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Autore: bluemoon89    20/12/2014    1 recensioni
E se Slade Wilson avesse lasciato la via della vendetta e fosse ritornato per un altro motivo? E se ci fosse stato un'altra persona dietro alla vicenda del Miraukuru che cerca vendetta su Slade e Olliver, magari legata a ciò che è successo sull'isola?
Rivisitazione della saconda stagione di Arrow partendo dall'episodio 15 "La Promessa" (non si sa chi ci sia dietro a Blood e Slade non ha messo le telecamere a casa Queen) con flash che spiegheranno che cosa gli sia successo.
Prima fanfiction che scrivo e pubblico, accetto qualsiasi recenzione, commento e critica.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Oliver Queen, Sarah Lance, Slade Wilson, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LAMPO ROSSO

Gabrielle era seduta sul divano del soggiorno e stava studiando, o meglio cercava di tenere occupata la sua mente per non pensare a tutto quello che era successo negli ultimi giorni. Dopo quello che era successo a Slade, l'uomo si era chiuso a riccio. Gli era successo qualcosa, lo vedeva nititdamente, solo che lui diceva sempre che non era successo niente e cercava di far finta di niente.
Sapere che quella tomba era piena, non ebbe un effetto positivo. C'era qualcuno che si vestiva come lui e aveva preso il nome di Ravager per diffondere il Mirakuru, gli fece male... oltre che rabbia.
Lei aveva cercato di parlargli o cercare di spronare l'uomo di confidarsi, ma era tutto inutile. Inoltre, dopo quello che gli era successo, quel suo "intuito femminile sviluppato" era come sparito. Ma la cosa che gli fece più male fu che Slade avesse capito e gli fosse semplice per lui mentirle. Intuito o meno lo capiva perfino un bambino che c'era qualcosa che non andava.
-pensavo che fossi andata da Slade...-fece Iza trovando la figlia in soggiorno che stava studiando.
-ho un pò di cose in arretrato e...poi lui è molto impegnato...ultimamente.-disse Gabrielle.
-ti va di parlarne.-fece la madre una volta seduta accanto alla figlia.
Era difficile parlare con la madre della sua relazione con Slade visto che era anche Deathstroke, e di certo non poteva raccontargli che cosa era accaduto veramente o raccontare cose sue private.
-e che...lui ha dei problemi...so più o meno l'origine, solo che...non si apre con me e si chiude a riccio escludendomi dalla sua vita-disse Gabrielle.-io penso che lo faccia perché non mi vuole farmi preoccupare, solo che così facendo mi preoccupo di più-fece una pausa.-e poi...sai quando ti dicevo di quel mio intuito...è sparito e...credo che lui lo abbia capito e pensi che in questo modo io non capisca che stia male...ma lo capisco...lo capirebbe chiunque.-
-per alcuni uomini è difficile parlare dei loro problemi-disse Iza.-per per esempio con Maike ci volevano le pinze per fargli dire che cosa aveva.-
-quelle non basterebbero per lui.-fece Gabrielle.
-ascoltami...in tutte le coppie ci sono dei momenti difficili, ma sono in questi momenti che si consolida il rapporto o viene meno.-disse Iza.
Gabrielle la guardò.
Se avesse avuto la minima idea di che cosa facesse veramente Slade, di certo il problema centrale per loro non sarebbe stato la differenza di età.
-si...forse hai ragione...-fece la figlia sospirando pesantemente per poi alzarsi.
-hai lezione?-vedendola che stava mettendo alcuni libri e appunti dentro alla borsa.
-no e che...vado un pò in università a studiare...-fece Gabrielle.-così almeno cerco di concentrarmi e non pensare ad altro.-
Si mise la giacca e uscì di casa.
Mentre si dirigeva verso l'università, Gabrielle aveva diversi pensieri. Non solo il fatto di quello che era successo a Slade o che la escludesse da ciò che gli passava per la mente, ma anche della sua vita. Era per via del suo "intuito femminile sviluppato" che per un certo senso la aveva fatta entrare nel gruppo. Era lei per le sue sensazioni, giuste, poteva essere utile. Adesso che era svanito era come se una parte di lei fosse andata via, e rimaneva solo una ragazza di ventisette anni che era indietro anni luce all'università ed era fidanzata con un uomo che conduceva un'attività misteriosa.
Scosse la testa.
Pensata in quel modo pareva che non sapesse della sua identità segreta.
Sospirò pesantemente.
Arrivò alla zona universitaria con il morale sotto terra e con nessuna voglia di studiare. Sapendo che non avrebbe ricavato nulla, andò nell'aula informatica.
Lì, davanti a dei computer, c'era un ragazzo con gli occhiali e i capelli neri corti, una ragazza con i capelli a caschetto. Quest'ultima, appena la vide, la salutò.
-ciao...ti avrei chiamata io...-fece la ragazza.-guarda.-
Gabrielle si avvicinò.
-ti ricordi quella serie di conferenze di letteratura? bene...indovina chi viene.-
-lui...lui lui.-fece Gabrielle leggendo il nome.
-non è magnifico...-fece la ragazza.-e guarda...ho già un sacco di domande che alcuni mi hanno chiesto di fargli...chi non può, lezioni sovrapposte...tu vieni.-
-certamente...-fece lei.-sono sempre aperte al pubblico, vero?-
-certo che si...inviti qualcuno.-fece la ragazza in modo malizioso.
