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Autore: scbiebersloveg    20/12/2014    3 recensioni
Lui era tornato dopo avermi lasciato lì da sola, dopo aver rotto il mio cuore in mille pezzi, era andato via senza pensarci due volte.
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Era sempre più bello, i capelli biondo cenere alzati in una cresta impeccabile, indossava dei jeans a cavallo basso e una maglietta bianca che metteva in evidenza i suoi muscoli più evidenti dall’ultima volta, era più alto ed era perfetto, come sempre.
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Sapevano solo che lui era partito e che per tutti questi mesi eravamo rimasti in contatto.
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“Spiegami perché ti sei scopato quella puttana! Spiegami perché sei partito! Spiegami perché sei tornato e spiegami chi è quella stronza che ti porti sempre dietro!”
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"Io ti amo, non ho mai amato nessuno, fino a che ho incontrato te, la mia bambolina, amore mio perdonami”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chaz, Justin Bieber, Ryan Butler, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’adrenalina era al massimo, ero pronto, dovevo e potevo vincere, la vittoria sarebbe stata nostra ne ero sicuro, ero più carico che mai.

“Mancano 5 minuti all’inizio della partita!” urlò il coach.

“Allora amico sei pronto?” mi domandò Chaz.

“Io sono sempre pronto” dissi dandogli il pugno.

Presi il cellulare dall’armadietto e controllai i messaggi, c’era un messaggio da Ellen:

Buona Fortuna. J

C’era scritto solo questo con una piccola faccina sorridente.

Non vedo l’ora di vederti ;)

Ridacchiai inviando il messaggio immaginandola arrossire. Dopo pochi minuti rispose.

Pervertito.

Rispose semplicemente. Questa sera, oltre alla partita di basket ovviamente ci sarebbero state le cheerleader che indossavano quella mini divisa che metteva in evidenza tutto, non ero ancora d’accordo che si facesse vedere con quella cosa da tutta la scuola ma non avevo altra scelta.

“Forza ragazzi!” urlò il coach “Si va in campo!” posai velocemente il telefono e raggiunsi la squadra; quando entrammo in palestra ci accolsero tutti con urla,fischi e applausi, era la nostra palestra quindi erano tutti della nostra scuola, vidi in prima fila i miei genitori con accanto Jaxon e Jazmyn, mi girai quando sentii le urla degli spettatori, guardai verso l’entrata degli spogliatoi femminili, la squadra di cheerleader entrava sventolando i pompon in aria, cercai Ellen ed era la prima della squadra, guidava il gruppo visto che era il capitano, si fermarono ai lati del campo e iniziarono a cantare il coro della nostra squadra, era un continuo scuotere di pompon e capriole; le ragazze indossavano tutte quella mini divisa e guardai Ellen, si voltò insieme alle altre scuotendo i fianchi dandomi una buona visione del suo fondoschiena, Dio se era perfetto! Mi risvegliai dal mio stato di trance quando il coach ci chiamò mandandoci in campo.

Ellen

Mi muovevo a ritmo di musica seguendo i passi della coreografia, adoravo ballare, fare capriole, spaccate…mi divertivo. La palestra e i suoi spettatori ci accolsero con urla e fischi mentre io cercavo di non mettere troppo in mostra il mio lato B.
La palestra si zittì agli ultimi minuti, Justin stava correndo sul campo cercando di prendere la palla, scattò in avanti verso il suo avversario e la recuperò palleggiando verso il canestro, la prese con entrambe le mani e saltò il più in alto possibile schiacciando perfettamente la palla nel grande canestro della squadra avversaria.

“E BIEBER SEGNA” urlarono negli altoparlanti, si alzò un grosso boato, urla , fischi, cori, applausi, musica, era tutto così confuso ma noi continuavamo a festeggiare la nostra grande vittoria.

