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Autore: littlebebe    20/12/2014    2 recensioni
Prima o poi si sarebbero appartenuti, lui lo sapeva. Il suo amore, quello che lei crede sia vero, non esiste più, ma si può amare di nuovo. Tutti e tutto hanno una seconda possibilità, anche l'amore.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel, Regina Mills, Robin Hood
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Robin era ancora confuso e non aveva nulla da esprimere, aspettava solamente che la biondina dagli occhi chiari gli desse spiegazioni. Non pensava che lei lo conoscesse davvero, aveva l’aria da ragazzina furbetta e probabilmente lo stava prendendo in giro. Ma stranamente ancora non si era mosso da quella panchina e attendeva una risposta alla sua espressione interrogativa. Perché non doverla ascoltare?
-Senti, so che ti potrà sembrare strano, ma il tuo tatuaggio non mi è indifferente.-
-Che vorresti dire? Che io e te abbiamo avuto una relazione e tu non mi hai ancora dimenticato? Beh, mi dispiace, ma io sì.- detto questo, si alzò dalla panchina e ritornò su i suoi passi. Probabilmente era stanco e non aveva più voglia di sentirsi raccontare delle stupidaggini da quella ragazza. Sicuramente aveva sbagliato persona, chissà quanti hanno un leone disegnato sul braccio. Ma lei lo raggiunse svelta, afferrandogli con forza il braccio facendolo voltare di scatto.
-Non si tratta di me, caro. Ma di lei.-
Robin aggrottò la fronte mostrandosi incuriosito e stupito. Aveva sicuramente capito di chi stesse parlando.
-Ti stavo aspettando da tempo. Tu devi salvarla. E’ una cosa che solo tu puoi fare, è il tuo destino. Io ci ho provato molte volte, ma…-
-Ma..?-
-Non ci sono riuscita. La madre superiora, la fata Turchina intendo, ha fatto un incantesimo su di me. Si tratta di un incantesimo di invisibilità. Risulto visibile agli occhi di chiunque, come un cittadino normalissimo di Storybrooke, tranne che agli occhi di Regina, lei non può vedermi.-
-Aspetta biondina, non capisco cosa centri io con questa situazione, ma mi interessa. Sediamoci e spiegami meglio.-
-Sai perché è comparsa magicamente quella figura nella tua sacca? Te l’ho già detto. Quello è il tuo destino, il vostro.
Tempo fa diventai amica di Regina. Lei era triste, sconsolata, infelice della sua stessa vita con il Re. Aveva perso il suo Daniel, e così decisi di aiutarla, anche se andava contro le regole delle fate.-
-Ah, quindi tu saresti una fata? Fammi indovinare, Trilly?-
-Esattamente. Io, Trilly, ho messo a rischio la mia magia per lei. La condussi con la polvere magica verso il bar, quel bar raffigurato sulla pagina, e quella sera lì dentro, c’eri proprio tu. La portai precisamente lì, perché è dove avrebbe conosciuto la sua felicità. Le dissi che era possibile amare una seconda volta, ogni cosa ha una seconda chance. Guardammo attraverso la finestra e ti indicai. Tu eri voltato, ma il tuo tatuaggio si notava bene, mentre facevi un brindisi. Così me ne andai, convinta che lei entrasse là dentro e da quel momento in poi avreste potute vivere per sempre felici e contenti. Ma in realtà lei non mi diede ascolto, e scappò.-
-Questa storia è assolutamente incredibile. E perché ora lei non può vederti? Cioè, per quale motivo sei stata colpita da questo incantesimo?-
-Perché una volta tornata nel regno delle fate, Turchina, scoperto il mio inganno, mi tolse le ali. Pensavo che almeno ne fosse valsa la pena, avevo fatto del bene, avevo reso felici, non una, ma bensì due persone e la cosa mi rendeva soddisfatta. Ma invece poi scoprii che il tutto era stato inutile. E così, una volta venuta qui dall’Isola che non c’è, la madre superiora percepiva ancora molto odio da parte mia nei confronti di Regina, e lei è convinta che io sia una persona troppo, esageratamente istintiva, e ha paura che io possa commettere gesti gravi contro di lei, mettendola in pericolo. Il fatto che sono invisibile ai suoi occhi, mi spinge anche a non commettere alcuna azione verso di lei, fa parte dell’incantesimo.-
-Perché allora tu vuoi salvarla se provi rabbia per lei?-
-Perché in realtà non la provo. Io voglio solamente proteggerla, ma mi è impossibile, a causa sempre dell’incantesimo che Turchina non vuole togliermi, non si fida di me. Capisco perché Regina non è entrata in quel locale, aveva solamente molta paura, paura di amare di nuovo e che quel tipo di amore le fosse portato via una seconda volta.