-chi mai dovrebbe invitare?-fece il ragazzo.
-lascialo stare...-fece la ragazza.-è fermo con il suo progetto e se la prende con tutti.-
-è un progetto che cambierà il mondo...-fece il ragazzo.-possibile che non lo capite.-
-e come mai non lo hai fatto vedere a nessuno.-fece la ragazza.
-metti che qualcuno lo copia...o che mi freghi l'idea o che arrivi primo alla soluzione...-incominciò il ragazzo.-comunque quando sarò ricco terrò conto di tutte quelle volte che mi avete detto che erano cose pornografiche.-
-dovresti trovarti una ragazza...-fece l'altra.
Il ragazzo sbuffò.
-vado a prendermi qualcosa...-fece il ragazzo alzandosi, per poi salvare il tutto su una chiavetta e chiudere.
Si mise la chiavetta in tasca e uscì dalla stanza informatica.
-ma da quanto è qui.-chiese Gabrielle.
-si è rintanato qui da una settimana-rispose la ragazza.-per non parlare che ha casa non fa altro che rimanere in camera sua. Certe volte mi domando se siamo veramente fratelli. E tu?-
-io cosa?-
-problemi.-
-chiamarli problemi non è la maniera giusta per definirli.-fece Gabrielle.
-andiamo in biblioteca e parliamo un pò?-propose la ragazza.
-va bene...-
Chiuse tutto anche lei e si avviarono.
Mentre si stavano avviando alla biblioteca, incontrarono il ragazzo di prima.
-aumenti la pausa con noi?-fece la sorella.
-e farmi passare ancora una volta per un maniaco.-rispose il fratello.
-lo sei in senso informatico e non nel senso comune-fece la ragazza.-dai su...-
La sorella lo trascinò con forza alla biblioteca.
L'espressione del ragazzo era piuttosto annoiata e di certo non passavano inosservato i vari bisbigli dei compagni quando lo videro fuori dall'aula di informatica.
Mentre era in procinto di andarsene, ci fu un insolito vento e apparve una sorta di tornado che si aveva stravolto l'intera area.
Gabrielle prese il cellulare e inviò un messaggio.
In quel momento, Slade era al nascondiglio che si stava allenando con le bambole da combattimento o meglio era un modo che gli avevano insegnato per gestire la rabbia repressa o per sfogarsi per non fare del male.
Era lì da due ore, fino a quando non gli squillò il cellulare.
Dette gli ultimi colpi per poi andare a vedere.
Quando vide che era Gabrielle sospirò.
Lasciarla da parte per quello che era successo, non era stato facile. Si proeccupava già molto per la faccenda del Mirakuru, non solo per lui, ma anche per ciò che era successo a Rosemberg. Ciò che era successo aveva lasicato una ferita per entrambi e caricarla di altri suoi problemi non se la sentiva.
Lo lesse: "Università Lampo Rosso".
Dette immediatamente un controllo al satellite. Non perse tempo e si cambiò.
Nel frattempo, si era creato un pandemonio all'interno dell'università.
Non si capiva che cosa stava per accadere.
Subito, Gabrielle con i due corsero fuori.
Quella specie di tornado li stava seguendo e con facilità fu davanti a loro.
-okay...la prossima volta resto nell'aula...-fece il ragazzo.
-da questa parte.-
Gabrielle prese un corridoio laterale assieme ai due, ma quella cosa proprio non gli voleva lasciare stare.
C'è l'aveva con loro.
-questo vuole me.-fece il ragazzo.
-non dire stupidaggini.-fece la sorella.
I tre indietreggiarono.
Corsero nella parte opposta, ma ad un tratto quella cosa divenne più aggressivo.
Degli oggetti, come termosifoni, tavoli, fogli, estintori, si staccarono e si misero in posizione circolare per poi andare violentemente contro i tre. Questi si scansarono, ma un termosifone stava per andare contro Gabrielle che Deathstroke la protesse.
L'arrivo dell'uomo fece scomparire il mistrerioso tornado.
Ad un tratto, Deathstroke prese qualcosa nell'aria per poi scaraventarlo contro la vetrata. Questa si distrusse e qualcosa cadde pesantemente nel cortile dell'università. Deathstroke lo seguì a ruota.
-Gabrielle...tutto bene.-fece la ragazza.
-si...sto bene...-
Sul cortile della scuola, c'era un uomo con una strana tuta rossa e gialla che gli copriva l'intero corpo. Non si aspettava una mossa del genere. Era un pò stordito, ma di certo non lo aveva messo fuori gioco.
Si trovò così davanti a Deathstroke.
Scomparve immediatamente, ma l'atro lo riusciva a "vedere" e lo prese per il collo. Con una mossa veloce lo buttò per terra in modo violento. L'altro si allontanò velocemente facendo fare un buco sul terreno a Deathstroke.
Non era una cosa che si vedeva tutti i giorni, così tutti gli studenti erano vicini alle finestre e guardavano la scena e alcuni di loro filmavano lo scontro.
Gabrielle era anche lei con i due a guardare la scena.
Era piuttosto preoccupata su come la cosa poteva concludere.
