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Autore: Himeko _    20/12/2014    4 recensioni
[BlueMoon | partecipa a “La sfida dei 200 prompt” indetta da msp17 | raccolta mista]
#02. Come Giulietta Capuleti • «Aspettami Shade», sussurri prima di chiudere gli occhi e ricongiungerti al tuo amato. [Angst]
#04. Tentazione • Doveva essere Rein a donargli il suo primo bacio, non lui a rubarlo – per una sua debolezza – come un vigliacco.
#05. Sposami • Dannazione!, si disse, mentre colpiva il muro alla sua sinistra con un pugno, facendo sussultare Rein.
#07. Ossessione • Doveva rassegnarsi; quel viso gli si era impresso a fuoco, non solo nella mente, ma anche nel cuore.
#08. Lacrime silenziose • Lentamente poggia il palmo della sua mano sul suo volto, cancellando con una delicata pressione del pollice le tracce umide che rigano la sua guancia.
#09. Padre • Sto per diventare padre, concretizza per la prima volta da quando Rein gli ha detto di essere incinta, abbassandosi a baciarle la fronte coperta dalla frangia sbarazzina.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: Himeko Kuroba
Personaggi: Rein, Shade.
Pairing: BlueMoon.
Prompt: #162. Vicolo
Note: questa fanfiction partecipa a La sfida dei 200 prompt indetta da msp17.





 
Fili color oceano


Sposami.


 
«Non era necessario che pagassi tutto tu; potevamo fare a metà» disse Rein con una punta d'imbarazzo, osservando con la coda dell'occhio Shade, che le camminava accanto per le vie poco illuminate e quasi deserte del Regno Solare.
Una risata divertita sfuggì dalle labbra del principe. «Se non lo facessi non potrei definirmi un Gentiluomo, non credi?», le domandò retoricamente strizzando l'occhio, conscio dell'effetto che ciò provocava alla ragazza.
«Ma lo fai ogni volta», constatò la turchese, arrossendo lievemente. E prima che il ragazzo potesse contraddirla, aggiunse «Da due anni a questa parte».
«Chi ti dice che portarti a cena fuori – nei ristoranti più lussuosi di tutta Wonder – e pagare la cena da vero Gentiluomo, non sia in realtà un piano per arrivare ad altro?» domandò con tono serio Shade, avvicinandosi quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi e sentire il suo respiro farsi via via più veloce.
Poi, con un sorriso tutt'altro che rassicurante, l'afferrò per la vita e la condusse con estrema dolcezza nel vicolo buio dietro il ristorante.
Rein deglutì, accorgendosi che in quell'oscurità riusciva a vedere – perché glielo permetteva la vicinanza tra i loro volti – solamente i suoi occhi cobalto.
«U-Un secondo fine?» domandò con un filo di voce, sentendo un groppo formarlesi in gola.
Shade sorrise e poggiò le sue fredde labbra sul collo della ragazza, che in risposta s'irrigidì.
«S-Shade, io … non credo ...» balbettò in preda al panico cercando di fermarlo, poggiandogli le mani sul petto nel tentativo di allontanarlo.
«Tranquilla, principessa». Disse il ventiquattrenne allontanandosi leggermente, permettendo alla turchese di rilassarsi, per quanto possibile. «Non potrei mai minare alla tua virtù. Ti ricordo che pure io sono un nobile e so come funzionano le leggi».
«Ma tu sei un maschio» ribatté Rein; il sopracciglio inarcato del ragazzo le fece capire che non aveva compreso ciò che voleva dirgli. «Nessuno può dirti niente, nessuno può insinuare che tu non sia più ...», si bloccò imbarazzata, abbassando lo sguardo.
Shade la osservò capendo il senso del discorso e si sentì terribilmente in colpa. Quando l'aveva condotta in quel vicolo non voleva certo farla sentire a disagio, anzi, nel peggiore dei casi pensava di farsi due risate, mentre nel migliore dei casi sperava di vederla gettarsi tra le sue braccia in preda alle lacrime di gioia.
Con un sospiro si diede dello stupido per averla messa in quella situazione. Si allontanò ulteriormente dalla ragazza che gli aveva rubato il cuore anni addietro – durante l'adolescenza – senza più renderglielo, e la osservò in quegli occhi incredibilmente grandi e lucidi.
Dannazione!, si disse, mentre colpiva il muro alla sua sinistra con un pugno, facendo sussultare Rein.
«S-Shade? Va … va tutto bene?»
No. «Sposami», disse semplicemente, ponendo fine a quel supplizio che aveva rovinato la serata ad entrambi; non solo era stato il protagonista del momento più imbarazzante – di questo ne era certo – della sua vita, ma aveva anche sentito il cuore fermarsi e ridursi in mille pezzi quando l'aveva sentita umiliarsi promulgando tutte quelle sciocche ed inutili giustificazioni.
«Come?» domandò sbattendo più volte le palpebre, facendo sorridere lievemente Shade; finalmente non balbettava.
«Io credo che tu abbia capito», rispose con un guizzo malizioso negli occhi, sebbene il suo viso non esprimesse alcuna espressione.
«No». Disse Rein, facendo tremare il cuore di Shade, più di quanto non lo stesse già facendo. «Vuoi che ti sposi per appagare i tuoi desideri più reconditi?», domandò infine, trovando le parole più adatte.
Questa volta fu Shade a spalancare gli occhi. «No! Forse … anche» mormorò confuso il ragazzo. Poi, riprendendo il controllo sulle sue emozioni, rispose con estrema sincerità e dolcezza. «Non nego che più volte sono stato tentato dal saltarti addosso, soprattutto ieri in onore del Summit, però non è per questo che voglio sposarti, perché tutto questo rappresenterebbe solo una piccola parte del motivo per cui ho affrontato un colloquio con tuo padre uscendone – miracolosamente – vivo. Certo, non sarò all'altezza di Bright in quanto a romanticismo, – infatti ci troviamo in uno squallido vicolo –, non mi metterò in ginocchio come Auler, non sarò estroverso come Tio, però … sposami. Sposami perché vuoi avermi nella tua vita come io ti voglio nella mia, sposami perché vuoi svegliarti stretta tra le mie braccia, sposami perché vuoi regnare insieme a me, sposami perché mi ami almeno un terzo di quanto ti amo io. Sposami e basta, senza alcun secondo fine».
Rein, dopo avere sentito quella dichiarazione colma di amore, sincerità e di una lievissima nota supplichevole, non riuscì a trattenere le lacrime, che cominciarono a sgorgare dai suoi occhi, e le labbra si distesero nel sorriso più bello che Shade avesse mai visto. Poi, spinta da una forza invisibile, o semplicemente dall'amore che nutriva per il ragazzo, sentì le gambe muoversi e percorrendo velocemente quei pochi passi che li separavano, lo abbracciò di slancio, cingendogli il collo con le braccia ed affondando il viso nell'incavo tra il collo e la spalla.
«È un sì?» domandò incerto il cobalto, cingendole dolcemente la vita.
Il naso della turchese strofinò più volte contro il collo dell'amato, che sorrise alzando gli occhi al cielo.
«Voglio sposarti perché ti voglio nella mia vita, perché quando sono con te mi sento protetta, perché voglio regnare insieme a te, perché ti amo più di quanto tu immagini. Ti sposo e basta, solo perché ti amo», rispose guardandolo negli occhi.
Shade sorrise, strofinando con delicatezza il proprio naso contro quello della sua futura moglie, poi azzerò completamente le distanze tra i loro volti, baciandola dolcemente, sigillando quella promessa d'amore eterno.

 
 
[922 parole]
 
 
  
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