Tu devi proteggerla e salvarla da Daniel, in qualche modo devi riuscirci. Lui non è più lo stesso di una volta, sicuramente il Dottor Whale ha sbagliato cuore per farlo rivivere, e Regina è in grave pericolo.-
-Come posso fare?-
-Come hai fatto fino ad ora. Ma ti do un consiglio: non rivelarle per ora che sei l’uomo con il leone tatuato, lo capirà col tempo. Se no potrebbe allontanarsi e non lasciarsi salvare da te.-
 
******
-Regina!-
Riconosceva quella voce, una voce che aveva spesso in mezzo ai piedi. Si voltò per vedere cosa voleva la signorina Swan.
-Non essere scocciata per una volta. Possiamo parlare?-
-Sì, certo. E non darmi della scocciata perenne, Swan.-
-La colpa non è mia, Regina.- le sorrise e Regina ricambiò storcendo la testa, come per dire ‘che simpatica, Emma.’
-Va bene se ci facciamo un giro vicino al fiume, nella foresta?-
-Va benissimo. Di cosa vuoi parlarmi?-
-Di Henry. So quello che è successo l’altro giorno. Si è spaventato molto.-
-Ti prego, non venirmi a fare la predica. Non avrei mai voluto che accadesse, e se lo avessi saputo non avrei..-
-Regina, tranquilla! Non ti sto incolpando, per fortuna non è successo nulla. Ma potrebbe risuccedere, e quindi io preferirei…-
Regina aveva già intuito cosa volesse dirle Emma, e non poteva darle torto.
-Lo so. Capisco.-
-Mi dispiace, Regina.-
-E’ giusto che lui non passi questo periodo con me. Devo cercare di capire la situazione il più presto possibile, e lui deve stare lontano da Daniel.-
-Ma tu puoi venire a trovarci quando vuoi, ovviamente. Sei sempre sua madre. E io ti aiuterò. Non ti lascerò affrontare questa cosa da sola. Ti potrebbe accadere qualcosa di brutto e non permetterò che Henry ti perda. Sei la sua eroina, e ti vuole bene.-
-Grazie, Emma. Ma non ce n’è…-
Un rumore le fece sobbalzare e rimasero a fissarsi occhi negli occhi, preoccupate. Era un suono strano, proveniente dall’acqua del fiume, ed era continuo. Come acqua che bolle in pentola, solo che molto più forte.
Si avvicinarono con cautela alle acque. Emma reggeva il braccio di Regina, tenendola un passo dietro di lei. Tenendosi a distanza di circa un metro, si affacciarono entrambe per cercare di vedere attraverso il fiume e vedevano delle grosse bolle, allargarsi sempre di più. Un qualcosa iniziava a risalire dall’acqua, doveva essere una specie di mostro. Quando fu risalito del tutto, fecero in tempo a studiarlo per bene, senza avere paura. Aveva sembianze umane ed era completamente verde. Era una ragazza, ma si vedeva solamente il suo petto. Non sapevano se avesse delle gambe o una coda, o nulla. La parte bianca dell’occhio, non era bianca, ma gialla, e le sue pupille nere e profonde, riuscivano a incantare Emma e Regina, senza farle muovere e senza farle scappare. I suoi denti erano abbastanza inquietanti: piccolissimi, ma ognuno separato dall’altro da uno spazio di circa mezzo centimetro.