Come una fiamma, l'avversario scompariva e riappariva da un punto all'altro, come nel vedere se era capace di prevedere le sue mosse.
Scomparve di nuovo per poi essere preso al collo da Deathstroke che questa volta non lo lasciava. Ad un tratto si era levato una sorta di tornado che avvolse l'uomo che lo teneva. Quando lo vide scomparire, Gabrielle si preoccupò molto. Si sentiva impotente e di certo stare ferma e non "sentire" niente di ciò che poteva accadergli la metteva ancora di più in agitazione.
Il tornado pareva non fermarsi, anzi pareva che aumentasse sempre di più.
Gabrielle non sapeva che cosa la trattenesse a non gridare.
Ad un tratto, il tizio rosso e giallo venne scaraventato fuori dal tornado e  violentemente colpì il terreno facendolo alzare. Come fu fuori, il tornado sparì.
Deathstroke era un pò scombussolato, ma si riprese.
L'altro scomparve a fiamma per poi riapparire sul tetto.
Delle frecce si incastrarono sul terreno e anche Arrow e Canary fecero la loro entrata in scena.
-che ci fate qui.-fece Deathstroke un pò seccato.
-Jack-Jack ha sentito che eri nei guai e ci ha chiamato.-disse Arrow.
-è tutto sotto controllo.-rispose l'altro.
Il tizio vestito di rosso e giallo venne attaccato da Jack-Jack, ma l'altro scappò giù. Anche Jack-Jack fu giù.
-è più veloce di me.-fece l'anfibio.
Deathstroke riflettè sulla cosa.-ti ricordi quello che abbiamo fatto contro i droni e come hai catturato il pesce.-
-preferirei non ricordarmelo.-fece l'altro.
-lo prendo come un si...-poi rivolse la sua attenzione ad Arrow.-incatenalo alla colonna quando lo fa alzare in aria.-
Quando l'altro sparì, Deathstroke lanciò Jack-Jack contro il terreno, che lo inghiottì. Poco dopo lo rividero che aveva preso l'uomo vestito di rosso e giallo.
Con uno scatto veloce andò via e Arrow completò l'operazione.
-non è stato poi così difficile come avevi sempre sostenuto.-fece Jack-Jack.
Ad un tratto incominciò a levarsi un vento sinistro.
L'uomo stava cercando di liberarsi e per farlo si muoveva in una velocità tale da smuovere tutto ciò che era attorno lui. Si liberò trasciando parte dell'edificio e scagliando i detriti contro i suoi avversari.
I quattro vennero coperti dai detriti.
-la devo smetterla di fare domande stupide.-fece Jack-Jack che aveva portato i tre fuori velocemente dalle macerie.
L'uomo vestito di rosso e giallo continuava a girare su se stesso velocemente.
Fu un azione di un attimo.
Nessuno dei presenti capì che cosa fosse, ma quando tutto cessò, Canary era caduta per terra, Jack-Jack che ritornava su con Arrow e Deathstroke era sparito.
-che diavolo è successo.-fece Canary non capendo.
-questo è la volta buona che non ho capito nulla nemmeno io.-ammise Jack-Jack.
-c'è ne dobbiamo andare.-fece Arrow notando che di curiosi c'è ne erano molti.-dov'è sarà finito Slade.-
-sta bene.-rassicurò Jack-Jack per poi trasportare i due lontani da lì.
Deathstroke si ritrovò scaraventato contro un autobus fermo a diversi chilometri di distanza dalla zona universitaria sotto lo sguardo semi stupito dei passanti.
L'uomo si rialzò, nonostante che quel colpo subito lo aveva sentito.
-le cose sono molto più complicate del previsto.-ammise.
In lontananza sentì le sirene e tagliò la corda.
Sapeva che primo o poi sarebbe successo, solo che non pensava che fosse più difficile di quanto pensasse.
Se lo ricordava bene.
Anche quando a Rosemberg Konig aveva riprodotto il Mirakuru, Barry Allen fu sulla scena dove era stata rubata la centrifuga.
Era passato solo un giorno, da quando lui era lì per appurare sia la sparizione del figlio che lo aveva portato in quella città sia del Mirakuru, che incontrò quel ragazzo.
La sera precedente aveva incontrato Gabrielle, non immaginava che la vista della donna gli procurasse così tante emozioni. Poi se ne era andato via subito perché aveva ricevuto una chiamata da Jack-Jack che i suoi sospetti erano fondati.
Non fu una bella esperienza constatare che qualcuno avesse gli strumenti per riprodurre il Mirakuru, cercò di fermarlo, ma non ci riuscì. Il giorno dopo era andato da Gabrielle sia per scusarsi che di dirle il motivo, che si trovò quel Barry Allen. Questi diceva che era stato mandato a Central City perché il caso era simile ad altri che erano avvenuti. La presenza di Allen non era tanto gradita a Burges visto che detestava l'idea di fargli da baby sitter.
Gabrielle invece era venuta per lo stesso motivo, ma con più discrezione. Era andata prima dal secondo padre, Huber, e fu lì che incontrò Barry Allen. Mentre lo avevano lasciato da Huber e poi da Burges, Slade aveva parlato con Gabrielle del motivo per cui se ne era andato. La donna se lo immaginava, visto che il padre non faceva altro di parlare di lui.
