Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Ikki95    19/12/2014    0 recensioni
Chi è Kizumi Neriko? Un pazzo? Un grande pirata? Una minaccia per l'equilibrio mondiale? O forse tutte e tre le cose? Tutto ciò che sappiamo è che vuole incontrare Rufy, e il nostro eroe non saprà resistere alla tentazione di misurarsi con lui. Farà però la conoscenza con l'oscuro passato di Kizumi, il quale lo farà riflettere sul suo modo di essere pirata...
Dal Cap.1:
"Sono stufo di aspettare. E sono ancora più stufo delle tue giustificazioni."
"Capitano, la prego, mi dia solo un altro po' di tempo..."
"Ci sono centinaia di persone come te che non aspettano altro che io li faccia entrare nella mia ciurma."
"No, la prego..."
L'uomo cercò con le mani la porta dietro di lui nel tentativo di darsi alla fuga, ma un'improvvisa fitta al petto lo bloccò sul posto. Cadde in ginocchio, una mano premuta all'altezza del cuore, l'altra allungata verso il suo Capitano come a voler implorare pietà. L'uomo lo stava guardando contorcersi con la mano destra stretta a pugno. Sorrideva.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akainu, Fujitora, Kizaru, Mugiwara, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
4. "I miei occhi non m'ingannano; quella è una nave della Marina!"
Disse Brook rivolgendosi a Franky mentre passeggiava in su e in giù per il ponte principale della Sunny. Erano stati loro due gli incaricati a sorvegliare la nave.
"... Se solo avessi gli occhi. YOHOHOHOHOH!" Concluse gioiosamente lo scheletro.
"Ehi, hai ragione..." Gli rispose Franky spostandosi dal volto i suoi tipici occhiali da sole.
Effettivamente, ormeggiata a qualche metro di distanza dalla Sunny c'era una nave della marina. Franky si voltò e notò che ve ne erano altre due attraccate poco distanti. Probabilmente, la fitta nebbia che circondava l'isola aveva impedito ai Marine di avvistare la Sunny, altrimenti avrebbero immediatamente cercato di catturarli. Che anche loro fossero lì per Kizumi? Per Franky e Brook ciò non aveva importanza: per ora, potevano solo sperare che il resto della ciurma tornasse presto indietro: dovevano scappare.
"Tutto qui?" Commentò Sakoto mentre faceva pressione con una gamba sullo sterno di Sanji, steso a terra. "Sarebbe questo il famigerato Gamba Nera? Non sono per niente soddisfatto." Aggiunse.
Sanji tossì e tentò di togliere il piede dell'avversario dal suo stomaco, ma le forze lo avevano abbandonato. Sakoto si pettinò con una mano i suoi capelli corvini.
 "Bhè, basta giocare, adesso. Non sei stato divertente." Commentò lui poco soddisfatto per l'andamento dello scontro. "Addio."
Sollevò il piede e si apprestò a vibrare il colpo definitivo verso il cuoco.
- Cazzo... Devo schivarlo, devo rotolare via... - Tossì sangue. Non riusciva a muoversi, era come paralizzato. Sanji chiuse gli occhi, quasi rassegnato. Il suo ultimo pensiero poteva andare solo ad una persona. - Nami - swan... Cosa non avrei dato per portarti all'altare e vivere una vita con te... -
Chiuse gli occhi.
Sentì solo un rumore sordo, come quello di due sbarre d'acciaio che cozzano l'una contro l'altra. Attese un istante che gli parve infinito, poi si fece coraggio e riaprì gli occhi.
"Ooooh... Sakoto Freccia d'Argento e Sanji Gamba Nera... Due piccioni con una fava..."
L'ammiraglio Kizaru aveva contrastato il colpo di Sakoto con un suo calcio.
- Impossibile... - Si disse Sanji mentre osservava incredulo quella scena.
"Ma tu guarda... Un ammiraglio della Marina." Sakoto gli sorrise svelando i denti ingialliti dall'incuria. "E tu mi farai divertire?" Chiese infine.
"Più di quanto tu creda." Nello sguardo di Kizaru bruciava un fuoco di pura determinazione.