-Non riuscite a sfuggirmi, eh?! Nessuno può riuscirci. Poverine, eheheheh.-
Le due donne ancora non staccavano gli occhi da quelli del mostro. Emma aveva sempre la mano posata sul braccio di Regina. Riuscivano solo a mostrare la loro faccia preoccupata con aria di sfida.
-Venite avanti, prego. Non vi farò alcun male.-
Entrambe avanzarono verso di lei, immobilizzate da quella creatura.
-No, anzi! Tu, no.- disse indicando Emma. Dopo di che, scagliò una scia verde verso di lei, che la fece cadere a terra e realizzare bene ciò che stava accadendo.
Voleva solamente Regina. Voleva fare del male solo a lei. Emma era salva.
Si alzò da terra e vide che a un lato c’era un uomo, Daniel, che guardava la scena della sua compagna che stava per essere uccisa da una creatura malvagia, e rideva, era divertito e con le braccia conserte al petto. Emma capì che era stato lui a far sì che il mostro si impossessasse in un certo senso di Regina.
Regina ormai toccava l’acqua, camminando sui sassi del fiume, avvicinandosi sempre di più. Emma le urlava di fermarsi, ma non funzionava. Doveva trovare un modo per distrarre Erozia, così si chiamava, l’aveva sentito pronunciare in quel momento da Daniel che con il suo sorrisino diceva: ‘brava Erozia, continua così.’
Prese dei sassi e li lanciò con tutta la sua forza verso di lei, ma non le facevano alcun effetto. Era in difficoltà e non sapeva cosa fare, ma a un tratto sentì una voce dietro di lei.
-Aizore, aizore, aizore!-
Era Mary Margaret, e vicino a lei c’erano anche David e Henry.
Erozia si voltò di scatto verso la mora dai capelli corti che le disse: -Mi dispiace Erozia, non solo Daniel conosce il tuo segreto, e tu lo sai bene.-
Il mostro si ritirò lentamente sotto le acque, Regina si riprese e ritornò in lei, consapevolizzando ciò che stava facendo, e tentando di non scivolare con i tacchi su quei sassi bagnati, ritornò sulla terra.
Emma chiedeva incuriosita a sua madre: -Che diavolo le hai detto?- ma Mary Margaret le rispose che le avrebbe spiegato tutto dopo.
Daniel era bloccato da David, che gli teneva le braccia incrociate dietro la schiena, e nel frattempo urlava il nome della sua fidanzata.
-Regina, scappa! Non riuscirò a trattenerlo per molto.-
Regina si guardò intorno cercando di capire cosa pensassero gli altri.
-Va, a lui ci pensiamo noi.- la incoraggiò Mary Margaret.
-Non posso lasciarvi qui, potrebbe farvi del male.-
-Mamma…- intervenne Henry. -Tu sei a rischio molto più di noi, devi scappare.-
-Sì sta liberando, non riesco a tenerlo più! Corri, Regina, corri!-
Ma lei disse un’ultima cosa prima di lasciarli lì:
-Emma, porta via Henry da qui, ti prego. Daniel ha istinti omicidi anche verso di lui, lo sai.-
Regina iniziò a correre il più velocemente possibile, ma Daniel dopo un po’ riuscì a liberarsi dalla presa forzata di David, e nonostante i Charming provarono a raggiungerlo, lui era irraggiungibile. Ma per fortuna, nonostante cinque o sei cadute a terra, Regina era ancora molto distante da lui. Non aveva più fiato e sentiva la gola secca e gelata, aveva assolutamente bisogno di acqua. Nel frattempo i suoi pensieri erano fissi su Daniel. Aveva avuto di nuovo quel comportamento. Non sarebbe più dovuta stare con lui, non poteva rischiare di andare avanti in questo modo, sfuggendo da lui tutte le volte che azzardava a farle del male. La voleva uccidere, addirittura. Non lo riconosceva più e sicuramente c’era qualcosa che non andava. Perché lui non era così nel periodo prima di morire, anzi.
