Chiedo
scusa per l’attesa non era mia intensione farvi aspettare così tanto, ho avuto
dei imprevisti (più che altro problemi) e ora che riesco di nuovo a pubblicare
il terzo capitolo ne ho approfittato è un po’ corto ma presto arriverà anche il
quarto.
Ringrazio
tutti e buona lettura ^_^ .
Prima che me ne dimentichi, i personaggi non sono i
miei ma del grande Inoue-sensei.
3°
CAPITOLO
Entrati in casa Kaede rimase basito di ciò che vide; quello che notò
immediatamente era che la casa era talmente illuminata dalla luce del sole, che
sembrava fatto apposta per il compagno, ma quello che non si aspettava era di
trovarla talmente pulita e in ordine che rimase spiazzato. Appena entrato venne
accolto in un ampio salotto, dalle pareti tinte da un bianco sporco e il
pavimento invece era di un leggerissimo celeste per il quale richiamavano le
tende delle grandi finestre, al centro vi trovavano un divano da tre posti e ai
lati due poltroncine, tutto di tessuto bianco. Al centro dei tre divani un
semplicissimo tavolino di vetro e alla parete di fronte si trovava un mobiletto
bianco dove vi era appoggiato un DVD record e sopra appeso al muro un
televisione a schermo piatto di media grandezza, e nel mobiletto bianco vi erano depositati in modo molto preciso sia
in ordine alfabetico e di genere i vari cd. Per non parlare di una discreta
libreria sempre bianca, che faceva la sua figura sulla parete dietro al divano
dove erano in bella mostra vari libri (di grandi scrittori, filosofi, poeti,
pittori ecc...), tutti ordinati in ordine alfabetico e materia; infine infondo
al salone in un angolo vi era un
pianoforte bianco. Kaede ancora imbambolato
sull’uscio della porta, nota che alla sua sinistra c’era basso muretto che
divideva il salone dalla piccola cucina, dalle parti di un leggero giallo che
sembravano bianche il pavimento in vece
era beige, a centra c’era un piccolo tavolo quadrato bianco con sopra una
tovaglia con piccoli fiorellini gialli cuciti, anche le sedie erano bianche con
sopra dei cuscini con le medesime fantasie della tovaglia. Alla parete opposta
vi era una porta scorrevo,le che portava al giardinetto, e alla parete di
destra vi era una piccola credenza bianca con tutti gli utensili della cucina,
e alla parete di sinistra vi erano i fornelli con sotto un forno, il lavabo e
un frigorifero. Di fronte allentata dopo aver attraversato il salone vi era un
piccolo corridoi con delle scale che portavano ai piani superiori e alla
sinistra vi erano una porta chiusa che lui non riuscì a capire se era un’altra
stanza.
Ru venne scosso dalla sua contemplazione da un
miagolio di un tenerissimo micio nero che faceva le fusa a suo padrone.
- Ehi piccolo, hai
fame? – chiese Hana al suo amichetto, che aveva
notato una presenza estranea. Miki, il micio senza
staccarsi dal suo padrone osservava
l’intruso con circospezione.
- Dai entra Ru, non rimanere sulla porta! – disse Hana
continuando ad accarezzare il suo micetto.
- Hn, Do’hao non sapevo che avevi
un gattino!!! – rispose il bruno un po’ meravigliato della scoperta.
- In verità lo
trovato quasi un mese e mezzo, ritornando una sera da lavoro, (credo che fosse
appena nato), in un cassonetto dei rifiuti abbandonato ed era in fin di vita.
Lo raccolto e per tutta la serata rimasi sveglio per prendermi cura di lui e il
giorno dopo corsi da un veterinario, così il mio piccolo Miki
si è salvato.- aveva appena concluso Hana mentre
continuava a coccolare il suo adorabile gattino, meravigliandosi del fatto che non aveva iniziato a soffiare
contro Kaede per gelosia. Anzi iniziò ad avvicinarsi
a lui ed annusarlo e dopo un poco a fargli le fusa, Kaede
dal canto suo amava i gatti così lo iniziò ad accarezzarlo.
- Do’hao perché mi guardi così- chiese Kaede
notando lo sguardo perplesso del compagno.
- Beh di solido questo monello e talmente geloso, che
quando porto qualcuno a casa gli soffia contro e lo graffia, invece con te... –
e lascio la frase in sospeso mentre osservava incredulo ed allo stesso tempo
estasiato il suo compagno che sorrideva per via del solletico che gli procurava
la lingua di Miki sul palmo della mano mentre lo
leccava.
- Come vedi Do’hao con me va molto d’accordo- gli rispose Ru continuando a giocare con il micio.
Dopo qualche
secondo entrambi si avviarono verso la cucina, con il micio che si trovava tra
le braccia del bruno acciambellato.
Hana iniziò a trafficare tra i fornelli
preparando in poco tempo una cenetta con i fiocchi, preparò la tavola in poco
tempo e riempì le tre ciotole, una con del cibo in scatola per gatti, un’altra
con del latte e l’ultima con dell’acqua.
Pow Ru
Il mio da’hoe è meraviglioso quando cucina, abbiamo cenato in
silenzio e poi gli ho dato una mano a riordinare, noto che tardi sono quasi le
dieci e mezza e la cosa che mi inquieta e questa troppa calma che regna in
questa casa, in più non ho incontrato nemmeno i genitori di Hana,
è tutto troppo strano.
