Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: ___Darkrose___    19/12/2014    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Izuko mi fece cenno di seguirla in acqua e io la guardai perplessa. La donna si fermò quando aveva il busto ormai immerso nell’acqua.
- Tranquilla, non pretendo ancora che tu possa respirare sott’acqua, ma puoi spostare l’acqua del lago – disse con un sorriso.
La guardai ad occhi sgranati, forse Izuko non era la persona adatta per farmi insegnare a controllare le mie doti. – Ma io non ne sono capace – mormorai.
- Continuando così non imparerai mai – mi rimproverò. – Concentrati e fallo -.
Sospirai e guardai il lago. Non ero in pericolo e non dovevo proteggere qualcuno, non riuscivo a sfruttare al meglio i poteri che avevo. Rimasi ferma sulla sponda per almeno mezz’ora e alla fine rinunciai, ormai esausta.
- Affidi il controllo dei tuoi poteri alle emozioni – disse Izuko. – Questo mi serviva a dimostrarti quanto lavoro ci sia da fare -.
Mi aiutò ad alzarmi e mi guidò ad una barca di legno nascosta dietro le rocce. Toccò a me remare fino al centro del lago, dove non vedevo assolutamente nulla.
Izuko abbassò la fronte e pronunciò alcune parole che non riuscii a capire. Alla fine di quella che sembrava una formula magica, davanti a me apparve un’isola proprio al centro del lago. Doveva essere protetta da una barriera, così da impedirne la vista. Ecco perché Izuko diceva che non sarei potuta uscire.
Continuai a remare verso l’isola e vidi la barriera chiudersi dietro di noi. Mi resi conto che noi potevamo vedere l’esterno, ma gli altri non potevano vedere noi.
Scendemmo dalla piccola barca e mi fece strada fino ad una capanna, lei probabilmente viveva lì.
Mi guardò e mi fece cenno di sedermi all’interno con lei. – Per usare al meglio i tuoi poteri, non devi affidarti solo alla paura e all’odio, ma anche a emozioni che producono sensazioni positive – mi spiegò, mentre versava del thè. – Per questo dovrai sottoporti ad un periodo di meditazione, così da scoprire meglio la tua interiorità -.
- Cosa intende? – domandai, mentre soffiavo sulla bevanda per raffreddarla.
La donna appoggiò la teira. – Ora sei spaventata, ti trovi in un luogo che non conosci e ben poco ricordi di ciò che eri prima. Ricordi la sensazione di terrore e angoscia che provavi quando eri chiusa nella Sfera ed è per questo che quelle sensazioni risvegliano i tuoi poteri; per questo ti scusi per azioni che non sono state commesse da te -, probabilmente si riferiva alle scuse che le avevo fatto prima. – Ricordi solo il male, io ti aiuterò a ricordare il bene, a rievocare altre emozioni che possono risvegliare i tuoi poteri -.
Mi resi conto che effettivamente aveva ragione, io mi affidavo alla paura e all’angoscia per sfruttare i miei poteri, quando ero tranquilla non erano mai venuti allo scoperto. La prima volta che avevo creato la barriera, infatti, era stata la prima notte in cui avevo incontrato Naraku.
Sorseggiai il thè e poi la guardai fissa negli occhi. – Devo imparare il prima possibile -.
La donna si alzò e cominciò ad accendere degli incensi. – L’allenamento sta già cominciando – sussurrò. – In quel thè c’erano delle erbe che ti faranno cadere in uno stato di trance, in modo che tu possa esplorare al meglio il tuo inconscio, quando ti sveglierai potremmo cominciare i veri esercizi -.
Cominciavo a sentirmi stordita e mi resi conto che lei non aveva bevuto. Ero spaventata, ma lei mi guardò cercando di rassicurarmi. – Non ti farò del male, non ne avrei motivo -.
Cercai di rilassarmi e respirai profondamente.
Il buio cominciava ad avvolgermi e ora potevo cominciare il viaggio dentro me stessa.

Nel frattempo Inuyasha…

Ero furioso, quella stupida mi aveva lasciato indietro e quei tre l’avevano aiutata a scappare senza dirmi niente. Ero arrabbiato soprattutto con Sango, che le aveva dato quell’intruglio per nascondere il suo odore.
Ero così arrabbiato che mi ero rifiutato di andare con loro a cercare gli ultimi frammenti.
Continuavo a pensare al momento in cui avevo rischiato di uccidere Sam, la mia Sam.