Si mossero da quella posa ed iniziarono a combattere. Sanji quasi non riusciva a seguire i loro colpi, mentre guadagnava strisciando qualche centimetro di distanza dai sue. Si erano completamente dimenticati di lui. Avrebbe potuto rimettersi lentamente in piedi, fuggire, raggiungere Rufy, ma non lo fece. Il combattimento a cui stava assistendo era un concentrato di tecnica, potenza e abilità. Sanji ne era estasiato, e continuò a fissare i due rimanendo immobile. Continuarono ad affrontarsi per diversi minuti, poi il cuoco colse in Borsalino uno strano ghigno.
"Oooh... Devo ammettere che sei bravo, Freccia d'Argento. Ti stai divertendo?" Chiese sornione, conscio di avere un asso nella manica.
L'altro gli sorrise con tutti e trentadue i denti. "Sì... Sì... Sì!" Urlò. "Nessuno mi aveva mai fatto divertire così!"
"Riesci a vedere un calcio sferrato alla velocità della luce?" Concluse Kizaru a mezza voce.
"Cosa...?"
Sakoto non ebbe neppure il tempo di comprendere. L'ammiraglio smise improvvisamente di controattaccare ai suoi attacchi e quando il pirata guardò sopra la propria testa era già troppo tardi. Si rese conto della sconfintta quando fu investito da un fascio di luce, ne assaporò il calore al contatto, poi si sentì avvampare. Infine, più nulla.

Uruma sorrise al suo nemico, conscio di avere la vittoria in pugno. Zoro era riverso a terra, senza più armi per potersi difendere. Il suo avversario non era tipo da perdersi in chiacchiere: non gli disse alcuna frase che potesse distrarlo dal suo obiettivo, non fece alcun giro di parole per cercare di convincerlo ad unirsi a loro. Semplicemente, il suo odio represso per Mihawk e per chiunque lo conoscesse lo spinse a sollevare il braccio bionico, pronto per schiantarlo contro il corpo inerme dell'uomo. D'un tratto, vide stagliarsi sul terreno un'ombra minacciosa.
"Ma che...?"
Si voltò di scatto e si accorse con la coda dell'occhio di un uomo, il quale impugnava una spada, passargli a fianco. Uruma rimase immobile, turbato così come Zoro, per un lungo attimo. Quando si riscosse, scoprì di avere un lungo taglio sulla guancia.
"Le tue doti di percezione sono così scarse? Devi affinare i tuoi sensi." Lo canzonò allora Fujitora.
"Chi diavolo sei tu?" Chiese il pirata pulendosi dal rivolo di sangue con una manica della lacera veste.
"Chi sono non ti riguarda." Gli rispose piccato l'ammiraglio. "Sappi solo che sono qua per portarti davanti al giudizio supremo." Si voltò verso Zoro, il quale si concentrò sui suoi occhi ciechi. Come poteva sapere dove fosse anche senza avere la facoltà di vedere? Quell'uomo era portentoso, e da una parte lo spadaccino lo ammirava. "Poi sarà il tuo turno, Roronoa. Non pensare che abbia voluto salvarti." Sentenziò Fujitora.
Uruma rise. "Sei così sicuro di te?" Chiese dunque.
"Non è la consapevolezza dei miei mezzi a decretare le mie parole. Sarai tu stesso ad ucciderti. Mi basta percepire la tua essenza per comprenderlo."
"Troppe parole, vecchio." Lo schernì l'omone. "E troppi pochi fatti." Sollevò la spada. "Muori."
Quando calò il colpo, Uruma si sorprese nel vedere che il suo avversario lo aveva parato con il semplice movimento di una mano. Era già nella modalità che triplicava le sue forze, dunque come era possibile?
"Non sei alla mia altezza." Gli disse Fujitora liberandosi da quello stallo. "Ti do la possibilità di arrenderti ed essere giudicato."
Uruma cacciò una sonora risata. "Spero tu stia scherzando. Non sarà di certo un colpo fortunato a darti la vittoria."
Si lanciò di nuovo all'attacco, questa volta con più veemenza. Fujitora parò nuovamente il suo colpo, e lo fece ancora, e poi ancora. Zoro, che stava assitendo a quella scena surreale senza essere riuscito a proferire parola, aveva già capito tutto. Fujitora lo stava scherzando, stava giocando al gatto col topo. Non c'era alcuna possibilità che Uruma potesse sconfiggerlo. L'ammiraglio aveva ragione: si sarebbe dovuto arrendere senza opporre resistenza. Dopo qualche minuto, il pirata iniziò ad ansimare e i suoi movimenti divennero più lenti. Fujitora non si fece cogliere impreparato. Appoggiò la sua katana contro il fianco sinistro e abbassò la testa correndogli incontro. Il taglio fu fulmineo, da destra verso sinistra, a creare una semicirconferenza disegnata dai rivoli di sangue che la spada si portò dietro dopo essere affondata nella carne. Uruma ebbe pochi secondi di lucidità dopo quel colpo, bastanti appena a constatare che quello che fluiva dalla mano che si era portato all'altezza del taglio era sangue. Rivolse un ultimo sguardo a Fujitora, poi si accasciò a terra privo di sensi.

