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Autore: fra_eater    21/12/2014    4 recensioni
I Mugiwara sono studenti universitari, con la precisione coinquilini. Come faranno a destreggiarsi tra lezioni, esami, faccende di casa e amore?
Coppia principale : RufyXNami. Secondarie: FrankyXRobin, ZoroXTashigi. Accenni SanjiX Violet, SaboX Koala e UsoppXKaya
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Zoro sbadigliava stiracchiandosi sul banco.
Era solito sedersi in alto, lontano dai professori, in modo da poter dormire indisturbato.
Odiava seguire le lezioni e, appena poteva, guardava lo schermo del cellulare nella speranza che il suo datore di lavoro lo chiamasse per qualche consegna. Anche se, non capiva perché, non lasciava mai che fosse da solo al volante e, quindi, lo convocava solo se riusciva a rintracciare prima qualcuno che guidasse il camioncino dei trasporti.
La lezione di anatomia era appena finita, ora era in attesa di quella di biochimica.
Guardò in basso i suoi colleghi che erano per di più intenti a ripetere sugli appunti. Qualche ragazza confabulava con le amiche, scoppiando di tanto in tanto a ridere. Zoro odiava le tipe così oche, sembravano tanti topi che squittivano incessantemente mentre gli lanciavano occhiate profonde. 
Aveva sempre avuto un discreto successo con le ragazze, ma niente più di qualche storia finita prima ancora di cominciare. Non andava molto d’accordo con il gentil sesso, a partire dalle sue due coinquiline: Robin era troppo seria e a volte troppo macabra per i suoi gusti quindi non avevano mai avuto molte conversazioni profonde anche se si volevano bene reciprocamente, mentre Nami spesso si era rivelata una bastarda senza scrupoli, specialmente quando si trattava di soldi o per il proprio tornaconto personale, e litigava spesso con lei che ancora richiedeva gli interessi per un prestito avvenuto molto tempo prima. 
Guardò in basso verso un gruppetto composto da cinque persone dove una ragazza sembrava impegnata a cercare di convincere gli altri di qualcosa. 
La ragazza in questione portava lunghi capelli blu notte raccolti, degli occhiali dalla montatura rossa sul capo e due grandi occhi neri. Indossava una camicia viola a fiori rosa e un paio di blue jeans. Aveva l’aria da maschiaccio, la classica dura dal cuore tenero che non ti sorprenderesti di vedere dietro a un motociclista da strada, proprio come l’aspetto del ragazzo appoggiato al banco accanto a lei.
Questi portava corti capelli chiari, era palestrato con l’aria da duro e sembrava sul punto di sclerale da un momento all’altro; Zoro pensò che fosse in astinenza da nicotina e i suoi sospetti trovarono conferma quando vide l’altra ragazza che era con loro, lunghi capelli rosa e completo di velluto viola, porgergli un sigaro, mentre lei stessa portava una sigaretta tra le labbra rosse; con portamento elegante e al tempo stesso spietato uscì dall’aula insieme al ragazzo corpulento vestito con un giubbotto di pelle bianco.
La ragazza con i capelli neri guardò gli altri due che erano rimasti: un ragazzo con dei corti capelli rosa che portava degli occhiali tondi dalla montatura blu su di una fascia per capelli verde e un ragazzo biondo, con i capelli lunghi e il mento molto pronunciato.
Zoro si sporse leggermente, era sempre stato incuriosito da quella ragazza. Somigliava molto a una sua vecchia amica d’infanzia morta accidentalmente quand’era ancora un bambino.
Aveva già avuto un incontro con lei: lei stava scendendo di corsa le scale per dirigersi in un’altra aula ed era inciampata nei suoi stessi piedi, e sarebbe rotolata giù per le scale se lui non l’avesse afferrata al volo e salvata da quella brutta caduta. Era stato proprio in quell’occasione che Zoro si era accorto della somiglianza della ragazza con l’amica morta e, per la sorpresa, le aveva rotto gli occhiali che erano caduti, calpestandoli con un piede Quando lei si era arrabbiata per il fatto, lui l’aveva rimproverata, dicendole che se non fosse stata una donnicciola imbranata non si sarebbe dovuto scomodare per salvarla. Da quel momento la ragazza lo guardava sempre male mentre, dal canto suo, Zoro si era pentito di essere stato così sgarbato, ma non aveva alcuna intenzione di scusarsi. Non sapeva neanche il suo nome.
Si sforzò di sentire il loro discorso.
“Uffa!” stava dicendo lei “Speravo che almeno Smoker mi volesse accompagnare!”
“Non prendertela!” le disse il ragazzo con i capelli rosa “Lo sai che quando c’è Hina non c’è udienza per nessuno”
“Voi volete venire con me?” chiese con gentilezza, il ragazzo biondo piegò il capo “Non ho ben capito di che si tratta” disse.
Lei sistemò gli occhiali sul naso “Si tratta di una mostra di spade molto antiche”
Zoro drizzò le spalle. 
Spade?! Una mostra di spade e lui non ne sapeva niente?! Urgeva informarsi!
“Quanto si paga? O paghi tu per tutti?” continuò il ragazzo.
“Hermeppo!” lo sgridò l’altro “Ti sembra una cosa da chiedere?”
“Sto scherzando, Coby” lo tranquillizzò “Nel caso mi offrirei io di pagare il biglietto alla bella Tashigi”
La ragazza arrossì leggermente. 
“Veramente ho due biglietti omaggio” disse “La mostra è domenica pomeriggio”
Coby corrucciò le labbra e si scambiò uno sguardo con l’amico, cosa che non sfuggì agli occhi attenti di lei “Qualcosa non va?” chiese.
“Domenica dobbiamo andare dal signor Garp” rispose il ragazzo “ Sai, lui ci allena e noi diamo una mano e quindi…”
“Ho capito” lo fermò subito lei “state tranquilli, non importa. Andrò sola”
“Perché non vai con lui?”
I tre e anche Zoro si voltarono all’unisono e il ragazzo con i capelli verdi provò un brivido di terrore solcargli la schiena quando vide che la persona che aveva fatto questa proposta era Nami e che stava indicando proprio lui.
Tashigi guardò sorpresa sia lui che la ragazza. 
“Ci conosciamo?” chiese.
Nami sorrise e scese i pochi gradini che le separavano, avvicinandosi a lei con la mano tesa. 
“Mi chiamo Nami e sono la coinquilina di quello lì” disse indicando Zoro che non sapeva come rispondere per togliersi dall’impiccio “Sono mesi che ci tortura con la storia di questa mostra, ma non ha abbastanza soldi per prendere il biglietto”
Zoro si precipitò giù nel tentativo di fermarla, ma quando le fu vicino la rossa gli pestò un piede talmente forte da non permettergli di sentire la fine del discorso tra le due.
“E va bene” disse Tashigi, lanciando un’occhiata torva al ragazzo “Ci vediamo domenica a Rogue Town nella piazza del patibolo alle 18. Puntuale” ordinò.
“Sta tranquilla” le disse Nami con un sorriso “Sarà puntualissimo!” e lo trascinò via dall’aula prima che potesse in qualche modo protestare per l’assurda idea che quella che si ostinava a definire un'amica aveva avuto.