Mentre proseguiva all’interno della foresta, non aveva una meta precisa, ma continuava a correre senza fermarsi.
Siccome un’altra caduta interruppe il suo percorso, decise di togliersi alla svelta le scarpe col tacco.
La paura invase la sua anima. Aveva paura per suo figlio, soprattutto, e aveva paura di non riuscire a trovare riparo da qualche parte, e che Daniel potesse raggiungerla ovunque si trovasse.
A un certo punto intravide una piccola casetta di legno in lontananza, e si diresse verso di essa, sperando di riuscire ad entrare. Provare ne valeva la pena. Ma subito dopo sentì i passi di Daniel che la raggiunsero improvvisamente e così fu costretta a correre ancora più rapidamente, nonostante aveva le gambe e la milza a pezzi.
Una figura che lei non fece in tempo a vedere, comparve da dietro un albero, afferrandole la mano. Fuggiva insieme a lei. Non sapeva di chi si trattasse, la sua vista era ormai completamente sfocata e le girava la testa. Ma sentiva che poteva fidarsi, chiunque fosse, la stava salvando. Sicura di ciò, si lasciò completamente andare a quella stretta di mano, che lei ricambiò per poter stare al suo stesso passo. Erano quasi arrivati alla casetta in legno, e sentivano i passi di Daniel sempre più lontani da loro.
Una volta raggiunta, la figura sconosciuta aprì con un calcio feroce la porta e si fiondò dentro, trascinando Regina dietro di sé. La richiuse con un gancio gigante che avrebbe impedito l’entrata di chiunque avesse provato a oltrepassare quella porta.
Regina, trovato un basso divanetto con la stoffa rovinata, ci si buttò sopra, poggiando i gomiti sulle ginocchia e affondando la testa nelle mani. Respirava faticosamente e iniziò a strofinarsi gli occhi per cercare di riprendere la sua vista normale.
Una volta calmata, alzò lo sguardo. Un uomo era in piedi vicino al divano che la osservava. I loro occhi si incrociarono e lei si sentiva già in debito con lui per ciò che aveva fatto per lei.
-Va tutto bene?- disse l’uomo, sedendosi accanto a Regina.
Senza distaccare lo sguardo da lui, lei gli rispose: -Sì! Grazie.-
 
*****
Intanto, in casa dei Charming, Mary Margaret e David raggiunsero Emma e Henry che erano già arrivati prima, quando Regina chiese a Emma di portare via il figlio.
Henry e sua madre si alzarono di scatto dalle sedie su cui erano seduti, preoccupati di sapere come erano andate a finire le cose.
David li rassicurò: -Regina mi ha appena mandato un messaggio, mi ha detto che è riuscita a scamparlo, ma non so dov’è. Ci darà presto notizie.-
Madre e figlio si tranquillizzarono, emettendo un sospiro di sollievo.
-Mamma, potresti spiegarmi come hai fatto a cacciare via quel mostro verde?-
-Tempo fa, quando ancora ero una forestiera, mi sono ritrovata anche io ad affrontare Erozia. E’ un mostro dei fiumi, che si invoca pronunciando tre volte il suo nome, mentre invece per mandarla via, basta ripetere sempre il suo nome tre volte, ma al contrario.
Quando incantò me, era stata chiamata da uno dei cavalieri della Regina Cattiva, tra l’altro scoprii che lo fece a insaputa della Regina, quindi non centrava nulla lei in quel momento, stranamente. Ma poi venne a salvarmi Cappuccetto Rosso, che aveva fiutato l’odore di Erozia, e lei conosceva questa leggenda di come invocarla e di come mandarla via. E prima infatti, è stata proprio Ruby e riferirci che percepiva che era ricomparsa questa creatura nella foresta incantata, e noi in panicati, abbiamo preso Henry a scuola, per paura che la cosa richiedesse del tempo e dopo nessuno potesse andarlo a prendere, e siamo corsi subito da voi.-
-Grandioso!- esclamò Emma, prima di fare un brindisi tutti e quattro con un bicchiere di coca cola.
  
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