Come a Starling City avevano rubato anche del sangue, e questa volta, Slade gli dette il ben servito. Con sua sorpresa scoprì che il corpo dell'uomo piano piano si stava degradando. Era un qualcosa di nuovo e di certo la cosa non lo rassicurava.
L'attenzione di Barry si pose su Deathstroke. Aveva assistito, in un attacco con un altro che possedeva il Mirakuru difettoso, che possedeva le stesse capacità e incominciò a sospettare anche di lui, ma lo escluse quando sistemava i cattivi come l'incapucciato a Starling City.
Fu durante un attacco per sventare lo sviluppo del Mirakuru che fece piazza pulita sia del magazzino che si trovò davanti a un uomo con la maschera da teschio. Era lui che gestiva la cosa e nel cercare di eliminarlo, l'uomo con la maschera da teschio gli inietto un siero, molto simile quello che Bathiathic aveva sviluppato per farlo stare buono, ma che questa volta lo avrebbe ucciso.
Gabrielle, preoccupata, lo aveva seguito, ma l'uomo precedentemente gli aveva detto di aspettare. Non vedendolo arrivare e che il tempo passava più del dovuto, entrò.
Se lo trovò svenuto e privo di conoscenza.
Non aveva la minima idea di che cosa fare, visto che Jack-Jack era ritornato a Nai Lu su ordine del maestro Harada.
A fatica lo caricò in macchina.
Non lo poteva portare in ospedale e di certo avrebbero scoperto che quello che aveva dentro era uguale a ciò dei cadaveri avevano.
Chiamò Barry.
Il ragazzo si fece trovare dove le aveva chiesto la ragazza e quando arrivò salì in macchina. Fu piuttosto stupito di trovarsi Deathstroke sul sedile dietro e altrettanto di sapere chi fosse. Lo portò nel nascondiglio e per operare meglio gli disse del Mirakuru e di come si erano incontrati.
Quando Slade riprese conoscenza, la sua prima azione fu prenderlo per il collo. Solo l'intervento di Gabrielle aveva scongiurato il peggio (anche perché non gli credette quando gli disse che lo avrebbe ucciso). Slade era piuttosto arrabbiato quando seppe che Gabrielle gli aveva raccontato del Mirakuru e ciò che era successo al Cargo e di aver svelato la sua identità.
Anche se con l'aiuto del ragazzo riuscì a risalire a un altra partita di Mirakuru, di certo le cose non migliorarono.
Il giorno seguente, però Slade voleva vederci chiaro. Se era venuto perché c'erano casi simili, lui doveva averli saputo. Scoprì allora che aveva mentito e messo alle strette Barry raccontò a lui e a Gabrielle la sua storia.
Slade gli disse subito che ciò che cercava non c'entrava con il Mirakuru e che lo avrebbe risolta lui la questione. A quel punto Barry volle sapere il motivo. Slade gli disse che non sapeva nulla riguardante alla morte di sua madre, ma era ciò che era dietro ad interessargli. Non gli dette altre spiegazioni, ma gli promise che una volta trovato avrebbe risolto lui la questione, promettendogli che con la sua cattura avrebbe liberato il padre. Barry insistette molto se potevano fare la cosa insieme, ma Slade era stato categorico, avrebbe risolto da solo la questione.
Non sapeva perché non lo avesse ascoltato e avesse usato lo stesso stratagemma come se nulla fosse accaduto.
Scosse la testa.
Non era il momento di pensare a queste cose. Ora doveva solo dire ciò che poteva e nient'altro sperando che nonostante tutto si potessero fidare di lui.
Quando Slade ritornò al suo nascondiglio trovò anche Olliver e Sara.
-ah finalmente...-fece Jack-Jack.-si può sapere dov'eri finito...e perché hai manomesso il satellite, lo sai che ci ho lavorato fino ad adesso per farlo ritornare operativo.-
-pensavo di fare una cosa....ma riflettendoci non sarebbe stata una buona idea.-disse Slade.
-l'importante è fermarsi appena in tempo.-fece l'anfibio sapendo che aveva degli agganci con persone poco raccomandabili.
-Gabrielle è qui.-chiese Slade cambiando discorso.
-credo che la polizia l'abbia ancora trattenuta...-rispose l'altro.-devono sentire un pò di gente...lo sai che i notiziari hanno diffuso il nostro combattimento.-
Slade lo guardò male.
Quello era una cosa che voleva evitare.
-comunque...-fece cambiando discorso.-ho aspettato te per quella cosa...anche perché ne so poca...allora...ci spieghi un pò chi era.-
Slade esitò nel parlare. Riordinò un pò i suoi pensieri e ciò che poteva dire.
-penso...che tu abbia già incontrato Barry Allen, vero ragazzo.-disse Slade.
-questo che cosa c'entra.-fece Olliver non capendo.
-sai la sua storia...-
-si...-rispose l'altro non capendo dove voleva parare.
-quella persona...è ciò che lui ha chiamato "Lampo Rosso".-disse Slade.
