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Autore: Figlia di un pirata    18/12/2014    1 recensioni
- Perché le hai cancellato la memoria, eh? Perché? Su, muoviti, spiega.
- Sta’ calmo, Har. Era solo per proteggerla.
- Proteggerla? Proteggerla? Zayn, ti rendi conto di cosa hai fatto?
- Starà molto meglio così.
- Non sa neanche che esistiamo, adesso.

Siamo sempre stati abituati a pensare che il sovrannaturale sia tutto un frutto della nostra immaginazione. Ci divertono libri e film su licantropi, vampiri, demoni e quant'altro, a noi sempre presentati come dei bellocci sensuali e affamati di verginelle pudiche. Ma vi siete mai chiesti da cosa sia nata l'ispirazione per scrivere queste storie? Alcuni mi hanno risposto, con ovvietà "Dalle leggende". E, non so a voi, ma a me hanno insegnato che le leggende hanno sempre un fondo di verità.
Avevo sempre sostenuto di non essere impaurita dalle storie di fantasmi, ma non mi ero resa conto che, a volte, la verità può essere ben più spaventosa delle storie che leggiamo.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L'oscuro tentatore - Capitolo 4: Rappresenta la morte
 
Il giorno dopo, all’ingresso di scuola, trovai la mia migliore amica intenta a inviare furiosamente messaggini a un destinatario che, ne ero sicura, doveva avere gli occhi azzurri e una certa ossessione per le Toms.
Non appena mi vide, mi prese da parte e, con tono da cospiratrice, mi chiese: - Non hai detto a nessuno delle informazioni riservate di ieri, vero?
Scossi vigorosamente la testa. - No, perché?
Mosse le braccia e le mani in modo da formare nell’aria strani cerchi. Spalancò gli occhi ed assunse un’espressione ancora più stralunata di quella che aveva di solito. - Perché tu non dovresti sapere niente. Ok? Non parlarne mai con nessuno, nessuno, nessuno. Ok?
Sospirai. - D’accordo. Ora però puoi mollarmi il polso?
Guardò le sue dita che, effettivamente, erano ben serrate attorno al mio polso e rise. - Scusa. Cos’hai alla prima ora?
- Storia dell’Arte. - risposi, accennando un sorrisetto perché quella era una delle mie materie preferite. - Abbiamo supplenza per due ore. Tu?
- Anche. - esclamò, stupita. - Per due ore.
Dal momento che aveva un anno in più di me, era ovviamente insolito che noi due avessimo le stesse materie alla stessa ora.
- Con che prof? - mi domandò dopo una piccola pausa, ben sapendo che i professori di Storia dell’Arte erano in tre, in quella scuola. E se il mio professore era assente, e lo era anche il suo...
- Quel matto di Ferguson che fa ricopiare la Marilyn di Warhol sui cartoncini colorati e li appende in giro per la scuola. - ridacchiai, prima di mordermi il labbro inferiore, preoccupata. - Dai, ma se si chiama Storia dell’arte perché far disegnare gli alunni? Si perdono molte nozioni importanti, che sono basilari nel programma di esame, così non capisce di svantaggiare i suoi studenti? Non ci tiene al loro percorso scolastico e a come i risultati che conseguiranno potranno compromettere la loro carriera?
- Non ha certo il dono del teletrasporto, ti pare? - mi interruppe con un cenno della mano. - Tecnicamente ce l’abbiamo anche noi, ora.
Feci due più due e mi resi conto di quanto ciò significasse ma, prima che potessimo dire una sola parola sorpresa, la campanella suonò. Avremmo capito se quello che pensavamo fosse vero solo pochi minuti dopo.
