Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: hanaemi_    19/12/2014    3 recensioni
"[...] Lo osservava: il sorriso che le stava mostrando non era lo stesso che era solito rivolgerle quando le parlava, quel suo sorriso sincero, spontaneo, anche un po’ sghembo, ma che all’ungherese piaceva tanto."
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Out of Goodbyes



{ Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia, Ungheria
Pairing: PruHun
Parole: 1625 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)
Playing: "Out of Goodbyes"- Maroon 5 ft. Lady Antebellum --> 
https://www.youtube.com/watch?v=Cos2Yhoy0HU  (ascolto consigliato durante la lettura della storia.) }



Tell me actions, speak louder,
But there’s something about her words
that hurt



11 giugno 1867.

Una mattina fredda quella, a Königsberg. Era iniziata con una brezza pungente, tipica delle mattine di inizio giugno, ma ancora il sole non sembrava volersi decidere a trasmettere quel poco di tepore sulle terre prussiane. Gilbert, vestito di tutto punto, era ritto con le mani giunte dietro la schiena contro l’ampia finestra del salone, a osservare il panorama al di là del vetro, un’espressione seria sul suo volto. Dal suo palazzo in cima alla collina, circondato da una fitta foresta, gli occhi dell’albino potevano abbracciare tutta la valle e i tetti della città in fondo al pendio.

“Herr Beilschmidt, ci sarebbe una persona per lei. La faccio passare?”
“Certo, Adelheid. Grazie mille.”


Poco dopo, sulla soglia della stanza, si stagliò la figura minuta di Elizaveta.

Gilbert si voltò, senza parlare, e la guardò. E la sua vista gli tolse quasi il fiato.

Abituato a vederla vestita da guerriera, sempre con un’armatura indosso e i capelli stretti in una coda, poterla ammirare adesso in un lungo abito verde smeraldo, così ben abbinato al colore dei suoi occhi, e con i lunghi capelli chiari sciolti sulle spalle, ecco…quella visione lo lasciava stranito ma al tempo stesso meravigliato. Era davvero bellissima.

“Elizaveta.”
“Gilbert, ho una cosa importante da comunicarti.”
cominciò lei, chinando poi gli occhi e mordendosi il labbro inferiore, quasi timorosa di continuare la frase.
L’albino corrugò le sopracciglia e inclinò appena il capo, avvicinandosi a lei di qualche passo e chinandosi in sua direzione.

“Che accade, Eliza? Lo sai che puoi dirmi tutto, sì?”

L’ungherese sospirò.
“Domani mi sposo, Gilbert. Con Roderich.”

Quelle parole gelarono il sangue al prussiano, imprimendosi indelebilmente nella memoria del ragazzo e trafiggendogli il cuore da parte a parte, come fosse punto da migliaia di spine. Pietrificato sul posto, gli occhi lievemente sgranati, l’albino dovette ingoiare un paio di volte a vuoto prima di riuscire a formulare una risposta di senso compiuto.

“Ah.”



Clothes on the bed, so late and
I’m the last one still waiting for ya to lock the door


