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Autore: emily12_    21/12/2014    1 recensioni
"Preferisci essere schiavo in Paradiso o libero all'Inferno?"
Quelle parole giunsero alle orecchie di Jonathan ancora come un sibilo, mentre la luce rossastra del tramonto si rifletteva sulle pareti della stanza e il silenzio gli perforava la mente.
Aveva represso se stesso e questa consapevolezza gli toglieva il respiro ogni giorno di più. Chi aveva deciso cosa fossero il male e il bene, chi che era lui il mostro?
Un sorriso gli disegnò le labbra mentre pensava che avrebbe potuto distruggere il mondo.
Respirò forte per riempire quella voragine appena sotto al cuore: gli pareva di annegare.
Il ricordo trasparente di Jace gli perforò la mente e chiuse gli occhi per trattenere le lacrime.
La sua presa sul coltello si fece più forte e lo lanciò.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Valentine Morgenstern
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ambientato durante il quinto libro mentre Jace e Sebastian sono in giro insieme per l'Europa.


CAPITOLO 4


La luce chiara della luna filtrava dalle tende scure della finestra e illuminava un breve spicchio di stanza.

Sebastian si rigirò tra le coperte sbuffando per il caldo e cercando di cancellare le immagini di demoni e sangue che gli affollavano la mente.

Il vento soffiava facendo sbattere i rami degli alberi contro i vetri: tante dita vecchie e rugose che bussavano fino strappare i cardini come stoffa.

Sebastian si raggomitolò su se stesso maledendosi per i pensieri che la sua testa produceva in continuazione.

Si sedette scalciando le coperte in fondo al letto.

Appoggiò le piante dei piedi sulle piastrelle fredde del pavimento.

Si alzò e percorse il corridoio fino alla cucina, spinse la porta ed entrò senza accendere la luce.

Aprì il rubinetto del lavandino e bevve asciugandosi poi la bocca nella manica della maglia grigia.

Gettò un occhiata alla finestra: le ombre e i riflessi bianchi e grigiastri rendevano tutto surreale.

Dava l'idea che qualunque cosa fosse successa in quel momento, non sarebbe mai davvero esistita.

Tornò in corridoio immerso nei propri pensieri, con i piedi ormai ghiacciati e con una strana sensazione di vuoto allo stomaco.

Rallentò inconsciamente arrivando davanti alla porta della camera di Jace.

Trattenendo il fiato appoggiò la mano sulla porta della maniglia e la abbassò mordendosi il labbro per reprimere il desiderio di scappare via.

La porta si aprì senza cigolare.

Rimase sulla soglia a guardare il groviglio di capelli biondi di Jace che spuntava da sotto le coperte.

Non si era mai sentito così stupido e solo come in quel momento.

Fece per andarsene e si chiuse la porta alle spalle, scivolando poi con la schiena contro il muro fissando il vuoto.

La porta della camera di Jace si riaprì.

Sebasian scattò in piedi davanti al ragazzo che lo guardava accigliato.

Che ci fai qui?” gli chiese Jace sbadigliando.

Cercavo un vetro che mi era caduto.”

Un vetro?” fece l'altro divertito.

Sì.” rispose Sebastian con aria di sfida.

Non pensavo di essere un vetro.” buttò lì Jace con un ghigno.

Sebastian sbiancò e rimase con la bocca semiaperta per qualche secondo, poi ricominciò a respirare: “Ma vaffanculo!” Non esisti solo tu sulla terra.”

Sì, ma ciò non toglie che io sia incredibilmente figo.”

Ne ho abbastanza.” borbottò Sebastian voltandosi per andarsene.

Ma prima che potesse allontanarsi si sentì afferrare il braccio da Jace.

Cosa vuoi adesso?” sbottò frustato, perché così erano veramente troppo vicini.

Nulla.” rispose piano l'altro.

Allora potrei andarmene se mi lasci.” disse Sebastian con voce spezzata.

Jace trattenne il respiro e disegnò con il pollice i contorni del viso dell'altro che rabbrividì sorpreso.

Dovremmo andare a dormire. Che ore sono?” chiese Sebastian cercando di riprendere il controllo di sé.

E io che ne so...” rispose Jace tra i denti prima di baciarlo.

Sebastian si irrigidì spiazzato.

Si guardarono in silenzio: gli occhi scuri di uno riflessi in quelli dorati dell'altro.

Hai le dita fredde.” mormorò Sebastian prendendo una mano di Jace nella sua.

Jace sorrise appoggiando la sua fronte a quella dell'altro, i nasi che si sfioravano, la bocca di Sebastian a pochi centimetri della sua.

Perché?” chiese Sebastian.

Perché cosa?”

Perché mi hai baciato?” ripeté il ragazzo arrossendo appena.

Jace esibì un mezzo sorriso divertito: “Ho davvero bisogno di un motivo?”

No.” disse Sebastian lasciandosi scappare un sorriso e baciandolo a sua volta.




Ohi gente! Perdonate questo parto della mia mente malata...prometto che presto troverò un manicomio a basso costo in cui rinchiudermi!

Come avrete notato alla fine mi sono arresa e ho cambiato il nome di Jonathan in Sebastian, perché mi confondevo in continuazione mentre scrivevo...-_-

Spero davvero che vi sia piaciuto, vi sarei terribilmente grata se mi lasciaste un commento anche negativo per sapere cosa ne pensate :)

A presto,

Emily


P.S. Buon Natale e felice anno nuovo! (casomai non riuscissi a pubblicare durante le vacanze mi metto avanti ahah)

Quasi dimenticavo...anche Sebastian e Jace si uniscono agli auguri ;)

  
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