“Che cavolo ti è saltato in mente?!” urlò Zoro nel corridoio “Che ci fai qui?”
Nami ignorò il tono e gli porse un mazzo di chiavi con una piccola katana come portachiavi. 
“Le hai dimenticate a casa e sono venuta a riportartele”
Il ragazzo gliele strappò di mano. 
“Che cavolo ti è saltato in mente?!” ripeté.
la ragazza con la chioma arancio lo guardò con sufficienza. 
“Invece di arrabbiarti dovresti ringraziarmi” disse con tranquillità e fece per andarsene quando lui la afferrò per un polso. 
“Per quale motivo dovrei ringraziarti?” chiese quasi gridando e attirando le occhiate di molti passanti curiosi.
“Non ti sei nemmeno accorto che ero dietro di te” rispose lei, calma “Continuavi a fissarla come se al mondo ci fosse solo lei”
Zoro rimase colpito, ma non seppe come replicare.
“Sta tranquillo” disse lei con un sorriso “Per questa volta non c’è bisogno di ringraziarmi. E se hai bisogno di qualche vestito nuovo per il tuo appuntamento puoi anche chiedermi un prestito. Gli interessi partono dopo il terzo giorno”
 
Franky scrutava attentamente ogni centimetro del pezzo di legno di faggio che il professore gli aveva dato. Avrebbe dovuto ricavarci una nave in miniatura sprecando meno materiale possibile, ma prima doveva presentare il progetto. 
Sospirò rumorosamente, guadagnandosi un’occhiataccia dalla bibliotecaria. Il ragazzo si passò una mano tra i capelli per sistemare il ciuffo blu e abbandonò il capo sul tavolo, guardando ogni tanto verso la porta.
Era in attesa. In un’attesa snervante ad essere sinceri. Aspettava di vedere le lunghe gambe di Nico Robin solcare quella porta ed andare insieme a lei a mensa. 
Ultimamente pranzavano spesso insieme e lui non vedeva l’ora di ascoltare i suoi racconti sugli ultimi reperti che lei e il professore Clover stavano catalogando, anche se, più volte, invece di ascoltare quel che diceva Franky si era sorpreso a fissarle gli occhi azzurri dell'amica, le labbra sottili e rosee e i lunghi capelli corvini che mettevano in risalto la sua carnagione chiara che ricordava la porcellana più fine.
Si scosse dal suo stato di noia quando vide la ragazza dalla pelle candida correre verso di lui trafelata con degli enormi tomi tra le braccia.
Franky si alzò dalla sedia 
“Andiamo?” chiese. 
Robin sorrise, l’espressione un po’ triste. 
“Franky,”mormorò “mi dispiace tanto, ma hanno appena chiamato. Alcuni archeologi stanno venendo qui con dei reperti molto importanti che hanno estratto solo qualche giorno fa dalle sabbie del deserto e Clover vuole assolutamente che io …”
“Va bene” disse il ragazzo “Va’ tranquilla. Pranzerò con Usopp”
Robin sorrise raggiante 
“Grazie Franky!” disse e gli scoccò un bacio sulla guancia dove una leggera barba ispida faceva capolino sulle guance, prima di correre via.
Franky rimase per qualche secondo sorpreso, fissando il punto in cui era scomparsa. Poi si toccò leggermente la guancia, incredulo che proprio lì, poco prima, ci fosse la lieve pressione delle candide labbra di lei, nonostante il leggero appiccicume del suo lucidalabbra ne fosse una prova tangibile. Sorrise come un bambino. Non poteva pranzare con lei, ma quella cosa appiccicosa lo ripagava dell’attesa.


Rufy addentò il panino al prosciutto che aveva trovato in cucina. Si chiese chi potesse essere lo stolto che aveva preparato quella prelibatezza per poi andarsene. 
