sono gusti personali. Quello
che deve scegliere è il popolo, che ora mi da questa responsabilità. Cosa dire,
Niko è più commerciale ma allo stesso tempo con un futuro più ben definito, Luigi
è bravissimo con i toni alti, dopotutto è arrivato poco tempo fa nel
programma…”
“Luke, datti una mossa!”
sussurrai, mentre gli altri come me pendevano dalle sue labbra.
“Perciò, cosa dire…”
“Non dire niente, spara solo
il nome!” urlò Andrea.
“… Sapete che sono una frana
nello scegliere…” replicò Luke, godendosi quasi tutta quella suspense.
“Perciò…”
“Perciò…?” chiedemmo
all’unisono.
“… Perciò elimino…”
“Elimini?!”
“…Elimino Luigi!”
Un sospiro. Un urlo di gioia.
Un abbraccio collettivo. Saltellavo a più non posso, mentre Niko sospirava e
abbracciava Luigi.
Ce l’aveva fatta. Ce l’aveva
fatta!
Mi liberai dall’abbraccio di Andrea
per corrergli incontro, brandendo la sua collana.
“Ce l’hai fatta, grazie al
cielo!” urlai.
“Si, grazie anche a te”
rispose, mentre mi sollevava quasi in aria.
Rimanemmo come dei cretini a
piangere e ridere, mentre gli altri ci sommergevano.
“La collana!!” gli dissi, porgendogliela.
“No, tienila tu, a me non
serve più, sei tu il mio portafortuna” mi rispose poco dopo, mentre eravamo nel
loft, dopo aver salutato Luigi, con cui il club delle scommesse si era sciolto.
“Va bene…” acconsentii.
“Deb?”
“Si?”
“Però dovrai dirmi quando ti
porterà fortuna. Dovrai chiamarmi, anche se saremo lontani km e km!”
“Certo, te lo giuro sul bene
che ti voglio. E sappi che dopo stasera ha raggiunto le stelle!”.
Qualche Anticipazione:
Ero letteralmente tra le sue
braccia, ma la domanda era: come diavolo avevo fatto a finire addormentata lì
sopra, e soprattutto con lui?!
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“Beh, dicevi cose come… Beh,
eri ubriaca, ovvio…!”
“Cosa dicevo?” chiesi
disperata.
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“Geloso di cosa?” rispose
Daniele sprezzante. “Che tu riesci a farla stare al tuo gioco e scopartela
grazie alla tua celebrità e al tuo bel visino da riempire di pugni?”
_______
“Ma che, Deb! Non mi da
fastidio… E so che tu hai in testa altre persone!” mi rispose lei, facendo
l’occhiolino, mentre le altre due ridevano.
_______
“Non è colpa mia se sei così
soffice e bella da stringere” mi rispose, mandando in aria senza badarci troppo
il cuscino che gli avevano lanciato e continuando a starmi vicino.