Una barriera aveva respinto il pugnale e fortunatamente la Sfera si era protetta, solo per questo si era salvata. Non volevo pensare a cosa sarebbe potuto succedere se non si fosse creata quella barriera; avrei perso Sam per sempre.
Guardai l’unica cosa che aveva lasciato, il suo maglione.
Non sapevo se lo avesse fatto apposta per farmi ricordare di lei o solo perché era un’inguaribile smemorata.
Colpii con un pugno l’albero che mi stava accanto. Quella scema non mi aveva neanche salutato, era soltanto partita. Avevo passato quattro giorni a cercarla e non l’avevo trovata, il suo odore era sparito.
Ora mi trovavo oltre le montagne, non volevo stare con Sango, Miroku e Shippo; ritenevo anche loro responsabili di averla lasciata andare. Dovevano fermarla, in modo che potessi accompagnarla.
Ora non sapevo neanche se fosse viva o morta, o peggio, se Naraku l’avesse catturata. Era andata via per accrescere i suoi poteri, ma dove? Perché non potevo andare con lei?
Provavo una preoccupazione folle nei suoi confronti ed era passata solo una settimana dalla sua partenza.
Non appena l’avessi vista le avrei gridato contro tutto quello che pensavo, poco importava se in realtà per prima cosa avrei voluta abbracciarla più forte che potevo, non avrei ceduto ai suoi occhi scuri e dolci.
Avrei fatto qualsiasi cosa per sentirmi mandare a cuccia ancora una volta da lei.
Era stato così fortuito il nostro incontro e all’inizio proprio non la sopportavo, ma poi avevo scoperto quanto potesse essere forte e piena di vita, con quel sorriso che mi apriva il cuore ogni volta che lo vedevo. Mi aveva insegnato che alla fine non c’era nulla di male a dare fiducia, tanto che avevo deciso di raccontarle di Kykio.
Decisi che sarei tornato al villaggio della vecchia Kaede, magari era già tornata indietro e io non lo sapevo. Anzi, forse ci tornavo perché non volevo stare solo e tornare da Miroku e gli altri mi avrebbe fatto bene, anche se ero ancora molto arrabbiato con loro.
Stavo per partire, quando improvvisamente mi arrivò quell’odore che conoscevo fin troppo bene. Il leggero odore di pesca che proveniva dalla sua pelle e che solo io riuscivo ad avvertire.
Corsi come non avevo mai corso in vita mia e mi ritrovai vicino ad un lago, ma lei non c’era.
Setacciai tutta la zona, ma non la trovai. L’odore era lieve, ma io riuscivo a percepirlo.
Sentirlo di nuovo mi diede speranza, se era passata di lì forse stava tornando a casa e l’avrei ritrovata ad aspettarmi con quel sorriso ironico che aveva sempre quando mi vedeva.
Purtroppo la scia del suo odore svaniva lì, ma averlo sentito mi aveva reso più tranquillo.
Stava bene, era ancora viva. E speravo che presto sarebbe tornata da me.

Quando riaprii gli occhi mi sembrò di essermi risvegliata da un lunghissimo sonno. La mente era ancora un po’ stanca, ma il corpo era completamente rinvigorito.
Mi guardai intorno e trovai Izuko intenta a prepararmi qualcosa da mangiare.
Quando mi tirai a sedere sentii la testa girarmi vorticosamente e fui costretta ad appoggiarmi con la schiena alla parete.
La donna mi si avvicinò. – Hai dormito per quattro giorni, non mi aspettavo che ti ci volesse così tanto per calmare il tuo spirito – disse, mentre mi portava il cibo. – E’ normale che tu sia stanca -.
Ero stupita di aver dormito per tutto quel tempo, mi sembrava di essermi addormentata solo pochi secondi prima.
Izuko però aveva ragione, quella trance mi aveva calmata. Mi sembrava di essere tornata a qualche mese prima, quando i pensieri che mi preoccupavano erano così pochi che ero sempre serena e sorridente. Mi alzai in piedi, rinvigorita dal cibo che la donna mi aveva servito e andai fuori a godermi un po’ di sole.
Quando guardai fuori, quasi persi la calma che avevo riacquistato.
Su una delle sponde del lago c’era Inuyasha che annusava l’aria. Mi aveva trovata, era riuscito a sentire il mio odore.
Fortunatamente non si era accorto della barriera che nascondeva l’isola e alla fine era andato via.