In casa c’era solo lui!
Strappò un altro pezzo del panino e sprofondò nel divano, accendendo la televisione e riempiendo tutto di briciole.
Stava guardando gli anime giapponesi quando sentì la porta aprirsi, prima che Usopp entrasse nella stanza con il sorriso più raggiante che avesse mai visto.
Vedendo l’amico intento a consumare il pasto, il ragazzo dal naso lungo prese una sedia e si avvicinò.
“Allora?” disse con un sorriso “Non mi chiedi niente?” 
Rufy piegò il capo, visibilmente confuso. Articolò alcune lettere che non avevano alcun nesso logico tra di loro e la delusione si dipinse sul volto di Usopp che liberò l’amico dalla fatica di indovinare. 
“Perché non mi chiedi come è andata ieri sera con Kaya?”
Il volto di Rufy si illuminò, non era pratico di queste cose, né gli interessavano molto le romanticherie, ma dato che Usopp ci teneva glielo chiese. 
“Come è andata con la ragazza di ieri?”
Usopp sorrise. 
“Oh, lo sai che io non sono uno a cui piace raccontare le proprie conquiste” esclamò con falsa modestia e agitando le mani come un attore che non sa recitare “Ma credo proprio di averla conquistata con il mio charme, il mio acume e …”
La porta si aprì e l’elogio delle doti di amatore di Usopp dovettero attendere. Brook entrò con aria tetra e, per quanto la sua poca massa lo consentisse, sprofondò accanto a Rufy.
“Che hai, Brook?” chiese all’amico dalla capigliatura afro, che sospirò lugubre “Devo interpretare un morto” disse “Ma io sono solo uno scheletro. Yohohohoh!”
E mentre Rufy rideva, Usopp si portò una mano al volto. Non avrebbe mai capito lo humor nero dell’amico
La porta d’ingresso si aprì nuovamente lasciando entrare Nami, seguita da Zoro che continuava ad urlarle contro. 
“Devi farti i fatti tuoi!”
“Che succede?” chiese Rufy incuriosito dall’insolita scenetta. Nami sbuffò, sbattendo con forza la borsa carica di libri sul tavolo, lanciò prima un’occhiataccia al ragazzo dai capelli verdi, poi si rivolse agli altri , gli occhi tristi come se fosse sul punto di piangere. 
“Voi ditemi se è giusto essere trattati così.”piagnucolò “Io gli organizzo un appuntamento con la ragazza che ama da tanto e lui…”
“MA QUALE RAGAZZA?!? MA QUALE DA TANTO?!?” urlò Zoro sull’orlo di una crisi di nervi. 
“LA STORIA LA RACCONTRO IO, VA BENE?!?” rispose ad alta voce la ragazza perdendo il velo di tristezza che prima le dipingeva il volto.
“Chi ha un appuntamento con chi?” 
Sanji, che era appena entrato, fece un baciamano veloce a Nami e corse nella propria stanza per cambiarsi. Era in ritardo per il lavoro.
“Zoro ha un appuntamento con una ragazza” urlò Rufy per farsi sentire.
“Che cosa?!?” la voce di Sanji li raggiunse praticamente insieme al suo sguardo stravolto “Chi è la matta che vorrebbe uscire con lui?”
“Pensa a lavorare tu!” disse Zoro rosso in viso e furioso.
“Non credo che sia vera” Sanji aveva il volto serio mentre indossava una maglia pulita e cercava la propria sciarpa “Solo una racchia accetterebbe di uscire con lui”
“Io non esco con le racchie!” urlò Zoro, ormai con il volto più rosso dei capelli di Nami e con i pugni stretti “Tashigi è bella e domenica uscirà con me!”
Tutti gli altri si guardarono per un attimo, gli occhi sgranati, per poi scoppiare a ridere all’unisono.
“Ma andate a fanculo!” borbottò il ragazzo dai capelli verdi prima di andare a chiudersi in camera.