-cosa?-fece Olliver sorpreso.-è la verità.-
-si...-fece l'altro.-vedi...anche quando è successo la stessa cosa a Rosemberg è venuto ad indagare pensando che fosse collegata a ciò che fosse successo a sua madre-fece una pausa.-vedi...durante uno scontro me la sono vista brutta...Jack-Jack non c'era e Gabrielle ha chiesto il suo aiuto svelando la mia identità e la storia del Mirakuru...intendo quello che è successo su Cargo e non su Lian Yu.-
-capisco...anch'io ho avuto una situazione del genere.-disse Olliver omettendo come si erano sviluppate le cose.
-quindi sai chi è.-fece Sara.
-no...non ho la minima idea di chi sia.-disse Slade.
-come? sai che è l'assassino di sua madre e non sai chi è.-fece Olliver incredulo.
-non so assolutamente niente di lui, nè di quello che è successo alla madre di Barry-disse Slade pesando ogni singola parola.-ciò che so è la radice dove ha causato il tutto.-
-chi?-chiese Olliver.
-mi dispaice...non lo posso dire.-rispose Slade.
-cosa?-fece Olliver sorpreso.-come puoi non dirlo...-rifletté.-almeno sei sicuro che sia proprio lui.-
-è la stessa persona.-rispose Slade.-altro non ti posso dire.-
-bene...-
-ehi aspetta...non ti azzardare di fare ricerche o cose strane.-fece Slade.
-perché? se è davvero lui l'assassino dovresti cercare delle prove.-
-sto già facendo tutto io...-fece Slade.-da quando sono tornato e il satellite è in funzione è una delle cose che ho il compito da fare.-
-fatti aiutare.-fece Olliver.
-no...è una cosa che devo fare da solo.-
-ma perché.-fece Olliver non capendo.
-ho fatto una promessa...-disse Slade-lo so che ti sto chiedendo molto...e lo so quello che ti dirò potresti anche non crederci...ma...ti devi fidarmi di me.-
Non sapeva come gli venisse fuori quelle parole. Dopo quello che era successo sull'isola, non si sarebbe aspettato che si potesse fidarsi. Lo avrebbe capito della sua scelta, sperava solo di non fargli del male.  
Fidarsi.
La prima volta che lo aveva incontrato lo voleva ucciderlo a seduta stante, se non lo aveva fatto è perché poteva aiutarlo. Di certo non gli aveva dato nessun motivo per cui lui si potesse fidare, ma alla fine si era fidato e la cosa divenne reciproca.
Poi....
Scoprire che aveva causato la morte di Shado, anche indirettamente, aveva stravolto tutto, anche il fatto che lo considerava come un fratello. Era come se tutto fosse cancellato e la rabbia e la vendetta aveva preso il sopravvento dentro l'uomo.
Adesso...adesso era un pò come lui. Immaginava quello che gli poteva essergli successo come cavia e forse quel senso di vendetta nei suoi confronti lo aveva fatto sopravvivere. Ma poi...gli era successo qualcosa...aveva incontrato Gabrielle, quello che è successo a Rosemberg, la morte di suo figlio....e pensando a questo vedeva davanti a sè non l'uomo che cinque anni fa gli aveva promesso che lo avrebbe fatto soffrire prima di ucciderlo ma un uomo che come lui cercava di essere qualcosa di migliore rimettendo a posto i pezzi della propria vita.
-non faremo ricerche o robe simili...-disse Olliver.-anche perché...penso che tu abbia i tuoi motivi per farlo.-
Slade non disse nulla. Distolse un attimo lo sguardo per poi guardarlo.
-il satellite lo potete usare...-fece l'uomo.-anche se penso ci sarà solo un breve segnale... almeno che non si fermi a lungo come all'università.-
-adesso dove vai.-fece Jack-Jack.
-a controllare una cosa.-e se ne andò.
Sara era piuttosto scettica della decisione che aveva preso Olliver e del fatto che Slade faceva il misterioso.
-che cosa c'è.-fece Olliver intuendo che c'era qualcosa che non andava.
-per te è tutto normale, non è vero?-chiese la donna.
-Sara...nemmeno io so il perché di tutto questo mistero...-
-allora perché gli hai detto che ti fidi di lui e che non faremo delle ricerche.-
-io...io penso veramente che Slade ha delle ragioni per non dircelo.-
-mi sembra che sia lui che non si fidi o peggio che nasconda appositamente qualcosa.-
-Sara...non è una situazione che mi piace nemmeno a me-ammise Olliver.-anche perché non saprei come dirlo...ma...è sincero e di certo se c'era qualcosa di importante che ci poteva dire lo avrebbe detto.-
-comunque...penso che sia una pessima idea fidarci di lui-fece Sara.-ti sei dimenticato quello che è successo sull'isola.-
-lo so...però...sono successe molte cose da allora...io, lui...te...non siamo le stesse persone di allora-disse Olliver.-lo so che non ti fidi di lui, ma fidati di me.-
-di te mi fido.-fece la donna.
Olliver sorrise e ritornarono al rifugio.
Non sapeva come dirlo, specialmente non sapeva come Felicity potesse reagire a quella notizia.
Rimase per un lungo momento fuori dal Verdant cercando di usare delle parole piuttosto adatte alla situazione.
Con una certa esitazione raccontò ciò che Slade gli aveva detto.
Pensò a una delle solite sue affermazioni, ma Felicity rimase in silenzio. Fu Diggle a rompere quel silenzio.