Mi recai nella mia classe.
Il professore si richiuse la porta alle spalle non appena presi posto al mio banco ed iniziò a blaterare.
- Quindi, ragazzi, dal momento che il vostro insegnante di Storia dell’arte è malato ed io, che preferisco definire la disciplina “Educazione Artistica”, sono l’unica anima pia in grado di sostituirlo, quest’oggi affronteremo un’ottima lezione, oltre che scambio culturale tra geniali menti, insieme alla Quinta D. - il professor Ferguson, ormai era risaputo, era un campione dell’egocentrismo più puro, e non era una novità che si ritenesse l’unica persona al mondo capace di sostituire il prof Boyle. Che poi, perché mai avrebbero dovuto assegnargli due supplenze lo stesso giorno? Non c’era davvero nessun’altra anima buona disposta a badare ad una classe di poveri studenti abbandonati a se stessi?
- Chi l’avrebbe mai detto? - ridacchiò Jackson, un mio compagno di classe oggetto di attenzione da parte di qualsiasi ragazza in quella scuola, mentre salivamo le scale che portavano alla classe della mia migliore amica. - La Quarta A e la Quinta D insieme.
Effettivamente, avremmo affrontato quella lezione con la Quinta D, il che significava controllare che Charlie prestasse attenzione alla lezione e conoscere i compagni di cui mi aveva tanto parlato.
Non appena varcammo la soglia, un sorriso si dipinse sui nostri volti nel vedere una classe più ampia, più luminosa e più ordinata di quella in cui eravamo costretti.
Quello stesso sorriso che regnava sulle mie labbra, però, si spense subito non appena mi accorsi di chi fosse il compagno di banco di Charlie.
Harry. Harry Styles.
Ferguson batté le mani, disgustosamente entusiasta. - Buongiorno, ragazzi. Oggi ho pensato di farvi realizzare un lavoro a gruppi, per testare le vostre capacità artistiche. Proprio così, per farvi un bel regalo, oggi non studierete quell’inutile teoria, ma avrete modo di sviluppare la vostra creatività, contenti?
Ci fu un mormorio eccitato da parte di tutti i ragazzi, compresi quelli della mia classe che, come me, erano ancora in piedi, allineati contro il muro di cartongesso bianco. Ovviamente non vedevano l’ora di conoscere gente più grande di loro e, soprattutto, la prospettiva di non studiare, evitando così un bel mal di testa, rallegrava chiunque. Mi dovetti trattenere dall’urlargli contro. I programmi di esame, a quanto pareva, non lo interessavano minimamente.
Il prof, che indossava degli occhialetti spessi e sfoggiava un sorrisetto compiaciuto, utilizzò una strana tecnica per dividerci in gruppi. Una tecnica che lui definì ‘Il salto della gru’, il che mi ricordò vagamente una mossa di arti marziali: in sostanza prendeva bruscamente per il braccio due alunni della mia classe e li univa ad altri due alunni dell’altra classe, generalmente compagni di banco.
Più andava avanti, più l’orrore si dipingeva sul mio volto: Charlie era finita con Bella e Jackson. Bella, la mia compagna di banco. Ciò significava che sarei stata in un gruppo nel quale non conoscevo praticamente nessuno.
- Oh, sembra che la signorina Fox sia rimasta da sola. - Ferguson sorrise nuovamente in quella maniera orripilante che aveva di scoprire i denti inquietantemente bianchi, ed io, orripilata, mi resi conto che i miei compagni di classe erano tutti andati. Niente, niet, rien, nada, caput, zero.