Rufy teneva i pugni serrati e fissava con una espressione indemoniata Kizumi.
"Cosa diavolo stai farfugliando, eh, cappello di paglia?" Gli chiese lui visibilmente irritato dalla precedente affermazione del suo avversario. "Io non sarei un vero pirata?"
"No." Gli rispose secco Rufy. "No, tu non sei un vero pirata." Ripetè.
Kizumi rise, stavolta con più convinzione che in precedenza. "Invece tu ti considereresti tale?"
Rufy esitò un attimo, poi rispose sicuro. "Non saprei dirti se io possa essere considerato un vero pirata o no, ma c'è una cosa che so con certezza." Fece una breve pausa. "So perchè Gol D. Roger ti ha fatto quello sfregio."
La risata di Kizumi si interruppe. Adesso guardava Rufy interrogativo. Serrò anch'egli i pugni e assunse una espressione alterata, come se il ragazzo avesse toccato una nota dolente.
"Spiegati." Lo esortò.
"Mi hai raccontato di aver cercato di aver abbordato la Oro Jackson. Bhè, se c'è una cosa della quale sono sicuro è che Gol D. Roger non era uno spietato assassino. Se ha ucciso i tuoi compagni lo ha fatto per legittima difesa. Uno come lui sicuramente teneva di più alla vita della sua ciurma che alla sua. Sono certo che gli è dispiaciuto fare ciò che ha fatto, ma doveva farti capire. Eppure, non ha avuto il coraggio di punirti fino in fondo. Per lui, ciò che contava era farti comprendere che era solo colpa tua se avevi perso i tuoi amici, e che lui avrebbe lottato con la vita pur di non perdere i suoi."
Kizumi strinse ancora di più i pugni. Abbassò lo sguardo. Ribolliva di rabbia. "Dovevo capire, dici?" Esordì all'improvviso. "Che cosa dovevo capire, eh, cappello di paglia? Dovevo capire che cosa vuol dire la sofferenza?  La solitudine? Il dolore, forse? Tutta la mia vita è stata un'accozzaglia di queste tre cose. Non dovevo capire un bel niente. Lo sai perchè quelle persone che prima ti hanno affrontato mi seguono, eh?"
"Perchè si fidano di te come capitano." Gli rispose Rufy di getto.
"Assolutamente no." Lo corresse Kizumi. "Mi seguono perchè sono potente e crudele, la tipica persona con la quale è meglio essere amici che nemici. Hanno paura di me. E così era per la ciurma di Roger. Non c'era amore in lui, no. Mi rifiuto di crederlo. Io, invece, molto tempo fa avevo dei compagni. E lui me li ha portati via. Io non sono null'altro che la sua nemesi, cappello di paglia. Sono diventato come era lui allora."
Quelle parole scossero Rufy nel profondo. Gol D. Roger uno spietato e crudele soggiogatore di menti? Possibile che la sua ciurma lo frequentasse solo per tornaconto personale? No, questo Rufy non poteva accettarlo. I suoi occhi s'infiammarono.
"Tu non sai cosa dici." Aggiunse infine. "Se non posso farti ragionare con le parole, lo farò a suon di pugni."
"Non chiedo di meglio." Gli rispose Kizumi. "Così potrò finalmente sradicare una parte del ricordo di Roger da questo mondo."
Rufy si avventò sul suo nemico come una furia. Menò un pugno, poi un altro, poi un altro ancora. Kizumi li evitò tutti. Il ragazzo di gomma allora prese a vorticare velocemente sulle sue braccia tentando di colpirlo con i suoi calci, ma non ottenne alcun risultato. Kizumi si limitò nuovamente a compiere rapidi balzi indietro per tenersi a distanza. Era molto agile, a dispetto di quanto Rufy pensasse. Smise di roteare e si rimise in piedi. Afferrò un ramo abbastanza robusto di un albero poco distante e ci si appese, allungandosi e usando il suo braccio sinistro a mo' di liana. Quando fu in prossimità del nemico, cercò di colpirlo con un pugno, ma nuovamente Kizumi scartò di lato. Stavolta aveva addirittura le mani in tasca. Rufy abbandonò la prese e fu a terra. Guardò a lungo Kizumi, che lo scherniva ridendo a mezza bocca.