-se sapeva di Rosemberg e del Mirakuru, perché ha detto che era venuto per ciò che era successo a sua madre.-disse Diggle.
-conoscendolo non gli avrà spiegato la situazione-fece Olliver.-ci sono molte cose che non si capiscono.-
-semplicemente non si fidava.-disse Sara.
-Barry si fida di lui...-disse ad un tratto Felicity.
Tutti la guardarono.
-lui...me lo disse poco prima che lo richiamassero...-iniziò Felicity.-mi disse che siccome si occupava dell'assassino di sua madre, lui voleva essere utile sia per un suo amico, penso proprio che si rifesse a Slade, che per noi.-
-perché me lo dici solo adesso.-fece Olliver.
-non avevo la minima idea che Burges chiamasse Slade in quel modo...e poi sono successe tante cose...c'erano già tante cose a cui abbiamo pensato questi giorni.-
In quel momento una serie di segnali attirarono l'attenzione dell'informatica.
-che succede.-
-è lui...-fece Felicity.-appare in diversi punti della città...-
-è piuttosto veloce.-disse Olliver.
-si limita solo in questa zona...-fece vedere.
-chiama Slade, io e Sara andiamo avanti.-disse Olliver per poi andare.
Dopo essere uscito, Slade si diresse da Gabrielle. Gli aveva fatto sapere che aveva finito e gli disse che aveva qualcosa da dirgli.
Slade si posizionò nella finestra che dava sulla camera della donna, nella quale c'era una scala anti incendio. Era ancora in veste di Deathstroke e di certo non si poteva presentarsi in quel modo.
Quando fece per entrare ebbe come la sensazione che ci fosse qualcuno.
Mise una mano sulla spada e si voltò.
-Slade...-
L'uomo rimase come una statua.
Era lei, davanti a lui...non ci poteva credere.
-Addie...-fece lui incredulo.
Con mano esitante si avvicinò al suo viso e glielo accarezzò. Era caldo come allora.
-mi sono mancate le tue carazze.-fece Addie.
-perdonami...-
Addie lo guardò.
-ti avevo promesso che avrei protetto nostro figlio...Addie perdonami...-
In quel momento ritrasse la mano. Erano state quelle stessi mani ad ucciderla.
-se questo che ti muove...allora smettila-fece Addie.-farai solo del male alle persone che ami.-
-che...che cosa stai dicendo...-fece Slade.-lo devo fare...per Joe...per nostro figlio glielo devo.-
-e per q    uesto che lo fai...lo fai solo per espiare le tue colpe.-fece la donna.
Non c'era rabbia o disdegno nelle sue parole, ma per l'uomo gli parve così.
-non otterrai nulla di buono facendo così-continuò lei.-ti prego fermati.-
-non posso...-
-non ti devi sentire in obbligo di farlo...-fece Addie.-non sei un soldato che esegue degli ordini, sei una persona diversa.-
-lo so...-ammise Slade.-ci sono molte cose che sono cambiate in me.-
-non è questo che intendevo.-fece la donna.
Slade la guardò in maniera interrogativa.
Addie si avvicinò a lui e pose entrambe le mani sul suo petto. Slade gliela strinse una. Allucinazione o meno, le emozioni che provava erano le stesse di allora.
-dimmi perché lo fai.-chiese lei.
-io...io...-ci rifletté ma non riuscì a trovare una risposta.
-ascoltami...se davvero ci tieni veramente e non lo fai per espiare le tue colpe...comportati come sempre.-disse Addie.
-non posso...-fece l'uomo.
-se continuerai così...perderai veramente chi ami.-disse Addie.
-Slade...-
La voce di Gabrielle lo riportò alla realtà.
-stavi parlando da solo?-domandò.
-io...-guardò davanti, lei non c'era più.
Gabrielle, era appena entrata nella sua camera che si era trovata davanti alla finestra Slade. A parte che si prese un colpo quando lo vide, si preoccupò molto quando lo vide parlare da solo.
Quando lo chiamò, parve come destato da un sogno.
Non gli rispose entrò e gli chiese che cosa gli voleva dirgli.
-chi hai visto.-fece la donna ignorando la domanda.
Slade non rispose.
-il fatto...che non abbia le mie sensazioni non significhi che non capisca che c'è qualcosa che non va...e me le rendo conto visto che hai appena parlato con il nulla.-
-Gabrielle...per favore...-
-è per quell'uomo, per quello che c'è dietro al Lampo Rosso.-fece Gabrielle.
-mi hai chiamato per questo.-fece lui cercando di dimostrarsi indifferente.
-Slade...lo capirebbe perfino un bambino che stai male...solo che non capisco perché non mi dici che cosa ti passa per la testa. Non ti sto chiedendo di venire meno alla tua promessa di dirmi chi c'è dietro...ma almeno di farmi rendere partecipe dei tuoi pensieri.-
-vuoi sapere che cosa penso...-fece l'uomo.-penso che il fatto che non hai più quelle sensazioni vorrà dire che resterai buona e non rischierai la vita per niente.-
La cosa ferì profondamente la donna.
In quel momento ricevette una chiamata da parte di Felicity. Il Lampo Rosso si era fatto vedere, per così dire.