Vederlo mi aveva fatto male, ma allo stesso tempo mi aveva resa felice. Durante quella trance Inuyasha era stato sempre nei miei pensieri ed era tra le uniche cose che ricordavo. Ora sentivo una strana pace dentro di me, Izuko aveva proprio ragione, ripulire il mio spirito tormentato era stata la cosa migliore di tutte.
La donna uscì dalla capanna e mi guardò. – Sei pronta? – mi chiese.
- Per cosa? -.
Lei sorrise. – Beh, comincia l’allenamento – disse, invitandomi a sedermi vicino a lei.
Le obbedii e mi sistemai accanto a lei, con lo sguardo rivolto verso il lago.
- Adesso vediamo se sei in grade di aprire le acque –, la guardai spaventata, non sapevo se ne sarei stata capace. – Congiungi le mani e concentrati, più di così non posso aiutarti -.
Feci come mi aveva detto, così chiusi gli occhi e mi concentrai.
Sentivo qualcosa smuoversi dentro di me, mi sembrava di poter avvertire ogni increspatura dell’acqua, ogni movimento dei pesci dentro di essa.
Era una strana sensazione e fu a quel punto che lo sentii. Il potere che confluiva dentro di me, la possibilità di governare l’intero lago.
Allargai le mani, forse con troppa forza. L’acqua si allargò a tal punto che allagai gran parte della foresta e quando me ne accorsi lasciai andare tutto, riuscendo a far tornare l’intero lago al suo posto.
Izuko mi guardò divertita. – Beh, già meglio di prima, non credi? -.
Cercai di sorridere a mia volta, ma alla fine non riuscii a resistere alla tentazione di farle una domanda che mi aveva tormentata. – Divina Izuko, perché mi ha salvata? E perché Naraku la cercava? -.
La donna abbassò lo sguardo e cominciò a raccontare. – Ero una sacerdotessa molto potente e Naraku sapeva che avrei potuto insegnargli ad usare la Sfera non solo per esprimere un desiderio, ma anche per controllare i poteri che tu stessa stai imparando ad usare adesso. Ovviamente mi rifiutai, non volevo dare aiuto a quel demone. Se ne stava andando senza farmi alcun male, fino a quando non udii il tuo pianto, eri così disperata al pensiero di essere di nuovo costretta a fare del male…così ho scagliato la freccia che ti ha liberata, il resto lo puoi ben vedere -.
Avrei voluto provare a dirle qualche parola di consolazione, ma lei mi fermò. – Ora basta, continuiamo a provare -.
Gli allenamenti erano estenuanti, ogni giorno dovevo sottopormi a qualche prova snervante e sfiancante. Sia il corpo che la mente subivano la stanchezza di tutto quello sforzo, ma alla fine di ogni giorno ero felice, perché avevo fatto qualche piccolo miglioramento. La stanchezza si faceva sentire sempre di più, ma sapevo che ogni sforzo mi portava un passo più vicino al mio obbiettivo e ad Inuyasha.

Tre settimane dopo, Inuyasha…

Ero steso vicino al fiume con Miroku. Di lì a qualche ora saremmo partiti per arrivare a prendere uno dei pezzi della Sfera, che praticamente era uno degli ultimi mancanti.
Avrei voluto prendere quelli del lupastro, ma mi dovevo accontentare; almeno avrei potuto sfogare il mio nervosismo su qualcuno.
Shippo si avvicinò a noi con aria triste. – Quanto tempo è passato da quando è andata via? -.
Quella domanda riuscì solo ad accrescere il mio nervoso. Reagii tirandogli un pugno sulla fronte. – Non parlare di lei, è chiaro?! -.
- Sai che è un po’ irritabile sull’argomento – disse Miroku, cercando di sorridere.
La verità era che erano più di tre settimane che Samantha non tornava ed eravamo tutti preoccupati. Gli avevo dato un limite di tempo, se entro un mese non fosse tornata, avrebbero dovuto dirmi dove si trovava, così da poterla andare a cercare e sapere almeno se stava bene.
Mi voltai dall’altra parte, rifugiandomi su uno degli alberi lì vicino.
Non avevo più avvertito da nessuna parte il suo odore da quando l’avevo sentito vicino a quel lago. Prima di andare via avevo setacciato tutta la zona, ma non avevo trovato nulla.