- Ehi ci sei!
Terra chiama Ru, mi senti? RU, CI
SEI?- la voce melodiosa del mio rossino mi richiama
dalle mie riflessioni, e lo guardo un po’ stranito.
- Hn-
- Almeno ora
rispondi! Sto da un quarto d’ora che ti chiamo Ru a
che pensavi?- mi chiede un po’
imbronciato.
- Hn, pensavo al fatto che non ho incontrato ancora i tuoi genitori.- vedo con
dispiacere che Hana si è rattristato alla mia
affermazione.
- Beh, è
normale che non li hai ancora incontra ti, Ru, io
abito da solo. – a queste parole rimango scioccato,non potevo immaginare ciò.
- Scusa, come
possibile che vivi da solo???-
- Da piccolo
dopo la morte di mia madre, sono venuto ad abitare qui dai nonni, ma tre anni
fa sono venuti a mancare, ed io ora abito da solo in questa casa. – vorrei
fargli altre domande, ma noto dal suo viso che forse non è il momento. Come
vorrei alleviare il suo dolore, quello che fa trasparire dai suoi bellissimi
occhi di un colore caldo e dolce come il cioccolato. E senza rendermene conto
mi avvicino a lui e lo stringo forte a me.
- Ti voglio
bene Hana, non essere triste. Se tu vorrai ti starò
accanto.- gli sussurro stringendolo più forte.
- Kaede – mi sussurra
e poi ricambiare il mio abbraccio.
Dopo un po’ ci
separiamo e notiamo entrambi che è molto tardi.
- Kit forse è
meglio che chiami a casa e avvisi che rimani qui a dormire.-
- Hn – in effetti è troppo tardi per avviarmi verso casa.
Hana
torna porgendomi il telefono per poter chiamare i miei, inizio a comporre il
numero e lui nel frattempo torna di là.
- Drin drin drin…,
Casa Rukawa con chi parlo- a rispondere è mia madre.
- Hn-
- Kae,… è successo qualcosa caro?- mi dice riconoscendomi
- ehm ho
cenato da mio compagno di squadra- gli dico un po’ impacciato, poiché loro
sanno ciò che provo per il mio rossino.
- Chi?!? Per caso
da quel bel rossino di nome Hana!!!
– mi chiede mia madre con voce giuliva.
- Si, e poiché
senza accorgerci si è fatto tardi mi ha chiesto di dormire qui da lui- gli dico
in modo da abbrevi sbrigativo.
-Ho tesoro, cei sicuro che non sei di disturbo per i suoi genitori????-
mi dice con un mo9to di allegria e un po’ preoccupato.
- Ehm, non
sono di disturbo- gli dico con voce triste e sento mia madre che preoccupata
pronta a chiedermi qualcosa - ma poi ti racconto. – la interrompo prima che formulasse
la domanda, in maniera da fargli capire che per il momento non potevo dire
altro a riguardo.
- Ok tesoso- mi dice dolcemente mia madre
- Mi
raccomando non saltagli addosso potrebbe spaventarsi – mi dice divertita lei
- Chi cara si
dovrebbe spaventare di nostro figlio? – chiede mio padre che avevo sentito la
frase della dolcissssima metà che si ritrova, per fortuna che il Do’hao
è di là altrimenti sprofonderei dalla vergogna.
- Quel bel rossino che abbiamo conosciuto l’altra volta, Kae stasera rimane a casa sua a dormire- dice ancora più
giuliva quella sottospecie di madre che mi ritrovo.
- OOOh capisco cara? Mi raccomando Kae
far valere il buon nome della nostra famiglia stanotte – e quello sarebbe un padreeeeeeeeeeeeeeee, e me lo dice ridendo, il bello che
anche mia madre inizia a ridere.
- Oh caro è
meglio di no, sai quel ragazzo mi sembrava troppo dolce e ingenuo e se Kaede si comporta come gli dici tu lo farebbe scappare –
continua ridacchiando cerca di non essere .
- Ora che ci penso ….... hai ragione tu cara, meglio che kae si comporta
correttamente con quel ragazzo, ma il punto riuscirà ad resistere!?!?! –
continua mio padre sempre ridendo senza ritegno.
- Questo è
vero!?! … Kae, mi raccomando non seguire il tuo
estinto lo potresti far scappare, per non parlare che sarà il tuo primo ragazzo
e secondo me hai avuto la fortuna di incontrare quello giusto per te.
-MAMMA, TI
PREGO ORA BASTA.. – gli urlo sull’orlo della disperazione.
Ma dico sono
cose da dire ad un figlio. E’ pure vero che ho avuto dei pensieri a luci rosse
su di lui, ma mica avevo già intensione di metterli in atto, non sono così
pazzo!?! E che diamine!!!!
-Dai tesoro
non ti innervosire e passa una buona nottata – mi dice tutta allegra mia madre.
- Se ci
riuscirà cara!!! – commenta il mio CARO papino SGHIGNAZZANDO, a mia madre.
- Ora devo
attaccare ci vediamo domani ciao. – gli dico chiudendo definitivamente questa
stramba conversazione con i miei. E spesso mi chiedo se loro sono veramente i
miei genitori. Mah sarò uscito fuori famiglia.