“è il momento di celebrare la vittoria!” urlarono negli altoparlanti, ed ecco il momento che più temevo, ad ogni cheerleader era stato assegnato un giocatore che doveva scortare fino agli spogliatoi, non era un compito chissà quanto difficile o chissà cosa ma il problema non era scortare qualcuno, il problema era il giocatore da scortare, e il mio era David Morrison.

Justin

Continuai a saltare per la palestra festeggiando con tutta la squadra, corsi verso i miei genitori e gli urlai la mia vittoria.

“Sapevo che avreste vinto, bravo” si congratulò mio padre fiero, gli sorrisi salutando poi mia madre.
Cercai Ellen per tutta la palestra con lo sguardo e la trovai che parlava con le ragazze ma prima che potessi raggiungerla qualcuno attivò gli altoparlanti.

“Per i vincitori congratulazioni!” e si elevò un urlo di felicità “Attendete la vostra cheerleader che vi accompagnerà negli spogliatoi” disse infine e sentii i giocatori approvare per questa decisone, tanto si sapeva che avrebbero scopato; mi voltai di nuovo nella direzione dove prima c’era Ellen ma non la trovai, mi guardai intorno e la trovai ferma a braccetto con David Morrison, sentii la rabbia salire, strinsi i pugni e a passo veloce andai verso di loro, qualcuno mi fermò bruscamente quando ero ormai a metà campo e stavo per raggiungerli.

“Justiin” la voce odiosa e squillante di Bryanna mi perforò le orecchie, non ero in vena di sopportare le sue inutili chiacchiere, il mio unico pensiero era Ellen e quel coglione di Morrison.

“Che c’e?!” risposi non curandomi del mio tono brusco.

“Devo accompagnarti agli spogliatoi” disse ignorando il modo in cui mi ero rivolto, alzai gli occhi al cielo cercando di staccare la sua mano dal mio braccio.

“Conosco la strada, non preoccuparti” cercai di andarmene ma mi tirò per il braccio.

“Ma non l’ho deciso io, dai non fare così e lascia che ti accompagni” sorrise innocentemente avvolgendo una ciocca dei suoi capelli biondi finti tra le dita, sbuffai e mi lasciai trascinare negli spogliatoi.

“Si bene, contenta?” dissi appena varcammo la porta degli spogliatoi maschili “Io vado eh ciao” cercai di andarmene di nuovo, il mio unico pensiero in quel momento era trovare la mia ragazza.

“Justy, ma dai aspetta, che fretta c’e” mi tirò di nuovo per il braccio avvinghiandosi a me, avevo capito le sue intenzioni, voleva scopare nonostante sapesse che avevo una ragazza, puttana.

“Senti ti scolli! E non chiamarmi in quel modo” la spinsi via andandomene, ma che rompi cazzo.
Girai per gli spogliatoi in cerca della mia ragazza, dalla festa non avevo più visto David Morrison, tranne agli allenamenti ma non ci guardavamo nemmeno, sapevo solo che se me lo sarei ritrovato davanti l’avrei preso a pugni in faccia; girai l’angolo trovandomi in un altro corridoio e me li ritrovai davanti.

“Ho detto che non voglio più vederti! Levati dal cazzo!” lo spinse via Ellen.

“Ma dai, non fare la preziosa” la tirò per i fianchi, strinsi i pugni cercando di controllarmi, se solo toccava di nuovo la mia ragazza gli rompevo le braccia.

“Vaffanculo” urlò lei e fu tutto così veloce che non capii niente, si attaccò alle sue labbra e non ebbi il tempo di arrivare da loro che Ellen lo spinse via, la sua mano colpì la guancia del ragazzo lasciando sulla sua guancia il segno delle sue dita “Non toccarmi!” questa è la mia ragazza; corsi verso di loro scagliando il mio pugno sulla mascella del ragazzo.

“Se ti vedo ancora vicino a lei ti uccido!” dissi scagliandomi di nuovo contro di lui.

“Justin Justin! Basta!” Ellen mi tirò per il braccio e mi lasciai trascinare via.

“Stai bene vero?” le presi il viso tra le mani guardandola.

“Si, sto bene” mi abbracciò.

