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Autore: aki_penn    09/11/2008    6 recensioni
Mi chiamo Red, no anzi, mi chiamo Ephram, ma tutti mi chiamano Red per colpa dei capelli, vivo coi miei finti fratelli, la mia finta madre e un occasionale finto padre (anche finto psicologo a parer mio), sono la leggenda della mia città con la maggior parte dei ricordi cancellati, sono il ragazzo nato due volte, non credo nel destino, non credo nell'amore di coppia, ma nonostante tutto non credo che ci sia persona al mondo che è stata più amata di me...* Mi chiamo Nadine, ma non sono Francese, vivo con mia madre e mia sorella in un micro appartamento, sono superstiziosa e credo che nonostante tutto da qualche parte ci sia la nostra anima gemella..
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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[Notte di Pioggia]

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[NadinE]

[Rabbia, Paura e Lacrime]

Piove a dirotto, e io sono in uno schifo di taxi puzzolente, in una zona della città che non ho mai visto, in sola compagnia di un tassista logorroico. Oddio quanto mi manca l’autista di Sylvia. Sospiro appoggiando la fronte al vetro. È freddo, come questa notte, ormai è inverno.

Perché ho una sorella idiota?

Questa è la peggior litigata che abbia mai visto tra lei e mia madre, e ora lei è scappata da una amica ed è da due giorni che non la vedo. Razza di idiota! Lo dico e lo ripeto! E adesso a chi tocca andarla a riprendere per portarla a casa? A Nadine Maudie Harrison, ovviamente…

Il taxi si è fermato. “Signorina c’è stato un incidente, ho idea che rimarremo bloccati per un po’!”

“Diamine!” esclamo io rabbiosa “Mi fermo qui, vado a piedi!” faccio lanciandogli i soldi e uscendo precipitosamente. Non è che sia di fretta, Bluette è stata due giorni dalla sua amica e non sono ansiosa di litigare con  lei per riportarla a casa, ma sono nervosa, non avevano mai litigato così tanto!

Sbatto al portiera e mi avventuro tra le pozze, mamma mia ma da quant’è che non sistemano l’asfalto in questo viottolo??

È buio, sono le dieci ormai, l’acqua scende a catinelle sul mio ombrello, e nonostante quello i miei pantaloni sono fradici.

Sbuffo, vorrei accendermi una sigaretta, ma c’è troppa pioggia perché possa permettermi di cercare nella borsa. Mi infilo in una via deserta se non per un bar sotto il quale tendone stanno alcuni vecchi ubriachi e un paio di ragazzi schiamazzanti, tiro dritto ignorando i commenti poco fini e le proposte su come dovrebbe usarmi il mio fidanzato.

Mi mastico l’interno della guancia per non essere costretta a voltarmi e mandarli tutti al diavolo. Sono già arrabbiata di mio, non c’è bisogno che un gruppetto di ragazzini pervertiti si metta a fare dei commenti sulla mia persona!

Ma probabilmente loro sono di tutt’altro avviso. Sento la pioggia bagnarmi i capelli, mentre io vado avanti il mio ombrello rimane indietro, piegandosi.

“Dove vai bella, hai così tanta fretta?!” mi fa il ragazzo col cappello da baseball che tiene stretto il mio ombrello dalla punta e che mi sorride tutto contento.

“Fatti i fatti tuoi e molla il mio ombrello idiota!”sbraito arrabbiata, tra tutte le cose orrende che sto passando anche un idiota con un cappello rosa mi devo sorbire!  Vorrei spaccargli tutti quei denti che si ritrova, così vediamo se ha ancora il coraggio di sorridere!

Lui non accenna a lasciarlo anzi allarga il ghigno mentre attorno a lui si assiepano i suoi amici del bar. Sono cinque, e a questo punto non posso far altro che cominciare a preoccuparmi. Cosa faccio? cosa faccio?

Mi guardo in torno spaesata, se urlo mi sentono? Mi sto bagnando tutta sono fradicia, e il trucco nero mi cola sulle guance. Cavolo cavolo cavolo! Perché tutte a me…perché? Mi viene da piangere, non so davvero che fare…

Il ragazzi col cappello rosa mi prende dalla vita con un braccio, gli tiro una gomitata nelle costole, ma lui ridacchia, non gli ho fatto niente…

“Ehi, sei cattivella…dai vieni con noi che ti diverti…” mi dice ridendo e stringendomi a lui. Che Dio fulmini mia sorella perché ha deciso di litigare con mamma, che Dio mi fulmini perché ho deciso di venirla a riprendere! Calde lacrime iniziano a cadermi sulle guance confuse nella pioggia, mentre un tizio cerca di sollevarmi e quello col cappello stringe ancora di più. Tiro un calcio al tipo che sta cercando di prendermi per le gambe, che si piega con la mano sul naso sanguinante.