Provai a chiudere gli occhi per rilassarmi, ma davanti a me trovavo sempre il suo viso allegro. Da quando era andata via quasi non riuscivo a dormire.
Improvvisamente avvertii di nuovo quel leggero odore di pesca e pensai che fosse l’ennesima allucinazione. Questa volta, però, non svanì. Rimase ad impregnare l’aria e scesi dall’albero, rischiando di atterrare sul bonzo.
- Inuyasha, ma sei impazzito?! – sbraitò Miroku.
Gli feci cenno di fare silenzio. – E’ qui, è tornata – mormorai.
Corsi verso la direzione dal quale proveniva il suo odore, con il cuore che batteva così forte da uscirmi quasi dal petto.
Ero sicuro che fosse lei, non poteva essere nessun’altra.
Arrivai davanti al Goshinboku e la vidi.
Sam, la mia Sam.

Avvertii dei passi veloci alle mie spalle e quando mi voltai lo vidi.
Inuyasha, il mio Inuyasha.
Rimasi immobile a guardarlo, nessuno dei due si muoveva e ci limitavamo a guardarci negli occhi senza proferire parola.
Mi era mancato così tanto in quelle settimane e avevo immaginato come sarebbe stato rivederlo di nuovo dopo così tanto tempo. Mi ero immaginata che mi corresse incontro gridandomi che mi amava, oppure che mi avrebbe solamente stretta tra le sue braccia.
Eppure non si muoveva, mi guardava come se non potesse credere che fossi davvero davanti a lui, forse anche lui aveva sognato così tanto questo momento, che ora non sapeva cosa fare.
Provai ad aprire la bocca per dire qualcosa, ma uscii solo un lieve sibilo. Ero così felice di vederlo che mi non riuscivo ad esprime cosa significasse a parole.
Prima che potessimo dirci qualsiasi cosa, Sango, Miroku e Shippo ci avevano raggiunti e mi avevano accerchiata.
Il piccolo demone volpe mi era saltato in braccio piangendo. – Samantha! -.
Sango mi aveva stretta tra le braccia e anche Miroku si era unito a quella grande manifestazione di affetto.
Io li abbracciai sorridendo, ero così felice di rivedere anche loro.
- Mi siete mancati tutti quanti – dissi ridendo, mentre gli altri mi riempivano di domande.
Fu solo una voce quella che sentii sopra a tutte.
- Stupida! – gridò Inuyasha.
Gli altri si spostarono e vidi il mio mezzodemone con uno sguardo furioso, che teneva i pugni chiusi per la rabbia. – Brutta demente, mi hai fatto preoccupare e torni come se nulla fosse? Tzè sei davvero una stupida – sbraitò.
Lo guardai ancora più furiosa, avvicinandomi a lui e puntandogli l’indice contro. – Ehi! Mi aspettavo un po’ più di accoglienza da parte tua! D’altro canto non ero la tua donna? -.
Mi guardò adirato. – Mi hai mollato qui! Chi dice che tu sia ancora la mia donna? -.
- A cuccia! -.
Prima che potessi prenderlo a botte gli altri mi bloccarono.
- Samantha-chan non farlo! – gridò Miroku.
- Da quando te ne sei andata era disperato e continuava a guardare l’orizzonte per cercarti, è solo arrabbiato ma non pensa davvero quello che ha detto, ogni notte ti cercava! – esclamò Sango.
- Sì è vero! – aggiunse Shippo.
Inuyasha si alzò in piedi. – Quindi mi avete spiato? – sibilò furioso. – Cominciate a scappare, adesso! -.
Era bello tornare, ora sì che mi sentivo di nuovo a casa.
Bloccai Inuyasha e, a differenza di come mi ero immaginata, fui io la prima ad abbracciarlo. – Mi sei mancato, idiota -.

Quando tutti si furono calmati tornammo nei pressi del fiume, tutti erano curiosi di vedere cosa avevo imparato e io non vedovo l’ora di mostrarglielo, anche perché Inuyasha era molto scettico al riguardo.
Mi misi seduta vicino al fiume con gli altri dietro di me. Posizionai le mani in avanti e presi fiato, sapendo che lo sforzo sarebbe stato grande.
Cominciai a prendere lunghi respiri, fino a quando non sentii di nuovo la forza che avevo sentito tante volte fluirmi in corpo. A quel punto una parte dell’acqua del fiume venne bloccata, formando un muro davanti a me.