-il file...-disse Gabrielle.-quello che sta facendo...cerca nei luoghi dove frequenta di solito...sarà sicuramante a casa adesso.-
Slade gli dette una breve occhiata per poi andarsene.
Dopo che lui e la sorella erano stati sentiti, mentre lei era andata da alcune amiche per definire il nuovo fan club di super eroi, lui era ritornato a casa con i genitori, anche se questi erano un pò preoccupati che la figlia non tornasse con loro.
Ritornato a casa, il ragazzo si rintanò in camera sua.
Si era fatto inviare il video sul cellulare e scaricato sul computer lo guardò.
Ormai sia nei giornali e nella rete quel video aveva fatto il giro per il mondo, ma non era quello che gli interessava.
Mise la chiavetta che portava con sé, mise in ordine alcuni dati e dopo la avviò in contemporaneo con il video.
Il primo tentativo fallì, come il secondo, ma il terzo ebbe l'effetto desiderato.
Poi utilizzò lo stesso metodo, ma con dei codici diversi, nel risolvere un equazione e di penetrare in un sito protetto.
Il ragazzo era al settimo cielo.
-non ti hanno insegnato che non si entrano nei siti governativi.-fece una voce alle sue spalle.
Il ragazzo voltandosi si trovò Deathstroke.
Prese un colpo.
-che diavolo...-esclamò.-di un pò voi buoni dovete sempre far venire degli infarti a noi poveri mortali.-
-non sono mai stato buono...ma non ti convenire farmi arrabbiare e darmi quella chiave...-fece Deathstroke.-può essere molto pericolosa.-
-cosa? ehi ci lavora da anni e finalmente sono arrivato alla conclusione...era molto semplice... con questo si risolveranno molte minacce...e poi si autodifende da solo senza essere visto o trovato.-
-lui ha ragione...-
Dalla parte opposta, Arrow prese la chiave.
-ehi! così mi fate scoprire.-fece il ragazzo.
In risposta Deathstroke gli spaccò il computer.
-me lo ripaghi...-
-fai quelle cose che fanno i ragazzi della tua età e lascia perdere queste cose.-fece Deathstroke.
-che?-
In quel momento la madre lo chiamò, e ciò fece abbassare la guardia al ragazzo che quando ritornò a guardarli erano scomparsi.  
-era necessario rompergli il computer.-fece Sara quando i due erano usciti.
-o spaccavo il computer o lo traumatizzavo.-fece Slade.
In quel momento si accorse che lui era qui e lo prese appena in tempo per poi scaraventarlo lontano.
Il Lampo Rosso guardò la chiave che aveva Arrow.
Era facile per lui, ma la presenza di Deathstroke limitava le sue azioni.
Doveva trovare un diversivo.
Continuava a riapparire e scomparire fino a quando non si mise nell'edificio difronte al loro.
Incominciò a ruotare creando un forte vento per poi sparire del tutto.
Un getto violento colpì i tre che si trovarono in tre zone diverse della città.

Ravager era nel suo studio.
Aveva assistito all'intera scena e non sorprese più di tanto di trovarsi quella chiave al posto di alcuni documenti che aveva lasciato in quel punto.
-e questo che cosa serviva.-fece Blood non capendo.
-al contrario di te-fece Ravager.-io ho un piano ben preciso...è per questo che avrà successo se ognuno farà la sua parte.-
Blood lo guardò.
-cerca di seguire il piano e comportarti come sempre..-fece Ravager.-e poi...chi lo sa...anche tu avrai ciò che desideri e fare in modo che non cada in mani sbagliate.-
L'altro deglutì.
-adesso vattene...e non combinare guai come al tuo solito.-fece Ravager.
Da quando Slade se ne era andato, Gabrielle era rimasta ferita da ciò che le aveva detto l'uomo. Alzò per sbaglio la testa e vide che Slade era davanti alla finestra.
La prima cosa che fece fu di tirare le tende.
Passarono alcuni minuti e poi la donna ritrasse le tende e aprì la finestra.
-scusami...non volevo dirti quelle cose.-fece Slade una volta entrato.
-le hai dette.-puntualizzò lei.
-io...vorrei dirti...che mi dispiace, ma non sarebbe vero-disse Slade.-lo so che tu ci tieni a me e che...sei il mio angelo custode...ma...la verità è che mi preoccupo sempre. Su Cargo ho rischiato di perderti...sapere che sei al sicuro...-
-per me non è così...-lo interruppe.-non hai la minima idea di quanto sono stata in pensiero per te in questo momento e...mi sentivo inutile.-
Slade lo guardò.
-insomma...tu sei in prima linea come Jack-Jack, oltre che lui sa di informatica, medicina, di cose scientifiche e di meccanica...io...sapere se sei in pericolo era un modo per sentirmi utile verso di te.-
-tu fai molto per me...credimi-fece Slade.-e non perché senti le cose.-
-allora perché non me lo dimostri...-disse Gabrielle.-non dico di venire a meno della promessa, ma di dirmi che cosa ti passa per la testa...lo so che stai ancora male per Joe, per l'uomo con quel costume e quel nome, per Dihao e il Mirakuru...vorrei solo che ti aprissi.-
-Gabrielle...-
-non mi dire che lo fai per il mio bene o per non farmi preoccupare...-fece la donna.-lo sai che così mi preoccupo di più e sto male...lo so...sono fatta male.-
-non sei fatta male...-fece l'uomo.