“Maledetta stronza!” ruggisce tra i fiotti “Adesso ti faccio vedere io!”. Si riavvicina a passo di carica, è il triplo di me. Voglio andare via, voglio piangere, mamma…

“Ehi Fish…non hai nulla da fare di meglio che importunare le ragazze sotto la pioggia? Vai ben a comprarti un cappellino nuovo piuttosto…quello è decisamente da donna” dice pacata una voce da dietro l’energumeno. Ricomincio a respirare mentre tutti i ragazzi si girano a guardarlo, il tizio col cappello però tiene ancora salda la sua mano su un mio seno.

“E ti diverti pure a palpeggiarla…”nota ridanciano lo sconosciuto che mi ha salvato,mostrando una bellissima collezione di denti bianchi.

[Notte di Pioggia]

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[ReD]

[Il chiwawa con l’impermeabile]

Quella ha un bel sedere”esclamo io allegro indicando una soubrette da quattro soldi che in televisione sbandiera le sue grazie ai quattro venti.

“In faccia non si guarda sembra la bambola assassina!” è la risposta di mia sorella George che di certo non ha nulla da invidiare alla tizia mezza nuda che ho appena indicato.

Infatti io parlavo del sedere, non della faccia George!”.

Io e George siamo per l’ennesima volta seduti sul divano in mutande e canottiera della salute a commentare la tv spazzatura. È ormai una consuetudine, lo facciamo quasi tutte le sere, mentre lei mangia dal cartoccio del take-away cinese e io fumo e finisco la mia birra serale. 

Ai miei piedi sta sdraiato sul tappeto Kajetan che disegna con le sue nuove matite colorate. Kajetan ha una malattia particolare, simile all’autismo, non gli piace essere toccato, e non interagisce con gli altri. Ha uno spiccato senso del colore ed è particolarmente bravo in matematica. L’unico da cui sopporta essere toccato sono io. Questo solo da dopo il mio incidente. Come se sapesse che siamo entrambi un po’ a metà.

“Devo trovarmi un ragazzo” annuncia a un certo punto mia sorella. Io la guardo sarcastico. “Non mi fa piacere che ti trovi un ragazzo, gli uomini sono tutti stronzi” dico ingurgitando un altro sorso della mia birra.

“Ah sì? Adesso mi dirai che sono tutti stronzi tranne te, non è vero Red?” ribatte George con la voce un poco alterata.

Ridacchio “Affatto! Io sono il più stronzo di tutti!”. Lei mi fissa poi assottiglia gli occhi e mi salta addosso come una tigre.

“Maledetto deficiente!” dice tra le risate mentre ci accapigliamo.

“Ehi, quella sì che ha un gran bel fondo schiena!” esclama Zander, che a tredici anni ha gli ormoni anche troppo in movimento, fiondandosi con noi sul divano a fare la lotta.

Fuori è buio, e la luce del camino sbarluccica sulla vecchia vetrata di inizio secolo. Mamma Bayard alza gli occhi dal suo lavoro a maglia accanto a mia sorella Fortune(piccola seconda mamma) per dire il mio nome “Ephram?” mi interrompo e riemergo da dietro il divano per guardarla negli occhi mentre parla.

Mamma Bayard ha uno strano potere su di noi, con la sua voce e melodiosa potrebbe chiederci qualsiasi cosa.

“Non è che porteresti fuori il chiwawa della vicina? È anziana e con questo tempo non se la sente di uscire”. Annuisco.

“Ma perché non si compra un gatto quella vecchiaccia se non le va di uscire a far fare i bisogni al suo cane?” esclama Zander ben meno sensibile di me alle esigenze della nostra anziana vicina.

Zander! Ti sembra normale parlare così della nostra vicina?” esclama inviperita Fortune con voce stridula, che come al solito ci sgrida al posto di mamma. Che carina…

Il chiwawa della vicina è ancora più piccolo di quanto mi ricordassi, è davvero minuscolo nel suo impermeabile canino, sembra un topo, lo guardo divertito mentre scendo le scale. Mia sorella Fortune dal pianerottolo urla qualche cosa che potrebbe essere un mettiti l’impermeabile che poi ti ammali sventolando in aria il sopracitato impermeabile giallo, come il bolide di Milo.

