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Autore: Raven_394    19/12/2014    2 recensioni
« Cassie! Abbiamo sentito una teoria interessante per cui Sebastian potrebbe… Che la Regina della Corte Seelie potrebbe essere rimasta incinta di Sebastian. Puoi dirci qualcosa a riguardo? »
Cassie: « Beh, sappiamo che esistono mezze fate mezze umani. Perché alcuni Blackthorn sono così. Mark e Helen sono in parte fata. Quindi… Quindi non ci sono ragioni per cui la Regina non potrebbe essersi fatta mettere incinta. Se è qualcosa che desiderava, e forse lo voleva. È molto intelligente, e sta sempre giocando con tutti. Quindi, se è qualcosa che voleva da lui, avrebbe senso. »
E se Sebastian non fosse morto? Se dal rapporto con la Regina fosse nata una figlia? Se questa fosse cresciuta all'oscuro di tutto? E se il ritorno del male fosse vicino, cosa accadrebbe?
Io voglio raccontarvi questa storia, nella speranza che vi piaccia e che la Clare scriva davvero la storia della figlia di Sebastian e della Regina Seelie
P.s. il nome della protagonista si legge Raven
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jonathan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raven non immaginava che Christopher potesse essere tanto intelligente e appassionato di libri. Lo stava rivalutando. Avevano letto insieme tutto il libro e poi ne avevano letto un altro e un altro ancora. Dopo erano andati a pranzo, e poi a fare allenamento con l'arco, e aveva notato che anche in quello era perfetto, non quanto lei, ma era vicino. I muscoli si tendevano insieme alla corda dell'arma, formando linee forti e allo stesso tempo delicate. La luce pomeridiana si rifletteva sui suoi occhi evidenziando le sfumature verdi. Dopo cena l'aveva accompagnata in camera e le aveva dato il bacio della buona notte -in guancia ovviamente. Ora Raven stava stesa sul letto a riflettere su quella giornata. Sospirò "Bè in fondo non è così idiota come sembra... cioè è solo un po' arrogante, ma si vede che è anche dolce... e anche figo, già molto... ma che diamine sto dicendo?"  Raven si alzò per andare dalla sorella, aveva bisogno del suo aiuto per capire quelle strane sensazioni, ma davanti alla porta trovò ancora il ragazzo -Christopher... che ci fai ancora qui?- chiese Raven sorpresa -Chiamami pure Chris, Christopher è troppo lungo. Ehm... senti, non so te, ma io sono ancora ben sveglio, e non riuscirei ad addormentarmi subito, quindi... che ne dici di stare ancora un po' insieme?- Raven sentiva il cuore battere forte, molto forte, troppo forte -Uhm... okay- Chris sorrise a trentadue denti bianchissimi, e Raven si sentì scaldata da quel sorriso. Lui le prose il suo braccio muscoloso, e lei lo prese, quasi aggrappandosi. -Dove la porto signorina?- Raven ci pensò molto: non voleva andare di nuovo in biblioteca, cioè ci voleva andare, ma non voleva sembrare noiosa, così propose la terrazza. 

La terrazza era una piccola striscia di cemento che girava intorno alla cupola della vecchia chiesa. Quella sera c'era un forte vento che fece rabbrividire Raven appena uscita dalla porta. -Freddo? - Perchè tu no?- Chris fece spallucce -A me piace il freddo, e non lo sento particolarmente. Però se tu hai freddo sarà meglio portarti al caldo- e così dicendo la strinse a sè, appoggiando il mento sulla sua spalla e sfregandole le braccia. -Come va adesso? - Me...meglio, grazie- Lui sorrise e la strinse di più a sè. Raven si sentiva svenire, e il cuore rischiava di rompere sterno e costole da quanto batteva forte. Era molto imbarazzata, nessun ragazzo l'aveva mai stretta così, ovviamente escludendo Charlie, ma lui era suo fratello, quindi non contava. Dopo un po' di incertezza si abbandonò all'abbraccio e si sentì riscaldata e protetta da quelle braccia forti che la circondavano. 

-Posso chiederti una cosa?- 

-Certo-

-Che origini hai? Sai i capelli per metà blu, gli occhi di due colori diversi, le orecchie un po' appuntite...- 

Raven esitò un momento: poteva fidarsi di quel ragazzo? In fondo non aveva mai parlato nemmeno con Charlie e Cheryl del fatto che pensasse di non essere imparentata con loro, o che sospettasse di essere figlia di solo uno dei genitori. Christopher si accorse dell'indecisione, e la strinse ancora. -Guarda che se non te la senti non è un problema, in fondo ci conosciamo da soli due giorni e non devi svelarmi tutti i tuoi segreti- 

-Bè se stringi ancora, non avremo più tempo di spettegolare- disse Raven con voce strozzata. -Ops- Christopher sciolse l'abbraccio imbarazzato, mentre Raven, dopo aver preso un po' d'aria, scoppiò a ridere. Anche il ragazzo, dopo l'inizale imbarazzo, si lasciò andare ad una risata. A Raven piaceva la sensazione di essere riscaldata dal suo abbraccio, ma non sapeva se e come chiedergli di stringerla di nuovo. Dopo ancora pochi attimi di indecisione si decise -Guarda che ti ho solo chiesto di allenatore un po' la presa, non di sciogliere l'abbraccio...- mormorò timida. Christopher rise, la strinse di nuovo a sé, e le scoccò un bacio sulla fronte. Raven affondò la faccia nel suo petto nascondendo un sorriso e il rossore che le saliva alle guance. Non capiva cosa le stava succedendo, non riusciva a pensare lucidamente e a non sorridere in modo idiota. Fra quelle braccia si sentiva sicura.

-Questo posto è bellissimo!- sottolineò Chris, come ad accrescere l'intensità del momento -Quasi quanto te- aggiunse mormorando, pensando di non essere sentito. Raven si strinse di più a lui in imbarazzo e osservò le luci della città, che ricordavano il cielo stellato di notte. Fosse stato per lei sarebbe rimasta con abbracciata all'amico tutta la sera ad osservare quello spettacolo bellissimo, ma purtroppo arrivò l'ora di andare a dormire, anche se intuiva che avrebbe passato una notte insonne. Tornarono di sotto tenendosi per mano, e anche stavolta Christopher lasciò a Raven un bacio sulla guancia. -Buonanotte mia piccola fatina- 

Raven chiuse la porta e si buttò sul letto, incapace di comprendere quelle strane emozioni che la circondavano. Si addormentò pensando agli occhi di Chris

-Credo di averla trovata.-

-Così in fretta?- chiese Sebastian al suo servo

Lui annuì -Si da il caso che abitiamo molto vicini.- 

-Perfetto- esclamò Sebastian compiaciuto del buon lavoro dell'allievo -Portala da me- 

 

   
 
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