"Smettila di giocare." Gli disse infuriato.
"Cappello di paglia... Questo combattimento non è mai iniziato. Posso porvi fine in qualsiasi momento." Gli rispose lui avvicinandoglisi lentamente.
"Che cosa diavolo stai dicendo?" Rufy iniziò a percepire una strana sensazione, un qualcosa di malvagio. Indietreggiò.
"Ho mangiato un frutto del diavolo." Rivelò il suo avversario. "Il frutto Soul - Soul, per la precisione. Sai che capacità ha?" Chiese facendosi sempre più vicino.
Rufy scosse la testa. Adesso aveva paura. Kizumi aprì la mano destra.
"Basta che io abbia nel mio campo visivo l'uomo che voglio uccidere," disse. "E che stringa la mia mano, come se volessi schiacciare un lurido insetto. L'anima dello sfortunato si accartoccia, si sfalda, si demolisce, e quello cade a terra privo di vita e di ogni forza vitale."
Rufy capì. Gli vennero in mente i corpi, il villaggio distrutto, le pile di cadaveri, le teste appese alle picche... Tutto era chiaro. Aveva solo bisogno di una conferma.
"Sei stato tu ad uccidere gli abitanti del villaggio che c'era su quest'isola?" Chiese tutto d'un fiato.
Kizumi annuì sorridendo convinto. "Non volevano lasciarcela. Io e i miei uomini avevamo bisogno di una base..." Iniziò a ridere. "Vederli contorcere implorando pietà senza neppure capire cosa stesse succedendo non ha avuto prezzo."
Rufy si sentì ribollire dall'interno. Il fuoco della rabbia gli bruciava dentro sempre più intensamente. "Sei un mostro. Dannato basta-"
Sentì una forte fitta al petto. Vi ci portò una mano e si strinse all'altezza del cuore. Guardò con la coda dell'occhio Kizumi e lo vide sorridere trionfante, con il pugno destro serrato.
"Lo capisci adesso, cappello di paglia?" Chiese l'uomo. Adesso era vicinissimo. "Tu non puoi sconfiggermi." Gli sussurrò nell'orecchio.
Rufy iniziò a sentire la vita che scivolava via da lui. Sperava che stringendosi il petto avrebbe potuto trattenerla, fermarla, costringerla a rimanere al suo posto. Ma non ce la faceva. A poco a poco la vista iniziava ad annebbiarglisi. Rufy era spaventato. Morire lì non era un'ipotesi che aveva vagliato, ovviamente. Aveva ancora così tante cose da fare, così tanti posti da vedere, così tante persone da incontrare... E poi c'era la sua ciurma. E' lì che andò il suo pensiero. Zoro, Sanji, Nami, Usop, Robin, Chopper, Franky e Brook. I suoi amici più fidati. Ma anche Shanks, Garp, il suo rivale Law, suo fratello Ace, Sabo... Tutte persone che aveva avuto la fortuna di conoscere e per le quali doveva lottare. Si concentrò sulle loro immagini, le visualizzò all'interno della propria mente e rivisse tutti i momenti più belli passati con loro. I suoi occhi si accesero nuovamente. Cacciò un urlo.
"Non mi separerai mai dei miei amici!"
Quella reazione sorprese Kizumi, il quale smise improvvisamente di sorridere.
"Possibile che tu non sia già morto? Impossibile..." Affermò.
Effettivamente, le sue vittime non ci mettevano che pochi secondi prima di esalare l'ultimo respito. D'un tratto, come un fulmine a ciel sereno, a Kizumi sovvenne il motivo di tanta resistenza. Era l'anima stessa del ragazzo ad opporsi alla distruzione. Troppe ne aveva passate e troppe ne doveva ancora passare per potersi arrendere così. Un'anima temprata da mille emozioni diverse; un'anima speciale. Ecco qual'era il segreto di Rufy.
"Maledetto moccioso insolente..." Kizumi continuò a stringere con più foga il pugno, aumentando la pressione sul ragazzo. Rufy si contorse, ma non smise di lottare.