Non ho preso l’ombrello e fuori piove a dirotto, voglio bagnarmi, mi piace sentire l’acqua scorrere tra i capelli, e se mi ammalo non importa.

Rinuncio ad accendermi un’altra sigaretta, si scioglierebbe subito se osassi tirarla fuori dalla tasca dei jeans con il nubifragio che è incorso.

Il chiwawa sembra intimorito da tutta quest’acqua, a stare con quella vecchia signora il mondo di sicuro non lo ha girato molto.

Me lo tiro dietro cominciando ad avviarmi per i vicoli bui del mio quartiere. Queste strade le conosco come le  mie tasche, quante scorribande, quante serate passate insieme ai miei amici.

 C’è un po’ di baruffa all’incrocio con una strada più illuminata, sento la voce di Fish che sormonta di poco il rumore della pioggia e dei tuoni.

“Maledetta stronza, adesso ti faccio vedere io!” dice una voce che riconosco come quella di un tizio enorme amico di Fish. Fish è un cretino che se ne va in giro con un cappellino rosa a bruciare bidoni con la sua banda.

C’è un capannello attorno a quella che sembra una ragazza. Sospiro. Fish peggiora sempre, oltre a importunare le ragazze a parole adesso ha pure cominciato a palparle direttamente. Mi avvicino mentre le figure davanti a me prendono forma sotto la luce del lampione.

“Ehi Fish…non hai nulla da fare di meglio che importunare le ragazze sotto la pioggia? Vai ben a comprarti un cappellino nuovo piuttosto…quello è decisamente da donna”dico mentre l’energumeno si volta a guardarmi facendomi vedere distintamente Fish con una mano sul seno della ragazza.

“E adesso ti diverti pure a palpeggiarla?”concludo ridendo un po’. Se vogliono mi ammazzano questi qui, ma bestemmiando se ne vanno.

“Ehi, dai Red…ci si diverte un po’ no? non lo fai anche tu ogni tanto?”mi fa lui togliendosi il cappello e cercando di fare il simpatico.

“Non ne ho bisogno, sono le donne che mi cercano” rispondo io acido guardandoli infilarsi tutti quanti in un vicolo, quando mi volto mi trovo davanti una ragazza bassa coi capelli scuri bagnati e un’espressione indecifrabile. Forse ha pianto, ma non lo posso sapere c’è troppa acqua.

“Ciao Nadine”dico con voce roca, non l’avevo riconosciuta finché non me l’ero trovata davanti, che ci fa qui?

Per tutta risposta lei mi prende per mano e mi dice in tono urgente “Portami via ti prego”. Annuisco senza dire nulla e le stringo per mano mentre la porto via.

C’è una zona al coperto con un paio di panchine poco lontano da qui. Ci andiamo, Nadine sempre ancorata alla mia mano, stringe così forte che con quelle unghie mi fa male.

“Ehi, come stai?”. Lei annuisce senza guardarmi, mentre mi siedo  sulla panchina, lei resta in piedi e invece il miniscolo topo gira attorno alla panchina in brodo di giuggiole finalmente all’asciutto.

“Ho freddo” dice apatica dopo un po’. Non le rispondo ma le prendo un braccio e la faccio sedere sulle mie gambe, poi la stringo. Siamo bagnati fradici. Lei si appoggia alla mia spalla e poi guardando il mio cane sorride. “Hai un chiwawa? Anche Sylvia ne ha uno, si chiama Brillantina…”dice con la prima parvenza di serenità da quando l’ho incontrata sta sera. Trema meno.

“Che nome kitch!”esclamo ridendo, ride anche lei. “E’ vero…!” Ride e poi sospira vicino al mio viso. Un brivido passa da una parte all’altra il mio corpo, seguito da un’indescrivibile sensazione di calore ai piani bassi. E cavolo! L’altro giorno non sarei riuscito a combinare nulla con Mika che era lì solo per me, e adesso questa ragazza qui solo ridendomi addosso mi fa questo effetto? Oddio e poi ce l’ho in braccio vediamo di non fare brutte figure!

La sposto un pochino verso le ginocchia, è così morbida e anche da bagnata ha un così buon odore…oddio Red!! Cosa ti è successo? Lei mi guarda un po’ perplessa, DISTRAILA RED!!!