Era normale, mi resi conto, dal momento che la mia classe di Storia dell’Arte era composta da 9 persone.
Tutti avevano spostato i banchi contro la parete, in modo da potersi sedere a terra, divisi in gruppi.
Sembrava di stare all’asilo.
- Quindi… - continuò il professore. - Brooklyn e Styles, signorina. - alzò un sopracciglio, sorpreso. - Ohibò, sono gli unici che rimangono? Perbacco, come vola il tempo quando ci si diverte!
Lanciai un’occhiata truce e supplicante alla mia migliore amica, che si limitò a rivolgermi uno sguardo malizioso, poi mi diressi verso Styles ed un altro tipo, che si presentò come Scott Brooklyn. Era decisamente più alto di me, con i capelli rossicci e corti e gli occhi castani. Nulla di particolarmente eclatante, ma almeno sembrava simpatico.
Quel giorno, le iridi di Harry tendevano all’azzurro.
Il prof passò in giro per i gruppi, distribuendo dei bigliettini, dei fogli di carta da disegno un po’ più grandi del normale e tre matite colorate diverse per ogni gruppo.
A noi erano capitati il blu, l’arancione ed il rosa.
- Perfetto! - esclamò. - La traccia è scritta su ogni bigliettino, il lavoro verrà valutato e farà media per il voto di ammissione agli esami. Avete 85 minuti a partire da ora.
Presi in mano la situazione, anche se era difficile lavorare con due rimbambiti che ti fissano come se fossi l’ultima ragazza sulla terra. - Ok, la consegna dice: ‘Disegna la prima cosa a cui pensi osservando questi tre colori. Il disegno dovrà presentare necessariamente tutti e tre i colori che ti sono stati assegnati. La valutazione tiene conto…’ bla, bla, bla. - la mia voce si spense un pochino.
Harry interpretò in poche parole i pensieri di tutti e tre, soppesando con due dita i colori. - Cosa cazzo dovremmo combinarci noi con ‘sti tre colori?
- Io passo, grazie. - Scott esibì una meravigliosa faccia orripilata. - Sono colori da ragazze! Fatti venire un’idea.
Non potei fare a meno di sbuffare. - La domanda qui sorge spontanea: perché? E soprattutto, Styles, potresti piantarla con le volgarità?
- Non chiedermelo. - rispose il riccio, con sguardo disgustato.
Proprio in quel momento, il signor Ferguson ci passò accanto e mi riservò un sorriso. - So che sei molto capace, Fox. Dacci prova delle tue abilità! Insomma, spero che quei votoni che ricevi non siano dovuti soltanto alla tua conoscenza teorica! Inoltre, Styles, sei un asso in disegno.
Lui annuì. - Grazie professore, mi lusinga.
Inarcai un sopracciglio mentre Ferguson passava oltre. - Mi lusinga?
- Cosa non si fa per un bel voto! - disse, con un sorriso smagliante.
- Io non ti capisco.
- La cosa è reciproca.
- Allora - si intromise Brooklyn. - cos’avete intenzione di disegnare?
Pensai al luogo da dove provenivo, che non era assolutamente Leicester, e ricordai quel paesaggio che ogni sera ammiravo dalla mia stanza. - Un tramonto, no? Un tramonto sul mare…
Styles troncò le mie parole sul nascere. - Scordatelo. Non sono qui per qualcosa di romantico.
- Ah sì? Quali altre idee avresti, allora, signor professore-mi-lusinga? Sentiamo.
- “Quella coi votoni” qui sei tu o sbaglio? Noi aspettiamo solo che tu tiri fuori qualche idea da utilizzare.
Corrugai le sopracciglia. - Comodo, eh?
- Molto.
 