Arrivò fulmineo: un pugno ricoperto di magma incandescente colpì con brutalità il volto di Kizumi, facendo ruzzolare l'uomo a metri di distanza. Rufy sentì il suo battito regolarizzarsi e tirò un sospiro di sollievo.

- Ooooh... Chissà dove è andato... - Si chiese Kizaru guardandosi attorno. Sanji si era come volatilizzato. Il combattimento con Sakoto lo aveva distratto troppo. Che se lo fosse lasciato sfuggire? - Poco male, - Pensò - A Sakazuki andrà bene anche lui e basta. - Rivolse uno sguardo al corpo di Sakoto, poi si voltò e si diresse in direzione di Akainu.

"Rialzati, Roronoa." Disse Fujitora rinfoderando la sua lama. "Non ho intenzione di catturarti. Nè di ucciderti." Sentenziò.
Zoro rimase immobile, sorpreso da quelle parole. Poi si rimise lentamente in piedi. "Perchè lo stai facendo? Non hai paura dei tuoi superiori? Non hai degli ordini da rispettare?" Chiese.  "Prima eri di tutt'altro avviso..." Concluse titubante.
"Nessuno può giudicare la giustizia, e non darò a nessuno un motivo per farlo. La mia missione era di catturare Uruma, ed io l'ho portata a termine. Inoltre, è scritto nel tuo destino che tu ti batta con me, un giorno. Non avrebbe senso interrompere il corso del fato, qui."
Zoro annuì lievemente e si tenne il braccio dolorante con l'altro. Poi scomparve tra la vegetazione. Fujitora si voltò verso est e si avviò, al fine di dare una mano al suo superiore.

"Tu..." Iniziò Kizumi rimettendosi in piedi e pulendosi il sangue dalla guancia. "Come hai osato, maledetto bastardo?"
Akainu assunse una espressione determinata, simile a quella che Rufy gli ricordava avere a Marineford. "Non ti lascerò libero, oggi, feccia pirata." Si voltò verso Rufy e lo squadrò con rabbia. "Dopo tocca a te, Mugiwara." Concluse, e si avventò su Kizumi.
Il combattimento tra i due fu impressionante: tremendi pugni, seguiti da rivoli incandescenti, si abbattevano sul corpo del pirata, il quale però sembrava non soffrirne eccessivamente. Lui rispondeva colpo su colpo, schivando ciò che poteva e parando il resto, aspettando il momento propizio per poter utilizzare il suo potere. Akainu, ignaro delle capacità del rivale e troppo preso dalla foga dello scontro, infine glielo concesse. Dopo un attacco particolarmente potente, balzò indietro per recuperare le energie. Era convinto che oramai Kizumi fosse arrivato allo stremo, ma non fu così. Fece appena in tempo a scorgere un lieve sorriso fare capolino sulla bocca del nemico, dopodichè sentì una forte fitta al petto e si inginocchiò, incredulo.
"Rufy, andiamo, dobbiamo scappare!" Gridò Nami sbucando all'improvviso da dietro un cespuglio.
Lo prese per la giacca e lo trascinò con sè, fino a che non scomparve dall'orizzonte visivo di Kizumi.
"Cappello di paglia!" Gridò al loro indirizzo. Il suo obiettivo se la stava dando a gambe e lui era impegnato con quel dannato marine. Quell'attimo di distrazione gli fu fatale. Sentì solo lo spostamento d'aria. Soltanto quando si guardò il braccio e notò la sua mano destra a terra capì che cosa era accaduto. Fujitora era lì, accanto a lui, la spada ancora intrisa del suo sangue.
"Mai distrarsi in battaglia." Sentenziò.
"Sakazuki, stai bene?" Chiese Kizaru al suo superiore dopo esserglisi avvicinato.
Akainu sputò un po' di sangue per terra e lo scostò brutalmente. "Sto bene. Siete in ritardo, maledetti."
Borsalino si grattò la testa con noncuranza e assunse una espressione innocente. "Abbiamo avuto da fare, sai com'è..."
Kizumi non aveva neppure urlato. Era abituato al dolore. Fissava il moncherino del suo braccio con sguardo assorto. Sapeva che era finita. Ma piuttosto che consegnarsi a quei bastardi si sarebbe ammazzato da solo. Con folle calma, alzò la testa verso il cielo e gridò con quanta forza aveva in corpo. "Uomini! Raggiungetemi tutti alla base!" L'onda d'urto di quelle parole scosse la foresta e tutti la recepirono. "Oggi si decide della vostra vita!" Chiosò lui.