 
Lei, la compagna di una vita, l’amica che gli era sempre stata fedele e di cui, alla fine, si era perdutamente innamorato, ora sposava il suo rivale, l’austriaco. Lei, così combattiva, così fiera, così testarda, così tanto simile a Gilbert tanto da essere l’unica a riuscirlo a vedere come davvero era…adesso andava in nozze a colui che era il suo esatto opposto: pacato, tranquillo, accondiscendente, fin troppo, forse.
In quel momento le sembrava di rivederla bambina, col viso sporco di terra e un sorriso sdentato sulla faccia, mentre alcune ciocche ribelli le incorniciavano il volto tondo ed infantile, che gli correva incontro quando tornava tardi la sera (magari dopo una caccia o una ricognizione nei dintorni) e gli dava un’amichevole pacca sulla schiena, dicendo che la prossima volta lo avrebbe lasciato chiuso fuori dalla loro casetta costruita tra i rami di una quercia. Ma ogni volta, puntualmente, fingeva di essere ‘misericordiosa’ e gli permetteva di entrare perché, anche se la piccoletta non lo avrebbe mai ammesso, lui era l’unico amico che aveva. E lo stesso valeva per Gilbert. Ed ora Roderich, con i suoi bei modi e l’ansia di allargare i suoi domini (perché Gilbert lo sentiva nell’aria, quel matrimonio non era davvero basato su dei reali sentimenti), se la stava portando via, senza neanche chiedergli il permesso.
Sapeva del fidanzamento tra i due, sì, ma egocentricamente parlando l’albino si augurava di poter avere ancora per molto tempo l’ungherese accanto a sé, non pensava sarebbero mai giunti al matrimonio. Ebbene, si sbagliava. Ora sorridi, Gilbert: cos’altro puoi fare? Rivelarle cosa provi per lei giusto il giorno prima delle sue nozze, mandando a monte un’amicizia così lunga? No, no, meglio evitare, conserva questi pensieri per te e falle gli auguri, avanti, puoi farcela.

Il prussiano si diede nuovamente un contegno dopo quell’astruso giro di pensieri e le sue labbra si curvarono in un ampio (quanto falso) sorriso.

“Beh, sono felice per voi. Vi auguro ogni bene e una vita ricca di gioia.”
 


On our way home I realise
There’s some kind of storm brewing in his eyes
Only veiled by a thin disguise


 
Elizaveta risollevò il capo. Aveva notato il cambiamento di atmosfera dopo il suo annuncio, ma quando vide l’espressione fintamente felice di Gilbert sul suo viso le si spezzò il cuore. Si spostò una ciocca ribelle dietro l’orecchio, colmando la breve distanza tra loro e giungendo le mani in grembo, in silenzio. Lo osservava: il sorriso che le stava mostrando non era lo stesso che era solito rivolgerle quando le parlava, quel suo sorriso sincero, spontaneo, anche un po’ sghembo, ma che all’ungherese piaceva tanto. Quel sorriso che indirizzava solo a lei, che solo Elizaveta conosceva, quel sorriso che gli illuminava il volto interamente e che nessun altro, oltre alla fanciulla, aveva mai visto sulle labbra dell’albino.
Ed i suoi occhi…i suoi begli occhi scarlatti, fino a pochi attimi prima pieni di calore e di gioia quasi, ora erano spenti, privi di qualsivoglia colore. L’ungherese, conoscendo il prussiano come fosse un libro aperto, poteva chiaramente vedere che mille e più pensieri vorticavano al di là del suo sguardo, sebbene l’albino stesse sicuramente cercando, con scarsi risultati, di nascondere il mare in tempesta che ora era la sua mente.
Scosse la testa, sospirando nuovamente.

“Non sei mai stato bravo a mentire, Gilbert.”
 


Now that I’ve done my time
I need to move on and I need you to try
Cos we’re out of goodbyes
We’re out of goodbyes, out of goodbyes



Eliza, Eliza, Eliza. Subito aveva capito che le stava mentendo, che non provava davvero quello che le aveva detto. Scrollò a sua volta il capo e si stropicciò gli occhi con una mano, inspirando ed espirando lentamente. Poi tolse la mano dagli occhi e col dorso della stessa andò a carezzarle dolcemente una guancia, senza dire nulla, osservando il suo gesto. La pelle morbida e calda della guancia della ragazza, così piacevole al tatto, lo stava aiutando a rilassarsi, a ritornare in sé. Ma quel momento di relativa calma fu interrotto dalle parole della stessa ungherese.

“Perché non riesci ad essere davvero felice per me? Sei l’unico amico che ho e di cui mi fido ciecamente, credevo ti avrebbe fatto piacere una notizia del genere…”

Un altro sorriso, stavolta però amaro, si dipinse sul viso del ragazzo. Era convinta di ciò che stesse facendo: era innamorata di Roderich e lui, povero coglione innamorato, doveva mettersi il cuore in pace e rassegnarsi, farsene una ragione. Non poteva stare male per lei, assolutamente. Doveva andare avanti per la sua strada e costruire il suo futuro, così come avrebbe fatto Elizaveta con l’austriaco. Sospirò, senza smettere di accarezzarle la gota.