“Perché eri con lui!” mi staccai arrabbiato.

“Perché quelle coglione di Bryanna e Charlotte hanno deciso che le cheerleader devono accompagnare i giocat-”

“E tu hai scelto proprio lui!?” la sua faccia passò da tranquilla ad arrabbiata.

“Ma ti pare che avrei scelto proprio lui? Lasciami parlare!” si passò una mano tra i capelli portandoli su una spalla “Su ogni divisa hanno stampato il numero del giocatore scelto, da loro ovviamente e a me hanno assegnato lui; perché, la tua cheerleader non ti ha accompagnato?” sollevò un sopracciglio.

“Si, è Bryanna”

“Questo lo sapevo già grazie” sorrise fintamente e se ne andò, la seguii mentre lei si dirigeva fuori dagli spogliatoi godendomi la vista “E non guardarmi il culo!” girò solo la testa ma riuscii a vedere il suo sorrisino, avanzai il passo e me la portai su una spalla cogliendola di sorpresa “Justin!” urlò colpendomi con i suoi piccoli pugni.

“Cosa c’e?” domandai divertito.

“Mettimi giù!” urlò di nuovo e non potei far a meno di ridere.

“Non urlare” le lasciai uno schiaffo sul sedere ridendo.

“Justin!” esclamò e mi diede un pizzico sul sedere.

“Hey” faceva male ma lei se la rise.
 
****

“Sei pronta?” chiuse la porta degli spogliatoi dietro di se e annuì “Ma quanto tempo ci metti” mi lamentai, avvolsi le sue spalle con un braccio.

“Parla lui, ma se quando devi aggiustarti i capelli ti incanti davanti allo specchio e non esci più!” mi diede uno pizzicotto sul fianco e avvolse il suo braccio intorno alla mia vita.

“Mi accompagni tu a casa?” si voltò “Harley è già andato via" annuii lasciandole un bacio sulla fronte.

Durante il viaggio di ritorno a casa non smise di parlare -o meglio cantare- un solo minuto, la sua voce non era male, il problema erano le canzoni, io amavo il rap.

“Justin?” si guardò intorno “Ma dovevi girare dall’altra parte” indicò la strada opposta.

“Oh, ho dimenticato di dirti che andiamo da tutt’altra parte” le sorrisi innocentemente e lei alzò gli occhi al cielo scherzosamente.

“E dove?” chiese subito dopo.

“Sorpresa” sbuffò incrociando le braccia facendomi ridere.

****

“Siamo arrivati” fermai l’auto girandomi verso di lei che sorrise e aprì lo sportello dell’auto.

“Dove siamo?” si guardò intorno, pochi conoscevano quel posto.

“Vieni” le presi la mano guidandola nella piccola foresta e seguii il sentiero.

“Ma è bellissimo” guardò il sole che con i suoi raggi dava diverse sfumature al cielo, giallo, arancione, rosso e pian piano spariva “Come conosci questo posto?” continuò a guardare il paesaggio davanti a lei.

“Mi portò mio nonno” io ero incantato, non dal sole, ma da lei, la luce le illuminava il viso e il sole dava riflessi ramati ai suoi lunghi capelli, le labbra perfette schiuse e i suoi piccoli occhi erano fissi solo sul bellissimo paesaggio “Sei bellissima” si voltò guardandomi e poi sorrise cercando di nascondere il rossore sulle sue guance, ridacchiai abbracciandola da dietro.

“C’e una cosa che devo dirti” si voltò verso di me “Ricordi del provino?” annuì ascoltando attentamente “Non mi hanno preso” spalancò gli occhi sorpresa.

“Mi dispiace tantissimo” si portò le mani alla bocca “Ma sei sicuro? Come hanno potuto non prenderti! Sei bravissimo, la tua voce è meravigliosa!” parlò velocemente.

“Non mi ritengo così bravo, ed è anche per questo che non mi hanno preso” mi ascoltava attentamente e scosse la testa abbracciandomi.
  
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