Rufy si muoveva come un sonnambulo per la casa. Erano le tre di notte e non riusciva a dormire dato che nel suo letto, oltre a lui, c’era pure Usopp.
Quest’ultimo aveva avuto la brillante idea di pasticciare nella stanza che divideva con gli altri con delle bevande gassate, dei detersivi e neanche lui sapeva bene cosa mentre declamava le sue doti di dongiovanni a quel credulone di Chopper.
Risultato? Una stanza completamente insudiciata di porcherie e che puzzava come una stiva piena di marinai che non vedevano terra da mesi.
Al suo ritorno dal lavoro, Sanji non aveva voluto saperne di dividere il letto con qualcuno di quegli idioti, ma si era visto costretto ad ospitare Brook, mentre Zoro dormiva con Chopper. Franky, invece, aveva occupato il divano nel salotto.
Ed era proprio qui che si dirigeva il moretto assonnato, incuriosito dalla luce accesa.
Una volta arrivato non si stupì di vedere Nico Robin china sui tomi e Franky che russava rumorosamente.
La ragazza gli sorrise dolcemente. 
“Non riesci a dormire?”.
Rufy scosse il capo. 
“Come fai a studiare con questo baccano?” chiese. 
Robin guardò verso Franky, poi scrollò le spalle. 
“Ci sono abituata” , la ragazza osservò bene il volto dell’amico “Hai sonno?”
“Sì” rispose lui “Ma con Usopp nel letto non riesco a dormire”
Robin diede un’occhiata veloce ai libri, poi tornò a guardare lui. 
“Senti” disse “io qui ne avrò per tutta la notte, perché non vai a dormire in camera mia? Nami non si accorgerà della tua presenza e ti sveglierò io prima che si svegli lei”
E Rufy le regalò un bellissimo sorriso a 32 denti. 
“Grazie Robin!” e si diresse di corsa nella stanza delle ragazze.

La stanza delle ragazze era molto più piccola delle altre e per recuperare dello spazio le due avevano unito i letti.
Rufy camminò a tentoni. I suoi occhi si erano abituati al buio, ma rischiava lo stesso di inciampare tra i vari oggetti che erano riversi in modo confusionario sul pavimento.
Una volta individuato il morbido materasso, non perse tempo a infilarsi subito sotto le coperte, felice di sentire il torpore del piumone e, mentre chiudeva gli occhi, sentì la ragazza accanto a sé muoversi nel sonno.
Nami, da addormentata, si avvicinò a lui e si accoccolò al suo fianco, stingendolo forte con un braccio. Rufy provò a chiamarla, ma il respiro profondo che giungeva gli fece capire che era veramente addormentata.
Sorrise nel ripensare al modo non proprio consono in cui l’aveva conosciuta.
Lui, Zoro, Usopp e Sanji erano alla ricerca di nuovi coinquilini; la casa appena presa era grande e da soli non sarebbero riusciti a sostenere le spese. Mentre camminavano sconsolati di sera per il parco, avevano sentito delle urla di donna. Erano accorsi per vedere cosa fosse successo e avevano visto cinque uomini che avevano accerchiato la povera sventurata, la quale invocava aiuto mentre loro le tiravano i capelli e cercavano di spogliarla. Senza pensarci due volte i tre si erano lanciati in soccorso della ragazza.
Una volta messi in fuga i malintenzionati era stato Rufy ad avvicinarsi alla giovane, che giaceva terrorizzata a terra, si era tolto il cappello di paglia dal capo e lo aveva posto su quello di lei. 
“Va tutto bene” le aveva detto “Sei con noi adesso!”
Rufy accarezzò i capelli della sua amica addormentata, rievocando il meraviglioso sorriso di gratitudine che Nami gli aveva regalato quel giorno e la promessa che avrebbe fatto qualsiasi cosa per non far scomparire quel sorriso dal suo viso.







Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Vi ringrazio per aver letto anche questo capitolo, sono felice che questa storia abbia raccolto tanto successo con un solo capitolo, non posso che ringraziarvi tutti.
un ringraziamento speciale va a Piper_Parker per il suo lavoro di beta nel correggere gli errori che normalmente, senza il suo aiuto, trovereste un pò ovunque.
Grazie ancora, fatemi sapere che ne sapete di questo capitolo :)
alla prossima
Fra
  
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