“Sai che non lo sopporto e mai lo sopporterò, Liza. È così da quando eravamo bambini, giusto per ricordartelo. Quindi mi correggo: sono felice per te e ti auguro ogni bene, Roderich sarà un uomo fortunato ad averti come moglie.” le sussurrò, riuscendo, fortunatamente, a trattenere una lacrima che premeva contro l’angolo dell’occhio destro.
 
 

Never asked you to change
But sadly you don’t feel the same about me



Poi si raddrizzò e arretrò di mezzo passo, ammirandola nuovamente: quanto era cambiata, la sua Liza. Da pestifero marmocchio era diventata una splendida fanciulla, capace di indossare anche le tanto odiate gonne e di apparire bellissima. Era sicuramente stato l’influsso di Roderich ad aver smussato il lato più da “maschiaccio” dell’ungherese, lato che, tuttavia, Gilbert apprezzava più di tutto di Elizaveta. Se non fosse stata così, probabilmente non si sarebbero mai incontrati e non avrebbero mai passato i pomeriggi insieme a riempirsi di botte, a rotolarsi nell’erba o a combattere con le spade (di legno prima, vere e proprie poi) nei boschi. Se Elizaveta non fosse stata così…Elizaveta, ecco, probabilmente il prussiano non se ne sarebbe mai innamorato.

“Questo vestito ti sta bene, però ora sembri proprio una femminuccia!” la punzecchiò, giusto per alleggerire l’atmosfera ed evitare imbarazzanti silenzi.

 

I wonder
does your man
still shudder when you touch his hand
like this man



L’ungherese, in risposta, gli si avvicinò a passo di marcia e gli prese una mano, stringendogliela forte.

“Ti sembra la presa di una femminuccia?!” ribatté lei, tenendo ben salda la mano del prussiano nella sua.

“Va bene, va bene, sei ancora forte, ma ora molla!”

Dopo che la ragazza lo ebbe mollato, Gilbert finse di massaggiarsi la parte dolorante (non era poi una presa così forte, ma per lei avrebbe finto questo ed altro pur di renderla felice), e un leggero sorriso gli sfuggì: quando le loro mani si erano unite, seppur per un breve lasso di tempo, Gilbert aveva sentito un chiaro brivido percorrergli la schiena da sopra a sotto, brivido così piacevole che avrebbe voluto provare ancora, e ancora, e ancora, all’infinito.



On our way home I realise
There’s some kind of storm brewing in his eyes
Only veiled by a thin disguise

 

“Verrai domani al matrimonio?” domandò poco dopo Elizaveta al prussiano, trepidante. Sperava vivamente che ci fosse, essendo lui l’unica faccia amica tra le svariate personalità d’alto rango invitate, personalità che l’ungherese, però, ricordava vagamente o non conosceva proprio. Giunse le mani come in preghiera, sperando in una risposta positiva.

“Per favore…”



Now that I’ve done my time
I need to move on and I need you to try
Cos we’re out of goodbyes
We’re out of goodbyes, out of goodbyes



Gilbert guardò Elizaveta e sorrise lievemente, allargando le braccia.

“Se proprio devo…ma lo faccio solo per te, eh.”

Una volta tornato a casa poi avrebbe potuto piangere, avrebbe potuto urlare, avrebbe potuto sfogarsi contro il muro, ma di una cosa era certo: non voleva deluderla e sarebbe stato presente alla cerimonia, e sapeva anche che gli si sarebbe mozzato il respiro a vederla, raggiante, nel suo splendido abito bianco, percorrere la navata della chiesa e giungere all’altare per sposare l’uomo della sua vita, mentre lui avrebbe messo su un sorriso forzato e si sarebbe augurato la sua felicità, anche se con un altro.




 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: hanaemi_