Kizaru si mise le mani in tasca. "Ooooh... Sakazuki, Fujitora... Ho visto qualche decina dei suoi uomini passando per la foresta, prima. Non so quanti siano. Che cosa facciamo?"
Sakazuki si pulì i pantaloni e la camicia dallo sporco ed emise la sua sentenza. "Distruggeremo l'isola."
"Non vuole portarli al QG?" Chiese serio Fujitora.
"Questa feccia non merita neppure di essere giudicata. Posso dispensare la giustizia anche da solo. Riprendete tutto da una delle navi: che il mondo sappia che cosa succede ai pirati che credono di dettar legge."
Kizumi non fece una piega, si limitò solamente a ridere. Probabilmente era impazzito. I tre ammiragli fecero dietro - front e scomparvero tra le piante.

Rufy e Nami raggiunsero la riva e si allontanarono dall'isola con il waver usato dalla ragazza per giungere fin lì. In breve raggiunsero la Sunny e salirono a bordo, ritrovando il resto della ciurma, compresi Sanji e Zoro, riportati sulla nave da Usop, forse grazie allo stesso mezzo di trasporto usato da Franky poche ore prima per accompanarceli. Rufy li salutò con un sorriso, ma si vedeva che c'era qualcosa in lui che non andava. Ordinò a Franky di partire e la Sunny si allontanò a tutta velocità dall'isola. Il ricordo del passato di Kizumi, le sue rivelazioni, le sue motivazioni e ciò che gli aveva fatto avevano segnato profondamente Rufy. Se ne stette in silenzio per svariati minuti, puntando gli occhi verso Red Island e aspettando che qualcosa accadesse. Sarebbe stato più lo stesso?
- Tutto ciò che devo fare è andre avanti senza ripensamenti. - Pensò infine.  Passò in rassegna con lo sguardo uno ad uno i suoi compagni. - Troverò le risposte che cerco grazie a loro. - Ritrovò un po' di serenità.

Era tutto pronto. Le telecamere erano accese e puntavano dritte sull'isola, gli uomini erano stati radunati sulle navi e i vice - ammiragli stavano solo aspettando che Sakazuki iniziasse. Egli sollevò le braccia serrate a pugno al cielo e pronunciò due inconfondibili parole. "Meteore Vulcaniche."

Kizumi era fermo nello stesso identico punto. Anche la posa era la stessa, con l'unica differenza che ora il suo sguardo era rivolto a terra. Non lo turbarono neppure i suoi uomini che correvano urlando in tutte le direzioni. C'era chi si tuffava in mare per cercare salvezza e trovava solamente la morte, sottoforma di un mostro marino, ad attenderlo. C'era chi invece piangeva disperato, e chi infine si rassegnava. Tutto ciò che passava nella mente di Kizumi in quel momento era il senso di colpa. Lo aveva fatto di nuovo: era stato pronto a sacrificare i suoi uomini per tornaconto personale. I suoi pensieri andarono a Sakoto e Uruma, i suoi più fedeli aiutanti. Poco prima che una gigantesca meteora s'infrangesse proprio sopra di lui radendo definitivamente al suolo la sua base, Kizumi fece appena in tempo a comprendere il significato ultimo di quell'episodio. Gol D. Roger aveva ragione: lui non era mai stato un vero pirata.
 
The End.


 
Spazio dell'autore: Ed eccoci finalmente alla fine! Scusate se vi ho fatto attendere qualche giorno in più per il finale ma la scuola mi ha ucciso, questa settimana, e non sono riuscito a correggere questo capitolo fino ad ora. Grazie mille a tutti quelli che mi hanno letto e che mi leggeranno, se vi va fatemi sapere che cosa ne pensate della storia o di qualche capitolo in particolare, ve ne sarei molto grato!
Vi lascio i link con le mie altre fic, se volete dare un'occhiata! A presto!
Fan - fiction fantasy a più capitoli: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2820293&i=1
Fan - fiction fantasy (One Shot) : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2832857&i=1
Fan - fiction introspettiva (One Shot) : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2845044&i=1
Fan - fiction su One Piece: (One Shot): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2886160&i=1
Fan - fiction Crossover: (Naruto/One Piece) : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2899972&i=1
Fan - fiction su Naruto: (One Shot, molto natalizia!) : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2938288&i=1
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Ikki95