“Comunque non è mio il cane, è della vicina…che ci fai qui piuttosto?”. Lei sembra ricordarsi tutto d’un tratto che doveva fare qualche cosa. Arrossisce ed alza un po’ l’ombrello rotto. Lo ha rotto Fish, ne sono convinto. “Dirò a Fish di comprartene uno nuovo”

“Ma va là…comunque grazie per avermi aiutato prima…potevano farti male…”mi fa lei dolce, non ho mai visto Nadine Dolce, è un’esperienza nuova!

“Figurati”minimizzo “quelli lì non farebbero male a una mosca”. Non è detto, tempo fa hanno picchiato a sangue un tipo, non per vantarmi, ma da queste parti io Hermes, Baloon e Milo , per quanto pacifisti godiamo di un certo rispetto popolare. Però non si sa mai!

Si riappoggia alla mia spalla e sospira. NO!COSA FAI? NON SOSPIRARE! NO, NO! NON VICINO AL MIO COLLO! DIAMINE NADINE!NON RESPIRARE!!!

E invece no, si accoccola ancora meglio sul mio giubbotto bagnato. “Mia sorella ha litigato con mia madre ed è venuta a stare da un’amica che sta da queste parti…sono venuta a riprenderla…”spiega in un soffio.

“Siamo fradici!” esclama poi guardandomi negli occhi. Cosa cavolo mi sta succedendo? Che cavolo…

Mi sporgo in avanti e la bacio. Non so perché, mi tirerà una sberla ma è l’unica cosa che voglio fare adesso, mentre sento i suoi capelli fradici bagnarmi la faccia.

Ma lei non mi picchia, si lascia baciare e mi bacia. Mi bacia, mi sento caldissimo, mi sembra di scoppiare e ho i brividi. Il chiwawa sta mordicchiando i miei jeans offeso dal fatto che tutti lo stiano ignorando. Ma poco importa.

Quando lei si stacca e mi guarda è passato fin troppo poco tempo, ma non oso lamentarmi e lei mi guarda con aria confusa.

“Perché?”

“Boh…”dico io. Lei si mette a ridere. “Ti ho odiato la prima volta che ti ho visto!”

“Perché?” chiedo io mentre lei mi viene in contro con la testa e affonda nel giubbotto. “Perché mi hai fatto credere che non mi avrebbe fatto poi così tanto male!” fa tirando fuori il piercing. Le do un altro bacio sulle labbra. “Ti fa ancora male?”

Lei scuote la testa poi aggiunge “No, però mi si attorcigliano gli spaghetti”. Rido, anche a me capita sempre, quindi ho smesso di mangiare spaghetti.

Ci guardiamo negli occhi,sono così belli e liquidi, e anche un po’ arrossati, sì ha pianto prima che arrivassi io. “Dove abita l’amica di tua sorella?”. Lei per tutta risposta raspa nella tasca del giubbotto e ne tira fuori un biglietto “Via Anderson n°123”, alzo il braccio e indico il palazzo che ci sta proteggendo dalla pioggia “E’ questo il condominio che cerchi”.

Lei mi sorride con aria stanca “Allora è meglio che vada, sarà una gara dura convincerla a tornare a casa”. Annuisco mentre lei si alza e raggiunge la porta del palazzo salutandomi con la mano.

Adesso ho freddo. Aspetto che venga inghiottita dall’atrio poi richiamo il cane e mi dirigo verso casa, scombussolato, bagnato, contento e confuso. Chissà…sorrido al cane, sorrido a un vecchio ubriaco, sorrido…

 

 

Ecco il nuovo capitolo, mi sono adoperata per aggiornare in fretta! Anche se mi sono ridotta a postare di notte!(che sonno!) ebbene prima di andare a letto faccio i soliti ringraziamenti ai quattordici preferiti e naturalmente a Betty O_o(esatto la gelosia ti costringe a fare cose strane, e cosa altro si potrebbe fare in situazioni del genere se non farsi Mika!!!?) e Charlie_me (allora mi hai detto di non fare troppo presto, ma il capitolo era già mezzo scritto!!!!ç_ç comunque ti assicuro che anche se si sono baciati non saranno subito rose e fiori, non so se hai presente i suddetti caratterini che hanno i protagonisti!hihihi[muahaha] Non ho ben capito però cosa centra 3msc…[???]) che hanno commentato. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, non sono una tipa molto romantica a dire il vero e gli eccessi di zucchero non sono proprio il mio genere, perciò spero di non  aver esagerato dall’altra parte rendendo le scene apatiche…. Ditemi pure se secondo voi è un po’ troppo piatto, cercherò di rimediare in futuro !!!!

Buona notte Aki_Penn e al prossimo capitolo!!!

 

 

   
 
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