Mossi le mani in modo che essa si raggruppasse in un’enorme bolla sopra di me e la feci roteare, causando lo stupore di tutti quanti.
La feci volare fino a farla arrivare sopra la testa di Inuyasha e la lasciai cadere, lasciandolo bagnato e arrabbiato.
- Ehi! Ma che diavolo fai? – sbuffò, mentre l’acqua gli scendeva lungo il viso e il corpo.
Io sorrisi divertita. – Dicevi che non potevo avere imparato così tanto, ti ho dato solo una piccola dimostrazione di ciò che ho imparato – risposi contenta.
Inuyasha mi fulminò con lo sguardo. – Non bastava mandarmi a cuccia, vero? -.
Mi avvicinai e gli schioccai un bacio sulla guancia. – No -.
Sango, Miroku e Shippo erano sbigottiti. – Wow! La strega Izuke deve avervi insegnato molto! – esclamò il monaco.
- Non mi sarei mai aspettata di vedere una cosa del genere – commentò Sango.
Sorrisi. – Il mio allenamento non è ancora finito – risposi. – Ancora non sono in grado di creare gli elementi e Izuke ha detto che un giorno ne sarò capace, ma che lei non può insegnarmelo -.
Shippo rimase a bocca spalancata. – Davvero ci riuscirai? -.
- A quanto pare sì -.
Decisi di omettere il fatto che avevo deciso di concludere in anticipo il mio allenamento per tornare da Inuyasha, anche perché secondo Izuke già così avevo buone probabilità di sconfiggerlo. Aveva anche aggiunto che, controllando il vento, avrei potuto potenziare la tecnica di Tessaiga.
Ero fiera di tutti i miei miglioramenti e mi feci accompagnare dalla divina Kaede per concedermi un po’ di cibo e di riposo.
Inuyasha ancora non mi aveva perdonata del tutto, ma vedevo dal suo sorriso appena accennato che era molto contento ora che ero tornata.
Trovammo la divina Kaede che lavorava nel giardino e decisi di farle una sorpresa.
Mi concentrai e i fiori che stavano per morire tornarono a nuova vita in un attimo. Quelle che Izuke mi aveva insegnato non erano tecniche semplici, ma ormai avevo imparato a padroneggiarle con maestria. Adesso potevo estendere anche di molto la barriera che prima proteggeva solo me.
Quando l’anziana donna vide quello che ero riuscita a fare rimase di sasso. – Ma è sbalorditivo! Allora la sacerdotessa Izuke non ha perso la sua forza – commentò.
Miroku rimase perplesso. – Ma non era una strega? -.
- No – risposi al posto di Kaede. – A causa di una maledizione di Naraku è stata costretta a rimanere su questa terra anche se morta, per questo è stata rinominata strega dalla gente del luogo -.
Entrammo in casa, sarebbe stato bello poter creare il fuoco che avrebbe scaldato il thè, ma ancora non ne ero in grado, così mi limitai ad animarlo di tanto in tanto.
Ormai per me era quasi un gioco e facevo roteare una fiammella tra le dita, suscitando l’iralità di Kirara che ci giocava.
- In cosa consisteva l’allenamento? – domandò la divina Kaede.
Spensi la fiammella e tornai seria. – In lunghissime ore di uso degli elementi e di meditazione per controllare il mio spirito – risposi.
Miroku sembrava molto interessato. – E la divina Izuke è bella come si dice? -.
Sango lo colpì sulla testa. – Non cambierai mai -.
E io che avevo pensato che quei due si fossero chiariti, ma a quanto pare non era proprio così.
Shippo mi tirava la maglia. – Mi fai vedere ancora quella cosa con l’acqua? – mi chiese divertito.
Sorrisi e cominciai a controllare l’acqua del thè per versarla dentro le tazze che la divina Kaede aveva portato.
Inuyasha sbuffò. – Tzè, tre settimane per imparare a fare dei giochetti da quattro soldi, saresti anche potuta tornare prima – commentò.
Lo guardai innervosita. – Scusa se ho preferito imparare ad usarli per non essere costretta a farmi sempre difendere -.
Il mezzodemone se ne andò ringhiando, anche se era felice del mio ritorno proprio non riusciva a perdonarmi per averlo lasciato solo tutto quel tempo.
Kaede rise. – I demoni cane sono molto protettivi nei confronti delle proprie donne -.
Mi ricordai del segno che avevo sul collo e istintivamente lo toccai. –Però non è neanche giusto che si comporti in questo modo – commentai.