La guardò per poi abbracciarla.
Sapeva che non era il genere di persona che dimostrava apertamente i suoi sentimenti, e quel gesto lo interpretò con una richiesta di aiuto.
Quando ricambiò quell'abbraccio, ne ebbe la conferma.
-in questo momento...avrei bisogno che tu mi ascoltassi...ma non posso.-disse ad un tratto l'uomo.
-possiamo parlare di ciò che puoi dire.-fece la donna.
Esitò un momento.
Gabrielle lo accompagnò a sedersi sul proprio letto e aspettando i suoi tempi, lo ascoltò.

*****

Era notte.
L'intera isola era sorvegliata da persone armate.
Al centro della piccola isola, vi era un laboratorio.
Anche l'interno della struttura era molto sorvegliato.
Ad un tratto, una sentinella sulla spiaggia avvistò un imbarcazione. Era incastrata sulla spiaggia. Dopo aver chiamato un gruppo di cinque persone si avviarono.
Era piena zeppa di stracci.
Mentre stavano levandi quegli stracci, uno di loro si accorse che c'era una mano.
Lo tastò con la punta del fucile.
Ad un tratto la mano si mosse.
Trasse l'arma a se e tirò un pugno uccidendo l'uomo.
Iniziarono a sparare.
Da quegli stracci emerse un uomo con una maschera nera. Con facilità e con una forza fuori dal comune li uccise.
Come se conoscesse la zona, si diresse verso l'interno.
Le sentinelle furono in allerta quando sentirono gli spari. Quando la figura fu sotto tiro, iniziarono a sparare. L'uomo però continuava ad avanzare. Pareva che i proiettili non gli facevano nulla. Avanzava...avanzava e uccideva.
Sfondò la rete di metallo e uccise i soldati che gli andarono contro.
Con una forza sovraumana buttò giù la saracinesta di metallo.
I soldati all'interno cercarano di fermare la sua avanzata, ma era tutto inutile. L'uomo li uccise senza pietà. Uno di loro lo colpì con una carabina. L'uomo cadde, ma si rialzò. Aveva un buco sul fianco che come niente si rimarginò. In quell'atto scatenò tutta la sua rabbia tanto da trapassargli il corpo con un braccio.
Distrusse con facilità le porte e fu dentro al laboratorio.
Eliminò le sei guardie e senza pietà fracassò la testa dello scienziato contro la parete sfondandogli la testa.
Prese alcune carte e dei campioni per poi levare le tende.

Dopo che si era ripresa, Gabrielle venne portata da quegli uomini da un altra parte.
Nella parte opposta vi era una stanza con diverse celle.
La donna intravide che c'erano delle persone e non avevano un bell'aspetto.
Non la portarono dentro, ma in un'altra stanza adiacente e chiusero la porta.
Gabrielle si guardò spaventata.
Era una stanza semi buia, dove l'unica fonte di luce era un oblò.
Accanto alla parete c'era una vasca.
All'interno c'era una creatura strana, una sorta di uomo-anfibio blu che indossava una tuta da sub.
Questi, quando si accorse di lei fece un inchino.
La donna lo guardò in maniera interrogativa.
-scusami...non ti volevo spaventare...-fece l'anfibio.-il mio nome è Jack-Jack.-
-Gabrielle...-fece la donna.-senti...sai chi sono quella gente che ho visto.-
-cavie...come me.-
-che...che ti ha fatto.-chiese la donna.
-in verità...in principio ero una comune e normale rana..poi tutto d'un tratto mi sono sentito diverso...non so come spiegarti...ero così...-
-quindi...sei come le tartarughe ninja...-fece Gabrielle.-ma una rana antropomorfa.-
-non so chi siano queste "tartarughe ninja"...ma l'ultima parte è giusta.-fece Jack-Jack.
-e loro...sai che cosa li fa.-
-non saprei...ma da ciò che sento...è un qualcosa di pericoloso, ed è andato in mani sbagliate-disse Jack-Jack.-però...uno è strano...diverso...penso che sia da lui che venga quella cosa.-
Gabrielle non capì.
In quel momento ebbe come la sensazione che Slade fosse in pericolo. Non sapeva come spiegarlo. Non era la prima volta che aveva quel genere di sensazione, ma ebbe come il presentimento che fosse in pericolo di vita.
-qualcosa non va.-chiese Jack-Jack.
-io...io non lo so...-rispose Gabrielle.-penso...penso che Slade sia in pericolo.-
-chi è.-
-un prigioniero come me.-fece la donna.
Quella sensazione la accompagnò per molto tempo.
Rimase in quel posto per alcuni giorni e di certo quelle sensazioni non svanirono.
Ad un tratto la porta si riaprì.
Un uomo di Bathiathic la prese.
La riportò nella sua cella.
Gli pareva diversa, anche se non capiva in che cosa.
In quel momento il suo sguardo si pose su Slade.
Era seduto e gli dava le spalle. Da una parte accanto a lui, c'era la giacca e la canottiera, mentre dall'altro vi erano dei proiettili...l'uomo li stava estraendo dal proprio corpo.
 
   
 
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