- Non lo sopporto, puoi dire quello che vuoi ma non lo sopporto. Non. Lo. Sopporto. - era l’intervallo e stavo camminando avanti e indietro per il corridoio insieme alla mia migliore amica.
- Ma dai! Siete così carini ins-…
- Charlie, non dirlo neanche per scherzo! È stata la lezione peggiore della mia vita.
- Peggio di quando, all’asilo, ti sei cagata addosso? - cercò, con poco successo, di soffocare una risata.
- Ok, forse non proprio la peggiore… - ammisi, arrossendo al solo ricordo.
- Piuttosto - continuò lei. - secondo te cosa pensa il professore del mio disegno?
Risi. - Beh… - non potei fare a meno di ripensare alla scena.
 
- Professore! - esclamò Charlie. - Questo è il nostro disegno finito. Rappresenta la morte. - iniziò a spiegare, tutta eccitata, con un sorriso soddisfatto stampato sul volto mentre mostrava un disegno sui toni del nero, del grigio e del verde scuro.
Ferguson sbiancò. - È… ehm…  sempre un piacere vedere dei disegni così… - si asciugò delle gocce di sudore dalla fronte. - così allegri e pieni di vita. C-complimenti, Hastings.
 
Anche lei rise. - Poverino, ci è rimasto di sasso.
Ricordai i miei dubbi della sera precedente. - Charlie… a proposito di ciò di cui mi hai parlato ieri…
Si fece improvvisamente vigile, attenta. - Sì?
La guardai negli occhi, cercando di farle capire che era una cosa seria. - Harry.
- Harry? - ripeté, cercando di sembrare confusa. Ma io lo sapevo benissimo che mentiva. - Cosa c’entra lui?
- Tu non… lui cos’è?
- Lui non è nulla… lui è normale. È un Umano.
- No! - esclamai, con un vigore che sorprese anche me. - No… lui non può… tu hai detto che lui non…
La campanella fece sentire il suo rumore perfora timpani. Giusto in tempo, come al solito.
- A dopo, bella. - mi salutò Charlie velocemente, come se andasse di fretta nonostante, per quanto ne sapessi, non aveva nulla di importante da fare.
- Ciao…
 
Quella sera, su Facebook, notai con piacere che Niall aveva accettato la mia richiesta d’amicizia.
Chiamai Charlie, che sembrava aver dimenticato la nostra conversazione di quella mattina. - Charlie? Mi ha accettato la richiesta d’amicizia! - dissi, eccitata.
Potei giurare di sentirla sorridere dall’altra parte della cornetta. - Che aspetti? Scrivigli!
- No, no, no. - e se avesse pensato che io fossi troppo appiccicosa? - Ma secondo te dovrei essere distaccata? Oppure è meglio se gli parlo tanto e…?
- Tu scrivigli e basta.
Stavo per ribattere quando la finestrella della chat si aprì.
 
- Ehilà! :D
                    

Era stato lui a scrivermi. - Oddio mi ha scritto! - esclamai.
Rise. - Ti lascio alle tue pene amorose. Ciao!
- Ciao! - esclamai velocemente prima di riattaccare. Dovevo concentrarmi.
Digitai accuratamente le parole sulla tastiera, ricontrollando più e più volte di non aver fatto errori.
 
- Ciao :)
- Come te la passi? :D
 

Mi aveva scritto una faccina felice. Una faccina felice. Questo significava che era felice di parlare con me? Cosa potevo rispondere al posto del solito ‘bene’? Cercai una risposta meno banale.
 
- Si sopravvive. Tu? :)
- Idem, direi. Ma davvero ti piacciono i 30 seconds to mars? **
 

Conosceva i 30 seconds to mars? Come faceva a conoscerli? E, soprattutto, come sapeva che mi piacevano?
 
- Ovvio: sono la mia band preferita! Perché me lo chiedi? o.o
- Perché ho visto che sul tuo profilo avevi condiviso una loro canzone :D Ed io li adoro!

 
Iniziai a convincermi del fatto che fosse il ragazzo perfetto. Come se non lo sapessi già. Lui li conosceva. E gli piacevano. Non erano in molti a conoscere quella band! E poi… cos’è che aveva detto?
Rilessi velocemente il suo messaggio.
Aveva visto ciò che avevo condiviso sul mio profilo. Ciò significava che aveva visitato il mio profilo o, forse, gli era comparso sulla home. Comunque fosse andata, però, ci aveva fatto caso. Ed era un punto a favore per me.
Cercai di non far trasparire tutta la mia felicità in quel momento, anche se non potevo fare a meno di inserire come minimo uno smile.
 
- Buono a sapersi :) Non sono in molti a conoscerli... :/
- Hai ragione, purtroppo D: Vabbè, adesso devo andare :) E’ stato bello risentirti ;) Ciaoooo! :D
- Ciao! :)

 
È stato bello risentirti. È stato bello… era una delle solite frasi fatte o gli aveva davvero fatto piacere?
Caro Niall, non sai che piacere è stato per me.


 



Argh.
Ciao ciao a tutti!
Loooo so, un noiosissimo capitolo di passaggio, anche se mi è piaciuto parecchio scrivere del ritorno di Niall. E non sottovalutatelo, sarà un personaggio molto importante! :)
Vorrei ringraziare tantissimo chi ha messo questa storia la tre preferite/ricordate/seguite, e Gin7 e Holly Rosebane per aver recensito i capitoli precedenti, siete state carinissime, tanto amore. *vi lancia biscotti e orsetti gommosi (ma non quelli rossi che sono i miei)*
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Aria.
   
 
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