- Gli sei solo molto mancata ed è stato tanto in pena per te. È il suo modo per dimostrare che è felice che tu sia tornata Samantha-chan – disse Sango.
Sarà stato anche il suo modo di fare, ma la sua freddezza mi faceva davvero soffrire.

Durante la notte mi ritirai in mezzo al bosco, Izuke aveva detto che se avessi continuato a meditare sarebbe stato possibile accrescere ancora di più i miei poteri.
Mi misi seduta sotto il grande dio albero e chiusi gli occhi.
Mi sentii subito sollevare da terra e il vento mi avvolse. Quello era l’elemento che facevo più fatica a controllare a causa della sua imprevedibilità. Era decisamente complicato.
Sentii dei passi e aprii gli occhi, ritornando seduta a terra.
Inuyasha era davanti a me che mi squadrava. – Cosa stavi facendo? – chiese.
Mi alzai in piedi pulendomi dalle foglie. – Mi stavo esercitando – risposi.
- Tzè, e per un po’ di meditazione sei dovuta andare così lontano? -.
Lo guardai furiosa. – Adesso basta! – sbottai. – Sono andata perché sarebbe stato meglio per entrambi! Voglio potermi difendere e voglio distruggere Naraku, così da poter essere tua per sempre! Ancora non lo hai capito? -.
Inuyasha abbassò lo sguardo, puntandolo a terra. – Potevi dirmelo subito, avrei almeno voluto salutarti, invece te ne sei andata da me con troppa facilità -.
Gli presi il viso tra le mani, costringendolo a guardarmi negli occhi. – Tu credi che per me sia stato così semplice andarmene? Sei così stupido da pensarlo? -, stavo quasi gridando. – Da quando sono andata via non ho smesso neanche per un attimo di pensarti, avrei voluto raggiungerti in un milione di occasioni e non ho mai potuto, ti ho sognato ogni notte e se sono riuscita a resistere è solo perché sapevo che lo stavo facendo per garantirci un futuro insieme! -.
Il mezzodemone continuava a spostare lo sguardo altrove, incapace di guardarmi negli occhi.
- Piuttosto sei tu che devi esserti fatto passare la mia mancanza molto velocemente – dissi. – Da quando sono arrivata a malapena mi hai abbracciata o sei stato con me, so di averti fatto arrabbiare, ma vuoi capire che l’ho fatto solo per te?! -.
Inuyasha mi prese per le spalle e cominciò a scrollarmi. – Sono io che dovrei proteggere te e non ne sono ancora capace, capisci quanto sia frustrante per me?! -.
Rimasi immobile a fissare quelle pozze color ambra che erano piegate in un’espressione disperata. – Tu non puoi proteggermi da qualsiasi cosa – mormorai. – Le persone devono anche sapersi difendere da sole -.
- Io vorrei solo che bastasse la mia protezione – rispose.
Mi abbracciai a lui, anche se non ricambiava il mio abbraccio. – Arriverà il tempo in cui sarai tu a proteggermi, senza bisogno dei miei poteri. Per ora siamo in un tempo dove la forza di uno solo non basta, per questo serve anche il mio aiuto per sconfiggere Naraku, solo tutti insieme potremmo sconfiggerlo, lo capisci questo? –, finalmente mi abbracciò, scaldandomi il cuore. – E poi il tuo abbraccio è l’unico luogo dove mi senta realmente protetta, non ti basta questo? -.
Mi baciò il collo dove aveva impresso il simbolo del suo amore. – Alla fine di questa guerra ti giuro che non dovrai mai più combattere, te lo prometto -.
Mi guardò negli occhi e mi diede un bacio che mi lasciò senza fiato.
- Ti amo, Inuyasha – dissi, mentre mi rendevo conto che le sue braccia erano l’unico luogo in cui mi sentivo a casa.
Mi strinse ancora più forte. – Ti amo anche io Sam, più della mia vita -.
Restammo a dormire abbracciati sotto l’albero che ci aveva visti confessare per la prima volta il nostro amore, cullati dal rumore del vento e dai reciproci battiti dei nostri cuori.



Rieccomi!
In questa parte ho voluto aggiungere anche i pensieri di Inuyasha perché mi sembrava che rendessero la storia un po’ più completa. Spero che vi sia piaciuta l’idea. Purtroppo sarà solo in questo capitolo XD
Ci sentiamo presto!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: ___Darkrose___